RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI  27 DICEMBRE 2021

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 

27 DICEMBRE 2021

A cura di Manlio Lo Presti

Il giusto tacere tace anche a se stesso. Perciò esso parla in certi tempi e che lo faccia solo nella saga della scrittura.

MARTIN HEIDEGGER, Note I-IV, Quaderni neri 1942-1948, Bompiani, 2018, pag. 482

 

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SOMMARIO

Chi tuona contro Cina e Russia “dimentica” di parlare degli orrori USA e della fuga dei collaborazionisti …
Omicron: contrordine!
NASCE IN OCCIDENTE UNA NUOVA RELIGIONE VACCINALE
Speranza ha fatto un buon lavoro (per Schwab)
Ucraina: il grande pericoloso gioco
Die Welt – NATO mette le forze di crisi su una maggior prontezza
Il mistero di Dante e i molteplici significati delle parole
Il dottor Malone contro il letale decepticon
Andrew Korybko: «La crisi energetica è dovuta all’attuazione accelerata delle cosiddette ‘politiche verdi’ radicali»
Bonus 2022, dall’edilizia alla famiglia quali resteranno e quali saranno cancellati
Come la Gazzetta Ufficiale crea i malati di Covid
Il suicidio multiculturale della Germania
Bergoglio nominato guida morale dalla fondazione dei Rothschild
“Non ci arrenderemo mai”: Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto
Paragone: “Draghi? Un banchiere di Goldman Sachs che fa da garante per il Pnrr”
Assassinio sul Nilo: Hyksos, l’origine di tutti i nostri guai?

 

 

EDITORIALE

Chi tuona contro Cina e Russia “dimentica” di parlare degli orrori USA e della fuga dei collaborazionisti

Manlio Lo Presti – 27 dicembre 2012

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/17/afghanistan-i-sindaci-pronti-ad-accogliere-le-famiglie-dei-collaboratori-in-fuga-dal-paese-lanci-a-disposizione-la-nostra-esperienza/6293866/

Sul suo profilo Facebook un noto ex ambasciatore ed ex ministro degli esteri italiano nel 2011, continua copiosamente ed ininterrottamente ad inserire riflessioni e valutazioni geopolitiche solo e ossessivamente contro la Cina e la Russia. Si tratta di uno strabismo cognitivo molto diffuso fra i componenti di una numerosa genia di personaggi ben inseriti negli snodi principali delle strutture italiane.

Essi perseguono metodicamente ed incessantemente gli interessi nordamericani nella ex-italia e quasi sempre contro gli interessi nazionali della ex-italia!!!

Essi costituiscono un articolato gruppo di influenza e di condizionamento trasversale che esercita pressioni sui parlamentari, sulle articolazioni della difesa, sulle industrie ad alta tecnologia specialmente farmaceutica, meccanica, bancaria e finanziaria, sul governo e sul Quirinale a livelli spesso intollerabili e sovente ignobili!

Essi agiscono in modo morbido e, quando necessario, in modo risoluto ricorrendo anche all’assassinio mediante finti incidenti stradali ai danni delle persone-bersaglio e ai loro parenti di cui i canali informativi ufficiali non parlano mai.

La loro presenza è numerosa e inserita tentacolarmente in istituzioni dai nomi altisonanti o, all’opposto, in strutture aventi intestazioni banali (le più pericolose). Presenze elusive e sconosciute al passante frettoloso che vi passa accanto. La loro esistenza è certificata solamente da targhe d’ottone avvitate ai portoni di una Roma antica e sonnacchiosa, nei quartieri più ricchi, spesso situate intorno alle sedi parlamentari, ministeriali, industriali, bancari. Basta avere una migliore attenzione per accorgersi che il fenomeno è di una vastità sconcertante: sigle illeggibili, studi professionali legali, commerciali, istituzioni universitarie private, associazioni che agiscono per scopi benefici, strutture iniziatiche religiose, esoteriche, religioni di estrazione USA, ecc. ecc. ecc.

L’illustre esponente di questo ceto seminascosto evita scientificamente e chirurgicamente di parlare degli USA dove quei crimini, da lui descritti giustamente e magistralmente per Cina e Russia, sono pariteticamente commessi e anche con maggiore misura in Nordamerica.

  • Si pensi che gli USA hanno un numero di detenuti che è il doppio di quelli riferiti al resto del pianeta!
  • Si pensi che gli USA hanno ben trecentottanta milioni di armi automatiche di assalto.
  • Si pensi che gli USA hanno il più alto numero di omicidi al mondo.
  • Si pensi che gli USA hanno un tasso di disoccupazione che sorpassa le percentuali tragiche dei Paesi sudamericani e africani, forse sorpassati dai livelli di disoccupazione biblica che affligge l’Europa da oltre un decennio!
  • Si pensi che gli USA hanno gravissimi problemi razziali che generano ineguaglianze intollerabili e povertà diffusa.
  • Si pensi che gli USA hanno dislivelli sociali degni un paese sudamericano a africano, ma tutto questo viene definito democrazia meramente commerciale da esportare nel mondo.

Il preclaro ex diplomatico atlantista “dimentica” sistematicamente di parlare degli USA ma resta attentissimo a sparare contro i due colossi. Questo strabismo cognitivo non fa onore al suo illustre passato! Un vero peccato!

Il preclaro ex diplomatico avrebbe sicuramente molto da dire sui temi sopra elencati, anche e soprattutto su aspetti non ancora noti dell’impero americano in progressiva dissoluzione per volontà dei colossi commerciali mondiali che intendono demolire ogni ostacolo che rallenta la loro operatività, USA compresi!

Senza pretende di essere esaustivo, ma abbastanza segnaletico, provvedo io a ristabilire la PAR CONDICIO INFORMATIVA SUGLI ORRORI USA NEL MONDO, mentre egli ci informa (e temo, anche disinforma) egregiamente per Russia e Cina. Leggere per credere!

Il primo è un articolo apertamente atlantista:

https://www.facebook.com/100044614081363/posts/469664887863977/ – A #NATALE, RICORDIAMO LE DONNE IN CARCERE, E COME #PECHINO SILENZIA GLI #STUPRI…

Questi sono articoli sugli USA … per par condicio informativa:

https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/ACMI0i3 – Uber svela negli Usa seimila casi di abusi sessuali in due anni

https://www.nessunotocchicaino.it/notizia/ntc-confronto-tra-stati-uniti-e-italia-60324661

https://www.agi.it/cronaca/assicurazione_polizza_stupro_violenza_sessuale-2136159/news/2017-09-10/

https://www.nessunotocchicaino.it/notizia/usa-indagine-della-reuters-oltre-3-000-morti-l-anno-nelle-prigioni-statunitensi-60316439

https://www.antigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/01-politiche-internazionali/        Tasso di detenzione USA più alto del mondo

Aggiungo articoli sul fenomeno dei collaborazionisti USA in fuga:

https://www.ilriformista.it/afghanistan-riecco-i-talebani-tagliagole-collaboratori-degli-occidentali-cercati-casa-per-casa-242321/

https://www.globalist.it/intelligence/2021/08/20/caccia-ai-collaborazionisti-e-ricerca-di-alleati-all-estero-il-doppio-binario-dei-talebani/

https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/afghanistan-sconfitta-impero-neocoloniale-analogie-con-1945-e5wo9llf

https://www.open.online/2021/08/21/afghanistan-talebani-rastrellamenti/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/17/afghanistan-i-sindaci-pronti-ad-accogliere-le-famiglie-dei-collaboratori-in-fuga-dal-paese-lanci-a-disposizione-la-nostra-esperienza/6293866/

La storia si ripete.

Sia pure con alcune varianti, la storia si ripete!

Da notare che l’ex diplomatico – forse italiano – fa parte di una folta schiera di strapagatissimi e sistematici danneggiatori degli interessi nazionali della ex-italia preferendo apertamente schierarsi con gli USA. Rispetto a questo problema, non si comprendono le posizioni dei nostri servizi segreti, forse troppo compromessi e sottomessi a quelli nordamericani!

Non mi sorprenderebbe che un giorno questa massa informe, molle, elusiva e totalmente parassitaria di collaborazionisti dovesse fuggire disordinatamente verso aerei ed elicotteri USA ammassati negli aeroporti ripetendo le ignobili scene in Corea, a Saigon e recentemente in Afghanistan, con la fuga caotica e urlante di quasi tutti i collaborazionisti USA che sarebbero uccisi dai restanti per conti ancora aperti e per soprusi subiti …

È l’ipocrisia bellezza!

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Omicron: contrordine!

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Si riparte, come nel gioco dell’oca, dalla prima casella. In questi giorni, dopo oltre 20 mesi, siamo ritornati alla storia del “paziente zero”, che non è più di Codogno ma di Caserta, in transito in Lombardia proveniente da Monza-mbico, che non è in Brianza. Il paziente è pluri-vaccinato, risulta positivo al controllo, come anche la sua famiglia, tutta positiva al test sulla nuova variante del virus (il sindaco di Caserta nel frattempo chiude le scuole frequentate dai figli). Il caso è interessante per molti aspetti, primo tra tutti il fatto che un vaccinato si infetti di nuovo, risultando a sua volta contagioso per altri vaccinati, che si contagiano, come non avessero le protezioni attese.

Il caso è da manuale visto che in Italia è stato costruito un poderoso sistema di controllo -il Green Pass- composto da norme restrittive della libertà individuale basato sull’ipotesi che i vaccinati non contagiano e solo loro forniscono una sicurezza epidemiologica. E’ la Caporetto delle certezze tecnologiche.

Tutto ha inizio in Sudafrica verso la fine di novembre, quando viene segnalata una nuova variante di coronavirus denominata Omicrom, un suono poco rassicurante, invece è solo la 15° lettera dell’alfabeto greco. Nel giro di pochi giorni i giornali e i TG si buttano a capo fitto nella novità imponendola come principale news.

L’OMS ha subito messo una sua autorevole parola, pubblicando nel sito web il seguente comunicato: Il 26 novembre 2021, l’OMS ha designato la variante B.1.1.529 una variante di preoccupazione, denominata Omicron, su consiglio del Technical Advisory Group on Virus Evolution (TAG-VE) dell’OMS. Questa decisione si è basata sulle prove presentate al TAG-VE che Omicron ha diverse mutazioni che possono avere un impatto su come si comporta, ad esempio, sulla facilità con cui si diffonde o sulla gravità della malattia che causa.”

Venerdì 26 si registra un cedimento, quasi un piccolo crollo delle borse, Repubblica titola: La nuova variante spaventa i mercati: tonfo dei listini Ue, persi 390 miliardi. Milano -4,6%.

Il mix di paura e incertezza è quasi servito, con abbondanza di preoccupazioni sul futuro economico e sul Natale in arrivo. Due giorni dopo Repubblica intervista la d.ssa Angelique Coetzee, che ha scoperto la variante. La ricercatrice afferma, come riporta Adnkronos il 29 novembre, che “i sintomi sono molto lievi e sono uguali per vaccinati e non. I pazienti ora stanno molto bene, e a breve li ri-testeremo. Nessuno ha presentato problemi degni di nota. E consideri che siamo arrivati al dodicesimo giorno dalla scoperta. Si sono ripresi tutti velocemente, in due-cinque giorni”.

Alla domanda su come valuta la reazione internazionale e le misure intraprese per evitare l’entrata della nuova variante, risponde:

“Esagerata. Sono d’accordo con il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa. Sicuramente vedremo altri casi con questa variante, ma non sono davvero malati. Avrei capito la chiusura e la paura se avessimo assistito all’esplosione di effetti gravi. Ma non li abbiamo visti. Nessuno di loro è stato mai ricoverato”

Ora cosa si fa? Potrebbe esserci un qualcosa di simile ad un “Contrordine, compagni!”, come amava raccontare Giovannino Guareschi, nel prendere in giro la fiducia cieca dei militanti nel partito, oggi prontamente sostituito con la tecnica farmacologica delle multinazionali. Potrebbe cadere il castello di carte e certificati. Non pare che sia possibile, troppi interessi in gioco. Però la vicenda è limpida nello svelare i meccanismi contorti della comunicazione e della politica, sindacati compresi. Si arriva a mercoledì  1° dicembre il Corriere nell’occhiello in prima finalmente riporta “Caos per le notizie incerte su Omicron“. Il famoso contrordine è arrivato.

C’è bisogno di capire meglio i numeri, le statistiche ufficiali, su questa epidemia che si sta trasformando in sindemia, almeno in alcune regioni italiane. Rimando al mio intervento nella Tv privata LE FONTI visibile anche in differita su YouTube a questo indirizzo:

Super green pass: quanto è giusto? (lefonti.tv)

dove vengono esposte le cifre, le statistiche  reali sulla pericolosità e sui danni del virus sars-cov-2 e dei provvedimenti normativi.

Daniele Vittorio Comero

FONTE: https://www.civica.one/omicron-contrordine/

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

NASCE IN OCCIDENTE UNA NUOVA RELIGIONE VACCINALE

L’appello francese sottoscritto da più di 2.000 accademici, medici e operatori sanitari

Thomas Fazi – 22 Dicembre 2021

Gli appelli del governo francese alla vaccinazione dei bambini seguono l’autorizzazione da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) dell’uso dei vaccini sperimentali contro il Covid-19 nei bambini dai 5 agli 11 anni, che a sua volta segue l’autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) americana (comunicato stampa del 29 ottobre). Per ora questa autorizzazione riguarda solo il vaccino Pfizer-BioNTech, ma è necessario continuare a smaltire le dosi del vaccino Moderna nei vaccinodromi. In Francia, l’Haute Autorité de santé (HAS) [l’equivalente francese dell’Istituto superiore di sanità italiano] si è accodata poco dopo, proponendo (il 20 novembre) di vaccinare tutti i «bambini fragili», vale a dire «tutti coloro che presentano un rischio di sviluppare una forma grave della malattia e di morire e coloro che vivono nell’entourage di persone immunocompromesse o vulnerabili non protette dalla vaccinazione».
L’HAS la definisce «strategia del bozzolo», un nome apparentemente benigno, che maschera il fatto che i bambini sono molto meno contagiosi dei loro genitori e dei loro insegnanti (come dimostra uno studio dell’Institut Pasteur). E l’HAS ha già annunciato che «deciderà in seguito sull’importanza di ampliare questa vaccinazione». Il primo gruppo (i bambini “a rischio”) riguarderebbe già almeno 360.000 persone. Ma, stranamente, l’HAS non indica quante sarebbero invece le persone appartenenti al secondo gruppo, quello dei «bambini dai 5 agli 11 anni che vivono nell’entourage di persone immunocompromesse o vulnerabili non protette dalla vaccinazione».
Va detto che, secondo il governo, il tasso di vaccinazione delle persone sopra i 65 anni in Francia supera il 92 per cento, per cui non è chiaro quante «persone immunocompromesse o vulnerabili» aspettino ancora di essere vaccinate. Ma i numeri non contano; l’importante è continuare la grande marcia in avanti verso la vaccinazione di massa (e ripetuta ogni sei mesi) di tutta l’umanità. Questa è la nuova religione che si sta diffondendo nel mondo e che permette a Pfizer e Moderna di realizzare un profitto di 1.000 dollari al secondo, il tutto orchestrato dai loro vassalli locali, ovverosia la maggior parte dei governi occidentali e degli istituti internazionali – a cominciare dalla Commissione europea, la cui presidente Ursula von der Leyen, che ha orchestrato la grande operazione vaccinale, ha un figlio che lavora per McKinsey e un marito che gestisce un’azienda di biotecnologie focalizzata sulle terapie geniche.
Propaganda di massa
Per raggiungere questo obiettivo, i governi (e i tanti giornalisti al loro servizio) non si fanno scrupolo di usare tutto l’armamentario dei tradizionali strumenti di propaganda. La logica di fondo è quella già illustrata da Jacques Ellul sessant’anni fa (“Propagandes”, 1962): «Accanto alla propaganda d’agitazione [dei rivoluzionari, dei golpisti, dei terroristi] esiste la propaganda d’integrazione, che è la propaganda delle nazioni evolute, caratteristica della nostra civiltà. È una propaganda che ha lo scopo di produrre conformismo. In democrazia, è necessario coinvolgere i cittadini nelle decisioni dello Stato. Questo è il grande ruolo della propaganda. Dobbiamo dare ai cittadini la sensazione di aver voluto le azioni del governo, di esserne responsabili, di essere impegnati nel difenderle e nel garantire il loro successo».
Questa è la base di ciò che oggi viene chiamata teoria dei nudge, un termine nuovo dietro cui si nascondono vecchie tecniche di marketing. Questa moderna concezione della propaganda risale al periodo tra le due guerre mondiali. Uno dei suoi maggiori teorici era Edward Bernays, il cui lavoro di propagandista e pubblicista era basato sull’idea che «la massa è incapace di giudicare correttamente la cosa pubblica e che gli individui che la compongono sono incapaci di esercitare il ruolo di potenziali cittadini che una democrazia richiede a ciascuno di loro: insomma, che il pubblico, in fondo, costituisce per il governo della società un ostacolo da aggirare e una minaccia da evitare», come sintetizza la prefazione francese a uno dei suoi libri.
La prima base permanente di questa propaganda è la paura, che permette di porre i soggetti in uno stato di suggestionabilità. Per esempio, dopo aver a lungo negato l’esistenza delle varianti, il governo francese le ha poi utilizzate per rinnovare costantemente questa strategia della paura. Ogni nuova variante permette così di rilanciare l’idea di continue nuove “ondate” in procinto di travolgerci, e di giustificare nuovi passi verso la vaccinazione di massa, distogliendo l’attenzione dalle vere cause della mortalità causata da questi virus. Cause che sono principalmente da un lato la crescente proporzione di persone con malattie ambientali croniche (obesità, diabete, insufficienza cardiaca o respiratoria ecc.), dall’altro la terzomondializzazione del servizio sanitario pubblico.
Segue poi la tecnica propagandistica dei «camici bianchi e dei distintivi di grado» ben descritta da Etienne Augé (“Petit traité de propagande. À l’usage de ceux qui la subissent”, 2007). Essa consiste nell’«appellarsi a individui che hanno, in virtù del loro titolo, grado o mandato, un’autorità sociale suscettibile di beneficiare di una credibilità che non ha nessuna correlazione con le loro affermazioni e di provocare nel pubblico un’adesione alle loro idee, ai loro argomenti e alle loro azioni». Di conseguenza, assistiamo nei media «alla comparsa di specialisti-professionisti, capaci di intervenire su argomenti di cui talvolta non hanno sufficiente conoscenza ma sui quali riescono ad esprimersi con un linguaggio convincente.
Il loro discorso è percepito dalla maggior parte dei non specialisti come un parere competente perché ci si è presi la briga di presentarlo come tale, ad esempio tramite l’uso, in televisione, di sottopancia che evidenzino i loro titoli – medico, professore, generale ecc. –, nonché la loro area di competenza». Naturalmente, perché ciò funzioni, è necessario occultare i loro numerosi legami con le compagnie farmaceutiche.
Inoltre, governi come quello francese fanno un uso massiccio di un altro classico della propaganda di Stato che Etienne Augé chiama «falsa scelta». Essa consiste nell’«offrire al pubblico una scelta, come se spettasse a loro decidere e scegliere l’opzione migliore, sapendo in anticipo quale sarà il risultato di questa “consultazione”. Così, il propagandista mette il pubblico di fronte all’alternativa tra una scelta inaccettabile che sarà necessariamente respinta e un’opzione che apparirà come indesiderata ma inevitabile di fronte all’entità della minaccia». Vaccinazione di massa o nuovo lockdown. Vaccinazione di massa o morte.
La storia è stata scritta in anticipo per chi la sa riconoscere: «la falsa scelta viene usata principalmente per giustificare sacrifici o annunciare misure drastiche. Non è raro, in questi casi, usare espressioni preoccupanti, perché l’obiettivo è dimostrare che esiste un’unica soluzione per prevenire un disastro». E l’autore conclude che il leader politico deve dunque «imporsi come il salvatore che sa apprezzare l’altruismo del suo “gregge”. Può chiedere che gli siano sacrificate alcune libertà primarie per meglio garantire “l’incolumità di tutti” nei momenti difficili. Questa tecnica si trova all’origine della maggior parte dei sistemi di dominazione di massa che sfociano in dittature».
Infine, la famosa tecnica della rana bollita: se immergete una rana nell’acqua bollente salterà subito fuori, ma se la immergete nell’acqua fredda e portate gradualmente l’acqua a ebollizione, la rana diventerà insensibile e alla fine morirà senza neanche accorgersene. I governi fanno regolarmente ricorso a questa tecnica, per esempio giurando che questo o quell’obbligo non sarà mai introdotto o che quella determinata categoria della popolazione non sarà mai colpita, per non allarmare la popolazione. Per poi avvicinarsi a quell’obiettivo a piccoli passi. La vaccinazione, dunque, era inizialmente riservata agli anziani e agli operatori sanitari. Successivamente, è stata progressivamente estesa agli adulti nelle fasce di età più basse, per poi passare agli adolescenti, e infine ai bambini. Oggi sono solo i bambini ritenuti “fragili” a svolgere il nobile ruolo di protettori della comunità. Ma un domani saranno tutti.
La realtà ha poco a che fare con la propaganda
La realtà si prende gioco di queste manipolazioni dei popoli. Questo si può riassumere in cinque osservazioni. La prima è che la cosiddetta “pandemia del secolo” non ha mai minacciato le persone al di sotto dei 60 anni. Se c’è una categoria di persone che statisticamente non rischia nulla, sono proprio i bambini. Le statistiche sulla mortalità riferite dall’istituto nazionale di statistica mostrano inoltre che le persone di età inferiore ai 25 anni hanno sperimentato una mortalità inferiore nel 2020 e nel 2021 rispetto al 2019. Per quanto riguarda quelli di età compresa tra 25 e 49 anni, generalmente non hanno visto alcuna differenza. Tra l’altro, nel periodo giugno-novembre 2021, non si registra nessuna mortalità in eccesso nemmeno nella fascia di età 50-64.
La seconda osservazione è che non è giustificato annunciare sistematicamente il peggio, come avviene oggi a proposito di una presunta imminente “quinta ondata”. Tanto per cominciare, è del tutto fuorviante fare riferimento alla curva dei “casi positivi” (che dipende da molti fattori, a cominciare dalla frequenza dei test) come se rappresentasse la curva del numero di “ricoverati”. La stragrande maggioranza delle persone che contrae questo virus ha sempre avuto pochi o nessun sintomo. È vero che di recente stiamo osservando una lenta risalita dei ricoveri e dei decessi, ma è così ogni anno all’inizio della stagione invernale. Secondo i dati della rete Sentinel (rete francese che esiste dal 1984 e che costituisce un campione di alcune centinaia di medici di medicina generale che lavorano nel campo delle malattie infettive), il numero di pazienti attualmente ricoverati è attualmente ben al di sotto non solo delle due principali epidemie di Covid (marzo-aprile 2020 e ottobre-novembre 2020), ma anche degli anni di forte influenza stagionale. Ciò significa che la specificità dell’epidemia di Covid probabilmente non risiede nella sua intrinseca pericolosità, ma piuttosto nella risposta terapeutica, o meglio nell’assenza di una risposta terapeutica, data la scelta del governo di privilegiare prima le misure non farmaceutiche (lockdown, coprifuoco ecc.) e poi la “soluzione vaccinale”.
La terza osservazione è che la vaccinazione si sta muovendo verso una copertura del 100 per cento della popolazione generale senza che ciò modifichi la dinamica delle nuove epidemie causate dalle varianti. Questo si era già visto nel caso della variante Delta (indiana) la scorsa estate e lo vediamo oggi nel caso della variante sudafricana nota come Omicron (apparentemente meno pericolosa delle precedenti ). La conclusione è ovvia: il salvataggio tramite la vaccinazione è un mito. Come tutte le religioni, si basa solo sulla fede dei credenti. La realtà, visibile da diversi mesi, è che la vaccinazione non ferma la diffusione dell’epidemia. È risaputo, infatti, che la vaccinazione non previene il contagio e la trasmissione del virus.
La quarta osservazione è che, come tutte le ideologie religiose o laiche, la vaccinazione di massa è una struttura psicorigida cieca a qualunque effetto collaterale e sorda a qualsiasi domanda. Questo è il motivo, per esempio, per cui è tabù parlare dei gravi effetti collaterali legati alla vaccinazione dei giovani. Ma la realtà è lì e non potrà essere nascosta all’infinito sotto il tappeto. I seguaci della nuova religione hanno fatto di tutto per negare qualsiasi rilevanza dei dati di farmacovigilanza, che erano disponibili già la scorsa estate. Ma non potranno fare nulla contro il crescente volume di pubblicazioni scientifiche che documentano in particolare i rischi senza precedenti di problemi cardiaci (trombosi, pericarditi, miocarditi) negli adolescenti vaccinati. In altre parole, il rapporto rischio-beneficio è nettamente sfavorevole alla vaccinazione dei giovani. Per questo motivo diversi paesi scandinavi hanno già rinunciato a iniettare nei giovani i vaccini mRNA, a cui si è unito pochi giorni fa il Giappone. Inoltre, quando il governo si è consultato con il Comitato etico consultivo nazionale, il 27 aprile del 2021, quest’ultimo ha concluso che «la vaccinazione dei bambini sotto i 12 anni non sembra eticamente e scientificamente accettabile». Ma a chi interessa ancora l’etica?
Infine, la quinta e ultima osservazione è che questa ideologia industriale e scientista della vaccinazione di massa svolge lo stesso ruolo che ha giocato la religione nelle crisi del passato. Ha i suoi sommi sacerdoti e i suoi devoti, che monopolizzano più che mai il dibattito televisivo. Ha la sua inquisizione mediatica che scomunica i pensatori non allineati e sogna di poterli bruciare come una volta si faceva le streghe. E produce in maniera massiccia capri espiatori (i non vaccinati) che vengono trattati come un tempo venivano trattati i malati di peste o i lebbrosi, e più recentemente le vittime dell’AIDS, che Jean-Marie Le Pen voleva rinchiudere nei «sanatori». Questa situazione è tanto più assurda in quanto il vaccinato di oggi sarà il non vaccinato di domani, dato che tutti i diritti concessi verranno messi in discussione per coloro che non prendono la terza dose, e poi la quarta (già anticipata da Jean-François Delfraissy, presidente del Comitato tecnico-scientifico francese), la quinta, la sesta ecc.
Sebbene il “lasciapassare sanitario” si basi si una menzogna spudorata (lo ripetiamo: la vaccinazione non blocca l’infezione o la trasmissione), la sua logica discriminatoria viene dispiegata in modo drammatico da diversi mesi. E come se la perdita del lavoro e l’impossibilità di accedere a ristoranti, luoghi culturali ecc. non bastassero, i governi europei oggi stanno facendo a gara tra di loro per inventarsi nuove forme di vessazione nei confronti del nuovo nemico pubblico n. 1: il non vaccinato. In Austria, per esempio, ormai si discute apertamente di multare, punire e rinchiudere i non vaccinati.
Questa morbosa logica discriminatoria, che viola tutta una serie di diritti umani che si ritenevano essere “inalienabili”, mette i cittadini gli uni contro gli altri e sarà sicuramente descritta un giorno dagli storici come una sorta di follia collettiva orchestrata da persone che avevano perso ogni senso dei valori democratici e dei diritti umani. Non possiamo rassegnarci e tacere di fronte a un simile disastro intellettuale e morale.

THOMAS FAZI

Economista e saggista. Autore con W. Mithchell di “Sovranità e barbarie” (Meltemi). Su twitter:  @battleforeurope

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-nasce_in_occidente_una_nuova_religione_vaccinale_lappello_francese_sottoscritto_da_pi_di_2000_accademici_medici_e_operatori_sanitari/33535_44488/

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Speranza ha fatto un buon lavoro (per Schwab)

Giusto per non dimenticare mai come stiano realmente le cose… qual è il paese europeo che ha avuto il MINOR eccesso di mortalità nel biennio 2020-2021?

Suggerimento: è l’unico dove non hanno fatto nessun lockdown (devastatore dell’economia e della psiche della povera gente) e non hanno mai obbligato la popolazione ipnotizzata a girare con umidi cenci batterici sul volto…

 

neuropediatri

Ha distrutto i più piccoli. Ha tolto a tutti noi la gioia di vivere.

speranzassn

Proprio mentre lo sta abolendo (i cancri non si curano più)
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/speranza-ha-fatto-un-buon-lavoro-per-schwab/

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Ucraina: il grande pericoloso gioco

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Da circa un mese si sente discutere parecchio di Ucraina, di minacce e contro minacce. Biden fa la voce grossa, per quel che gli riesce. “L’ammassamento di truppe continua” ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nella recente conferenza stampa riferendosi alle grandi manovre militari in Russia verso il confine con l’Ucraina. “Faremo tutto il necessario per assicurare la sicurezza dei nostri alleati“, ha proseguito il segretario generale sottolineando come al contempo “l’Alleanza atlantica rimane pronta al dialogo per favorire la de-escalation“. Uno strano concetto questo, come se la Russia dovesse chiedere il permesso a Joe Biden per le proprie manovre militari sul suo territorio.

Abbiamo chiesto un parere all’ambasciatore Sergio Vento, che è stato consigliere diplomatico di numerosi presidenti del Consiglio, di grande esperienza internazionale, già ambasciatore a Washington, Parigi e all’ONU.

Ambasciatore che cosa sta succedendo in Ucraina?

Tutto è nato nella primavera del 2014, dopo la rivolta popolare di piazza Maidan a Kiev e l’annessione della Crimea alla Russia.

Queste manovre militari con movimenti di reparti alle frontiere rivela l’intenzione di Putin di trattare le numerose questioni aperte con gli USA, la Nato e Kiev, più che di invadere il Donbass. Speriamo che il surriscaldamento dei toni sia solo una parte della scena.”

Se si osserva la mappa geografica si nota che l’oggetto del contendere è una modesta regione situata nel punto più a est dell’Ucraina e quindi dell’Europa. Che importanza ha il Donbass?

L’Ucraina è una nazione slava composita, enorme da un punto di vista geografico, che va da Leopoli a ovest, lungo tutto il mar Nero fino al Donbass a est. E’ una terra che è stata sempre contesa nei secoli, per il fatto che non ha difese naturali. Il Donbass però è una regione industrializzata, con alta presenza di miniere e impianti siderurgici per la produzione di acciaio. Produzioni non più strategiche. Una volta sarebbe stata un’area importante.”

( nella mappa si vedono le due piccole repubbliche situate del Donbass -in rosso- Immagine tratta da ilquotidianoditalia.it)

Allora, che cosa rende così nervosa la Russia in questa vicenda?

La minaccia di un allargamento della Nato a est, fino a inglobare ex territori dell’Urss come l’Ucraina. L’adesione al Patto atlantico è ritenuta una provocazione e una minaccia politico-militare insopportabile per Putin, e dai russi in generale. In trent’anni la Nato – Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico – si è allargata molto, quasi a dismisura verso est.”

Soluzioni nel breve periodo ci sono?

Il rilancio dei negoziati a quattro di Minsk – con Francia e Germania nel ruolo di mediatori e garanti – sarebbe una buona soluzione negoziale. Si potrebbe arrivare a un blocco delle forniture militari ai contendenti, cioè alle due repubbliche costituitesi nel Donbass, successivamente alla concessione di una vasta autonomia ai territori russofoni in territorio ucraino.”

Qualcuno ha interesse a fomentare la tensione?

Forse la Polonia, visti i suoi storici rapporti con l’area. Anche altri paesi, in pratica vari ambienti nella Nato producono tensioni.

La Polonia è anche la pedina più avanzata a est degli USA.”

Molti pensano che la tensione serva ad altri scopi, ad esempio nello scacchiere energetico. Infatti, il prezzo del gas è schizzato ieri del 20% senza alcun apparente motivo. Il pensiero va subito al gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe rifornire l’Europa da nord, guarda caso completato tre mesi fa e ancora inattivo con vari pretesti, con i Verdi tedeschi schierati inspiegabilmente contro.

“Il Nord Stream 1 è entrato in funzione nel 2014, un secondo gasdotto farebbe abbassare i prezzi dell’energia. Una situazione che gli USA non vedono di buon occhio, visto che la sua autosufficienza energetica richiede prezzi di mercato più elevati, per cui cercano di spaccare l’accordo tra Germania e Russia. Il nuovo governo tedesco per ora non ha preso posizione.”

L’Europa e l’Italia che ruolo giocano?

Ieri il premier Draghi in conferenza stampa è stato molto realista e concreto nel ribadire che la via del negoziato è l’unica perseguibile.

Auspicio che mi sento di condividere in pieno, visto che non ha alternative, almeno per l’Italia.”

Il richiamo a quanto detto dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa di fine anno di ieri è importante. Sulle tensioni in Ucraina, ha spiegato che i paesi europei non hanno un deterrente militare credibile nei confronti di Mosca – di missili, navi e eserciti – potendo contare solo sulla Nato, che ha priorità strategiche diverse, nell’Indo-Pacifico.

Draghi ha detto: “Se vogliamo adottare delle sanzioni che prevedano anche il gas, siamo veramente capaci di farlo? Siamo forti abbastanza? È il momento giusto? Chiaramente la risposta è no”.

Quindi, esclusa l’opzione militare, Draghi non ritiene che quella economica sia idonea.

L’U.E. non ha forti capacità di trattativa diplomatica, ancor meno con la Russia, per cui non rimane altro da fare che lavorare per un dialogo con Putin, visto che il presidente russo sembra disponibile.

Se si volesse descrivere la crisi Ucraina nel Donbass, in Europa, con una metafora sanitaria, che va molto di moda oggi, sarebbe come curare una normale infezione cutanea ad una spalla con il ricovero e l’amputazione del braccio. Il chirurgo, molto bravo, una volta eseguita l’operazione e riscossa l’abbondante parcella potrebbe prodigarsi in attenzioni verso il menomato, nel proporre, con lieve accento yankee, un efficiente arto artificiale.

Post scriptum 24.12.2021

L’intervista all’Ambasciatore Vento è del 22 dicembre pomeriggio. L’articolo è stato pubblicato alla sera, poco dopo la mezzanotte. La mattina successiva, giovedì 23 dicembre, alle ore 10 il presidente Putin ha tenuto la sua conferenza stampa annuale con 500 giornalisti da tutto il mondo. Una maratona di quattro ore di domande. Sulla vicenda dell’Ucraina ha chiesto garanzie alla Nato e agli USA di non ulteriore allargamento, cioè di rispettare i patti assunti a suo tempo. La Repubblica riporta che l’Occidente, per Putin, ha «tradito, palesemente truffato» Mosca quando negli Anni ’90 promise: “Non un pollice a Est!”. «L’ulteriore espansione della Nato verso Est è inaccettabile. Siamo noi a piazzare missili ai confini Usa? No. Sono gli Stati Uniti che sono già sulla soglia di casa nostra. Come reagirebbero gli americani se portassimo i nostri missili al confine statunitense con il Canada o il Messico?»

Dopo di che le Agenzie stampa riportano che, a sorpresa, ha coinvolto l’Italia:

«L’Italia potrebbe avere un ruolo nella normalizzazione delle relazioni tra Russia e Ue e anche sulla linea delle trattative che sono in programma ora tra la Russia e la Nato» scrive l’ANSA

«Noi col signor Draghi abbiamo più volte parlato al telefono. Siamo in contatto in un’atmosfera cordiale e costruttiva, su una serie di questioni che riguardano l’Italia nel campo dello sviluppo dei nostri legami economici e certamente in questo senso mi riferisco a un livello e a un atteggiamento così benevolo delle nostre relazioni».

La traduzione è molto formale, però si capisce bene il nuovo ruolo dell’Italia.

FONTE: https://www.civica.one/il-pericoloso-grande-gioco-sullucraina/

 

Die Welt – NATO mette le forze di crisi su una maggior prontezza

Traduzione automatica.

Di Christoph B. Schiltz, Bruxelles

Per la prima volta, la NATO reagisce con misure concrete allo spiegamento di truppe russe al confine ucraino. Le forze speciali dovrebbero essere pronte per l’azione più velocemente. Con questo, l’alleanza vuole anche garantire la protezione dei suoi membri dell’Europa orientale.

In vista del dispiegamento di truppe da parte della Russia vicino al confine con l’Ucraina, la NATO ha risposto con una prima misura militare specifica e ha aumentato la prontezza della sua Forza di reazione rapida (NRF) di 40.000 uomini in caso di crisi. WELT lo ha appreso da un alto diplomatico della NATO.

Secondo questo, la task force congiunta ad altissima prontezza (VJTF) nota come la cosiddetta punta di diamante della NATO all’interno della NRF deve essere pronta per essere dispiegata in un’area di crisi entro cinque giorni invece dei sette giorni precedenti. La multinazionale VJTF è attualmente guidata dalla Turchia e comprende circa 6.400 soldati. Nel 2023 la Germania assumerà la guida del VJTF.

Anche altre unità della NRF, come forze speciali o logisti, sono state messe in allerta, in modo che in caso di crisi anche loro debbano essere pronte a muoversi molto più rapidamente. La prontezza operativa riguarda specificamente il periodo in cui i servizi di emergenza, comprese le attrezzature militari, devono essere pronti per l’evacuazione da parte di aerei o elicotteri. Non si tratta di arrivare nell’area di crisi.

Protezione per Polonia, Romania e Stati baltici

Secondo le informazioni WELT, una decisione corrispondente è stata presa la scorsa settimana dal Consiglio Nord Atlantico, in cui sono rappresentati tutti i paesi membri. In precedenza, il comandante in capo dell’Alleanza per le operazioni, il generale statunitense a quattro stelle Tod D. Wolters, aveva proposto che i governi dei paesi della NATO accorciassero i periodi di mobilitazione.

Oltre al conflitto in Ucraina, l’obiettivo è migliorare la protezione degli alleati per gli Stati membri dell’est (Polonia, Romania, Stati baltici). Lì ci si sente sempre più minacciati dagli ultimi sviluppi al confine russo-ucraino.

Un portavoce della Nato non ha voluto confermare pubblicamente le nuove risoluzioni. Ha semplicemente detto a WELT: “La notevole crescita militare della Russia dentro e intorno all’Ucraina è infondata e mina la sicurezza in Europa. Gli alleati della NATO hanno chiarito che la Russia deve essere trasparente, allentare e ridurre le tensioni, e abbiamo anche chiarito che qualsiasi ulteriore aggressione avrà costi e conseguenze. La politica della Nato nei confronti della Russia resta coerente: difesa e dialogo”.

Dall’annessione illegale della Crimea da parte della Russia nel 2014, la NATO ha “intraprese il” più grande rafforzamento della difesa collettiva “, compresa la creazione di truppe da combattimento multinazionali nella parte orientale dell’alleanza. “Le misure della Nato sono difensive, appropriate e in linea con i nostri impegni internazionali. Rimaniamo vigili e adotteremo sempre tutte le misure necessarie per proteggere i nostri alleati e difenderli da qualsiasi tipo di minaccia”, ha proseguito il portavoce.

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Questo il tono generale del principale quotidiano tedesco:

Dialogo sì, pacificazione no

“Chiunque minacci la guerra per far rispettare le proprie richieste non deve essere ricompensato”, afferma Ralf Fücks

“Putin ha più volte violato i principi della pacifica convivenza”

Michael Roth, ex ministro di Stato al ministero degli Esteri, insiste su un approccio europeo comune contro la Russia

La Russia approva lo Standard per le sepolture d’urgenza di massa in tempo di guerra e di pace

Mai in URSS e nella Russia post-comunista è stato adottato un documento del genere. Una normativa che potrebbe essere applicata in caso di guerra, di disastri. O di una recrudescenza dell’epidemia di Covid-19 –

Si prescrive che i deceduti per infezioni particolarmente pericolose siano sepolti in bare galvanizzate ed ermeticamente chiuse. Le persone con un alto indice di radioattività possono essere sepolte in aree appositamente designate.

Procedura d’urgenza

Stupisce anche la tempistica dell’approvazione e dell’entrata in vigore dello Standard: è stato approvato alla vigilia delle festività natalizie che in Russia possono durare fino al 13-14 gennaio e diventa operativo dal 1° febbraio. La procedura regolare per l’entrata in vigore degli standard nazionali russi non stabilisce il periodo fisso dell’entrata in vigore del documento, ma da prassi possono trascorrere 5-6 mesi, o addirittura un anno, prima che uno standard entri in vigore e diventi operativo. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/La-Russia-approva-lo-standard-per-le-sepolture-di-urgenza-di-massa-in-tempo-di-guerra-e-di-pace-e65902f7-1015-4dc1-9682-dce6df529588.html

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/die-welt-nato-mette-le-forze-di-crisi-su-una-maggior-prontezza/

 

 

 

CULTURA

Il mistero di Dante e i molteplici significati delle parole

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Un pensiero per Natale da parte di CIVICA

La nostra semenza

Molti sono i ‘lasciti’ danteschi. In primis, il linguaggio. Nel Convivio, Dante ci offre una straordinaria testimonianza della potenza del linguaggio, della sua valenza polisemica: la stessa parola può avere molti significati ed è quindi indispensabile conoscere il codice che ne consente la decrittazione. “… le scritture”, dice appunto Dante, “si possono intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi. L’uno si chiama litterale, e questo è quello che non si stende più oltre che la lettera de le parole fittizie … L’altro si chiama allegorico, e questo è quello che si nasconde sotto ’l manto di queste favole, ed è una veritade ascosa sotto bella menzogna”. Una verità che va quindi compresa in tutto il suo (occulto) significato.

Lo terzo senso si chiama morale, e questo è quello che li lettori deono intentamente andare appostando per le scritture, ad utilitade di loro e di loro discenti”, una guida per ben agire. “Lo quarto senso si chiama anagogico” ed è quello che, se correttamente inteso, consente all’Uomo di realizzare la propria elevazione spirituale. L’insegnamento, per noi uomini del XXI secolo, è notevole, considerato che viviamo nell’era della comunicazione e che l’arte – o la scienza? – del trasmettere, come quella del ricevere comprendendo, sono essenziali per le nostre condizioni di vita. La lettera delle … lettere inviate da bocca ad orecchio, sia pure attraverso moderni sistemi di comunicazione a distanza, non basta mai per afferrarne il reale significato. Le parole, di per sé, sono, come appunto dice Dante, fittizie ossia … inconsistenti. Vanno ispezionate, analizzate, persino sezionate per comprenderle, per carpire il senso, autentico, del messaggio ricevuto. Dante ‘evoca’ l’allegoria, parola greca composta da allos, altro, diverso e agoreuo, parlo: una ‘tecnica’ molto antica che, attraverso il ricorso ad immagini significanti, consente di comprendere un concetto astratto. Emblematica, al riguardo, la “Allegoria del Buono e del Cattivo Governo” realizzata, alla metà del ‘300, da Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo pubblico di Siena: attraverso una sequenza di immagini di forte valenza simbolica si illustra, didascalicamente, come si presenta e come agisce il potere politico quando sa sintonizzarsi con le necessità del suo popolo; e, all’opposto, come si presenta ed agisce l’altro tipo di potere, quello che opprime e sfrutta.

Per altro, ragionare per allegorie è anche una tecnica (raffinata) oggi utilizzata da tante professioni: in primis chi fa comunicazione ma anche quanti trattano la (delicata) dimensione della umana psiche. Infatti, una volta “decrittato” il linguaggio allegorico, lo psicologo ‘manipolatore di coscienze’ è in grado di agire su quella che Dante chiama sfera ‘morale’ del soggetto trattato: ossia può aiutarlo a interagire con i propri simili in modo attraverso la condivisione di norme di comportamento, consuetudini, usanze – i mores – riuscendo così ad entrare in sintonia col sistema sociale, con l’umanità della quale fa parte. Se l’operazione coglie nel segno, e se questa consapevolezza viene adeguatamente assimilata – e quindi radicata – allora quel soggetto può aspirare a raggiungere il quarto livello indicato da Dante, quello anagogico: ossia può elevarsi spiritualmente, acquisendo quella condizione di saggezza e di equilibrio interiore di cui solo pochi uomini fortunati sono dotati. Anagogia, infatti, deriva dal greco anagogikos, ossia elevazione, innalzamento, da agein, agire ed anà, sopra.

Allora, se questa interpretazione delle quattro categorie del linguaggio secondo il padre Dante è giusta, possiamo constatarne la modernità e la congruenza con l’ideale della condizione umana. Ma Dante invia a noi disincantati uomini del terzo millennio un altro messaggio che, egualmente, occorre decifrare, quello del viaggio che attraversa i tre fatidici mondi, Inferno, Purgatorio, Paradiso. Dimensioni ‘altre’ che non sono fuori ma dentro ciascuno di noi e che appartengono, da sempre, alla nostra natura.

Da questo punto di vista, allora, l’ingresso nell’Inferno è una penetrazione nello spazio, oscuro e terrifico, delle umane passioni, pulsioni forti, incontrollabili, anti-sociali : odio, vendetta, rancore… I ‘peccati’, conseguentemente, non sono altro che l’espressione – codificata dalla teologia – di questi negativi sentimenti che, secondo il precetto catechistico della Chiesa Romana, si manifestano come mancanze “contro la ragione, la verità, la retta coscienza”. Ecco allora quello che ci propone Dante con la sua Commedia, un viaggio, nella nostra interiorità – tra le nostre ombre, direbbe Jung – che tende, in primo luogo, a renderci consapevoli degli abissi in cui possiamo cadere soggiacendo a quelle ‘cattive disposizioni dell’animo’, ‘punite’ col supplizio eterno. Come è noto i fatidici cerchi infernali sono nove e non comprendono solo i canonici sette peccati capitali della Tradizione Cattolica. Sono infatti ‘arricchiti’ da gironi, bolge, zone dove vengono confinati eretici, violenti, ruffiani e seduttori, adulatori e lusingatori, simoniaci, maghi ed indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti, seminatori di discordia, falsari e traditori… Una gamma straordinaria di umane cattiverie, di vere e proprie perdizioni che, in vita, hanno tormentato i personaggi qui confinati.

Ecco allora che Dante, con la sua (lugubre) rappresentazione dell’Inferno, intende proprio offrire al lettore attento – capace di andare oltre la lettera del messaggio – una occasione per riflettere, in modo da renderlo consapevole dei vizi ai quali soggiace e che, se subiti, ne sviliscono la sua umana condizione. “Fatti non fosti a viver come bruti/ ma per seguire virtute e canoscenza…” dice Odisseo rivolgendosi ai suoi compagni. La virtù si consegue conoscendo, ossia attivando la dotazione più rilevante di cui disponiamo, la ragione. E allora, se davvero la Commedia è un viaggio interiore alla scoperta del Sé, “unità e… totalità della persona considerata nel suo insieme”, come la intende Jung, allora, l’Inferno dantesco rappresenta la terrifica dimensione delle umane debolezze; il Purgatorio, come luogo di (temporanea) espiazione, la transizione verso la conquista della virtù; il Paradiso, infine, la beatitudine dell’animo generata dalla visione salvifica dell’Eterno. In questo modo la Commedia funziona come una sorta di manuale del comportamento umano, una sorta di specchio indispensabile per riconoscersi e capire, come fa il Dorian Gray di Oscar Wilde quando si “rispecchia” nel suo famoso ritratto, dove è riflessa la propria vera immagine, abbruttita dalla propria viziosa condotta.

La Commedia si può allora leggere come una sorta di trattato di psicoanalisi?

Forse sì: una dotta istruzione a percorrere il viaggio più difficile per ogni Uomo, la vita.

Vinicio Serino*

*antropologo

FONTE: https://www.civica.one/il-mistero-di-dante-e-i-molteplici-significati-delle-parole/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Il dottor Malone contro il letale decepticon

https://twitter.com/Master2001_3/status/1473225171435720704

Obiettivo: Salute – Omicron: il Decepticon più letale che gli Autobot hanno mai affrontato

Omicron è il Decepticon più spietato e potente mai emerso dal pianeta Cybertron, spinto dal bisogno di distruggere tutti gli umani.
Ma non può essere visto, annusato o sentito: forse puoi essere incluso da Omicron in questo momento e non lo sapresti nemmeno! Sempre!
A meno che tu non abbia fatto un test per determinare che sei stato attaccato da lui. Ma anche allora, non saresti sicuro. Ecco quanto è malvagio.

Omicron ha il potere di uccidere tutti coloro che osano sfidare gli ordini di isolamento del nostro leader, non importa quanto ridicoli possano apparire.
Può invadere ospedali e strutture sanitarie anche senza aumentare i ricoveri totali. Riesce a distendere le curve con lo schiocco delle sue dita malvagie.
L’unica cosa di cui più che uccidere persone che non indossano i pannolini in faccia, escono dopo le 8 di sera o si mescolano socialmente con persone che non devono, è la completa e totale distruzione del Natale.

Gli Autobot hanno il potere di distruggere Omicron?
La loro arma definitiva, “La scienza”, sarà sufficiente per abbattere il loro nemico più potente?
Lo sradicamento completo delle piccole imprese e del sostentamento personale si dimostrerà sufficiente per fermare questa malvagia minaccia?
Unisciti a noi in questo episodio di Obiettivo: Salute mentre discutiamo dello spettro assolutamente terrificante di OMICRON.
Se non hai paura, dovresti!

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-dottor-malone-contro-il-letale-decepticon/

 

 

 

DIRITTI UMANI

 

ECONOMIA

Andrew Korybko: «La crisi energetica è dovuta all’attuazione accelerata delle cosiddette ‘politiche verdi’ radicali»

Andrew Korybko: «La crisi energetica è dovuta all'attuazione accelerata delle cosiddette 'politiche verdi' radicali»
Il mondo è entrato in una fase molto turbolenta. Le provocazioni delle forze USA e NATO contro Russia e Cina si susseguono, in uno scenario di crisi già esacerbato dalle conseguenze della pandemia che colpiscono praticamente tutti i paesi. Intanto l’Unione Europea continua ad adottare politiche autolesionistiche per convinzione ideologica e asservimento a Washington.

Sui principali temi che animano lo scenario geopolitico internazionale abbiamo sentito l’opinione dell’analista Andrew Korybko.

INTERVISTA

La Russia ha fissato le sue linee rosse. Ritieni che USA e NATO continueranno ad espandersi verso Est e a provocare Mosca?

È difficile prevedere cosa accadrà dopo perché le dinamiche che influenzano la decisione degli Stati Uniti se accettare o meno la proposta di “equazione di sicurezza” della Russia (come viene definita ufficialmente da Mosca) sono molto opache per loro natura. Gli Stati Uniti sono nel bel mezzo di un’intensa lotta tra due fazioni in competizione delle sue burocrazie militari, di intelligence e diplomatiche permanenti (“Stato profondo”).

Quella anti-cinese è predominante e la sua ascesa al potere è forse la più grande eredità di Trump. Compete contro la fazione anti-russa che Trump ha ereditato da Obama ma ha gradualmente sostituito nel corso della Nuova Guerra Fredda che ha lanciato contro la Cina attraverso la sua guerra commerciale interconnessa, la guerra tecnologica, l’infowar e le mosse militari nel Mar Cinese Meridionale .

La fazione anti-russa ha ancora una vasta influenza in alcune parti dello “Stato profondo” e specialmente negli Stati baltici, in Polonia e in Ucraina, che i suoi membri incoraggiano a provocare una nuova crisi est-ovest. La ragione per farlo è che vogliono sabotare i piani della fazione anti-cinese al potere per raggiungere un cosiddetto “patto di non aggressione” con la Russia.

L’amministrazione Biden ha continuato il corso anti-cinese del suo predecessore, soprattutto perché Trump ha attuato molte grandi mosse strategiche che erano praticamente impossibili da invertire quando il suo successore è entrato in carica. Ritengono che l’allentamento delle tensioni con la Russia consentirà loro di ridistribuire più forze con sede in Europa nell’Asia-Pacifico per “contenere” in modo più aggressivo la Cina.

Al contrario, la fazione anti-russa vuole fermarlo per ragioni puramente ideologiche perché crede che la Russia sia una grande sfida strategica per gli Stati Uniti rispetto alla Cina. A tal fine, hanno provocato la crisi missilistica non dichiarata ma istigata dagli Stati Uniti in Europa, minacciando di spostare missili offensivi in ??Ucraina con la scusa di schierare “sistemi antimissile”.

L’amministrazione Biden deve impedire che ciò accada senza perdere troppo la faccia davanti ai suoi alleati della NATO, specialmente quelli dell’Europa centrale come gli Stati baltici e la Polonia i cui leader sono ossessionati dal “contenere” la Russia. Ci sono anche dinamiche politiche interne al di fuori di quelle del “deep state” anche legate alle elezioni di medio termine del prossimo anno.

Alcuni repubblicani hanno cercato di fare pressione sul partito al governo con questo pretesto affermando che Biden si sta “svendendo” alla Russia nonostante loro stessi abbiano precedentemente sostenuto iniziative altrettanto pragmatiche di Trump con il Cremlino sulla stessa identica base per consentire al Pentagono di concentrarsi molto di più su “contenere” la Cina nell’Asia-Pacifico dopo aver ridotto le tensioni in Europa.

Ciò suggerisce che le dinamiche dello “Stato profondo” degli Stati Uniti stanno diventando sempre più complesse a causa di tutti i fattori coinvolti: quelli già descritti di “Stato profondo” tra le fazioni anti-cinesi e anti-russe; pressioni di alcuni alleati della NATO degli Stati Uniti (Stati baltici e Polonia); e considerazioni di politica interna legate al prossimo semestre.

Poiché il pubblico non è al corrente di tutti i dettagli che circondano queste dinamiche, è difficile fare una previsione accurata sull’esito di questa oscura lotta. Tuttavia, l’amministrazione Biden ha mostrato una seria intenzione di raggiungere una sorta di accordo con la Russia, ergo i due incontri del presidente con la sua controparte in appena sei mesi.

Un possibile compromesso potrebbe essere quello di mantenere ufficialmente la politica della “porta aperta” della NATO, abbandonandola in pratica. Gli Stati Uniti smetterebbero di flirtare con il dispiegamento segreto di missili offensivi in Ucraina e faranno pressione su Kiev affinché rispetti finalmente gli accordi di Minsk. In cambio la Russia dovrebbe incoraggiare Damasco ad entrare in una sorta di compromesso politico con i curdi e altri “ribelli”.

Ciò potrebbe gettare le basi per un quid pro quo tra le Grandi Potenze, che potrebbe includere anche altre dimensioni, forse relative ai potenziali sforzi della Russia per mobilitare la Lega Araba per sostituire l’influenza iraniana in alcuni Stati strategici dell’Asia occidentale come la Siria con un occhiolino e un cenno degli Stati Uniti in cambio dell’annullamento da parte degli Stati Uniti di alcune sanzioni contro Teheran.

Qualunque sia la formula definitiva, è probabile che i dettagli riguardino qualcosa di più della semplice proposta di “equazione di sicurezza” della Russia, anche se non sono divulgati pubblicamente e tutti gli aspetti di quella stessa proposta non sono pienamente accettati dagli Stati Uniti. La cosa più importante è elaborare una serie di compromessi pragmatici volti a porre fine alla crisi missilistica non dichiarata provocata dagli Stati Uniti in Europa.

Tutto dipende dalla risposta effettiva degli Stati Uniti all'”equazione di sicurezza” della Russia, che potrebbe non essere la stessa di quella formale a causa dell’ottica sensibile riguardo le preoccupazioni di alcuni dei suoi alleati della NATO che i loro interessi potrebbero essere “venduti” come parte di un accordo e gli sforzi opportunistici dell’opposizione repubblicana per manipolare le percezioni su qualsiasi accordo pragmatico per il guadagno elettorale in occasione delle elezioni di medio termine.

Se l’accordo viene rifiutato a titolo definitivo, il che è improbabile, la Russia ha già minacciato di adottare contromisure militari per garantire la propria sicurezza. Se ne venisse accettata l’essenza, in particolare la fine della crisi missilistica non dichiarata provocata dagli Stati Uniti in Europa e una sorta di risoluzione politica della guerra civile ucraina, allora altri dettagli potrebbero essere negoziabili o potrebbero essere rimandati a una data successiva.

È quindi prerogativa degli Stati Uniti provocare o evitare un’escalation militare, ma gli osservatori devono ricordare che l’amministrazione Biden non ha il pieno controllo della situazione a causa della perniciosa influenza della sua fazione anti-russa dello “Stato profondo” sugli Stati baltici, Polonia e Ucraina, che potrebbe essere sfruttate nel peggiore dei casi per provocare ostilità tra queste due Grandi Potenze.

In occasione del recente incontro in videoconferenza con il presidente cinese Xi Jinping, il presidente della Russia Vladimir Putin ha affermato: “Considero le nostre relazioni un vero modello di cooperazione interstatale nel ventunesimo secolo”. Ritieni che questa cooperazione possa trasformarsi in un’alleanza militare vera e propria?

Assolutamente no, e sia i leader che i loro rappresentanti lo hanno ampiamente chiarito in innumerevoli occasioni. Nessuna delle due grandi potenze ha alcuna intenzione di mettere in gioco la vita delle proprie truppe per la difesa dell’altra. Sono pienamente soddisfatti del loro grande coordinamento strategico nell’accelerare l’emergente Ordine Mondiale Multipolare e non sono interessati ad alcuna alleanza militare.

Curiosamente, c’è una convergenza di interessi narrativi tra molti membri dei Mainstream Media (MSM) e delle Alt-Media Communities (AMC) quando si tratta di affermare il contrario, anche se per ragioni diverse. I primi spingono questa narrazione per scopi di paura, mentre i secondi sembrano sinceramente desiderare che ciò accada per ragioni ideologiche o di altro tipo.

Ciò confonde ulteriormente gli osservatori poiché l’uomo medio è incline a credere che ci debba essere una certa credibilità a queste previsioni se forze mediatiche opposte propongono entrambe questo stesso scenario. La realtà è che la Russia non combatterà gli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale proprio come la Cina non combatterà gli Stati Uniti nel Mar Nero, non importa quanto alcune persone possano desiderare che ciò accada.

Una domanda da porsi è perché si pensa addirittura che la Russia o la Cina abbiano bisogno di un’alleanza militare con l’altra in primo luogo. Queste sono due Grandi Potenze dotate di armi nucleari con militari di classe mondiale. Non hanno bisogno dell’aiuto di nessun altro per difendere i loro interessi fondamentali. Insinuare diversamente suggerisce che esiste un’asimmetria di sicurezza tra questi due che potrebbe essere sfruttata da uno per fare pressione sull’altro.

Non è così poiché sono ugualmente in grado di garantire la loro rispettiva sicurezza nazionale. Non esiste uno scenario credibile in cui coordinino militarmente i loro obiettivi regionali nell’Europa orientale (Ucraina) e nell’Asia sudorientale (Taiwan/Mar Cinese Meridionale) poiché esiste sempre la possibilità che uno di loro possa esitare e quindi lasciare l’altro in l’imbarazzo nell’affrontare la piena ira degli Stati Uniti.

Non è implicito che nemmeno loro si fidino – lo fanno certamente, e il livello di fiducia nelle loro relazioni in questo momento è storicamente senza precedenti – ma nessuna leadership responsabile baserebbe i propri obiettivi di sicurezza nazionale su una terza parte, coordinandosi militarmente, contro la stessa parte esterna ma in un teatro geografico separato.

È troppo rischioso scommettere sulla sicurezza del proprio paese, per non parlare del rischio di provocare uno scambio nucleare con gli Stati Uniti. Qualunque cosa facciano la Russia o la Cina per garantire la loro sicurezza nazionale nelle rispettive regioni, lo faranno da soli e in un momento in cui la loro leadership si sentirà a proprio agio nel poterlo realizzare senza alcuna assistenza esterna.

Una cooperazione a tre Russia-India-Cina quanto sarebbe importante per lo sviluppo e la stabilità dell’intera Eurasia. La Russia pare si stia muovendo in tal senso cercando di ridurre notevolmente le tensioni tra India e Cina. La diplomazia di Mosca ha possibilità concrete di raggiungere questo obiettivo importante per la stabilità dell’intera regione eurasiatica e non solo?

Il formato RIC è importante ma è anche imperfetto. Gli Stati Uniti hanno recentemente ottenuto notevoli vantaggi nel dividere la Cina e l’India cooptando la fazione di politica estera aggressiva di quest’ultima nel tentativo di trasformare la grande potenza dell’Asia meridionale nel suo più grande Stato vassallo. Questo tentativo è fallito solo di recente dopo che la sua fazione moderata è tornata alla ribalta della politica a seguito dei numerosi passi falsi degli Stati Uniti negli ultimi 18 mesi.

In breve, gli Stati Uniti non hanno fornito tanto sostegno all’India contro la Cina durante gli scontri della Galwan River Valley dell’estate 2020 come i falchi avevano fatto credere all’establishment. Hanno anche continuato a minacciare di sanzionare l’India con la CAATSA per essere rimasta fedele al suo impegno ad acquistare i sistemi di difesa aerea S-400 della Russia. Poi Biden ha deciso di rispettare l’accordo afghano-talebano di Trump senza consultare l’India.

Nello stesso periodo, all’inizio di aprile, gli Stati Uniti hanno violato con arroganza la zona economica esclusiva dell’India durante una cosiddetta “operazione per la libertà di navigazione” (FONOP), poi i loro diplomatici hanno avanzato grossi rilievi sullo stato della democrazia e dei diritti umani nella nazione. In seguito, la caotica evacuazione degli Stati Uniti dall’Afghanistan ad agosto ha inferto un duro colpo all’influenza dell’India anche lì.

L’ultima goccia è stata quando gli Stati Uniti hanno riunito segretamente la loro alleanza anti-cinese AUKUS a settembre e quindi hanno trasferito la maggior parte delle capacità militari rilevanti del Quad a quella nuova struttura senza informare l’India in anticipo. New Delhi si è sentita tradita perché ha scommesso così tanto sulla sua alleanza di fatto con Washington contro Pechino solo per essere resa in qualche modo strategicamente ridondante da AUKUS.

Questo è stato un punto di svolta per lo “Stato profondo” dell’India dal momento che ha riportato in primo piano la sua politica estera moderata e quindi li ha portati a convincere l’establishment a raddoppiare la loro partnership strategica con la Russia durante l’ultima ricalibrazione della loro politica di multi-allineamento. Ciò a sua volta ha facilitato direttamente la visita di Putin a Nuova Delhi all’inizio di questo mese.

In quell’occasione, lui e il primo ministro Modi hanno concordato un accordo di partnership strategica di 99 paragrafi che ha portato alla creazione di fatto di un’alleanza di “bilanciamento” a livello emisferico per sincronizzare le rispettive grandi strategie eurasiatiche al fine di gettare le basi per un  un nuovo Movimento dei Non Allineati (“Neo-NAM”) guidato congiuntamente, che potrebbe fungere da terzo polo di influenza nel mondo bi-multipolare.

Quest’ultimo concetto è del pensatore indiano Sanjaya Baru e sostanzialmente afferma che potenze emergenti come la Russia e l’India si riallineano in modo flessibile per bilanciare al massimo le superpotenze statunitense e cinese nella Nuova Guerra Fredda in corso. La Russia si aspetta che la sua partnership strategica speciale e privilegiata recentemente riaffermata modererà la traiettoria anti-cinese dell’India influenzata dagli Stati Uniti.

Vendendo armi altrettanto strategiche e di alta qualità a India e Cina, la “diplomazia militare” russa spera di mantenere l’equilibrio di potere tra di loro e incoraggiare così soluzioni politiche alle loro numerose controversie. Questo è l’opposto dell’approccio degli Stati Uniti, che sostiene solo una parte in una particolare rivalità per incoraggiarli a cercare soluzioni militari alle loro controversie politiche.

Attraverso questa pratica di “diplomazia militare” in parallelo con il potenziale che hanno per guidare congiuntamente il Neo-NAM, la Russia sta tentando di allineare il suo atto di “bilanciamento” eurasiatico con quello dell’India in modo che possano stabilizzare collettivamente il super-continente meglio di quanto entrambe potrebbero individualmente considerando il contesto bi-multipolare molto complesso in cui operano entrambe queste Grandi Potenze.

Se l’India manterrà il suo percorso di multi-allineamento recentemente ricalibrato per rimanere relativamente più vicino alla Russia che agli Stati Uniti, che è stato determinato dalla sequenza di 18 mesi di complicazioni nelle sue relazioni con gli Stati Uniti come è stato spiegato, allora questo potrebbe servire come una sorta di valvola di pressione lungo il fianco meridionale della Cina, facilitando così la serie di compromessi politici che la Russia potrebbe cercare di mediare.

Il modus operandi appena descritto può essere replicato dalla Russia anche quando si tratta di altre coppie di Stati rivali in Eurasia come ad esempio Armenia e Azerbaigian, Iran e Israele e Siria e Turchia. I dettagli differiscono a seconda di ciascun caso specifico, ma la politica generale di “bilanciamento” attivo tra entrambi in modi creativi per scoraggiare la guerra e promuovere soluzioni politiche rimane coerente.

La Nuova Via della Seta Cinese può essere lo strumento giusto per trasformare il Mediterraneo in un mare di pace, opportunità e stabilità?

La Belt & Road Initiative (BRI) della Cina mira a creare una comunità di destino comune per l’umanità stabilendo una rete globale di interdipendenza complessa attraverso un’integrazione completa. In poche parole, è l’ultima manifestazione della teoria neoliberale delle relazioni internazionali per cui si postula che è improbabile che coloro che hanno tali relazioni le interrompano unilateralmente a causa dei costi condivisi.

In pratica, BRI è iniziata come una serie di progetti di infrastrutture fisiche che da allora si sono evoluti nei domini della connettività digitale, finanziaria, sanitaria e di altro tipo. Questa visione è applicabile in tutto il mondo e la Cina ha certamente i fondi disponibili necessari per impegnarsi in investimenti a lungo termine come quelli che comprendono alcuni di questi progetti BRI.

Il Mediterraneo potrebbe vedere più investimenti cinesi, ma la sua metà settentrionale è regolata dalla legislazione dell’UE, che potrebbe creare alcuni ostacoli a questo a causa della pressione degli Stati Uniti sul blocco. Per quanto riguarda la metà meridionale, alcuni di questi Stati nordafricani sono instabili e altri hanno solo un potenziale economico limitato, ma potrebbero comunque integrare gli investimenti nell’Europa meridionale.

Tuttavia, gli investimenti cinesi da soli non porteranno pace, opportunità e stabilità in una determinata regione. Ci sono sempre tensioni identitarie preesistenti che potrebbero essere naturali o esacerbate esternamente da terze parti interessate come gli Stati Uniti al fine di una guerra ibrida volta a causare una grave perdita di investimenti per la Cina e la potenziale sostituzione dei suoi progetti da parte dei concorrenti occidentali.

Più sono le parti interessate al successo di un paese, meno è probabile che qualcuno assecondi il complotto destabilizzante di una terza parte esacerbato dall’esterno e più è probabile che aiutino i loro partner di investimento a porre fine a questi disordini. Ciò si allinea con la moderna manifestazione de facto della scuola di pensiero neoliberale attraverso la BRI.

Allo stesso tempo, tuttavia, i paesi ospitanti vogliono anche ottenere il miglior accordo possibile dagli investitori. Non vogliono essere sproporzionatamente dipendenti da nessuno, né devono temere che gli investitori possano cercare di manipolarli attraverso la collusione tra loro per ottenere le migliori offerte per se stessi. Ecco perché è importante regolamentare responsabilmente gli investimenti esteri e le questioni associate.

Tuttavia, anche questo processo non dovrebbe essere utilizzato come un’arma per espellere gli investitori di un determinato paese come la Cina, al fine di facilitare la loro sostituzione, ad esempio, con concorrenti occidentali. La Cina e altri operano in un mondo imperfetto in cui il cosiddetto “stato di diritto” non è sempre rispettato nello spirito ed è spesso sfruttato per fini strategici, il che potrebbe complicare immensamente i loro piani.

Prezzo del gas alle stelle e sanzioni che colpiscono le economie di vari paesi come l’Italia. Fino a dove sono disposti a spingersi con politiche autolesionistiche i governanti dell’Unione Europea pur di seguire la linea anti-russa dettata da Washington?

L’attuale crisi energetica è dovuta all’attuazione accelerata delle cosiddette “politiche verdi” radicali che hanno determinato un’impennata dei prezzi inaspettata a causa della confluenza “cigno nero” di quelle stesse politiche, le conseguenze economiche degli sforzi scoordinati della comunità internazionale per contenere il COVID-19 e, di conseguenza, riserve insufficienti per far fronte alla graduale ripresa dell’economia.

Ci sono infatti fattori anti-russi influenzati dagli Stati Uniti legati alla politicizzazione artificiale del progetto Nord Stream II puramente commerciale, ad esempio, ma il colpevole principale è l’ideologia neoliberista dell’élite al potere dell’UE che li ha ispirati ad accelerare l’attuazione di radicali “politiche verdi”. Se avessero implementato gradualmente politiche moderate, l’attuale crisi potrebbe non essersi verificata.

Il problema è sistemico, tuttavia, poiché non solo è già stato fatto molto per attuare queste “politiche verdi” radicali, ma a gran parte dell’elettorato è stato fatto il lavaggio del cervello facendogli credere che i costi associati valgono la pena per “salvare il mondo”. Anche se i leader dell’UE invertono queste politiche, il che è improbabile, i loro elettori potrebbero non accettarlo e sosterrebbero invece chiunque altro sostenga l’agenda “verde”.

In altre parole, “i pazzi gestiscono il manicomio“ poiché le versioni della democrazia dei paesi dell’UE per lo più (ma non sempre) rispettano i risultati elettorali, che sono influenzati in modo sproporzionato da gruppi di interesse come i neoliberisti, i “verdi” e altri correlati. Sarà molto difficile per loro apportare una correzione di rotta significativa, ma possono almeno rallentare il ritmo dell’attuazione delle politiche radicali.

I paesi dell’UE dovrebbero riconoscere pragmaticamente che la Russia può effettivamente facilitare la loro “transizione verde” fornendo in modo affidabile risorse energetiche convenzionali nel frattempo. Può anche cooperare sulle “tecnologie verdi”. Attaccare la Russia per ragioni ideologiche, sia naturali nel caso Baltico/Polacco, sia influenzato dagli USA in altri, è controproducente e peggiora la crisi energetica.

In America Latina anche in Cile, patria del neoliberismo, c’è stata la vittoria di un candidato progressista. Quanto è stata importante la resistenza del Venezuela bolivariano per far sì che arrivasse questa nuova ondata progressista?

La resilienza del Venezuela bolivariano di fronte alla pressione senza precedenti della guerra ibrida degli Stati Uniti durata quasi due decenni è stata fondamentale per garantire la sopravvivenza della sinistra latinoamericana. Se quel paese fosse caduto, allora è molto probabile che anche il resto dei movimenti di sinistra dell’emisfero sarebbe inevitabilmente crollato con il tempo, almeno per un po’ fino a quando un nuovo ciclo storico non avrebbe offerto l’opportunità di risorgere.

Va ricordato che l’America Latina si è sempre mossa in tali cicli per cui i paesi regionali oscillavano continuamente tra sinistra e destra, a volte anche estremi dell’uno, dell’altro o di entrambi. Ciò significa che mentre la caduta del Venezuela bolivariano avrebbe probabilmente posto fine al futuro politico della sinistra nell’emisfero per un po’, non l’avrebbe probabilmente condannata per sempre.

Poiché è stato forte, anche se dopo essere stato seriamente destabilizzato, tutti conservavano ancora una possibilità futura di tornare al potere attraverso mezzi democratici nei rispettivi paesi, invece di dover aspettare l’inizio di un altro ciclo storico. Questo perché hanno ancora l’ispirazione fornita dal Venezuela bolivariano, che ha dimostrato che questo modello può resistere nonostante le maggiori difficoltà.

In altre parole, la continua resilienza del Venezuela bolivariano ha impedito il successivo ciclo storico di un’ondata di destra regionale in seguito alla cosiddetta “Pink Tide”. Sebbene la destra sostenuta dagli Stati Uniti abbia effettivamente compiuto importanti incursioni nell’ultimo decennio, non ha mai stabilito il pieno dominio emisferico come nei piani deo suo padrino straniero.

Ciò ha rovinato i grandi piani strategici degli Stati Uniti per l’emisfero, in cui speravano di stabilire una cosiddetta “Fortezza America” ??autarchica (cioè economicamente neo-imperialista e ultra-estrattiva) su cui poter fare affidamento nel “peggiore-scenario” (dal loro punto di vista) dove hanno “perso” l’Afro-Eurasia a favore della Cina nel prossimo futuro.

Il Venezuela bolivariano ha quindi avuto un impatto smisurato sui grandi piani strategici degli Stati Uniti per la Nuova Guerra Fredda. Questo non vuol dire che l’influenza degli Stati Uniti in America Latina sia in declino irreversibile, ma solo che il ciclo storico che speravano di accelerare attraverso i numerosi colpi di Stato che hanno sostenuto nell’ultimo decennio per costruire la “Fortezza America” è stato ritardato a causa della resilienza del paese preso di mira.

 

Fabrizio Verde

FABRIZIO VERDE

Direttore de l’AntiDiplomatico. Napoletano classe ’80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-andrew_korybko_la_crisi_energetica__dovuta_allattuazione_accelerata_delle_cosiddette_politiche_verdi_radicali/5496_44513/

 

 

Bonus 2022, dall’edilizia alla famiglia quali resteranno e quali saranno cancellati

L’arrivo del nuovo anno porterà novità nel sistema delle agevolazioni fiscali: alcune saranno prorogate, altre solo in parte, altre no. Per l’ufficialità, in molti casi, bisogna aspettare l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Parlamento. Analizzando il testo della Manovra come approvato dal governo, e quello di altre norme, come i decreti attuativi del Pnrr, si può già tracciare un quadro di quali bonus saranno confermati e quali no
Nascono nuovi bonus, altri se ne vanno, buona parte di quelli attivi viene confermata, seppur con qualche modifica. L’arrivo del 2022 porterà novità nel sistema delle agevolazioni fiscali e aiuti economici attualmente vigente. Per l’ufficialità, in molti casi, bisogna aspettare l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Parlamento. Ma analizzando il testo della Manovra come approvato dal governo, e quello di altre norme, come i decreti attuativi del Pnrr, si può già tracciare un quadro di quali bonus saranno sicuramente confermati il prossimo e quali no
I BONUS PROROGATI: LE AGEVOLAZIONI PER LA CASA – Confermati per il 2022 tutti i principali bonus casa. Per mesi le forze politiche hanno lavorato per cercare di bilanciare le esigenze di contenimento della spesa pubblica con le richieste di chi, in particolare le associazioni edilizie, sottolineavano come le agevolazioni in questo settore abbiano trainato la ripresa di uno dei comparti che più ha subito la crisi economica, a partire dal crack finanziario del 2007-2008
Primo su tutti, il Superbonus 110%. Si tratta dell’agevolazione con aliquota di detrazione al 110% sulle spese sostenute per i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione di varie tipologie di edifici, dalle case popolari ai condomini, fino alle villette monofamiliari. Se la proroga è sicura, i contorni delle nuove vesti del bonus sono invece ancora incerti. Si discute in questi giorni ad esempio sull’opportunità di eliminare o meno il limite Isee di 25mila euro per la ristrutturazione delle villette

Manovra, dal Fisco alle bollette: corsa a ostacoli

Bonus e contributi a fondo perduto: le date da ricordarsi a dicembre

Bonus ristrutturazioni 2022, come funziona

Stessa sorte per l’ecobonus, agevolazione che ricomprende tutti i lavori per il miglioramento energetico domestico, con sconti del 65% (in alcuni casi fino al 75%). Vi rientrano sia le spese sostenute per le operazioni relative agli interventi di risparmio energetico che quelle per le prestazioni professionali
Anche il sismabonus sarà prorogato. Si tratta di una detrazione sulle spese per la realizzazione di interventi antisismici, il cui valore cambia a seconda della zona sismica in cui si trova l’immobile e del tipo di edificio, fino all’85% sull’importo totale. È da ripartire in cinque quote annuali
Confermato fino al 2024, ma parzialmente modificato, il bonus mobili. La detrazione Irpef del 50% si applica sulle spese per l’acquisto di elettrodomestici di classe A+ o superiore e mobili -ad esempio divani, sedie, materassi, letti, tavoli e lampadari- destinati a un immobile in ristrutturazione. Fino al 31 dicembre la spesa massima è di 16mila euro, dal 2022 scenderà a 5mila euro
Oltre ai bonus edilizi, altre agevolazioni fiscali riguardanti la casa resteranno usufruibili anche nel 2022. Tra queste il bonus prima casa under 36, che prevede l’esenzione totale dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale per chi, con meno di 36 anni e Isee fino a 40mila euro, acquista un immobile da adibire ad abitazione principale. Viene inoltre concesso un credito d’imposta in caso di acquisto soggetto a Iva
Sul fronte dell’affitto degli immobili, stando alla bozza della Legge di Bilancio, continuerà a essere previsto il bonus affitti under 31, anche se scende il limite annuo alla detrazione del 20%, che passa da 2.400 a 2mila euro
I BONUS PROROGATI: GLI SCONTI SU TV E DECODER – Il 2022 sarà l’anno dell’accelerazione del passaggio al nuovo digitale terrestre, che dovrebbe completarsi entro gennaio 2023. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione due bonus per non far pesare troppo sulle tasche degli italiani le spese per la transizione digitale
Prorogato fino alla fine dell’anno prossimo (a meno che non si esauriscano prima i fondi disponibili) il bonus tv-decoder, agevolazione dal valore fino a 30 euro per l’acquisto di apparecchi compatibili con le nuove tecnologie, richiedibile dalle famiglie con Isee fino a 20mila euro. Il bonus è stato rifinanziato con 68 milioni di euro. Gli over 70 che ricevono meno di 20mila euro di pensione all’anno, grazie a un accordo fra Poste e Ministero dello Sviluppo Economico, potranno inoltre ricevere i decoder acquistati direttamente a casa
Anche il bonus rottamazione tv, salvo esaurimento fondi, potrà essere richiesto fino al 31 dicembre 2022. Operativo dal 23 agosto 2021, è uno sconto del 20% sul prezzo d’acquisto di un televisore nuovo, fino a un importo massimo di 100 euro, di cui si può beneficiare solo nel caso in cui si rottami un vecchio dispositivo, acquistato prima del 22 dicembre 2018 (data di entrata in vigore dello standard di codifica HEVC MAIN 10, adottato dalla nuova tecnologia). Si applica solo ai televisori, e non ai decoder, e non prevede limiti Isee
I BONUS PROROGATI: ALTRE CATEGORIE – Tra le agevolazioni che andranno avanti nel 2022 c’è il bonus acqua potabile. Per ridurre il consumo di contenitori di plastica, è previsto un credito d’imposta del 50% sulle spese sostenute, fino al 31 dicembre 2022, per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica all’acqua. L’importo massimo su cui calcolare lo sconto è di mille euro a immobile per le persone fisiche e 5mila euro a immobile per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni
Continueranno nel 2022 anche gli aiuti agli operatori economici “del settore turistico, dello spettacolo e dell’automobile”, con un fondo da 150 milioni istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico, come previsto dall’ultimo emendamento alla manovra finanziaria presentato dal governo in Senato

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Come la Gazzetta Ufficiale crea i malati di Covid

O anche: come la Gazzetta Ufficiale riempie le terapie intensive

#GazzettaUfficiale
19/11/2021

Aggiornamento tariffario (incremento) degli importi relativi ai sovvenzionamenti per i ricoveri dichiarati Covid:
🔴 incrementato a 3.713 euro per ogni degente (al giorno) per ricovero in area medica:
🔴 incrementato a 9.697 euro per ogni degente (al giorno) se il degente transita in terapia intensiva.

Fonte (https://www.gazzettaufficiale.it)

Non tutti sono coscienti che gli ospedali non sono enti statali. Dalle privatizzazioni degli anni ’80, sono ditte private “convenzionate”, ossia pagate dallo Stato con convenzioni come questa sulla Gazzetta ufficiale che pubblichiamo. Un direttore amministrativo di un ospedale, che deve mostrare un attivo nei conti e pagare medici e infermieri, ha persino il dovere morale di spuntare  il prezzo più caro per la sua azienda. Tanto più che lo Stato stesso ti incoraggia, puoi farlo impunemente.

Così il San Raffaele per esempio dà questo annuncio pubblicitario per i vaccinati:

Dolore toracico acuto e Pronto soccorso, diagnosi più veloce e precisa con il nuovo esame TC del San Raffaele

L’innovativa tecnologia sviluppata per la prima volta dai ricercatori dell’Ircss dell’ospedale milanese migliora la capacità di diagnosi permettendo di intervenire con efficacia e tempestività

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UNISCITI a 🔗LeonardoSANTI (https://t.me/joinchat/AAAAAFNyE4peay2rGMBx9A)

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/come-la-gazzetta-ufficiale-crea-i-malati-di-covid/

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Il suicidio multiculturale della Germania

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Bergoglio nominato guida morale dalla fondazione dei Rothschild

È il Bergoglio che non ti aspetti.

Ecco Papa Francesco tra imprenditori, manager, banchieri, consulenti, funzionari pubblici. Tutte personalità, circa una settantina, di altissimo livello e di tutto il mondo, divise tra “Advisors” e “Members” (Stewards e Allies) di una (fin qui) misteriosa fondazione nata a dicembre scorso per iniziativa di una brillante signora componente della famiglia Rothschild, Lynn Forester De Rothschild, moglie di Sir Evelyn Robert de Rothschild, un finanziere britannico molto amico di Bill e Hillary Clinton.

Si chiama Council for Inclusive Capitalism with the Vaticano, che discende da Coalition for Inclusive Capitalism, due organizzazioni senza scopo di lucro che sviluppano iniziative che inducano la trasformazione del capitalismo per rendere le economie e le società più inclusive, dinamiche, sostenibili e affidabili. I membri della Fondazione, che nasce sotto gli auspici della Santa Sede, hanno esplicitamente eletto Bergoglio a loro guida morale.

Membro del Partito democratico americano, socia fondatrice e amministratrice di Inclusive Capital Partners, un gestore degli investimenti per lo Spring Fund da 1,5 miliardi di dollari, che cerca rendimenti laddove una parte del valore viene utilizzato per migliorare le prestazioni ambientali e sociali delle aziende in cui si investe, nonché fino a luglio 2020 amministratore delegato del family office E.L. Rothschild LLC, Lynn Forester De Rothschild vanta rapporti solidissimi con il Vaticano, come d’altronde è sempre stato per i diversi rami dei Rothschild.

FONTE: https://grandeinganno.it/2021/10/13/bergoglio-nominato-guida-morale-dalla-fondazione-dei-rothschild/

“Non ci arrenderemo mai”: Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto

 

 

 

POLITICA

Paragone: “Draghi? Un banchiere di Goldman Sachs che fa da garante per il Pnrr”

Il Pnrr? Un piano che non è e non sarà nell’interesse del Paese, quanto piuttosto nelle grandi multinazionali. Con un banchiere di Goldman Sachs, Mario Draghi, a fare da garante. Con queste parole il fondatore di Italexit Gianluigi Paragone ha puntato il dito contro il governo e le sue scelte, pronunciando in Senato un duro intervento: “Il Pnrr sarebbe un piano per il Paese? Peccato che il Paese da tempo non ne sappia nulla. Lo avete tenuto all’oscuro, anche grazie a un’informazione che è la voce del padrone”.

Secondo Paragone, per capire cosa ci aspetta nei prossimi mesi basta d’altronde dare un’occhiata “al modo in cui questo governo ha puntualmente trascurato il Parlamento. Del resto a voi non interessa governare per il popolo, vi interessa governare per le globalizzazioni finanziarie, per le multinazionali. Draghi è profondamente un uomo della cultura di Goldman Sachs. Punta e arriverà al Quirinale perché c’è un disegno internazionale che deve essere compiuto. L’obiettivo è disintegrare la vera economica italiana”.

Paragone ha poi fatto il punto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui tanto si discute in questi mesi. “Ho sentito dire che ci sono tanti soldi da spendere, ma spendere di per sé non significa arricchire l’economia italiana. Anche perché gran parte della spesa sarà in economie straniere, che andremo ad arricchire. Pensate all’ecosostenibilità o allo switch elettrico sulle automobili: compreremo auto elettriche straniere e rovineremo il distretto della componentistica dei motori. Il pnrr è lo schema di una globalizzazione futura che fregherà il made in italy”.

“E che dire della rivoluzione digitale? – ha concluso Paragone – State creando le condizioni per la sostituzione dei lavoratori con le intelligenze artificiali. Del resto quanto vi interessi dei lavoratori lo abbiamo visto con il Green pass. A voi piacciono le multinazionali, i lavoratori devono invece tornare a un feudalesimo moderno”.

FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/paragone-draghi-un-banchiere-di-goldman-sachs-che-fa-da-garante-per-il-pnrr/

 

 

 

STORIA

Assassinio sul Nilo: Hyksos, l’origine di tutti i nostri guai?

“Assassinio sul Nilo” è un indimenticabile filmone del 1978 con David Niven e Peter Ustinov, diretto da John Guillermin e tratto dal romanzo “Poirot sul Nilo”, di Agatha Christie. E se fosse un giallo – legato sempre a un omicidio, ma lontanissimo nel tempo – anche l’origine dell’attuale potere mondiale? Domande vertiginose, quelle che Nicola Bizzi – sul canale “Facciamo Finta Che”, di Gianluca Lamberti – rilancia al pubblico, partendo da un decisivo agguato che risale a 3.500 anni fa: quello che costò la vita al faraone di Tebe, assassinato attorno al 1570 avanti Cristo dai sicari degli Hyksos che volevano estorcergli il rituale segreto dell’immortalità. Bizzi non risparmia riflessioni taglienti: «Il dominio Hyksos fu un trauma assoluto, per l’Egitto: una vera tragedia. Ed è a causa loro che abbiamo ereditato la maggior parte dei problemi religiosi che hanno attanagliato il mondo, fino ai nostri giorni. Se certe decisioni prese in Vaticano influenzano ancora la politica italiana, è perché continuiamo a scontare l’eredità degli Hyksos».

La tesi, molto dibattuta, è stata avanzata da studiosi come Christopher Knight e Robert Lomas, secondo cui sarebbe ambientato proprio a Tebe, e non a Gerusalemme, il leggendario assassinio dell’architetto Hiram Abif, figura archetipica del primo maestro massone. E quindi: la Bergoglioritualità libero-muratoria potrebbe esser stata davvero mutuata da quell’oscuro fatto di sangue, realmente accaduto? Le ipotesi portano lontanissimo: per Knight e Lomas, convinti dell’antica origine egizia della massoneria, il mandante dei killer del faraone dell’Alto Egitto poteva essere il biblico Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, divenuto vicerè del Basso Egitto caduto in mano agli Hyksos. E chi erano, gli Hyksos? Popoli semiti di origine cananea, sostengono gli assirologi. O forse erano Amorrei, provenienti dalla Mesopotamia, proprio là dove Paolo Rumor – nel libro “L’altra Europa” – situa l’iniziale centrale operativa della Struttura, network-ombra che dominerebbe il pianeta in modo ininterrotto da quasi 12.000 anni.

Di sicuro – dice Bizzi – al tempo della “cattività babilonese”, sotto il profeta Ezechiele, la tradizione ebraica si liberò completamente delle iniziali radici egizie. E la successiva comparsa (biblica) del leggendario architetto di Salomone, figura di cui si è appropriata poi la massoneria? Ebbene: il fenicio Hiram, in realtà, potrebbe essere un semplice calco, ebraicizzato, della vittima originaria: cioè il legittimo faraone di Tebe, devoto ad Amon-Ra e strenuo custode dei segreti originari. Segreti che, nella notte dei tempi, le divinità avrebbero rivelato agli eletti. Effettivamente, la drammatica vicenda storica di Sekenen-Ra Teo II (Seqenenra Ta’o II) viene riproposta in modo quasi identico nella leggenda di Hiram, assassinato da tre apprendisti decisi a carpirgli il segreto (che nella massoneria, sempre simbolizzante, diventa “costruttorio”). Il signore di Tebe viene invece ucciso da assassini agli ordini degli stranieri Hyksos, che avrebbero sterminato l’intera casta sacerdotale di Tebe. «Così sarebbe davvero andato perduto per sempre, il segreto rituale dell’immortalità».

Nella ritualistica massonica, com’è noto, quell’irrimediabile incidente viene richiamato con l’espressione “la parola perduta”. Scoperto il corpo del maestro, maldestramente occultato, gli assassini di Hiram vengono poi smascherati e puniti. L’analogia con l’Egitto è lampante, sottolinea Bizzi: gli archeologi hanno notato che Sekenen-Ra fu imbalsamato tardivamente, quando la salma (come quella di Hiram) era ormai in stato di decomposizione. La mummia fu rinvenuta nella stessa tomba che ospitava il sarcofago del grande faraone Ramses II, segno quindi dell’alto onore concesso alla vittima. Non solo: nello stesso sito è stata trovata una terza mummia, ma senza nome. «Fatto rarissimo, Sekenen-Ranell’antico Egitto: sinonimo di ignominia». E infatti: «La terza salma era quella di un sepolto vivo. L’uomo era ancora in vita, quando fu stretto a forza nelle bende. Probabilmente era uno degli assassini di Sekenen-Ra: quello che poi, nello “hieros logos” massonico, diventa Jubello, uno degli assassini di Hiram».

Paradossalmente, riflette Bizzi, possono quindi apparire attendibili certi documenti medievali che, al rituale massonico, attribuiscono ben 4.000 anni di storia. Non mancano altri indizi convergenti: come le tracce di una fratellanza di “costruttori in grembiulino” scoperte dagli archeologi a Deir El-Medina, sempre nella regione dell’antica Tebe, capitale della “resistenza” egizia contro l’invasione degli Hyksos. «Una confraternita iniziatica, fondata su tre gradi: questa tradizione era prettamente egizia, e solo in seguito venne ereditata dalla cultura semitica, che infine divenne “ebraica” con Mosè». Non solo: «Questa ritualistica sarebbe stata mantenuta in vita nel Sinai, dove poi l’avrebbe individuata uno studioso come Robert Ambelain». Poi però ci fu una cesura netta: come per far perdere la tracciabilità della vicenda originaria? L’impronta egizia – prosegue Bizzi, citando sempre Knight e Lomas – sarebbe stata successivamente cancellata dalla “giudaizzazione” risalente al periodo dell’esilio babilonese, dopo la distruzione del Primo Tempio.

«Gli studiosi individuano nel profeta Ezechiele, massimo leader ebraico durante il periodo babilonese, l’autore della definitiva de-egittizzazione della leggenda hiramitica e la sua piena acquisizione da parte della tradizione giudaica». Forse, aggiunge Bizzi, «proprio al tempo di Ezechiele vennero rimossi i riferimenti egizi di questa narrazione, che poi venne fatta propria dalla tradizione ebraica». Narrazione quindi «filtrata attraverso l’Antico Testamento» e, infine, «adottata dalla massoneria», come se si trattasse effettivamente di un’eredità culturale ebraica, anziché egizia. C’era davvero qualcosa di sconveniente, da nascondere? E’ quello che sembrano suggerire gli studi che – Hyksossulle tracce delle possibili origini egizie della massoneria – mettono l’accento sull’eventuale ruolo di Giuseppe nella tragica fine del faraone legittimo, quello tebano. «Volevano carpirgli i segreti del rituale della rinascita e dell’immortalità, il rituale di Horus, che era prerogativa dei faraoni della dinastia tebaica: era quel tanto che mancava agli Hyksos per essere paragonati ai veri faraoni».

Sintetizza Bizzi: il “falso” faraone di stirpe Hyksos, insediato ad Ávaris nel delta del Nilo, «voleva impossessarsi del segreto della rinascita divina per raggiungere l’immortalità e diventare, dopo morto, come Osiride». Attenzione: sempre Christopher Knight e Robert Lomas hanno documentato come la storia del mitico patriarca israelita finito in Egitto sia perfettamente collocabile in quegli anni. «Di fatto, Giuseppe era il vicerè di Apofe», il faraone straniero e quindi usurpatore. Secondo la tradizione egizia, gli invasori Hyksos adoravano il dio Seth, cioè l’assassino di Osiride. E il loro pseudo-faraone aveva assunto proprio quel nome – Apofe – per umiliare gli sconfitti: nella ritualità tebana, infatti, contro il Serpente Apofe (le Tenebre) combatteva Amon-Ra, divinità del Sole. E anche questo aspetto sembra avvicinare i fatti di Tebe alla libera muratoria: «Nel rituale massonico del III grado, viene detto che Hiram fu ucciso mentre si recava a Massoneriapregare nel Tempio a mezzogiorno, ovvero quando il Sole – allo zenit – esprime la sua massima forza». Dunque: dietro al leggendario Hiram si nasconde la vera vittima, cioè l’egizio Sekenen-Ra?

Interrogativi innescati, in ogni caso, dalla scoperta della tomba del faraone assassinato: la rinvenne nel 1881 l’egittologo tedesco Émile Brugsch. «I testi di storia attribuiscono l’omicidio, genericamente, agli Hyksos». Nel libro “La chiave di Hiram”, invece, Knight e Lomas esibiscono documenti secondo cui l’uccisione sarebbe stata opera di emissari molto probabilmente inviati da Giuseppe, braccio destro del signore di Ávaris: «Solo il segreto del rituale dell’immortalità e della rinascita avrebbe potuto garantire al sovrano Hyksos la sua assimilazione con Horus e Osiride», mettendolo quindi alla pari con gli autentici faraoni egizi. Sekenen-Ra – che evidentemente tenne per sé il segreto – fu colpito al volto esattamente come, secondo il rituale massonico, sarebbe stato colpito Hiram. Con la morte del faraone, chiosa Bizzi, quel rituale andò effettivamente perduto: verosimilmente erano stati uccisi anche i suoi sacerdoti, che il segreto lo conoscevano, e quindi Seknen-Ra Teo II era l’ultimo depositario del rituale dell’immortalità: nessun altro poteva esserne a conoscenza, se non lui e i vertici della casta sacerdotale.

Proprio l’eventuale origine egizia della massoneria potrebbe rivelare, attraverso la tradizione veterotestamentaria, il ruolo degli Hyksos nel progetto di potere che sembra unire almeno idealmente il sionismo al suo antenato leggendario, Mosè, che lasciò l’Egitto con un carico di oro e sotto robusta scorta militare (non del faraone, ma sempre del sovrano di Ávaris). Se l’evento viene collegato all’origine mesopotamica Nicola Bizzidella Struttura citata da Rumor, sembra di essere di fronte alla quasi-chiusura di un cerchio. Il che fa pensare a quella che potrebbe esser stata l’operazione successiva: la conquista del nuovo dominio assoluto dell’epoca, l’Impero Romano, attraverso il format religioso cristiano che Paolo di Tarso (uomo della Struttura) avrebbe preteso di trarre dalla tradizione giudaica. L’ultima resistenza al piano sarebbe stata opposta dall’imperatore Giuliano l’Apostata. Poi, quasi mezzo millennio dopo i presunti fatti di Gerusalemme, fu Teodosio a insediare direttamente al potere la nuova religione, concepita appunto come instrumentum regni.

(Storico indipendente, saggista prolifico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale, Nicola Bizzi – massone e iniziato ai Misteri Eleusini – è impegnato in una vasta opera di divulgazione dei contenuti storico-archeologici più scomodi, come quelli che comproverebbero l’origine atlantidea della civiltà occidentale. Acquisizioni anche scientifiche, che ormai – in molti casi – dimostrano l’insostenibilità della storiografia ufficiale, svelando il ruolo decisivo di network occulti nella sovragestione della governance planetaria, ieri come oggi).

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/12/assassinio-sul-nilo-hyksos-lorigine-di-tutti-i-nostri-guai/

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