IL SACCHEGGIO DEL PETROLIO IRANIANO PER STRANGOLARE LA CINA

IL SACCHEGGIO DEL PETROLIO IRANIANO PER STRANGOLARE LA CINA

di Manlio Lo Presti (scrittore ed esperto di banche e finanza)

Il racconto dei fatti violenti nella striscia di Gaza non deve far dimenticare lo scopo finale di tutta l’operazione. Sto leggendo i post di diversi gruppi WhatsApp dove sono iscritto. Stesso contenuto troviamo in tutti i giornali, televisioni, rete. Attenzione ossessiva al particolare infarcito di filmati senza data, senza specifica del luogo, senza fonti. Molte storie lacrimevoli per manipolare l’area emotiva del cervello con la stessa tecnica adottata per la indimenticabile campagna biennale del covid. Copione ripetuto ad oltranza con filmati e vittimismo.
Dirompente è la totale assenza di analisi geoeconomiche, fingendo che il denaro e la corsa con saccheggio delle fonti energetiche non siano il motore effettivo di qualsiasi azione umana nell’attuale ambito ultraliberista. Mentre la Siria è ancora oggi spolpata viva del suo petrolio dai soliti americani. Questo fatto è clamorosamente taciuto dalle solite centrali informative di terra, di mare e di aria allineate al pensiero atlantista e ultraliberista, appunto. Esse citano fattori storici, religiosi, geografici senza dire, furbescamente, che costituiscono la copertura di piani di saccheggio che da soli non starebbero in piedi.
In fondo, l’operazione petrolio, coperta dai fatti di Gaza, assomiglia alla teologia ecologica inventata dai colossi aziendali mondiali per distrarre il mondo dalle loro immani responsabilità dirette per il 95% dell’inquinamento del pianeta: si tratta di un’azione di diversione che intende incolpare con le campagne ecologiche i cittadini bianchi e occidentali. Stessa strategia di “promozione di mercato”. L’appropriazione militare del petrolio iraniano intende colpire il nemico assoluto degli americani che non è la Russia ma la Cina, principale acquirente del combustibile fossile.
Si diffonde nell’aria una nube tossica alimentata da complicate e barocche congetture irrogate (come si faceva nella PSYOP covid) da drappelli di “esperti” che vaticinano e fingono di litigare fra loro su chi ha ucciso i civili e come. Dettagli crudeli ma dettagli. Nessuno riesce ad avere, o peggio, non vuole avere, un approccio analitico globale degli eventi. Nessuno argomenta sulle rotte Israele -Iran – Cina – India e sul controllo dell’Asia. Nessuno, salvo poche e lodevoli iniziative condannate alla irrilevanza mediatica.
L’intera sarabanda disinformativa finirà di colpo, come sta accadendo adesso per l’operazione ucraina, se e quando l’Iran interverrà direttamente sul piano militare. Questa è la trappola dei soliti angloamericani.
L’azione di Teheran sarà usata come “casus belli” per giustificare una aggressione all’Iran come risposta alla sua partecipazione diretta. L’operazione “umanitaria 2.0” iraniana sarà condotta senza la preventiva autorizzazione dell’Onu, come avvenne per i bombardamenti in Serbia avvenuti con aperta complicità del governo D’Alema e del suo ben noto ministro della difesa del tempo che oggi parla di pace?
Da molto tempo gli USA stanno tentando di saccheggiare i 157,8 MILIARDI DI BARILI DI PETROLIO che sono sotto i piedi degli iraniani (https://www.money.it/classifica-Paesi-con-piu-petrolio-al-mondo). Questo è lo scopo nascosto dietro all’attuale conflitto di Gaza. L’attuale premier israeliano aumenta la pressione suscitando l’inquietudine del mondo arabo e, soprattutto, degli iraniani. Una parte della dirigenza di Teheran ha fiutato la trappola, ma l’ala interventista spinge per l’azione diretta sperando in una caduta del regime con il metodo “rivoluzione colorata”? Esiste una spaccatura dei vertici in corso?
Da parte sua, l’attuale premier israeliano intende deportare rapidamente verso l’Egitto due milioni di palestinesi. Gaza spopolata sarebbe occupata da nuovi coloni. C’è vantaggio per tutti tranne per i palestinesi, massacrati e deportati, e per l’Iran da sterminare e depredare. Non dimentichiamo che i coloni sono i sostenitori del premier in questa operazione, invece mal vista dagli israeliani che non vogliono essere trascinati in una nuova tempesta militare.
Come al solito, i morti sono un effetto collaterale. È sempre una questione di soldi. Il “piano petrolio” salta se l’Iran non ci casca e non interviene optando per il rafforzamento delle divisioni armate degli Hezbollah di osservanza sciita, creando disordini tali da rendere ingovernabile la Regione. Speriamo che i russi e i cinesi riescano a bloccare l’ala oltranzista iraniana “laica” che vuole un cambio di regime che porti loro soldi dalla svendita del petrolio e potere.
C’è qualcuno che, onestamente, crede che alle strutture israeliane di difesa spaziale sofisticatissime, e in perenne aggiornamento (del costo di 53 miliardi di dollari), di concerto con l’azione efficace ed efficiente del Mossad, dello spionaggio militare Aman e della sicurezza interna Shin Beth sia sfuggito l’arrivo di palestinesi su camionette e jeep? La stampa mondiale lo afferma a tamburo battente e senza pudore. Dubitare sempre e tentare di capire, oltrepassando la collosa melassa della menzogna.

FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/10/19/il-saccheggio-del-petrolio-iraniano-per-strangolare-la-cina/