APPELLO

http://temi.repubblica.it/micromega-online/beni-confiscati-cosi-il-decreto-sicurezza-favorisce-la-mafia/

APPELLO

FONTE: http://temi.repubblica.it/micromega-online/beni-confiscati-cosi-il-decreto-sicurezza-favorisce-la-mafia/

Preg.mo Presidente della Repubblica italiana Sergio MATTARELLA,
Preg.mo Primo Ministro Giuseppe CONTE
Preg.mo Ministro della Salute Roberto SPERANZA
Preg.mo Ministro dell’Istruzione Lucia AZZOLINA
rivolgo a Voi il seguente, accorato, appello.

I notiziari, i giornali, le agenzie, i media tutti, ripetono ormai continuamente le regole per contenere la pandemia da Sars-Cov-2. Una delle parole più usate è “distanziamento” perché gli assembramenti, o comunque gli spazi ristretti, favoriscono il contagio.
Ma la ricerca di locali idonei è ormai diventata un’emergenza nell’emergenza. Le autorità implicate nella gestione dell’emergenza sanitaria ne lamentano la carenza per scuole, ospedali e gli altri servizi pubblici in generale.
Con riferimento alla sanità il problema è particolarmente serio perché, tra le altre, compromette la possibilità di effettuare tamponi, nonostante la disponibilità data da molti medici di base.
La questione è stata evidenziata dalla stampa in un recente articolo riferito al Lazio dal titolo: “Beffa dei test rapidi i medici di base, ci sono i locali delle Asl no. Spazi troppo piccoli e mancanza di doppi ingressi: ambulatori non adatti a garantire l’esecuzione dei tamponi in sicurezza” (Camilla MOZZETTI, Messaggero del 24 novembre 2020).
Secondo lo scritto, nonostante ben 1700 medici su 4600 convenzionati in tutta la regione si siano dichiarati disponibili a effettuare i tamponi rapidi, paradossalmente, dopo che è partita la loro distribuzione, ci si è accorti che “.. mancano i locali per svolgere i test”, aggiungendo che, per sopperire alla carenza di spazi “Si vira sui centri anziani e sulle parrocchie” (MARANI e MOZZETTI, Messaggero del 24 novembre 2020”.
Si tratta di un serio problema, che peraltro supera i confini del Lazio e investe l’intero territorio nazionale, non solo per chi necessiti del tampone ma anche per coloro che sono tenuti alla quarantena o svolgono lavori a rischio contagio.
E che dire delle scuole? Poiché mancano aule capienti tali da garantire il distanziamento degli studenti, molti edifici scolastici sono costretti a restare chiusi o a fornire servizi parziali o con turnazioni.
Data la situazione emergenziale si potrebbe pensare che tutto ciò è inevitabile e che non ci sono alternative. Ma non è così!
Una soluzione c’è ed è a costo zero; potrebbe – se non risolvere – almeno fornire un contributo utile; è sotto gli occhi di tutti, ma, nonostante i ripetuti appelli della sottoscritta, continua ad essere ignorata.
Di cosa si tratta?
Dal 2010 opera in Italia l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).
A seguito della confisca, i beni de quibus vengono trasferiti al patrimonio dello Stato e si apre un procedimento per la scelta della loro destinazione.

Nelle “Linee Guida per l’amministrazione finalizzata alla destinazione degli immobili sequestrati e confiscati” elaborate dall’Agenzia si evidenzia come detta destinazione può riguardare “enti pubblici rappresentativi delle collettività territoriali danneggiate dalla criminalità organizzata o latu sensu riconducibili ad attività illecite” ovvero “pubbliche amministrazioni per finalità propriamente istituzionali”.
In tale contesto normativo l’Agenzia in questione ha pubblicato sul proprio sito un bando con scadenza prorogata al 15 dicembre 2020 che dà la possibilità a “Enti e Associazioni del privato sociale” di ottenere l’assegnazione “a titolo gratuito” di mille (1000) immobili confiscati in via definitiva affinché siano destinati a finalità sociali (ndr: Il bando è accessibile al seguente indirizzo: https://www.benisequestraticonfiscati.it/news/primo-bando-anbscper-l-assegnazione-diretta-di-beni-confiscati-ai-soggetti-del-terzo-settore-individuati-oltre-1-000-lotti-per-un-totale-di-1-400-particelle)
Avete capito bene!
Si donano mille (1000) cespiti tra appartamenti in condominio e indipendenti, magazzini, depositi, box auto, terreni, fabbricati rurali, fabbricati in corso di costruzione, ville, laboratori di arti e mestieri sparsi in tutta Italia, analiticamente elencati negli allegati al bando che chiunque può visionare nel sito dell’ANBSC. Immobili che si aggiungono a migliaia di altri in carico alla stessa Agenzia, sparsi in tutt’Italia.
Orbene alla luce della ratio istitutiva dell’Ente e considerate la grave emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e la conseguente crisi economica, apparirebbe opportuno, o meglio, doveroso, rivedere il richiamato bando.
I beni in esso elencati, infatti, potrebbero – rectius dovrebbero – essere utilizzati per sopperire alla denunciata carenza di spazi e, attraverso tale via, salvare vite umane.
E’ paradossale che, mentre vi è l’urgenza di individuare posti letto per la terapia intensiva e subintensiva, locali per le quarantene di medici, sanitari, soggetti in condizioni di fragilità, dunque intere categorie ad altissimo rischio, lo Stato non pensi di recuperare le centinaia di immobili confiscati alla criminalità.
Ancor più incredibile è che li offra gratuitamente ad associazioni per finalità che nulla hanno a che vedere con l’emergenza sanitaria, il che è in spregio a milioni di ammalati, sanitari e loro famiglie.
Senza mettere in dubbio il valore delle tante espressioni della società civile che operano per finalità più che encomiabili, in questo momento ciò che conta più di ogni altra cosa è salvare la vita e lo Stato ha il dovere di impegnarsi con ogni mezzo per questo che è il suo primario obiettivo.
Pertanto, stando così le cose, si invitano le Preg.me Autorità in intestazione a rivedere il bando più volte menzionato e a individuare, tra gli immobili in esso elencati, quelli utili per le necessità provocate dalla gravissima emergenza sanitaria, mettendoli a disposizione del S.S.N. per medici, operatori sanitari, esercenti servizi pubblici, ammalati, soggetti a rischio o in quarantena.
Ove ciò non avvenisse, si sappia e si affermi con forza che lo Stato ha potuto ma non ha fatto tutto ciò che doveva e poteva per salvaguardare la salute dei propri cittadini!

Roma, 27 novembre 2020

Avv. Prof. Pietrina SOPRANO

Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma

Professore in discipline Giuridiche ed Economiche presso IPSEOA “A. Celletti” di Formia

Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università “La Sapienza” di Roma

Referente per l’Educazione civica presso IPSEOA “A. Celletti” di Formia

 

TEMI TRATTATI

 

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