CHI BENEFICIA DEI GIOCHI DI GAZA E DI CHARLIE HEBDO

CHI BENEFICIA DEI GIOCHI DI GAZA E DI CHARLIE HEBDO

di Manlio Lo Presti (scrittore ed esperto di banche e finanza)

Come per le altre operazioni psicologiche, dette americanamente PSY-OPS (Psychological Operations), il procedimento ripercorre il metodo usato dalla gestione dello Psychovairuss. Le notizie sono diffuse in modo convulsivo, con voce concitata, con interviste a gente che piange, scenari di distruzioni identici a quelli trasmessi in precedenza e con la stessa cadenza, nessun riferimento a luoghi precisi, nessuna datazione. La percezione della gente deve essere martellata in modo che non sia in grado di ragionare, di assorbire le notizie ricevute a raffica e di inserirle in un quadro complessivo dove diversi eventi fra loro sono legati da uno stesso filo conduttore. Gli esperti del terrore hanno iniziato con i filmati frammentati e senza indicazione del contesto, ma non c’è il noto canale di Menlo Park a bacchettarli e a bloccarli con l’accusa di diffusione di notizie senza contesto. Le telecamere affannate riprendono di traverso come per far vedere che i filmati sono furtivi.
Tutta l’attenzione viene centrata sugli effetti e non sulle cause.
Fanno prevalere l’aspetto piangente e non il calcolo cinico dell’operazione. Non analizzano le autostrade finanziarie che fanno correre immensi finanziamenti ai destinatari “giusti”. E chi sono questi destinatari? Un quesito che non viene trattato perché è totalmente svanito il giornalismo di analisi e quindi di inchiesta. Nessuno intende cercare i responsabili o, perlomeno, ipotizzare i colpevoli, i pupari che muovono i fili di operazioni geopolitiche e belliche troppo costose per lasciarle in mano al caso. Troppi soldi. Parliamo di colpi di miliardi di dollari. Qualcuno crede che scienziati e pianificatori dei conflitti si lancino in massicci investimenti di soldi e di risorse umane senza aver anticipatamente valutato e pianificato scenari in modo ossessivo per mesi e anni per poi passare all’azione pratica?
Altro passaggio dell’operazione Palestina-Israele è l’attivazione dei dibattiti nelle ventuno trasmissioni politiche presenti nelle due reti maggiori e nella ultraatlantista allineata LA7. Sono precettati dozzine di “esperti”, opinionisti, attori, nani, ballerine, scrittori che non sanno nulla di geopolitica, politici trombati, ecc. Le stesse azioni sono state sistematicamente usate per l’operazione della “ecoansia” con attricetta piangente e ministro in lacrime di cui non si sente più parlare. Poi abbiamo avuto la passerella manicomiale della promozione dell’elettrificazione di tutto, soprattutto nel comparto automobilistico. Salvo casi isolati subito tacitati, non è uscita una vera propria inchiesta sulla tipologia di energia che tiene in piedi il carrozzone elettrico, che causa la morte di migliaia di bambini africani che estraggono a mani nude le materie prime per le batterie.
Le vaste e costosissime campagne giornalistiche sono concentrate sugli effetti e non sui mandanti, sui colpevoli, sui manovratori, sui finanziatori. Sarebbero notizie che aiuterebbero la cattura e la carcerazione dei pupari. Nello specifico, nessuno ha iniziato a sospettare che la maxioperazione palestinese sia stata allestita per nascondere il vero bersaglio angloamericano. Mi riferisco ai 23 miliardi di barili di petrolio che giacciono sotto la terra di Iran. Lo scontro Israele-Hamas ha lo scopo di provocare l’intervento iraniano che fornirebbe la giustificazione agli Usa di intervenire per tentare di radere al suolo il regime degli ayatollah. Teheran non dovrebbe cadere in questo tranello. Dovrebbe lasciare mano libera alle diverse divisioni di Hezbollah attualmente ben equipaggiate e molto pericolose. La regione diventerebbe ancora più instabile e pericolosa per Gerusalemme. Sarebbero coinvolti Siria, Libano, un numero crescente di stati arabi. Infine, nessuno fa notare che l’Iran non è bullizzabile come costoro hanno fatto con l’Iraq. Teheran possiede decine di testate nucleari di vario raggio che userebbe senza esitazione in caso di collasso finale, mandando in malora i miliardi di barili di petrolio che possiede.
Nessuno dei giornaloni e delle primarie agenzie internazionali hanno avanzato l’ipotesi che l’operazione Gaza sia la risultante di un accordo fra Hamas, creato dagli israeliani per colpire Arafat, e Israele per colpire i capi palestinesi assieme a tutta la popolazione spinta ai confini egiziani. L’Egitto non ha detto ancora nulla di significativo all’arrivo di due milioni di palestinesi. Come mai? Perché l’Egitto sa che l’intera “operazione” sarà bloccata quando l’Iran interverrà direttamente nell’operazione di rastrellamento di Gaza.
Anche in questo caso, gli Usa sperano in una operazione veloce di sterminio dell’area persiana. Sarà un altro errore, che causerà milioni di morti che non hanno alcun peso dentro il gioco grande mirante al saccheggio del petrolio iraniano. Nei sapientissimi e patinati dibattiti politici non vengono considerate le possibili reazioni di Russia e Turchia, e del Pakistan e, in crescendo, dei Paesi africani di religione islamica che – per ora – stanno a guardare ma non lo faranno per lungo tempo. Gli Usa hanno necessità di agire con rapidità. Perché non potranno gestire un’altra guerra di logoramento che li ha visti in difficoltà nel punteggiare l’Ucraina.
Nessuno ha apertamente analizzato la sequenza di benefici che porterà questa tensione e quali Paesi avranno vantaggi. I principali beneficiari sono come al solito gli Usa che sperano di saccheggiare l’immenso oceano di petrolio sottostante l’area iraniana. Un’operazione che peraltro dimostra che gli Usa non credono al paradiso green ossessivamente propagandato con restrizioni sempre più feroci solamente in Europa. Usa, India, Russia, Cina e il resto dell’Asia se fregano altamente, pur essendo i principali inquinatori della terra e contro i quali la bimbetta con le treccine si guarda bene dal lanciare accuse ed invettive finora riservate all’Europa, destinata al suicidio geopolitico ed economico.
Pochissimi – salvo alcuni fugaci cenni – stanno analizzando la possibilità molto alta di attentati fondamentalisti in Europa, e perché negli Usa e in Inghilterra non sembrano avere pari livello di rischio. Appunto, perché? Nel caso italiano, nessuno vieta di pensare che la temperie bellicista anti Hamas potrebbe creare attentati sanguinosi che autorizzerebbero i politici italiani a bloccare tutti i diritti civili consegnando la gestione del Belpaese ad un generalissimo con poteri draconiani, con un coprifuoco durissimo che potrebbe durare per un periodo superiore a quello dello psychovairus inflitto alla popolazione terrorizzata.
A proposito di Ucraina, l’apertura del fonte israeliano costituisce una scusa per mollare rapidamente le sabbie mobili ucraine dove la Nato non sfonderà mai, e di uscire dalla porta evitando di far scappare per l’ennesima volta dai tetti dell’ambasciata (caricati sugli elicotteri) i loro funzionari, spioni e killers assieme ai collaborazionisti, in pieno stile VietNam. Al variopinto e spaventato dittatorello sanguinario avranno già comunicato che da adesso la priorità è il sostegno ad Israele. Costui non è più di interesse degli americani, quindi può essere gettato in mare.
Nessuno si è fatto pubbliche domande sul perché i servizi di sicurezza non si siano accorti dei movimenti dei guerriglieri Hamas. Qualcuno crede che Israele, avendo a disposizione un sistema di protezione da 50 miliardi di dollari e duecento satelliti che si accorgono perfino del movimento di una lucertola, non abbia “visto” le camionette dei guerrieri Hamas?
Infine, nessuno che ha evidenziato la presenza di numerose somiglianze con l’operazione del Bataclan di Charlie Hebdo. Nessuno…
Aspettiamo che il giochino di Gaza provochi una reazione armata dell’Iran che potrebbe anche non abboccare. Vediamo.

FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/10/16/chi-beneficia-dei-giochi-di-gaza-e-di-charlie-hebdo/