Lettera Politica N. 811

Qualche mese fa, in tempi non sospetti, Zaia aveva deciso di assumere 500 neo-laureati in medicina per sopperire alla carenza di medici. Apriti cielo! Subito era stato criticato dicendo che che non si poteva, perché non erano né specializzati né specializzandi. Oggi di fronte all’emergenza il governo ha autorizzato l’assunzione di 20 mila fra medici e paramedici: Zaia aveva ragione. Chi gli ha messo i bastoni fra le ruote dovrebbe chiedere scusa. Come dovrebbero chiedere scusa agli italiani i fautori del numero chiuso a Medicina che ha impedito a molti giovani di accedere al corso di studi che li avrebbe portati a diventare medici.
L’Officina non s’è mai stancata di denunciare il disinteresse dei governi per le politiche sanitarie e il numero chiuso come un danno per la collettività. In realtà si chiamerebbe “numero programmato”. Programmato secondo il fabbisogno di medici. Invece la programmazione non l’ha fatta il Ministero della salute, bensì quello dell’Università, sulla base di esigenze didattiche. Sono gravi le responsabilità di chi non è stato in grado di prevedere quanti medici sarebbero serviti e di contemperare le esigenze della didattica con quelle della salute degli italiani. Se non si fosse perseverato in questo errore oggi il sistema sanitario sarebbe più attrezzato ad affrontare l’emergenza.
Un’altra grave responsabilità incombe sulla testa dei governi che hanno attuato le politiche di austerità a causa del “debito pubblico”, nel cui nome sono stati progressivamente tagliate le risorse destinate alla salute per dirottarle altrove, per salvare banche, per l’accoglienza, per mantenere gli immigrati clandestini a 35 euro al giorno, per pagare il reddito di cittadinanza ecc. Adirittura s’è inserito in Costrituzione il “pareggio di bilancio“! Un’aberrazione che oggi balza all’occhio in tutta la sua gravità.
Adesso non è il momento della polemica. Dobbiamo stare tutti uniti per vincere la tremenda battaglia contro il coronavirus. Ma poi, quando ne saremo venuti fuori, qualcuno dovrà pur assumersi le sue responsabilità.