RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 10 LUGLIO 2018

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 10 LUGLIO 2018

A cura di Manlio Lo Presti

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Esergo

La Questione finale che poniamo

alla nostra esistenza è però se sia stata vana o no.

IMRE KERTÉSZ, Lo spettatore, Bompiani, 2018, pag. 61

 

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IN EVIDENZA

Wikileaks rivela i garanti politici degli interessi USA in Italia

Emerge un ritratto a tinte fosche dei protagonisti della storia recente, specie a confronto con le immaginette oleografiche proposte dalla stampa nostrana

 

di Francesco Galofaro – Marx XXI

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Purgatorio, VI, 76-78.

L’Espresso e Repubblica mantengono da tempo un archivio on line di documenti segreti o riservati “spifferati” da Wikileaks e che riguardano l’Italia [1]. Si tratta per la maggior parte di cablogrammi dell’ambasciata americana. In questo archivio si trova di tutto: dal caso Calipari ai tentativi italiani di salvare gli USA dalle inchieste della corte dell’Aia al rapimento di Abu Omar. Emerge un ritratto a tinte fosche dei protagonisti della storia recente, specie a confronto con le immaginette oleografiche proposte dalla stampa nostrana.

Purtroppo, non tutti i documenti sono tradotti. In questo articolo ne presento tre. Mi sembrano utili per affrontare il problema della sovranità nazionale e del patriottismo da un punto di vista che – è bene che lo dichiari subito – è quella di un uomo della sinistra. Dai documenti che ho scelto emerge con chiarezza come alcuni personaggi-chiave della politica italiana recente abbiano svolto il ruolo di rappresentante degli interessi statunitensi in Italia, tanto nei governi di centrosinistra quanto in quelli di centrodestra. E’ anche molto chiaro come l’interesse nazionale italiano sia stato spesso sacrificato sull’altare dell’amicizia nei confronti dello scomodo alleato.

 

Continua qui: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-wikileaks_rivela_i_garanti_politici_degli_interessi_usa_in_italia/82_24652/

 

 

LE NUOVE CLASSI MEDIE COSMOPOLITE, GUARDIE PRETORIANE DEL CAPITALISMO TERMINALE

 

Paolo Borgognone
maurizioblondet

Sa Defenza 

Premessa. Il liberalismo contemporaneo come “fatto sociale” totale

Il liberalismo è un “fatto sociale” totale, culturale, politico, economico. E’ l’involucro politico-culturale più adatto per l’espansione illimitata del capitalismo odierno (assoluto, perché sciolto da ogni legame e vincolo precedente e terminale, perché dei tempi “ultimi”). In un suo saggio, il filosofo Costanzo Preve ebbe a dire, in merito al ventennio neoliberista (1989-2009) succeduto al tragicomico crollo del comunismo storico novecentesco nei Paesi dell’Europa centrorientale e in Unione Sovietica:

«[…] l’ultimo ventennio neoliberista (1989-2009) è stato anche una sorta di grande ed oscena orgia bacchica di festeggiamento per la caduta del baraccone tarlato del comunismo storico novecentesco, che d’accordo con Jameson definirei un grande esperimento di ingegneria sociale dispotico-egualitaria sotto cupola geodesica protetta, cupola geodesica generalmente definita “totalitarismo” nel pensiero politico occidentale apologetico del capitalismo»[1].

La “fine capitalistica della Storia” teorizzata dal politologo neodemocratico Francis Fukuyama appare infatti, da una prima lettura, la nuova religione identitaria di massa in nome della quale si celebrano i riti bacchici tesi all’esaltazione della globalizzazione ipercapitalistica e alla celebrazione dell’«onnipotenza dell’economia»[2], o monoteismo del mercato.

Il programma mondialista, genericamente denominato di “fine capitalistica della Storia” (Francis Fukuyama, 1989), tende irrimediabilmente all’uniformazione neocoloniale globale sotto l’egida della cultura politica dominante dopo il 1989 (e, per certi versi, in Europa Occidentale, già dopo il 1945), ossia il liberalismo come «l’ideologia moderna per eccellenza»[3], un’ideologia fondata sulla metafisica del progresso quale destino ultimo dell’umanità. Il liberalismo è una cultura politica unitaria, equivocata dai suoi teorici e apologeti di sinistra come sostanzialmente scindibile in due tronconi opposti, «un liberalismo politico e culturale “buono”»[4] ascrivibile alla sinistra e all’estrema sinistra postmoderne in quanto «punta più mobile dello Spettacolo moderno»[5] e un «liberalismo economico “cattivo”»[6], ascrivibile invece alla destra erroneamente e tendenziosamente definita “conservatrice”. Il liberalismo totalitario (ossia che totalizza in sé sinistra culturale, centro politico e destra economica e che definisce «fuori dalla Storia» e «fuori dal Tempo» ogni istanza e rivendicazione di critica radicale al suo programma di uniformazione globale) contemporaneo, come nota Charles Robin, «affonda le sue vere radici intellettuali in quella che, al momento presente, è necessario chiamare “sinistra”, ossia quel conglomerato di pensieri eterocliti uniti dall’idea (e a partire da postulati e intenti politici spesso discordanti) che la lotta per le “libertà individuali” e il riconoscimento delle “minoranze” – fondamento metafisico dell’attuale “diritto alla differenza” – dovrebbe apparire come l’unico fondamento concepibile di ogni progetto di civiltà “moderno” e “progressista”»[7].

In tale contesto, di omologazione cosmopolitica eurocentrica tendente alla disarticolazione, per via principalmente pubblicitaria, dei legami sociali comunitari dei popoli, ricordiamo quanto dichiarato da Costanzo Preve circa i mass-media contemporanei quali strumenti di riproduzione dell’attuale processo di flessibilizzazione desiderante e narcisistica delle masse come conseguenza e parte integrante dell’autoimposizione del monoteismo del mercato quale nuova religione identitaria obbligatoria di sradicamento consumistico globalizzato: «Le nuove cerimonie religiose sono officiate da mezzibusti televisivi sorridenti che si consultano con economisti che ripetono solenni parole in inglese roteando una pipa spenta. L’ideologia di questa nuova società è quella della fine della storia»[8]. Il “circo mediatico” giornalistico liberale contemporaneo è appropriatamente definito da Preve come una vera e propria forma di «clero secolare».

Continua qui: http://sadefenza.blogspot.com/2018/07/le-nuove-classi-medie-cosmopolite.html

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Carlo Vanzina e la riabilitazione postuma

Come sempre con la scomparsa del regista è partita la retrologia della critica. Ma non è un crimine affermare che almeno da 30 anni a questa parte si può vivere benissimo anche senza l’arte sboccata da cinepanettone. 

Massimo Del Papa Twitter – 9 luglio 2018

Ci fu un tempo in cui l’intellighenzia critica andava giù piatta, quello che non le piaceva, che restava lontano dalla ideologia, era spazzatura e finiva lì. Passa agli annali il dibattito pubblico nel 1951 al teatro Municipale di Parma tra il temutissimo critico dell’Unità Renzo Bonazzi e lo scrittore Giovannino Guareschi “reo” di avere scritto la saga di Mondo Piccolo e poi di averne lasciato addirittura trarne dei film. Coperto di contumelie, processato, condannato, il creatore di Peppone e don Camillo: ma, alla fine, fu lui a spuntarla.

A lungo andare la critica militante, cioè tutta, s’è fatta più cauta anche perché scottata da troppe cantonate, da troppo autocompiacimento, di quello frustato dal “reazionario” Alberto Sordi nelle Vacanze intelligenti: i fruttaroli Remo e Augusta che, per disintossicarsi dalle astrusità della Biennale e per ripicca verso i figli spocchiosi e carogna, quasi s’ammazzano a forza di mangiare. Dato il successo clamoroso da parte di un pubblico che oggi si definirebbe senza indugio populista, quello, più che un campanello d’allarme, fu uno spartiacque per la critica colta, austera, sussiegosa, sempre pronta a tranciare giudizi personalizzati, “mi piace quindi è bello”, che però non veniva seguita dal popolo. E che, di conseguenza, si vide costretta a imparare la lezione, insomma si fece furbetta.

 

Continua qui:

https://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2018/07/09/carlo-vanzina-fratelli-cinepanettone-cala-boldi/221743/

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Non ne posso più. La maglietta rossa e l’impotenza della sinistra

Non ne posso più della rinuncia programmatica all’autocritica, non ne posso più di sentir dire che è colpa degli altri quando perdiamo.

 

8 luglio 2018 di Angelo d’Orsi

Indosserò domani 7 luglio la maglietta rossa d’ordinanza, contro razzismo, sciovinismo e salvinismo, ma mi si lasci dire che non ne posso più. Non ne posso più della nostra impotenza.

Mi sono stufato, per esprimere la nostra opposizione (politica, sociale, culturale, etica) a magliette, scarpe, bandiere; mi sono stufato di assistere – inizialmente perplesso, poi attonito, infine sgomento –, alla trasformazione della lotta politica in mera simbologia, che sembra rinviare più alla moda che alla critica, frutto di passività e inerzia, più che segno di volontà di riscossa.

Mi sono stufato di imbattermi nella parola “populismo”, chiave di volta universale che ormai non apre più nessuna porta, concetto che non spiega nulla, così come viene declinato. Renzi era (è) meno populista di Salvini e Di Maio? Per non parlare di Berlusconi…

Mi sono stufato di sentirmi dire che i leghisti sono fascisti, ma senza mai che nessuno mi spieghi perché non soltanto il vituperato sottoproletariato e l’odiosa “vecchia piccola borghesia”, ma la stessa classe operaia li votino.

 

Continua qui: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-ne-posso-piu-la-maglietta-rossa-e-limpotenza-della-sinistra/

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Boom di spese militari e moltiplicazioni di eserciti europei

Il 2018 si annuncia anno record di spesa militare in Europa, con o senza gli F35

 

8 luglio 2018 di Rachele Gonnelli

 

Con le avvisaglie delle ultime settimane è molto probabile che il 2018 sarà un anno record per le spese militari. La Gran Bretagna ha deciso nei giorni scorsi di portare al 3 per cento sul Pil le sue spese per il comparto Difesa e la Germania, al contrario della Spagna, ha accettato di adeguarsi al 2 per cento richiesto a gran voce dalla Nato ma il presidente americano Donald Trump non è soddisfatto e anzi, in previsione del vertice dell’11 e 12 luglio, tira le orecchie ad Angela Merkel dicendo che Berlino starebbe addirittura “minacciando la sicurezza atlantica” e che per quanto lo riguarda “la pazienza con la Germania sta finendo”.

 

Per avere dati abbastanza definitivi e comparati delle spese belliche nel 2018 bisognerà aspettare il rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) disponibile all’inizio dell’anno prossimo. Del resto non sappiamo ancora se il nuovo governo italiano vorrà confermare, come sembra, o meno il programma di acquisto dei caccia F35, dopo che questo impegno era già sparito nel programma con cui il M5S si è presentato alle elezioni del 4 marzo.

 

 

Continua qui: http://sbilanciamoci.info/12118-2/

 

 

CULTURA

Chomsky: “Il comportamento vergognoso degli Stati Uniti li isolerà nell’arena internazionale e migliorerà lo status dell’Iran”

Fonte: Tehran Times

Notizia del: 09/07/2018

 

 

 

Il noto politologo e docente statunitense Noam Chomsky ha affermato che il cattivo atteggiamento degli Stati Uniti finirà con il suo isolamento nella comunità internazionale.

Il noto politologo, linguista, docente, nonché attivista statunitense Noam Chomsky, sempre molto critico con la politica estera degli Stati Uniti, ha rilasciato un’intervista esclusiva a ‘Tehran Times’ dove l’argomento principale è stato lo scontro tra USA e Iran sul programma nucleare iraniano oltre alla politica estera di Washington.

Testo originale dell’intervista

Gli USA si sono ritirati dall’accordo sul nucleare iraniano nonostante l’Iran abbia adempiuto a tutti gli impegni presi in base allo storico accordo. Quali sono le sue possibili ripercussioni?

Sfortunatamente, è improbabile che l’Europa sia disposta a confrontarsi con gli Stati Uniti su questo argomento in modo significativo. Spero che gli altri saranno meno intimiditi.
La fervida speranza di Trump, Bolton e Netanyahu è che l’Iran reagirà violando il JCPOA(accordo sul nucleare) , per la prima volta. Sarebbe un pretesto per azioni che non ho bisogno dispiegare, il che sarebbe disastroso. Un approccio da statista in risposta a questo comportamento vergognoso non è facile, ma è la strada giusta e potrebbe servire come un passo verso l’isolamento degli Stati Uniti nell’arena internazionale, come sta già accadendo per molte ragioni, e rafforzando lo status internazionale dell’Iran.

Continua qui:

 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-chomsky_il_comportamento_vergognoso_degli_stati_uniti_li_isoler_nellarena_internazionale_e_migliorer_lo_status_delliran/82_24645/

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

Cambridge Analytica, II

(Sto vedendo scrivere dalla stampa cose indegne, quindi spieghiamo meglio)

20 marzo 2018

La stampa italiana sta cercando di “troncare e sopire” quanto e’ stato fatto da Cambridge Analytica, in una maniera che personalmente trovo indegna. La stanno facendo passare per un furto di dati privati, ovvero per qualche cosa che ha funzionato carpendo dati scritti sul social network. Ha ridotto cioè la cosa ad un fenomeno di privacy, che potrebbe apparentemente essere risolto decidendo cosa scrivere di se’ o meno.

Ma le cose non stanno così.

Vi rimando di nuovo all’articolo che ho già postato: https://www.pnas.org/content/110/15/5802

hi ha le competenze per capirlo, vede bene l’orrore sottostante. Proverò dunque a spiegarlo a coloro che non riescono a percepire il punto.

Continua qui:

https://comedonchisciotte.org/cambridge-analytica-ii-sto-vedendo-scrivere-dalla-stampa-cose-indegne-quindi-spieghiamo-meglio/

 

 

Media, copyright e censura di regime

di Carlo Formenti

La trepidazione con cui i media seguono le vicende della direttiva europea sul copyright è ricca di risvolti ironici per chi, come il sottoscritto, in passato ha partecipato a molte battaglie contro le multinazionali dell’industria culturale, le quali pretendono di estendere al mondo della Rete le assurde regole che governano la proprietà intellettuale nei campi letterario, musicale, televisivo e cinematografico. Tanto assurde (con diritti che possono essere fatti valere fino a un secolo dalla pubblicazione di un prodotto e/o dalla morte del suo autore) che perfino intellettuali di provata fede liberista – non sospetti di ostilità nei confronti della proprietà privata – ne reclamano a gran voce l’abolizione.

Un ampio fronte di giuristi, sviluppatori di software libero, artisti, scrittori e consumatori di prodotti culturali ha dimostrato come il vero obiettivo dell’industria culturale (come quella del software proprietario) non sia garantire il giusto compenso ai lavoratori creativi (ai quali spettano sì e no le briciole del malloppo che le leggi sul copyright garantiscono alle imprese), bensì tutelare le proprie rendite monopolistiche, bloccando la libera circolazione di idee, parole e invenzioni con “enclosure” dei beni immateriali simili a quelle che permisero ai landlord inglesi dei secoli XVII e XVIII di privatizzare terre, acque, foreste e pascoli, sottraendole alle comunità locali.

 

Continua qui: http://temi.repubblica.it/micromega-online/media-copyright-e-censura-di-regime/

 

ECONOMIA

Tre ciechi e una crisi depressiva crescente

9 luglio 2018 DI DMITRY ORLOV

lesakerfrancophone.fr

Abbondano i futurologi mai stanchi di annunciare che un disastro finanziario è dietro l’angolo. Non sono uno di quelli; quello che cerco di fare non è pronosticare ma spiegare. Io prendo il collasso per qualcosa di reale – un fatto che i miei lettori possono constatare da soli, se vogliono guardare – e ciò che mi interessa è il suo funzionamento interno.

Detto questo, quando tre celebri personalità annunciano simultaneamente che il collasso finanziario è imminente, suppongo che dovremmo cominciare a prestarvi attenzione. Per me non è neanche importante sapere se le loro opinioni sono valide o sbagliate, se hanno delle informazioni sicure o se sono persone buone o cattive. Tutto questo è fuori argomento. Ciò che interessa è che se un numero sufficiente di persone molto note dicono che il collasso finanziario è dietro l’angolo, allora considerata la portata e la forza delle loro parole, queste non sono più semplici opinioni, ma discorsi che agiscono per trasformare la realtà del mondo – in questo caso i vari meccanismi di finanza internazionale che funzionavano tranquillamente fino al momento di prepararsi ad essere travolti dagli avvenimenti.(1)

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/tre-ciechi-e-una-crisi-depressiva-crescente/

 

GIUSTIZIA E NORME

«I colossi del web sono aziende: non difendono i diritti, tutelano solo il loro profitto»

Caso Wikipedia, intervista a Virgilio D’Antonio, professore di diritto comparato dell’informazione

 

«È stata usata la bandiera della libertà di espressione per coprire una realtà che ha poco a che fare con la libertà e molto col denaro».

Virgilio D’Antonio, professore di diritto privato e di diritto comparato dell’informazione presso l’Università di Salerno, commenta così la disputa tra Unione Europea e colossi del web sulla direttiva in materia di copyright.

Perchè la direttiva ha sollevato tutto questo scalpore?

La proposta aveva la finalità di omogeneizzare e ammodernare le norme europee sul copyright, a fronte delle novità di un mercato digitale in cui il diritto d’autore è messo in discussione dalle nuove tecnologie web. I profili più criticati erano due: l’introduzione per gli stakeholder come Youtube di “upload filter”, ovvero filtri automatici volti a verificare preventivamente la legittimità dei contenuti caricati dagli utenti; poi la cosiddetta “link tax”, che, in realtà, non è una imposta, bensì la previsione di un equo compenso che i fornitori di servizi online, come Google o Facebook, dovrebbero pagare in favore degli editori per la pubblicazione di link e/ o snippet, utilizzati per finalità commerciali.

Continua qui: http://ildubbio.news/ildubbio/2018/07/07/colossi-del-web-aziende-non-difendono-diritti-tutelano-solo-profitto/

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Uguaglianza, lavoro e capitalismo squilibrato

Lelio Demichelis

14 marzo 2018

L’uguaglianza, il lavoro nell’era digitale, l’intervento pubblico nel sistema imprenditoriale: tre nodi della riflessione al centro dei libri appena pubblicati da Ferrajoli, Ciccarelli, Romano e Lucarelli www.alfabeta2.it

Il neoliberalismo – lo sappiamo – ha prodotto ricchezza finanziaria per pochi e impoverimento reale e macerie sociali e individuali per i più. Ma questi più non si ribellano, al massimo reagiscono di pancia, cercano un populista, un autocrate o un guru tecnologico o una app a cui delegare se stessi e le proprie scelte. Questi più – sciolti ormai come classe operaia e come ceto medio – accettano di restare nella caverna platonica e pur muovendosi molto elettoralmente (come dimostrato dalle elezioni del 4 marzo) sostanzialmente si adeguano (al neoliberalismo, alla rete, all’ultimo populista sul mercato). Uscire dalla caverna non è – purtroppo – nei loro pensieri.

In nome di una falsa libertà individuale promessa dal neoliberismo e dalla rete abbiamo dimenticato che l’uguaglianza è la base della libertà vera, nonché la premessa della fraternità. A ricordarci, invece, che l’esplosione attuale delle disuguaglianze è qualcosa che non ha confronti con la storia recente e che è stata una scelta politica delle classi dirigenti; che questo è in palese contrasto con ciò che è scritto nella Costituzione, dove l’uguaglianza, la fraternità e la libertà sono elementi strutturali e strutturanti e vincolanti (e solennemente riconfermati dal demos per referendum); che la disuguaglianza mette in pericolo il futuro della democrazia, della pace e dello stesso sviluppo economico – è un saggio magistrale scritto da un filosofo del diritto di prim’ordine come Luigi Ferrajoli.

Perché il principio di uguaglianza «è il principio politico dal quale, direttamente e indirettamente, derivano tutti gli altri principi e valori». E se oggi la disuguaglianza dilaga, ciò deriva dal crollo di una politica «che in questi anni ha abdicato al suo ruolo di tutela degli interessi generali e di governo dell’economia e si è assoggettata alle leggi di mercato», producendo la crisi della ragione politica e di quella giuridica e il trionfo della ragione economica. Ma se questo è vero e vere sono le macerie sociali su cui i più camminano, l’uguaglianza deve diventare di nuovo non solo un valore ma anche, scrive Ferrajoli, un principio di ragione per definire una politica alternativa e diversa da quelle attuali, del tutto irrazionali ma potentissime nella loro autoreferenzialità. Un’alternativa già scritta proprio nella Costituzione.

 

Continua qui: http://sbilanciamoci.info/uguaglianza-lavoro-capitalismo-squilibrato/

 

LA LINGUA SALVATA

Infimo

ìn-fi-mo

SignChe si trova nel luogo, nel punto più basso; che occupa l’ultimo posto

dal latino ìnfimus, superlativo di ìnferus ‘che sta in basso’.

Partiamo da un’amenità grammaticale sempre accesa che proietta già la giusta luce: si può dire ‘più infimo’? A ben vedere si tratterebbe di un superlativo (‘il più basso’), quindi ‘più infimo’ dovrebbe suonare male come ‘più bellissimo’, ‘più giustissimo’. Ma c’è un ma: la positivizzazione del superlativo – parliamo dei gradi dell’aggettivo che ricordiamo dalla scuola, positivo, comparativo, superlativo.

 

Continua qui: https://unaparolaalgiorno.it/significato/I/infimo

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

BENJAMIN FULFORD: Arresti di massa ad agosto L’annuncio sull’11 settembre sarà a settembre; e il Giubileo a ottobre?


Benjamin Fulford 

Sa Defenza 

 

I bravi ragazzi stanno continuando nella battaglia segreta per la vittoria del pianeta terra, in grande stile, confermano molteplici fonti. Per come stanno le cose, ci sarà una nuova ondata di arresti di massa in agosto, la divulgazione ufficiale del governo sull’attentato dell’11 settembre per settembre e una sorta di “annuncio economico importante per ottobre“, affermano fonti del Pentagono.

Dietro le quinte, le riunioni che coinvolgono i Cavalieri di Malta, i funzionari russi del FSB, le Società Segrete Asiatiche e altre stanno preparando la strada per un annuncio economico che potrebbe essere un autentico giubileo accompagnato da un nuovo sistema finanziario, secondo le fonti coinvolte nei negoziati . Dato che i negoziati sono in corso, i dettagli devono ancora essere risolti, ma esiste [attorno a queste tesi] un consenso generale, dicono le fonti.

Continua qui: http://sadefenza.blogspot.com/2018/07/benjamin-fulford-arresti-di-massa-ad.html

 

 

 

 

 

Il collasso prossimo venturo

10 luglio 2018 – CHRIS HEDGES

truthdig.com

L’amministrazione Trump non è nata, a prima vista, dal mare, come una Venere sulla conchiglia. Donald Trump è il risultato finale di un lungo processo di decadimento politico, culturale e sociale. E’ un prodotto della nostra democrazia fallita. Più continueremo a perpetuare la finzione di vivere in una democrazia funzionante, (dando per scontato) che Trump e le mutazioni politiche che lo circondano siano in qualche modo uno scostamento anomalo, correggibile nelle prossime elezioni, tanto più continueremo a precipitare verso la tirannia. Il problema non è Trump. Il problema è il sistema politico, dominato dal potere corporativo e dai mandarini dei due maggiori partiti politici e, in tutto questo, noi non contiamo nulla. Riprenderemo il controllo della politica (solo) smantellando il sistema corporativo e questo significa disobbedienza civile massiccia e continuativa, come è stato dimostrato quest’anno dagli insegnanti di tutta la nazione. Se non ci ribelleremo, entreremo in un nuovo Medioevo.

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/il-collasso-prossimo-venturo-2/

 

 

 

ITALIA LABORATORIO POLITICO – SMUOVE L’EUROPA

Maurizio Blondet 17 giugno 2018

Eurointelligence – La CDU/CSU è in aperta rivolta contro la Merkel

 

“Pensiamo davvero che i greci e gli italiani continueranno nella tradizione consolidata  di negoziare dei pessimi  accordi a loro sfavorevoli?”

Di Saint Simon – Giugno 16, 2018

In Germania tira aria di crisi di governo, a causa della contrapposizione tra il ministro dell’Interno Horst Seehofer, presidente del partito democratico-cattolico bavarese CSU, e la cancelliera Angela Merkel. Oggetto dello scontro è la politica sugli immigrati: Seehofer, in vista delle elezioni di ottobre in Baviera – confine meridionale della Germania su cui convergono le rotte mediterranee e quelle balcaniche – vorrebbe il totale respingimento alle frontiere dei rifugiati già registrati in altri paesi UE; la Merkel cerca un approccio più morbido per non esacerbare gli animi nei paesi europei sul confine esterno, ed ora si trova nella difficile posizione di dipendere da accordi bilaterali con gli italiani e con i greci per la sua sopravvivenza politica. Probabilmente cercherà di offrire in cambio larghe concessioni, ma in ogni caso non farebbe che rimandare la resa dei conti: l’immigrazione continua ad essere il potenziale deflagratore dei traballanti equilibri europei. Da Eurointelligence

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/italia-laboratorio-politico-smuove-leuropa/

 

POLITICA

Le macerie della sinistra, tra nazionalismo e neoliberismo

di Bruno Montesano

Il voto delle comunali ci restituisce un paese che continua nella sua discesa a destra. La sinistra si dibatte tra prosecuzione della linea neoliberale e ripensamenti nazionalisti. Intellettuali e movimenti politici radicali non sono esenti da ciò. Così, mentre i “sovranisti” di sinistra di Senso Comune si perdono in richiami alla patria e in tentativi maldestri di risemantizzare il linguaggio del nuovo tempo populista, il governo giallo-verde porta sempre più in là la provocazione xenofoba, negando fattualmente ogni possibilità di dare un senso altro a idee e pratiche proprie della destra peggiore. Sulla pagina Facebook di questo collettivo alfiere del populismo di sinistra, animato da diversi ricercatori universitari – spesso ance molto bravi -, recentemente è uscito un fotomontaggio caricaturale di una prima pagina di Repubblica, con cui si sostiene che il progetto dei liberal cosmopoliti sarebbe quello di svendere il paese a potenze straniere – come se le élite nazionali fossero invece una garanzia -, di sostituire diritti sociali con diritti civili – perché evidentemente si crede che i lavoratori siano tutti maschi eterosessuali bianchi – e di favorire la perdita e la sostituzione della cittadinanza nazionale con quella europea – identificata con la sottomissione diretta al potere delle odiate élite finanziarie e di Bruxelles.

Continua qui: http://sbilanciamoci.info/le-macerie-della-sinistra-tra-sovranisti-e-neoliberal/

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Per un breve panorama della logistica dagli anni 70 ad oggi

Pubblichiamo su gentile concessione dell’autore l’intervento di Sergio Bologna al convegno “Il Prisma del lavoro” tenutosi a Padova il 25 e 26 maggio 2018.

 

Forse potrebbe essere utile per questo convegno fare un piccolo, conciso, bilancio dell’evoluzione della logistica dagli anni 70 ad oggi. Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della fondazione dell’Associazione Tedesca di Logistica (Bundesvereinigung Logistik) di cui sono socio onorario. Come leader mondiali, i materiali che mettono a disposizione per l’aggiornamento professionale dei soci e le occasioni che procurano per ottenere informazioni sulle ultime novità nei sistemi organizzativi e nella tecnica (sulla digitalizzazione per esempio) sono ricchissimi. Quindi ho pensato di riprendere in sintesi la loro visione della storia della logistica. Gli anni ’70 sono quelli che loro definiscono come “logistica classica” di rifornimento delle linee di produzione (il vecchio materials handling). La logistica in questo periodo è semplicemente ottimizzazione di funzioni elementari. Negli anni ’80 assume sempre più importanza il servizio al cliente – una strategia pull dove il mercato e la domanda trainano l’organizzazione logistica. Quindi la logistica diventa una funzione trasversale alle varie funzioni dell’azienda e ottimizza processi multifunzione. In particolare in questo periodo si lavora molto sulla gestione e l’evasione degli ordini perché è il cliente – in un certo senso – la figura centrale. Gli anni ’90 sono la parte più interessante di questa storia; sono gli anni dell’integrazione funzionale, la logistica integra le diverse funzioni aziendali, ordinandole in una sequenza di processi, l’integrazione riesce a diventare creazione di valore, non solo risparmio di costi. Tutto il ragionamento viene fatto sempre dal punto di vista dell’azienda manifatturiera. E’ la caratteristica della logistica in Germania, che la distingue nettamente da quella italiana ancora oggi. Malgrado l’enorme sviluppo che ha avuto l’e-commerce in epoca recente, il fulcro dei ragionamenti dello sviluppo dell’innovazione logistica in un sistema complesso come quello tedesco è rappresentato ancora oggi dall’azienda manifatturiera. La fase che si apre con gli anni 2000 è quella del salto verso le reti globali. Quindi la logistica integra le catene del valore in reti globali e qui diventa elemento di novità nei suoi criteri di scelta la presa in considerazione di fattori socio-economici – culturali, ambientali e così via.

 

 

Continua qui: http://www.intotheblackbox.com/articles/per-un-breve-panorama-della-logistica-dagli-anni-70-ad-oggi/

 

 

STORIA

Pasolini, Salvini e il neofascismo come merce

Wu Ming 1, scrittore

4 giugno 2018 10.13

“Nel futuro la storia c’è ancora, e la storia è confusione; benché sia assurdo pensarci, nel futuro immediato ci può essere sempre qualcosa di imponderabile che può togliere ai fascisti quel successo che tutti prevedono ed essi tracotanti si aspettano”.

Così scrive Pier Paolo Pasolini nell’appunto 64 del romanzo incompiuto Petrolio.

Stralciato dal testo e letto oggi, sembra un invito a non arrendersi, a non darsi per vinti di fronte all’avanzare dell’ondata reazionaria, xenofoba, razzista e quant’altro.

In quell’abbozzo di capitolo, invece, si parla di tutt’altro: un rimpasto dentro l’Eni. Il protagonista del romanzo, funzionario dell’ente in quota “area cattolica di sinistra”, rischia di essere scalzato da “un uomo decisamente di destra, proposto (anzi, quasi imposto!) da Almirante”, ma riesce a conservare l’incarico spingendosi a destra egli stesso.

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Il caso Lobbia: un uomo solo contro la corruzione

È il 5 giugno 1869 quando, nel mezzo di una tumultuosa seduta in Parlamento, Cristiano Lobbia scaglia il suo j’accuse. Di fronte a un uditorio allibito il deputato asiaghese mostra due buste, denunciando di essere in possesso di documenti importantissimi sullo scandalo della concessione sui monopoli dei tabacchi, che proprio in quei giorni riempie le pagine dei giornali. Viene subito formata una commissione parlamentare, ma la domanda che tutti si pongono è: cosa c’è nei plichi di Lobbia? Le prove della corruzione di decine di deputati? Forse si arriva a coinvolgere addirittura la Corona? È questo il contesto in cui si svolge la storia raccontata da Gian Antonio Stella sul suo ultimo libro (I misteri di via dell’amorino, Rizzoli 2012).

Facciamo un passo indietro. Sono passati appena otto anni dall’Unità d’Italia, a Roma comanda ancora il Papa e la capitale è temporaneamente a Firenze. Il giovane Regno, nel tentativo di evitare il fallimento, impone la tassa sul macinato, che provoca 250 morti per i tumulti in tutta Italia. La corruzione però è diffusa a tutti i livelli. Il governo, nel tentativo dichiarato di fare cassa, decide di dare in concessione ai privati il monopolio dei tabacchi.

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