RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 23 MARZO 2021

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

23 MARZO 2021

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Il Maestro disse: “Ciò che l’uomo superiore cerca, lo cerca in sé stesso, mentre l’uomo dappoco lo cerca negli altri”

CONFUCIO, Massime, Newton, 2014, pag. 44

 

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SOMMARIO

 

IN EVIDENZA

Regeni è stato ucciso dai servizi inglesi

Alfonso Luigi Marra – 25 02 2021

Secondo Federico Dezzani, che è un bravissimo annalista di geo politica (benché gli manchi, io credo, qualche passaggio fondamentale), Regeni è stato ucciso dai servizi inglesi, ai quali era vicino, per pregiudicare i rapporti commerciali tra l’Italia e l’Egitto in relazione al gas. 24.2.21, ALM
Immagine: La morte di Giulio Regeni: Federico Dezzani - Le interviste di ...
VIDEO QUI: https://www.youtube.com/watch?v=dTMfNX3PPQ0
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Immagine: La morte di Giulio Regeni: Federico Dezzani – Le interviste di …
FONTE: https://www.facebook.com/alfonsoluigi.marra.779/posts/2794591584141721

L’operazione Draghi è l’ultimo attacco del mondialismo contro l’Italia

Alla fine dunque il momento è giunto. Solo pochi giorni separano Draghi da palazzo Chigi quando le consultazioni stanno volgendo al termine in queste ore.

Su questo blog si era prevista la venuta dell’ex governatore della Bce come prossimo presidente del Consiglio già nei mesi scorsi.

Non perché si sia in possesso di sconosciute doti divinatorie, ma piuttosto perché si erano rilevati i segnali evidenti di un meccanismo che si era messo in moto proprio agli inizi dell’operazione terroristica del coronavirus.

La venuta di Draghi in realtà era stata già decisa verso la scadenza del suo mandato da governatore della Bce.

Era già da allora che nelle stanze di Bruxelles e negli ambienti della finanza anglosassone di Londra si iniziava a fare il nome dell’uomo di Goldman Sachs come prossimo premier per l’Italia.

L’operazione Draghi era già in preparazione dalla seconda metà del 2019 e per comprendere che cosa ha portato alla sua piena riuscita, occorre tornare per un istante a quel periodo quando Salvini fece cadere, secondo molti inspiegabilmente, l’allora governo gialloverde.

La caduta di quel governo è stata semplicemente decisiva per iniziare a preparare il terreno a Draghi.

La marcia di avvicinamento dell’ex governatore della Bce è stata ampiamente favorita proprio da Matteo Salvini.

Non appena il segretario della Lega ha fatto harakiri e ha permesso al PD di tornare al potere assieme al M5S, ha iniziato a formare un asse con Renzi.

Questo asse ha praticamente lavorato in sinergia sin da allora per spianare la strada a Mario Draghi.

Non è certamente un caso che dal mese di novembre del 2019 ci sia stata la prima apertura di Salvini al nome di Draghi al Quirinale, quando il segretario leghista pronunciò l’ormai famoso “why not quando gli fu chiesto se pensava che l’uomo di Goldman Sachs sarebbe potuto diventare il prossimo presidente della Repubblica.

In quei mesi, la Lega di Salvini aveva già iniziato lo smantellamento di tutta la linea sovranista, o almeno la facciata di una linea sovranista, a partire dal caso dell’Ilva di Taranto, sparito da tempo dall’agenda dei media.

In quell’occasione, il leader del carroccio si schierò a favore del gruppo franco-indiano arrivando persino a dire che era necessario chiedere scusa agli imprenditori stranieri che stavano arrecando un danno strategico vitale alla produzione d’acciaio nazionale.

Nel mese successivo, succede un altro evento inaspettato. Salvini smette di chiedere le elezioni anticipate e arriva a invocare apertamente la soluzione del governo di unità nazionale.

A distanza di poco tempo, l’eminenza grigia della Lega, Giancarlo Giorgetti, l’interlocutore privilegiato del partito per l’establishment europeo e mondialista, rilascia un’intervista al Corriere nella quale inizia a scoprire le carte e a fare il nome di Draghi per unire le forze politiche in un esecutivo di larghe intese.

Questi passaggi sono da tenere a mente perché senza di questi non si comprende il meccanismo che ha portato al progressivo avvicinamento di Draghi a palazzo Chigi.

La Lega che prometteva l’uscita dall’euro in un fine-settimana è stata difatti la forza politica, assistita dalla sponda di Matteo Renzi, che si è rivelata decisiva per permettere la riuscita dell’operazione Draghi.

La crisi artificiale da Covid è servita a preparare il terreno al falso messia

Perché tutto andasse a buon fine però servivano soprattutto due cose.

La prima era la costruzione di una crisi artificiale così devastante e catartica da poter costruire il clima necessario per preparare la venuta del falso messia.

La seconda era quella di preparare una massiccia campagna di disinformazione tale da far credere che il messia sotto le mentite spoglie di Draghi fosse andato incontro ad una sorta di misteriosa e inaspettata conversione così da potersi in qualche modo guadagnare le simpatie o l’approvazione dell’elettorato leghista.

La prima condizione si è verificata a livello mondiale perché l’operazione terroristica del coronavirus è sicuramente un disegno di respiro globale per poter preparare la strada al futuro governo unico mondiale.

Le caratteristiche di questa crisi assomigliano molto a quella di cui parlava David Rockefeller nel 1994 in un consesso delle Nazioni Unite, davanti al quale il magnate americano sosteneva che il Nuovo Ordine Mondiale era praticamente alle porte.

Tutto ciò di cui c’era bisogno non era altro che una crisi così devastante e profonda da indurre le nazioni a rinunciare alla loro sovranità per lasciare spazio alla dittatura globale desiderata dalle grandi élite mondialiste.

Quella crisi è arrivata con le fattezze del coronavirus, ma a questo punto si deve notare un fatto.

Il sistema ha fatto di tutto per accentuarla in maniera spasmodica soprattutto in Italia. Quando a marzo venivano fatte delle chiusure totali e venivano vietati gli spostamenti persino oltre il proprio quartiere, l’Italia è divenuta di fatto la dittatura più repressiva al mondo.

L’eccessivo e totalmente anomalo numero di persone decedute a Bergamo è stato praticamente un caso unico a livello mondiale.

Nessuno riusciva a spiegarsi cosa lo avesse determinato, e i parenti delle vittime hanno continuato a chiedere chiarezza sulle terapie che sono state somministrate ai loro cari.

Mesi dopo sono iniziate ad emergere delle raccapriccianti verità su quello che potrebbe essere accaduto a Bergamo.

A Brescia, altra città dove c’è stata un’elevata anomalia di morti, è venuto fuori che un medico ordinava l’uccisione dei propri pazienti Covid attraverso la somministrazione di farmaci che si rivelavano letali per i pazienti.

L’Italia dunque è stata un caso unico al mondo perché questa strage è accaduta solo in alcune città ma non si è verificata altrove.

Sembra esserci anche una stretta correlazione tra questo numero di decessi e le terapie sbagliate che nonostante tutto sono state seguite quando diversi medici sapevano che avrebbero ucciso i propri pazienti.

La causa della strage di Bergamo va ricercata qui, e la magistratura, come al solito, non sta facendo luce sui protocolli sanitari che avrebbero causato l’eccidio.

Mentre l’Italia veniva investita da una campagna di terrorismo sanitario senza precedenti, le opposizioni non hanno fatto nulla per cercare di smorzare la falsa emergenza e scongiurare le chiusure.

Al contrario, Salvini in primis soffiava sul fuoco della crisi quando chiedeva di chiudere tutto, e di tracciare persino i cellulari dei positivi.

Il ruolo della Lega e delle opposizioni non era dunque quello di spegnere la falsa emergenza che il sistema stava alimentando.

Era quello di amplificarla. Se il governo Conte è riuscito a fare tutto ciò che ha fatto è proprio grazie alle false opposizioni che invece di opporsi, sostenevano e sostengono la dittatura sanitaria.

Una circostanza che gli smemorati elettori leghisti sembrano aver già dimenticato.

La campagna di disinformazione sulla falsa conversione di Draghi

Ad ogni modo, c’è una ragione che può spiegare perché il sistema aveva bisogno di alimentare all’inverosimile l’operazione terroristica del Covid in Italia, e la si vedrà a breve.

Nel mezzo della crisi, quando i media continuavano a diffondere terrorismo e informazioni false sulla letalità del virus, giunge Mario Draghi con il suo ormai leggendario articolo sul Financial Times.

Questo passaggio è fondamentale perché per la prima volta il sistema mostra apertamente sulla scena chi sarà il “messia” che dovrà tirare fuori l’Italia dalle terribili spirali della cosiddetta “pandemia”.

Draghi scrive un articolo piuttosto generico nel quale si parla di una espansione del debito pubblico, che è certamente auspicabile, ma che da solo certamente non basta per assicurare la crescita e la stabilità economica di un Paese.

Per potersi permettere l’espansione del debito pubblico sono necessarie due condizioni imprescindibili; la prima è una banca centrale che garantisce in maniera illimitata il debito sui mercati; la seconda è una valuta sovrana che serve a modificare il tasso di cambio qualora l’aumento della spesa comporti dei naturali e conseguenziali squilibri sulla bilancia dei pagamenti.

Draghi non ha menzionato né l’una né l’altra e pertanto il caso della sua presunta riconversione alla scuola del suo antico maestro, il compianto professor Federico Caffè, si può considerare già chiuso qui.

Non è mai esistita alcuna conversione. Draghi è sempre rimasto quello di prima.

Ad ogni modo, non appena questo articolo è uscito, chi è stato il primo a gioirne entusiasta? È stato proprio “casualmente” Matteo Salvini che fino a tre anni prima accusava, giustamente, Draghi di distruggere l’economia italiana, tenendo in vita l’euro, e che invece ora chiama Draghi presidente dandogli il benvenuto.

Ecco a cosa è servito il pezzo di Draghi. Serviva a dare una cartina di tornasole alla Lega e a Salvini per iniziare a diffondere la falsa teoria dell’uomo di Goldman Sachs convertito sulla via di Damasco.

Se c’è qualcuno che si è convertito in questa storia quello è proprio Salvini, non di certo Draghi.

A questo punto però per poter dare ulteriore forza a questa campagna di disinformazione occorreva un evento shock.

Occorreva rappresentare Draghi agli elettori sovranisti come un uomo che adesso era in qualche modo “minacciato” dal sistema, e qui si arriva conseguentemente all’incendio della sua casa a Città della Pieve.

L’unica foto esistente di questo incendio è quella che si vede qui sotto.

Va a fuoco la casa di Mario Draghi. Casualità o attentato ...

La prima cosa che salta all’occhio è che questa foto è completamente sgranata.

Non si vede praticamente nulla e non si capisce minimamente quello che sta succedendo nella foto.

Appare davvero singolare che nell’epoca degli smartphone ad alta risoluzione digitale l’unica foto disponibile sia quella di un telefonino che sembra avere una risoluzione di un vecchio telefono dei primi anni 2000.

Tutta questa campagna comunque aveva ed ha uno scopo preciso come già accennato prima. La Lega non poteva presentarsi davanti ai propri elettori facendo il nome di Draghi.

Doveva prima far credere che l’ex governatore della Bce era un altro, che in lui c’era stato un genuino cambiamento tale da far sì che ora si aveva di fronte un altro uomo.

La storia che si sta cercando di far credere è che il premier incaricato ad essere andato incontro alle posizioni della Lega e non il contrario.

È qui che nasce la menzogna del Draghi keynesiano pentito che ora vestirebbe i panni di San Francesco per poter fare inspiegabilmente gli interessi del suo Paese che mai ha fatto nella sua carriera.

Un articolo vuoto del Financial Times, e il lavaggio del cervello che stanno facendo gli ambienti vicini alla Lega alle masse di adepti sembra quasi aver cancellato nella mente di molti chi è l’uomo Mario Draghi.

Si sta cercando disperatamente di “sanificare” la memoria di quest’uomo per far dimenticare come negli ultimi trent’anni sia stato proprio lui a smantellare pezzo per pezzo quella che era la quarta economia del mondo.

In un Paese senza memoria, dunque è meglio ricordare. Sono le azioni che qualificano una persona, non di certo alcune dichiarazioni, tra l’altro nemmeno sostanziali.

Mario Draghi è stato il più micidiale sicario economico dell’Italia

Mario Draghi è stato infatti l’uomo che probabilmente ha fatto più danni in assoluto all’Italia nella sua storia recente.

Fu Draghi nel 1992, quando era allora direttore generale del Tesoro, a riunirsi a bordo del panfilo Britannia e a consegnare tutta l’intera industria pubblica italiana a prezzi di saldo alla finanza anglosassone di Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Fu sempre lui negli anni successivi a far sottoscrivere all’Italia dei derivati che sarebbero costati almeno otto miliardi di euro alle casse dello Stato.

I media in questi giorni stanno ripetendo come un mantra tutto il curriculum di Draghi, ma nulla dicono che quel curriculum è il risultato di una guerra economica che Draghi ha condotto contro il suo stesso Paese.

Più danni venivano fatti all’Italia, più in alto andava Mario Draghi fino a quando non ha toccato le sfere dell’Eurotower di Francoforte quando divenne presidente in pectore nel 2011 e vergò la lettera indirizzata al governo Berlusconi.

Draghi ingeriva per conto di una istituzione sovranazionale nella sovranità del suo stesso Paese ordinando delle riforme strutturali, quali tagli ai salari e tasse alle pensioni, che sarebbero poi state applicate da Monti.

L’ex governatore della Bce durante il suo mandato è stato ciò che ha permesso all’euro di restare in vita, ma il prezzo lo hanno pagato tutti i popoli europei, soprattutto quello greco ridotto in miseria e alla fame dalla Troika di cui faceva e fa parte la Bce.

L’euro è infatti un formidabile e terribilmente efficace strumento di disciplina della classe lavoratrice.

La sua ratio, da un lato, è quella di togliere la possibilità di fase spesa pubblica autonomamente agli Stati che non possono stampare questa moneta, e dall’altro è quella di sottrare agli stessi Stati la possibilità di svalutare il cambio della propria moneta.

Senza la possibilità di intervenire sul cambio, per assicurare la competitività del Paese sui mercati internazionali non resta che svalutare i salari dei lavoratori, sulle cui spalle grava tutto il peso di questa moneta.

Mario Draghi ha lavorato in maniera scientifica per assicurare l’esistenza di questa moneta che è stata pensata espressamente per assicurare al meglio gli interessi delle grandi élite finanziarie a discapito dei lavoratori.

Ora la campagna di lavaggio del cervello sta cercando di cancellare tutto questo per poter far bere ai seguaci della setta di Borghi e Bagnai la storia del suo improvviso interesse per le sorti del Paese.

È forse la menzogna più indecente e scandalosa che sia mai stata concepita nella politica italiana da molti anni a questa parte, ma ormai nell’epoca dei santoni e del settarismo politico la massa è disposta ad obbedire e credere ciecamente agli ordini che arrivano dall’alto, anche i più folli e insensati.

La missione di Draghi è dare il colpo di grazia all’Italia

A questo punto occorre tornare all’inizio di questa analisi quando il sistema ha esasperato la crisi terroristica da Covid proprio in Italia.

C’è una ragione per questo, e il fatto è che il mondialismo vuole portare a termine il progetto della falsa Europa di Kalergi, ovvero gli Stati Uniti d’Europa.

Per poter arrivare a questo disegno però occorre distruggere del tutto economicamente e spiritualmente la nazione che rappresenta la vera Europa cristiana e romana, l’Italia.

Per questo viene Draghi. L’ex governatore è stato scelto perché è un liquidatore formidabile. È uno specialista delle messe all’asta e delle svendite a prezzi di saldo.

In altre parole, l’uomo scelto dalla finanza internazionale deve portare a termine il lavoro iniziato a bordo del panfilo Britannia nel lontano 1992.

Draghi dovrà intavolare una trattativa con il blocco del Nord-Europa, Germania e Olanda, e offrire in cambio loro una patrimoniale, oppure l’attivazione del MES, per arrivare al superstato europeo che le élite mercantiliste tedesche non vogliono se questo non riflette fedelmente i loro interessi.

Qualora la trattativa fallisse, l’uscita dall’euro è certamente contemplata ma con Draghi verrebbe fatta in condizioni devastanti.

È questa l’atroce verità che non si sta raccontando a coloro che si definiscono “sovranisti”.

Lo stesso giornalista inglese Ambrose Pritchard in un articolo sul Telegraph ha scritto che Draghi potrebbe portare fuori l’Italia dall’euro ma non comunque prima di aver attivato il MES.

Questo strumento finanziario, come spiegato precedentemente, raderebbe al suolo l’intera economia italiana perché porterebbe ad una ristrutturazione del debito pubblico italiano.

Fallirebbero moltissime banche che detengono questi titoli e migliaia di imprese già duramente provate dalle misure della dittatura sanitaria.

In altre parole, Draghi darebbe vita ad una sorta di riedizione del lontano 1992 quando l’Italia governata da Amato abbandonò lo SME, l’antenato dell’euro, ma stavolta gli effetti sarebbero enormemente più devastanti.

In ogni caso, Draghi non riveste il ruolo di “salvatore”. Draghi ha ricevuto un mandato specifico dalle élite e a quello si atterrà.

Per l’Italia dunque si sta chiudendo un ciclo. È l’ultimo atto di una guerra economica e spirituale che poteri come il club di Roma, finanziato dalla famiglia Rockefeller, hanno dichiarato a questa nazione, così importante nei piani del mondialismo.

Che le élite globaliste che odiano l’Italia gioiscano di tutto questo è perfettamente naturale.

Che lo siano coloro che si definiscono “sovranisti” non lo è affatto.

Questo è stato il più grande capolavoro della dittatura mondialista. Hanno portato le masse che credono di essere antisistema a gioire della vittoria del sistema stesso.

La situazione dell’Italia è comunque ancora oggi rimessa nelle mani di ciò che accadrà negli USA.

Donald Trump sta vincendo le cause contro le frodi elettorali, e la corte Suprema sta per discutere i ricorsi degli avvocati Sidney Powell e Lin Wood vicini proprio al presidente.

Se l’amministrazione fantoccio di Biden dovesse venire giù, verrà giù a cascata anche inevitabilmente il deep state europeo e italiano.

Questo potrebbe essere stato l’ultimo tradimento di una classe dirigente marcia e corrotta. L’ultimo colpo di coda dei passacarte della massoneria e dei circoli mondialisti che hanno lavorato solo alla distruzione del Paese.

Forse era proprio scritto che dovesse finire così. Quest’ultimo calvario potrebbe essere necessario per poi poter ricominciare e iniziare a ricostruire tutto quello che il mondialismo e i suoi servi in Italia hanno distrutto negli ultimi quarant’anni.

FONTE: https://lacrunadellago.net/2021/02/08/loperazione-draghi-e-lultimo-attacco-del-mondialismo-contro-litalia/

 

 

 

Operazione Covid: il piano di cancellazione dell’umano

Puntata speciale, a un anno dallo scoppio della pandemia – così si scrive, ma si legge “dall’inizio dell’Operazione Covid”. In questa puntata densissima di contenuti e di significati, Fulvio Grimaldi fa parlare i dati, le cifre, gli scenari di questo primo anno di pandemia e ne dà una lettura spietata: il disastro pianificato dalle élites globaliste non è solo economico, ma umanitario. La “distruzione creativa” ha azzerato soprattutto il piano delle necessità immateriali, quelle che nutrono lo spirito e si fondano sulla socialità. Arte e sport e tutte le altre pratiche che esprimono la vitalità e lo spirito dell’uomo, non avranno posto nel Mondo Nuovo che questa guerra dei pochi contro i molti, dei capitali contro le vite, vuol creare.

Seguono approfondimenti su:
– Varianti e Vaccini: l’accoppiata mortale
– Greenwashing e legami con la mafia: la vera natura del governo Draghi
– Come Grillo ha sfruttato e distrutto il M5S
– La battaglia di Alex Schwazer continua

Conduce Massimo Cascone, produzione Bagony Snikett

VIDEO QUI: https://comedonchisciotte.org/sancho4-fulvio-grimaldi-operazione-covid-il-piano-di-cancellazione-dellumano/

Buona visione!

FONTE: https://comedonchisciotte.org/sancho4-fulvio-grimaldi-operazione-covid-il-piano-di-cancellazione-dellumano/

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

L’anno del grande inganno

di Francesco Benozzo & Fabio Bonvicini

Canzone composta nello stile dei cantastorie popolari, sulla melodia del canto Decapitazione di Sante Caserio (1890), a sua volta plasmata sull’aria di Quanti pianti e sospiri (o Aria della povera Giulia), di metà Ottocento.

Francesco Benozzo: voce e arpa bardica
Fabio Bonvicini: voce e organetto

Registrato in presa diretta a Pazzano di Serramazzoni (Appennino modenese) il 16 marzo 2021

Francesco Benozzo, professore di filologia all’Università di Bologna e candidato al premio Nobel per la Letteratura dal 2015, ha pubblicato in questi mesi, anche su ComeDonChisciotte, diversi interventi critici e polemici sulla situazione emergenziale in atto, confluiti nei suoi recenti libri Poesia, scienza e dissidenza (Bologna, 2020) e Memorie di un filologo complottista (Lucca, 2021). Fabio Bonvicini unisce all’attività di docente quella di musicista, polistrumentitsta e ricercatore delle tradizioni musicali emiliane, ambito nel quale ha pubblicato diversi album in collaborazione con diversi gruppi.
Benozzo e Bonvicini hanno realizzato insieme i CD Libertà l’è morta, Ponte del Diavolo e Un requiem laico. Hanno vinto per due volte il prestigioso Premio Nazionale Giovanna Daffini per la musica tradizionale e si sono esibiti in numerosi festival internazionali, in Italia e all’estero (Danimarca, Isole Faroe, Canada).

VIDEO QUI: https://youtu.be/Av5TzBG3IWo

Testo del brano

Era il 2020, l’anno del grande inganno:
hanno rinchiuso tutti escogitando un danno
con il terrore di poter morir
la gente tace, sa solo ubbidir.

Governi e opposizioni, dottori e giornalisti
complici come adesso non si erano mai visti
la gente grida “Dagli agli untor!”
odio e arroganza si insinuan nei cuor.

Passano i giorni e i mesi, si sparge la menzogna
truffati e vilipesi i giovani alla gogna
preti e cantanti, e i professor
tutti asserviti, senza senza più onor.

E i nuovi partigiani non mostrano più i denti
pavidi e alla catena son voce dei potenti
chi usa il buon senso non può più parlar
viene deriso, gliela faranno pagar.

In tutto il mondo, intanto, per tutti i burattini
noti burattinai producono i vaccini
Che meraviglia! Oh! Quale stupor!
Tutti li vogliono, pagandoli a peso d’or!

Dopo tredici mesi non è cambiato niente
stessi guinzagli indegni, stessa assopita gente,
nuove varianti spaventano ancor
nuove menzogne dei vili governator.

Coraggio, cittadini, oppressi dai bugiardi
spezzate le catene, o sarà troppo tardi!
Aprite gli occhi, non più viltà
non siate schiavi, evviva la libertà!

Pubblicato da Tommesh per Comedonchisciotte.org

FONTE: https://comedonchisciotte.org/lanno-del-grande-inganno/

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

È inutile per ora tentare di opporsi al cartello farmaceutico

Alfonso Luigi Marra – 3 03 2021

È inutile per ora tentare di opporsi al cartello farmaceutico perché la sua dittatura è parte integrante del vergognoso ‘patto sociale’ in virtù del quale la società ha venduto la dignità, la libertà, il diritto e la morale in cambio di un po’ di ‘mangiatoia bassa’.
In queste condizioni, senza cioè alcuna vera opposizione popolare, i cartelli hanno un potere 100 volte maggiore di quello dei parlamenti, dei governi e dell’intera categoria dei giornalisti.
Gli stessi ‘rivoluzionari’ sono quasi tutti soggetti che cercano di convogliare a sé per fini personali un po’ di malcontento generato o da rivendicazioni (più sussidi, più benefici ecc) di sacche categoriali che, ben lungi dal voler promuovere alcun cambiamento, lottano per il ripristino e la conservazione del comunque abominevole status quo.
Il cambiamento — come ho detto tantissime volte — verrà presto, ma solo quando lo produrrà il clima distruggendo materialmente gli attuali assetti sociali. In quel momento la società saprà che fare, a chi rivolgersi ecc.
In questo momento invece è cieca, sorda e muta verso ogni proposta di vero cambiamento e questa è infatti la ragione per la quale, scientificamente, predilige i pagliacci e gli inutili. 3.3.21, ALM x www.pas.it
FONTE: https://www.facebook.com/alfonsoluigi.marra.779/posts/2799290823671797

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Il Virus del Terrore e il sottile alchimista Mario Draghi

Il Virus del Terrore ha le settimane contate? E’ quello che si augurano tutti: sia la maggioranza dei cittadini, ipnotizzati per un anno dalla sovragestione del panico, sia la vasta minoranza vigile che non ha smesso di porsi domande, ascoltando i medici indipendenti (quelli che al Covid hanno preso le misure a partire dall’aprile 2020, con farmaci in grado di disinnescarne l’evoluzione peggiore). Generalmente, dalle catastrofi si può uscire in due modi: con un Processo di Norimberga che metta alla sbarra i protagonisti delle scelte più sciagurate, oppure optando per un risanamento silenzioso e pragmatico, che faccia a meno della vendetta politica e affidi semmai alla storia il giudizio sugli errori commessi. Evidente la natura della scelta adottata da Mario Draghi: amnistiare i partiti che hanno partecipato al disastro direttamente, dai banchi del governo Conte, o anche indirettamente, attraverso Regioni che non si sono mai discostate dal delirio fobico-mediatico nazionale, basato sui numeri “impazziti” della pandemia e su una imbarazzante impreparazione del sistema sanitario, colonizzato da Big Pharma (a partire dalla ricerca scientifica) e falcidiato da decenni di tagli selvaggi e sconsiderati.

A scagliare la pietra dello scandalo sono i sanitari estranei al circo televisivo del mainstream: medici in prima linea negli ospedali e, prima ancora, impegnati sul territorio nei loro ambulatori. La loro denuncia si basa ormai anche su evidenze statistiche: è rarissimo che possa  chemical warfareincorrere in seri pericoli chi viene curato a casa in modo tempestivo, ai primi sintomi, ricorrendo a farmaci appropriati (di uso comune, collaudati, sicuri). La strage – dicono i sanitari, come quelli riuniti in modo volontaristico in associazioni come “Ippocrate” – sarebbe stata determinata proprio dalla rinuncia alle cure tempestive, domiciliari: gli ospedali, incluse le terapie intensive, sarebbero stati intasati da malati abbandonati a se stessi per giorni, lasciati a casa senza terapie, dando tempo al Covid di sviluppare le conseguenze più gravi. Questo, dicono, spiegherebbe anche l’elevata percentuale di insuccessi, nei centri ospedalieri, troppo spesso costretti ad assistere pazienti ormai gravemente compromessi.

Devastante, in questo, l’assenza dello Stato: si commenta da sola la scelta, da parte di molti medici, di condividere un loro efficace protocollo terapeutico, da utilizzare per trattare i pazienti: l’invito, se si vuole guarire, è a saltare i passaggi ordinari (medico di famiglia, pronto soccorso) rivolgendosi direttamente a loro, i medici che sanno come guarire dal Covid. Medici – altro aspetto increscioso – che prestano la propria opera in modo gratuito, assistendo pazienti a cui il sistema sanitario, troppe volte, non offre risposte efficaci, cioè appropriate e tempestive. Di sfuggita, lo stesso Draghi ne ha accennato nel suo discorso al Senato, quando ha sottolineato l’assoluta necessità di riabilitare innanzitutto la medicina territoriale, lasciando agli ospedali solo i casi più gravi. Non una parola, in questo senso, si era sentita in tutto il 2020, quando l’unica preoccupazione di Conte e dei suoi tecnici sembrava quella di terrorizzare la popolazione, rinchiusa in casa a colpi di  Massimo Galli, una delle maschere dell'emergenza italianaDpcm, mentre il ministro della sanità – anziché mettersi al lavoro per proteggere gli italiani in vista dell’autunno – perdeva l’estate a scrivere un libro surreale sui suoi “successi”, che poi non ha neppure osato distribuire nelle librerie.

Ogni Norimberga – la spada simbolica della giustizia – necessita di un esercito nettamente vincitore. Non è il nostro caso: nessuno, dei partiti italiani, può dirsi innocente. Tutti hanno ceduto alla tentazione della paura, collaborando in vario modo (sia pure con gradazioni diverse) alla Legge del Terrore, che – con Conte – ha messo l’Italia sul binario morto della depressione: sanitaria, sociale, economica e psicologica. A essere defunto è il peggior governo possibile, non contrastato da un’opposizione degna (capace cioè di avanzare proposte radicalmente alternative, anche sulla gestione della pandemia). E’ per questo, probabilmente, che tutti i partiti neo-governativi – nessuno escluso – oggi sono ricoverati in terapia intensiva, nello strano ospedale del dottor Draghi, sperando che l’illustre clinico li possa miracolare. Cosa che, evidentemente, non succederà: almeno, non nei termini auspicati dalle attuali, incolori dirigenze, tutte largamente impresentabili. La fedina in discussione non è penale, ma politica: non hanno saputo leggere il mondo, e tradurre i bisogni in risposte.

Tra gli outsider, poi, non manca chi paventa – con Draghi – l’avvento di una sorta di sottomissione definitiva, post-democratica, all’insegna del cosiddetto post-umanesimo vaticinato dalle élite di Davos, quelle del Grande Reset: una riconversione globale (ecologistica ma anti-sociale), capace di rendere permanente la mutazione anche antropologica della società che l’irruzione del virus ha indotto, distanziando le persone e costringendole a un auto-isolamento infinito: a scuola, al lavoro, in ognuno dei luoghi in cui fino a ieri si esprimeva liberamente la socialità. Un incubo distopico, figlio – ancora e sempre – della paura: in questo, il coronavirus (presentato come minaccia invincibile) ha rimpiazzato ottimamente le fobie di ieri, scatenate con le crisi finanziarie e con il ricorso al terrorismo. Il virus è un nemico ancora più Gretasubdolo: può sempre colpire chiunque, ovunque. Per soccombere, basta fingere di non sapere che le cure esistono (e funzionano), rendendo quindi sostanzialmente superflua la stessa vaccinazione, presentata invece come unica possibile salvezza.

Sembra la storiella dell’alleanza clandestina tra il vetraio e il monello con la fionda, se poi si scopre che i profeti della vaccinazione universale sono i medesimi soggetti che hanno a lungo maneggiato i virus, nei loro laboratori. L’enormità degli accadimenti del 2020 – lo scontro epocale con la Cina, la manipolazione delle presidenziali negli Usa – è stata in qualche modo preparata anche da fenomeni mediatici come la bolla-Greta, sostenuta da precisi settori della grande finanza mondiale per deformare la realtà e convincere miliardi di persone che le alterazioni del clima (sempre avvenute, e oggi gravi) dipendano dall’attività antropica. I creatori di Greta sono gli stessi protagonisti dell’inquinamento terrestre, che oggi hanno imposto la loro agenda “green” basata su suggestive interpretazioni (industriali, finanziarie) della pretesa riconversione ecologica del sistema, partendo dalla colpevolizzazione del singolo, mortificato nelle sue capacità di consumo anche “grazie” agli effetti devastanti della sovragestione terroristica della crisi epidemica, con la brutale imposizione degli inutili, disastrosi lockdown.

E’ soverchiante, la narrazione (disonesta) che è stata imposta dal pensiero unico, nella sua dimensione inevitabilmente mondiale, sorretta dal grande potere onnipervasivo che nei decenni precedenti – anche a suon di ricatti e guerre – ha attuato una rivoluzione violenta, imposta dall’alto, come la globalizzazione finanziaria, sottomettendo interi popoli attraverso il regime dell’emissione monetaria “privatizzata”, che trasforma il debito in schiavitù. Sono bastate le mediocri fanterie giornalistiche, nei singoli paesi, a sbaragliare i cosiddetti sovranismi politici, intimiditi e neutralizzati con pochissima fatica, mentre si lascia volentieri al complottismo chiassoso il ruolo di opposizione solo Klaus Schwab, eminenza grigia di Davosvirtuale, cioè verbosa e sostanzialmente innocua, nell’immensa deriva di società un tempo vitali e democratiche, oggi narcotizzate dalla digitalizzazione che trasforma l’individuo in uno spettatore apatico, ormai indifferente persino alle più feroci limitazioni della libertà personale.

La verità è che nessun soggetto politico, in questi anni, ha saputo organizzare una risposta all’altezza dei pericoli, dopo aver elaborato un’analisi dei problemi. Ogni denuncia è rimasta circoscritta nel perimetro ristretto di sparuti gruppuscoli, di fronte alla storica diserzione di intellettuali, artisti e pensatori. Gli stessi partiti si sono ridotti a comitati elettorali, affidati a piccoli leader acefali e, di conseguenza, pronti a eseguire semplicemente direttive calate dall’alto, in un pianeta in cui tutti i grandi agglomerati – Big Tech, Big Money – sono riconducibili al controllo esercitato da una manciata di persone, sempre le stesse, che siedono a turno nei consigli di amministrazione dei tre maggiori fondi d’investimento (State Street, Vanguard e BlackRock) che dominano banche e multinazionali in ogni angolo della Terra.

E’ questo, il pianeta in cui si muovono determinate élite che hanno cominciato in vario modo a mostrarsi dissonanti, rispetto alla narrazione corrente: per esempio, quelle che nel 2016 sostennero l’eretico tentativo di Donald Trump: proteggere la comunità nazionale dagli effetti più deteriori del globalismo. Già dopo le proteste di Occupy Wall Street, alcune voci autorevoli – Premi Nobel come Paul Krugman – iniziarono a Paul Krugmandenunciare il carattere calamitoso del capitalismo finanziarizzato. Oggi, con l’alibi del Covid e grazie a Christine Lagarde, la Bce si è trasformata in una vera banca centrale, teoricamente pronta a sostenere l’economia in misura virtualmente illimitata. In questo percorso fatto di autorevolissime voci di dissenso si è fatta notare quella di Mario Draghi: ieri spietato architetto dell’austerity, e oggi profeta di una  possibile conversione post-keynesiana dell’economia, sia pure tenendo conto (inevitabilmente) delle disastrose condizioni di partenza, quelle di un pianeta che si è lasciato ipnotizzare dagli stregoni del virus, dopo aver tolto la parola persino al presidente degli Stati Uniti, mettendolo al bando, per mano di poteri oligarchici che pretendono di plasmare le vostre vite al punto da imporre un’unica verità, la loro.

Non essendo ancora stata smantellata la democrazia formale, ed essendo lo Stato (o quel che ne rimane) l’unità-base su cui si articola l’esercizio del potere, pare evidente la necessità di calarsi nella dimensione politica, parlamentare e governativa, se si vuole agire direttamente nella materia, per provare a trasformarla. La fisionomia del governo Draghi – affollato di zombie e superstiti grotteschi – sembra dimostrare la volontà di intraprendere un procedimento tipicamente alchemico, partendo cioè dalla “nigredo” della putrefazione, la decadenza fisiologica di partiti-fantasma, nel tentativo di trasmutarne l’essenza attraverso un percorso virtuoso che possa portare un giorno all’oro filosofale, dopo una dolorosa e incessante revisione delle proprie devastanti manchevolezze. Se il sistema unico mondiale prescrive i vaccini per fermare il Covid, è scontato Lagarde e Draghiche Draghi si concentri nell’immediato proprio su quelli (garantendo però che vengano finalmente somministrati in tempi velocissimi), ma è fondamentale che non si fermi alla sola campagna vaccinale, sia pure depurata dalle impressionanti cialtronerie della gestione Conte.

Nel neonato esecutivo sembra di poter ravvisare una notevole specularità, pratica e simbolica: al “nuovo” Mario Draghi, distanziatosi da un passato prestigioso ma funestato da immani, colpevoli tragedie (le privatizzazioni, l’euro-rigore finanziario) corrisponde, a vista, una pletora di parlamentari e di partiti che, in quasi trent’anni, non hanno saputo far altro che piegarsi ai diktat del potere sovranazionale ultra-privatizzatore, e che da oggi possono cogliere la prima vera occasione per emendare se stessi, verso una rigenerazione culturale e democratica da cui non si può prescindere, se si vuole uscire dall’autismo neoliberista del “non ci sono alternative”, pur in un mondo dominato dall’istinto totalitario di forze potentemente distruttrici, mimetiche e manipolatrici, veri e propri lupi travestiti da agnelli. In piccolo, sarà dirimente la stessa “prova del Covid”: rassicurati gli atterriti (e placata la bulimia di Big Pharma), dopo l’overdose vaccinale non ci saranno più alibi. Riuscirà il governo a resuscitare la sanità, mettendo i medici in condizione di intervenire tempestivamente, contro il Covid e qualsiasi altra minaccia? E soprattutto: riuscirà il sottile alchimista Mario Draghi a inaugurare una diplomazia della lungimiranza, che permetta all’Italia di distinguersi e tornare nella storia, come protagonista di una politica non-orwelliana, in questo fatidico millennio aperto da menzogne sanguinose, come quelle esplose insieme alle Torri Gemelle?

(Giorgio Cattaneo, “Il Virus del Terrore e l’alchimista Mario Draghi”, dal blog del Movimento Roosevelt del 19 febbraio 2021).

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/02/il-virus-del-terrore-e-il-sottile-alchimista-mario-draghi/

 

 

Pfizer non riuscirà ad inondarci di mRNA – Come vogliono gli eurocrati

L’ interruzione della catena di approvvigionamento e la carenza di scorte, prevista dalla loro roadmapgli si sta ritorcendo contro.

Un titolo del Financial Times :

Spinta per produrre vaccini Covid provoca carenze di farmaci negli Stati Uniti

(Un mese fa Biden ha visitato la fabbrica di Pfizer – accolto da Bourla senza mascherina mentre lui ce l’ha, così è chiaro chi comanda – per spingere a produzione di massa: )

VIDEO QUI: https://youtu.be/iiY2MfCjU-c

Pfizer avverte di interruzioni della fornitura mentre altri gruppi farmaceutici si contendono i materiali

titolo del Telegraph:

 Pfizer intima a UE di fare marcia indietro sulle minacce di vaccini al Regno Unito

La ditta avverte Bruxelles che il Regno Unito ha il potere di reagire contro qualsiasi divieto di esportazione trattenendo le materie prime spedite dallo Yorkshire

Conclusione:

I vaccini Pfizer non arriveranno tanto presto per la vaccinazione a tappeto …

Sono più deboli di quanto pensate.

VIDEO QUI: https://www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2021/03/biden-rotol.mp4?_=1

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/pfizer-non-riuscira-ad-inondarci-di-mrna-come-vogliono-gli-eurocrati/

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

La NATO non riesce a controllare le forze russe nel Mediterraneo

La NATO ha perso le tracce di un sottomarino russo, il Rostov sul Don, al largo del Libano. Il sommergibile appartiene alla classe di sottomarini a propulsione diesel-elettrica Kilo (Varshavyanka, secondo la nomenclatura russa), considerata la più silenziosa al mondo.

Il Rostov sul Don è armato con missili subsonici Kalibr ed equipaggiato con apparecchiature di vigilanza. La NATO ha perciò avviato, senza successo, una vasta operazione di localizzazione.

Contemporaneamente, le comunicazioni degli aerei britannici basati a Cipro hanno subito interferenze. La NATO non pensa siano stati i siriani, giacché non dispongono dei mezzi tecnici, ma che si tratti di un “attacco” russo. Negli ultimi sei anni la Russia ha dimostrato in diverse occasioni quanto è in grado di fare: a Kaliningrad, in Crimea e in Siria. Ufficialmente si tratta di aerei da trasporto, ma potrebbero essere aerei per la sorveglianza elettronica [1].

Traduzione
Rachele Marmetti
NOTE
[1] «Russia ‘jamming signals’ at RAF base», Larisa Brown, The Times, March 19, 2021.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article212499.html

 

 

CULTURA

“L’esperienza del dubbio è sempre un ottimo vaccino con cui andarsene in giro per il mondo”/3

Si conclude con la terza e ultima parte l’intervista a Lisa Iotti, autrice del libro “8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione”. La sua è un’analisi impietosa della dipendenza da una tecnologia digitale che condiziona mostruosamente il nostro modo di divere.

“L’esperienza del dubbio è sempre un ottimo vaccino con cui andarsene in giro per il mondo”/3

SEGUE DALLA PRIMA E SECONDA PARTE

Quando cita il fatto che “non possiamo ignorare una notifica, perché siamo stati progettati per reagire agli stimoli superficiali e ai rumori. E’  biologico”, viene il tragico sospetto che tutta questa tecnologia sia stata studiata apposta per utilizzare nostri aspetti e reazioni naturali per chiuderci in gabbia e farcici rimanere per sempre, non essendoci soluzione di continuità. Cosa ne pensa?

«E’ così, non è un sospetto, è una delle poche certezze che abbiamo».

La cartina di tornasole che ci sia qualcosa di molto pericoloso è che non pochi degli inventori e i guru di queste tecnologie o ne sono usciti e ora li criticano ferocemente, oppure non permettono ai loro figli di usarle, lei fornisce in merito una informazione che ha  dell’incredibile: “Nella Silicon Valley c’è una scuola steineriana dove non ci sono computer, smartphone e playstation e dove vanno proprio i figli di chi lavora per le massime aziende di realtà virtuale”. Lei stessa ha chiesto spiegazioni alla scuola di tale aperta e palese contraddizione ma non gli è mai stato risposto. Quindi nota ancora che: “Nella Silicon Valley molti di quelli che lavorano nello sviluppo delle tecnologie digitali non lasciano usare ai propri figli i device; cioè, non si sognerebbero mai di mettere in mano ai loro figli ciò che hanno progettato per i figli del resto del mondo. Da Tim Cook che non fa usare i social ai nipoti, a Bill Gates che ha vietato ai figli il telefono fino all’adolescenza. E che dire di Athena Chavarria, che ha lavorato come assistente esecutivo a Facebook e ora nel braccio filantropico di Mark Zuckerberg e che al New York Times ha detto senza tanti giri di parole: “Sono convinta che il diavolo viva nei nostri telefoni e stia devastando i nostri figli”. Ma se leviamo o limitiamo gli smartphone ai nostri figli, poi si sentiranno discriminati e disadattati nei confronti di chi li ha?

«Guardi, io personalmente vorrei avere il numero di cellulare di Bill Gates solo per chiedergli come diamine ha fatto a non fare usare ai suoi figli il cellulare. Io ero una molto severa e motivata a dire no ma mi hanno preso per sfinimento e posso garantire che una volta che gli dai in mano questa scatoletta, nessuna forma di controllo è più possibile. E quando dico nessuna intendo nessuna. Troppo facile dire che se un ragazzino usa in modo improprio il cellulare, è colpa dei genitori. Lo smartphone è qualcosa che non gli dovresti mai mettere in mano: ma una volta che l’hai fatto, e lo fai, non è più possibile riuscire a dominarlo, su questo facciamoci pace. Ho amici cari che hanno figli cresciuti dall’età di tre anni alla scuola steineriana, dove il massimo dell’esperienza futuribile è giocare con dei pastelli a cera e all’elastico in cortile, ma che hanno preteso il cellulare e ci stanno incollati dalla mattina alla sera. Purtroppo, la cosa vera è che non esistono vaccini. Per rispondere alla sua domanda: se non glielo diamo si sentiranno dei disadattati? Sì, assolutamente. Voglio conoscere quel genitore capace di infliggere al proprio figlio qusto stato».

Lei cita vari guru della tecnologia e super manager che prima hanno contribuito a creare questo inferno e poi ora si pentono e ne dicono peste e corna, facendo comunque corsi, seminari, convegni, diventando consulenti, scrittori di questo e quello, quindi continuando a incassare parecchi soldi. Sembra che le conversioni sulla via di Damasco di queste persone siano una specie di assicurazione sulla vita per la quale qualsiasi, cosa si faccia, comunque ci guadagnano. Lei sintetizza il concetto in una frase quanto mai azzeccata: “Passare dal ruolo di peccatore a quello di illuminato garantisce uno status di tutto rispetto”. Lei stessa cita uno di questo novelli San Paolo, tale Rosenstein inventore del Like, il quale afferma che “Una volta che ti accorgi degli effetti collaterali, devi riconoscerlo e cambiare il tuo comportamento”. Giustamente lei chiosa. “Non semplicissimo dopo che hai abituato più di cinque miliardi di persone ad avere in tasca uno stimolatore continuo del loro sistema dopaminergico, una straordinaria macchina da soldi che tu hai ideato”. Ma sono furbi loro o scemi noi?

«Credo nessuno dei due: è la vita e noi non ci possiamo fare nulla. Nonostante il fastidio che mi provocano queste folgorazioni, io credo alla loro buona fede iniziale. Ma la mancanza di consapevolezza del male che si compie ai miei occhi non è meno colpevole e dannosa della volontà di nuocere. I racconti di questi pentiti sono un’illuminante mappa dell’animo umano, della mancanza totale di visione e di sguardo rispetto alle conseguenze dei nostri gesti. Inventare tra una partita di ping pong e una riunione in boxer una funzione in grado di mandare in pappa il cervello di miliardi di persone o il simbolo di una notifica che ci tenga svegli la notte, svuotando i nostri pensieri e le nostre anime, per me è un po’ più di un “effetto collaterale”, come lo chiamano loro».

Lei fa delle considerazioni amare sullo spreco di vita a cui stiamo assistendo. Cita il Professor Tim Wu: “La comodità è tutta destinazione e niente viaggio. Compiliamo caselle, protocolliamo risultati e lo scambiamo per vita”. E scrive pensando alla diffusione dei telefonini nel mondo:” Immagino miliardi di dita ticchettare su tastiere invisibili mentre alle spalle scorre la vita, anche lei invisibile”. Il fatto che la vita scorre e noi non ce ne accorgiamo nemmeno, non è una visione eccessivamente negativa?

«Effettivamente mi vengono in mente visioni più spassose. Magari mi sbaglio, ma io ho l’impressione che le persone – a partire da me – siano sempre meno presenti a sè stesse e sempre meno coscienti. La consapevolezza vuol dire rendersi conto di quello che ci accade, che non deve essere necessariamente qualcosa che non va, anzi: è anche accorgersi di un brivido, di una bellezza, un profumo, uno sguardo… Un’apparizione  porta sempre con se un mutamento e fa si che la vita non sia una sequenza sbiadita di dispersioni.  Ma perché ci sia un’apparizione – come dice Andrea Gentile, nel suo ultimo libro,  “bisogna andare incontro allo shock dell’ignoto; predisporci continuamente alla contemplazione, che non è stare fermi ma andare incontro al mondo, espandere il proprio templum”. E’ dal vuoto che arriva il nuovo: ma nella nostra vita iperconnessa, non c’è più uno spazio libero, un pertugio in cui possa avvenire una rivelazione. L’algoritmo, che tesse i fili dei nostri clic, non conosce silenzi. Viviamo un concentratissimo stato di distrazione che certo ha mille cause, ma che i nostri device catturano, potenziano e amplificano all’infinito: siamo incantati e  inghiottiti in un altrove, attraverso i nostri schermi, come Narciso al fiume. E  sappiamo  che non ha fatto una bella fine».

Nel libro scrive che solo le persone ricche possono permettersi costosi corsi di disintossicazione o di limitare l’uso di questi dispositivi. Però ci sono persone che reagiscono a questo strapotere e non sono ricche, anzi. Forse più che essere ricchi di soldi, bisogna essere ricchi di significato? Non pensa quindi che se avessimo una realtà e relazioni più arricchenti, anche in senso spirituale, facessimo lavori che ci diano veramente soddisfazione e non siano dannosi per gli altri e per l’ambiente e magari una relazione più vicina alla natura, non avremmo bisogno o tempo per distrazioni così futili? Non pensa che forse siamo così dipendenti da queste massicce dosi di vacuità per mancanza di bellezza nella nostra esistenza?

«Indubbiamente, e prova ne è che quando siamo molto presi da qualcosa o da qualcuno, ci dimentichiamo di andare costantemente sul cellulare. Ma non tutti noi hanno una vita sentimentale o emotiva o lavorativa così appassionante, la maggior parte di noi galleggia in una neanche troppo aurea mediocritas. Ma il punto, lo ribadisco, non è solo questo: in rete noi iperstimoliamo e rafforziamo delle regioni neurali che sono le stesse che utilizziamo poi nella vita al di fuori dallo schermo.  Ci inondiamo di dopamina on line  ed  è molto difficile trovare il modo di gratificarci nell’offline. Le persone e la realtà tendono a essere molto più noiose e meno eccitanti di un reel di Instagram».

Visto che lei ha dei figli, ritiene che ci sia speranza e che tipo di futuro ci potrà essere per loro?

«In questo momento non riesco ad avere nessuna speranza. Credo che questi mesi di pandemia siano stati – al di là della tragedia sanitaria e economica – un olocausto per una generazione di ragazzi che aveva appena messo una punta di naso nella vita. Li abbiamo rinchiusi per mesi dentro a un acquario, incollati davanti a uno schermo dieci dodici ore al giorno, il loro unico filo diretto col mondo. Insieme ma soli, per citare il titolo di un libro famoso. Non metto in discussione la necessità di questa decisione, non spetta a me farlo, ma sono convinta che  le conseguenze di questo isolamento digitale sui più giovani saranno pesantissime». 

FONTE: https://www.ilcambiamento.it/articoli/l-esperienza-del-dubbio-e-sempre-un-ottimo-vaccino-con-cui-andarsene-in-giro-per-il-mondo-/3

 

 

 

I francesi vogliono il Latino come lingua ufficiale europea. Aiutiamoli!

Marzo 17, 2021 posted by Leoniero Dertona

In Francia si sta preparando un movimento anti-inglese.

Il mese scorso Clement Beaune, ministro francese degli Affari europei, ha lanciato  una campagna per la “diversità linguistica europea”, sottolineando la mancanza di bisogno dell’inglese dopo la Brexit.

“Abituiamoci a parlare di nuovo le nostre lingue”, ha affermato, esponendosi però a feroci critiche. Perfino il paladino dell’uscita della Francia dalla UE, la Frexit, Francois Asselineau, ha criticato il ministro per non aver compreso la posizione della Francia all’interno dell’UE.

“Credere che il francese sarebbe di nuovo la prima lingua in Europa dopo la Brexit non significa capire che l’UE è un’unità geopolitica sotto il dominio degli Stati Uniti e della NATO da 75 anni”,  ha scritto Assileneau, concludendo che per riconquistare la propria lingua la Francia deve riconquistare la propria autonomia.

In realtà c’è proprio una spinta, sia nel governo, sia nella destra e perfino nella sinistra identitaria, per non usare più l’inglese a nessun livello anche comunitario. però si pone un problema: nessun paese accetterà mai l’imposizione della lingua di un altro paese come lingua europea, perchè sarebbe l’esplicitazione della supremazia nazionale sull’UUnione, anche se la Germani, ovviamente la detiene…

Quindi ecco che entra le Figarò, uno dei quotidiani francesi più seguiti, con una proposta apparentemente scherzosa, ma non troppo.  Utilizziamo il latino come lingua dell’Unione Europea. Basta inglese, o peggio, l’inglese imbastardito di Bruxelles, viva la lingua di Orazio, Cicerone, Seneca e Giulio Cesare.  Del resto il Latino è stato diffusamente utilizzato in Europa, e non solo, in ambito culturale e scientifico, sino al XIX secolo. Liebniz scrisse in latino,  così come Copernico, Keplero, Newton, Vico, e solo per citare alcuni nomi più noti alla base della base scientifica europea. Il latino non segnerebbe il vantaggio di nessun paese su di un altro, dato che è molto studiato anche nei paesi nordici. la base sintattica delle lingue europee è basata su quella del latino, nel bene e nel male. Culturalmente sarebbe veramente la ricerca di una base comune culturale. Il Latino era la lingua del Rinascimento, della cristianità, e le fondamenta del diritto  sono in latino.

I vantaggi sarebbero enormi:

  • il latino è una lingua chiara, codificata nei secoli, con forme precise tagliate, letteralmente, nella pietra. Poco si presta ai giri di parole;
  • le direttive e i documenti della commissione avrebbero un fondamento linguistico comune e unico, da cui ciascuno potrebbe tradurre nelle lingue nazionali;
  • il latino classico è soprattutto una lingua scritta. Parlare in latino correttamente richiede prima di studiare bene quello che si vuol dire e costruire correttamente la frase. Vi garantisco che a Bruxelles pensare prima di parlare sarebbe una grande rivoluzione!
  • Non si può malamente tradurre con Google Translate. Provateci, ed avrete dei disastri. Questo fa si che prima di pensare a produrre della legislazione inutile e/o dannosa, tipo quella sui “Caricatori unici dei cellulari”, che non fa dormire la notte decine di deputati (non sto scherzando) dovrete impegnarvi e pensare bene, molto bene a quello che state facendo.
  • Insegnerà a molti il pensiero logico e, soprattutto, farà risparmiare un fracco di tempo.
  • Eviterà i pietosi tentativi di molti commissari di parlare lingue nazionali non loro. Parlino in latino, con la traduzione, meglio NON simultanea, ma preparata.
  • Si darà una giusta vendetta agli studenti liceali, classici e di materie umanistiche europee che, finalmente, avranno un impiego pratico per i propri studi.

Se sembra un progetto strambo vorrei ricordare che Israele ha fatto risorgere la lingua ebrea dopo millenni di abbandono. Chissà che con il latino non ci sia un po’ più di senso pratico. Il latino poco si presta a certi voli pindarici, tipo “Green deal” , “Resilienza” etc. In latino si dice quello che si è fatto e quello che si vuole fare. Le chiacchiere stanno a zero. Se poi consideriamo che color che parlano la lingua dei paesi neolatini contano praticamente la metà del totale, abbiamo fatto filotto. Non vedo l’or di vedere la Von Der Leyen parlare nella lingua di Sallustio. Se ne sarà capace…

FONTE: https://scenarieconomici.it/i-francesi-vogliono-il-latino-come-lingua-ufficiale-europea-aiutiamoli/

 

 

 

Il Libro Rosso Di Jung

Un Viaggio Per Coraggiosi Esploratori Dell’Interiorità

Gli anni più importanti della mia vita furono quelli in cui inseguivo le mie immagini interiori. A essi va fatto risalire tutto il resto. Tutto cominciò allora, e poco hanno aggiunto i dettagli posteriori. La mia vita intera è consistita nell’elaborazione di quanto era scaturito dall’inconscio, sommergendomi come una corrente enigmatica e minacciando di travolgermi. Una sola esistenza non sarebbe bastata per dare forma a quella materia prima. Tutta la mia opera successiva non è stata altro che classificazione estrinseca, formulazione scientifica e integrazione nella vita. Ma l’inizio numinoso che conteneva ogni altra cosa si diede allora.” Jung, Il Libro Rosso

Vi è mai capitato di avere delle visioni apparentemente, o forse davvero, sconnesse dalla realtà quotidiana? Vi è mai capitato di immaginare cose assurde, scollegate, improbabili, come provenienti da un’altra dimensione, indipendenti dalla vostra volontà? Ebbene, Jung di cose simili ne vedeva parecchie e per un certo periodo della vita decise di prestare loro tutta la sua attenzione, raccogliendole nel famoso Libro Rosso, pubblicato solo in seguito al suo decesso. Anche detto “Liber Novus”, venne esposto per la prima volta nel 2009 a New York, dopo 23 anni trascorsi in un caveau svizzero per volere degli eredi. Ma cos’è il Libro Rosso? Difficile definirlo, volendoci provare potremmo dirlo un’autoanalisi, un esercizio spirituale, un’elaborazione di fantasie personali, una raccolta di immagini provenienti dall’interiorità di Jung o da chissà dove.

Libro Rosso: alle origini

Scritto nel periodo compreso tra il 1913 e il 1930, rilegato in pelle rossa, trascritto in caratteri gotici, il Libro Rosso contiene innumerevoli fregi, disegni e dipinti realizzati da Jung in persona, frutto delle visioni e delle voci che popolavano la sua testa, qui appuntate una per una. Jung lo definì un presagio numinoso, un’opera vitale di 205 pagine, oggi disponibile per chiunque abbia il coraggio di accedere al suo straordinario mondo.

Un libro segreto in grado di penetrare un universo altro, tutt’oggi in parte incomprensibile, nonostante gli innumerevoli tentativi di interpretazione. Perché come diceva Jung, il mistero è importante e non tutto va o può essere sempre spiegato:

E’ importante avere un segreto, una premonizione di cose sconosciute. L’uomo deve sentire che vive in un mondo che, per certi aspetti, è misterioso; che in esso avvengono e si sperimentano cose che restano inesplicabili. Solo allora la vita è completa.

Curioso che l’idea del Libro Rosso gli fosse sorta in seguito a una vera e propria premonizione: durante un viaggio in treno visualizzò un’alluvione che inondava l’intera Europa, simbolo di quella che sarebbe stata la Prima Guerra Mondiale. Perché anche il Libro Rosso è una discesa agli Inferi, in cui orientarsi non è affatto semplice. Lo psicoanalista si servì per riuscirci della cosiddetta immaginazione attiva, pilastro della sua psicoterapia.

Grazie ad essa le immagini dell’inconscio prendono forma tangibile focalizzando l’attenzione sulle emozioni e sui cosiddetti mostri inconsci portati a uno stato di coscienza, ma lasciati liberi di svilupparsi senza costrizioni. In parole semplici l’immaginazione attiva gli consentiva di tradurre le emozioni in immagini cogliendo le fantasie che popolavano la sua mente, riportate prima nei Libri neri, poi rielaborate con l’aggiunta di riflessioni e trascritte in scrittura calligrafica, corredate da illustrazioni, nel Liber Novus.


Perché Jung scrisse il Libro Rosso

Lo scopo? Probabilmente compiere il suo mito personale facendo manifestare la Vita entro la vita. Conoscersi, individuarsi, a proprio beneficio e di quello dei pazienti.

Obiettivo non facile e lo si capisce subito immergendosi tra le pagine del Libro Rosso, così denso, complesso, stratificato sia nella cronologia, che nella struttura e nello stile, volutamente ambiguo, evocativo, letterario, esattamente come la natura della psiche. Non mancano tuttavia parti descritte in modo più analitico dove si riconoscono le principali idee della psicologia analitica junghiana, così come i riferimenti ad altre opere, il Faust di Goethe o la Divina Commedia di Dante, e culture, come quella hindu e buddhista, per non parlare dei riferimenti mitici e religiosi di varia matrice.

Trattandosi di un testo così ricco e interessante, nel corso del tempo non sono mancati i tentativi da parte di vari studiosi di interpretarlo, commentarlo, a volte circoscriverlo. C’è chi afferma che attraverso il Libro Rosso Jung abbia cercato di redimere il proprio Sè per riappropriarsene e ottenere l’assoluzione divina. E c’è chi riconosce in questa immersione nel sogno, nel mito e nello spirito religioso, lo studio dei meccanismi universali dell’animo umano, partendo dall’autoanalisi.

Attraverso l’uso e la riflessione sulle immagini inconsce, Jung cercava infatti di accedere alle parti più oscure e misteriose e irrazionali dell’Io, per uscirne rafforzato pur sempre consapevole del rischio in corso. Perché viaggiare in territori inesplorati comporta sempre dei pericoli ma anche molte sorprese e tesori.

A chi è consigliato

Il Libro Rosso è un testo che rapisce a 360 gradi se si è disposti a lasciarsi andare evitando l’inutile tentazione di voler capire tutto. Chi apprezza il mistero, chi ama curiosare nell’invisibile, chi osa spingersi in territori inesplorati, lo apprezzerà senz’altro, persino nel caso in cui non ne comprendesse una sola parola. Consigliato quindi non solo agli esperti del settore, ma anche ai “profani” più curiosi e temerari.

Esiste anche una versione ridotta e meno costosa:

Il Libro Rosso - Edizione Studio

Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

€ 39

FONTE: https://www.eticamente.net/63489/il-libro-rosso-di-jung-un-viaggio-per-coraggiosi-esploratori-dellinteriorita.html

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Kadosh, messaggio templare: Draghi abbatta le colonne

Qualcuno intravede nell’11 Settembre l’abbattimento di due colonne: hanno cercato di fare tabula rasa di un sistema? Appunto: possiamo dire che quello dell’11 Settembre è “l’abbattimento delle colonne” in chiave contro-iniziatica. Chi ha operato in quel modo ha lanciato un messaggio massonico che soltanto gli imbecilli, che sono tantissimi, non hanno compreso (o non hanno voluto comprendere: il sistema mediatico mainstream non è fatto di imbecilli; è popolato per lo più di servi, che rispondono a gente che non è affatto imbecille, e che vuole che il racconto sulle cose rimanga in una dialettica tra il complottismo più becero e il pastone mainstream più insignificante e conformista). Chi ha operato in quel modo sapeva di avere a che fare con il simbolismo massonico. Ma, in chiave contro-iniziatica, non ha “abbattuto le colonne” per perseguire giustizia e libertà. Ha abbattuto le colonne per compiere un’opera inversa, di costrizione: non è un caso che, da quell’evento, siano nati dei pacchetti legislativi (negli Usa, il Patriot Act) che andavano nel senso della restrizione della libertà e della somma ingiustizia, in danno dei cittadini.

Il massone iniziato al 30° grado viene messo nelle condizioni di “abbattere le colonne” del Tempio. La massoneria ha questa enfasi, sulla costruzione: l’iniziato è un costruttore, come ricordato nella ritualità. Nella sua “cassetta degli attrezzi”, sapienziali e pratici, c’è l’idea del 11 Settembrecostruire, che si tratti di costruzioni materiali o spirituali, sociali, intellettuali. La sua opera frena le pulsioni distruttive. Eppure, in questo grado viene chiamato a compiere la “distruzione delle colonne”. L’abbattimento delle colonne è un librarsi verso la trascendenza, è la messa in discussione di qualunque costrutto umano. Ecco il paradosso: i liberi muratori sono costruttori, eppure il cavaliere Kadosh sa che qualunque costruzione umana, persino i costrutti più sublimi della stessa massoneria, a un certo punto vanno abbattuti: perché quella libertà, nell’immanenza (sociale, politica) può essere figlia soltanto della liberazione nella trascendenza, cioè nell’affrancamento da tutti i vincoli e i limiti della vita immanente. Significa essere proiettati verso l’assoluto, che però finisce a sua volta per essere relativo: la trascendenza non può che avere a che fare con un rapporto diverso con l’immanenza.

Per agire bene nell’immanenza occorre trascenderla: ed ecco perché occorre “abbattere le colonne” del Tempio. Quindi, sì: i cavalieri templari sanno essere distruttori, e una delle loro funzioni, talvolta, consiste nel fare tabula rasa di qualsiasi cosa impedisca la fruizione di quella giustizia e quella libertà a cui si sono votati. Sul piano numerologico, nel 30° grado massonico viene svelato il “mistero del settenario”, nella connessione al serpente (il potere del serpente, la conoscenza del serpente) e al numero 14: la scala dei 7 gradini che compare in questo grado è sia ascendente che discendente. E il 14 rinvia a uno degli arcani maggiori del libro sacro al dio Toth, cioè i Tarocchi: l’Arte. E’ la capacità di trasformare. E’ quell’insieme di sapienza, potenza e amore che conferisce all’uomo la capacità di “essere dio della Terra”, ovvero Ilaria Bifarinidi accedere a conoscenze e poteri trascendenti per plasmare di nuovo l’immanenza. E a livello globale, questo è un periodo nel quale proprio i temi del 30° grado massonico sono quasi incarnati nei pensieri, nelle aspirazioni, nelle problematiche di miliardi di persone.

C’è un equilibrio che si è rotto: viviamo in una svolta epocale. Questa svolta evoca scenari da incubo, delle distopie. Ne parla un bel libro, “Il grande reset”, dell’amica Ilaria Bifarini. Il tema nasce dalle dichiarazioni di Klaus Schwab (ispiratore del World Economic Forum di Davos), da alcuni visto come un incubo: questa grande crisi sarebbe il preludio non già di una rigenerazione possibile dell’economia, della società, dei rapporti umani (usciti più saldi dalla terribile esperienza che stiamo tuttora vivendo); sarebbe invece il preludio di uno scenario da incubo, il cui il distanziamento sociale diventerebbe stabile, in cui certi mestieri morirebbero, e in cui alcuni – già oggi – stanno certamente lucrando molto: da un lato c’è la morte per asfissia di interi segmenti produttivi, ma altri stanno facendo soldi a palate (e si preparerebbero a farne altrettanti, nel nuovo corso delle cose, dove la pandemia diventerebbe permanente, periodica). Quindi dovremmo abituarci, secondo questo scenario distopico, a un’umanità che va peggiorando il suo percorso di civiltà.

Questo non può non avere a che fare con il ruolo, i doveri e anche i diritti dei cavalieri Kadosh. Chi sono? Sono quegli iniziati che, nella vita reale, vogliono realizzare lo spirito di questo grado massonico. Ogni autentico cavaliere Kadosh, in questa epoca, non potrà che aver pronta la mano alla spada: per capire se quello che ci attende è un mondo di giustizia e libertà, oppure un mondo di nuove e più pesanti oppressioni. Oggi abbiamo a Palazzo Chigi un illustre rappresentante del mondo supermassonico: un uomo, un iniziato, un “fratello” che per lunghi anni ha interpretato da par suo, ma da contro-iniziato, l’ideologia neoaristocratica e neoliberista (in Europa, declinata nel senso dell’ordoliberismo), e un bel giorno ha rivelato ai confratelli progressisti di voler passare dall’altra parte, la loro. Io stesso mi sono esposto, Mario Draghinell’avvalorare questo cambio di casacca, di intendimenti. Cosa che confermo: i passi che il “fratello” Mario Draghi sta compiendo, nel suo difficile ruolo di governo, sono perfettamente intonati ad una strategia sottile.

Altri, però, guardano con attenzione a ciò che sta accadendo in Italia, e cercheranno di impedire che le cose vadano in una certa direzione. E c’è sempre il dubbio che, a un certo punto, Draghi o altri possano cedere, sotto il peso di determinate pressioni. Ecco allora che il ruolo del cavaliere templare è importante, da ricordare: sia per Mario Draghi che per gli altri “fratelli” coinvolti in importanti ruoli, intorno a Palazzo Chigi, in questo tempo. E’ importante ricordare che le spade dei cavalieri templari sono lì, pronte a difendere (e a spiegare, combattendo cioè anche con la penna) i valori per cui devono battersi. Questa traiettoria del 30° grado, che è graduale e sapiente, gnostica e sottile, sarà accompagnata.  Però, chi dovesse avere dei tentennamenti, fino magari a pensare di doversi arrestare, di fronte alle “colonne da abbattere”, sappia che invece le colonne vanno abbattute. Questa traiettoria (del “fratello” Draghi e di altri, che non si ferma a Palazzo Chigi: deve andare oltre) dev’essere quella di chi abbatte le colonne, senza alcun ripensamento. E chi vuol capire, capisca.

Mario Draghi non è venuto certamente ad abbattere il capitalismo: da social-liberale, quale si è infine ricordato di voler essere, non prevede l’abbattimento delle multinazionali, cioè dell’idea di società che operano a livello sovranazionale. Ma, specie per l’Italia, è importante la difesa delle piccole e medie imprese. Soprattutto le piccole imprese, infatti, sono l’asse portante di questo paese. L’attuale presidente di Confindustria ne ha appena svilito il ruolo, affermando che “piccolo non è bello”, sbagliando clamorosamente. Oltretutto, con una cattiva scelta di tempi ha fatto l’encomio di Conte, salvo – l’indomani – genuflettersi di fronte all’arrivo di Draghi (e ha fatto bene, ma c’è ancora Gioele Magaldimolta confusione). A livello mondiale, la convivenza di multinazionali e di piccole e medie imprese significa “glocalismo”, cioè coniugare l’aspetto “global” con l’aspetto “local”.

Perché mai, una società che operasse in regime di libero mercato (senza monopoli, senza oligopoli) non dovrebbe potersi proiettare in un orizzonte globale, offrendo ottimi servizi su scala planetaria? Le multinazionali, semmai, devono essere al servizio di un’economia globale più giusta, più rispettosa di un presente e di un futuro in cui i paesi che devono svilupparsi abbiano garanzie e protezioni per quello sviluppo endogeno, che non dev’essere soffocato dalla rapacità di alcune multinazionali, cui vanno tagliate le unghie. Altre multinazionali vanno ricondotte a una condizione che non sia oligopolistica. Altre ancora, probabilmente, pagheranno per esser state il braccio armato di gruppi oligarchici che si muovono su un piano che va oltre quello economico.

“Abbattere le colonne”, per questo governo, significa abbattere  le colonne di una falsa Europa, di una falsa idea di economia sociale e di mercato ispirata all’ordoliberismo, e riadattare al XXI secolo alcuni caposaldi dell’ideologia social-liberale, keynesiana, rooseveltiana e rosselliana, e puntare decisamente verso un’Europa fondata politicamente. Abbattere le colonne del Tempio significa fare strage di tutti quegli interessi oligarchici che hanno impedito all’Europa di diventare un soggetto davvero integrato, capace di collocarsi nelle dialettiche geopolitiche più importanti. E significa ridare all’Italia uno slancio che ha perso da tanto tempo. Fare questo è un’opera erculea, titanica. Il grado massonico templare di Cavaliere KadoshServiranno anni e anni. E  occorre pazienza, perché di mezzo c’è anche una pandemia (che Draghi non ha potuto gestire dall’inizio, e che è stata affrontata malissimo nello scorso anno).

Nel 30° grado, “abbattere le colonne” significa liberarsi di ogni costruzione, anche la più sublime (persino del simbolo del Grande Architetto, della dualità, dei più importanti archetipi massonici iniziatici) per librarsi davvero verso la trascendenza. Abbattere le colonne significa ricordarsi che il fondamento della libertà sta nella trascendenza rispetto a ogni forma. E così, il templare snuda la spada. Ed è pronto a colpire anche il “fratello” che abbia tradito gli intendimenti che, come templare, sarebbe stato tenuto a osservare. Quindi, i cavalieri templari che svolgeranno il loro ruolo con onore e abbatteranno le colonne del Tempio (che vanno abbattute) saranno supportate dai “fratelli”. Gli altri invece saranno “passati a fil di spada”, naturalmente in senso metaforico.

(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciate nell’ambito della trasmissione web-streaming “Massoneria On Air” condotta il 4 marzo 2021 da Fabio Frabetti di “Border Nights”, con la partecipazione di Sergio Magaldi e Gianfranco Carpeoro, che hanno chiarito la natura del 30° grado massonico del Rito Scozzese e la “missione” del cavaliere Kadosh, ispirato all’élite esoterica dei Templari, impegnata a battersi per “giustizia e libertà”, in difesa degli oppressi. «Questa puntata – ha annunciato Gioele Magaldi, in apertura – sarà guardata anche dal “fratello” Mario Draghi, che è un appassionato di scozzesismo». Autore del saggio “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt, Magaldi – leader del Grande Oriente Democratico ed esponente italiano del circuito massonico progressista mondiale – interpreta la missione di Draghi nel segno della discontinuità rispetto ai decenni precedenti, verso una riconversione democratica della politica, italiana e internazionale).

FONTE: https://www.libreidee.org/2021/03/kadosh-messaggio-templare-draghi-abbatta-le-colonne/

 

 

 

DIRITTI UMANI

UNICEF: i danni della Grande Impostura sull’infanzia

Dati di Unicef sui danni che l’infanzia globalmente ha subìto dai vari lockdown e misure anti covid.

[…] “A un anno dall’inizio della pandemia COVID-19, si è visto un regresso praticamente in ogni area chiave dell’infanzia”, ha affermato Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF. “Il numero di bambini affamati, isolati, maltrattati, ansiosi, che vivono in povertà e costretti a sposarsi è aumentato. Allo stesso tempo, è diminuito il loro accesso all’istruzione, alla socializzazione e ai servizi essenziali, tra cui salute, nutrizione e protezione. I segni che i bambini porteranno le cicatrici della pandemia negli anni a venire sono inconfondibili “.
[…]
Circa 3 miliardi di persone in tutto il mondo non dispongono di servizi di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone a casa. Nei paesi meno sviluppati, tre quarti delle persone, più di due terzi delle scuole e un quarto delle strutture sanitarie non dispongono dei servizi igienici di base necessari per ridurre la trasmissione di COVID-19. In media 700 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni giorno per malattie dovute alla mancanza di acqua, servizi igienici e igiene.
“I bambini devono essere al centro degli sforzi di recupero”, ha detto Fore. “Questo significa dare la priorità alle scuole nei piani di riapertura. Significa fornire protezione sociale compresi i trasferimenti di denaro per le famiglie. E significa raggiungere i bambini più vulnerabili con servizi critici. Solo così potremo proteggere questa generazione dal diventare una generazione perduta “.

https://www.unicef.org/press-releases/across-virtually-every-key-measure-childhood-progress-has-gone-backward-unicef-says

Come la pandemia COVID-19 ha colpito i bambini:

  • Nei paesi in via di sviluppo, la povertà infantile dovrebbe aumentare di circa il 15%. Si prevede inoltre che altri 140 milioni di bambini in questi paesi siano già ospitati in famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà.
  • Le scuole per oltre 168 milioni di scolari in tutto il mondo sono chiuse da quasi un anno. Due terzi dei paesi con chiusure totali o parziali si trovano in America Latina e nei Caraibi.
  • Almeno 1 bambino in età scolare su 3 non è stato in grado di accedere all’apprendimento remoto mentre le loro scuole erano chiuse.
  • Prima della fine del decennio potrebbero verificarsi circa 10 milioni di matrimoni infan
  • nfantili in più, minacciando anni di progressi nella riduzione della pratica.
  • Almeno 1 bambino e giovane su 7 ha vissuto con politiche di soggiorno a casa per la maggior parte dell’ultimo anno, ciò che gli ha  provocato sentimenti di ansia, depressione e isolamento.
  •  A partire da novembre 2020, altri 6-7 milioni di bambini sotto i 5 anni potrebbero aver sofferto di deperimento o malnutrizione acuta nel 2020, un aumento del 14% che potrebbe tradursi in più di 10.000 decessi infantili in più per ogni mese – principalmente nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Con un calo del 40% nei servizi nutrizionali per bambini e donne, molti altri risultati nutrizionali possono peggiorare.
  • Circa 3 miliardi di persone in tutto il mondo non dispongono di servizi di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone a casa. Nei paesi meno sviluppati, tre quarti delle persone, più di due terzi delle scuole e un quarto delle strutture sanitarie non dispongono dei servizi igienici di base necessari per ridurre la trasmissione di COVID-19. In media 700 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni giorno per malattie dovute alla mancanza di acqua, servizi igienici e igiene.

La Grande Impostura contro gli italiani:

PIANO CANADESE” PUNTUALISSIMO
SEMPRE PIÙ CHIUSURE FINO AI MILITARI

Bild: Merkel vuole lockdown anche aprile

March 21, 2021

https://telegra.ph/BildMerkel-vuole-lockdown-anche-aprile-03-21-3

Un documento interno del governo francese conferma il Grande Reset pianificato dal Nuovo Ordine Mondiale

20 novembre 2020

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/unicef-i-danni-della-grande-impostura-sullinfanzia/

 

 

 

Ora che i bambini sono stati restituiti alle famiglie

Alfonso Luigi Marra – 28 02 2021

Ora che i bambini sono stati restituiti alle famiglie spero che gli avvocati non si limitino alle denunce penali, ma agiscano per il risarcimento dei danni – non attraverso le costituzioni di parte civile nelle cause penali – ma con le citazioni civili ex artt. 2043 e 2059 cc contro gli autori degli illeciti nonché contro i magistrati in base alle legge sulla loro responsabilità.
I bambini sono una ‘merce’ troppo preziosa perché il criminal/buonismo rinunci così facilmente a trafficarla, e bisogna evitare che questa Bibbiano distolga dalle innumerevoli altre che sporcano il Paese. Le denunce penali vanno vene, ma bisogna soprattutto agire in sede civile per il risarcimento dei danni ex artt. 2043 e 2059 del cc, ed anche – direi soprattutto – contro i magistrati, in base alla legge sulla loro responsabilità. Altrimenti questo obbrobrioso fenomeno non cesserà.
28.2.2021
FONTE: https://www.facebook.com/alfonsoluigi.marra.779/posts/2797185060549040

 

Udienza finita. I figli tornano a casa dopo tre anni!
Lally Birrenetta – 22 03 2021
Due ore in aula per poi arrivare ad un “parere” del giudice in attesa di parlarne con gli altri giudici e in attesa io di un provvedimento che arriverà,spero a breve,per sapere di che morte morire.
A suo parere il percorso è ancora lungo (i miei figli sono in comunità da 3 anni!!!!!!!!!!!!!!!) A detta sua,ne io ne i miei figli,siamo pronti per un rientro a casa.
Sono passati 3 anni non due mesi e non sono più bambini ora sono adolescenti!!!!!!
Quindi ancora incontri protetti,ancora luoghi neutri di un paio d ore,ancora sofferenze.Non ne posso più!!!Sto perdendo la fiducia in me stessa,sto arrivando alla conclusione che sono io quella sbagliata e non in grado di prendermi cura dei miei figli,mi stanno portando a convincermene sempre più.
Comunque sia non mollo e uso le mie ultime forze rimaste per andare avanti e riavere finalmente un giorno i miei figli accanto ogni giorno.
FONTE: https://www.facebook.com/groups/io.sto.con.i.tre.bambini.strappati/permalink/841620716429438/

Le nascite sono crollate per l’austerità tedesca

 

Data fatale: il 2008,

la crisi globale dei subprime “curata” dalla BCE di Trichet con l’aumento dei tassi d’interesse quando doveva abbassarli.

Per l’Italia è seguita l’imposizione eurocratica di rientrare dal debito pubblico, ordine eseguito dai governi piddini con disumano servilismo per decenni: Italia in avanzo primario (ossia spendeva meno di quel che estraeva dall’economia) per trenta (dal 1992).

Da allora sono calate tragicamente le nascite – se le giovani coppie non hanno prospettive di salari decenti o in crescita, “risparmiano” sui figli – ed aumentati morti. I tagli e le austerità hanno non solo danneggiato le infrastrutture e l’apparato industriale, ma la scuola, il livello d’istruzione, la ricerca scientifica, persino il livello intellettuale medio: a che studiare e sforzare l’ingegno, se la Germania ci aveva assegnato il destino di ristoratori, pizzaioli e albergatori?

Un enorme crimine genocida è avvenuto contro di noi.

E uscivano libri di una “economista” chic moglie di un granbanchiere che dettavano:

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/le-nascite-sono-crollate-per-lausterita-tedesca/

 

 

 

ECONOMIA

I 4.000 MILIARDI TRA LIQUIDI E TITOLI (PIÙ I 5.000 IN IMMOBILI) CHE GLI ITALIANI HANNO IN BANCA

Alfonso Luigi Marra – 26 02 2021
I 4.000 MILIARDI TRA LIQUIDI E TITOLI (PIÙ I 5.000 IN IMMOBILI) CHE GLI ITALIANI HANNO IN BANCA SONO LA RAGIONE PER LA QUALE NON SI RIBELLANO NÉ ALLE BANCHE NÉ ALLA FINANZA NÉ AL SIGNORAGGIO NÉ AI GOVERNI FILOBANCARI. SONO CIOÈ COLLUSI CON IL REGIME.
Da molto dico che l’economia non produrrà mai più il cambiamento perché la società è comunque ricchissima e solo il clima potrà causarlo.
Cambiamento che non avverrà solo se la società preferirà soccombere alla catastrofe climatica pur di non cambiare. Cosa improbabile, ma non da escludere, perché il suicidio collettivo può diventare, di fronte alla sfida del cambiamento, una scelta di tipo strategistico (un estremo regresso emotivo pur di non ammettere la sconfitta per quel che si è). Perché il tipo di strategismo generato dal consumismo è patologico.
Scelta suicida tuttavia poco probabile perché la verità è che l’industrializzazione, e poi la digitalizzazione, hanno reso l’umanità ricchissima (la vera povertà è non poter mangiare, problema oggi pressoché inesistente in Occidente), sicché le maggioranze resistono solo perché sono consce che il loro stato economico più di tanto non può peggiorare.
Tanto più che per il momento hanno ancora in mano i loro bravi 4.000 miliardi di risparmio più gli oltre 5.000 in immobili.
La soluzione naturalmente non è che perdano tutto, ma che capiscano che il cambiamento conviene ed è nobile nonostante i loro risparmi ed immobili.
È un’unanimità comunque moralmente agghiacciante.
26.2.21, ALM
FONTE: https://www.facebook.com/alfonsoluigi.marra.779/posts/2795229754077904

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Facebook, la cancellazione del profilo va risarcita

ilsole24ore.com

di Giovanni Negri

«Facebook non è solo una occasione ludica, di intrattenimento, ma anche un luogo, seppure virtuale, di proiezione della propria identità, di intessitura di rapporti personali, di espressione e comunicazione del proprio pensiero». E allora, la cancellazione del proprio profilo senza alcuna motivazione da parte della società deve essere risarcita. Lo mette nero su bianco il tribunale di Bologna con ordinanza del 10 marzo con la quale Facebook Ireland Limited viene condannata a riparare i danni subiti da un professionista, titolare di pagina che recava come account il proprio nome e cognome, al quale erano collegate 2 pagine di collezionismo e storia militare.

La vicenda

Di punto in bianco profilo e pagine, poco più di un anno fa, erano state rimosse, senza che dalla società venisse mai fornita spiegazione. Anzi, da parte di Facebook veniva precisato di avere distrutto tutta la documentazione relativa al contratto, non essendo quindi più nelle condizioni di verificare i motivi della rimozione e neppure di ripristinare l’account. A giustificazione, Facebook ha sostenuto l’eliminazione definitiva andava in realtà ascritta alla negligenza del professionista che aveva aspettato 7 mesi per iniziare il procedimento.

Posizione censurata dalla Seconda sezione civile bolognese perché la cancellazione non era imposta da alcuna esigenza oggettiva, trattandosi di dati immateriali, facilmente conservabili, almeno per un certo periodo. La distruzione è invece, sottolinea l’ordinanza, testimonianza di una condotta contrattuale scorretta, perché non permette di ricostruire l’andamento del rapporto, mettendo in pratica «un comportamento negoziale palesemente contrario ai doveri di buona fede e correttezza».

Le motivazioni

Quanto alla rilevanza del danno, l’ordinanza ricorda che l’esclusione dal social network, con la distruzione della rete di relazioni frutto di un lavoro di costruzione durato, in questo caso, 10 anni «è suscettibile dunque di cagionare un danno grave, anche irreparabile, alla vita di relazione, alla possibilità di continuare a manifestare il proprio pensiero utilizzando la rete di contatti sociali costruita sulla piattaforma e, in ultima analisi, persino alla stessa identità personale dell’utente, la quale come noto viene oggi costruita e rinforzata anche sulle reti sociali»

Un danno che non si può certo rimediare creando un nuovo profilo personale e nuove pagine, visto che resta evidente la perdita della rete di relazioni, «la quale viene costruita dagli utenti del social network con una attività di lungo periodo e non semplice». Danno il cui risarcimento viene quantificato dal tribunale in 10.000 euro per il profilo e in 2.000 euro per ciascuna delle 2 pagine cancellate.

Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/facebook-cancellazione-profilo-va-risarcita-ADwhCiQB?refresh_ce=1

Pubblicato il 17.03.2021

FONTE: https://comedonchisciotte.org/facebook-la-cancellazione-del-profilo-va-risarcita/

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Lo sciopero dei lavoratori di Amazon in Italia

21 03 2021

È lunedì 22 marzo e riguarderà tutta la filiera, da chi prepara i pacchi a chi li consegna, ma non è ancora chiaro se ci saranno blocchi o rallentamenti

 Una lavoratrice di Amazon nel centro di smistamento di Settecamini, nel Lazio (Carlo Lannutti/LaPresse)

Lunedì 22 marzo in Italia ci sarà quello che i sindacati hanno definito il primo sciopero al mondo dell’intera filiera di Amazon, che dovrebbe unire sia i lavoratori dei magazzini e dei centri di smistamento sia quelli delle aziende di trasporti che portano i pacchi nelle case. I lavoratori potenzialmente coinvolti potrebbero essere circa 40 mila, anche se per ora è difficile prevedere se ci saranno blocchi o rallentamenti delle consegne.

Lo sciopero era stato proclamato una decina di giorni fa dai sindacati confederali dei trasporti, FILT CGIL, FIT CISL e Uiltrasporti, che fanno riferimento ai tre sindacati principali, cioè CGIL, CISL e UIL. Nei giorni successivi si sono unite anche altre sigle come FeLSA CISL, NIdiL CGIL e Uiltemp, che rappresentano i lavoratori interinali noti anche come “somministrati”, cioè quelli che lavorano in un’azienda tramite un’agenzia terza che fa da intermediario.

I dipendenti diretti di Amazon Italia Logistica, cioè l’azienda che gestisce gli “hub” e le “station” (rispettivamente i magazzini più grandi e quelli più piccoli e disseminati sul territorio italiano) sono circa 9.000, a cui in alcuni periodi, come a Natale, si vanno ad aggiungere quasi altrettanti lavoratori interinali.

In tutto — considerando anche i lavoratori di Amazon Transport Italia, l’azienda che si occupa dei trasporti, e i guidatori che lavorano per società di trasporti in subappalto — i lavoratori potenzialmente coinvolti dallo sciopero sono circa 40 mila e vanno da chi prepara i pacchi a chi li consegna, passando per chi li smista. L’associazione Federconsumatori, inoltre, in solidarietà con lo sciopero ha chiesto ai propri soci di non fare acquisti su Amazon nella giornata di lunedì.

Se lo sciopero dovesse avere un alto livello di adesione, in teoria tutte le operazioni di Amazon in Italia potrebbero essere rallentate o bloccate.

Per lunedì i sindacati hanno organizzato alcuni presidi davanti ai magazzini più importanti, e nei giorni scorsi hanno fatto molto volantinaggio, ma non è chiaro quanti lavoratori decideranno effettivamente di partecipare. Durante l’ultimo grosso sciopero contro Amazon in Italia, che riguardò soltanto l’hub logistico di Piacenza, i lavoratori che parteciparono furono circa il 18 per cento

Le richieste dei sindacati riguardano una serie di diritti e tutele a favore dei lavoratori, che tra le altre cose comprendono l’apertura di una trattativa sugli orari e i ritmi di lavoro dei dipendenti della logistica e dei guidatori, la verifica della contrattazione dei turni di lavoro, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali e il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza.

I sindacati sostengono inoltre che Amazon non sia disponibile a negoziare con loro, cosa che l’azienda smentisce.

Amazon questa settimana ha annunciato l’apertura di un nuovo grande centro di smistamento a Cividate al Piano, in provincia di Bergamo, che secondo l’azienda dovrebbe garantire 900 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. La struttura – per la quale si prevede un investimento di 120 milioni di euro – dovrebbe aprire il prossimo autunno. Secondo i sindacati, la decisione di Amazon di rendere pubblico l’annuncio questa settimana sarebbe un tentativo di distogliere l’attenzione dallo sciopero.

FONTE: https://www.ilpost.it/2021/03/21/sciopero-amazon-italia/

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Un documento interno del governo francese conferma il Grande Reset pianificato dal Nuovo Ordine Mondiale

Un documento interno del governo francese confermerebbe del tutto il piano noto come Grande Reset del quale si era già parlato in un precedente contributo.

La cosa che più sorprende è come il contenuto di questo documento corrisponda perfettamente alle rivelazioni fatte da un informatore del partito liberale canadese che in una email trapelata sul sito Reddit aveva anticipato i piani delle élite mondialiste per i prossimi mesi.

Questa volta però non si tratta di una email, ma di una vera e propria tabella di marcia nella quale si indicano le fasi che arriveranno riguardo alla crisi da coronavirus nei prossimi mesi fino ad arrivare all’obbiettivo finale del reset globale.

Alcune agenzie di stampa, su tutte l’Associated Press francese, hanno affermato che il documento non sarebbe originale, e a questo proposito portano una dichiarazione anonima dell’organismo governativo che avrebbe preparato questa tabella.

Tuttavia questo blog ha ricevuto informazioni in senso opposto da fonti governative francesi che invece confermano l’autenticità del documento.

Il documento porta in alto l’intestazione del Alto Commissariato per la pianificazione, un organismo governativo creato dal governo francese ufficialmente lo scorso mese di settembre attraverso un decreto firmato dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron che ha assegnato la direzione di questo organismo a François Bayrou, ex ministro della Giustizia dimessosi nel 2017, perchè coinvolto in uno scandalo sull’uso illecito dei fondi ricevuti dal Parlamento europeo.

Macron sembra aver catapultato Bayrou in questo incarico come una sorta di compensazione per aver perduto il posto da guardasigilli.

All’Alto Commissariato sono stati assegnati generici compiti di coordinamento su varie questioni come quelle demografiche, ambientali, culturali e ambientali.

Questa istituzione assomiglia ad una sorta di ufficio di coordinamento di cui il governo francese si serve per l’esecuzione di determinati direttive politiche.

In questa occasione, all’organismo in questione sarebbe stata data in anticipo tutta l’agenda da seguire per i prossimi mesi riguardo alla cosiddetta crisi da Covid.

Nel mese di novembre, ancora in corso, si parla espressamente di chiusure più leggere, ed è quello che sta accadendo già in alcuni Paesi d’Europa.

In Germania, le autorità non hanno ancora deciso di dare vita ad un lockdown completo dal momento che diverse attività restano aperte.

In Spagna si segue una direzione simile con chiusure a macchia di leopardo, non ancora eseguite completamente sul territorio nazionale.

In Francia, si può parlare già di lockdown simili a quelli praticati durante la scorsa primavera con delle chiusure di molte attività considerate non essenziali.

Nel mese di dicembre, si passa alla fase successiva del piano. Si parla espressamente di un aumento dei casi di Covid-19 e questo sarà ciò che giustificherà in Francia e nel resto d’Europa misure ancora più severe e chiusure pressoché totali che porteranno a limitazioni estremamente rigide della mobilità personale.

Questo proposito coincide perfettamente con quanto rivelato dalla talpa del partito liberale canadese.

L’aumento dei casi sarà determinato con ogni probabilità dall’aumento dei test.

Ora le autorità stanno già sperimentando il ricorso ad un tampone rapido antigenico per facilitare l’esecuzione dei test, ma l’efficacia di questi test diagnostici sembra essere ancora meno attendibile del tampone tradizionale che sforna elevatissime quantità di falsi positivi, pari in diversi casi al 90%.

Questo test dunque è sicuramente più celere e pratico da eseguire, ma paradossalmente potrebbe portare proprio all’aumento dei casi previsto dalle informazioni ricevute sia dall’informare canadese sia da quanto descritto nel documento francese.

Non sembra essere un caso che questo tampone rapido venga quindi fuori proprio ora.

Ad ogni modo, il passo successivo che porterà ad una ondata di casi, probabilmente falsi positivi come quelli registrati fino ad ora, servirà per arrivare alla fase successiva che inizierà l’anno venturo.

Le élite hanno già distribuito agli esecutivi di tutto il mondo l’agenda alla quale attenersi e i governi dunque non stanno facendo altro che eseguire un piano già scritto.

Se non si crede all’autenticità dei documenti riservati mostrati, si possono consultare quelli ufficiali. Nel contratto di approvvigionamento del vaccino tra AstraZeneca, la casa farmaceutica britannica già condannata per frode negli USA, e i Paesi che riceveranno il farmaco si parla espressamente di una fine della pandemia prevista per la prossima estate, non più tardi di luglio 2021.

Nello stesso periodo nel quale ci sarà una esplosione di nuovi casi, i governi avranno il compito di procedere alla costruzione di veri e propri campi di concentramento nei quali le persone che rifiuteranno di sottoporsi ai test Covid saranno deportate contro la loro volontà.

Anche in questa circostanza non si tratta di una folle “teoria del complotto”, ma di quanto inizia già ad essere attuato ufficialmente in alcune parti del mondo.

In Nuova Zelanda, il primo ministro Jacinda Ardern ha dichiarato esplicitamente che le persone che si rifiuteranno di eseguire questi test verranno tradotte in questi campi senza il loro assenso.

I governi dunque hanno già iniziato a costruire queste strutture per confinare tutti coloro che rifiuteranno di accettare i diktat della dittatura sanitaria.

La terza fase dell’operazione Covid: crisi economica senza precedenti e collasso della società

Una volta che questi campi saranno stati realizzati avrà inizio quella che si può definire la terza fase nel 2021.

Per il prossimo anno è prevista una mutazione del virus che porterà alla nuova versione del coronavirus, il Covid-21. Ne parlano espressamente sia il documento dell’Alto Commissariato francese sia il politico canadese.

Se si è scettici anche su questa anticipazione, non si deve fare altro che ascoltare la voce ufficiale dei media al servizio delle élite globali.

Il Financial Times in suo recente articolo ha parlato esplicitamente della prossima “pandemia” in arrivo.

La macchina terroristica mediatica si servirà poi della mutazione, presunta o reale, del virus per creare un’ondata di panico e isteria ancora maggiore di quella vista fino ad ora.

Soprattutto ciò che vogliono di più le élite è trascinare l’umanità intera verso la più grave crisi economica che la storia abbia mai visto.

Questo grande tumulto economico creerà un buco senza precedenti nella domanda mondiale. A questo punto, si interromperà la catena di approvvigionamento alimentare.

I fallimenti delle imprese saranno senza precedenti e devastanti. La disoccupazione arriverà a vette mai viste nella storia dell’economia e le masse avranno difficoltà a sfamarsi.

La tabella del governo francese descrive questa frase e prevede dei disordini tali da portare l’ordine sociale verso il collasso totale.

Il prossimo passo in questa fase sarà quello della militarizzazione. La legge marziale sarà l’unica via per reprimere le rivolte di massa e i tumulti causati da quella che sarà a tutti gli effetti una carestia.

Sarà una situazione del tutto identica a quella portata dalla guerra, ma su scala globale.

La grande destabilizzazione mondiale serve per dare vita a quell’evento catalizzatore già menzionato da David Rockefeller nel 1995 alle Nazioni Unite.

Questa crisi è stata espressamente architettata per creare una destabilizzazione pianificata tale aprire la via alla realizzazione definitiva del Nuovo Ordine Mondiale.

Una volta che le masse non avranno più il lavoro e i mezzi di sostentamento necessari, sarà offerta loro una scelta; ricevere il reddito universale.

In Italia, ne è tornato a parlare recentemente Beppe Grillo, leader del M5S, in un altro post sul suo blog. Il M5S è stato difatti il portavoce assoluto di una delle proposte già messe in agenda dai grandi circoli mondialisti del club di Roma e del gruppo Bilderberg.

Il mondialismo vuole portare l’umanità intera verso la deindustrializzazione totale, e la fine del lavoro per come lo si è conosciuto fino ad ora nelle economie capitalistiche.

La fine del lavoro serve sostanzialmente a privare l’individuo della sua indipendenza. Solo chi accetterà il reddito universale, l’elemosina governativa, sarà messo nelle condizioni di sopravvivere.

Solo coloro che accetteranno i termini imposti dalle élite però potranno riceverlo. Le condizioni sono state rivelate dall’informatore canadese.

Alle masse sommerse di debiti verrà proposto di rinunciare ad ogni loro bene personale. La fine della proprietà privata è dunque uno dei fini ultimi.

Nella dittatura mondialista, ci sarà una sorta di sistema collettivista nel quale non esisterà più il concetto di bene personale.

Se non si accetterà il reddito universale e il vaccino previsto per l’inizio dell’estate 2021, si resterà confinati a tempo indeterminato nei campi di concentramento.

Il globalismo mostra la sua natura satanica: l’uomo tecnologico transumano

E’ questa la esternazione finale dell’ideologia globalista nella quale non c’è spazio per il libero arbitrio. C’è solo la totale obbedienza. La vera natura di questa filosofia è dunque apertamente satanica.

Questo disegno si propone apertamente di distruggere l’umanità e di metterla nelle condizioni di una mandria di bestiame priva di diritti e senza alcuna coscienza spirituale.

E’ l’antitesi della concezione cristiana che vede l’uomo dotato di libero arbitrio e di un senso spirituale che lo porta a rifiutare la cieca obbedienza al male che qui ha le vesti del totalitarismo universale.

Ormai sono gli stessi esponenti delle élite globali a parlare apertamente e pubblicamente di questo piano.

Klaus Schwab, uno dei membri del forum di Davos, un altro circolo influente del globalismo, ha parlato esplicitamente del Grande Reset come di una sorta di “quarta rivoluzione industriale” in grado di portare al controllo totale della mente di una persona attraverso l’impianto di un microchip nel cervello.

Può sembrare fantascienza, ma le élite già dispongono di una tecnologia del genere. In un recente servizio del Tg1, viene mostrato un microchip cerebrale progettato da Elon Musk ed impiantato nel cervello di una maialina.

Attraverso questo dispositivo, si può controllare completamente la volontà dell’animale. Ed è quello che il Nuovo Ordine Mondiale ha in mente solo che al posto della maialina ci sono gli esseri umani.

La concezione che hanno i piani alti della massoneria globale riguardo all’umanità è quella di una massa di “mangiatori inutili”.

E’ un pensiero che detesta profondamente l’umanità e vuole vederla ridotta in miseria e schiavitù.

Il Grande Reset serve espressamente a questo. A portare l’uomo verso l’ultima fase del Nuovo Ordine Mondiale.

La tecnologia avrà la funzione di privare l’uomo della sua identità e renderlo più simile ad un ibrido tra uomo e macchina.

E’ la filosofia transumanista strettamente legata al pensiero satanista ed esoterico che si rivela come il mezzo per distruggere la creazione originaria di Dio.

Il disegno finale dunque è stato ampiamente mostrato. Non c’è più alcuna dietrologia. Ciò che veniva affermato apertamente da alcuni ricercatori e giornalisti decenni addietro, ignorati o nel peggiore dei casi sbeffeggiati, si sta compiendo ora sotto gli occhi di tutti.

Trump è l’ultimo ostacolo che separa il mondo dal Nuovo Ordine Mondiale

Alle élite resta solo un grande ultimo intralcio ed è Donald Trump, l’uomo che nei loro piani non avrebbe mai dovuto diventare presidente degli Stati Uniti.

Il mondialismo ha dato vita alla più grande frode elettorale della storia d’America e del mondo per poter rovesciare il presidente americano.

Trump però non era affatto impreparato a questa eventualità e si preparava da tempo a rispondere all’ultimo colpo di coda del deep state. La prova di questo sta nell’ordine esecutivo da lui firmato due anni fa, nel quale si prevedono durissime sanzioni e arresti contro gli attori interni ed esterni che hanno contribuito a minare la regolarità del processo elettorale americano.

Ad ogni modo, il Grande Reset potrà manifestarsi solamente attraverso la partecipazione diretta degli Stati Uniti.

E’ per questa ragione che il potere mondialista vuole portare alla Casa Bianca Joe Biden.

Biden non sarebbe altro che il presidente fantoccio nelle mani delle élite che riconsegnerebbe l’America al Nuovo Ordine Mondiale.

Se gli USA cadranno nelle mani del corrotto politico democratico ricattato dalla Cina, la potenza leader del mondialismo in questo momento, allora non ci sarà davvero più alcun ostacolo, se non la Russia di Putin che si troverebbe accerchiata da UE, Cina e Stati Uniti.

La dittatura mondiale sarà a quel punto inevitabile così come il Grande Reset che renderà schiava l’umanità intera.

Trump però ha raccolto una enorme quantità di prove della frode e si prepara ad affrontare la battaglia finale.

C’è ancora circa un mese di tempo per sapere se il presidente riuscirà a vincere nei tribunali competenti e davanti alla Corte Suprema.

Dopo si saprà se l’America tornerà alle forze del mondialismo che l’hanno dominata per decenni oppure se uscirà definitivamente da questo piano che vuole dare vita al supergoverno mondiale già auspicato da Winston Churchill nel 1950, provocandone così inevitabilmente il suo fallimento definitivo.

L’autunno storico del 2020 sta davvero per arrivare al suo momento più importante e decisivo.

Il mondo molto presto saprà se si risveglierà sotto il cielo della tirannia assoluta o se potrà tornare a vedere nuovamente la luce.

FONTE: https://lacrunadellago.net/2020/11/20/un-documento-interno-del-governo-francese-conferma-il-grande-reset-pianificato-dal-nuovo-ordine-mondiale/

 

 

L’America e il mondo al bivio: o Trump sventa il colpo di Stato o sarà l’ascesa definitiva del Nuovo Ordine Mondiale

L’amministratore delegato della società My Pillow, Mike Lindell, è stato avvistato lo scorso venerdì nei pressi della Casa Bianca.

Lindell portava con sé una serie di fogli di appunti che sostanzialmente indicano a Trump la strada migliore per attivare il cosiddetto Insurrection Act , la legge contro le insurrezioni firmata nel 1807, e la conseguente gestione dei poteri emergenziali che sarebbero assegnati al presidente in uno scenario del genere.

Si tratta di una legge che di fatto stabilirebbe il ricorso ai tribunali militari per processare tutti coloro che hanno preso parte a delle rivolte tali da attentare all’integrità e alla stabilità dello Stato.

A quanto pare, l’imprenditore americano avrebbe avuto un breve colloquio con Trump dove avrebbe presentato a Trump la strada migliore per ricorrere a questi poteri emergenziali, ma non è noto se il presidente abbia preso in considerazione la proposta dell’amministratore di My Pillow.

Dopo l’incontro, Lindell ha riferito di essere stato solo un tramite per trasmettere al presidente un messaggio da parte di un avvocato americano di cui non ha voluto fare il nome.

Sugli appunti compariva anche il nome dell’avvocato Sidney Powell, impegnata in prima linea da mesi nei ricorsi contro la frode elettorale.

E’ probabile che Lindell abbia proposto a Trump di assegnare un ruolo alla Powell soprattutto nell’ambito delle inchieste sulle irregolarità avvenute nelle elezioni.

Queste sono certamente ore decisive per il destino dell’America e del mondo intero.

Sono stati in molti a chiedersi perché Trump non abbia agito prima per sventare il colpo di Stato in atto, e sono ancora in molti a chiedersi se a questo punto il presidente sia disposto a prendere la decisione risolutiva per arrestare coloro che hanno cercato di sovvertirlo con la frode elettorale.

Prima di prendere in considerazione quali potrebbero essere gli scenari a disposizione di Trump per poter fermare l’instaurazione alla Casa Bianca di un fantoccio da anni sul libro paga della Cina comunista, occorre ricostruire le fasi del colpo di Stato.

Storia di un colpo di Stato contro l’America

Tutto è infatti iniziato la notte del 3 novembre. E’ stato lì che l’operazione è partita, quando il sistema si è reso conto che Trump stava andando incontro ad una facile riconferma del suo mandato.

L’ordine è stato trasmesso negli stati chiave e tutti quanti allo stesso tempo hanno smesso di contare.

In quel momento, sono stati scaricati nelle urne migliaia di voti postali illegali giunti ben oltre la scadenza della mezzanotte e tutti stranamente sono stati assegnati a Joe Biden.

I seggi sono stati sbarrati ed è stato impedito l’accesso ai rappresentanti di lista del partito repubblicano.

Solamente questa circostanza sarebbe bastata a rendere invalide le intere elezioni perché sono state violate in maniera flagrante le leggi elettorali dei vari stati, come ha spiegato lo stesso presidente della commissione elettorale federale, Trey Trainor.

Il broglio però non si è limitato solamente all’uso di schede falsificate o di voti postali illegali.

C’è stato un livello esterno dell’operazione che si è svolto al di fuori dei confini americani e che ha visto il ruolo decisivo di un team di hacker informatici che ha avuto il compito preciso di spostare i voti da Trump a Biden.

L’attacco informatico, secondo quando rivelato dall’ex agente della CIA Bradley Johnson, era già in corso a Francoforte presso la stazione CIA locale nella quale sono custoditi i server di Dominion, la società legata a Soros e ai Clinton che è stata decisiva per eseguire il broglio elettronico.

A quel punto, un altro Paese sarebbe entrato in scena e si tratterebbe proprio dell’Italia, come già si è spiegato nei contributi precedenti.

Una volta che il gruppo informatico di Francoforte si sarebbe reso conto che Trump stava vincendo lo stesso nonostante il broglio in corso, si è deciso di coinvolgere il governo italiano nell’operazione.

All’ambasciata USA a Via Veneto, secondo la versione di Maria Zack e dello stesso Johnson, il generale Graziano avrebbe coordinato l’hackeraggio realizzato attraverso la tecnologia militare messa a disposizione da Leonardo, la società leader nel settore della Difesa partecipata a maggioranza dal governo italiano.

A questo proposito, è interessante notare che i media ordinari si sono interessati a questo blog, tra i quali La Stampa, La Repubblica e Il Giornale, e si sono subito affrettati a dire che tutto questo non sarebbe vero, ma gli stessi media in questione non hanno minimamente fatto notare che nessuno dei protagonisti chiamati in causa, tranne il generale Graziano e Renzi ma in maniera insolitamente timida, ha smentito la versione di Zack e Johnson.

Ha taciuto l’ambasciata americana a Roma e l’uscente governo Conte,  così come non ha proferito parola Leonardo, che invece ha visto arrestati dieci dei suoi dirigenti nei giorni scorsi per riciclaggio e corruzione, a pochi giorni di distanza dallo scandalo dell’Italiagate che appunto coinvolgerebbe la società leader nelle tecnologie aerospaziali.

Una strana “coincidenza” davvero.

L’Italia quindi e il suo apparato istituzionale nelle mani del globalismo potrebbero avere davvero avuto un ruolo fondamentale nel broglio informatico, nell’ambito comunque di una operazione che ha visto coinvolti diversi esecutivi di tutto il mondo impegnati in un attacco senza precedenti agli Stati Uniti.

I Paesi che hanno partecipato in maniera principale direttamente e indirettamente sono stati in primo luogo la Svizzera, in quanto detentrice del software collegato a Dominion, ovvero Scytl, già noto al governo elvetico per sua elevata inaffidabilità nel conteggio dei voti; la Cina in quanto finanziatrice attiva di una società sussidiaria della Dominion stessa; il Canada, in quanto sede di Dominion stessa; la Germania come Paese che ha eseguito parte dell’hackeraggio, e infine l’Italia stessa per il ruolo che si è già spiegato sopra.

E’ stato, in altre parole, un colpo di Stato internazionale ai danni della sovranità degli Stati Uniti e di Donald Trump eseguito da dei governi che sono tutti saldamente nelle mani del grande potere mondialista finanziario internazionale.

Quello che ci si è chiesto in diverse occasioni è perché Trump abbia permesso ai governi che gli sono nemici tutto questo senza cercare di prendere le dovute contromisure.

Il presidente era di sicuro perfettamente informato che avrebbero cercato di spodestarlo illegalmente, e aveva a questo proposito preparato nel 2018 un ordine esecutivo molto preciso contro le ingerenze straniere nelle elezioni americane.

L’ordine non è mai stato attivato perché con ogni probabilità la comunità dell’intelligence che ha redatto il rapporto su queste ingerenze ha consegnato al presidente un rapporto contraddittorio e non univoco sulle palesi interferenze straniere nelle elezioni americane.

Il sistema ha sabotato il presidente togliendogli quindi fino ad ora la possibilità di ricorrere a questa arma.

L’ordine esecutivo potrebbe essere ancora attivato all’ultimo istante se Trump fosse già in possesso di un elemento decisivo e incontrovertibile proprio riguardo all’eventuale ingerenza dell’Italia nella frode elettronica.

Nel frattempo, i tribunali che sono stati aditi per i ricorsi si sono praticamente tutti rifiutati di prendere in considerazione tutte le altre prove mostrate dai legali di Trump.

Le prove c’erano e ci sono, ma non si è trovata una corte che fosse stata disponibile a prenderle effettivamente in considerazione.

L’assalto al Congresso: l’atto eversivo finale contro Trump

Il colpo di Stato dunque è continuato fino ad arrivare il 6 gennaio, il giorno nel quale il Congresso ha difatti certificato delle elezioni illegali macchiandosi dunque a sua volta di complicità nei brogli elettorali.

Prima di questa atto eversivo e incostituzionale ci sono stati i famigerati moti del Campidoglio che hanno visto orde di sostenitori definiti “pro – Trump” dalla stampa italiana (compresi i cosiddetti trumpiani di facciata) e internazionale, invadere il Congresso.

Nell’ultima settimana è emerso chiaramente come quegli attivisti non erano in alcun modo riconducibili al campo di Trump.

Al contrario, sono stati già arrestati diversi partecipanti dell’assalto al Campidoglio che si sono rivelati essere null’altro che operativi del gruppo terroristico Antifà, finanziato largamente dallo speculatore americano di origini ebraiche, George Soros.

Si è trattato dunque di un cosiddetto “false flag”, espressione che nel gergo dei servizi significa “falsa bandiera”, e con la quale si identifica la preparazione di un evento preparato da gruppi di intelligence la cui colpa o responsabilità viene poi addossata ai nemici di questi gruppi nel tentativo di screditare questi agli occhi dell’opinione pubblica.

L’insurrezione dunque c’è stata, ma non è opera in alcun modo di Trump, piuttosto dei suoi nemici che l’hanno falsamente accusato di aver preparato l’assedio.

Questa operazione è stata fondamentale per giustificare la seconda messa in stato di accusa da parte della Camera dei Rappresentanti presieduta da Nancy Pelosi contro il presidente.

E’ la prima volta nella storia che un presidente viene sottoposto a “impeachment” due volte nel corso del suo mandato.

Nella prima occasione, le false accuse erano fondate sulla bufala del Russiagate, il tentativo di accostare Trump al Cremlino.

Tra l’altro, i documenti recentemente declassificati da Trump su questo confermano come l’intera indagine nei suoi confronti non sia stata null’altro che una strumentalizzazione politica dell’FBI diretta da Comey che sotto l’egida dell’ex presidente Obama ha dato vita a questa operazione di spionaggio illegale.

In entrambi i casi, la regista dell’operazione è stata Nancy Pelosi che ormai è ampiamente al di fuori del perimetro costituzionale e già colpevole di eversione.

Trump a questo punto avrebbe tutti gli elementi per accusare il Congresso di aver certificato una elezione illegale e la Pelosi di alto tradimento vista la sua reiterazione nel voler ricorrere alla messa in stato di accusa come mezzo politico per rimuovere il presidente.

Un altro aspetto che lascia molto perplessi in questa storia è la fretta forsennata del sistema di voler procedere alla messa in stato di accusa di un presidente sulla carta uscente.

L’argomento che viene proposto di impedire a Trump di ricandidarsi nel 2024 non ha senso, perché Trump non avrebbe comunque più alcuna possibilità reale di vittoria.

Il deep state, il potere dello stato profondo delle lobby militari e finanziarie, non gli consentirà più comunque di vincere legalmente le elezioni in alcun modo, come ha già dimostrato nel 2020.

Le ragioni sembrano essere diverse apparentemente. Il sistema sembra in qualche modo rivelare un timore che il presidente possa fare qualcosa, altrimenti non si spiegherebbe tutta questa fretta.

Non appena è partita l’atto eversivo della Pelosi contro Trump, i social, tutti allo stesso tempo, hanno tagliato le comunicazioni del presidente in carica.

Per la prima volta da quando esistono queste piattaforme, un capo dello Stato è stato espulso da ognuna di esse.

La sensazione è che il sistema abbia voluto tagliare tutte le comunicazioni del presidente allo stesso tempo.

La ragione potrebbe essere in uno degli ultimi tweet di Trump nel quale scrive a lettere maiuscole che gli americani avranno una “VOCE GIGANTE ” nel futuro.

President Trump Asserts The 75 Million People Who Voted ...

Questo termine è utilizzato nel gergo militare per identificare le trasmissioni di emergenza che vengono fatte dalle forze armate qualora dovessero verificarsi degli eventi di straordinaria gravità tali da richiedere di attivare questo sistema di comunicazioni per avvisare la popolazione civile.

Il presidente dunque ha voluto mandare un messaggio in codice ai suoi sostenitori riguardo ad una possibile attivazione della legge marziale o dell’atto contro le insurrezioni?

Un altro aspetto che non torna in tutto questo è il massiccio dispiegamento di forze a Washington DC che ad oggi è la città più presidiata militarmente al mondo.

Ci sono ben 25mila effettivi della guardia nazionale in città ed è stata eretta una rete non scalabile alta più di due metri intorno al Congresso, che questa volta le forze di sicurezza vogliono proteggere efficacemente a differenza di quanto accaduto il 6 gennaio.

Per le strade ci sono anche diversi posti di blocco militari. Tutto questo per una inaugurazione che non ci sarà, ma sarà tenuta solo in forma virtuale.

Nella giornata di oggi era anche prevista una prova tecnica dell’inaugurazione di Biden che è stata misteriosamente rimandata per preoccupazioni relative alla sicurezza.

Quali possono essere queste preoccupazioni in una città dove praticamente ogni angolo è presidiato dai militari, non è stato reso noto.

In tutto questo, Kamala Harris non ha ancora lasciato il suo seggio al Senato e mancano solo tre giorni al suo insediamento da vice-presidente.

E’ la prima volta nella storia degli USA che un deputato o senatore attende l’ultimo istante per dimettersi, e questo fa pensare che la stessa Harris voglia aspettare fino all’ultimo prima di lasciare il suo seggio, nel timore forse che qualcosa di imprevisto possa accadere.

Ora però si deve tornare al punto di partenza di questa analisi ed è quello relativo al perché il presidente non abbia fermato il meccanismo che si è messo in moto prima.

L’idea è che Trump abbia cercato fino all’ultimo una risoluzione pacifica del broglio ma semplicemente ha dovuto riscontrare che ogni singola parte del sistema è infetta.

Sono infette le corti, sono infetti i ministeri, sono infetti i partiti ed è persino infetta la sua stessa vice-presidenza che non ha esercitato le prerogative che la Costituzione le assegna in materia di controllo della regolarità del voto.

Ora ogni via pacifica sembra essere fallita e sarà in queste ore che si scoprirà se Trump vuole andare fino in fondo oppure no.

Qualcuno sostiene che tutto questo era stato previsto e che il presidente sapeva che si sarebbe giunti comunque a questo punto nel quale Trump avrebbe già preso la decisione di usare i militari per fare pulizia in un sistema profondamente marcio e corrotto.

Se si guarda alla decisione presa da Trump lo scorso novembre quando il presidente ha deciso di rinnovare i vertici della Difesa e allontanare dal consiglio di difesa falchi militaristi del gruppo globalista Bilderberg come Henry Kissinger e Madeleine Albright, tutto questo sembra avere un senso.

Queste mosse non assomigliano a quelle di un presidente in uscita. Il rinnovo del Pentagono dà l’aria di una scelta fatta per avere il controllo di un ganglio vitale della macchina militare senza il quale non c’è alcuna possibilità di eseguire eventualmente un provvedimento contro la repressione del golpe in atto che prevedrebbe appunto l’inevitabile coinvolgimento delle forze armate.

Questa elezione ha comunque dimostrato una evidenza incontrovertibile. E’ impossibile cambiare lo status quo con sistemi democratici, perché la democrazia non è stata fatta per consegnare il potere al popolo, ma piuttosto per assicurare il dominio assoluto della élite finanziaria del globalismo.

In democrazia domina chi ha il capitale che è il mezzo per avere il controllo dei media e dei partiti.

Trump è riuscito a rompere il falso duopolio democratico/repubblicano con il quale le lobby di Washington controllano il Paese da decenni, solamente perché lui stesso aveva il potere di finanziarsi e partecipare alla contesa.

E’ stato un bug del sistema che il sistema stesso ha provato ad eliminare disperatamente e forsennatamente sin dall’inizio della sua campagna.

Fare di nuovo grande l’America è del tutto incompatibile con l’agenda del mondialismo che invece vuole fare grande la dittatura globale auspicata ormai da lungo tempo.

Non si può vincere con vie pacifiche burocratiche un gioco truccato. Vince sempre inevitabilmente il banco.

Se si vuole battere il banco, occorre spostare la partita su un altro piano e arrestare coloro che hanno violato le regole e si sono macchiati di gravissimi reati.

Nella democrazia liberale voluta dal mondialismo, non c’è alcun’altra possibilità di farcela.

Trump ha un’occasione storica per poterlo fare e se non lo farà ora, consegnerà l’America nelle mani di quel potere che la renderà una provincia della Cina comunista, e spianerà così definitivamente la strada al Nuovo Ordine Mondiale.

Il Grande Reset non avrà più alcun ostacolo e andrà incontro ad un’accelerazione fortissima come ha detto John Kerry, ex segretario di Stato USA e membro della società segreta occulta Teschi e Ossa.

Il tempo quindi sta per scadere. Sulle spalle di Trump grava una responsabilità enorme. Non solo ciò che farà lui cambierà il destino dell’America, ma segnerà anche quello del mondo intero.

Se gli USA torneranno sotto l’ala del mondialismo, il Nuovo Ordine Mondiale non avrà virtualmente più ostacoli.

A quel punto, resterà solo la Russia di Putin circondata dalla Cina comunista e dal ricomposto blocco euro-atlantico.

Trump non solo se non farà nulla aprirà la strada alla dittatura mondiale che renderà schiava l’America e il mondo, ma distruggerà anche se stesso.

Non esiste un futuro da imprenditore per Trump e la sua famiglia. La mafia finanziaria globalista gli sta facendo terra bruciata intorno, e il procuratore di Washington DC minaccia di arrestare lui e suo figlio.

Se non si ferma il meccanismo ora, il Grande Reset si attiverà e travolgerà tutto e tutti.

Sono ore tremende e decisive. Forse Trump può trovare la risposta a cosa fare nelle lettere che monsignor Viganò gli ha inviato in più di un’occasione.

Lì dentro il presidente può cogliere di nuovo l’importanza di cosa c’è in ballo.

Lì dentro il presidente può trovare l’ispirazione per schiacciare la testa del serpente una volta per tutte.

FONTE: https://lacrunadellago.net/2021/01/17/lamerica-e-il-mondo-al-bivio-o-trump-sventa-il-colpo-di-stato-o-sara-lascesa-definitiva-del-nuovo-ordine-mondiale/

 

 

 

McKinsey(&Co.) e il Pentagono in Italia per l’assalto finale di PharMafia

Sesta puntata del nostro settimanale d’attualità. Perché Mario Draghi ha appaltato a McKinsey, PWC, Ernst & Young e Accenture, la gestione dell’emergenza perfetta? Fulvio Grimaldi ci fa capire come questo sia l’apice di un attacco speculativo iniziato anni fa, e come la militarizzazione, la sanificazione, la digitalizzazione, i tre capisaldi dell’Operazione Covid, sono i fronti su cui si muoverà il governo Draghi.

– Anteprima: Il silenzio di Francesco sul massacro dell’Iraq

– I legami tra gli speculatori che distrussero l’Italia e la mafia, ieri e oggi

– McKinsey (&Co.) e il Pentagono in Italia per l’assalto finale di Pharmafia

– Cingolani, Colao, Franco e Bianchi: i 4 dell’Apocalisse tecno-finanziaria

– Come la DAD mette fine alla scuola e inizia il transumanesimo

– La storia criminale delle Big Pharma in campo per il vaccino Covid

– 22 scienziati denunciano la farsa del test PCR

– Vaccinazioni di massa: sperimentazione o strage? Ecco i dati

Conduce Massimo Cascone. Produzione Bagony Snikett

Buona Visione!

VIDEO QUI: : https://youtu.be/2oKUxupzuiM

FONTE: https://comedonchisciotte.org/sancho-6-fulvio-grimaldi-mckinseyco-e-il-pentagono-in-italia-per-lassalto-finale-di-pharmafia/

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Diventeremo uomini-macchine con macchine al posto del cervello?

Il minuscolo uomo che si crede Dio sta costruendo un mondo da incubo per se stesso e per i suoi simili. Convinto di poter fare qualsiasi cosa con la forza di quella parte di scienza asservita al profitto a ogni costo sta oltrepassando tutti i limiti oltre i quali non c’è niente che ha a che vedere con la vita.

Diventeremo uomini-macchine con macchine al posto del cervello?

Il minuscolo uomo che si crede Dio sta costruendo un mondo da incubo per se stesso e per i suoi simili. Convinto di poter fare qualsiasi cosa con la forza di quella parte di scienza asservita al profitto a ogni costo, quindi non orientata al bene delle persone e dell’ambiente, sta oltrepassando tutti i limiti oltre i quali non c’è niente che ha a che vedere con la vita.

L’uomo pensando di poter gestire a suo piacimento la natura, la sta distruggendo dalle fondamenta, dimenticandosi che lui stesso è natura e quindi sta distruggendo se stesso. Volendo piegare la natura ai suoi voleri l’obiettivo è chiaro: sostituire il vivente con l’artificiale e con ciò coltivare l’illusione dell’immortalità. 

La cosiddetta ricerca scientifica in mano a pazzi miliardari che vogliono anche “brevettare” la vita, farci diventare transumani, per poi essere sostituiti completamente dalla macchine (e non certo per alleggerirci il lavoro o migliorarci l’esistenza), è un punto di non ritorno.

Mentre nel mondo la fame colpisce ancora quasi un miliardo di persone, mentre la maggior parte della popolazione mondiale si dibatte fra violenza, miseria e disperazione, mentre siamo immersi nella sesta estinzione di massa e l’ambiente è al collasso, ci si permette di investire miliardi e miliardi in invenzioni e progetti assurdi e deliranti, tesi solo a soddisfare l’ego di megalomani dotati di troppi soldi.

Invece di risolvere tutti insieme i veri problemi dell’umanità, si va su Marte o si creano, ad esempio, automi costosissimi che poi spesso hanno il solo obiettivo di diventare Terminator militari invincibili, quando potremmo usare questi soldi e impegno per dare a tutto il mondo cibo, riparo e pace. E il paradosso o la beffa è che ci dicono pure che lo stanno facendo per farci “progredire” e per “migliorare” la vita di tutti noi e che lo fanno ovviamente anche per l’ambiente, che è la ciliegina sulla torta dell’ipocrisia che non manca mai. 

Così come non mancano mai le finte ONG, fondazioni, ecc. create ad hoc per mascherare meglio i loro obiettivi e dimostrare che loro sono tanto buoni.

Ma se tutti questi filantropi fossero veramente disinteressati e onesti in quello che dicono e fanno, perché continuano ad accumulare montagne di soldi vendendo prodotti e servizi che stanno uccidendo il pianeta e creando le condizioni di una apocalisse ambientale? Se fossero sinceri, perché non creano le reali condizioni affinché coloro che ne hanno bisogno possano avere cibo e le possibilità di fare una vita degna di essere vissuta? E perché non fanno in modo che tutto ciò sia duraturo e non solo un ricatto o briciole di beneficenza? Con i soldi che hanno lo potrebbero fare domani mattina; però stranamente si guardano bene dall’agire in questo modo. Il piano di questi soggetti è chiaro: ci penseranno i loro automi, sostituendoci, a risolvere la situazione, infatti gli automi non hanno bisogno di aria, acqua e cibo, non hanno bisogno di niente, proprio perché fatti di niente.

Speriamo che gli apprendisti stregoni che giocano con le nostre vite, usandoci come cavie per i loro obiettivi da incubo, vengano presto fermati, o dagli umani non ancora diventati macchine o dalla natura stessa che gli si rivolterà contro facendosi beffe della loro ridicola arroganza.

E per tutte le persone in aperta ignoranza e malafede che accusano di essere contro la “scienza” chiunque abbia un dubbio o si ponga una domanda, è facile rispondere che scienza e tecnologia sono credibili e benvenute se sono disinteressatamente a favore delle persone e dell’ambiente per davvero, non se vengono usate per ottenere profitti senza scrupoli e per attuare deliranti disegni di onnipotenza.

Antiscientifico e contro il progresso, inteso come salvaguardia dell’ambiente e miglioramento reale delle condizioni di tutte le persone presenti sul pianeta, è colui che rifiuta la vera scienza, la quale si basa sempre sul dubbio e ha la libertà e il rispetto della vita come faro. Nessuna vera scienza è quella che ingabbia, avvelena, ci usa come cavie o ci vuole fare diventare automi.

VIDEO QUI: https://youtu.be/6aXIjO4FP3s

FONTE: https://www.ilcambiamento.it/articoli/diventeremo-uomini-macchine-con-macchine-al-posto-del-cervello

 

 

Nel cielo della Svezia prima prova di riduzione del Sole. La  finanzia Bill Gates

Il  miliardario Bill Gates sta sostenendo finanziariamente  la tecnologia di oscuramento del sole che dovrebbe deflettere  la luce solare dall’atmosfera terrestre, innescando un effetto di raffreddamento globale. Lo Stratosferic Controlled Perturbation Experiment ( SCoPEx ), lanciato dagli scienziati dell’Università di Harvard da  lui pagati, mira a sperimentare la soluzione  di spargere   polvere di carbonato di calcio (CaCO 3 )  nell’atmosfera, un aerosol che riflette il sole verso lo spazio esterno – che può compensare gli effetti del riscaldamento globale.

Ora, a dicembre, la Swedish Space Corporation ha accettato di aiutare i ricercatori dell’Università di Harvard a lanciare un pallone vicino alla città artica di Kiruna, secondo Reuters . La mongolfiera trasporterà una gondola con 600 chilogrammi di attrezzatura fino a un’altezza di 20 chilometri.

“Le preoccupazioni  sul cambiamento climatico  sono molte e concrete ” dice David Keith, professore di fisica applicata alla Harvard School, coinvolto nel progetto di geo-ingegneria. Gli esperimenti sono necessari per comprendere i rischi. Il volo in mongolfiera era originariamente previsto per gli Stati Uniti, ma poi dovette essere trasferito in Svezia a causa delle rigide regole della corona negli Stati Uniti.

L’esperimento mira a studiare la manovra del pallone, i dispositivi di comunicazione e altri sistemi. Per il momento, nessuna particella dovrebbe essere spruzzata nella stratosfera. Se i test avranno esito positivo, nell’autunno del 2021 o nella primavera del 2022 potrebbero essere spruzzati nell’atmosfera fino a due chilogrammi di polvere di carbonato di calcio.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/nel-cielo-della-svezia-prima-prova-di-riduzione-del-sole-la-finanzia-bill-gates/

 

 

 

STORIA

EROICA SCONFITTA, IL MITO DIMENTICATO DEI FATTI D’ARME DELL’OASI DI GIARABUB

(di Gian Pio Garramone)
22/03/21 

Ottanta anni fa terminava, con inesorabile sconfitta, la battaglia nei pressi dell’oasi libica nel cuore del deserto della Cirenaica denominata in arabo al-Jaghbūb che italianizzato diventa Giarabub. Un po’ come avvenne centinaia di anni prima per il mito serbo, che nacque da una eroica sconfitta, così le gesta di quelli di Giarabub diverranno mito. Gli avvenimenti divennero cosi popolari da ispirare nel 1941 la canzone “La sagra di Giarabub” scritta da Alberto Simeoni e Ferrante Alvaro De Torres, su musica di Mario Ruccione, e poi nel 1942 un film diretto da Goffredo Alessandrini, ma anche pezzi di varietà con ballerine in tenuta coloniale che ballano sulle note della canzone sopra menzionata.

Ma come si svilupparono i fatti? Il Regio Esercito dislocò una unita militare eterogenea nei pressi dell’oasi, ai comandi dalla medaglia d’argento al valor militare (guadagnata per ardimentosi fatti d’armi sul Monte Carso) maggiore Salvatore Castagna. Quando il 10 dicembre del 1940 iniziò l’assedio alla ridotta italiana il magg. Castagna era al comando di 1.350 soldati Italiani e di circa 800 soldati Libici. L’unita era composta da quattro compagnie di guardie di frontiera, cinque di fanteria libica, un plotone di genieri libici, una compagnia di artiglieria equipaggiata con 14 cannoni da 47/32 Mod. 1935, 4 cannoni da 77/28 e 16 cannoni-mitragliere da 20/77, unità di segnalazione, un ospedale da campo e una sezione di rifornimento. L’avamposto aveva anche difese passive composte da trinceramenti e fossi anticarro, reticolati, capisaldi, posti di osservazione ed opere campali.

È da ricordare che la guarnigione di Giarabub era il capolinea di una lunga via di rifornimento, ed era attiva fin dal 1925 ovvero quando venne ceduta su decisione inglese dall’Egitto alla Libia. La guarnigione veniva rifornita sia via terra, sia con avio rifornimenti, durante i quattro mesi di assedio riuscì ad avere i pochi rifornimenti solo grazie alla Regia Aeronautica.

L’8 dicembre del 1940 inizia l’offensiva alleata, nel settore che comprendeva Giarabub l’attacco fu affidato alle truppe australiane in forza al Western Desert Force, al comando del generale di brigata australiano George Wotten comandante della 18° brigata di fanteria australiana. L’attacco inglese si scagliò sulla linea del fronte a Sidi El Barrani, costrinse tutte le forze Italiane in Tripolitania al disimpegno e al ripiegamento su nuove posizioni, eccezion fatta per l’avamposto di Giarabub che assorbì l’attacco australiano. A questo punto l’oasi si trovò scollegata dalle linee connazionali oramai arretrate di centinaia di chilometri. Gli uomini del maggiore Castagna resistettero con stoica determinazione a tutti gli attacchi.

Il nemico era ben conscio della situazione tatticamente indifendibile italiana e il 9 gennaio del 1941 bombardò la pista distruggendola, eliminando così l’unica via di rifornimento possibile. L’offensiva continuo attraverso una guerra psicologica e di logoramento con le richieste di resa sempre più insistenti, e con lanci di volantini illustranti la sconfitta italiani, e la conseguente occupazione della Tripolitania da parte inglese con la cattura di circa 150.000 prigionieri.

Nonostante il razionamento oramai arrivato ai minimi termini gli uomini si strinsero attorno al proprio comandante in un fiero spirito marziale e di corpo. Il maggiore Castagna era ben consapevole della situazione tattica irreversibile e decise da grande comandante di condividere con i suoi uomini la decisione di restare a combattere oppure arrendersi. Tutti i soldati, finanche i feriti, risposero di continuare la lotta; con un gesto dimostrativo, che rafforzava la volontà guerriera di non arrendersi, bruciarono tutti i loro fazzoletti bianchi: è in quel momento che nacque il mito delle gesta eroiche della “Sagra di Giarabub”.

Le sorti della battaglia finale iniziarono con un eroico quanto disperato contrattacco, che prese di sorpresa l’avversario, ma l’esito finale ahimè si concluse con la sconfitta italiana e con un tributo di sangue che costo la vita a più di 250 militari e 1.300 soldati catturati. Lo stesso maggiore venne ferito con il suo fedele attendente e fatto prigioniero. La prigionia la trascorse in vari campi tra cui Palestina e India rientrando in Italia solo il 23 novembre 1946.

L’epica resistenza entrò cosi nel mito, le radio inglesi soprannominarono quel manipolo di coraggiosi “Giarabub’s man”. In patria si venne a conoscenza di quanto avvenuto dalle trasmissioni dell’EIAR con il bollettino 288 del 22 marzo 1941.

Foto: web

FONTE: https://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/eroica-sconfitta-il-mito-dimenticato-dei-fatti-darme-delloasi-di-giarabub

Perché la NATO ha distrutto la Libia dieci anni fa

Se il Pentagono si era già impegnato a distruggere, paese per paese, tutte le strutture statali del Medio Oriente allargato, solo l’urgenza finanziaria spiega che è arrivata la volta della Libia, allora alleata di Washington.

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Dieci anni fa, il 19 marzo 2011, le forze statunitensi e della NATO hanno avviato il bombardamento di portaerei della Libia. La guerra è stata guidata dagli Stati Uniti, prima tramite l’Africa Command (Africom), poi dalla NATO sotto il comando statunitense. In sette mesi, l’aviazione USA / NATO ha effettuato 30.000 missioni, di cui 10.000 attacchi, con oltre 40.000 bombe e missili. L’Italia – con il consenso multipartitico del Parlamento (Partito democratico in prima fila) – partecipa alla guerra con 7 basi aeree (Trapani, Gioia deL Colle, Sigonella, Decimomannu, Aviano, Amendola e Pantelleria); con Tornado, Eurofighter e altri cacciabombardieri, con la portaerei Garibaldi et d’autres navires de guerre. Avant même l’offensive aéro-navale, avaient été financés et armés en Libye des secteurs tribaux et groupes islamistes hostiles au gouvernement, et infiltrées des forces spéciales notamment qataries, pour propager les affrontements armés à l’intérieur du pays.

Viene così demolito questo Stato africano che, come documentato dalla Banca Mondiale nel 2010, ha mantenuto “alti livelli di crescita economica”, con un aumento annuo del PIL del 7,5%, e ha registrato “alti indicatori di sviluppo umano” tra cui l’accesso universale alla primaria e l’istruzione secondaria e, per oltre il 40%, alle università. Nonostante le disparità, il tenore di vita medio in Libia era più alto che in altri paesi africani. Circa due milioni di immigrati, per lo più africani, hanno trovato lavoro lì. Lo stato libico, che aveva le maggiori riserve di petrolio dell’Africa più altre di gas naturale, ha lasciato margini di profitto limitati alle società straniere. Grazie alle esportazioni di energia, la bilancia commerciale della Libia ha registrato un surplus annuo di 27 miliardi di dollari. Con tali risorse lo Stato libico aveva investito all’estero circa 150 miliardi di dollari. Gli investimenti libici in Africa sono stati decisivi per il piano dell’Unione Africana di creare tre organizzazioni finanziarie: il Fondo Monetario Africano, con sede a Yaoundé (Camerun); la Banca Centrale Africana, con sede ad Abuja (Nigeria); l’African Investment Bank, con sede a Tripoli. Questi organismi sarebbero serviti a creare un mercato comune e una moneta unica per l’Africa. con sede ad Abuja (Nigeria); l’African Investment Bank, con sede a Tripoli. Questi organismi sarebbero serviti a creare un mercato comune e una moneta unica per l’Africa. con sede ad Abuja (Nigeria); l’African Investment Bank, con sede a Tripoli. Questi organismi sarebbero serviti a creare un mercato comune e una moneta unica per l’Africa.

Non è un caso che la guerra della NATO per demolire lo Stato libico inizi a meno di due mesi dal vertice dell’Unione Africana che, il 31 gennaio 2011, diede il via libera alla creazione nell’anno del Fondo monetario africano. Lo dimostrano le email del segretario di Stato dell’amministrazione Obama, Hillary Clinton, poi evidenziate da WikiLeaks: Stati Uniti e Francia volevano eliminare Gheddafi prima che usasse le riserve auree della Libia per creare una valuta panafricana alternativa al dollaro e il franco CFA (la valuta imposta dalla Francia a 14 delle sue ex colonie). Lo dimostra il fatto che, prima che gli attentatori prendessero il via nel 2011, sono state le banche ad agire: sequestrano i 150 miliardi di dollari investiti all’estero dallo Stato libico, la maggior parte dei quali scompare. Nella grande rapina spicca Goldman Sachs, la più potente banca d’affari statunitense, di cui Mario Draghi è stato vicepresidente.

Oggi in Libia gli input delle esportazioni energetiche sono monopolizzati da gruppi di potere e multinazionali, in una situazione caotica di scontri armati. Il tenore di vita medio della maggioranza della popolazione è crollato. Immigranti africani, accusati di essere “mercenari di Gheddafi”, sono stati imprigionati nelle gabbie dello zoo, torturati e assassinati. La Libia è diventata la principale via di transito, nelle mani dei trafficanti di esseri umani, di un caotico flusso migratorio verso l’Europa che ha causato molte più vittime rispetto alla guerra del 2011. A Tawerga, le milizie islamiste di Misurata sostenute dalla NATO (coloro che hanno assassinato Gheddafi in Ottobre 2011) ha effettuato una vera e propria pulizia etnica, costringendo quasi 50mila cittadini libici a fuggire senza poter tornare.

Fonte
Il Manifesto (Italia)
FONTE: https://www.voltairenet.org/article212440.html

 

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