La finta fuga USA dall’Afganistan

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La finta fuga USA dall’Afganistan

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Manlio Lo Presti 17 agosto 2021

I canali di informazione di tutto il mondo si sono concentrati sulla cosiddetta fuga dell’esercito USA dall’Afghanistan. Tutti hanno una strana fretta a etichettare l’operazione come un fallimento che ricorda la disordinata e frettolosa fuga da Saigon organizzata da Graham Martin che fu nominato ambasciatore in Italia e fregiato dall’Italia della massima onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana il15 aprile 1971 (https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/34460 ).

Curiosamente, gli USA nemmeno provano a giustificare tale decisione. Non cercano di salvare la faccia. Perché tale comportamento? Alcuni periodici hanno riferito che la causa principale sono stati gli alti costi della presenza militare. I costi della “missione” sono una scusa. La presenza dei militari in Afghanistan era una miniera d’oro per le commesse incassate dal titanico COMPLESSO MILITARE INDUSTRIALE AMERICANO. Perché allora interrompere questa gallina dalle uova d’oro multimiliardarie?

Da venti anni il Pentagono fornisce armi all’Isis, ai martiri di Al Aqsa, ai talebani e ad altre formazioni simili per creare il caos permanente nella regione. Qual è l’obiettivo?  Attivare terroristi ai confini iraniani e russi con il fattivo appoggio logistico, dottrinale, operativo, economico da parte dei servizi segreti del Pakistan islamico. Quest’ultimo è eterno nemico dell’India induista e quindi della Russia, eterna alleata dell’India. Entrambi esercitano un controllo a tenaglia sull’intero territorio nazionale pakistano. Tutti i movimenti sono ripresi dagli attentissimi occhi elettronici della catena di satelliti della NSA. La Cina si aggiunge alla osservazione del Pakistan che considera creatore di focolai di sovversione dentro i territori dell’Impero Giallo in Tibet, presso gli Uiguri, a Hong Kong, con il supporto degli inglesi.

Gli USA si sono ritirati perché il patto Iran Cina non è scardinabile con una presenza militare – almeno per ora. Hanno scelto la strategia del caos facendo riapparire mercenari travestiti da islamici: ISIS e TALIBAN, i FIGLI DI AL AQSA, ecc. ecc. ecc. Il Pentagono e la NSA – attraverso il Pakistan – ne sono i gestori operativi sul campo per le materie logistiche tecniche. Il lavoro di sterminio viene quindi assegnato a queste milizie ai danni delle popolazioni civili, soprattutto alle donne e ai bambini usati come scudi umani.

Secondo la “dottrina Biden”, la scelta del CAOS ha il compito di complicare e rendere difficile la presenza cinese nella regione e, soprattutto, per disturbare lo sfruttamento di 33 miliardi di barili di petrolio di cui il sistema produttivo dell’Impero Giallo ha forte bisogno.

Per inciso, e con buona pace dei movimenti buonisti neomaccartisti globalisti per l’accoglienza di profughi afghani, anche con la presenza USA, la condizione delle donne e dei bambini non aveva avuto alcuno progresso civile: non facciamoci prendere in giro dalle sparate ideologiche ed ipocrite di certa stampa allineata che adesso utilizza la loro condizione per fini propagandistici.

L’uscita USA non è una sconfitta ma un passaggio di mano ad assassini professionalizzati ed addestrati che sono liberi di massacrare le popolazioni afghane e – motivo vero – quello di creare difficoltà territoriali ai cinesi che stanno bruciando le tappe per lo sfruttamento di 33 miliardi di barili di petrolio scoperti da oltre un anno in Iran.  In questo quadro va letto il ruolo del potente generale Qasem Soleimani ucciso per aver favorito gli accordi con i cinesi. La questione libanese e palestinese sono coperture per distrazione di massa.

Tuttavia, gli USA ci vanno cauti con il caos. Una Cina presa alle strette, seguendo la doppia tattica confuciana, potrebbe procedere rapidamente ad una prima invasione della regione con un contingente iniziale di 5 milioni di soldati ottimamente addestrati ed equipaggiati con dispositivi ed armi ultramoderne, 10.000 carri armati con puntamento elettronico e 5.000 aerei con tecnologie poco conosciute grazie alla totale impermeabilità delle aree tecnologiche tutte costruite a 200 metri sottoterra e non rilevabili dai satelliti NSA. Nel frattempo, l’Impero Giallo potrebbe attuare una notturna opera di alloggiamento massivo di mine terra-aria telecomandabili da droni e da centrali sotterranee mediante protocollo 6G (quello successivo padrone del controllo totale della filiera Blockchain) intorno alla Corea del sud, Taiwan, Giappone, Australia, Filippine, Nuova Zelanda, Indonesia.

Non appena gli USA fanno una mossa di troppo, parte la reazione selettiva e aggressiva contro questi Paesi. Non a caso, Giappone e Taiwan hanno iniziato ad applicare alla chetichella i protocolli d’emergenza su tutto il loro territorio. Sui canali mondiali, ovviamente, non se ne parla.

Infine, io avrei molti dubbi sulla veridicità di molti filmati che in questi giorni girano in rete. Vengono riprese scene di occupazione dei Talebani/ISIS. I video sono troppi, sono martellanti. Sono tutti uguali, troppo uguali. Le scene sono troppo tranquille per essere una occupazione violenta di un territorio con civili che usualmente urlano e fanno confusione. Stessa “calmezza” presente nelle riprese degli pseudo-terroristi all’aeroporto di Colonia di qualche anno fa. Autori? La “fabbrica di Tavistock”. Viene di pensare che sia una recita con una sceneggiatura che raccoglie tutti i dettagli iconici inoculati nella immaginazione popolare dai registi del ridetto Tavistock Center vicino Londra. Gli operatori non vengono strattonati e/o picchiati a sangue. Nessuno dei guerrieri si inferocisce e sfascia le telecamere, non tagliano la testa, non pugnalano, non mandano al rogo. Non ci sono gli urli delle donne che, in preda a paura e allo spavento, fuggono in gran confusione in ogni direzione.

Il dubbio sulla veridicità dell’intera operazione è la diffusione solerte e troppo servile del sistema di informazione globale che i talebani hanno bloccato ogni violenza carnale, hanno deciso di riabilitare i detenuti se tornano a lavorare e proibiscono razzie.  Quanto è credibile questa “reconquista” alla camomilla da parte di popoli che hanno una lunga tradizione di vendicatività sanguinaria?

Mentre il 95% dei flussi informativi si sono alacremente attivati a diffondere le veline del Tavistock Institute e dei suoi imitatori statunitensi, io preferisco aspettare che la nube cognitiva sull’intera vicenda si diradi e faccia emergere un’altra PSYOP del tipo di Monaco, di Charlie Hebdo, di German Wings …

NIENTE È COME SEMBRA …

TEMI TRATTATI

Finta fuga USA, Afghanistan, Dottrina Biden, ISIS, Martiri di Al Aqsa, Pentagono, Charlie Hebdo, German Wings, Monaco, Violenze carnali, ISIS, Martiri di Al Aqsa, German Wings, Attentato di Monaco, Charlie Hebdo, Terrorismo, PSYOP, Guerra ibrida, Tavistock Institute, Attentato di Colonia, Qasem Soleimani, NSA, Protocollo 6G,Blockchain, Iran, Cina, Pakistan, Russia, India, Graham Martin, https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/34460, Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana