La fede che non vacilla

La fede che non vacilla

Manlio Lo Presti – 30 maggio 2020

Prima caratteristica di questo libro scritto direttamente in italiano è lo stile narrativo durissimo, senza ipocrisie. L’italiano è una lingua che conosce bene per la sua lunghissima permanenza in Italia. La sua spietata chiarezza cattura i lettori fino all’ultima riga. Sembra di essere presenti alla distruzione di una nazione consumata dai roghi, della sua dignità, della sua inflessibilità.

La figlia non comprende il profondo significato della FEDE politica della madre che ne ha fatto l’unica scelta fuori dalla strettoia delle convenzioni sociali del suo tempo. Un incontro riconciliatore, dopo decine di anni dalla decisione della madre di abbracciare la fede nazista abbandonando figlia e marito al loro destino.

Il contatto empatico non avviene, la madre, ex SS, non vacilla. Le esitazioni non fanno parte del suo alfabeto esistenziale. Durante il breve scambio di parole, la madre mostra una divisa SS perfettamente conservata in un armadio di casa. Il dialogo si tronca subito. La figlia non perdona, ma non è capace di capire fino in fondo a causa del filtro morale.

La Schneider non condanna direttamente la ex SS. Fa fare il lavoro sporco alla figlia mentre – pur non approvando le scelte di campo – prova un segreto rispetto per la inflessibile nazista. Un po’ meno per la figlia che fugge via senza tentare una riflessione sul processo che ha portato la madre a sostenere incrollabilmente tale posizione.

L’Autrice prova rispetto per una donna che ha vissuto il rogo di Berlino, la distruzione di ogni cosa, la dispersione dei propri oggetti, dei ricordi. Una donna che è stata capace di arrivare fino in fondo senza vacillare, ritrattare, pentirsi, come è accaduto invece ad una popolazione tedesca che, alle origini totalmente schierata con il Fuhrer, dopo, ha fatto finta di dimenticare e rimuovere.

Trovo che l’Autrice abbia avuto un gran coraggio a scrivere un romanzo così frontale, in gran parte autobiografico, e bello.

È la narrazione di una donna coraggiosa che la storia ha spinto dalla “parte sbagliata” cioè nel campo di quelli che hanno perso. Di una donna coerente e senza pentimenti né piagnistei. Doti di carattere rarissimi per una donna del tempo e, in generale anche oggi, perché da sempre sono pochissimi coloro che si sono assunti le proprie responsabilità delle scelte adottate nel corso della loro vita.

Un libro di sentimenti intensi e di conflitti personali.

Un romanzo di carattere che chiede lettrici e lettori determinati ad arrivare fino in fondo, determinati a capire oltre le apparenze e i paraocchi moralistici…

Buona lettura

Helga Schneider, Il rogo di Berlino, Adelphi, 1995, pag. 229, € 11,00