NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 31 GENNAIO 2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica/mappa-delle-regioni-voto-emilia-romagna-e-calabria-1817428.html

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

31 GENNAIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Tu sei cieco e io sono sordo e muto,

perciò prendiamoci per mano e comprendiamoci.

KHALIL GIBRAN, Aforismi, Barbera ed. 2008, pag. 15

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

 www.dettiescritti.com è un blog intestato a Manlio Lo Presti, e-mail: redazionedettiescritti@gmail.com 

 

Il blog non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse. Nulla su questo blog è pensato e pubblicato per essere creduto acriticamente o essere accettato senza farsi domande e fare valutazioni personali. 

 

Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressoché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com 

La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

SOMMARIO

 

E Gualtieri conferma la stangata in arrivo: “Rivedremo Iva, catasto e sconti fiscali” 1

La mappa delle Regioni dopo il voto in Emilia e Romagna e in Calabria 1

Otto motivi per votare NO al referendum costituzionale sul “taglio dei parlamentari” 1

EURISPES: ANTISEMITISMO, IL MISTERO DEL DATO SCOMPARSO. 1

Ora Greta fa anche marketing

Epidemie

Il razzismo come vaccino

Attenzione. I leghisti mangiano i bambini

Traffico delle ONG

A new definitio of Warfare

Aereo abbattuto

Vedi Napoli e poi capisci la “Commedia”. Le storie dantesche di Giulio Ferroni 1

Parte l’inchiesta parlamentare sulle interferenze straniere nella democrazia italiana 1

Siamo tutti ostaggi dell’11 Settembre 1

L’ANSA, fondata nel 1945 dai servizi segreti inglesi, oggi apre collaborazione per testi e video con la francese AFP 1

Basilea 3: l’ennesima rivoluzione passata inosservata 1

COME LA GRANDE FINANZA SFRUTTA L’EMERGENZA CLIMATICA. 1

Dalle catastrofi naturali danni per 150 mld nel 2019 1

ABOLITA LA PRESCRIZIONE PER AUMENTARE L’ARBITRIO DELLE TOGHE. 1

Riduzione numero parlamentari: una riforma costituzionale oligarchica 1

Pagheremo i migranti per insegnare loro a diventare imprenditori 1

Cassazione, i rider delle consegne sono dipendenti a tutti gli effetti 1

LAVORO, NUOVO MASSIMO STORICO: OLTRE 3 MILIONI DI PRECARI 1

Rabbino. 1

Berlino premia Draghi, ma è rivolta 1

IL PAESE FORMALE, CRIMI E MATTARELLA. 1

Quanto sono buoni i buoni e quanto sono tonni le sardine

Il più pulito di loro ha la  rogna

Il coronavirus arriva in Italia e con esso le bufale (ecco come evitarle) 1

 

 

 

IN EVIDENZA

E Gualtieri conferma la stangata in arrivo: “Rivedremo Iva, catasto e sconti fiscali”

Il ministro costretto a inchinarsi a Bruxelles che minaccia nuove sanzioni

Gian Maria De Francesco – Ven, 31/01/2020

 

Quello che fino a ieri era solo un’ipotesi ora è una certezza. La riforma dell’Irpef, adombrata dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, comporterà un aumento delle tasse, a dispetto della volontà della maggioranza di abbassare il carico delle imposte A Via XX Settembre si sta lavorando ad un Ddl delega da presentare entro aprile.

Poiché il taglio delle tasse non può essere effettuato in deficit, occorrono maggiori risorse. «L’Italia è ancora a rischio di deviazione significativa sul percorso di riduzione del debito che nel 2020 resta al 136% e che non è stato ridotto significativamente», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ribadendo che la possibilità di una manovra correttiva in primavera non è da escludere del tutto. La minaccia costante dei falchi di Bruxelles ha indotto Gualtieri a sfatare il tabù dell’Iva, dopo essere stato stoppato durante la sessione di bilancio dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. «Non abbiamo ancora definito il perimetro della riforma: stiamo ragionando, esistono varie ipotesi», ha detto il ministro nel corso di un convegno sottolineando che «una rimodulazione del nostro sistema dell’Iva potrebbe generare risorse aggiuntive per la riduzione del carico fiscale». Secondo quanto ‘trapelato dal vertice di maggioranza, il progetto sarebbe accorpare le aliquote Irpef più basse aumentando l’Iva sui beni di lusso.

È quanto emerso successivamente nel corso di un’audizione alla commissione di Vigilanza per l’anagrafe tributaria. Il titolare del Tesoro si è spinto oltre: la riforma del catasto non è più solamente un’idea vaga. Secondo Gualtieri, anche in questo caso la riflessione deve essere ponderata, perché eventuali cambiamenti potrebbero avere un impatto notevole sulle tasche degli italiani. È quindi «auspicabile proseguire nel confronto con gli operatori, con i Comuni e con il Parlamento perché le scelte tecniche hanno comunque un riverbero politico», ha precisato. Il ministro ha ricordato che il gettito tributario dovuto alle imposte sugli immobili «ammonta a circa 41 miliardi su base annua, dati 2018, di cui la metà deriva dalle imposte locali di natura patrimoniale» e che il valore complessivo delle abitazioni, detenuto da persone fisiche, «è di 5.526 miliardi di euro». Insomma, Gualtieri è il primo a capire che una riforma degli estimi a invarianza di gettito è un ossimoro.

Non esclusa, infine, la rimodulazione degli sconti fiscali. «Ho trovato una giungla di bonus, detrazioni e abbiamo avuto anche una scomposizione e differenziazione di diverse tipologie di tassazione su segmenti diversi di tipologie di reddito, abbiamo un sistema che ha raggiunto un livello di complicazione molto alto e che beneficerebbe molto di una significativa razionalizzazione». Anche qui, dietro l’intento semplificatorio, si cela la possibilità di aumentare il carico fiscale su alcune categorie che beneficiano delle tax expenditure.

https://www.ilgiornale.it/news/politica/e-gualtieri-conferma-stangata-arrivo-rivedremo-iva-catasto-e-1819330.html

 

 

 

 

 

 

La mappa delle Regioni dopo il voto in Emilia e Romagna e in Calabria

Dal 2014 ad oggi si è ribaltato il rapporto di forze politiche che governano le Regioni. Oggi si parla di 13 Regioni governate dal centrodestra e 6 dal centrosinistra

Francesca Bernasconi – Lun, 27/01/2020

 

In Emilia e Romagna, è stato riconfermato il governatore dem Stefano Bonaccini, mentre in Calabria la maggioranza è andata a Jole Santelli, prima governatrice donna, candidata di Forza Italia per il centrodestra. Si ridisegna così una nuova mappa delle Regioni d’Italia, che vede oggi un netto cambiamento, rispetto a soli sei anni fa.

Il Corriere della Sera, infatti, ha messo a confronto l’anno 2014 con il 2020. Sei anni fa, le Regioni italiane rosse erano 16, mentre solamente 3 erano amministrate dal centrosinistra. Poi, nel 2019, il rapporto di forze politiche si era ribaltato e il voto in Umbria aveva consegnato la vittoria a Donatella Tesei, della coalizione di centrodestra. Ora, dopo la tornata elettorale di ieri, conclusasi con un “pareggio” tra le due coalizioni, le proporzioni rimangono invariate. Infatti, in Emilia e Romagna si è conquistato la vittoria Stefano Bonaccini, che rappresenta il centro sinistra, mentre in Calabria, ad avere la meglio è stata Jole Santelli, di Forza Italia. Se l’Emilia resta rossa, quindi, la Calabria si colora di azzurro (nella mappa sono colorate in rosso le

Continua qui:

https://www.ilgiornale.it/news/politica/mappa-delle-regioni-voto-emilia-romagna-e-calabria-1817428.html

 

 

 

 

 

 

Otto motivi per votare NO al referendum costituzionale sul “taglio dei parlamentari”

Articolo a firma di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 10 ottobre 2019:

 

La riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari è stata approvata. Politicamente si tratta di un successo del M5s, tutti gli altri partiti si sono accodati per non essere accusati di “poltronismo”, non considerando la posta in gioco. Nessuno che abbia avuto il coraggio di urlare che certo la democrazia ha dei costi, ma è sempre meglio pagare quei costi – del resto un risparmio risibile per il bilancio dello Stato – che avere un sistema sempre meno rappresentativo. Analizziamo i punti di maggiore criticità:

 

Primo. La Costituzione primigenia, entrata in vigore nel 1948, prevedeva l’attuale composizione parlamentare (630 deputati e 315 senatori) in un tempo in cui gli italiani residenti erano circa 40 milioni. Oggi siamo 20 milioni in più e quasi lo dimezziamo. In pratica, facendo due conti, con questa riforma avremo un deputato ogni 154mila abitanti e un senatore ogni 308mila.

 

Secondo. La politica finirà per essere gestita da uno sparuto numero di persone, come accade nei sistemi oligarchici. In sede parlamentare “deliberante” (o “legislativa”), cioè quando le Camere deliberano solo in Commissione senza passare dall’Aula, le decisioni a Palazzo Madama verranno adottate da commissioni non più di 20-25 senatori come accade oggi, bensì di 10-12 senatori, o anche meno. Si potrebbe arrivare a 6 in caso di assenze: le commissioni, al pari dell’Aula, sono regolari se è presente la maggioranza dei componenti, quindi in teoria una Commissione di 10 senatori potrà deliberare se ne fossero presenti solo 6, con una maggioranza di 4.

 

Terzo. Al Senato la rappresentanza andrà a farsi benedire. L’attuale legge elettorale prevede una soglia di sbarramento del 3% a livello nazionale anche per il Senato. L’art. 57 della Costituzione stabilisce però che i senatori siano eletti su base regionale. Ciò vuol dire che, con un Senato ridotto a 200 componenti, le liste che vedranno attribuirsi i seggi saranno solo quelle più votate (sopra il 10-15% circa), lasciando parecchie liste fuori da Palazzo Madama anche se con consensi superiori alla soglia di sbarramento

 

Quarto. I parlamentari eletti sul territorio nazionale saranno anche di meno rispetto ai numeri previsti. Per via di quelli eletti nella circoscrizione Estero (ridotti rispettivamente da 12 ad 8 e da 6 a 4), gli

 

Continua qui:

https://scenarieconomici.it/otto-motivi-per-votare-no-al-referendum-costituzionale-sul-taglio-dei-parlamentari-di-p-becchi-e-g-palma-su-libero-del-10-10-2019/

 

 

 

 

 

 

EURISPES: ANTISEMITISMO, IL MISTERO DEL DATO SCOMPARSO

di Claudia Diaconale – 30 gennaio 2020

 

Questa mattina è stato presentato il Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes, giunto alla 32a edizione, dove vengono affrontati temi che l’Istituto ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.

Tra le varie tematiche affrontate, una sezione è dedicata alla diffusione e le caratteristiche degli atteggiamenti di pregiudizio e sospetto ancora oggi purtroppo associati al popolo ebraico: il dato più allarmante risulta essere quel 15,6% di popolazione che nega la Shoah. Infatti, rispetto all’affermazione che l’Olocausto degli ebrei non è mai accaduto, un 4,5% dichiara addirittura” molto d’accordo” ed un 11,1% “abbastanza”, a fronte dell’84,4% “non concorde” (il 67,3% “per niente”, il 17,1% “poco”). Invece l’affermazione secondo cui l’Olocausto non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto trova una percentuale di accordo solo lievemente superiore: 16,1% (il 5,5% è “molto d’accordo”), mentre il disaccordo raggiunge l’83,8%

Continua qui:

http://opinione.it/politica/2020/01/30/claudia-diaconale_eurispes-rapporto-antisemitismo-negazionisti-olocausto-orientamento-politico-destra-sinistra/

 

 

 

 

 

ORA GRETA FA ANCHE MARKETING

Rosanna Spadini – 30 gennaio 2020

 

Greta Thunberg ammette, “sta creando una fondazione” che è “già registrata ed esiste già” anche se non è ancora attiva e operativa. Sarà una fondazione, dice, “strettamente no-profit”, qualcosa di strettamente necessario “per gestire il denaro (royalties, libri, donazioni, premi in denaro) “in modo “completamente trasparente”.

Un’operazione che richiederà “molto tempo”. L’obiettivo della fondazione osserva, “è quello di promuovere la sostenibilità ecologica, climatica e sociale”. In poco più di un anno, infatti, Greta ha scalato il mondo. Dal primo sciopero per il clima dell’agosto 2018, la sedicenne svedese attivista per il clima di strada ne ha fatta parecchia: dal Forum Economico di #Davos all’#Onu passando agli incontri con i leader del pianeta, da Angela #Merkel a Barack #Obama, Greta è ora il simbolo del nuovo “populismo” ambientalista.

La storia di Greta Thunberg inizia il 20 agosto 2018. #Ingmar_Rentzhog, che è fondatore della start-up We Do not Have Time, incontra la svedese di fronte al Parlamento svedese e pubblica un post commovente sulla sua pagina Facebook. Siamo al primo giorno dello sciopero iniziato dalla giovane studentessa.

Per capire chi è Ingmar Rentzhog occorre fare un altro passo indietro.

Nel maggio 2018, è stato assunto come presidente e direttore del think tank #Global_Utmaning, che promuove lo sviluppo sostenibile e si dichiara “politicamente indipendente”.

Sarà, ma il suo fondatore è nientemeno che #Kristina_Persson, figlia del miliardario ed ex ministro socialdemocratico dello sviluppo strategico e della cooperazione tra il 2014 e il 2016.

 

https://www.facebook.com/rosanna.spadini?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARCtdqyoeM9PA1oXbrRH7lIHV83u17tV1xpwqVRfiWAV7zk0Pg7iwEcEnXAeSBytLhanKMAc0xsvNDVe&hc_ref=ARRHhPS9A-wnPhrso5hhYvM2-UMqCLPD2GEnWsqau-zzzqQoyeRwl_KYJreGtXsXxog&fref=nf

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

EPIDEMIE

Giovanni bernardini 30 91 2020

 

Da oltre trenta anni si levano di continuo urla sulla fine del mondo prossima ventura.

Siamo alla vigilia di una catastrofe planetaria, dicono in tanti, unendosi agli strilli di Greta Thunberg. E i guai sarebbero iniziati con la rivoluzione industriale. Ce lo assicurano la piccola Greta e papa Bergoglio.

Non mi stupirei se qualcuno cercasse di collegare il corona virus ai “mutamenti climatici”. Ormai tutto è causato dai “mutamenti climatici” e dalla rottura della antica armonia fra uomo e natura. È un’ipotesi interessante, in fondo…

Però… però….

Una spaventosa epidemia di peste nera diffusasi in Europa dal 1357 al 1361 provocò solo nel nostro continente la morte di circa 25 milioni di persone, un terzo della sua popolazione.

Si stima che la peste del 1630 stupendamente descritta dal Manzoni nei “Promessi sposi” abbia provocato nella sola Italia 1.100.000 morti, su una popolazione di circa 4 milioni di esseri umani.

Una epidemia di peste diffusasi a Londra nel 1665 provocò la morte di circa 100.000 persone, un quinto dell’intera popolazione della città.

Si potrebbe continuare e riempire decine, centinaia di pagine con narrazioni di disastri apocalittici avvenuti in era preindustriale.

Oggi, alla vigilia della fine del mondo, il corona virus ha causato circa 200 vittime.

NON voglio essere frainteso. Giusto, giustissimo tenere la guardia molto alta di fronte al “corona virus”, ma val la pena di sottolineare che nel mondo di oggi le epidemie, sempre pericolose, hanno conseguenze immensamente meno gravi che solo un paio di secoli fa.

Però qualcuno strilla che stiamo precipitando nell’abisso, ed addebita tutto allo sviluppo economico, scientifico e tecnologico.

Quello che ci permette di ridurre le vittime delle epidemie da decine di milioni ad alcune centinaia.

 

https://www.facebook.com/100000697543272/posts/3010373138995908/

 

 

 

Il razzismo come vaccino

Augusto Bassi- 31 gennaio 2020

Il razzismo è un male subdolo, che potrà essere estirpato solo da una grande rivoluzione culturale. Purtuttavia ha i suoi vantaggi. Io per esempio non sopporto i cinesi. Amo il cinema di Hong Kong, ma abomino i cinesi e abitualmente li scanso.

Puzzano di cantonese o mandarino, urlano sillabe tonali invasive, guardano il mio cane con avidità famelica, non si tagliano le unghie, non pagano le tasse e posteggiano ideogrammi. In genere si suole rassicurare il lettore con frasi tipo “in realtà ho tanti amici cinesi che adoro”, ma non è questo il caso.

Quindi capirete quanto il mio pur colpevole razzismo sia preservativo in queste virulente e paranoiche giornate; armandomi con l’istintiva profilassi del fastidio epidermico, mi preserva infatti dall’imbarazzo di dovermi allontanare controvoglia da ogni cinese che incontro sulla pubblica via.

Oggi osservavo due tollerantissime e inclusivissime signore di Procaccini che, pur negando l’esistenza delle razze, scansavano furtivamente ogni muso giallo intento a

 

Continua qui: http://blog.ilgiornale.it/bassi/2020/01/31/il-razzismo-come-vaccino/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

ATTENZIONE. I LEGHISTI MANGIANO I BAMBINI!

Danilo Bonelli 30 01 2020

Se guardiamo all’attuale situazione politica come ad un mosaico possiamo scorgere una serie di tessere che si incastrano tra di loro alla perfezione:

– il ministro Patuanelli ha “brillantemente risolto” il tavolo della crisi Whirlpool che infatti da parte sua ha ufficialmente comunicato che entro l’anno chiuderà la fabbrica di Napoli, lasciando sul lastrico 450 operai, le loro famiglie e tutto l’indotto di quel territorio;

– su aspetti vitali come le concessioni autostradali, il destino di Alitalia, l’ILVA di Taranto e la prescrizione le varie componenti del governo hanno pareri opposti e contrastanti che pensano di risolvere rinviando ogni decisione in merito;

– le ONG hanno ripreso a vomitarci addosso una composita valanga nera di clandestini provenienti da ogni angolo del continente africano;

– in mondovisione si è potuto vedere il premier Conte arrancare goffamente nel tentativo di infiltrarsi in prima fila tra i grandi della terra per venirne impietosamente respinto e ricacciato indietro (ma non avevano restituito all’Italia una nuova dignità internazionale?);

– siamo al quarto giorno di grandi festeggiamenti del PD per aver mantenuto una regione che già governava da sempre, dopo aver perduto consecutivamente le ultime nove elezioni regionali nelle quali si è votato nell’ultimo anno e mezzo.

Non occorre essere dei fini e navigati politologi per addivenire alla benevola conclusione che in casa grillo-piddina forse c’è qualche piccolo problemino.

Ma ecco che alla boccheggiante sinistra di governo viene in soccorso la fantasia creativa, quella che si inventa il mostro contro il quale chiama alla mobilitazione il popolo italiano … e così Matteo Salvini diventa l’Hannibal ad portas dei nostri giorni.

Salvini viene dipinto come un novello Goebbels, il famigerato ministro della propaganda del Terzo Reich … la Lega un ricettacolo di pericolosi nazisti e di fomentatori di odio.

Senza pudore hanno dipinto uno scenario che se in Emilia e Romagna avesse vinto la Borgonzoni dai rubinetti delle case non sarebbe più scorsa l’acqua potabile ma l’olio di ricino, mentre squadracce di manganellatori avrebbero imperversato per città e borghi.

Perfino la commemorazione dell’Olocausto per la Giornata della Memoria è stata strumentalizzata alla demonizzazione di quelli che hanno chiamato “gli odiatori di oggi”, quasi che i mortali nemici del popolo ebreo non fossero i musulmani ma i leghisti.

E si sono perfino inventati le sardine, ovvero un misto di giovani suggestionati e di anziani frustrati quale “antidoto della società civile” davanti alla paura indotta non già dall’odio sparso da Salvini ma piuttosto dalle piazze piene di gente per ascoltare ed applaudire il leader della Lega.

Poveri disperati … ricordano la storiella di quel tale che aveva pensato bene di coprire il suono delle sue scorregge battendo vigorosamente le mani, fino a quando quel malcapitato che gli stava accanto nella stanza non sbotta: “Complimenti….per il rumore hai trovato una buona soluzione …. ma per il puzzo come la mettiamo ?”.

https://www.facebook.com/100003288967951/posts/2733141876805418/

 

 

 

 

 

 

Traffico delle ONG

Alessandro Guardamagna – 29 gennaio 2020

Ecco cosa succede col governo del nuovo umanesimo con la tratta delle ONG. Più sbarchi per tutti perché gli italiani devono “restare umani” per compiacere UE, Soros, Chiesa, neoliberisti assortiti, e il tutto di tasca nostra mentre veniamo ridotti a 4 zampe.

 

E mi raccomando!! Non dobbiamo osare e dire “Mah, veramente avrei un’opinione…” altrimenti siamo razzisti e fascisti, come ci ricordano i cortei di alcune migliaia di pesci acefali “sensibilizzatori” del nulla e gli immancabili media pro PD.

 

Fate voi.

https://www.facebook.com/alessandro.guardamagna?__tn__=lC-R&eid=ARAXXimqx2MKSq88i2Y49eZpUWzyoBm-5JAP8d4HD_sngzWr-X96Eg_6ANSWNbqS7i15IvYK4kh107nh&hc_ref=ARRnYd827jpv416r0SQ3aDvvQjSovEBUjjF2ekSdEosqD-mOC5huqK9dsWKtaUi5avQ&ref=nf_target&__xts__%5B0%5D=68.ARDcyiNaoV7hh-lgSATO7l6MrZmyVAdtsWrArYD2-QvqN2BwkkeT6sX3iuZ1N_7LT7h1HAukXbbqY0Q-Ep3QWtjBpuYN6LsK5qsYpJi-lua8220dBf7M2UHs6zvCEv8xq5Daq8S4UNqGnDC_qMt0nQNoLvFKIZnKdxsI6uHWdda19X9PuRO1zHUssDBnl-cZG4tUNnqRXZgkQ1qHOnfjGFUZeXPUuXGU5WC3oCoVdzuQkeFnx8dQQriTHsgGMBlmryq5gU_SoJr19KFjCTOHgHqYc0J66StLDReJLMfVu5aP7UVi5uR2jDw6lXpwD0ulFSMBiLwBKE-XhLCLosyBmpg7-w

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

A new definition of Warfare

Rosanna Spadini

I sostenitori di Donald Trump sottolineano spesso che non ha avviato nuove guerre. Si potrebbe osservare che non è stato per mancanza di tentativi, poiché i suoi attacchi missilistici da crociera contro la Siria basati su prove inventate e il suo recente assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani sono stati indiscutibilmente atti di guerra. Trump ha anche aumentato i livelli di truppe sia in Medio Oriente che in Afghanistan, aumentando nel contempo la frequenza e la mortalità degli attacchi di droni armati in tutto il mondo.

 

Il Congresso è stato in qualche modo un po’ ‘misteriosamente in giro con un inasprimento della legge sui poteri di guerra del 1973 per rendere più difficile per un presidente compiere atti di guerra senza alcuna deliberazione o autorizzazione da parte del legislatore. Ma forse la definizione della guerra stessa dovrebbe essere ampliata. L’unica area in cui Trump e la sua squadra di sociopatici narcisistici sono stati più attivi è stata l’imposizione di sanzioni con intento letale. Il segretario di Stato Mike Pompeo è stato esplicito nelle sue spiegazioni che l’affermazione di “estrema pressione” su paesi come l’Iran e il Venezuela ha lo scopo di far soffrire le persone a tal punto da insorgere contro i loro governi e provocare “un cambio di regime. “Nella resa dei conti contorta di Pompeo è così che i luoghi in cui Washington disapprova diventeranno di nuovo” paesi normali “.

 

Le sanzioni possono uccidere. Quelli imposti dagli Stati Uniti sono supportati dal Ministero del Tesoro statunitense che è in grado di bloccare i trasferimenti di denaro attraverso il sistema bancario internazionale denominato in dollari. Le banche che non rispettano le regole imposte dall’America possono esse stesse essere sanzionate, il che significa che le sanzioni statunitensi sono di fatto applicabili a livello globale, anche se le banche e i governi stranieri non sono d’accordo con le politiche che le guidano. È ben documentato come le sanzioni che hanno un impatto sull’importazione di medicinali abbiano ucciso migliaia di iraniani. In Venezuela, l’effetto delle sanzioni è stato la fame poiché le importazioni di cibo sono state bloccate, costringendo gran parte della popolazione a fuggire dal paese solo per sopravvivere.

 

L’ultima esercitazione della guerra economica degli Stati Uniti è stata diretta contro l’Iraq. Nello spazio di una settimana dal 29 dicembre al 3 gennaio, l’esercito americano, che opera in due importanti basi in Iraq, ha ucciso 25 miliziani iracheni che facevano parte delle unità di mobilitazione popolare dell’esercito iracheno. Recentemente i miliziani erano stati impegnati nella riuscita lotta contro l’ISIS. Seguì quell’attacco uccidendo Soleimani, il generale della milizia irachena Abu Mahdi al-Muhandis e altri otto iracheni in uno sciopero dei droni vicino all’aeroporto internazionale di Baghdad. Poiché gli attacchi non sono stati approvati in alcun modo dal governo iracheno, non è stata una sorpresa che siano seguite le rivolte e il parlamento iracheno ha votato per rimuovere tutte le truppe straniere dal suo territorio. Il decreto è stato approvato dal primo ministro Adel Abdul Mahdi, in base al fatto che l’esercito americano era in Iraq su invito del governo del paese e che l’invito era stato appena revocato dal parlamento.

 

Il fatto che l’Iraq sia il meno instabile è attribuibile all’invasione americana sconsiderata del 2003. La persistenza delle forze statunitensi nel paese è apparentemente di aiuto nella lotta contro l’ISIS, ma la vera ragione è quella di servire da controllo all’iraniano influenza in Iraq, che è una richiesta strategica fatta da Israele e non risponde a nessun reale interesse americano. In effetti, il governo iracheno è probabilmente politicamente più vicino a Teheran che a Washington, anche se la linea neocon che il paese è dominato dagli iraniani è tutt’altro che vera.

 

La risposta di Washington alla legittima richiesta irachena di rimuovere le sue truppe consisteva in minacce. Quando il Primo Ministro Mahdi ha parlato al telefono con Pompeo e ha chiesto discussioni e un calendario per creare un “meccanismo di ritiro”, il Segretario di Stato ha chiarito che non ci sarebbero stati negoziati. Una risposta scritta del Dipartimento di Stato intitolata “La collaborazione continuata degli Stati Uniti con l’Iraq” ha affermato che le truppe americane sono in Iraq per servire come “forza per il bene” in Medio Oriente e che è “nostro diritto” mantenere “una posizione di forza adeguata” in la Regione.

 

La posizione irachena ha anche immediatamente prodotto minacce e tweet presidenziali su “sanzioni che non hanno mai visto”, con l’implicazione che gli Stati Uniti sarebbero stati più che disposti a rovinare l’economia irachena se non si fossero fatti strada. L’ultima minaccia emergente riguarda il blocco dell’accesso dell’Iraq al suo conto bancario della riserva federale di New York, dove vengono trattenute le entrate della vendita internazionale di petrolio, creando una devastante stretta di cassa nel sistema finanziario iracheno che potrebbe effettivamente distruggere l’economia irachena. Se prendere provvedimenti per rovinare economicamente un paese non è considerato guerra con altri mezzi, è difficile discernere cosa potrebbe adattarsi a quella descrizione.

 

Dopo aver avuto a che fare con l’Iraq, l’amministrazione Trump ha puntato le armi su uno dei suoi alleati più antichi e più vicini. La Gran Bretagna, come la maggior parte degli altri firmatari europei del Piano d’azione globale congiunto (JCPOA) del 2015, è stata riluttante a ritirarsi dall’accordo sulla preoccupazione che l’Iran deciderà di conseguenza di sviluppare armi nucleari. Secondo il Guardian, un rappresentante degli Stati Uniti del Consiglio di sicurezza nazionale di nome Richard Goldberg, aveva visitato Londrarecentemente per chiarire al governo britannico che se non segue la guida americana e si ritira dal JCPOA e riapplica le sanzioni, potrebbe essere difficile stabilire un accordo commerciale con Washington post-Brexit. È una minaccia significativa in quanto parte del voto pro-Brexit è chiaramente derivato da un impegno di Trump per compensare parte del previsto declino del commercio europeo aumentando l’accesso del Regno Unito al mercato statunitense. Ora il quid pro quo è chiaro: la Gran Bretagna, che di solito segue la guida di Washington nella politica estera, dovrebbe ora essere completamente a bordo per tutto il tempo e ovunque, in particolare in Medio Oriente.

 

Durante la sua visita, Goldberg disse alla BBC: “La domanda per il primo ministro Johnson è: ‘Mentre ti stai muovendo verso la Brexit … cosa farai dopo il 31 gennaio quando verrai a Washington per negoziare un accordo di libero scambio con il Stati Uniti?’ È assolutamente nei [vostri] interessi e nel popolo degli interessi della Gran Bretagna unirsi al presidente Trump, con gli Stati Uniti, per riallineare la vostra politica estera lontano da Bruxelles e partecipare alla campagna della massima pressione per tenerci al sicuro. ”

 

E c’è un’interessante storia di fondo su Richard Goldberg, un hardliner anti-iraniano protetto da John Bolton, che ha minacciato gli inglesi per conto di Trump. James Carden, scrivendo a The Nation, pone “Considera il seguente scenario: un’organizzazione esente da imposte con sede a Washington, DC, che si autodefinisce un think tank dedicato al rafforzamento della reputazione di un paese straniero negli Stati Uniti, finanziato da miliardari strettamente allineati con detto paese straniero, ha uno dei suoi agenti di alto rango (spesso chiamati “compagni”) incorporato nel personale di sicurezza nazionale della Casa Bianca al fine di promuovere l’agenda spesso dichiarata della sua organizzazione di origine, che, come accade, sta anche pagando il suo stipendio durante il suo periodo di un anno lì. A quanto pare, questo è esattamente ciò che il think tank pro-Israele della Fondazione per la difesa delle democrazie (FDD) avrebbe ottenuto in un accordo mediato dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale Trump John Bolton”.

 

Il consigliere senior della FDD in questione, che era stato inserito nel Consiglio di sicurezza nazionale, era Richard Goldberg. FDD è in gran parte finanziato da miliardari ebrei americani tra cui il capitalista dei fondi avvoltoio Paul Singer e il partner Home Depot Bernard Marcus. I suoi ufficiali si incontrano regolarmente con i funzionari del governo israeliano e l’organizzazione è nota per il suo implacabile sforzo di provocare la guerra con l’Iran. Ha incessantemente spinto per una politica USA incautamente militaristica diretta contro l’Iran e anche più in generale in Medio Oriente. È un portavoce affidabile per Israele e, inevitabilmente, non è mai stato richiesto di registrarsi ai sensi della Foreign Agents Registration Act del 1938.

 

A dire il vero, Trump ha anche altri neocon che lo consigliano sull’Iran, tra cui David Wurmser, un altro associato di Bolton, che ha l’orecchio del presidente ed è un consulente del Consiglio di sicurezza nazionale. Wurmser ha recentemente presentato una serie di promemoria alla Casa Bianca a sostegno di una politica di “interruzione del regime” con la Repubblica islamica che la destabilizzerà e alla fine porterà a un cambio di governo. Potrebbe aver avuto un ruolo chiave nel dare il via libera all’assassinio di Soleimani.

 

La buona notizia, se ce ne sono, è che Goldberg si è dimesso il 3 gennaio, presumibilmente perché la guerra contro l’Iran non si stava sviluppando abbastanza velocemente da adattarsi a lui e FDD, ma è sintomatico dei molti falchi neoconservatori che si sono infiltrati nell’amministrazione Trump a livelli secondari e terziari, in cui ha luogo gran parte dello sviluppo e dell’attuazione della politica. Spiega anche che quando si tratta dell’Iran e della continuazione irrazionale di una significativa presenza militare degli Stati Uniti in Medio Oriente, è Israele e la sua lobby che guidano la nave dello stato.

 

https://www.facebook.com/rosanna.spadini

 

 

 

 

 

 

 

Aereo abbattuto

 

DI LORENZO VITA – 22 gennaio 2020

 

L’aereo abbattuto dai missili iraniani nei cieli di Teheran non è “solo” un disastro che ha ucciso centinaia di persone innocenti. I suoi effetti sono molto più importanti di quello che può sembrare, con un sistema di governo che traballa di fronte alle accuse occidentali e una popolazione che ha dimenticato ben presto l’unità di intenti dopo la morte di Qasem Soleimani per riversare la rabbia contro le autorità.

 

 

La notte di Teheran sembra interminabile. Dopo l’omicidio di Soleimani, le lancette dell’orologio sembrano essersi fermate in Iran: bloccate in un incubo da cui il sistema degli ayatollah non sembra in grado di riprendersi. E i primi a esserne indeboliti sono i Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran, che hanno perso non solo il loro uomo di punta in Medio Oriente e cerniera con le potenze straniere e la Guida Suprema Ali Khamenei, ma anche una credibilità che è fondamentale per rimanere ancorati al sistema di potere costruito in questi decenni.

L’aereo dell’Ukraine Airlines è stato colpito da un missile partito da una base dei Guardiani. E il comandante delle forze aeree dei Pasdaran, Amir Ali Hajizadeh, si è assunto la “piena responsabilità” per l’abbattimento. “Ci assumiamo la piena responsabilità dell’errore, e qualunque cosa il governo decida siamo pronti a obbedire”, ha detto l’ufficiale in una conferenza stampa drammatica. E ha anche rivelato che avrebbe preferito morire dopo aver visto cosa fosse accaduto.

Hajizadeh non è morto. Ma certamente la sua figura adesso è particolarmente debole, soprattutto perché la piazza chiede la testa di coloro che hanno abbattuto l’aereo e nascosto le prove. Ma soprattutto è una piazza che inizia a non avere fiducia nella forza dei Pasdaran. E questo è un nodo particolarmente importante per una Repubblica islamica che vive una crisi sistemica di notevole importanza dovuta alle proteste di questo inverno (fonti non ufficiali parlano di centinaia di morti) e alle sanzioni che strangolano l’economia, e che attende le elezioni del prossimo mese con molte incognite. Arrivare a questa crisi con Soleimani ucciso, Hajizadeh indebolito e con una Guida Suprema messa sotto accusa da parte della popolazione, complica la vita dei Guardiani e dello stesso Khamenei. Mai come questa volta assediato e colpito nei suoi punti di forza.

 

https://www.facebook.com/groups/Finanzcapitalismo/permalink/1226519660870345/

 

 

 

 

 

 

 

 

CULTURA

Vedi Napoli e poi capisci la “Commedia”. Le storie dantesche di Giulio Ferroni

Nonostante la città partenopea figuri poche volte nell’opera del poeta fiorentino è lì che riposa Virgilio, colui che gli fece da guida e che ne formò la coscienza poetica

 

Giulio Ferroni – 30 gennaio 2020

 

Perché cominciare da Napoli, città in fondo così poco presente nell’esperienza e nell’opera di Dante? È vero che non vi mancano richiami geografici, storici, linguistici al regno di cui Napoli era capitale: ma alla città si allude solo nel De vulgari eloquentia I ix 4, menzionando napoletani e caietani (abitanti di Gaeta) come esempio di diversità di linguaggio tra genti di stirpe affine, nel Convivio IV xxix 3, dove la città Napoli è ricordata in quanto patria di una famiglia di antica nobiltà (i Piscicelli), mentre nella Commedia viene nominata un’unica volta, in questo richiamo di Virgilio alla propria sepoltura. Virgilio, appunto, “maestro” e “autore” di Dante, prima apparizione, primo determinante incontro di tutto il poema, guida morale e modello letterario assoluto.

Nel segno di Virgilio prende avvio e si svolge la scrittura del poema, in quella “classica” continuità su cui nel secolo scorso tanto hanno insistito Ernst Robert Curtius e Thomas Stearns Eliot. Per questo cominciamo da Napoli e da quel sepolcro di Virgilio su cui tante suggestioni si sono accumulate nei secoli, tra la fama del poeta sapiente e mago e il misterioso richiamo delle grotte e degli antri presso Mergellina, che ha continuato ad agire a lungo, fino a tempi più vicini.

 

È anche il caso a portarmi a Napoli lunedì 14 aprile 2014, anche per presentare, allo storico Caffè Gambrinus, un libretto, Caffè a Toledo, che raccoglie brevi testi sui caffè napoletani di scrittori napoletani e stranieri: libretto pubblicato da una piccola casa editrice di qui, Compagnia dei Trovatori, di cui si occupa un appassionato amatore di cultura, Piero Antonio Toma. Certo un giorno qualunque questo 14 aprile: ma mentre scorre veloce la FrecciaRossa che di buon’ora mi porta a Napoli mi accorgo che nella data c’è qualcosa di strano: essa mi spinge a un gioco numerologico, forse gratuito, che in questo orizzonte dantesco non riesco a reprimere, forse come ironico antidoto agli eccessi numerologici di certi interpreti della Commedia. In fondo con i numeri si può fare di tutto: e 14-4-2014 mi incanta con gli incastri del 4 e del 14, con la replicata epifania del 4. Se poi vengo a

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2020/01/30/italia-dante-ferroni-libro/45225/

 

 

 

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Parte l’inchiesta parlamentare sulle interferenze straniere nella democrazia italiana

Secondo Lia Quartapelle è necessario garantire ai cittadini un habitat informativo non inquinato. Approvata in commissione Esteri, l’indagine avrà il compito di verificare i casi di ingerenza, in particolare russa, nei confronti del nostro processo democratico

Piero Mecarozzi – 31 gennaio 2020

Indagare sul ruolo delle potenze straniere nelle dinamiche della democrazia italiana: sarà questo il compito dell’indagine parlamentare che la Commissione Esteri ha deciso di far partire su iniziativa della deputata Lia Quartapelle del Partito democratico.

Dopo il Parlamento inglese e il Congresso americano, anche il Parlamento italiano sarà oggetto di verifiche e di controlli per stabilire se ci sono stati casi di ingerenza estera nei confronti del nostro processo democratico. “I recenti casi politico-giudiziari relativi a presunte ingerenze nelle competizioni elettorali statunitensi ed europee” si legge nel testo dell’indagine, “hanno fatto emergere come scottante questione di politica estera il tema delle interferenze da parte di attori statuali e non statuali sui sistemi democratici, che hanno visto coinvolto anche il nostro Paese”. In particolare, spiega a Linkiesta Lia Quartapelle, capogruppo Dem in commissione Esteri alla Camera, «per quanto riguarda le sollecitazione in ambito Copasir e le indiscrezioni che vedrebbero ingerenze russe anche sul voto italiano». «Ci sono poi le interferenze cinesi, non propriamente legate alla politica, che riguardano la questione dei dati trattati da Huawei. Più in generale, questa vuole essere una forma di indagine sulle orme di

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2020/01/31/lia-quartapelle-interferenze-esteri-russia-cina/45256/

 

 

 

 

 

Siamo tutti ostaggi dell’11 Settembre

Dopo cinque anni di cronaca sulla Guerra Globale al Terrore, molte domande sugli attacchi americani rimangono senza risposta.

L’Afghanistan è stato bombardato e invaso a causa dell’11 Settembre. Ero lì dall’inizio, prima dell’attacco alle Torri Gemelle. Il 20 agosto 2001, avevo intervistato [in inglese] il comandante Ahmad Shah Massoud, il “Leone del Panjshir”, che mi aveva parlato della “non-santa alleanza” tra Talebani, al-Qaeda e ISI (l’intelligence pakistana).

Tornato a Peshawar, ho appreso che qualcosa di davvero grosso stava per succedere: il mio articolo fu pubblicato [in inglese] da Asia Times il 30 agosto. Il Comandante Massoud fu ucciso il 9 settembre: da una fonte del Panjshir ho ricevuto una mail concisa con scritto solamente “il comandante è stato ucciso”. Due giorni dopo, è successo l’11 settembre.

Eppure, il giorno prima, niente di meno che Osama bin Laden in persona era ricoverato in un ospedale pakistano [in inglese] di Rawalpindi, come ha riportato la CBS. Già alle 11 del mattino dell’11 settembre, Bin Laden era stato proclamato responsabile, senza alcun tipo di indagine. Non sarebbe stato difficile localizzarlo in Pakistan e “consegnarlo alla giustizia”.

Nel dicembre 2001 ero a Tora Bora per rintracciare bin Laden, sotto i bombardieri B-52 e fianco a fianco con i mujahidin Pashtum. Successivamente, nel 2011, avrei ripercorso [in inglese] il giorno in cui bin Laden è scomparso per sempre.

Un anno dopo l’11 settembre, sono tornato in Afghanistan per un’indagine approfondita [in inglese] sull’uccisione di Massoud. Ormai era possibile stabilire un collegamento saudita: la lettera di presentazione degli assassini di Massoud, presentatisi come giornalisti, è stata agevolata dal comandante Sayyaf, una risorsa saudita.

 

Il saudita Osama bin Laden, la presunta mente terrorista, viene visto in un video girato in un luogo segreto in Afghanistan. E’ stato diffuso dalla tv Al-Jazeera il 7 ottobre 2001, il giorno in cui gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco per bombardare i campi, le basi aeree e i sistemi di difesa dei terroristi nella campagna contro i Talebani che proteggevano bin Laden. Foto: AFP

Per tre anni la mia vita ha ruotato intorno alla Guerra Globale al Terrore; per gran parte del tempo ho letteralmente vissuto per strada in Afghanistan, Pakistan, Iran, Iraq, Golfo Persico e Bruxelles. All’inizio dell’operazione “Shock and Awe” [colpisci e terrorizza] in Iraq del marzo 2003, Asia Times ha pubblicato la mia inchiesta che approfondiva [in inglese] quali neo-conservatori avessero escogitato la guerra in Iraq.

Nel 2004, girovagando per gli Stati Unit, ho seguito di nuovo il viaggio dei Talebani in Texas [in inglese] e come una massima priorità, dagli anni di Clinton fino ai neo-conservatori, riguardava ciò che io ho battezzato “GasdottoStan”, in questo caso come realizzare un gasdotto tra Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (il TAPI [in inglese]), bypassando Iran e Russia, ed estendere il controllo americano sull’Asia centrale e meridionale.

Successivamente, ho approfondito [in inglese] le domande difficili che la Commissione dell’11 Settembre non ha mai fatto e come la campagna di rielezione di Bush nel 2004 fosse totalmente condizionata e dipendente dall’11 Settembre.

Michel Ruppert [in inglese], un informatore della CIA, che può essersi – o no – suicidato nel 2014, era un analista esperto dell’11 Settembre. Ci siamo scambiati molte informazioni, enfatizzando sempre gli stessi punti: l’Afghanistan girava intorno all'(esistente) eroina e all'(inesistente) gasdotto.

Nel 2011 il tardivo e grande Bob Perry avrebbe smascherato  [in inglese] altre bugie sull’Afghanistan e, nel 2017, io avrei dettagliato la ragione principale per cui gli Stati Uniti non avrebbero mai lasciato l’Afghanistan: la via dell’eroina. [in inglese]

Ora, il presidente Trump potrebbe aver identificato un possibile accordo con l’Afghanistan, che i Talebani, che controllano i due terzi del paese, sono obbligati a rifiutare in quanto permette il ritiro di solo 5.000 truppe americane delle 13.000 presenti. In più, il “Deep State” [Stato Profondo] americano è assolutamente contro qualsiasi accordo, così come l’India e il traballante governo di Kabul.

Ma Pakistan e Cina sono favorevoli, specialmente perché Pechino ha in programma di incorporare Kabul nel corridoio economico Cina-Pakistan, e ammettere l’Afghanistan come membro dell’Organizzazione

Continua qui:

http://sakeritalia.it/attualita/siamo-tutti-ostaggi-dell11-settembre/?fbclid=IwAR07s4v3kHW3RM0yHcWmzypKGa83T1NSlnTb0V6LWbtDcVwsUCvc23nFEOo

 

 

 

 

 

L’ANSA, fondata nel 1945 dai servizi segreti inglesi, oggi apre collaborazione per testi e video con la francese AFP

DI ALBERTO ALPOZZI FOTOGIORNALISTA 2 AGOSTO 2019

 

È di ieri la notizia che l’ANSA ha sottoscritto un accordo pluriennale (attivo dal 1° gennaio 2020) “che prevede la diffusione in Italia dei servizi dell’Agenzia internazionale” AFP (Agence France-Presse) la maggiore agenzia di stampa francese.

“Una parte del flusso informativo AFP (testi e video) entrerà a fare parte dei notiziari ANSA e sarà reso disponibile per tutti i clienti della prima Agenzia italiana di informazione”.

.

Ma facciamo un passo indietro, nel 1945, anno della fondazione dell’ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata).

La direzione della nuova agenzia stampa viene affidata al colonnello Ralph Merryl, dei servizi segreti britannici operanti in Italia con la divisione PWB “Psychological Warfare Branch” che sin dallo sbarco in Sicilia si occupava della guerra psicologica e del controllo dei mezzi di comunicazione italiani. Infatti, il PWB era l’organismo che concedeva i permessi di pubblicazione delle notizie, secondo la censura militare, ed assegnava la carta per poter stampare i primi giornali.

La Divisione era stata creata nel 1943 ad Algeri ed era diretta in Italia dall’ufficiale britannico Michael Noble, a cui venne affidato il compito tra il 1945 e il 1946, di riorganizzare l’industria dell’informazione, dell’editoria, dello spettacolo e dell’arte del nostro paese.

Quindi la nuova agenzia stampa italiana viene fondata dagli inglesi e gestita da un colonnello dei servizi segreti britannici? Ni!

Ralph Merryl non era altro che l’alias di Renato Mieli (padre del giornalista Paolo Mieli) che collaborava da anni con il Foreign Office britannico per tutelare gli interessi di Sua Maestà Britannica.

Renato Mieli, militante clandestino del Partito comunista, nel 1938 si rifugia in Francia in seguito all’emanazione delle ignobili leggi razziali. Scoppiata la Seconda guerra mondiale si sposta ad Alessandria d’Egitto dove,

Continua qui:

https://italiacoloniale.com/2019/08/02/lansa-fondata-nel-1945-da-servizi-segreti-inglesi-apre-collaborazione-per-testi-e-video-con-la-francese-afp/

 

 

 

 

ECONOMIA

Basilea 3: l’ennesima rivoluzione passata inosservata

Le vere rivoluzioni hanno luogo nel silenzio degli uffici e non nelle piazze, ed è per questo che nessuno si è accorto della rivoluzione mondiale che ha avuto luogo il 29 marzo 2019. Solo un piccolo sussulto ha attraversato la periferia dei mezzi di informazione, e quell’istante è subito svanito in quanto l’evento è stato descritto in termini poco chiari alle masse.

Nessuno dei capolavori del populismo mondiale tipo «Libertà, uguaglianza, fraternità”, “Patria o morte” o “Potere ai consigli, pace al popolo, pane agli affamati, fabbriche al lavoratore e terra ai contadini” è stato usato. Ed è per questo che quello che è successo è stato compreso in Russia solo da poche persone. E ne sono stati fatti commenti tali che le masse o non li hanno ascoltati per niente, o non li hanno letti fino alla fine. Oppure hanno ascoltato fino alla fine, ma non hanno capito niente.

Ma avrebbero dovuto, perché il mondo è cambiato così radicalmente che è sicuramente giunto il momento per Nathan Rothschild, dopo aver accartocciato il cappello in mano, di salire su una Rolls-Royce blindata [è uno scherzo riferito a quello che Lenin ha fatto] e di gridare a tutto l’Universo: “Compagni! La rivoluzione mondiale, del cui bisogno i rivoluzionari hanno a lungo parlato, si è realizzata!” [parafrasi di ciò che disse Lenin]. E avrebbe totalmente ragione. Ma i risultati della rivoluzione saranno attuati lentamente, e questo è il motivo per cui sono impercettibili alla popolazione. Gli effetti, tuttavia, saranno presto visti assolutamente da tutti, fino all’ultimo cuoco [in inglese] che non cerca nemmeno di imparare rapidamente a governare uno stato.

Questa rivoluzione è chiamata “Basilea III”, ed è stata realizzata dalla Bank for International Settlements (BSI). La sua essenza è la seguente: la BSI gestisce il Fondo Monetario Internazionale e questo, a sua volta, gestisce le banche centrali di tutti i paesi. Il cuore di tale controllo è chiamato BCBS: Comitato di Basilea per la Supervisione Bancaria. Non si tratta solo di un inutile Dipartimento di Stato USA o del Congresso del Senato americano. Non è uno stupido Pentagono, un piccolo Dipartimento del Tesoro pronto a scattare agli ordini della CIA, o la sede di un collettivo di agricoltori chiamato “Casa Bianca”.

Non sono nemmeno le banche della Federal Reserve statunitense a governare tutta questa “ricchezza”. Questo è un governo combinato di tutti loro assieme. Quel vero Governo Mondiale di cui quelle stesse persone cercano di non parlare ad alta voce.

Il BCBS è il Politburo del mondo ed il suo Segretario Generale, secondo le indiscrezioni, è il compagno Baruch. La struttura sotterranea del Comitato centrale è ancora più segreta. Vengono usati molti eufemismi a riguardo, ed il più adeguato è “gnomi di Zurigo”. Questo è il soprannome dei banchieri svizzeri. Non sono nemmeno i proprietari di banche commerciali, ma proprio uomini dall’aria ordinaria e residenti nella città svizzera di Basilea. Hitler, che tentò di unificare il mondo intero sotto il Terzo Reich, rispettò la neutralità della Svizzera durante tutta la guerra, e non osò attaccarla. E, com’è noto, in Svizzera, a parte il fuciliere svizzero, in realtà non esiste nemmeno un esercito. Allora, da chi era spaventato l’indiavolato Fuhrer?

Tuttavia, le “raccomandazioni” che sono state fatte dal BCBS il 29 marzo 2019 sono state immediatamente recepite e accettate a comando per l’attuazione da tutte le banche centrali del mondo. E la nostra Banca Centrale Russa non fa eccezione. C’è perfino a riguardo la dichiarazione del servizio stampa della Banca Centrale della Federazione

Continua qui: http://sakeritalia.it/economia/basilea-3-lennesima-rivoluzione-passata-inosservata/

 

 

 

 

 

 

COME LA GRANDE FINANZA SFRUTTA L’EMERGENZA CLIMATICA

23 GENNAIO 2020 di Francesco Pietrobelli

 

La crisi climatica c’è, è un dato di fatto a livello scientifico (cause da esaminare N.d.R.) . Come l’uomo risponda di fronte ad essa invece non è qualcosa di ovvio, o meglio: dipende da cosa viene considerato importante. Se nella società vige un sistema economico e politico dove chi tiene le redini del potere – chi veramente può muovere le forze di un paese verso l’ecosostenibilità – vede la questione ambientale come qualcosa di subordinato, di secondario rispetto a ciò che per lui veramente conta, una soluzione non verrà raggiunta mai. Per capire cosa si intende concretamente, basta dare un occhio a come il sistema economico mondiale, di carattere capitalista, ha reagito alla emergenza climatica: non trovando un modo per eliminare il problema alla radice, ma scervellandosi per sfruttare la crisi e creare una nuova occasione di profitto, privatizzando ciò che ancora non era diventato una merce. Questa tendenza si può osservare anche in alcuni sviluppi recenti del sistema assicurativo.

Con lo svilupparsi di un’economia caratterizzata da beni il cui valore è ingente – si pensi ai macchinari da milioni di euro presenti in certe aziende –, il mondo delle assicurazioni ha avuto una crescita sempre maggiore, in quanto si è rivelato troppo rischioso perdere certi beni senza avere un salvagente economico. Inizialmente, secoli fa, esisteva solamente la semplice figura dell’assicuratore, a cui si versava una somma periodica per tutelarsi dalla possibile perdita di una merce (se compravo una nave e la assicuravo, nel caso quella nave fosse affondata, l’assicuratore mi avrebbe dato una quota del valore della merce che io avevo perso). Dal XIX secolo, tuttavia, con alcuni disastri di ingente portata (come l’incendio di alcune città, quale ad esempio Amburgo nel 1842), alcune agenzie assicurative fallirono: non riuscirono a pagare tutti i clienti. Nacquero così i riassicuratori: società talmente ricche da permettersi di assicurare gli assicuratori: se una agenzia assicurativa falliva, il riassicuratore la salvava e indirettamente pagava i clienti che aspettavano il risarcimento.

Nella seconda metà del Novecento le cose si fecero ancora più complicate, e la causa furono proprio i cataclismi ambientali, i cui danni ai beni assicurati furono enormi. Uragano Katrina: 75 miliardi di danni a beni assicurati (se contassimo anche i beni non assicurati, spesso in mano ai ceti popolari, arriveremmo a 150 miliardi di dollari); tsunami in Giappone nel 2011: 35 miliardi di danni a beni assicurati; uragano Andrews in Florida nel 1992: 25 miliardi di danni a beni assicurati. Giusto per fare un paragone, l’attentato alle Torri Gemelle costò “solamente” 24 miliardi al mondo assicurativo. Costi di tal

 

https://www.nogeoingegneria.com/motivazioni/economico/come-la-grande-finanza-sfrutta-lemergenza-climatica/?fbclid=IwAR2HcC0zwrNFCNLAUeF2NBrV6OXSrP0u4zTEFb7H6Ca-4bP-9-fKyNloFcI

 

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

ABOLITA LA PRESCRIZIONE PER AUMENTARE L’ARBITRIO DELLE TOGHE

di Dimitri Buffa – 30 gennaio 2020

 

“Hanno abolito la prescrizione dopo il primo grado per riservare a se stessi, cioè alle procure, il diritto di chi potrà beneficiare di quell’istituto nelle fasi preliminari dell’inchiesta”. E se il disegno di legge per abolire la prescrizione dopo il primo grado di giudizio penale non fosse solo un’idiozia ideologica dovuta al furore pan giustizialista? La pulce nell’orecchio – anzi il tarlo vero e proprio – lo ha messo ieri qualche intervento della cosiddetta “Accademia” che ha sostenuto in una manifestazione a parte l’iniziativa delle Camere penali davanti a Montecitorio, per protestare contro il ministro Guardasigilli Alfonso Bonafede. E, soprattutto, contro la sua trovata fatta passare nel governo Conte uno, complice anche la Lega di Matteo Salvini.

L’abrogazione della prescrizione in pratica farebbe parte di un vero e proprio progetto che mette in mano alle singole procure, con l’anarchia creativa che le caratterizza, l’applicazione del concetto costituzionale della obbligatorietà dell’azione penale. Istituto la cui modifica è richiesta a gran voce da tanti esperti del settore, visto che alla fine nessuno può far finta di vedere come in realtà trattasi di simulacro simbolico senza alcuna rispondenza nella realtà.

Con l’abrogazione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio

Continua qui:

http://opinione.it/editoriali/2020/01/30/dimitri-buffa_prescrizione-disegno-legge-giudizio-penale-accademia-montecitorio-bonafede-salvini-lega-m5s/

 

 

 

 

 

Riduzione numero parlamentari: una riforma costituzionale oligarchica

Saggio breve a cura dell’Avv. Giuseppe PALMA

INDICE

Premessa
– Primo aspetto di criticità:
IL RISCHIO OLIGARCHICO

– Secondo aspetto di criticità:
L’ASSENZA DI ADEGUATI CONTRAPPESI ISTITUZIONALI

– Terzo aspetto di criticità:
UN’OCCASIONE MANCATA PER DEBELLARE IL VINCOLO ESTERNO

Conclusioni
Appendice

PREMESSA

Martedì 8 ottobre 2019 la Camera dei deputati voterà in seconda deliberazione, quella definitiva, il Ddl di revisione costituzionale che modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori (elettivi), oltre che da 12 ad 8 e da 6 a 4 rispettivamente i deputati e i senatori eletti nella circoscrizione Estero. Il Senato della Repubblica aveva approvato il Ddl in seconda deliberazione nel mese di luglio, con i voti favorevoli di M5S, Lega e Fratelli d’Italia. Il Partito democratico, che aveva espresso voto contrario in tutti i precedenti passaggi parlamentari, ora voterà invece a favore per il sol fatto di essere andato al governo del Paese col M5S. Tralasciando le questioni politiche, che meritano certamente un approfondimento ma che in questa sede non interessano, vediamo gli aspetti di criticità prettamente giuridici.

1) Primo aspetto di criticità:
IL RISCHIO OLIGARCHICO

Una revisione costituzionale che, rispetto all’attuale architettura istituzionale, riduce di 230 il numero dei deputati e di 115 quello dei senatori (in totale 345 parlamentari), crea un problema di rappresentanza democratica. Oggi l’Italia conta 60.376.408 abitanti, quindi, a Costituzione vigente (in territorio nazionale vengono eletti, al netto della circoscrizione Estero, 618 deputati e 309 senatori), abbiamo in media un deputato ogni 97.696 abitanti e un senatore ogni 195.393 abitanti. Un perimetro di rappresentanza equa, così com’era nelle intenzioni dei Padri costituenti che decisero la composizione numerica delle camere. Con la riforma costituzionale che verrà votata in via definitiva a Montecitorio martedì 8 ottobre, i deputati e i senatori eletti in Italia saranno rispettivamente 392 e 196 (al netto di quelli eletti nella circoscrizione Estero). Ciò vuol dire che avremo un deputato ogni 154.021 abitanti e un senatore ogni 308.042 abitanti. Sarà dunque molto più difficile, per ciascun deputato e senatore, fare gli interessi dei cittadini residenti nel collegio o nella circoscrizione elettorale in cui risulteranno eletti. Ciò comporterà uno scollamento sostanziale tra rappresentanti e rappresentati, infatti un grosso bacino di elettori resterà al di fuori dello “spazio democratico”, dove per democrazia – in questo caso – si intende l’impegno da parte di ciascun parlamentare eletto di fare gli interessi (generali e particolari) di coloro che risiedono nel collegio o nella circoscrizione d’elezione. Ciò produrrà, col tempo, un sistema di rappresentanza oligarchica, soprattutto se le leggi elettorali che si susseguiranno nel tempo non consentiranno l’elezione diretta di deputati e senatori (esempio: listini bloccati, capilista già indicati sulla scheda elettorale e quant’altro). In tal caso, se le leggi elettorali prevedessero i cosiddetti “nominati” (l’attuale Rosatellum prevede che quasi i 2/3 di deputati e senatori siano eletti col sistema proporzionale a listini bloccati, cioè senza la possibilità per gli elettori di esprimere le preferenze per i candidati), questa revisione costituzionale instaurerà una vera e propria forma di rappresentanza (e conseguentemente di governo) di tipologia oligarchica. Non a caso una siffatta riduzione

Continua qui: http://www.dirittoitaliano.com/approfondimenti/amp_articolo.php?519

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Pagheremo i migranti per insegnare loro a diventare imprenditori

Nuovo bando del Viminale: 15 milioni a chi vive al Sud.

E chi terrà i corsi? Coop e Onlus

Antonella Aldrighetti – Dom, 26/01/2020

Giovani italiani spaparanzati sul divano grazie al reddito di cittadinanza e giovani africani sui banchi, a scuola d’impresa.

Il governo giallorosso in barba alle promesse dei ricollocamenti e dei rimpatri volontari sta organizzando sulle spalle dei cittadini un sistema destinato a mantenere in Italia immigrati in parte regolari ma anche richiedenti asilo e diniegati ricorrenti. Lo scopo è quello di realizzare, con 15 milioni di euro, percorsi formativo-imprenditoriali rivolti agli stranieri presenti in Campania, Puglia, Basilicata Calabria e Sicilia. Mentre l’erogazione dei fondi, gestita dall’Ente nazionale per il microcredito andrà essenzialmente a tutte quelle realtà che su ciascun territorio terranno corsi di formazione, stage e addestramento: cooperative e onlus specializzate ormai da anni a mettere in piedi progetti di inclusione che, fino a oggi, hanno dato esigui risultati. Ma tant’è. Ci si riprova rinominando i progetti, i programmi di intervento e le modalità di organizzazione pur di elargire soldi pubblici alla macchina dell’accoglienza. Quest’ultimo progetto si chiama Fasi, acronimo di Formazione auto-imprenditoria startup per immigrati ed

Continua qui:

https://www.ilgiornale.it/news/politica/pagheremo-i-migranti-insegnare-loro-diventare-imprenditori-1816646.html?fbclid=IwAR1owb8fQA9DCw98M7GwmTw_ai7zG56LN2zY2X0Fb5KhDHlB2foklgsVuw8

 

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Cassazione, i rider delle consegne sono dipendenti a tutti gli effetti

E come tali vanno tutelati.

[ZEUS News – www.zeusnews.it – 30-01-2020]

 

Ancora una volta è la magistratura a riempire un vuoto legislativo e a sanare una ingiustizia che la politica e le forze sociali non sanno affrontare né risolvere.

Stiamo parlando dei rider, i giovani lavoratori che, a bordo di una bici o di un motociclo, consegnano a domicilio il cibo che viene ordinato e pagato sulle piattaforme del web o tramite app per smartphone.

Fino a oggi erano considerati lavoratori autonomi, da pagare soltanto in base alle consegne, spesso privi di polizza assicurativa e contro gli infortuni, perennemente stressati perché spronati a essere sempre più veloci in base alla tirannia degli algoritmi di valutazione.

Questi assegnano infatti il lavoro in base alla velocità e alla disponibilità, e così penalizzano per esempio chi, come nel caso dei recenti scioperi ideati per cercare di migliorare le condizioni di lavoro, si astiene per qualche ora dall’effettuare le consegne.

Dopo il clamore suscitato da alcuni gravi infortuni stradali che avevano coinvolto i rider e la nascita di associazioni sindacali auto-organizzate dai rider stessi, i problemi di questi lavoratori figli della new economy sono stati oggetto anche dall’attenzione delle forze politiche.

Per esempio Luigi Di Maio, appena nominato ministro del Lavoro nel precedente governo, aveva promesso una soluzione dei problemi legati ai rider in tempi rapidi con una legge ad hoc. Dal 2018, però, sia il

Continua qui: https://www.zeusnews.it/n.php?c=27889

 

 

 

 

LAVORO, NUOVO MASSIMO STORICO: OLTRE 3 MILIONI DI PRECARI

di Duilio Vivanti – 30 gennaio 2020

 

Gli occupati tornano a calare a dicembre. Calo importante per i “posti fissi”, record di precari. Sono queste le stime provvisorie diffuse dall’Istat su occupati e disoccupati di dicembre 2019. I dipendenti a termine, ovvero i precari, a dicembre aumentano di 17mila unità su novembre, arrivando a toccare quota 3 milioni 123mila. Si tratta di un nuovo massimo storico. Resta invariato, rispetto al mese precedente, anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni), che si attesta al 28,9 per cento.

Il tasso di disoccupazione in Italia risulta stabile al 9,8 per cento, lo stesso livello già registrato a novembre. Il numero delle persone in cerca di lavoro segna un “lieve” aumento su base mensile (+2mila). Nel dettaglio, i disoccupati crescono tra gli uomini (+28mila) e tra gli under50, a fronte di una diminuzione tra le donne (-27mila) e gli ultracinquantenni.

Tornano a calare gli occupati, che a dicembre segnano una diminuzione di 75 mila unità, dopo due mesi di crescita. L’Istat spiega che si tratta della contrazione più forte in termini assoluti da febbraio

Continua qui:

http://opinione.it/economia/2020/01/30/duilio-vivanti_lavoro-italia-istat-occupati-disoccupati-precari-posto-fisso-indipendenti-autonomi-dipendenti-permanenti/

 

 

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Rabbino

rab-bì-no

Capo spirituale di una comunità ebraica, dottore della legge ebraica, la cui figura ricopre anche cariche di rappresentanza

dall’ebraico rabbī, che significa ‘grande’ ma anche inteso come ‘maestro’, proveniente da una radice semitica trilittera r – b – b.

Nelle lingue semitiche la radice trilittera r – b – b è associata ad una figura di prestigio, che sia un signore (in arabo rabba è un verbo che significa ‘possedere’, ‘essere il capo, il governatore’ ed è utilizzato spesso per parlare di Dio) o un sapiente maestro (appunto rabbī in ebraico). Anticamente si utilizzava questa parola per rivolgersi ad un superiore, ad un anziano, a qualcuno che nella scala sociale si trovava ad un livello superiore rispetto al parlante e a chiunque avesse insegnato qualcosa a qualcuno.

Quest’ultima accezione è di grande importanza se si prende in considerazione la storia del popolo d’Israele e la diaspora in particolare. La perdita della patria, della terra che era stata promessa, lo spargersi di questo popolo tra oriente e occidente come una manciata di semi in un campo, han fatto sì che lo studio della legge ebraica e delle tradizioni, e di conseguenza il conservare, il tramandare, l’insegnare quel patrimonio culturale e identitario diventasse una missione urgente, una vocazione totalizzante, un’attività prioritaria alla quale la comunità conferiva grande prestigio e portava profondo rispetto. Come se lo studio e l’insegnamento della legge fossero diventati non solo un “cosa”, ma anche un ‘dove’: un surrogato di terra, una direzione, un porto

Continua qui: https://unaparolaalgiorno.it/significato/rabbino

 

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Berlino premia Draghi, ma è rivolta

I falchi tedeschi sulle barricate ma Sewing (Deutsche Bank): «Ha salvato l’euro»

Rodolfo Parietti – Ven, 31/01/2020

 

Più che appuntargli al bavero della giacca la Croce al merito, molti tedeschi avrebbero preferito metterlo in croce. Vedere Mario Draghi insignito oggi della più alta onorificenza tedesca, sarà per molti in Germania un boccone amaro da ingoiare.

Soprattutto perché la motivazione – per «meriti inestimabili in favore del bene comune» – risulta perfino più urticante del riconoscimento stesso. Come ammettere che l’ex capo della Bce, salvando l’euro, ha finito per strappare dall’abisso anche la Germania.

Se ne è accorto perfino, seppur con un tardivo mea culpa, l’ad di Deutsche Bank, Christian Sewing, colui che assieme ad altri era salito sulle barricate all’inizio dello scorso ottobre. Quando cioè serviva una polifonia di voci per dar corpo alla rivolta capeggiata dal leader della Bundesbank, Jens Weidmann, contro la decisione di Super Mario di riavviare le macchine del Quantitative Easing, attraverso acquisti mensili da 20 miliardi di euro, e di sforbiciare un altro po’ i tassi sui depositi presso l’Eurotower. Sewing è alle prese con conti che continuano a non quadrare. Rivoltare come un calzino una banca abituata ad anni di spericolate alchimie finanziarie e canalizzare altrove obiettivi e strategie non è una passeggiata di salute. Anzi. Il bilancio 2019 lampeggia infatti di rosso porpora: perdite per 5,7 miliardi (-1,5 miliardi nel quarto trimestre), imputabili sostanzialmente proprio ai costi di ristrutturazione sostenuti ma comunque superiori alle attese, hanno allargato a 14 miliardi il buco dell’ultimo quinquennio. I ricavi sono inoltre in calo dell’8% a 23,1 miliardi. Insomma, i numeri sono da pianto greco, la strada per rimettere in bolla DB è ancora lunga (la ristrutturazione dovrebbe terminare nel 2022 con costi per 7,4 miliardi), eppure Sewing confessa ciò che finora nessun banchiere ha avuto il coraggio di ammettere: «Bisogna dimenticare ciò che i tassi negativi significano per le banche. Dobbiamo cambiare il

Continua qui: https://www.ilgiornale.it/news/economia/berlino-premia-draghi-rivolta-1819351.html

 

 

 

 

 

POLITICA

IL PAESE FORMALE, CRIMI E MATTARELLA

di Arturo Diaconale – 29 gennaio 2020

 

Se il centrodestra avesse conquistato l’Emilia-Romagna avrebbe denunciato la distanza sempre più grande esistente tra il Paese formale, rappresentato dall’attuale Parlamento, e quello reale, indicato dai risultati elettorali, ed avrebbe chiesto a gran voce le elezioni anticipate.

Nessuno si sarebbe stupito di un comportamento del genere. Perché fa parte della fisiologia del gioco democratico che chi è all’opposizione si appelli al Paese reale per chiedere che quello formale si arrenda alle mutate condizioni politiche indicate dai risultati di voti amministrativi verificatisi nel corso della legislatura ed invochi il ritorno immediato alle urne.

La mancata conquista della regione rossa da parte del centrodestra impedisce alla coalizione di Matteo SalviniGiorgia Meloni e Silvio Berlusconi di appellarsi al Paese reale per chiedere che quello formale di togliersi di mezzo?

La risposta è negativa. Perché è vero che la vittoria di Stefano Bonaccini ha consentito a Giuseppe Conte ed a Nicola Zingaretti di sostenere che il Governo nazionale è uscito rafforzato dalla consultazione amministrativa. Ma è addirittura più vero che un colpo pesantissimo al Paese formale è venuto dalla sostanziale scomparsa dalla scena politica del partito che alle ultime elezioni nazionali ha conquistato il trentadue per cento dei consensi ed è diventato

Continua qui:

http://opinione.it/editoriali/2020/01/29/arturo-diaconale_elezioni-emilia-paese-formale-reale-urne-m5s-pd-crimi-mattarella/

 

 

 

 

QUANTO SONO BUONI I BUONISTI E QUANTO SONO TONNI LE SARDINE

Rosanna Spadini – 30 gennaio 2020

 

Passate le elezioni, gabbati gli elettori.

 

Una volta chiuse le urne e archiviato il voto regionale, il governo fa sbarcare i migranti che aveva tenuto a bagnomaria per quattro giorni al largo delle nostre coste.

L’Ocean Viking, la nave di Medici senza frontiere, con 400 immigrati soccorsi in acque libiche, attraccherà a Taranto, il porto sicuro indicato dopo lunga meditazione dal ministero dell’Interno.

Certo, a differenza della Gregoretti, in questo caso non ci sono stati tweet delle organizzazioni umanitarie a denunciare le condizioni a bordo dei cosiddetti profughi. Né abbiamo visto parlamentari del Pd strapparsi i capelli e imbarcarsi per esprimere solidarietà agli immigrati.

Anzi, a dire il vero, per quattro giorni 216 uomini, 38 donne e 149 bambini sono stati lasciati soli in mezzo al mare senza che nessuno se li filasse. Il porto sicuro non sembrava un’urgenza di cui la politica dovesse occuparsi. Impegnati com’ erano nella campagna elettorale, tutti quei cuori teneri pronti a immolarsi mangiando gli arancini sulla banchina di Lampedusa per solidarietà con i migranti erano al lavoro per arginare la campagna d’ odio di Salvini.

C’era da salvare il Paese, o per lo meno l’Emilia e di conseguenza la poltrona di chi l’ha governata per anni.

E poi, diciamoci la verità, quelli a bordo della Ocean Viking non sono come quegli altri che erano stati soccorsi da Carola Rackete, la capitana tedesca che, oltre a sfondare il blocco navale, ha rischiato anche di far colare a picco una bagnarola della Guardia di finanza.

Ovviamente, resta una domanda: ma se far aspettare per cinque giorni i migranti a bordo di una nave della Guardia costiera è sequestro di persona, perché il porto sicuro un ministro lo deve indicare all’ istante e non può esitare a far sbarcare uomini e donne salvati in mare, farli attendere per quattro giorni perché si deve votare, che cos’ è?

È la politica dell’accoglienza targata sinistra. Quanto sono buoni i buonisti. E quanto sono tonni le sardine.

 

https://www.facebook.com/rosanna.spadini?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARDrzTJUb2BF276trLvareuzQVQ8LQ8u5wQKDyiA0PK1NlLx5JWEUMt3ZDfD8CMTLvT3fAVVZ1RQFWM7&hc_ref=ARTrt8fdK-L3rTMajyca5w3zH7YjA-du53cxOD7TPcDUvYsBLcqI7OMXOwLRl9s5Wyo&fref=nf

 

 

 

 

 

 

 

 

Il più’ pulito di loro ha la rogna… 

Rosanna Spadini – 29 gennaio 2020

 

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3182206428474175&set=a.656259791068864&type=3&eid=ARBbl4no4FWREpLuj7hdxyyCxCfS6DCvwJyTBg9ldk36Xci2YzNLEmUpEc-A6IxSUWXErJblrIG5U7J6

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Il coronavirus arriva in Italia e con esso le bufale (ecco come evitarle)

Due turisti cinesi ricoverati a Roma. Mentre Conte assicura che il governo se ne sta occupando, circola molta disinformazione sull’infezione proveniente da Wuhan. Come non abboccare ad allarmismi, complottismi, numeri gonfiati e consigli per misure preventive senza fondamento

Irene Dominioni – 31 gennaio 2020

 

Il coronavirus è arrivato anche in Italia. Due, finora, i casi confermati di persone contagiate: si tratta di due turisti cinesi provenienti dalla provincia di Wuhan, arrivati a Roma da una settimana e ospiti dell’hotel Palatino di via Cavour. Sono stati ricoverati all’istituto nazionale malattie infettive Spallanzani, che è stato allestito per fronteggiare l’emergenza. La loro stanza in hotel sigillata. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha anche annunciato l’interruzione immediata di tutti i collegamenti aerei con la Cina. «Siamo il primo Paese che adotta una misura cautelativa di questo genere», ha detto in conferenza stampa. In ospedale è anche stato condotto, in via preventiva, un pullman con a bordo turisti cinesi gestito dallo stesso tour operator della coppia. «Siamo vigili e molto attenti: non ci siamo fatti trovare impreparati. Lo Spallanzani è la Bibbia in questo settore. Non c’è nessun motivo di creare panico e allarme sociale. Adotteremo altre misure in modo da mettere in campo tutte le strutture competente, ivi compresa la protezione civile», ha detto ancora Conte.

Visto il rapido evolversi della diffusione del virus, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto come emergenza globale, come spesso capita quando succede qualcosa di grosso in un’altra zona del mondo, soprattutto se legato a questioni complesse dal punto di vista scientifico, è un attimo che gli allarmismi e le notizie false inizino a diffondersi. Tra problemi di trasparenza del regime cinese e un clima generalmente discriminatorio verso i cinesi, l’occasione è dunque ideale per mettere in circolazione informazioni inaccurate o totalmente sbagliate, che tendono alla superstizione e che hanno l’effetto di fuorviare le persone, mettendo scompiglio sui possibili rimedi. A maggior ragione adesso che l’infezione ha raggiunto anche il nostro Paese. In tutta questa confusione, dunque, meglio cercare di fare ordine: Bloomberg e altri siti hanno raccolto le bufale che hanno preso piede finora relative al virus, per fare chiarezza.

 

Linkiesta ha raccolto le principali qui di seguito.

 

  1. Un virus creato in laboratorio: la fonte principale di questa notizia falsa, ripresa anche da siti italiani, è il quotidiano super conservatore Washington Times, che cita un esperto di guerra batteriologica. La persona in questione, Dany Shoham, ha prontamente smentito: l’epidemia non è stata generata volontariamente in un laboratorio segreto. E se è vero che a Wuhan esiste un laboratorio specializzato, il Wuhan National Biosafety Laboratory, questo piuttosto si occupa di studiare la prevenzione e il controllo delle malattie infettive emergenti. Nessuna teoria del complotto valida, dunque.
  2. L’audio sospetto di un italiano in Cina: il sito di notizie Open ha pubblicato un audio che sta circolando su Whatsapp di un italiano che sostiene di trovarsi in una città a quattro ore di distanza da Wuhan, nel

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2020/01/31/coronavirus-italia-bufale-fake-news-virus-cinese/45260/

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°