NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 11 LUGLIO 2018

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 11 LUGLIO 2018

A cura di Manlio Lo Presti

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Esergo

 

12.877 suicidi in tre anni.

Italiani senza lavoro, per problemi di debiti.

Mi dite quando e di che colore vi mettete una maglia per loro?

 

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IN EVIDENZA

“Un profugo in casa mia? Mai”. Abbiamo stanato i radical chic

Ci siamo spacciati per una Ong chiedendo ai vip un gesto simbolico. Risposte incredibili: su 100 solo 4 hanno detto sì

di Alessandro Migliaccio

8 Luglio 2018

 

La doppia morale sui migranti

 

«Io non sto con Salvini». A parole. Ma nei fatti? La rivista Rolling Stone, nei giorni scorsi, ha lanciato l’appello, come si legge sul sito ufficiale, «a musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv» chiedendo di «prendere una posizione» contro la politica messa in atto nelle ultime settimane sullo sbarco dei migranti in Italia dal vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno del Governo Conte, Matteo Salvini. La chiosa finale non lascia spazio ad interpretazioni: «Per una società aperta, moderna, libera e solidale».

E così, alla luce di questo appello, sostenuto secondo Rolling Stone da molti personaggi famosi, e di quello lanciato dal giornalista Franco Viviano di indossare simbolicamente, nella giornata di ieri, delle magliette rosse in favore dell’accoglienza dei migranti, anch’esso condiviso da molti vip, abbiamo provato a testare la veridicità delle adesioni raccolte. La coerenza tra le parole ed i fatti. Ci siamo finti volontari di una Ong (organizzazione non governativa), la «International Open Blue Sea» che tradotto dall’Inglese significa «Mare aperto». E abbiamo sondato la reale disponibilità di intellettuali, scrittori, politici, personaggi famosi dello showbiz e della tv a fare quel passo in avanti che i firmatari di questi appelli chiedono agli italiani di compiere: accogliere gli immigrati.

Badate bene: non abbiamo chiesto di aprire la casa a una famiglia intera di migranti bensì, per qualche tempo, ad uno solo di loro in difficoltà. Abbiamo spiegato a tutti che si sarebbe trattato di un gesto utile non solo alla persona ospitata ma anche a tutti gli italiani e che ci avrebbe aiutato ad avviare una campagna di sensibilizzazione sulla delicata tematica dei migranti.

Abbiamo composto cento numeri di telefono ma, tra attese inutili alla cornetta e depistaggi dei vari agenti-manager o addetti stampa, solo meno della metà ci hanno concesso qualche minuto del loro prezioso tempo presentandoci come volontari della Ong International Open Blue Sea. La domanda è stata la stessa per tutti: «Ma lei, sarebbe disposto ad ospitare a casa sua uno degli immigrati sbarcati in Italia di cui ci occupiamo per un periodo limitato?». Le risposte, però, sono state sorprendenti e per il 90% negative.

Continua qui: http://www.iltempo.it/politica/2018/07/08/news/un-profugo-in-casa-mia-mai-abbiamo-stanato-i-radical-chic-1076678/

 

 

 

“Un profugo a casa mia? Mai” Ecco l’ipocrisia dei radical chic

Dopo l’iniziativa di Rolling Stone e le magliette rosse, il Tempo si finge Ong e chiama i buonisti: “Prenderesti un profugo in casa?”. Ma solo in 4 su 100 accettano

 

Chiara Sarra – Dom, 08/07/2018

Ma quanti di quelli che ieri sono scesi in piazza (virtuale) accetterebbero di dare una mano concreta ai richiedenti asilo che difendono? Ben pochi. Almeno a guardare i numeri di quelli che hanno risposto positivamente all’iniziativa della (finta) ong che chiedeva di ospitare un profugo in casa propria come atto simbolico.

L’esperimento è stato condotto da il Tempo, che nei giorni scorsi ha chiamato uno per uno cento vip – tra giornalisti, attori, registi, scrittori e intellettuali – che nelle ultime settimane si sono scagliati a vario titolo contro le politiche del nuovo governo. Ebbene – stando al quotidiano – solo in quattro hanno accettato la proposta della sedicente onlus “International Open Blue Sea”. “Badate bene”, specifica Alessandro Migliaccio, “Non abbiamo chiesto di aprire la casa a una famiglia intera di migranti bensì, per qualche tempo, ad uno solo di loro in difficoltà. Abbiamo spiegato a tutti che si sarebbe trattato di un gesto utile non solo alla persona ospitata ma anche a tutti gli italiani e che ci avrebbe aiutato ad avviare una campagna di sensibilizzazione sulla delicata tematica dei migranti”. Insomma, uno spot al pari di quello ricevuto grazie alla copertina di Rolling Stone. Ma un po’ più concreto.

Su cento, tra l’altro, appena una cinquantina hanno accettato anche solo di parlare con i presunti volontari della Ong.

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/profugo-casa-mia-mai-ecco-lipocrisia-dei-radical-chic-1550619.html

 

 

 

 

COM’È PROFONDO IL MARE… LA MERCIFICAZIONE DEI MIGRANTI

www.lantidiplomatico.it

di Michel Fonte – 10 luglio 2018


“È inutile

Non c’è più lavoro

Non c’è più decoro

Dio o chi per lui

Sta cercando di dividerci

Di farci del male

Di farci annegare

Com’è profondo il mare

Com’è profondo il mare.”

Questa canzone del 1977 contenuta nell’omonimo album di Lucio Dalla è da considerarsi una sintesi, una volta spentesi le luci del Consiglio Europeo (28-29 giugno 2018), di ciò che è rimasto sul tavolo, un documento privo di valore e di efficacia nonché accompagnato da deprecabili recriminazioni reciproche tra i primi ministri degli Stati membri. Che l’Europa continui ad essere nel contesto internazionale un nano in mezzo a dei giganti (Cina, Russia e USA) è un dato oramai incontrovertibile, quello che invece si fa fatica o si finge di non capire, specie da certa stampa istituzionalizzata, è che il riemergere dello sciovinismo o campanilismo che dir si voglia, è una diretta conseguenza dell’azione di un solo paese che nel corso di questi sedici anni di vita dell’UEM (Unione economica e monetaria) si è comportato come uno Stato-nazione, nello stesso momento in cui chiedeva, o meglio imponeva, agli altri partecipanti al progetto dell’unione valutaria di cedere parti essenziali della propria sovranità.

Continua qui: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-com_profondo_il_mare_la_mercificazione_dei_migranti/82_24667/

 

Magaldi: i falsi amici dei migranti che hanno piegato l’Italia

Scritto il 10/7/18

Se ci sarà la possibilità che possa finire, un giorno, la tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo, lo si dovrà a Matteo Salvini – non certo ai finti progressisti che oggi lo contestano in modo violento e squadristico, pretendendo che ad accogliere i migranti sia la sola Italia, cioè il paese che il sedicente centrosinistra ha ridotto in bolletta, piegandosi ai signori europei del rigore e dello spread.

Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e battistrada del cantiere politico per il “partito che serve all’Italia” (tavola rotonda a Roma il 14 luglio), difende a spada tratta il neoministro dell’interno. Tutte le polemiche pretestuose contro Salvini, premette Magaldi a “Colors Radio”, finiscono per portare acqua al suo mulino. «Se si è intellettualmente onesti, non si possono attribuire a Salvini aggettivi come xenofobo, razzista o fascistoide.

Cos’ha fatto, Salvini? Quale sarebbe la sua grave colpa? Ha semplicemente costretto l’Europa a farsi carico, finalmente, di un problema che è europeo, prima che italiano».

Tra parentesi: cos’hanno fatto, i governi precedenti, per il benessere dei derelitti, dei torturati e degli oppressi del continente africano? Assolutamente nulla: «Non c’è stata nessuna preoccupazione per la condizione di vita di queste persone, nemmeno quando dimoravano nel loro paese prima di essere costrette a fuggire». Diritti umani, questi sconosciuti: i finti progressisti vorrebbero che se ne facesse carico il solo Salvini, dopo che loro hanno ignorato per decenni il dramma dell’Africa?

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/07/magaldi-i-falsi-amici-dei-migranti-che-hanno-piegato-litalia/

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Mondiali: ennesimo affondo di Maradona

‘La mafia degli immigrati rafforza le nazionali’

“C’è una mafia che porta via i calciatori africani per naturalizzarli per le nazionali europee.  E molte volte il bisogno obbliga questi giovani giocatori a fare una scelta del genere”. Diego Maradona nel corso della trasmissione “La mano del Diez” sull’emittente venezuelana Telesur, sottolinea che tre delle quattro nazionali semifinaliste ai Mondiali sono in gran parte composte da figli di immigrati e gente delle ex colonie. “Il 70% della Francia è composto da immigrati”, ha sottolineato l’ex fuoriclasse del Napoli, che poi precisa che Inghilterra e Belgio hanno percentuali quasi analoghe.

Continua qui: http://www.ansa.it/russia_2018/notizie/2018/07/09/mondiali-ennesimo-affondo-di-maradona_f1c267ac-d807-4d41-817c-e2e5e6fdae3f.html

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Romano Prodi: “I documenti confermano la volontà di Gheddafi di fare una moneta unica africana”

9 luglio 2018

 

Tutto nasce dalla guerra in Libia dall’instabilità che è stata creata. Perché “le migrazioni sono sempre esistite. Ma queste non sono gestite. Tutte le cose non gestite fanno paura”. Romano Prodi, in una intervista a La Stampa ricorda che “Gheddafi era un dittatore, ma con lui si facevano accordi”. Poi la Francia ha ben pensato di attaccarlo, forse perché una moneta unica africana avrebbe soppiantato anche il franco coloniale: “Io non li ho visti personalmente, ma so che ci sono rapporti e documenti che confermano la volontà di Gheddafi di andare verso una moneta unica africana. Ciò fa pensare male, ma non significa necessariamente che sia questa la ragione del comportamento francese”.

 

Continua qui:

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13358443/romano-prodi-documenti-confermano-volonta-gheddafi-di-fare-moneta-unica-africana.html

 

 

La propaganda di guerra della ‘società civile’ che prepara le guerre.

Intervista al Prof. Tim Anderson

 

Intervista de l’AntiDiplomatico all’autore del libro ‘La sporca guerra contro la Siria’

di Fabrizio Verde

Spesso si dice che Trump combatta quello stato profondo degli Usa responsabile di tanti rivoluzioni colorate e golpe blandi. Pensando a Nicaragua, Venezuela e Iran è davvero così diversa la strategia di quest’amministrazione?

 

Per decenni – sulle ‘grandi questioni’ – c’è stata una grande continuità tra i successivi regimi di Washington: Bush 1°, Clinton, Bush 2°, Obama e Trump. Per ‘grandi questioni’ intendo fondamentalmente i privilegi per le aziende e la guerra. E quando parliamo di invasioni, colpi di Stato, guerre economiche e guerre sporche, è l’America Latina che ha avuto l’esperienza più prolungata. Fu il più grande dei leader anti-coloniali dell’America Latina, Simon Bolivar, due secoli fa a dire che “gli Stati Uniti sembrano essere destinati dalla Provvidenza a tormentare l’America con la miseria nel nome della libertà”. Possiamo comparare le caratteristiche delle guerre sporche nelle Americhe con quelle imposte agli stati mediorientali indipendenti e viceversa. Quando ho chiamato il mio libro del 2016 ‘The Dirty War on Syria’ avevo in mente le guerre sporche in America Centrale, che ho avuto modo di osservare personalmente negli anni ’80. Ora, sfortunatamente, gli squadroni della morte mascherati da ‘pacifici manifestanti’ in Libia e in Siria sono tornati nelle Americhe, per adesso in Nicaragua e in Venezuela. Dal lato imperiale ci sono riformulazioni della strategia: i liberali americani la chiamano ‘smart power’, il Pentagono la definisce ‘full spectrum dominance’, i “realisti” la chiamano come vogliono. Trump, da pragmatico ed elitario, ha persino parlato della sua avversione per questo ‘eccezionalismo americano’, che altri chiamano imperialismo. Tuttavia, come tutti gli altri presidenti degli Stati Uniti, non può governare da solo. Resta da vedere quanta distanza riuscirà a percorrere il suo pragmatismo viste le resistenze, in un momento di crisi economica e strategica per gli Stati Uniti. In gran parte a causa del declino del potere americano, Trump sta facendo la guerra con i suoi ‘alleati’, e questo probabilmente minerà la sua capacità di perseguire gli avversari. Ma ricordiamoci il potere della resistenza: il grande potere non ottiene sempre ciò che vuole. Il progetto statunitense per una ‘zona di libero scambio delle Americhe’ è fallito nel 2005, così come il suo piano per un “Nuovo Medio Oriente” sta fallendo adesso.

 


Continua qui: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ucraina_colture_di_grano_incendiate_e_manovre_militari_nato/5496_24640/

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Che alternativa offre chi critica Salvini sull’immigrazione?

Alessandro Catto – 8 luglio 2018

 

Salvini pare essere diventato, negli ultimi mesi, il parafulmine e il responsabile principale di ogni disumanità internazionale. La ciclica crisi delle sinistre liberal in Occidente, germinata dalla Brexit e da Trump e arrivata fino ai tempi più recenti, non sembra ancora capace di spingersi oltre alla ricerca di capri espiatori. Un comportamento che tradisce un ritardo politico decennale, incapace di spiegare il presente e di offrire valide chiavi interpretative.

Si accusa il leader leghista e il suo pensiero di semplicismo, pure di malvagità. In realtà il cambio di paradigma in materia di accoglienza sposato da buona parte degli italiani e dal governo giallo-verde è tutto fuorché malvagio o semplicistico. L’idea che il futuro degli africani non possa consistere in una traslazione di popoli dal Continente Nero all’Europa è un’idea di semplice buonsenso, specialmente se affiancata da politiche di sviluppo in loco.

E’ una idea positiva quella di cominciare, finalmente, a sviluppare in Europa e anche in Africa la riscoperta degli stati nazionali, dei loro popoli e delle loro borghesie produttive, con una cultura politica fatta di consapevolezza, identità ed appartenenza. Una idea che può essere messa in pratica e che va messa in pratica.

Continua qui: http://blog.ilgiornale.it/catto/2018/07/08/che-alternativa-offre-chi-critica-salvini-sullimmigrazione/

 

Gad, il Rolex e San Francesco

luglio 2018 DI ROSANNA SPADINI

L’appello di Gad Lerner per i migranti dal suo terrazzo assolato e col Rolex al polso, ha destato una serie di critiche sulla sua pagina Twitter. Il giornalista ha postato una foto con la camicia rossa in adesione all’appello «Maglietta rossa», un’iniziativa lanciata da Libera e altre associazioni che chiede alle persone di indossare – oggi – una maglietta rossa che è diventato il simbolo dei migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa.  «È solo un piccolo gesto di attenzione, ma facciamolo #magliettarossa #7luglio per fermare l’emorragia di umanità», rappresentato naturalmente dal governo Salvimaio, e soprattutto da Salvini.

 

 

Gad ha inizialmente risposto con ironia alle critiche: «Se guarda bene, caro il mio proletario, ho anche il Rolex al polso», dice infatti a un commentatore che aveva commentato «bel terrazzo». «Il suo problema non è il Rolex ma l’assenza di senso del ridicolo», scrive qualcun altro.

 

Giusto commento per l’ambiguità di Gad (vera o interessata?), mettere in evidenza proprio la mancanza del senso del ridicolo e la cattiva fede di un giornalista, che dovrebbe diffondere le vere cause del fenomeno immigrazione e invece si piega ai diktat del capitale globalizzato.

Grandissimo Gad, ancora immerso nei vecchi schemi di un falso giornalismo politico, che ha rinunciato all’indagine profonda dei fenomeni, quindi relegato alla superficialità dell’indagine sociale e dei giudizi politico valoriali.

La prassi per altro è ovvia, il dibattito pubblico gaddiano si deve necessariamente svolgere secondo principi stereotipati, discutere per concetti a grana grossa quando la realtà postmoderna è fatta di grana sottilissima, seguire ossessivamente la bussola ontologica del pensiero unico piddino, senza sentire la necessità di decidere caso per caso, odiare il nemico fascista, razzista, populista e adorare l’amico nero che arriva martoriato sulle navi delle santificate Ong.

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/gad-il-rolex-e-san-francesco/

 

Immigrazione, il documento sulla missione Sophia che demolisce l’Europa: “Così aiutano i trafficanti”

10 luglio 2018

 

C’è un grande paradosso dietro l’operazione Sophia che, in collaborazione con l’Europol, dovrebbe aumentare i controlli a bordo delle navi per contrastare il terrorismo e il crimine internazionale. Come riporta il Giornale, il piano rischia di aiutare involontariamente i trafficanti di esseri umani.

Leggi anche: Salvini, nuovo attacco alla ministra Trenta: “Faccia le cose anziché stare sempre sui giornali”

Da pochi giorni è attiva nel Mediterraneo un piano di rafforzamento dell’intelligence nella task force di Eunavfor Med, all’interno dell’operazione Sophia, in modo da facilitare la raccolta e la trasmissione di informazioni sul traffico e la tratta di esseri umani e il rispetto dell’embargo Onu sulle armi in Libia. Le informazioni raccolte da Europol sono quindi messe a disposizione degli investigatori internazionali per le indagini sul contrasto del crimine.

 

Continua qui:

http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/13358785/immigrazione-missione-sophia-documento-demolisce-europa-aiutano-trafficanti-esseri-umani.html

 

ECONOMIA

Istat, 18 milioni di persone (1/3 degli italiani) a rischio povertà

I dati più preoccupanti riguardano il Mezzogiorno dove è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui

6 luglio 2018

In Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 30% (18.136.663 individui), in aumento rispetto all’anno precedente. “L’obiettivo di Europa 2020 rimane quindi molto lontano”. E’ il dato diffuso dall’Istat. La povertà in Europa “si mantiene stabile nel 2016 rispetto al 2015, con un’incidenza pari al 23,5% della popolazione (118 milioni di individui a rischio)”.

Peggio il Mezzogiorno – Le disparità regionali, spiega il rapporto dell’Istat, sono “molto ampie” e nel Mezzogiorno dove è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui (46,9%), contro uno ogni cinque del Nord (19,4%). Nel 2017 l’Istat aveva rilevato che si stima siano 5 milioni e 58 mila gli individui in poverta’ assoluta (8,4% della popolazione). Le condizioni dei minori rimangono critiche: l’incidenza di povertà assoluta tra di essi è pari al 12,1%.

Continua qui: http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/istat-18-milioni-di-persone-1-3-degli-italiani-a-rischio-poverta_3150273-201802a.shtml

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Quei puttanieri antibrexit terrorizzati dal cambio

09/07/2018 Massimo Bordin

 

Il ministro inglese David Davis si è dimesso per i motivi opposti a quelli sbandierati ai quattro venti dai sostenitori italiani antibrexit. La superficialità e la tendenziosità che caratterizzano gli haters della democrazia fanno capolino in queste ore difficili per il governo May, in bilico dopo le dimissioni dell’euroscettico incaricato di gestire le trattative con la Ue per l’uscita del Regno dalla Unione. In tutti i commenti pubblici, da quelli sui giornali a quelli su twitter, i sostenitori del “ci vuole più Europa” lasciano intendere che la Brexit sia stata un fallimento, fingendo di non sapere (ma a sto punto forse non lo sanno proprio) che la battaglia in Uk è tutta interna e che riguarda il partito conservatore britannico. Le trattative per l’uscita sono solo una scusa per un regolamento di conti interno alla politica inglese. Le dimissioni appena arrivate di Boris Johnson si sommano a quelle di Davis e confermano ulteriormente.

 

 

Continua qui: http://micidial.it/2018/07/quei-puttanieri-antibrexit-terrorizzati-dal-cambio/

 

GIUSTIZIA E NORME

Spataro: “Nuove direttive contro l’odio razziale”

Il procuratore capo di Torino: “Gli stessi manifesti contro gli immigrati sono inaccettabili”

Pubblicato il 09/07/2018

federico genta, claudio laugeri

torino

«Se un barcone di immigrati attraccasse ai Murazzi, nessuno potrebbe vietare alle persone a bordo di scendere. Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico. Se accadesse il contrario, tale comportamento sarebbe oggetto di una nostra indagine» parla così il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, a margine della presentazione delle nuove direttive «per un più efficace contrasto dei reati motivati da ragione di odio razziale e discriminazione etnico-religiosa, nonché per una più rapida trattazione degli affari dell’immigrazione, tra cui le procedure per il riconoscimento di protezione internazionale e altre forme di tutela umanitaria, nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone».

 

Spataro: “C’è una crescita di reati contro gli immigrati e le persone presenti sono passive”

 

Continua qui: http://www.lastampa.it/2018/07/09/cronaca/spataro-nuove-direttive-contro-lodio-razziale-mzbl7DQJT39pq8IEA56bgO/pagina.html

 

Il collasso prossimo venturo

10 luglio 2018 – Chris Hedges

 

L’amministrazione Trump non è nata, a prima vista, dal mare, come una Venere sulla conchiglia. Donald Trump è il risultato finale di un lungo processo di decadimento politico, culturale e sociale. E’ un prodotto della nostra democrazia fallita. Più continueremo a perpetuare la finzione di vivere in una democrazia funzionante, (dando per scontato) che Trump e le mutazioni politiche che lo circondano siano in qualche modo uno scostamento anomalo, correggibile nelle prossime elezioni, tanto più continueremo a precipitare verso la tirannia. Il problema non è Trump. Il problema è il sistema politico, dominato dal potere corporativo e dai mandarini dei due maggiori partiti politici e, in tutto questo, noi non contiamo nulla. Riprenderemo il controllo della politica (solo) smantellando il sistema corporativo e questo significa disobbedienza civile massiccia e continuativa, come è stato dimostrato quest’anno dagli insegnanti di tutta la nazione. Se non ci ribelleremo, entreremo in un nuovo Medioevo.

Il Partito Democratico, che ha contribuito alla realizzazione del nostro sistema di totalitarismo inverso, è nuovamente visto come il salvatore da molti esponenti della sinistra. Però, il partito si rifiuta con tutte le sue forze di affrontare il problema delle disuguaglianze sociali, che ha portato all’elezione di Trump e alla ribellione di Bernie Sanders. E’ cieco, muto e sordo nei confronti delle reali difficoltà economiche che investono più di metà della popolazione.

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/il-collasso-prossimo-venturo-2/

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

L’Unione europea è una polveriera

Marco Fontana – 9 luglio 2018

L’Unione europea è diventata una gigantesca polveriera sul punto di esplodere: i leader nazionali sono chiamati ad assumersi la responsabilità di fare da artificieri, occupandosi finalmente delle questioni scomode che fino a ieri avevano serenamente ignorato, minimizzato o demandato ai Paesi politicamente o economicamente più deboli del gruppo.

L’avvento del Governo giallo-verde pare aver aperto una breccia nell’apparente solidità dell’edificio europeo. Nei suoi muri grigi e sempre più soffocanti il voto italiano del 4 marzo ha prodotto uno squarcio ben maggiore di quello che fecero gli elettori britannici che scelsero la Brexit, che dopo i primi allarmi apocalittici di certa stampa è stata trattata più come una regolazione di conti economici che come una discussione sui valori e sui programmi. Lo scossone della Brexit sembrava essere stato riassorbito, l’élite europeista credeva di aver nuovamente sedato gli animi esacerbati dei cittadini continentali, dopo che quelli isolani si erano espressi negativamente.

Nell’ultimo periodo, invece, il livello di scontro a Bruxelles e a Strasburgo è arrivato alle scazzottate metaforiche, specialmente su temi decisivi come le politiche migratorie, i parametri di bilancio, le difformità fiscali (in particolare per i colossi del web). In certi punti, i muri del castello eurocratico sono danneggiati, in altri vengono rinforzati, in altri ancora sembrano sul punto di crollare da un momento all’altro. Tra una battaglia vinta in sede legislativa e una persa a livello di opinione pubblica — e viceversa — qualcosa si muove nel profondo e lo fa in maniera sempre più potente.

 

Continua qui: https://it.sputniknews.com/opinioni/201807096217838-unione-europea-e-una-polvereria-ue-bruxelles/

 

 

 

 

POLITICA

Se c’è un politico che a Parigi piace, questo è Enrico Letta, ancor di più dello zio Gianni.

Lisa Stanton – facebook  10 luglio 2018

 

 

Enrico zitto zitto negli anni ha coltivato con scrupolo le sue relazioni, in particolare quelle francesi, ed ha approfittato del suo potere all’interno del PD e della sua carica di Presidente del Consiglio italiano per mettere a segno numerosi colpi a favore della Francia. Ben 30 grandi aziende di beni e servizi italiane sono passate sotto controllo francese solo nel 2016.

E’ proprio sul nipotissimo che sia Holland che Macron hanno puntato le loro fiches dal 2013 in poi. Enrico Letta è stato recentemente nominato consigliere di amministrazione di Amundi, la società di Crédit Agricole e Sociéte Générale per la gestione del risparmio. Ciò subito dopo che Amundi ha preso in saldo l’intero ramo risparmi di UniCredit Italia grazie al professore ormai francese.

Nel 1990 Letta fu scelto da Beniamino Andreatta come capo  segreteria al Ministero degli Esteri nel governo Ciampi, e proprio Ciampi lo chiamò nel 1996 al Tesoro come segretario generale del Comitato per l’€uro.

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1976293729055560&id=100000248554468

 

 

 

Il Pd è finito perché ha scelto la finanza archiviando Keynes

Scritto il 11/7/18

L’ultima assemblea nazionale del Pd consegna alla storia della sinistra italiana una fotografia drammatica e al tempo stesso quasi patetica, dopo il ko del 4 marzo e poi quello delle amministrative. Quello che addirittura lascia esterrefatti, scrive Gianluigi Da Rold sul “Sussidiario”, è che il partito è privo di qualsiasi strategia: ci si trova di fronte all’ennesimo ed effimero rinvio del nulla, del vuoto pneumatico. C’è il fantasma di Renzi, il Re degli Sconfitti, che arriva a contestare tutti, da Gentiloni a Martina, preoccupato solo di galleggiare ancora tra le macerie di un partito dal quale non si salva nessuno. Da Rold segnala la retromarcia di Bersani, che definisce «uomo di sinistra, magari anche di modeste ma oneste visioni politiche», che ha invitato i dirigenti Pd a fare un passo indietro per tornare ad ascoltare la società italiana. E poi c’è il lamento del leghista Giancarlo Giorgetti, navigato sottosegretario alla presidenza del Consiglio: è preoccupato, Giorgetti, che il governo gialloverde non abbia una vera opposizione, cosa che rende ancora più desolante la già fragile democrazia italiana. Velo pietoso sugli scenari da “fronte antipopulista” evocando Macron, cioè il politico francese che odia l’Italia. La realtà della sinistra italiana sarebbe lampante, dice Da Rold, se solo il Pd si decidesse a vederla: il centrosinistra è tale solo di nome, perché di fatto ha svolto una politica neoliberista, tipica della destra antisociale.

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/07/il-pd-e-finito-perche-ha-scelto-la-finanza-archiviando-keynes/

 

STORIA

Pietro Zuccheretti, il bambino ucciso dalla Resistenza e dimenticato da tutti

  • 16 ottobre 2013

 

Riportiamo di seguito l’articolo “Pillola di Storia Italiana: Roma, 23 Marzo 1944 – 23 Marzo 2012” tratto da Rinascita.eu , quotidiano di Sinistra Nazionale.

Buongiorno, mi chiamo Pietro Zuccheretti, ho 10 anni, e oggi vi racconto perché mi vedete così in questa immagine. E’ il 23 Marzo 1944, è iniziata la quarta primavera di guerra da pochi giorni, la mia città, Roma, è stata dichiarata da tempo ormai dal comando Germanico “città aperta” ovvero, data la sua particolarità di avere una quantità enorme di edifici e monumenti storici, non vi sono schierate né truppe né mezzi militari, volti a mettere a rischio l’incolumità dei monumenti millenari di questa città; inoltre a Roma vi è anche lo Stato Pontificio, altro luogo da preservare dalla guerra anche se, nonostante ciò, gli aerei degli angloamericani la sorvolano quotidianamente lanciando bombe dove capita, anche sul Vaticano stesso, ancora è fresca la ferita del bombardamento del Quartiere di San Lorenzo e ancora molta gente piange i morti di quel bombardamento che i posteri, molti anni dopo, facendo ricerche, scopriranno essere stato ideato da Solly Zuckerman, il teorico del bombardamento terroristico su civili indifesi e obbiettivi non più militari ma civili.

Continua qui: http://www.qelsi.it/2013/pietro-zuccheretti-il-bambino-ucciso-dalla-resistenza-e-dimenticato-da-tutti/

 

 

 

 

Via Rasella e il giallo della foto del bimbo falciato

24 Marzo 2009

 

Il busto d alla bomba

In uno dei luoghi della Storia: via Rasella. Quella scheggiatura è identica, perfettamente sovrapponibile a quella che in un piccolo dettaglio appare nella ormai celebre fotografia che ritrae il busto mozzato di Pietro Zuccheretti, falciato a 12 anni dalla bomba dei Gap (Gruppi armati patriottici) ovvero il «braccio armato» del partito comunista. L’attentato, il 23 marzo 1944, fece a pezzi più di 33 altoatesini del Polizeiregiment Bozen e un numero imprecisato di civili. Ne seguì, il 24 marzo di 65 anni fa il massacro della rappresaglia nazista alle Fosse Ardeatine.

«Falsa», hanno protestato gli attentatori ancora in vita e storici (si fa per dire) vari quando la foto spuntò nel ’96. E foto falsa ha sancito perfino la magistratura nel condannare Il Giornale a un congruo risarcimento. Ora però il dettaglio inciso nel travertino rovescia le carte. E forse ci farà riscrivere la storia dell’attentato. Nessuna volontà di denigrare i partigiani e la Resistenza. Gian Paolo Pelizzaro ricostruisce in modo rigoroso la scoperta, nonché la vicenda giudiziaria della fotografia «falsa», in un lungo articolo pubblicato dal mensile «Storia in rete». Se le cose stanno così, e quello individuato è realmente il punto in cui si trovava il cadavere del bambino, non solo lo scatto è perfettamente vero. Nascosto per mezzo secolo, poi dichiarato falso.

 

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