RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 21 APRILE 2020

https://www.fronteampio.it/byoblu-lintervista-a-montanari-cancellata-da-youtube/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 21 APRILE 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

 Colonnello, questo Paese lo governiamo con la televisione,

non con i carabinieri

(Il deputato Renato Carpentieri ad Armando Petrocelli nel film SUD)

In: Suonala ancora Sam, Bompiani, 2001, pag, 350

 

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SOMMARIO

Byoblu : l’intervista a Montanari cancellata da Youtube
Appello: ribelliamoci alla dittatura del Ministero della Verità
Magaldi: l’Oms cinese e il nuovissimo Ministero della Verità
COSTITUZIONE ED EMERGENZA: MORIRE DI CAUSIDICITÀ
CHI C’E’ DIETRO LA APP DI TRACCIAMENTO IMMUNI?
Non posso dirvi chi è l’“assassino” nell’appassionante giallo dell’app Immuni
Coronavirus : da oggi siamo un Paese a libertà limitata !
Il Governo istituisce il Ministero della Verità
«Le Tre Grazie» del Canova, mitologica armonia
RIPARTIRE? E’UN PO’ COME MORIRE. . .
Droni a caccia di italiani: migranti liberi di spacciare 
IL REATO DI STALKING E ATTI PERSECUTORI
I complici del Coronavirus sono anche a casa tua !
IL TEMPO DELLA NOIA
Coronavirus : L’ISTAT da i numeri, Repubblica da le Fake News
La guarigione
Da “primus inter pares” a “dominus”. Come Conte ha instaurato la dittatura
La “benevola” UE e l’Europa con la E maiuscola
Da “primus inter pares” a “dominus”. Come Conte ha instaurato la dittatura 
I dubbi (costituzionali) sulla App di tracciamento
TRUMP SOSPENDE OGNI IMMIGRAZIONE NEGLI USA
L’app «anti-virus» preoccupa i partiti
Il marchio della bestia è stato brevettato, da Microsoft
CORONAVIRUS, IL CEPPO IN ITALIA DA ZONA IMMIGRATI CINESI: 270 VOLTE PIÙ AGGRESSIVO
Il regime del professor Salazar

 

 

IN EVIDENZA

Byoblu : l’intervista a Montanari cancellata da Youtube

Tanto tuonò finché piovve !
Quindi, è successo che il social americano YouTube, il più importante ramo della famiglia Google, ieri ha cancellato la video intervista al medico Stefano Montanari.
Il video era stato pubblicato sul canale di Byoblu. Per fortuna, al momento, non è stato invece cancellato l’intero canale.

Ricorderete che la cancellazione del canale, o almeno del video, era stata pubblicamente richiesta da Patto per la Scienza che aveva ritenuto destituite di fondamento medico le dichiarazioni rilasciate da Montanari in merito all’epidemia del coronavirus Covid-19.

Non avremmo mai creduto, però, che la richiesta potesse avere seguito. Tanto generiche ed errate erano le prove presentate dall’associazione richiesta, fondata tra gli altri anche dall’onnipresente personaggio dei talk show, medico ed informatore sanitario Roberto Burioni e dal meno noto scienziato nostrano, l’italo-americano Guido Silvestri.

I timori, tuttavia, erano nell’aria, oltretutto da settimane si succedevano dichiarazioni di taluni vertici dell’ONU, della Commissione Europea, di importanti esponenti del Governo Italiano e perfino dell’AGCOM, che inducevano a credere che potesse succedere qualcosa di grave.

L’ordine che arrivava dall’alto era quello di dare più spazio all’informazione autorizzata dal Governo e di ridimensionare, o addirittura cancellare, quelle date dai media cosiddetti alternativi.

In cuor nostro speravamo però che non succedesse.
Anche la denuncia-appello di Massimo Mazzucco su ControTv, con il lungo elenco di giornalisti, blogger e scrittori che lo avevano sottoscritto faceva sperare bene invece ieri la video intervista di Stefano Montanari è scomparsa da YouTube.

Youtube si difende : il video di Byoblu viola i Termini di Servizio

Al suo posto uno schermo nero con sovra impresso : “Questo video è stato rimosso per aver violato i Termini di Servizio di YouTube”.

Quale regola violata, in particolare ?

Youtube prevede la rimozione di video che possano rappresentare :

  • una molestia o una diffamazione verso qualcuno,
  • la violazione della privacy di qualcuno pubblicando informazioni o immagine personali,
  • una violazione delle normative sui copyright, i diritti d’autore,
  • il tentativo di vendita o promozione di merci contraffatte.

ECCO IL VIDEO:

Non sembra che alcuna di suddette ipotesi possa ascriversi al caso in esame, al video registrato e pubblicato da Byoblu o alle dichiarazioni di Stefano Montanari. Cioè non crediamo proprio che il video cancellato violasse i “Termini di Servizio” imposti ai propri clienti del colosso americano YouTube.

Claudio Messora : credibile che l’ordine arrivi dal Governo

Claudio Messora, il video-blogger proprietario del canale e del sito web Byoblu avanza un’altra ipotesi.

« Appare credibile si tratti del primo atto (informale?) della Task Force di Governo ». Insomma Messora, senza peli sulla linguaaccusa chiaramente il Governo PD-M5S, presieduto da Giuseppe Conte, il sottosegretario all’editoria Andrea Martella (PD) e la Commissione anti-Fake News da questi istituita lo scorso 4 aprile, composta da diversi giornalisti vicini alla stampa filo-governativa.

Una cosa del genere, se fosse vera, ma vorremmo essere sicuri che non lo sia, sarebbe grave.

Non dimentichiamo infatti che l’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma esplicitamente, tra l’altro, che : « La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o CENSURE ».

E’ stata la Magistratura a richiesta di Burioni & co. ? Improbabile.

Speriamo, invece, che si tratti di un atto a carattere temporaneo e precauzionale che discende proprio dalla dichiarazione denuncia dell’associazione Patto per la Scienza di Roberto Burioni e Guido Silvetri.

In tal caso, l’azione dell’oscuramento avrebbe forse una copertura costituzionale. Un altro comma dello stesso articolo 21 della Costituzione, infatti, prevede che, in merito alla stampa : « Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria ». E’ ammessa, per i casi d’urgenza, anche l’intervento della semplice « polizia giudiziaria », salva la convalida nelle successive 24 ore da parte della Magistratura.

Tuttavia nessun comunicato inneggiante alla vittoria al momento appare sul sito web di Patto della Scienza, d’altro canto non risulta rimosso neanche l’altro video denunciato dall’associazione alla Magistratura.

Video di Byoblu cancellato da YouTube a semplice segnalazione ?

Resterebbe un’ultima ipotesi. Una cancellazione propria sponte da parte dell’azienda YouTube dopo la segnalazione della video intervista a Stefano Montanari da parte di … qualcuno ipoteticamente ignoto (il Governo, l’AGCOM, Burioni & Co., un utente qualsiasi del Social ?).

Una tale azione condurrebbe però a riflessioni sul potere di tali aziende globali (Google-YouTube, Apple, Facebook, Microsoft, ect) e sulla eccessiva dipendenza da tali strumenti da parte del mondo della comunicazione, specie dell’informazione.

Domani, appena svegliatosi, si potrebbe alzare dalla ricca poltrona il padrone dell’azienda di turno per cancellare un’identità digitale, virtualmente uccidere la proiezione pubblica di un’azienda o di una persona.

Da questo punto di vista dichiariamo tutta la nostra solidarietà a Claudio Messora ed al suo canale d’informazione alternativa Byoblu.

Byoblu sbaglia difesa : contano la legalità, non le visualizzazioni

Tuttavia non possiamo sottacere come lo stesso Messora replichi all’accaduto con un post che si può così semplicemente commentare : « che ragionamento idiota » !

Byoblu, infatti, difende il proprio video sostenendo che, prima della cancellazione, « c’erano ben 30.651 likes contro 3.705 dislikesSe il 90% di chi ha visto il video l’ha apprezzato (e parliamo di 2.200.000 persone)che titolo ha un ristretto gruppo di individui, scelti con criteri a me ignoti, per dire che 2.200.000 persone non hanno diritto di ascoltare quel che vogliono ? ».

Caro Claudio Messora, se il tuo video avesse inneggiato alla violenza, ad uccidere l’intera popolazione nera del Pianeta, oppure a discriminare la popolazione di religione musulmana o di etnia rom dell’Italia, il fatto che una botta di fascisti avesse apprezzato il video non era una scusa valida per non cancellarlo !

I tuoi sono discorsi alla Salvini, permettimi.
Non ci interessa quanti iscritti ci siano al canale o quante visualizzazioni hai. Ci interessa che i tuoi video abbiano contenuti legali. E, per noi, i tuoi video rispettano questo sostanziale principio.

Quindi atteggiarsi a vittima ci sta e ti siamo vicini, ma per favore, cambia l’avvocato difensore con altro di fiducia.

FONTE:https://www.fronteampio.it/byoblu-lintervista-a-montanari-cancellata-da-youtube/

 

 

 

Appello: ribelliamoci alla dittatura del Ministero della Verità

La tenaglia della censura sta per stringersi sulla Rete e sulle voci della libera informazione. I segnali ci sono già tutti. Questa voglia di censura si sta articolando su due fronti, precisi e distinti. Il primo ramo della tenaglia è la legittimazione del cosiddetto “giornalismo dei professionisti”, l’informazione mainstream, come unica fonte valida per ricevere informazioni affidabili. Il secondo ramo della tenaglia è la delegittimazione, uguale e contraria, delle voci della libera informazione. Noi siamo liberi, le grandi televisioni no: per vivere hanno bisogno degli sponsor pubblicitari. E se a uno sponsor un certo discorso non  piace, quel discorso in Tv non viene fatto. Sulle televisioni nazionali non vedrete mai, ad esempio, una seria e approfondita discussione sulla sicurezza dei vaccini, perché le case farmaceutiche sono tra i maggiori sponsor delle televisioni, e alle case farmaceutiche non fa piacere che si metta in discussione la sicurezza dei vaccini. Ecco perché da Fazio vedrete sempre e solo Burioni che pontifica a senso unico, ma non vedrete mai nessuno che gli fa un serio contraddittorio. Né vedrete mai una seria discussione sulla potenziale pericolosità del 5G: perché tra gli altri grandi sponsor delle televisioni ci sono le multinazionali della telefonia, a cui non fa piacere che venga messa in discussione la sicurezza delle loro tecnologie.

Attenzione: non sto dicendo necessariamente che i vaccini non siano sicuri, o che il 5G sia sicuramente dannoso per la salute; sto solo dicendo che discussioni vere, approfondite – con un vero contraddittorio, su questi argomenti importantissimi per la 1984nostra salute – in televisione non le vedrete mai (perché le televisioni non sono libere, sono controllate dagli sponsor che gli pagano gli stipendi e i costi di produzione). Noi invece siamo liberi, possiamo fare tutte le interviste e i dibattiti che vogliamo: e questo naturalmente dà molto fastidio, a quelli che vorrebbero il controllo totale dell’informazione. E adesso che i nostri numeri stanno aumentando di parecchio, visto che ormai tutti insieme facciamo svariati milioni di visualizzazioni ogni mese, hanno deciso di partire al contrattacco. Questa è la premessa; vediamo adesso, più da vicino, i due rami di questa manovra a tenaglia che vorrebbe soffocarci tutti. Il primo ramo, come dicevo, è quello della auto-legittimazione: “Noi del mainstream siamo gli unici di cui potete fidarvi”. Chi lo dice? “Lo diciamo noi, del mainstream”. Autoreferenzialità, appunto. Mediaset: «Oggi più che mai, l’informazione influenza la nostra vita e la nostra sicurezza. Le notizie sono una cosa seria: fidati dei professionisti dell’informazione. Scegli gli editori responsabili, gli editori veri. Scegli la serietà».

“Scegli gli editori responsabili, gli editori veri. Scegli la serietà”. Eccoli qui, gli editori responsabili: sono loro. La Rai, Mediaset e La7, più tutti i quotidiani più importanti. Peccato che, se vai poi a guardare più da vicino, i primi a raccontare “fake news” siano spesso proprio loro. Facciamo qualche esempio. Un classico, ormai passato alla storia, risale al 2014. Il ministro della salute Lorenzin va da Bruno Vespa e mette in atto una vera e propria azione di terrorismo mediatico, descrivendo una terribile epidemia di morbillo che sarebbe avvenuta a Londra l’anno precedente: «Sono morti 270 bambini». Poi qualcuno è andato a verificare sui siti del governo inglese, e ha scoperto che l’anno prima (il 2013) c’era stato un solo morto di morbillo – un adulto di 25 anni, fra l’altro, morto per una complicanza polmonare. La redazione di “Porta a porta” è stata travolta da una valanga di email di protesta – io stesso ne ho scritta una – chiedendo una correzione immediata della “fake news”. Ma non è successo La Lorenzin da Formigliniente: la correzione, da parte di Vespa, non c’è mai stata. Eppure il “codice deontologico del giornalista” dice chiaramente: «Il giornalista corregge senza ritardo errori e inesattezze».

L’anno dopo, 2015, la Lorenzin ripete la stessa bugia nella trasmissione “Piazza pulita” di Corrado Formigli. «Di morbillo si muore, in Europa: in un’epidemia di morbillo a Londra, lo scorso anno, sono morti più di 200 bambini». Nuovo controllo: morti di morbillo a Londra nel 2015, cioè l’anno prima: zero. Nuova valanga di email di protesta, comprese le mie, con ripetute richieste di correzione. E nuovamente, nessuna correzione (in questo caso, da parte di Formigli). Eppure non c’è solo il codice deontologico, c’è anche il “testo unico dei doveri del giornalista” a ricordargli che «devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori». Invece niente, nessuna correzione: la bugia passa tranquillamente sul mainstream, viene ripetuta, rimane impressa nella mente degli spettatori. E quelli che si sono resi responsabili di propaganda non la correggono, pur sapendo benissimo che era un “fake” (lo sanno, perché li abbiamo informati noi).

Altro esempio: Giovanna Botteri, corrispondente da New York, distorce platealmente una deposizione di Tex Tillerson, futuro segretario di Stato americano, per farlo apparire un amico di Putin che condona, in qualche modo, i suoi presunti crimini di guerra in Siria (presunti da Marco Rubio, ovviamente, che lo sta interrogando). «Rex Tillerson, che della Russia è notoriamente un amico, al Congresso prende le distanze da Mosca, ma non da Putin: alla domanda del repubblicano Rubio se lo considera un criminale di guerra, risponde “no”». Io mi sono stupito di una risposta del genere, da parte di Tillerson. Allora sono andato a cercare lo scambio originale con Marco Rubio, e ho scoperto che la risposta di Tillerson è stata completamente distorta dalla Botteri. Tillerson non ha mai detto «no, per me Putin non è un criminale», e quindi (sottinteso) «condono le sue azioni in Siria». Ma ha detto che lui non userebbe mai quel termine; che si tratta di un’accusa molto grave; e che, prima di fare un’affermazione del genere, avrebbe bisogno di molte più informazioni, rispetto a quelle disponibili. Ora, è un fatto molto Mentanagrave, per una giornalista della Rai, distorcere in quel modo le parole del ministro degli esteri americano. Anche in questo caso, avevo scritto alla redazione del Tg chiedendo una correzione, e anche stavolta la correzione non c’è stata.

Ancora un esempio, Enrico Mentana: prima dichiara di sostenere apertamente la posizione del Cicap sull’11 Settembre, cioè la versione ufficiale del governo americano, e poi manda in onda 16 “fake news” consecutive (16 di numero, una dietro l’altra), raccontate da Paolo Attivissimo in una sola trasmissione. Un record assoluto: credo che non verrà mai battuto, nella storia. Io faccio un video, dove dimostro – documenti alla mano – che tutte le affermazioni di Attivissimo sono false, dalla prima all’ultima, e lo segnalo alla redazione di Mentana per chiedere una correzione: siamo ancora qui ad aspettare che arrivi. Evidentemente, per giornalisti come Vespa, Formigli, Botteri o Mentana, il “codice deontologico” è solo carta straccia. Un ultimo esempio, clamoroso, avvenuto lo scorso gennaio sempre su La7. Andrea Purgatori presenta uno speciale sulla morte di Soleimani. Su Twitter annuncia, con gran fanfara, «le immagini dell’uccisione del generale Soleimani». Sentite con quale enfasi drammatica Purgatori commenta le immagini: «Sono immagini drammatiche, anche se in bianco e nero. Come vedete c’è un convoglio, sentite le parole del pilota che sta manovrando il drone. Guardate come vengono colpiti, uno ad uno, tutti i convogli. Ora ci saranno dei puntini bianchi (guardate, sulla destra): sono uomini che cercano di scappare da questo attacco». Peccato che le immagini che sta mandando in onda siano quelle di un videogioco. Non solo non sono le immagini dell’attentato a Soleimani: non sono nemmeno immagini reali.

Preso in castagna, non solo Purgatori si rifiuta di correggere l’errore, ma raddoppia addirittura la posta. Stuzzicato su Twitter nientemeno che da Paolo Attivissimo, Purgatori risponde: «Certo che è un videogioco, lo sapevo, ma rappresentava tecnicamente una perfetta dimostrazione di come colpisce un drone». Peccato che lui stesso, in trasmissione, ci abbia confermato che non fosse un videogioco. Sentite: «Vi faccio subito vedere una cosa: somiglia molto a un videogioco, ma non è un videogioco». Quindi cosa fa Purgatori? Ci rifila un “fake”, e nel frattempo ci assicura che non si tratta di un “fake”. Cioè: ci mente, sapendo di mentire. Questo è un caso talmente perverso che non penso sia nemmeno contemplato, nel famoso “codice deontologico” dei giornalisti. Quindi i Bruno Vespa, i Formigli, le Botteri, i Mentana, i Purgatori… sarebbero questi i famosi “professionisti dell’informazione” di cui dovremmo fidarci a scatola chiusa? Come direbbe Antonio Razzi, “questo non creto“. Ci sono certamente, in giro, degli ottimi giornalisti, che riescono a fare bene il loro lavoro nonostante le pastoie che gli impone il sistema – e a questi vanno tutte le lodi possibili. Ma ce ne sono anche tanti, come abbiamo visto, che fanno i furbini. E mentono, sapendo di mentire, pur di portare avanti la loro agenda politica o personale. Quindi, come in tutte le cose, si giudica Purgatoricaso per caso. Non si danno pass generalizzati a nessuno, qui: non si fanno sconti per comitive. Troppo comodo dire “noi siamo l’informazione ufficiale, fidatevi di noi”. La nostra fiducia ve la dovete guadagnare giorno per giorno, servizio per servizio, telegiornale per telegiornale.

Veniamo adesso all’altro braccio della tenaglia: l’attacco, sempre più serrato, alla libera informazione. E’ un attacco che tende chiaramente a criminalizzarla, per avere la scusa per poi tapparci in qualche modo la bocca. Questo disegno ormai è evidente è ben coordinato e arriva chiaramente dall’alto, visto che ormai è a livello governativo. L’Ansa: “Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: creata unità contro fake news”. Naturalmente si usa la scusa del coronavirus: e così, nel frattempo, ci si vuole arrogare il diritto di decidere cosa sia falso e cosa no. Poi, una volta stabilito questo principio, sarà molto facile utilizzarlo ovunque torni comodo. Addirittura, qualche sera fa, Andrea Purgatori – proprio lui – ha dedicato una puntata di “Atlantide” alle “fake news”. Il servizio si intitolava “Fake Room, la Fabbrica delle Bugie”. Cioè, praticamente: quelli che ce le propinano impunemente, sono anche quelli che dicono di voler smascherare. Fantastico, no? Un totale capovolgimento dei ruoli, nella classica logica orwelliana. Io comunque, di fronte a un titolo così importante come “La Fabbrica delle Fake News”, mi sono seduto comodo in poltrona a guardare attentamente. E cos’ho visto? Il nulla più assoluto. Purgatori ha fatto il solito minestrone di cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Ha messo insieme l’invasione dei marziani di Orson Welles, la storia del finto alieno di Roswell, le missioni lunari, la morte di Paul McCartney, il rapimento di Aldo Moro, l’11 Settembre, la fialetta di Colin Powell, Hitler scappato in Sudamerica, “Elvis Presley è vivo”; mancava solo la “Terra piatta”, e il menù era completo.

Fra l’altro, ringrazio: Purgatori ha anche inserito lo spezzone di un mio video, dando così un po’ di visibilità al mio canale. Bene, dopo tutto questo minestrone, mi son detto: vediamo un po’ cosa farà, il nostro eroe. Visto che la trasmissione si chiama “La Fabbrica delle Fake News”, vediamo un po’ come si fabbricano, queste fake news. E invece, niente: dopo il minestrone, Purgatori ha intervistato quello che secondo lui era un epidemiologo, Enrico Bucci, dell’università di Filadelfia. Ma in realtà, Bucci si è rivelato non essere affatto un epidemiologo. Sentite che figura: «Per prima cosa, smonto una fake news prima che diventi importante: io non sono un epidemiologo, sono un biologo chimico e mi occupo di analisi di dati complessi in bio-medicina». Povero Purgatori, ne calpesta una dietro l’altra… Non sa nemmeno con chi sta parlando. Comunque, a parte questa gaffe, il succo è che, nella trasmissione, non ha minimamente affrontato l’argomento fake news. Dopo il biochimico, Purgatori ha intervistato un archeologo (Valerio Massimo Manfredi), che ci ha spiegato che la Donazione di Costantino era un falso – come se per scoprirlo avessimo bisogno di lui, fra l’altro. E poi ha intervistato uno psichiatra (Paolo Crepet), che ci ha fatto il David Puentepreciso ritratto clinico del fabbricatore di fake news. Ascoltate: «Il fabbricatore di fake news è uno che si mette lì, alle undici di sera…». Purgatori: «E ne inventa una». Crepet: «Se ne inventa una, non so… Con tutto il rispetto, magari fa un lavoro qualsiasi…».

Il fabbricatore di fake news “è uno che si mette lì, alle undici di sera, e magari ne inventa una”. E dopo questa approfondita e rigorosa analisi scientifica, praticamente, la trasmissione è finita lì. Cioè: il tentativo – ormai classico – di associare le idiozie più disparate ai temi più seri; e poi, il nulla più assoluto. Questo non è giornalismo: questo è impressionismo mediatico, una pennellata e via. E’ il mordi e fuggi di chi, in realtà, non ha niente da dire. Molto più feroce, invece (e molto più subdolo) è stato il tentativo di Mentana di attaccare la cosiddetta galassia complottista, nel suo insieme. Sulla sua rivista online, “Open”, Mentana ha pubblicato un lunghissimo articolo, intitolato: “Coronavirus. Le fonti del movimento sovversivo Nuova Resistenza Italiana, che incita a violare la quarantena”. L’autore dell’articolo è David Puente, un debunker dell’ultima generazione che è diventato lo scudiero preferito di Mentana, per questo tipo di operazioni. Che cosa hanno fatto, in sostanza, con questo articolo? Non potendo attaccare noi direttamente, sono andati a prendere questo gruppo Facebook chiamato “Nuova Resistenza Italiana” (che io, fra l’altro, non conoscevo nemmeno), e hanno detto: loro incitano a uscire di casa, quindi a violare la legge; andiamo un po’ a vedere chi sono le loro fonti, da dove prendono le loro informazioni.

Hanno quindi tentato di fare un percorso all’indietro, per cercare di collegare anche noi a quelli che loro definiscono “un movimento sovversivo”. Gli americani hanno un’espressione molto bella, per questo meccanismo; si chiama “guilty by association”, colpevole per associazione. Non puoi attaccare qualcuno direttamente, e allora lo accusi in qualche modo di essere collegato a persone che tu definisci come sovversive. Ora, andiamo a vedere più da vicino chi sarebbero, i colpevoli di questa malfamata associazione a delinquere. Per farci capire meglio come stanno le cose, David Puente ha fatto addirittura ricorso a una specie di mappa del crimine – un po’ come quando in televisione ti fanno vedere la mappa delle famiglie mafiose, nei documenti delle forze dell’ordine. E il primo della lista, di questi mafiosi, ovviamente è Claudio Messora. Vediamo qual è la sua colpa: «”Byoblu” di Claudio Messora ospita spesso personaggi controversi che riportano una “informazione alternativa al mainstream”». Oddio, questo è veramente un peccato mortale… Roba da metterlo subito al rogo, senza nemmeno processarlo. In realtà, la vera colpa di Messora è stata quella di aver intervistato Stefano Montanari. Vediamo il capo d’accusa di MessoraMontanari: «Stefano Montanari ha definito il coronavirus un “virus fasullo” che risulta innocuo e che il vaccino sarà una truffa colossale per “iniettarci qualunque cosa”».

Quindi, Montanari non ha violato nessuna legge: ha semplicemente espresso la sua opinione (con la quale, fra l’altro, nessuno è obbligato a essere d’accordo). Io stesso ho intervistato Montanari tre giorni dopo, e con me ha ripetuto praticamente gli stessi concetti. Io non ero d’accordo con lui, l’ho detto chiaramente, ma gli ho comunque permesso di parlare – perché lo scopo del dibattito è proprio questo: confrontare opinioni diverse. Invece, il Patto per la Scienza di Burioni ha fatto addirittura un esposto contro Montanari, e nel frattempo ne ha approfittato anche per chiedere l’oscuramento di “ByoBlu” – così, en passant: mentre cerchiamo di silenziare il messaggio, proviamo anche a dare una bella legnata al messaggero. Un altro colpevole di crimini efferati, poi, è Giulietto Chiesa: «”Pandora Tv” di Giulietto Chiesa ospita personaggi controversi e teorici del complotto». Mamma mia! E’ pazzesco, quello che fa Giulietto Chiesa: “ospita personaggi controversi”, mettiamo subito al rogo anche lui.

Puente, forse te lo sei dimenticato. Ma l’articolo 21 della Costituzione dice: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Quindi, qui se c’è qualche sovversivo sei tu, Puente, nel senso che tu vorresti sovvertire la Costituzione, impedendo a queste persone di parlare. Andiamo adesso a vedere quali sono le colpe specifiche attribuite da Puente alle persone intervistate da “Pandora Tv”. «Manlio Dinucci, che scrive per il “Manifesto”, ha tirato in ballo l’esercitazione Nato nota come “Defender Europe 2020″ e i soldati americani “senza mascherina”». Signor Dinucci, ma cosa fa?! Tira in ballo i soldati americani senza mascherina?! E’ impazzito? Non lo sa che “tirare in ballo” è espressamente proibito dal codice penale? In realtà cos’ha fatto, Dinucci? Ha semplicemente citato un video ufficiale, del Pentagono, nel quale si vedono i soldati americani Pamioche atterrano in Europa per le esercitazioni Nato, e si salutano e si abbracciano tranquillamente, senza mascherina. Qual è il peccato di Dinucci? Aver commentato un video ufficiale del Pentagono. Tutto qua.

Un altro criminale intervistato da “Pandora Tv” è Maurizio Martucci, «gestore di Oasisana.com e autore su “Il Fatto Quotidiano”», che «pone la teoria del rapporto tra 5G e il nuovo coronavirus». Oddio, Martucci ha addirittura “posto una teoria”… che eresia! Pensate, del 5G non sappiamo praticamente niente, perché nessuno ci dice niente, veramente; sappiamo ancora meno, del coronavirus, però David Puente ha già capito che non ci può essere nessuna correlazione fra le due cose, per cui si sente di mettere all’indice chi la suggerisce. Ma nemmeno ai tempi dell’Inquisizione, lavoravano così: almeno, gli inquisitori, una base teorica ce l’avevano. Poi ancora: «Marcello Pamio, gestore del sito Disinformazione.it, è un sostenitore della Medicina Tradizionale Cinese». Orrore… la medicina tradizionale cinese?! E’ lì da quattromila anni, a insegnarci come curarci in modo naturale e olistico, ma non lo si può sostenere – magari perché non vende i prodotti di Big Pharma? Sarà per quello che a Puente non piace, la medicina tradizionale cinese? E poi: «Secondo Pamio, la paura abbassa le difese immunitarie». No, Puente: non è “secondo Pamio”, è secondo tutti. Lo sanno anche i paracarri, che la paura abbassa le difese immunitarie: sta scritto persino sulle agenzie di stampa (AdnKronos: “Coronavirus: stress, paura e ansia riducono le difese immunitarie”). Ma questo, Pamio non lo può dire: perché Don Rodrigo Puente de Torquemada ha deciso che non si può.

Ancora: «Francesco Oliviero, medico iscritto all’ordine che segue la Medicina Tradizionale Cinese e l’omeopatia, sostiene che il virus non si combatte stando a casa». Quindi «Vincenzo D’Anna, senatore e presidente dell’ordine dei biologi, sostiene che il Covid-19 sia poco più che un’influenza e che sia una grande cantonata politica». Nuovamente, Puente: sono opinioni (c’è scritto “sostiene”). Sono discutibili fin che vuoi, ma sono perfettamente legittime. Articolo 21 della Costituzione: non è così difficile da memorizzare, provaci. E poi naturalmente c’è una angolino anche per me, nella mappa del crimine: «Massimo Mazzucco, protagonista di diversi video di fantascienza complottista è autore del video che accusa gli americani dell’epidemia Covid-19». Per quanto riguarda la “fantascienza complottistica”, Puente, ti comunico che il mio film “11 Settembre, la nuova Pearl Harbor” è uscito già da sette anni, ed è ancora lì che aspetta qualcuno che lo smonti. Finora, nessuno ci ha mai nemmeno provato: i tuoi amici debunker se ne tengono saggiamente alla larga. Però, se tu vuoi confrontarti con me sull’11 Settembre, io Mazzuccosono a tua disposizione – così vediamo chi dei due racconta “fantascienza”. E poi, dai, Mazzucco sarebbe autore del video che accusa gli americani dell’epidemia Covid-19? Io non ho accusato nessuno: non sono così stupido da farlo.

Nel mio famoso video “E’ stato il pipistrello”, ho semplicemente messo in fila i diversi elementi a sostegno di questa teoria, che fra l’altro è stata suggerita dallo stesso governo cinese. Ma io stesso ho detto, alla fine, che non posso esserne sicuro. Ascolta bene quello che dico, alla conclusione del video: «Ora, in posso sostenere che sia questa, per forza, la spiegazione di tutto quello che sta succedendo. Io ho solo messo in fila tutta una serie di elementi, che portano ad una conclusione sensata. Se ce ne sono altre, cari giornalisti, ben vengano: fatevi avanti». Quindi vedi, Puente? Dici pure le bugie, nel tuo articolo. Io non ho mai accusato nessuno. Tu distorci le frasi altrui e racconti fake news, proprio mentre sostieni di volerle combattere. In sintesi, qui abbiamo un intero articolo basato sul nulla più assoluto. Dov’è, tutto questo complottismo sovversivo? Niente, non c’è. Solo parole vuote, solo aria tiepida. Come dicevo prima, questo articolo è un po’ come un quadro impressionista, come il puntinismo: visto da lontano sembra dare l’impressione di qualcosa. Ma poi, se ti avvicini, scopri che sono solo dei puntini colorati. Vedi la lontano questa mappa di presunti criminali; poi ti avvicini, e ti accorgi che siamo solo persone normali, che cercano di fare al meglio il loro lavoro, e che non hanno mai minimamente violato la legge. Con una differenza, però: i quadri impressionisti lasciano comunque nell’aria un senso di leggerezza e di allegria estetica; mentre questo articolo, caro Puente, lascia nell’aria un pessimo odore. E’ l’odore della diffamazione, l’odore del cattivo giornalismo, l’odore della censura travestita da finta indagine sociale.

A questo punto, qualcuno dirà: va be’, chi se ne frega. Puente è solo un pessimo giornalista. In fondo ce ne sono tanti, in giro – uno più, uno meno, non è che faccia una gran differenza. No: non è così semplice. Perché il nostro caro David Puente, l’autore di questo articolo-spazzatura, è proprio una delle punte di diamante della tarsk force governativa contro le fake news. Avete capito, di che tipo di gente ci stiamo mettendo in mano? Questi sarebbero quelli che si arrogano il diritto di decidere cos’è falso e cosa no, e vorrebbero farlo addirittura a livello governativo. In conclusione: stiamo per uscire, tutti, dal tunnel del coronavirus, e stiamo andando incontro a un periodo estremamente difficile – cruciale, direi – per le nostre libertà. Finita Andrea Martella, Pd, ha voluto la task force contro le fake newsquesta pandemia, cercheranno di approfittare in tutti i modi della nostra debolezza, sia mentale che economica, per cercare di rendere permanenti alcune misure che ci avevano presentato come temporanee, e soprattutto per cercare di introdurne di nuove.

Non stupitevi, se per caso – in autunno – vi ritrovate che, per andare allo stadio, oppure a un concerto, bisognerà prima aver fatto tutta una serie di vaccinazioni obbligatorie (altrimenti, tutti buoni e zitti, a casa a guardare le partite in televisione o ad ascoltare i concerti sul telefonino). Per è questa, la prima cosa che le società farmaceutiche cercheranno di ottenere, da tutto questo questo casino del coronavirus: cercheranno di far passare le vaccinazioni di massa, fino a farle diventare obbligatorie per tutti. Pensate che io sia paranoico? Guardate qua: “Zingaretti, vaccini obbligatori nel Lazio per 2,5 milioni e mezzo di persone” (”Il Messaggero”). «Stiamo valutando per il prossimo anno, nel Lazio, di rendere obbligatorio il vaccino contro l’influenza a tutti gli over 65, a chi lavora nella sanità e in altre categorie di lavoro più esposte e di attività essenziali». Quindi, siccome le “attività essenziali” le decidono loro, moltissima gente – se vorrà andare a lavorare – dovrà farsi il vaccino obbligatorio.

E’ lì che vogliono arrivare, le case farmaceutiche. Per loro, questa del coronavirus è un’occasione d’oro, quasi irripetibile. E naturalmente utilizzeranno la televisione (che loro pagano profumatamente) per martellarci il cervello, in modo da arrivare prima o poi a vaccinarci tutti, obbligatoriamente, per qualunque cosa. Con buona pace della Costituzione, che (articolo 32) dice: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge», e aggiunge: «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Invece, i limiti li violeranno eccome: Il film 1984, dal romanzo di Orwellgrazie alle nostre paure e al nostro stato di confusione. Vedrete, con la scusa del coronavirus, quanti limiti cercheranno di violare. Cercheranno di introdurre, ad esempio, il tracciamento elettronico dei nostri movimenti col telefonino, esattamente come hanno fatto in Cina con i cittadini di Wuhan. Da noi non oseranno mai fare una cosa del genere, dite? L’Ansa: «Coronavirus: app in arrivo, volontaria e anonima. Il lavoro della task force istituita per studiare l’utilizzo di una app per il tracciamento dei contatti per evitare il diffondersi del coronavirus è alle fasi conclusive».

Naturalmente, per ora ti dicono che è “volontaria e anonima”; però poi cosa ti succede, se un giorno scopri che – se tu non sei tracciato – magari non puoi salire sull’autobus, non puoi andare in biblioteca o non puoi entrare in un supermercato? O accetti la tracciatura, oppure te ne stai chiuso in casa a marcire, e al supermercato ci mandi tua cugina? Quindi sarà pure “volontario”, ma bisognerà vedere a quali ricatti saranno sottoposti, quelli che non vorranno accettare. Ricordate che una cosa è volontaria solo se uno può scegliere davvero liberamente, senza condizioni; altrimenti, si chiama ricatto. E il bello è che, con l’aiuto del mainstream, cercheranno di far passare questa schedatura di tipo poliziesco come una meravigliosa “opportunità”. Guardate: «La Ferrari userà app-tracciamento per dipendenti». Nella terza fase, dice l’articolo dell’Ansa, ci sarà «l’opportunità per ciascun collaboratore di servirsi di una app, con tracciamento dei contatti, per un supporto medico sanitario nel monitoraggio della sintomatologia del virus». L’opportunità… Dovremo anche ringraziarli, alla fine, questi angeli premurosi che ci vogliono seguire dappertutto. Naturalmente, «il piano è nato dalla collaborazione con un pool di virologi – tra cui il professor Roberto Burioni», il nostro benefattore universale.

Ma non basta: con la scusa del coronavirus, presto troveranno anche il modo per entrarci in casa e portarsi via chi vogliono loro. Nuovamente: pensate che siano paranoie complottiste? Michael Ryan, direttore esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scorso 23 marzo, durante una conferenza stampa ha detto: «Il contagio non è più nelle strade, ora è circoscritto ai gruppi familiari. Ora dobbiamo andare a guardare nelle famiglie, per trovare chi eventualmente è malato, per rimuoverlo e Michael Ryan, dell'Omsisolarlo in un luogo sicuro e dignitoso». E questa è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che parla (non è la bocciofila di paese). Quindi, con la scusa del virus, vogliono poter entrare in casa vostra e portarvi via i fratelli, i genitori oppure i vostri figli, in modo “sicuro e dignitoso” (se lo riterranno opportuno). Poi tanti auguri, quando andate dal giudice per cercare di farveli restituire.

Naturalmente, per arrivare a tutto questo hanno un bisogno assoluto di silenziare al più presto la libera informazione, altrimenti rischiano che ci siano troppe persone che protestano e si pongono delle domande – e questo non va bene. E non stiamo parlando solo del fronte sanitario, sia chiaro. Dopo il coronavirus, approfittando della confusione, ci sarà un tentativo globale di ridisegnare alla radice l’intera mappa del potere – naturalmente a favore delle élite e a discapito dei normali cittadini, su tutti i fronti. Ci installeranno il 5G dappertutto, senza nessun serio dibattito sulla sua pericolosità e senza nessuna garanzia scientifica sulla sua innocuità. E nuovamente, useranno le televisioni per invitare i loro esperti a raccontarci che non c’è nessun pericolo, e che il 5G è una manna perché aiuta i medici a comunicare meglio fra di loro (come se adesso i medici, per comunicare, usassero i segnali di fumo, e aspettassero con ansia l’arrivo del 5G). Ci seppelliranno sotto un debito di centinaia di miliardi, arrivati chissà da dove e con chissà quali clausole. E useranno le televisioni per raccontarci che va tutto bene e che dovremo essere felici, per tutti questi soldi che ci verranno prestati, salvo poi dover lavorare per i prossimi cinquant’anni per restituirli, ovviamente con interessi molto salati.

E’ questa, la dittatura che ci aspetta nel prossimo futuro: la dittatura dell’informazione, che manda un messaggio unificato e non tollera nessun contraddittorio. In una democrazia, una voce alternativa all’informazione mainstream è assolutamente indispensabile. Le opinioni diverse sono il cuore stesso del progresso sociale. Senza quello, la democrazia muore. E si instaura la dittatura del pensiero unico. Non saremo più schiavizzati a livello fisico – come una volta, con le catene ai piedi – ma lo saremo a livello mentale, con le catene nel cervello (che è ancora peggio: perché, se controlli la mente delle persone, controlli molto più facilmente anche le loro azioni). Quindi, se noi verremo silenziati, non saremo più in grado di difendere voi, dalle restrizioni delle vostre libertà. E’ quindi fondamentale, in questo momento, far sapere che siamo in tanti e che simo tutti uniti. Dobbiamo mandare un messaggio, forte e chiaro: noi siamo uniti e compatti, e non siamo disposti a farci mettere la museruola da nessuno. Per questo, vi chiediamo di far circolare questo messaggio ovunque possibile. Non lasciate niente di intentato: non fermatevi, finché non avrete esaurito ogni possibile contatto, nella vostra agenda personale. Altrimenti, fra poco, verremo davvero tutti obbligati a inginocchiarci, senza più fiatare, di fronte al Ministero della Verità.

(Massimo Mazzucco, video-appello trasmesso su “Contro Tv” e ripreso l’11 aprile 2020 su YouTube e su “Luogo Comune“. In coda, nel video l’appello è sottoscritto da Giulietto Chiesa, Marco Tosatti, Fulvio Grimaldi, Tiziana Alterio, Ivan Catalano, Fabio Frabetti, Raimondo Pische, Alessandra Devetag, Maurizio Blondet, Stefano Scoglio, Margherita Furlan, Davide Barillari, Patrizia Cecconi, Ugo Mattei, Marco Pizzuti, Corrado Malanga, Manlio Dinucci, Gustavo Alberto Palumbo, Marcello Pamio, Martino Chiorboli, Franco Fracassi, Leopoldo Salmaso, Gaia Pasi, Francesco Celani, Gabriele Sannino, Adriano Colafrancesco, Jeannie Toschi Marazzani Visconti, Enrica Perucchietti, Ugo Giannangeli, Roberto Germano, Tom Bosco, Lara Innocenzi, Roberto Quaglia, Giuseppe Turrisi. Tra i sottoscrittori del video-appello, Mauro Scardovelli afferma: «Stanno introducendo la censura, in Italia, che è vietatissima dall’articolo 21 della Costituzione. La censura infatti è tipica delle dittature: indica la fine della democrazia». Dal canto suo, Pietro Ratto propone «una task force uguale e contraria a quella istituita, per contrastare le fake news del sistema». Chiude la lista Claudio Messora, che definisce Mazzucco «uomo misurato, saggio, socratico: è il Socrate dell’informazione indipendente». Chiosa   Messora: «Dato l’accerchiamento in atto, non è più il momento di essere tenui, cauti: è il momento di uscire allo scoperto e gridare forte che siamo liberi. Lo dice l’articolo 21, lo dice la Costituzione. E liberi vogliamo restare»).

VIDEO QUI: https://youtu.be/mvDrRYvqBfo        IL MINISTERO DELLA VERITA’

 

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FONTE:https://www.libreidee.org/2020/04/appello-ribelliamoci-alla-dittatura-del-ministero-della-verita/

 

 

 

Magaldi: l’Oms cinese e il nuovissimo Ministero della Verità

Taci, il nemico ti ascolta. Siamo arrivati al Minculpop all’amatriciana del sempre più sconcertante “avvocato del popolo”, capace di chiudere gli italiani in casa lasciandoli anche senza soldi? Di male in peggio: ora sarà l’orwelliano Ministero della Verità a vigilare sulle notizie somministrabili ai sudditi, in tema di coronavirus. Nella nuova “Unità per il monitoraggio delle notizie false”, voluta dal sottosegretario Andrea Martella (Pd, ovviamente) monteranno la guardia «specialisti della comunicazione e del fact-checking», spiega “Repubblica”, quotidiano di proprietà di John Elkann (Fiat-Fca). Nomi del calibro di Riccardo Luna, editorialista di “Repubblica”, nonché Francesco Piccinini (direttore di “Fanpage”) e David Puente, “responsabile fact-checking” per il giornale online “Open”, fondato da Enrico Mentana (firmatario, con Grillo e Renzi, del “Patto per la Scienza” guidato da Roberto Burioni, che ha appena chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBly”, il video-blog di informazione indipendente più amato e seguito dagli italiani). La task force messa in piedi da Martella a Palazzo Chigi? «Ridicola e grottesca, oltre che preoccupante», la definisce Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt.
«Stiamo ancora aspettando – dice Magaldi – che i grandi media (quelli che secondo il governo sarebbero depositari della verità unica) facciano ammenda per le tante fake news ufficiali spacciate in queste anni, a partire da quella sulle inesistenti “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein». Quanto al cosiddetto complottismo, Magaldi accusa: «Spesso, alimentare tesi vistosamente strampalate è funzionale a chi detiene il potere, per screditare in partenza qualsiasi voce alternativa». Magaldi è allarmato per la folle situazione in cui versa l’Italia: libertà drasticamente azzerata ed economia prossima al coma, «grazie a un governo che prende per il naso lavoratori, famiglie e aziende, senza fornire precise garanzie sulla ripresa». Un “suicidio” di massa, scandaloso: «Ancora non è stato dato un concreto aiuto materiale a chi è stato costretto a restare a casa e non ha risorse per far fronte alle necessità anche solo alimentari della famiglia». L’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, ha le idee chiarissime: «Non resta che emettere moneta sovrana: moneta di Stato, “non a debito”, non convertibile in euro e spendibile solo in Italia, fondamentale per impedire che la nostra economia crolli».
A insospettire Magaldi è anche l’incredibile confusione cui stiamo assistendo: «Fa pensare al motto massonico “ordo ab chao”: il caos è quello che purtroppo stiamo già vivendo, e temo che il “nuovo ordine” che si prepara possa rivelarsi inquietante, cioè senza un ritorno alla piena libertà di prima. Troppe voci continuano a prefigurare un futuro in cui dovremo rinunciare alle possibilità di movimento a cui, da sempre, eravamo abituati». Un sospetto che viene dalla Cina, o meglio dall’Oms, il cui presidente – il politico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus – è ora accusato dal “Wall Street Journal” di aver “coperto” il grave ritardo con cui le autorità di Pechino hanno diffuso le notizie sulla iniziale diffusione del Covid-19, salvo poi raccomandare (anche all’Italia) il modello-Wuhan, cioè il “coprifuoco”, come unica possibile strategia antivirus. «L’Etiopia ha strettissimi legami con la Cina: è uno snodo centrale, strategico, per l’egemonia cinese sull’Africa». Anche per questo, secondo Magaldi, è ben poco rassicurante la longa manus protesa dall’Oms, che è presente anche nel governo italiano (con Walter Ricciardi, ingaggiato in qualità di super-consulente del ministro della sanità Roberto Speranza).
«Noi comunque non staremo con le mani in mano – avverte Magaldi – specie se poi la riapertura dell’Italia dovesse essere ulteriormente rinviata». Il Movimento Roosevelt, che sta attrezzando uno “sportello legale” per assistere i cittadini alle prese coi decreti dello stato d’emergenza, ha inoltre in cantiere una “task force costituzionale” per «difendere i cittadini da eventuali abusi, accuse e vessazioni civili e penali di palese natura antidemocratica, liberticida e anticostituzionale». Magaldi prevede un ampio ricorso, appena possibile, in tutte le sedi giudiziarie, a maggior ragione «se qualcuno tentasse, come già si ventila, di rafforzare ulteriormente i poteri straordinari dell’esecutivo, approfittando sciaguratamente della situazione emergenziale». Non è tutto: «A giorni – conclude Magaldi – presenteremo al governo le nostre proposte per cominciare finalmente ad assistere gli italiani, sul piano economico. Se venissero ignorate – avverte – potremmo anche decidere di violare la legge, in modo nonviolento e democratico, con azioni dimostrative nelle piazze».

Taci, il nemico ti ascolta. Siamo arrivati al Minculpop all’amatriciana del sempre più sconcertante “avvocato del popolo”, capace di chiudere gli italiani in casa lasciandoli anche senza soldi? Di male in peggio: ora sarà l’orwelliano Ministero della Verità a vigilare sulle notizie somministrabili ai sudditi, in tema di coronavirus. Nella nuova “Unità per il monitoraggio delle notizie false”, voluta dal sottosegretario Andrea Martella (Pd, ovviamente) monteranno la guardia «specialisti della comunicazione e del fact-checking», spiega “Repubblica”, quotidiano di proprietà di John Elkann (Fiat-Fca). Nomi del calibro di Riccardo Luna, editorialista di “Repubblica”, nonché Francesco Piccinini (direttore di “Fanpage”) e David Puente, “responsabile fact-checking” per il giornale online “Open”, fondato da Enrico Mentana (firmatario, con Grillo e Renzi, del “Patto per la Scienza” guidato da Roberto Burioni, che ha appena chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBly”, il video-blog di informazione indipendente più amato e seguito dagli italiani). La task force messa in piedi da Martella a Palazzo Chigi? «Ridicola e grottesca, oltre che preoccupante», la definisce Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt.

«Stiamo ancora aspettando – dice Magaldi – che i grandi media (quelli che secondo il governo sarebbero depositari della verità unica) facciano ammenda per le tante fake news ufficiali spacciate in queste anni, a partire da quella sulle inesistenti “armi di Andrea Martelladistruzione di massa” di Saddam Hussein». Quanto al cosiddetto complottismo, Magaldi accusa: «Spesso, alimentare tesi vistosamente strampalate è funzionale a chi detiene il potere, per screditare in partenza qualsiasi voce alternativa». Magaldi è allarmato per la folle situazione in cui versa l’Italia: libertà drasticamente azzerata ed economia prossima al coma, «grazie a un governo che prende per il naso lavoratori, famiglie e aziende, senza fornire precise garanzie sulla ripresa». Un “suicidio” di massa, scandaloso: «Ancora non è stato dato un concreto aiuto materiale a chi è stato costretto a restare a casa e non ha risorse per far fronte alle necessità anche solo alimentari della famiglia». L’economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, ha le idee chiarissime: «Non resta che emettere moneta sovrana: moneta di Stato, “non a debito”, non convertibile in euro e spendibile solo in Italia, fondamentale per impedire che la nostra economia crolli».

A insospettire Magaldi è anche l’incredibile confusione cui stiamo assistendo: «Fa pensare al motto massonico “ordo ab chao”: il caos è quello che purtroppo stiamo già vivendo, e temo che il “nuovo ordine” che si prepara possa rivelarsi inquietante, cioè senza un ritorno alla piena libertà di prima. Troppe voci continuano a prefigurare un futuro in cui dovremo rinunciare alle possibilità di movimento a cui, da sempre, eravamo abituati». Un sospetto che viene dalla Cina, o meglio dall’Oms, il cui presidente – il politico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus – è ora accusato dal “Wall Street Journal” di aver “coperto” il grave ritardo con cui le autorità di Pechino hanno diffuso le notizie sulla iniziale diffusione del Covid-19, salvo poi raccomandare (anche all’Italia) il modello-Wuhan, cioè il “coprifuoco”, come unica possibile strategia antivirus. «L’Etiopia ha Tedros Adhanom Ghebreyesusstrettissimi legami con la Cina: è uno snodo centrale, strategico, per l’egemonia cinese sull’Africa». Anche per questo, secondo Magaldi, è ben poco rassicurante la longa manus protesa dall’Oms, che è presente anche nel governo italiano (con Walter Ricciardi, ingaggiato in qualità di super-consulente del ministro della sanità Roberto Speranza).

«Noi comunque non staremo con le mani in mano – avverte Magaldi – specie se poi la riapertura dell’Italia dovesse essere ulteriormente rinviata». Il Movimento Roosevelt, che sta attrezzando uno “sportello legale” per assistere i cittadini alle prese coi decreti dello stato d’emergenza, ha inoltre in cantiere una “task force costituzionale” per «difendere i cittadini da eventuali abusi, accuse e vessazioni civili e penali di palese natura antidemocratica, liberticida e anticostituzionale». Magaldi prevede un ampio ricorso, appena possibile, in tutte le sedi giudiziarie, a maggior ragione «se qualcuno tentasse, come già si ventila, di rafforzare ulteriormente i poteri straordinari dell’esecutivo, approfittando sciaguratamente della situazione emergenziale». Non è tutto: «A giorni – conclude Magaldi – presenteremo al governo le nostre proposte per cominciare finalmente ad assistere gli italiani, sul piano economico. Se venissero ignorate – avverte – potremmo anche decidere di violare la legge, in modo nonviolento e democratico, con azioni dimostrative nelle piazze».

FONTE:https://www.libreidee.org/2020/04/magaldi-loms-cinese-e-il-nuovissimo-ministero-della-verita/

 

 

 

 

COSTITUZIONE ED EMERGENZA: MORIRE DI CAUSIDICITÀ

Costituzione ed emergenza: morire di causidicitàGli italiani? Sessanta milioni di allenatori della Nazionale di calcio, diceva qualcuno. Discutiamo, cioè, su tutto avendo competenza su nulla, ragionando in maniera improvvisata persino sui rapporti tra Governo e Parlamento. Sarà meglio, quindi, tentare di fare informazione corretta e precisare in premessa quali siano i provvedimenti a carattere generale restrittivi della libertà individuale che hanno rilevanza costituzionale. L’articolo 16 della Costituzione prevede che: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”.

Per fare fronte alle suddette emergenze esistono alcuni istituti speciali: l’articolo 78 per la dichiarazione dello stato di guerra (che deve essere deliberato dalle Camere conferendo al Governo i poteri necessari); l’articolo 126 per lo scioglimento dei Consigli regionalil’articolo 77 per il ricorso al decreto-legge che da strumento eccezionale è divenuto scandalosamente ordinario nella prassi dei rapporti tra Governo e Parlamento. Al di fuori delle polemiche sterili, è pur vero che in quest’epoca di Coronavirus esiste una fondata anomalia a rischio di legittimità costituzionale per aver dichiarato l’emergenza pandemica con il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, senza che le Camere deliberassero preventivamente in merito, al fine di dettare una cornice giuridico-regolamentare ai poteri straordinari da attribuire al Governo.

Il Dpcm prevede per di più che per l’attuazione degli interventi emergenziali “si provvede con ordinanze, emanate dal capo del Dipartimento della Protezione civile in deroga a ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico”. Di queste ordinanze, finora, non si è vista neppure l’ombra, come accadeva invece ai tempi del terremoto sia dell’Aquila che di Amatrice. Ora, come sappiamo, i provvedimenti ministeriali del presidente del Consiglio e del ministro della Salute (quest’ultimo con un intervento del tutto improprio rispetto al potere di ordinanza del Responsabile nazionale della Protezione civile), con i quali si adottano misure per la gestione della pandemia di restrizione delle libertà di movimento delle persone e la chiusura di attività produttive, debbono per la loro rilevanza costituzionale essere assoggettati, preventivamente di regola, a una deliberazione ad hoc delle Camere.

Queste ultime, infatti, sono le sole legittimate a conferire poteri straordinari al Governo (precisando i limiti di tale delega), dato che i Dpcm e i decreti ministeriali in cui si stabiliscono misure restrittive delle libertà costituzionalmente garantite sono meri atti amministrativi e non possono essere in alcun modo sostitutivi della legge, ma semmai “esecutivi” o applicativi di essa! In particolare, l’impiego dell’esercito per effettuare gli ordinari controlli amministrativi di polizia non può che essere stabilito con decisione del Parlamento, visti i rischi impliciti di deriva autoritaria strettamente connessi al suo impiego.

Se fin qui è abbastanza chiaro chi abbia ragione o torto in merito alla disputa di legittimità, invece l’altra questione aspramente dibattuta, con morti e feriti da entrambe le parti, riguarda la cosiddetta Privacy, ovvero la tracciabilità degli spostamenti dei cittadini all’interno del territorio nazionale attraverso l’installazione di una App di controllo gps sui loro smartphone. Questo dispositivo è del tipo salvavita, in quanto consente di allertare l’utente su possibili contatti (registrati dall’applicazione in base ai parametri della durata e del distanziamento dai soggetti estranei) da lui avuti con persone positive conclamate o asintomatiche al Coronavirus. La costruzione dei Big Data relativi consente alle autorità di coordinamento e del centro di controllo sanitario di avviare la procedura per la messa in quarantena degli utenti e della prestazione rapida di cure, in caso di necessità.

Ora, questo tipo di procedura di “taccheggio informatico” è stato ritenuto del tutto legale e accettato volontariamente da cittadini di Paesi non proprio autoritari, come Hong Kong, Taiwan, Singapore e Corea del Nord, mentre qui da noi ha già sollevato un vespaio di polemiche a causa di un perdurante malinteso sul diritto alla Privacy. Come al solito, qui da noi in Italia le questioni sono sempre assai gravi, ma mai serie, per parafrasare Ennio Flaiano. E soprattutto, abbondiamo in ipocrisia. Basta, infatti, osservare che per godere gratis (per modo di dire) dei servizi offerti dai social network noi siamo “volontariamente” perpetuamente tracciabili in ogni aspetto saliente della nostra vita relazionale e di movimento, in quanto più o meno coscientemente costretti a cedere un numero spropositato di dati personali alle major americane della Silicon Valley dove alloggiano gli immensi server e i Cloud su cui sono depositati i nostri Big Data che solo gli algoritmi sofisticati di America e Cina riescono a sfruttare, traendone immensi benefici dal punto di vista rispettivamente economico e del Surveillance State.

La questione mi appare come al solito di lana caprina: basta prevedere il rilascio di un’autorizzazione esplicita da parte del cittadino interessato all’installazione della App di monitoraggio dei suoi spostamenti, con la previsione contrattuale che il relativo software si auto-cancelli a una distanza di tempo prefissata, a partire dalla dichiarazione della fine dello stato di emergenza dettato dalla pandemia. Del resto: l’App è o no a tutela della salute pubblica e di quella individuale, soprattutto? Se la risposta è “Sì” come deve essere, allora che ha senso parlare di Privacy in questo caso specifico?

FONTE:http://www.opinione.it/politica/2020/03/24/maurizio-guaitoli_coronavirus-nazionale-di-calcio-governo-parlamento-articolo-16-costituzione-stato-di-guerra-decreto-del-presidente-del-consiglio-dei-ministri-protezione-civile/

 

 

 

 

CHI C’E’ DIETRO LA APP DI TRACCIAMENTO IMMUNI?

I SOLITI PROTETTI DAL POTERE ED I CINESI. Da Berlusconi a Mediobanca. Cosa può andare male?

La App Immuni, scelta dal commissario Arcuri per tracciare gli italiani e che quindi cumulerà i dati di tutti gli italiani, viene sviluppata da una società dietro la quale ci sono i soliti nomi nuovi. Secondo quanto pubblicato dal Sole 24 Ore. A sviluppare il software è la milanese Bending Spoon, nota per aver tentato la scalata all’app per incontri gay e trans Grindr, e che nel suo capitale  H14, Nuo Capital (investitore di capitali cinesi e proprietario di Tannico e Proraso), mentre la distribuzione avverrà con la collaborazione della società di marketing Jakala, nella quale sono azionisti:

  • i tre figli di Berlusconi e Veronica Lario;
  • David Serra;
  • Mediobanca;
  • H14 di Berlusconi;
  • il fondo Ardian;
  • Paolo Marzotto

Insomma una società che mette assieme tutti , dall’iperrenziano anglosassone David Serra a tutto Berlusconi, da Mediobanca ai capitali cinesi. Certo che con un azionariato così sarà stato difficile per Arcuri e per il ministro dell’innovazione Pisano, scegliere questa App. Sicuramente il ministro, e la miriade di consulenti non avrà subito NESSUNA PRESSIONE.  E voi potete stare TRANQUILLISSIMI: con cinesi, Mediobanca, Berlusconi e renziani dentro, i vostridati sono AL SICURO.Nessuno ne farà un cattivo uso….

Del resto, cosa può andare male, dopo che il sito per la sicurezza OFCS.Report ha messo in luce, in un ottimo e completo articolo che vi invitiamo a leggere, questo preoccupante fatto:

“Vi sono però diverse perplessità che stanno circolando tra gli addetti: una per tutte l’assenza di esperti di sicurezza informatica nella squadra di valutazione delle proposte (non solo sul contact tracing) arrivate al dicastero del Ministro Pisano. Molti si sono infatti chiesti come possano valutare appieno le proposte tecniche se non hanno tutte le competenze necessarie. Sicurezza e privacy vanno a braccetto, perché non c’è privacy senza sicurezza e l’assenza di un esperto del settore grida vendetta e lascia spazio a tesi complottiste.”

VA TUTTO BENE, CIRCOLATE GENTE, CIRCOLATE… ANZI STATE A CASA.

FONTE:https://scenarieconomici.it/chi-ce-dietro-la-app-di-tracciamento-immuni-i-soliti-protetti-dal-potere-ed-i-cinesi-da-berlusconi-a-mediobanca-cosa-puo-andare-male/

 

 

 

 

Non posso dirvi chi è l’“assassino” nell’appassionante giallo dell’app Immuni

Fate attenzione! Nessuno sa cosa fa davvero la applicazione per il tracciamento a contrasto della pandemia e nessuno sa perché sia stata scelta….

L’atmosfera di mistero si mescola alla paura del braccialetto elettronico.

Nemmeno Agatha Christie avrebbe saputo intessere una trama così intrigante e quindi nessuno è in grado – si trattasse mai di un thriller – di sapere come si sono svolti i fatti, se è il maggiordomo ad aver inferto la coltellata mortale o se qualche insospettabile alla fine della storia si rivela essere il fatidico colpevole.

La testa di ciascuno di noi comincia così ad affollarsi di domande che finora non hanno trovato plausibile risposta.

Per quale motivo non è dato conoscere le considerazioni tecniche e pratiche che hanno fatto scegliere proprio l’applicazione di Bending Spoons?

Perché mai non è spiegato dettagliatamente cosa è in grado di fare la “app” in questione?

Per quale oscura ragione (e non mi si parli di segreto industriale) non è reso noto il codice sorgente (ovvero le istruzioni su cui si basa il funzionamento di qualunque programma) della applicazione?

Perché non consentire a chi ha esperienza di queste cose di verificare che “Immuni” non faccia operazioni che esorbitino la specifica missione o addirittura non dia luogo ad attività nocive per la riservatezza della vita privata (non solo dei dati personali) dei soggetti che scelgono di accettare l’installazione?

Come si deve interpretare l’affermazione del dottor Luca Foresti uscita il 18 marzo sul Corriere della Sera? Il manager, parlando della “app” di tracciamento a cui stava lavorando ha tenuto a dichiarare “Siamo in contatto con il ministero per l’Innovazione digitale guidato da Paola Pisano, che ci ha dato il suo supporto”.

Supporto? Cosa si intende per supporto?

Supporto da chi? Dal Ministero o, vista l’esiguità dell’organico del dicastero senza portafoglio, direttamente dalla ministra?

FONTE:https://www.infosec.news/2020/04/21/news/tecnologie-e-salute/non-posso-dirvi-chi-e-lassassino-nellappassionante-giallo-dellapp-immuni/

 

 

 

Coronavirus : da oggi siamo un Paese a libertà limitata !

Alle chiacchiere ho sempre preferito le parole, convinto dal detto latino “Verba volant, scripta manent”. Ho voluto quindi aspettare il testo del nuovo Decreto Legge per commentare le parole del presidente del Consiglio dei Ministri, signor Giuseppe Conte.

Sinceramente, debbo ammetterlo, non avevo fiducia nel nostro “Caro Leader” e, in particolare, sulla effettiva omogeneità tra le sue suadenti e pacate parole verbalmente proferite, con i freddi termini delle disposizioni contenute nel Decreto suo e dei suoi ministri.

Oggi, essendo stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 19 del 25 marzo 2020, è possibile commentare le disposizioni precedute dalle chiacchiere .

Il Decreto ha un “incipit” che già fa paura : « Visto l’articolo 16 della Costituzione, che consente LIMITAZIONI DELLA LIBERTA’ di circolazione per ragioni sanitarie ».

Quanto durano le restrizioni alla Libertà di Movimento : fino al 31 luglio, ma è possibile tanto un tempo più breve quanto più lungo

E subito mi domando : per quanto varranno le LIMITAZIONI DELLA LIBERTA’ ?

Il Decreto Legge è vago : « per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, reiterabili e modificabili anche più volte fino al 31 luglio 2020 […] con possibilità di modularne l’applicazione in aumento ovvero in diminuzione secondo l’andamento epidemiologico
del predetto virus
 ».

Nel discorso televisivo del 25 marzo, il “Caro Leader” Conte aveva espresso le seguenti parole per illustrare tale parte del Decreto : « Abbiamo deliberato a fine gennaio lo stato di emergenza nazionale […] per uno spazio di 6 mesi, fino al 31 luglio 2020, questo non significa che le misure restrittive che che adesso sono in vigore saranno prorogate sino al 31 luglio 2020 […], noi siamo pronti, in qualsiasi momento, e ci auguriamo prestissimo, per ALLENTARE LA MORSA di queste misure restrittive, […] siamo confidenti e fiduciosi che BEN PRIMA di quella scadenza […] si possa davvero tornare alle nostre abitudini di vita ».

A parte la speranza cristiana che non si nega a nessuno, non aggiunge altro al testo ufficiale. Invece mi colpisce come continui, ripetutamente, a definire mere “abitudini di vita” i veri e propri “diritti costituzionali”.

Quali sono le restrizioni alla Libertà Costituzionali ? Quelle di movimento, riunione, culto, educazione, attività economica …

Ma quali sono, però, in concreto le disposizioni decise dal Governo PD – M5S per « per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 [con] adeguate e proporzionate misure di contrasto e contenimento alla diffusione del predetto virus » ?

L’articolo 1 del decreto Legge del 25 marzo stabilisce che « su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, occorrendo, sulla totalità di esso, possono essere adottate […] una o più misure […] », quali, tra le altre :

  • « limitazione della circolazione delle persone, […] se non per spostamenti individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute »;
  • « limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale »;
  • « limitazione o divieto delle riunioni o degli assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico »;
  • « limitazione dell’ingresso nei luoghi destinati al culto »;
  • « limitazione o sospensione delle attività commerciali di vendita al dettaglio ».

Al contrario, « per la durata dell’emergenza »;

  • « può essere imposto lo svolgimento delle attività non oggetto di sospensione […], ove ciò sia assolutamente necessario per assicurarne l’effettività e la pubblica utilità, con provvedimento del Prefetto ».

Vale a dire lavoro coercitivo e niente scioperi.

Orbene appare chiaro che quanto Decretato stride in maniera sostanziale con la Costituzione Italiana, in particolare con :

  • articolo 16 (libertà di movimento);
  • articolo 17 (libertà di riunione);
  • articolo 19 (libertà di culto);
  • articolo 30 (diritto ad educare i figli);
  • articolo 40 (diritto di sciopero);
  • articolo 41 (diritto d’iniziativa economica privata).
articolo 16 Costituzione

Si può dire che l’articolo 16 della Legge Fondamentale prevede la limitazione – ed è riportata nel Decreto del Governo – « per motivi di sanità », ma questa, non appare adeguatamente motivata e dimostrata nel Decreto, facendo riferimento a meri rimandi quali :

  • « l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia da COVID-19 »;
  • il « carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e dell’incremento dei casi e dei decessi ».

Assolutamente contestabile, poi, la chiusura di certune attività commerciali private in palese violazione del successivo articolo 41, per la fattispecie del danno. Predetto citato articolo prevede una sola limitazione ossia il « danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana ». In buona sostanza, ciò che vige per i tabaccai, le edicole, le assicurazioni, ecc, dovrebbe vigere anche per i bar, pizzerie, ristoranti … etc. ergo potevano restare in attività, nel rispetto delle norme di sicurezza e contenimento sanitario (distanza di un metro).

Il tabacco si, la pizza no ! Incomprensibile.

articolo-41-Costituzione

Se, sempre a mio parere, la Costituzione è stata stracciata più che calpestata, quel che fa specie è il richiamo, nel Decreto, al « Regio Decreto 27 luglio 1934 » (Era Fascista) nonché la previsione dell’impiego, per controllare la popolazione « ove occorra, delle Forze armate ».

Il discorso di Giuseppe Conte : non mi convince né la riduzione ad abitudini dei Diritti né tant’altro!

Per volontariamente evitare il di più, preferisco chiudere, al momento, richiamando le parole pronunciate quel 24 marzo dal signor Giuseppe Conte, quelle tanto plaudite dal 92% degli spettatori del Suo comizio in diretta Facebook, moderno strumento quasi equiparato a Fonte giuridica ufficiale :

La prima frase che mi ha colpito negativamente : « Il nostro assetto ordinamentale non prevedeva una specifica emergenza di questo tipo ».

Palesemente errato se non addirittura FALSO. Infatti, vige il “Codice della Protezione Civile” ovvero il Decreto Legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 che all’articolo 2 così recita: « sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, alla gestione delle emergenze e al loro superamento ».

La seconda frase che non ho gradito : « Con lo strumento del DPCM noi abbiamo uno strumento flessibile che ci consente di dosare le misure di contenimento e mitigazione del rischio ».

Ovvero, in termini correnti, il Premier ha avuto riconosciuti i PIENI POTERI.

La terza e forse la peggiore frase che poteva pronunciare : avremo « nuove regole, che comportano delle nuove abitudini di vita ».

Rinominare “nuove abitudini di vita” quelli che invece sono “diritti costituzionali” (uscire di casa, incontrare familiari, organizzare manifestazioni, andare in chiesa) assume il sapore dell’eufemismo.

articolo 19 Costituzione

La data del 31 luglio per la scadenza (forse) dello stato di emergenza mi ricorda la faccenda dei grammi di cioccolatta concessi in 1984

Chiudo con una “call-to-action”, un invito.

In merito alla durata, il Decreto indica la data del 31 luglio, quale scadenza dello stato di emergenza con la « possibilità di modularne l’applicazione IN AUMENTO ovvero in diminuzione ».

In buona sostanza ci ha detto che il prossimo 3 aprile non potremo ritornare alle nostre vecchie “abitudini di vita”, che la “quarantena” nazionale, assimilabile alla “detenzione ai domiciliari senza braccialetto elettronico” sarà prorogata.

Ha aggiunto, però, teatralmente, che « siamo confidenti e fiduciosi che BEN PRIMA di quella scadenza […] si possa davvero tornare alle nostre abitudini di vita ». In sostanza, se potremo uscire di casa prima del 31 luglio, ci avrà fatto una sorta di favore.

Tutto ciò fa tornare in mente una scena del film “1984” di Orwell, precisamente quella che, su YouTube, è titola “Cambiare la Storia”.

Ecco la “call-to-action” : invito tutti a vedere ed ascoltare attentamente ogni parola di quei 2:48 minuti del videoclip, fino alla fine !

Buon “1984”.

VIDEO QUI:https://youtu.be/aYjtN1BwDZc

FONTE:https://www.fronteampio.it/coronavirus-da-oggi-siamo-un-paese-a-liberta-limitata/

 

 

 

 

Il Governo istituisce il Ministero della Verità

La denuncia di Massimo Mazzucco della nascita di una sorta di Ministero della Verità, a nome anche di tanti altri Editori e giornalisti fuori dal coro, è apparsa pochi giorni addietro sul canale YouTube ControTv.
Il video, solo sul profilo Facebook di Mazzucco, ha raggiunto ben 9.000 mi piace e oltre 10.000 condivisioni. Mentre su YouTube supera le 710.000 visualizzazioni e i 26.000 mi piace.

Il video inizia così :

« La tenaglia della censura sta per stringersi sulla Rete e sulle voci dalla Libera informazione. Ancora non si sono palesati in tutta la virulenza, ma i segnali ci sono già tutti. Questa voglia di censura si sta articolando su due frontiprecisi e distinti :

  • il primo ramo della tenaglia è la legittimazione del cosiddetto giornalismo dei professionisti, ovvero l’informazione mainstream [io direi meglio “di regime”, NdR] come unica fonte valida per ricevere informazioni affidabili;
  • il secondo ramo della tenaglia, è la delegittimazione, uguale e contraria, delle voci della Libera informazione ».

Tra le sottoscrizioni a me più note, alla denuncia di Mazzucco, cito quelle di Claudio Messora (Byoblu), Giulietto Chiesa (PandoraTV), Fabio Frabetti (BorderNights.it ), Maurizio Blondet (omonimo blog), Ugo Mattei (Comitato Rodotà), Manlio Dinucci (Global Reserch), Marcello Pamio (Disinformazione.it), Franco Fracassi (regista), Leopoldo Salmaso (medico), Enrica Perucchietti (scrittrice).

Come possono essere liberi i media che vivono di pubblicità?

Nel video, per farla breve, dal un lato si lamentano rischi di una deriva autoritaria dello Stato che limiterebbe la libertà di pensiero e « di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE » (articolo 21 della Costituzione), e, dall’altro, la stessa inattendibilità dei media del pensiero unico – i cosiddetti media mainstrem – che sono economicamente dipendenti dai grandi inserzionisti (società farmaceutiche, automobilistiche, telefoniche, ect) con quel che ne consegue in termini di indipendenza dell’informazione.

Io aggiungerei che i media mainstrem sono altoparlanti di determinati partiti politici direttamente o indirettamente (dalla Lega a Forza Italia, fino al Partito Democratico).

Media, infine, che sono essi stessi sia per scelta editoriale e sia per errore, diffusori di Fake News come dinostrano:

Cosa è successo di tanto eclatante da far uscire Mazzucco dalla propria piccola nicchia di lettori / followers tali personaggi ?

Semplicemente è accaduto che il Governo, per bocca del proprio sottosegretario all’editoria – Andrea Martella – ha lanciato una caccia alle streghe contro i media non allieneati al regime al potere.

Come già riportai lo scorso 28 marzo in “Ultim’ora : il nemico non è più il coronavirus, ma la libertà di informazione”, l’impertubabile piddino Martella ha espresso questo dogma : « Se per curarsi bisogna rivolgersi ai medici, per avere notizie vere e bussole precise bisogna rivolgersi ai professionisti dell’informazione ».

Chi non è professionista accreditato (come già scrissi qui nel 2018 in “La libertà d’espressione limitata da una norma fascista”) non ha diritto d’espressione e, pertanto, non ha diritto di essere seguito / ascoltato dai lettori / telespettatori.

Il Governo vara il Decreto che istituisce il Ministero della Verità

Subito dopo – il 4 aprile [scarica qui il Decreto Ministeriale “Istituzione Unità di monitoraggio”] – è stata istituita l’ennesima Task Force, l’ennesima Commissione.

Si può affermare con ragionevole attendibilità che allo stato attuale delle cose, oramai chi non fa parte di almeno un Organismo elitario è uno sfigato, un buono a nulla.

Questo novella Commissione dovrà vagliare la veridicità di quanto da altri pubblicato al fine di attivare un contrasto. Una sorta di vero e proprio Ministero della Verità, insomma.

La Commissione pomposamente verrà chiamata “Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network”.

Ecco chi sono coloro che vigilano sulla Verità delle notizie in Rete

Ne fanno parte coloro che, per i contenuti dei propri curricula, si autoesaltano quasi come divini soggetti indipendenti dispensatori di giudizi universali :

  • Riccardo Luna, Direttore Responsabile dell’AGI agenzia di stampa di proprietà dell’ENI, dopo Stato, nel 2014, nominato dall’allore premier Matteo Renzi, unico membro italiano della Digital Champions Expert Group della Commissione Europea;
  • Francesco Piccinini, ex direttore di AgoraVox Italia. Da dicembre 2011 è Digital Manager del Gruppo Editoriale Caltagirone. Oggi direttore responsabile di Fanpage.it;
  • David Alejandro Puente, è responsabile del progetto Fact-checking di Open, giornale online fondato da Enrico Mentana. Già dipendente della Casaleggio Associati (2007-2011), debunker prima per il sito Bufale.net (2014-16) poi, sino al 2018, col proprio blog;
  • Roberta Villa, laureata in medicina e chirurgia, giornalista su temi di salute. Ha avviato la sua attività editoriale collaborando con Tempo Medico, prima rivista italiana per medici (chiusa nel 2009). Possiede un canale Youtube di debunker (anti-bufale) medica;
  • Giovanni Zagni, direttore di Pagella Politica e di Facta, siti di fact-checking (anti-bufale). Nel 2018, i tre clienti principali di Pagella Politica (RAI, AGI e Facebook) hanno rappresentato circa il 70% delle entrate;
  • Ruben Razzante, docente di diritto dell’informazione alla Cattolica di Milano;
  • Luisa Verdoliva, docente di Elaborazione dei segnali multimediali alla Federico II di Napoli;
  • Fabiana Zollo, ricercatrice sui flussi informativi online alla Ca’ Foscari di Venezia.

Altri Ministero della Verità crescono, dalla Rai a Mediaset …

Analogo “Osservatorio permanente”, manco a dirlo, è stato istituito pure dalla Rai.

Ovviamente il Parlamento sta valutando di partorire ulteriore Commissione d’inchiesta sulle Fake News.

In proposito, tra gli altri, ha recentemente ascoltato il parere di Google Italy srl.

Il braccio operativo della censura è l’AGCM, oltre alla legittima e corretta Polizia Postale.

Questa Autorità Amministrativa ha diffuso un semplice comunicato stampa, lo scorso 19 marzo, col quale ha informato di aver « invitato i fornitori di piattaforme di condivisione dei video ad adottare ogni misura volta a contrastare la diffusione in rete, e in particolare sui social media, di informazioni relative al coronavirus non corrette o comunque diffuse da fonti non scientificamente accreditate ».

Il gruppo Mediaset, ha già preso la palla al balzo e diffuso sui propri canali uno spot pubblicitario auto-referenziale :
« le notizie sono una cosa seria, fidati dei professionisti. Scegli gli editori responsabili, gli editori veri. Scegli la serietà ».

Chi può dubitare che quelli di Rete 4, di Italia 1 e di Canale 5 siano editori seri ?

FONTE:https://www.fronteampio.it/il-governo-istituisce-il-ministero-della-verita/

 

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

«Le Tre Grazie» del Canova, mitologica armonia

21/04/2020 Valentina Cognini

Poche sono le opere che lasciano un segno indelebile nella storia per la loro insuperata bellezza. La composizione de Le Tre Grazie (1817) di Antonio Canova è una di queste.

L’opera viene commissionata nel 1812 da Giuseppina di Beauharnais, moglie di Napoleone, che però muore poco prima che Canova ultimi il suo lavoro. La scultura ha comunque un grande successo e numerosi sono gli acquirenti che si propongono. Ad avere la meglio è Eugenio di Beauharnais, figlio di Giuseppina e del visconte Alessandro di Beauharnais, che trasferisce l’opera in Russia, dove si trova tuttora, conservata nelle collezioni del Museo dell’Ermitage.

Ad oggi esiste un’altra versione de Le Tre Grazie, commissionata nel 1817 a Canova dal VI duca di Bedford John Russel ed esposta al Victoria and Albert Museum di Londra.

«Le Tre Grazie» del Canova: analisi dell’opera

Canova non è nuovo a ispirarsi alla mitologia per dare forma alle sue opere. In questo caso, le grazie sono un chiaro riferimento alle tre figlie di Zeus: Aglaia, Eufrosine, e Talia, divinità benefiche che simboleggiano lo splendore, la gioia e la prosperità.

Ne Le Tre Grazie del Canova, le tre sorelle si abbracciano in un girotondo che esprime la tenerezza e l’eleganza della scena. Un morbido panneggio le avvolge e le unisce mentre le forme e le curve dei corpi rappresentano la più armoniosa incarnazione della purezza, del “bello ideale” di cui l’archeologo ed erudito Johann Joachim Winckelmann era uno dei principali ambasciatori. Gli intrecci, le braccia e gli sguardi delle tre protagoniste attirano naturalmente l’attenzione del visitatore che, ormai stregato, si perde tra le forme sinuose delle dee.

Nonostante Canova fosse uno dei maggiori rappresentanti dei canoni dell’arte neoclassica, Le Tre Grazie tradisce un sentimento umano che trascende la materia e mette in dialogo le sue protagoniste. L’empatia fisica ma anche emotiva tra i corpi è evidente nelle carezze che le giovani si scambiano, tanto che una piega la testa in direzione della compagna. Una patina rosata applicata dallo stesso artista sulla superficie marmorea conferisce al complesso una dimensione terrena, quasi mortale. Lo spettatore non può che emozionarsi di fronte a una scena eterea ma dinamica, che sembra prendere vita davanti ai suoi occhi.

Le Tre Grazie non ha forse la stessa carica drammatica ed erotica di Amore e Psiche, ma si distingue per la sua virginale perfezione che valorizza il corpo femminile, donandogli una purezza che la rende eterna.

Nato nel 1757 a Possagno, tra le dolci colline del Veneto, Antonio Canova muove i primi passi nel campo della scultura presso la bottega del nonno materno, Pasino. In breve tempo dimostra di essere un talento molto promettente e continua il suo apprendistato a Venezia, dove frequenta studi di scultori e la Pubblica Accademia del Nudo. Nel 1777 si trasferisce a Roma, dove la sua arte diventa apprezzata e richiesta dalle corti di tutta Europa. Nel 1804 diventa il ritrattista ufficiale di Napoleone e della sua famiglia.

Maestro indiscusso del Neoclassicismo, definito il «nuovo Fidia», Canova realizza opere uniche per l’armonia delle forme e la bellezza dei soggetti, di cui la maggior parte ispirati alla cultura della Grecia antica.

Canova sarà molto impegnato nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico della nostra penisola. Nel 1802 viene nominato Ispettore Generale delle Antichità e Belle Arti dello Stato della Chiesa. Nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, attraverso una lodevole azione diplomatica riporta in Italia numerose opere d’arte che l’imperatore aveva portato illegalmente in Francia. Antonio Canova si spegne il 13 ottobre 1822 a Venezia.


FONTE:https://www.frammentirivista.it/le-tre-grazie-canova/

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

RIPARTIRE? E’UN PO’ COME MORIRE. . . MEGLIO CAMBIARE! (di Marco Minossi)

Diciamoci la verità: il livello economico-aziendale italiano, e quello di sistema-paese, non erano splendidi, nel momento in cui ci è caduto il mondo addosso. Si campava, o meglio aveva un senso illudersi di poterlo fare.

E’ giusto dunque parlare di ripartenza, di ripresa, magari con quella terminologia inglese che sa tanto di “restauro”, di incollare i cocci? No, non è realistico, perché la voglia, la dignità e la necessità delle piccole imprese (PI) di riprendere a lavorare si inseriscono nella fase nuova del DOPO, una parola semplicissima che c’è, e che va usata. Facendo tesoro, possibilmente, degli insegnamenti ricevuti, tanto preziosi quanto non richiesti.

Il primo, a nostro avviso, è quello per il quale le transaction, le operazioni commerciali, sono da riconvertire in Long-term-business-relationship, con il funzionale supporto della contrattualistica internazionale fatta bene, e adottata sempre nella forma scritta. Consiglio: manager ed economisti progettino il business a lungo termine avvalendosi del supporto dei giuristi d’impresa, nel nuovo modus operandi.

Chi scrive, non raccoglie tanto l’invito – pur di moda – a prevedere accuratamente la causa di forza maggiore (Act of God), perché essa rappresenterà comunque la contrattualizzazione di un rischio da cui ci si protegge sì, ma che può a sua volta essere subìto a freddo, avendo ormai ogni emergenza un impatto planetario immediato. Si strutturi invece con molta prudenza e cura la difesa dal rischio di eccessiva onerosità sopravvenuta (Hardship), per il semplice fatto che, per dirla in forma breve ma efficace, quest’ultima i contratti li fa rinegoziare, ma non li elimina, come al contrario fa la prima.

Si è visto e capito peraltro – magari da parte di chi ha i suoi terzisti in Cina – che del certificato camerale italiano che cerca di sollevare dalle responsabilità da inadempimento per forza maggiore, l’impresa italiana ci fa pochissimo, mentre quello cinese ha inchiodato i tempi di consegna e i pagamenti che le sono dovuti. Chissà come mai, riflettiamo quantomeno sul peso giuridico dell’Italia nell’economia del commercio mondiale: inconsistente anche qui.

Sulla certezza e garanzie dei pagamenti, strumenti extracontrattuali quali crediti documentari ed assicurazioni dei crediti, dovranno prevalere sulle consuete penali e liquidated damages. Il pagamento anticipato è previsto scomparire del tutto, per ovvie ragioni di dislivello medio della liquidità immediata internazionale, se non a fronte di sconti non corretti, o di utilizzo delle garanzie internazionali advance payment bond di pari importo, che fanno uscire dalla finestra quel beneficio finanziario che era entrato dalla porta.

Soprattutto, si inserisca questo ed altro in un sistema di obblighi e di rimedi efficaci in quelle che sono le condizioni normali di esecuzione del rapporto, non solo in quelle straordinarie, e con una linea di scontistica che serva a premiare la pianificazione strategica condivisa, piuttosto che a penalizzare i margini, a sminuire il marchio, e nulla più.

Tale metodo non varrà solo con i clienti, ma anche nei rapporti di lavoro con i partner (sì, quelli che chiamavamo “fornitori di servizi”): tre su tutti, Spedizionieri (soprattutto perché ci si dovrà sempre più decisamente orientare il business al Far East), Banche e Crowdfunding, giacché le alternative alla finanza tradizionale non potranno essere, per le PI, né la Borsa, né l’AIM (il mercato azionario sempre ufficiale, regolamentato, ma più piccolo), né i fondi di private equity, ma neppure i mini bond, per i quali invece si intravede una prospettiva rosea per le MI, le medie imprese.

Occorrerà il nuovo approccio di fare accordi nuovi anche con i finanziatori quindi, sempre in forma scritta, perché il dilettante parla, il professionista scrive, e non sempre ce ne siamo ricordati; non compilare istruttorie, ma presentare progetti, e poi implementarli con i sotto-progetti man mano (secondo il metodo del Project Management), iniziative che siano reciprocamente interessanti e convincenti (si chiamava Business Plan, ricordi?). Il criterio prevalente deve diventare quello per cui il finanziatore avverte fin da subito l’“odore della ciccia”, quella che ne verrebbe anche per lui: nessuna falsa speranza d’altro genere deve condizionare l’impresa, e nessuna cultura dell’alibi e della frustrazione, che veda nel diniego una manifestazione di insensibilità e di incomprensione da miopìa, o di discriminazione a causa della piccola dimensione del richiedente.

Sempre sul fronte degli approvvigionamenti finanziari, nessun commercialista verrà più perdonato – e giustamente – per non aver saputo intercettare, istruire, utilizzare e rendicontare i finanziamenti dei fondi strutturali UE, sia su base regionale, che direttamente su Bruxelles: sono già da ora gli unici strumenti di sovvenzione e di credito agevolato per gli investimenti che contano.

E poi, viene il marketing: act inbound, think outbound, ci sentiamo di esortare. Si consiglia cioè al piccolo imprenditore di diventare, egli ed i suoi collaboratori, la Landing Page dell’azienda stessa (tutte le figure e non solo i “front”, e non tanto perché la distinzione con la funzione “desk” è stata appiattita ormai da un mese dal remote working); la cultura della piccola impresa dovrebbe definitivamente abolire la distinzione tra clienti attivi e prospect, parlare, ragionare ed agire (lo sforzo di attrazione e di fidelizzazione!) unicamente di Lead, di contatti qualificati, da non dare mai per acquisiti, neppure dopo che confluiscono nell’elenco clienti della dichiarazione IVA dell’esercizio.

E si devono costruire, certo, delle landing page continue nel sito, nella e-mail, nelle interazioni social e su mobile, che non lascino mai indifferente NESSUNO di coloro che fa parte della comunità degli Stakeholder. Abolire il pregiudizio di differente peso dell’impatto attrattivo e reputazionale che c’è, ad esempio, tra un cliente ed un membro o istituzione della comunità locale; tra un fornitore ed un istituto di credito, eccetera. Tutti devono essere considerati importanti, essenziali.

Nell’ interfacciarsi ai clienti, va tenuto presente che il concetto di semplice presentazione (catalogo o sito istituzionale statico) è autoreferenziale, spesso non distintivo, e proietta l’approccio aziendale sul versante commerciale, quello in cui il fattore-prezzo comanda: e qui o si é un cost-leader, o si é perso tempo. Creare contenuti, invece, corrisponde a creare valore. Un nome solo per tutto questo, per costruirlo e consolidarlo di continuo, dove i due concetti si confondano? Quello di cui non si dovrà e non si potrà più fare a meno: CRM, che corrisponde a quando dicevamo, nella preistoria (un annetto fa): che il vero Managing Director, e quindi l’azienda virtuosa, ragiona in excel.

PS: Cerco di prevenire le probabili critiche dei fratelli “italianisti” a questo mio articolo, scritto a fin di bene: mi scuso per il frequente e fastidioso (anche per me) utilizzo di termini inglesi. Come dico sempre in aula dove mi capiscono, non è colpa del sottoscritto se il business-english è, per il linguaggio aziendale, quello che il Latino rappresenta per il gergo giuridico: conditio sine qua non, grazie.

Marco Minossi

FONTE:https://scenarieconomici.it/ripartire-eun-po-come-morire-meglio-cambiare-di-marco-minossi/

Droni a caccia di italiani: migranti liberi di spacciare 

IL REATO DI STALKING E ATTI PERSECUTORI

Federica Malvani – 21 04 2020

È sempre più diffuso oggigiorno il fenomeno dello stalking, disciplinato all’articolo 612-bis del codice penale. Questo reato è stato introdotto per la prima volta nel 2009, e da allora sono state migliaia le persone che si sono rivolte alle forze dell’ordine per segnalare gli atti persecutori di cui sono vittime.

Nel 2019 una riforma legislativa ha introdotto la procedura che va sotto il nome di codice rosso, la vittima del reato di stalking ora deve essere sentita entro tre giorni dalla denuncia direttamente dal magistrato del pubblico ministero. Si tratta di una riforma atta a tutelare maggiormente le vittime di questo reato, vediamo di cosa si tratta.

Cosa si intende per stalking?

L’articolo 612-bis c.p. rubricato come atti persecutori detta: “Lo stalking consiste nel perseguitare una persona in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena prevista è la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi”.

Cosa si intende per alterazione delle proprie abitudini di vita?

Per alterazione delle proprie abitudini di vitasi intende che la vittima, a seguito di determinati comportamenti di un altra persona che la perseguita o la minaccia, ha cambiato i suoi orari di lavoro, o il suo luogo di lavoro, o addirittura ha cambiato momentaneamente abitazione perché nutre in se’un forte timore, che non le permette di vivere tranquilla.

Cosa si intende invece per fondato timore?

Per quanto riguarda il fondato timore è il sentimento di paura che si ingenera nella persona offesa per la propria incolumità o per quella di un soggetto terzo, attiene quindi alla sfera psicologica della vittima.

Come elemento soggettivo, si intende il dolo generico, ovvero basta la semplice intenzione contra ius a configurare lo stalking. Non è necessaria, dunque, che si compia il risultato finale, ma è sufficiente la coscienza e la volontà delle singole condotte, cioè la consapevolezza che ognuna di esse andrà ad aggiungersi alle precedenti formando un insieme di comportamenti offensivi e persecutori (ad esempio mandare reiterati messaggi con minacce e offese, anche se non si compie nessuna azione fisica, ad esempio una violenza, bastano a far si che si rientri nel comportamento indicato come stalking).

Ad oggi, è stata integrata la disciplina, infatti, la Cassazione penale con sentenza 2 gennaio 2019, n. 61. ha previsto che basta che la condotta si ripeta anche solo per due volte, sono quindi sufficienti anche pochi messaggi su Whatsapp, o poche telefonate dal tono minaccioso, che possono portare la vittima ad entrare in uno stato di ansia tale da cambiare le proprie abitudini di vita a far configurare il reato. Con la pronuncia citata, la Cassazione ha poi sottolineato,  che non è necessario che  ci sia un incontro fisico tra vittima e imputato. In conclusione, il reato di atti persecutori si configura nel momento in cui la condotta minacciosa del reo destabilizzi l’equilibrio psichico della persona offesa.

Cos’è il codice rosso?

Il codice rosso, introdotto nel 2019 è una sorta di rubrica inserita nel sistema penale, dedicata esclusivamente alle violenze di genere, quindi appunto allo stalking, alle violenze sessuali, maltrattamenti in famiglia. Tuttavia, effettuare una denuncia per stalking, non significa che questa vada direttamente nel codice rosso, chi è vittima di stalking, procederà in primis all’ordinaria denuncia (o ammonimento al questore), a seguito di questa il Pubblico Ministero decidera’, in considerazione dell’ urgenza e degli illeciti narrati, se configurarla all’ interno del codice rosso. Dipende quindi dal caso trattato e dall’ urgenza di dover tutelare la vittima.

Anche nel resto del mondo, questo fenomeno è sempre più diffuso.

Lo stalking  attualmente è dichiarato  illegale nella maggior parte  dei paesi di lingua inglese, tra i quali, gli  USA, il Regno Unito,  l’ Australia, il  Canada e la Nuova Zelanda. In America in particolare, ne sono state vittima anche diversi attori/attrici, i quali hanno svolto numerose campagne di sensibilizzazione in merito.

In Europa, in particolare modo in Spagna, si configura come “delito de acoso” (delitto di stalking), e viene considerato alla stregua di una condotta  diretta ad insultare, minacciare, umiliare in maniera non grave una persona e, pertanto, viene ricondotto nell’ambito dell’art. 620.2 del codice penale e punito come contravvenzione. Tuttavia, nei casi più gravi, rientra nell’ art. 173 del codice penale spagnolo, sui delitti nominati “Torture e offese contro l’integrita’morale”.

I sistemi di tutto il mondo sono sempre più attivi per punire questo fenomeno in costante crescita, sperando che prima o poi, si arrivi ad una situazione che ponga le vittime di questo reato, in uno stato di tranquillità.

FONTE:http://www.salvisjuribus.it/il-reato-di-stalking-e-atti-persecutori/

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

I complici del Coronavirus sono anche a casa tua !

Appena 388 soggetti deceduti «con» il coronavirus nelle ultime settimane in Cina. Erano 2873 il primo marzo 2020 (quasi tutti, il 96%, nella provincia di Hubei), ne sono stati rilevati 3.261 ieri 21 marzo, nell’ultimo conteggio diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).

Se proprio non si può dire che il virus Covid-19 abbia cessato i suoi effetti letali, si può certamente sostenere che da quelle parti ha decisamente frenato la sua virulenza.

L’epidemia è durata, insomma, poco più di due mesi.

Anche in Italia, il fenomeno, quindi, non potrà che cessare.

Se consideriamo che, alla data del 23 febbraio, in Italia i casi di persone soggette al Sars-Cov-2 erano solo 76 ed i deceduti 2 – indicando predetta data come inizio dell’episodio virale nel nostro Paese -, è lecito supporre che per fine aprile anche dalle nostre parti finirà l’incubo che stiamo vivendo.

Dobbiamo “resistere”, “appena” un mesetto ancora … !

Ma finirà comunque, finirà “tutto” bene !

E dopo ?

Sarebbe da pazzi tornare alla normalità quando finirà l’emergenza da Coronavirus

Dopo potremo e dovremo continuare come prima ?

Sarebbe una pazzia !

Vale a dire non aver imparato la lezione, perché, sia chiaro, i virus, come i batteri, popolano il pianeta e quindi ritorneranno a … colpire.

Dunque, la lezione qual’è ? Dico quel che io ritengo che sia.

Se si taglia la spesa sanitaria e si contrae il coronavirus si muore!

La prima è sicuramente quella che c’è bisogno di investire massicciamente sulla Sanità, dopo decenni di tagli insensati, solo per rispettare i vincoli ed i patti economici e scellerati. Riaprire gli ospedali pubblici chiusi per risparmiare, ma solo sulla … salute. Assumere medici e infermieri, investire didatticamente sull’educazione sanitaria ed alimentare.

La Ragioneria Generale dello Stato si vantava in un rapporto pubblicato nel luglio 2019 che « la dinamica della spesa sanitaria corrente ha subito nel tempo un forte rallentamento » attestandosi, nel 2018, ad appena il 6,6 % del PIL.

Per fare un paragone, AltraEconomia un paio di giorni fa ci ricorda che negli ultimi tre anni la spesa militare in Italia è aumentata del 26% (raggiungendo l’1,4% del PIL).

Poco più su ho detto di educazione alimentare. Qui, entriamo nella seconda lezione.

Chi soffre d’ipertensione arteriosa e contrae il coronavirus può morire!

Ci avete fatto caso ? Dati alla mano, desunti dalle cartelle cliniche dei deceduti, l’Istituto Superiore di Sanità ieri ha scritto, tra tanto altro, che il 73,8% dei deceduti erano affetti da ipertensione arteriosa. In buona sostanza, se quei soggetti non avessero sofferto di ipertensione arteriosa, pare che probabilmente non sarebbero deceduti con la complicità del virus Sars-Cov-2 o coronavirus.

Per difendersi dall’ipertensione arteriosa non serve la mascherina chirurgica, ma serve, soprattutto e non solo, convertirsi alla sana alimentazione. Il nemico numero uno degli umani è il sale da cucina, chimicamente identificato con la formula NaCl, ossia da SODIO e CLORO.

Non per caso, infatti, la settimana scorsa si è svolta la “Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale”. Non per nulla l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che di eccessivo consumo di sale muoiono 2,5 milioni di persone all’anno nel mondo.

Ho preso alcune scatolette dalla dispensa poco fa ed ho letto le etichette: In ognuna di queste è scritta la quantità di sale contenuta, per porzione.

E’ difficile trovare un prodotto che indichi meno di un grammo.

E’ più facile trovarne alcuni che raggiungono e superano i due grammi (carne e pesce in scatola).

Dunque, se consideriamo che noi consumiamo tanto pane, contenente circa 2 grammi di sale ogni 100 grammi, saliamo l’insalata e la pasta, consumiamo conserve alimentari (le scatolette della foto), comprendiamo chiaramente che superiamo abbondantemente, addirittura raggiungendo più del doppio, i 5 grammi di sale che, al massimo, potremmo consumare quotidianamente, per stare in riga con le “raccomandazioni” della O.M.S. !

Si tratta di un suicidio lento !

Non serve la fattura del mago, non c’è vaccino che basti, serve tagliare i consumi di sale [1].

Chi respira le polveri sottili PM10 e contrae il coronavirus può morire!

Arriviamo alla terza ed ultima lezione.

Perché si registrano più morti, prevalentemente, nella Pianura Padana ? Ebbene, osserviamo che il 78,4% dei positivi vive tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto; zone ad alto livello di inquinamento dell’aria, in particolare di polveri sottili ( PM10 e PM2,5 ).

« La relazione tra i casi di COVID-19 e PM10 suggerisce un’interessante riflessione sul fatto che la concentrazione dei maggiori focolai si è registrata proprio in Pianura Padana mentre minori casi di infezione si sono registrati in altre zone d’Italia », sostiene gente di scienza come quelli del SIMA, società italiana di medicina ambientale.

In particolare, aggiungono, che « si evidenzia come la specificità della velocità di incremento dei casi di contagio che ha interessato in particolare alcune zone del Nord Italia potrebbe essere legata alle condizioni di inquinamento da particolato atmosferico che ha esercitato un’azione di carrier e di boost ».

Ebbene, domani, passata l’emergenza dovremmo ridere di meno di Greta Thumberg e ridurre

  • l’uso delle autovetture private,
  • degli idrocarburi, del carbone fossile,
  • degli allevamenti intensivi,
  • pure i consumi dei combustibili per il riscaldamento degli edifici.

Se non impariamo la lezione … il prossimo Covid-20 è, e resterà, in agguato !

Credits : Photo by Fusion Medical Animation on Unsplash

[1] Più che di sale è meglio dire di SODIO, perché il cloro svolge azioni benefiche, quindi quando compriamo facciamo la spesa (o anche l’acqua) è bene leggere le etichette e, meglio ancora, preferire il prodotto fresco a quello industriale e conservato (pieni, appunto, di sale). Pure per quanto riguarda l’acqua, al supermercato è bene leggere quanti milligrammi ne contiene, quindi è bene scegliere quella iposodica, cioè a basso contenuto di sodio.

FONTE:https://www.fronteampio.it/i-complici-del-coronavirus-sono-anche-a-casa-tua/

 

 

 

 

CULTURA

IL TEMPO DELLA NOIA

Molto probabilmente, a voler fare un presuntuoso esercizio di immedesimazione, questo triste tempo, che i più fortunati di noi sono costretti a vivere tra le mura domestiche, sarebbe stato definito da Martin Heidegger «il tempo della noia profonda».

Siamo forse attanagliati dalla paura e dall’angoscia per il rischio a cui ci sentiamo esposti, a causa di un invisibile virus che sta piegando la realtà storica odierna e che ha costretto tutti a soffermarsi sul senso di finitezza di cui siamo intessuti profondamente. Ciononostante, la paura e l’angoscia sono sensazioni che portano con sé un carico emotivo non indifferente e che, per tale ragione, non possono che essere provate brevemente ma con forte intensità dal momento che, se si prolungassero nel tempo, l’essere umano si bloccherebbe in una paralisi depressiva. Cosa che non accade, invece, per la noia, altra Stimmung fondamentale dell’essere umano, la quale ha un’intensità emotiva minore e, dunque, può essere provata con costanza nel tempo, soprattutto se si è costretti ad un lockdown totale. Per non parlare del fatto che mai, anche nelle nostre fantasie più sfrenate, avremmo immaginato che “la fine del mondo” si sarebbe presentata a noi in maniera così poco entusiasmante. Nessun alieno pronto a conquistare la Terra, nessuna montagna di fuoco o suono di tromba degli angeli, ma solo un silenzio insopportabile che invade le strade e migliaia di esseri umani in pigiama ad annoiarsi sul divano.

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Ma, ritornando a noi, cosa significa essere annoiati o vivere la noia? Indubbiamente, tutti abbiamo fatto esperienza della noia almeno una volta nella vita (probabilmente la domenica pomeriggio) e il ricordo che immediatamente associamo a questo stato d’animo è quello del tempo che si ferma e, non a caso, il termine tedesco usato per designare la noia è quello di Longe-weile, che letteralmente significa “tempo lungo”. L’immagine è quella di una persona seduta nella sala d’attesa del medico o in stazione ad attendere un treno in ritardo mentre cerca di “ammazzare il tempo” guardando il cellulare o sfogliando una rivista. Tutto questo è un’esperienza fin troppo comune e vivida nella memoria di ognuno di noi.

Ma soffermiamoci un attimo sull’espressione “ammazzare il tempo”, perché è proprio qui, tra le pieghe del nostro linguaggio , che si dis-vela il senso profondo della noia. Con tale modo di dire, è come se il tempo non assumesse più un carattere astratto ma si materializzasse in qualcosa di pesante e insopportabile, una carcassa o un fardello che portiamo addosso alla stessa maniera di Sisifo. Non si tratta più semplicemente di “perdere tempo” eludendolo ma, in maniera più radicale, abbiamo bisogno di macchiarci di una colpa capitale, uccidendo la possibilità stessa della nostra esistenza (un po’ come Edipo che uccide suo padre). Il tempo della noia, infatti, è tempo che grava, ci tiene nella sua stretta immobili e, non a caso, Heidegger definisce la noia un «paralizzante esser-colpiti dal corso esitante del tempo e dal tempo in generale, un esser colpiti che a suo modo ci opprime» [1].

Noia

Edward Hopper, Morning Sun, 1952–1952

Ma in che maniera il tempo esitante e, dunque la noia, ci opprimerebbe? Secondo l’Heidegger del 1929-1930, ciò avviene attraverso l’Esser-lasciati-vuoti e l’Esser-tenuti-in-sospeso, che sono i due momenti essenziali di questa esperienza che stiamo analizzando. Quando non siamo annoiati, infatti, «siamo assorbiti  [hingenommen] dalla cose, addirittura perduti in esse, spesso persino storditi [benommen] da esse» [2], mentre, nella noia, viviamo un momento di sospensione, quasi di abbandono nel vuoto ed è, in quel preciso istante, che le cose smettono di interrogarci, di rapirci e perdono il fascino che ci teneva inchiodati ad esse. Cercare un passatempo (leggere la rivista, chattare con gli amici) altro non è che un modo per tenerci lontani dal vuoto in cui le cose, ormai mute, ci hanno gettato.

«Mentre nel primo caso di noia lo sforzo è rivolto a soverchiare la noia attraverso lo scacciatempo, gridando più forte per non doverla ascoltare, e nel secondo caso il tratto distintivo è un non-voler-ascoltare, abbiamo ora l’essere costretti ad ascoltare, un venir-costretti nel senso della costrizione che appartiene a tutto ciò che nell’esser-ci è autentico, il quale esserci è dunque in relazione con la libertà più intima». [3]

Il secondo momento essenziale della noia è quello dell’Esser-tenuti-in-sospeso e che ha sempre a che fare con la dimensione temporale. Ora siamo «sollevati al di fuori del flusso del tempo», il quale non è più gravante ma sospeso, e ciò che accade è il venir meno di tutte le infinite possibilità. Tutto si ferma, persino la mia volontà di poter fare questo o quello giace immobile sbaraccando lo scenario entusiasmante delle potenzialità umane. È come se il mondo stesso dicesse «no, grazie» alle mie possibilità di godere di esso, cosicché l’annoiato si sente esiliato dal mondo e dalla vita, imprigionato in una dimensione di rifiuto e frustrazione.

«Il rifiutarsi parla di queste possibilità dell’esserci […] mostra anche qualcos’altro, accade l’emergere delle possibilità, che l’esserci potrebbe avere, ma che proprio in questo annoiarsi giacciono inattive [brachliegende]» [4].

Heidegger stesso utilizza come metafora del secondo momento della noia il maggese, cioè il terreno incolto. Il verbo tedesco brachliegen significa appunto: lasciare a maggese, inattivo. Ed è proprio così che ci sentiamo quando veniamo attraversati da questa tonalità affettiva: siamo un terreno potenzialmente fertile ma lasciato lì, a riposare, ad aspettare un tempo e una stagione migliore. Tuttavia, è proprio da questa immobilità e sospensione, da questa sorta di “impossibilità delle possibilità” che si manifesta la Possibilità pura, o come la chiama Heidegger, «la possibilitazione originaria» del Dasein, la quale ha il fine di schiudere (Ershlossenheittutte le possibilità autentiche dell’Essere.

FONTE:https://www.frammentirivista.it/noia-filosofia-martin-heidegger/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Coronavirus : L’ISTAT da i numeri, Repubblica da le Fake News

« ISTAT: Coronavirus, nel Nord morti quadruplicati nei primi 20 giorni di marzo ».

Questo il titolone uscito dal potente altoparlante del quotidiano La Repubblica dello scorso 1 aprile [1]. La notizia è falsa, o per meglio dire, il titolo è vero, ma il giornale riporta un dato statistico falso.

Probabilmente non è un titolo di rilevanza penale, da art. 658 del Codice Penale, giusto per essere esattamente corretto, poiché il pericolo di essere contagiato dal coronavirus effettivamente c’è, come esiste l’allarme capillarmente diffuso alla popolazione.

Si tratta, tuttavia, di una Fake News che ingigantisce i dati reali con l’unico fine, apparente, di speculare sulla morte, sul terrore e per vendere più giornali con la relativa pubblicità.

Che La Repubblica scriva che il numero dei morti si è quadruplicato “nel Nord” è un azzardo.

L’ISTAT ha pubblicato nei giorni scorsi una tabella che raffrontava i morti, indipendentemente dalla causa specifica del decesso, nel periodo compreso tra il giorno 1 ed il successivo 21 marzo 2020, rispetto al precedente periodo del 2019.

La predetta tabella non era esaustiva, ma era limitata ai decessi avvenuti in 1.084 comuni, cioè ad 1/8 (12,50%) dei comuni italiani e, quindi, non tutti.
Insomma, solo un campione e peraltro disomogeneo.

Anche il sottotitolo « I dati drammatici sulla mortalità in Italia: decessi cresciuti a Bergamo del 400 per cento » può qualificarsi Fake News.

I dati ISTAT riportano, per lo sfortunato comune lombardo, e per il periodo preso in esame, l’aumento del 294%. Non lieve, ovviamente, ma non certo del 400%. E’ possibile che il quotididiano La Repubblica si limiti all’analisi del numero dei deceduti di solo sesso maschile, il cui dato ISTAT – in effetti – schizza al 402,6%. Ma il giornale non lo precisa facendo così credere che l’intero dato comunale è cresciuto, drammaticacamente, del 400%.

Perché ?

Lo scopo è evidente : amplificare l’allarme e calamitare l’attenzione del lettore, ma nella migliore delle ipotesi.

Scarto l’ipotesi di una sistematica e scientifica volontà di contribuire a terrorizzare la popolazione e, conseguentemente, sostenere l’azione del governo PD-M5S che ha deciso il confinamento a casa della popolazione. In buona sostanza, la limitazione dei Diritti civili e costituzionali riconosciuti al genere umano. Ma quest’ultimo tema l’ho già affrontato. Per approfondirlo lascio il link sottoindicato.

Assodata la carenza di professionalità della stampa “autorizzata” dal regime, addentriamoci nell’esame dei dati pubblicati dall’ISTAT.

I dati dell’ISTAT : variazioni dei decessi di marzo tra il 2020 e il 2019

Riporto i dati più significativi di alcuni comuni capoluogo che, avendo più abitanti e dunque più morti, anche in periodi di ordinarietà.

Comune Morti
2019
Morti
2020
Var.
Num.
di cui
età +85
Var.
%
Alessandria 79 91 12 7 + 15,0%
Aosta 27 34 7 2 + 25,9%
Imperia 31 45 14 6 + 45,2%
Savona 46 65 19 6 + 41,3%
Milano 885 1.039 154 107 + 17,4%
Bergamo 101 398 297 149 +294,1%
Brescia 134 281 147 21 +109,7%
Pavia 55 78 22 7 + 41,8%
Cremona 54 136 82 39 +151,9%
Mantova 41 50 9 6 + 22,0%
Modena 155 159 4 – 1 (!!) + 2,6%
Pistoia 66 82 16 9 + 24,2%
Grosseto 57 69 12 8 + 21,1%
Lodi 32 38 6 8 + 18,8%
Verbania 20 34 14 1 + 70,0%

I dati del comuni di BergamoBrescia e Cremona, appaiono effettivamente fuori media e quindi preoccupanti.

Gli altri Comuni, invece, presentano oscillazioni tutto sommato normali. Rispetto alle morti dei tempi ordinari, le variazioni post-coronavirus sono in numero assoluto minime.
Possibile, d’altro canto, che da quelle parti si muoia solo per coronavirus e che le altre patologie mortali siano state debellate ?

Per altri versi, ritengo che proporre paragoni su un solo anno e non su un più lungo periodo – ad esempio: un decennio – rende il dato statistico inattendibile e quindi inidoneo per dimostrare l’assunto della situazione drammatica che vuole fare credere La Repubblica.

Due esempi per dimostrare l’inattendibilità dei dati ISTAT

Giovano un paio di esempi per corroborare questa mia affermazione.

In diversi Comuni prima indicati, i decessi di donne crescono di pochissimo quanto non calano :

  • Savona crescono di sole 2 unità,
  • Lodi di 3,
  • Pistoia di 5,
  • Pavia di 7,
  • Milano di sole 28 (+5,4%),
  • Mantova, addirittura, scendono del 10% (due unità),
  • Modena calano addirittura del 14,1% (quattordici decessi in meno nel 2020 rispetto al 2019).

L’effetto coronavirus non esiste, quindi, per le donne ?

Al contrario, nel periodo considerato (1-21 marzo 2020), i decessi crescono considerevolmente in tre comuni della Sicilia rispetto all’anno 2019.

Per la precisione, in provincia di Trapani :

Comune Morti
2019
Morti
2020
Var.
Num.
di cui
età +85
Var.
%
Erice 20 29 9 6 + 45,0%
Mazara 22 32 12 1 + 45,0%
Pantelleria 1 8 7 2 +300,0%

Ad Erice, in particolare, il dato degli uomini deceduti è cresciuto del 57,1 %; a Mazara del Vallo, invece, quello delle donne morte è salito del 60%.

UN DISASTRO ?

Come riporta anche il giornale online TP24.it, in provincia di Trapani i decessi per coronavirus, al momento, sono solo 4:

  • un mazarese di 78 anni, deceduto nell’ospedale a Marsala il 6 aprile;
  • un castellammarese, morto nell’ospedale di Partinico il 3 aprile;
  • un trapanese di 94 anni, spentosi il 31 marzo;
  • un marsalese, spirato il 27 marzo.

Non può sfuggire pertanto, che i decessi del periodo 1-21 marzo registrati nei Comuni di Erice, Mazara del Vallo e Pantelleria non sono addebitabili all’influenza da virus SARS-Cov-2, ma ad altre cause, quale la naturale vecchiaia, la salute minata dalle malattie ricorrenti (neoplasie, infarti, ischemie, …), gli incidenti sul lavoro, sulla strada e tanto altro, purtroppo.

Questo minuscolo campione di decessi, è stato utile per dimostrare che si muore anche senza il concorso del coronavirus, oltre a ribadire con forza che è colpevole amplificazione di allarmismo quello diffuso da La Repubblica e, in generale, dalla stampa e dalle televisioni di Stato, dalle private a diffusione nazionale, oltre alle minori di interesse locale.

Non voglio apparire negazionista, non voglio essere frainteso come sostenitore della non pericolosità del coronavirus o, addirittura, che non esista e che i ricoveri ed i decessi siano solo chiacchere di bar, ma desidero solo ribadire che è la “stampa autorizzata” dal regime a scrivere Fake News ed a diffondere allarme e terrore e che dal regime fanno sapere tutto il contrario.

L’invito, quindi, come al solito è quello di non credere ai politici del regime ed ai giornalisti “embedded”, ma ricercare sempre la fonte.

La fonte che ho commentato è qua, scaricabile, ed esaminabile individualmente, senza la mediazione di alcun soggetto interessato per denaro o per colore politico.

[scarica qui il file dell’ ISTAT sui decessi– richiede excel].

Note :

[1] Repubblica online, dell’1 aprile 2020
[2] Ad Alessandria, Imperia e Grosseto sono stranamente, in controtendenza col dato nazionale, i decessi di donne a crescere maggiormente : rispettivamente +25%, +92,3% e +26,5%.

FONTE:https://www.fronteampio.it/coronavirus-listat-da-i-numeri-repubblica-da-le-fake-news/

 

 

 

 

La guarigione

Aggiornate le indicazioni dell’European Centre Disease Prevention and Control (ECDC) sui criteri di dimissione e di isolamento per i malati COVID-19, una riflessio

ne sul principio di precauzione

L’European Centre  Disease Prevention and Control (ECDC) ha aggiornato l’8 aprile 2020 le proprie indicazioni sui criteri di dimissione ospedaliera e di isolamento per i pazienti COVID-19 positivi alla luce dell’aumentata diffusione del  SARS-CoV-2, di una trasmissione comunitaria sostenuta e della crescente pressione sui sistemi di assistenza sanitaria e sui laboratori di diagnostica.

I criteri sono stati emessi con l’intenzione di consentire agli ospedali di poter dimettere i pazienti le cui condizioni di salute sono migliorate e quindi mantenere la capacità assistenziale.

I nuovi criteri di dimissione ospedaliera e di isolamento, a domicilio o presso strutture assistenziali, prevedono che i pazienti COVID-19 dovrebbero mostrare una piena risoluzione della loro sintomatologia e risultare negativi al test diagnostico sul tampone naso-faringeo per essere dichiarati guariti.
Fin qui sembra effettivamente tutto logico.

Tuttavia, l’ECDC considera che, nel contesto di una trasmissione diffusa a livello locale e di una limitata disponibilità di test diagnostici, sia ammissibile dichiarare la guarigione in base ai soli criteri clinici.

Le linee guida prevedono, in questo contesto, che l’isolamento termini, a seconda della gravità della malattia, quando siano trascorsi almeno 8 o 14 giorni dall’insorgenza dei sintomi, la febbre sia assente da almeno almeno tre giorni e vi sia una riduzione generale degli altri sintomi. Visite di follow up dei pazienti sono consigliate solo per alcuni del pazienti previamente ospedalizzati e non per persone che non abbiano avuto necessità di ricovero ospedaliero.

L’ECDC nelle sue premesse afferma che l’elaborazione dei nuovi criteri riflette le informazioni disponibili al momento della pubblicazione.

Sembra tuttavia che tale elaborazione sia basata esclusivamente sui valori medi riportati in letteratura scientifica [sull’evidenza limitata fornita da un studio che indica una persistenza della carica virale fino a una settimana dopo l’insorgenza dei sintomi in casi lievi o per un tempo più lungo per i casi più severi (con un picco nella seconda settimana)] senza tenere conto dei valori estremi che, anche se privi di supporto statistico testimoniano la possibilità che un determinato evento possa comunque verificarsi.

Nella premessa del documento si riporta, infatti, che sono stati riscontrati casi di prolungata positività nel tampone oro-faringeo (fino a 37 giorni dall’insorgenza dei sintomi) e nelle feci (più di un mese dopo l’infezione in pazienti pediatrici). Inoltre, l’RNA virale è stato ritrovato nelle feci a partire da cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi fino a 4-5 settimane dopo in casi moderati, così come nel sangue, nel siero, nella saliva e nelle urine.

Ancora, si afferma che la dose infettante non è stata determinata e, quindi, non è ancora chiaro quante particelle virali siano necessarie per infettare una persona.
Ancora, non ci sono evidenze sulla durata della contagiosità dopo la scomparsa della febbre.

Nell’ambito del Regolamento sanitario internazionale i singoli Stati notificano ufficialmente al WHO solo il numero di casi confermati e il numero dei decessi dovuti al nuovo agente patogeno. In questo contesto nessuno sa quanti siano i guariti e ogni stato sta adottando i propri criteri nel considerare i pazienti guariti e quindi nel mettere fine al loro isolamento.

Negli ultimi giorni si stanno susseguendo diverse notizie sugli organi di stampa riguardo al fatto che molti pazienti risultano positivi al test diagnostico per un periodo di tempo superiore rispetto a quanto ci si aspetti (le 2 settimane precedentemente citate). Un esempio relativamente famoso riguarda la ministra delle pari opportunità del governo spagnolo Irene Montero. In un’intervista televisiva a Telecinco lei stessa ha dichiarato di essere ancora positiva al test dopo un mese di quarantena. La ministra ha riferito aver avuto dei sintomi lievi, senza febbre e ormai completamente risolti da molti giorni (almeno 15 in base ad una precedente intervista del 28 marzo).

Spagna ed Italia sono tra le poche nazioni in Europa che utilizzano il test diagnostico per dichiarare i guariti e mettere fine all’isolamento dei casi COVID-19 positivi (anche la Germania lo fa, ma attualmente nelle sue comunicazioni ufficiali i guariti dichiarati sono stimati applicando un modello statistico). Tuttavia, mentre in Italia sono necessari due test negativi in un intervallo di 24 ore per dichiarare la guarigione in Spagna è necessario un solo test negativo.

Confrontando i dati dei guariti dichiarati da Italia e Spagna (dai dati riportati il 17 aprile 2020 dal database curato dalla Johns Hopkins University) ci accorgiamo che in Italia i guariti sono il 23.77% del totale dei casi mentre in Spagna sono il 40.44%.

L’insorgenza della malattia in Spagna e’ avvenuta con ritardo rispetto all’Italia, ma la percentuale dei guariti risulta nettamente superiore rispetto all’Italia, quasi doppia.

Esiste la possibilità che un solo test non sia quindi sufficiente per assicurare la completa eliminazione del virus dall’organismo (si esistono anche i falsi negativi).

Quello che noi sappiamo e’ che, nel contesto della valutazione dei rischi e nella scelta delle misure di gestione, si può fare ricorso al principio di precauzione. Il principio di precauzione permette di adottare rapidamente misure di contenimento/mitigazione di un determinato pericolo (per l’uomo, gli animali, le piante o l’ambiente in generale) se i dati scientifici disponibili non sono sufficienti a valutare adeguatamente il rischio.

Adottare dei criteri poco stringenti, addirittura senza test diagnostico, per considerare una persona guarita potrebbe portare ad una mancata identificazione di casi che potrebbero costituire ancora una fonte di possibile contagio.

Mentre milioni di persone sono strette nella morsa del lockdown e gli stati registrano immense perdite economiche l’uso dei criteri suggeriti dall’ECDC potrebbe portare una seconda ondata epidemica che potenzialmente potrebbe essere peggiore della prima con conseguente perdurare nel tempo di situazioni di emergenza sanitaria e ulteriore peggioramento delle condizioni economiche dei paesi UE.

Applicare il principio di precauzione prolungando il periodo di isolamento dei pazienti COVID-19 in base ai valori estremi riscontrati (ad esempio almeno 37 giorni dall’insorgenza dei sintomi) potrebbe decisamente giovare a tutti. Si ridurrebbe la possibilità che queste persone possano essere ancora fonte di contagio, si darebbe loro la possibilità di superare la malattia evitando possibili ricadute e si permetterebbe agli altri di poter passare alla famosa fase 2, di allentamento delle misure di lockdown, in maggiore sicurezza.

Se non ci sono reagenti per i test, sicuramente possiamo trovare le risorse per supportare l’isolamento prolungato di questo persone. Loro hanno solo bisogno, come tutti noi, di cibo, acqua, un tetto sulla testa, tranquillità e cure mediche di base. Il costo di tutto questo credo non sia comparabile alle migliaia di euro che costano le terapie intensive e soprattutto alla morte di tante altre persone.

FONTE:https://www.infosec.news/2020/04/21/speciale-coronavirus/la-guarigione/

 

 

 

ECONOMIA

La “benevola” UE e l’Europa con la E maiuscola

Roberto Bizzarri (*) – 21 aprile 2020

Relativamente all’antieuropeismo diffuso noto sommessamente che la benevola europa con l’euro voluto e imposto anche con una tassa qui da noi, ha sistematicamente massacrato tutti i nostri settori portanti impedendo di fatto che lo stato nazionale concedesse aiuti locali, in nome di un principio di concorrenza perfetta, applicabile solo da noi e non altrove. Quote latte, quote agricole, disfacimento della filiera dell’acciaio, cantieristica navale e da diporto, chimica di base, agroindustria di prodotto. E via cosi.

Per concludere il pacchetto ha sanzionato i nostri aiuti alle banche e ha usato soldi comuni per rimettere in piedi e loro (tedesche e francesi) mettendo economie e popolazioni in ginocchio (vedi cura Mes e Troika in Grecia). Nondimeno la benevola UE incassa da noi oltre 10 mld annui come chip di partecipazione al gioco, oltre a altri 15 mld tra spese per accoglienza (tutta sulle nostre robuste spalle) e fantomatiche politiche di integrazione socio economica (diametro delle salsicce, spessore dei corrugati per impianti elettrici, altezza dei cavolfiori e lunghezza delle sardine).

Allora, con tutto il rispetto per chi ha pensato all’Europa con la E maiuscola, penso che il sentimento anti europeista, anche se proposto da un popolo molto cicala e poco formica, che ha un debito di 2400 mld praticamente non rimborsabile neanche se il prossimo cinquantennio avessimo un PIL del 20% annuo (e non l’attuale meno 5%) forse ci sta tutto.

A mio modestissimo parere di addetto ai lavori, penso che sia necessario uscire dalla UE, pagare quanto va pagato, ricominciare a battere moneta sapendo di un minus valore del 20-30% rispetto all’euro, avere un’inflazione entro il 5-7% e sperare che chi avrà le palle per fare tutto ciò ne capisca almeno un po’ di macroeconomia.

 

(*)    Roberto Bizzarri – Roma 1958

Economista • Già docente a contratto presso l’Università di Cassino fino al 2012, dove ha svolto gli insegnamenti di Analisi Economica e Sviluppo del Territorio, Economia Eco-Sostenibile, Economia dei Mercati ed Economia dei Consumatori. • Docente nei master post-laurea in “Internazionalizzazione delle aziende” (2015-2019) presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. • Docente nella formazione aziendale rivolta al settore bancario e finanziario, presso cui svolge incarichi di consulenza, principalmente nelle ristrutturazioni aziendali e nella realizzazione di nuove strutture bancarie. • Attivo nella predisposizione, analisi e valutazione di progetti d’investimento in tutti i principali settori economici, con particolare specializzazione verso le imprese bancarie, industriali, GDO e turistico/ricettive. • Ha valutato, nel periodo 1986/2020, direttamente e/o per conto di banche ed enti finanziari pubblici e privati, progetti per oltre 4,2 €/miliardi con agevolazioni finanziarie per circa 1,7 €/miliardi.

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Da “primus inter pares” a “dominus”. Come Conte ha instaurato la dittatura 

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In parecchi mi hanno chiesto di fare luce, con un linguaggio semplice e contenuti brevi, se sia legittimo o meno che il Presidente del consiglio dei ministri continui a limitare così pesantemente – di settimana in settimana – le libertà fondamentali di sessanta milioni di italiani, attraverso semplici decreti del presidente del consiglio dei ministri (DPCM). Tanto più che nella tarda mattinata di oggi è uscita la bozza di un nuovo decreto, sul cui contenuto si sta decidendo in queste ore, nel quale si parla di misure restrittive addirittura fino a fine luglio.

Il megafono del Quirinale, o quantomeno così passa il giornalista Marzio Breda del Corriere, in un virgolettato scrive che il Presidente della Repubblica avrebbe garantito la legittimità costituzionale di quello che sta avvenendo: “La Costituzione affida al governo il compito e gli strumenti per decidere“. Lo mette in virgolettato, quindi – salvo smentita del Colle – queste sarebbero le parole del Capo dello Stato.

Nel merito, vorrei svolgere una breve riflessione di natura costituzionale. L’ho fatto in un mio post su facebook, seppur di contenuto essenziale, che qui di seguito ripropongo:

Vorrei capire cosa intende il Presidente della Repubblica quando dice che, in casi come questi, la Costituzione affida al governo il compito e gli strumenti per decidere.
Se si riferisce ai decreti legge (art. 77 della Costituzione), questi, pur se atti di fonte primaria – aventi forza di legge – e pur se convertiti in legge dal Parlamento nel termine perentorio dei sessanta giorni, non possono delegare ai DPCM, atti di fonte secondaria, di sospendere le libertà fondamentali (soprattutto senza un limite temporale ben definito). In nessun caso. Anche perché i DPCM non solo non sono soggetti al vaglio parlamentare, ma nemmeno a quello collegiale del consiglio dei ministri. Il Presidente del consiglio, con questo modo di operare, non è più quindi “primus inter pares” (primo tra i suoi pari) ma “dominus” (signore, capo indiscusso).
I cosiddetti “poteri necessari”, invece, sono attribuiti dalle Camere al governo solo in caso di guerra (art. 78 della Costituzione). E non è questo il caso.
Tutto il resto è dittatura dell’esecutivo. Con il silenzio assordante del Colle e del Parlamento.

Giuseppe Palma

FONTE:https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2297637593870177&id=100008718763330

 

 

 

 

I dubbi (costituzionali) sulla App di tracciamento

20 04 2020

Pd: dovrà discuterne il Parlamento

Roma, 20 apr. (askanews) – “L’app di tracciamento sarà un pezzo importante della prossima stagione in cui dovremo convivere con il coronavirus. Mi limito a ricordare che in Italia vige comunque una Costituzione che non può essere elusa, soprattutto nella parte dei diritti fondamentali.Quel che è certo è che dovrà discuterne il Parlamento”. Lo afferma in una nota il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andra Marcucci.

Pol/Bac/Int2

FONTE:http://www.askanews.it/politica/2020/04/20/i-dubbi-costituzionali-sulla-app-di-tracciamento-top10_20200420_151907/

 

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

TRUMP SOSPENDE OGNI IMMIGRAZIONE NEGLI USA

21 Aprile 2020 – Guido da Landriano

Una notizia rapida,ma importante, ed un breve commento. Il presidente Trump ha emesso un ordine esecutivo che blocca, temporaneamente, ogni immigrazione negli USA:

https://www.fronteampio.it/byoblu-lintervista-a-montanari-cancellata-da-youtube/

I motivi sono chiaramente due :

  1. la necessità di limitare gli spostamenti di persone in un momento epidemico, anche illegali, anche solo per la speranza di avere un giorno una regolarizzazione;
  2. il fatto che evidentemente si attende una crisi talmente grave da far saltare il mondo dell’occupazione USA e quindi si chiudono le porte per evitare ulteriori tensioni.

In Italia il ministro Bellanova preferisce predicare per la regolarizzazione di centinaia di migliaia di migranti invece che offrire l’opportunità a milioni di disoccupati, anche temporanei italiani. Perchè il governo italiano non ha idea di quello che sta capitando e ragione con una vuota testa ideologica. Presto, con questa gente, vedrete i forconi in piazza….

FONTE:https://scenarieconomici.it/trump-sospende-ogni-immigrazione-negli-usa/

 

 

 

POLITICA

L’app «anti-virus» preoccupa i partiti

Il tracciamento digitale che dovrebbe aiutare a contrastare il contagio allarma opposizione e maggioranza e in serata arriva dal governo una rassicurazione: il Parlamento è sovrano e la privacy verrà garantita

21 04 2020

ROMA (ASKANEWS) – L’app «anti-virus» preoccupa i partiti, il tracciamento digitale che dovrebbe aiutare a contrastare il contagio allarma opposizione e maggioranza e in serata arriva dal governo una rassicurazione: il Parlamento è sovrano e la privacy verrà garantita. Tracciare i movimenti delle persone è una delle strategie di cui si parla da settimane, l’esempio della Corea del Sud – che ha contenuto i contagi – ha spinto molti virologi a chiedere che anche qui si adotti una misura analoga.

Ma monitorare ogni spostamento in ciascun minuto della giornata è roba delicata, da «grande fratello», e inevitabilmente è scattato l’allarme: «Usare le nuove tecnologie per combattere il virus è utile, ma con tutte le garanzie dovute ai cittadini italiani», ha attaccato Matteo Salvini. «Un commissario non può certo derogare dai diritti costituzionali senza che sia il Parlamento, e quindi il popolo, ad essere investito di decisioni così delicate. La strada scelta dal governo è pericolosa. La nostra libertà non è in vendita».

Simili le parole di Giorgia Meloni: «Occorre andarci con i piedi di piombo perché il rischio è sempre molto alto. Per questo è assolutamente impensabile che basti una semplice ordinanza per diffondere il software: un passaggio in Parlamento è d’obbligo».

Ma anche Pd, Leu e esponenti M5s hanno messo in guardia il governo. L’app è uno strumento «importante», ha detto il presidente dei senatori democratici Andrea Marcucci ma «mi limito a ricordare che in Italia vige comunque una Costituzione che non può essere elusa, soprattutto nella parte dei diritti fondamentali. Quel che è certo è che dovrà discuterne il Parlamento». Analoga la posizione del capogruppo alla Camera Graziano Delrio: «E’ necessario che la materia venga esaminata dalle Camere».

Non è solo una questione di metodo da seguire. Filippo Sensi, deputato Pd, contesta l’ipotesi di limitare la libertà circolazione alle persone che non accetteranno di installare l’app sul proprio telefono: «Decisioni che mettano capo a cittadini di serie A e di serie B sono contro la Costituzione. Il sistema a punti lasciamolo ai Paesi autoritari».

Un fuoco di fila al quale il governo ha dato una risposta in serata, durante la riunione tra i ministri Francesco Boccia e Paola Pisano, il commissario Domenico Arcuri e i presidenti delle regioni. «Il Parlamento è sovrano», ha assicurato Boccia. Tradotto, significa che l’app non sarà entrerà in vigore con un’ordinanza del commissario ma sarà previsa da un decreto legge ad hoc o inserita in un decreto attualmente in discussione. Inoltre, ha chiarito Boccia, verrà rispettata la privacy dei cittadini e la gestione e la conservazione dei dati sarà affidata allo Stato e non a privati.

FONTE:https://www.diariodelweb.it/politica/articolo/?nid=20200421-546461

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Il marchio della bestia è stato brevettato, da Microsoft

21 Aprile 2020 posted by Nicoletta Forcheri

Ed è li che si avverò la profezia biblica:

Apocalisse 13,16-18
16 Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 17 e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.  Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. (666)

Questa volta come finisce?

In questa guerra totale ai popoli, l’Italia è il bersaglio numero uno, sia per il fatto di essere la culla della nascita della partita doppia, della cambiale e della banca – avremmo tutti gli strumenti per uscire da questa matrix monetaria –  sia per il fatto di essere la culla del cristianesimo, religione che l’elite ha preso di mira perché un (vero) cristiano,  che sia credente, praticante o semplicemente di cultura cristiana, mai si lascerebbe mettere il microchip sotto pelle per pagare, gli ricorderebbe troppo il marchio della bestia. (Non si spiega altrimenti questo accanimento contro le onoranze funebri, la chiusura delle chiese, la sospensione delle messe e questo obbligo generalizzato alla cremazione.)

Eppure è proprio questo che il deep state del mondo ha in mente.

E  a tal proposito recentemente, il 26 marzo 2020, è stato pubblicato un brevetto dalla Microsoft Technology Licensing LLC  (Washington) all’Ufficio dei brevetti statunitense (dossier presentato il 20 giugno 2019) così intitolato:

(FR) SYSTÈME DE CRYPTOMONNAIE UTILISANT DES DONNÉES D’ACTIVITÉ CORPORELLE

Una cripto valuta che utilizza i dati delle attività corporee.

Si tratta di un sistema di “mining” che invece di utilizzare le capacità computazionali di una macchina, utilizza il “lavoro” del corpo  umano come “sottostante” per creare la moneta.(1)
(Nel mondo della blockchain si utilizza l’immagine della miniera d’oro per esaltare dogmaticamente la moneta aurea, merce, come sistema perfetto. Niente di più falso)

La descrizione recita:

L’attività del corpo umano associata a un compito fornito ad un utente può essere utilizzata in un processo di mining di una cripto valuta. Un server può fornire un compito al dispositivo di un utente ad esso collegato per comunicare. Un sensore collegato o incluso nel dispositivo dell’utente può rilevare l’attività corporea dell’utente. I dati relativi all’attività corporea possono essere generati in base all’attività corporea rilevata dall’utente. Il sistema di cripto valuta della presente invenzione, che è collegato per comunicare con il dispositivo dell’utente, può verificare se i dati di attività corporea dell’utente soddisfano una o più condizioni definite dal sistema, premiando l’utente i cui dati dell’attività corporea siano stati verificati, con un premio in cripto valuta.

Si tratta in altre parole di assegnare dei compiti al capo di bestiame che nel corso della loro esecuzione verranno controllati  da un dispositivo – con sensore – che ne misurerà i parametri corporali (cfr. qua): riceveranno in premio la cripto solo se avranno effettuato il “lavoro”. Si tratta di sostituire le attività computazionali delle macchine, per il mining, con le attività umane corporee associate a un compito assegnato a un utente in un sistema di moneta digitale.

Il mining – letteralmente “minare” – è quel processo grazie al quale vengono creati nuovi bitcoin e cripto monete, e le transazioni vengono trasferite in rete: si tratta di un sistema di calcolo che normalmente richiede macchine estremamente efficienti per risolvere problemi di algoritmi che consentano la proof of work, cioè il collaudo del lavoro di calcolo e l’autorizzazione della transazione. Nella descrizione dell’invenzione brevettata, la rilevazione dei dati corporei viene vantato come un metodo efficace per sostituire il costoso processo di mining con l’attività fisica dell’utente. Molto più economico!!! Vuoi mettere?

In altre parole è come avere un guinzaglio a sensore che verifica se il nostro corpo sta lavorando. O come essere una mucca con uno spremilatte attaccato alla mammella. Il sistema del bastone e della carota raffinato con la tecnologia dei sensori e del digitale…applicato al bestiame umano.

E cosa si intende per lavoro e attività corporea? Solo un esempio: “Un’onda cerebrale o il calore del corpo emesso dall’utente quando effettua il compito richiesto da un fornitore di informazione o di servizi, come ad esempio guardare una pubblicità o utilizzare alcuni servizi internet (…)”.

In un paragrafo della descrizione si illustra che cosa si intende per attività corporea dell’utente. 

“L’attività corporea può includere, ad esempio, in modo non esauriente, una radiazione emessa dal corpo umano, le attività cerebrali, i flussi umorali corporei (ad esempio, il sangue), l’attività o il movimento di un organo, il movimento fisico o qualsiasi altra attività che può essere rilevata e rappresentata per immagini, onde, segnali, testi, numeri, gradi o in qualsiasi altra forma di informazione o dato.”

E poi, vi è la descrizione delle onde cerebrali in uno scenario spaventoso che lascia immaginare situazioni di condizionamento del pensiero totale.

“Esempi di radiazione corporea emessa da un corpo umano può includere calore radiante del corpo, la pulsazione o l’onda cerebrale. Le onde cerebrali comprendono, ad esempio, in modo non esauriente:

(i) le onde Gamma coinvolte per l’apprendimento o compiti mnemonici,

(ii) le onde Beta coinvolte nel pensiero logico e o nel pensiero cosciente,

(iii) le onde Alpha che possono essere connesse ai pensieri del subconscio,

(iv) le onde Theta che possono essere collegate a pensieri che comportano emozioni crude  e profonde,

(v) le onde Delta che possono essere coinvolte nel sonno o nel rilassamento profondo, e

(vi) l’elettroencefalogramma (EEG) che può essere misurato per valutare l’attività elettrica del cervello come nel caso di concentrazione profonda.”

Per dire, in questo sistema si può costringere l’utente, condizionandolo con il premio, a qualsiasi tipo di comportamento cerebrale, anche inconscio o emotivo, in un tecnologico sistema di lavaggio e condizionamento del cervello. E continua nello scenario di controllo totale:

Esempi di movimento corporeo possono comprendere la roteazione degli occhi, i movimenti facciali o di qualsiasi altro movimento muscolare. Inoltre l’attività cerebrale può essere rilevata utilizzando  fMRI, che misura l’attività cerebrale rilevandone i cambiamenti associati al flusso sanguigno. Questa tecnica si basa sul fatto che il flusso sanguigno cerebrale e l’attività neuronale sono connessi. Quando un’area del cervello è attiva, il flusso sanguigno in quell’area aumenta.”

Un vero e proprio sistema di spionaggio e di condizionamento del pensiero attraverso un sensore che sarà inserito in uno smart, in un pc, in un tablet o in qualsiasi altro dispositivo di archiviazione di memoria, come un microchip sottopelle.

Microsoft, la società di Bill Gates, che controlla l’OMC e l’associazione GAVI, alleanza dei vaccini, e che sta preparando il mondo all’idea di vaccinare 7 miliardi di persone, magari con cerotti a inchiostro speciale che hanno speciali sensori, ha finanziato anche la simulazione della pandemia organizzata dalla Bloomberg John Hopkins School of Public Health a ottobre del 2019.

Da quando è nata la moneta, la guerra è sempre stata un pretesto per fare quel reset-tabula rasa che non si fa più dai tempi dei babilonesi – il giubileo del debito – come occasione per cancellare crediti morosi, e grazie al bottino, ripartire con il debito dei paesi invasi a vantaggio degli invasori. Questa è una guerra non convenzionale che il deep state mondiale ha dichiarato contro l’umanità per traghettarla verso la moneta digitale microchip, di cui l’app Immuni è solo un antipasto.

Bill Gates ha dichiarato in questi giorni che nella fase 2 per potere circolare dovremo essere muniti di un certificato vaccinale, quindi nel frattempo i vari emissari di Bill Gates in Italia, membri della Task Force, Di Maio, ecc, ripetono come pappagalli che non ritorneremo alla normalità completa senza un vaccino e che nel frattempo, dobbiamo abituarci a essere completamente rintracciabili.

Il metodo di governo è il ricatto, la minaccia e la violenza. Il ricatto della fame a un paese rinchiuso in casa, con le attività sospese per il 90% e contrariamente agli altri paesi, non risarcito. Ci dicono che l’app  è volontaria, ma poi ci dicono che senza di essa non possiamo circolare. E così sarà per l’imposizione della cripto basata sulle attività corporee: se non “lavori” non sei “premiato” e quindi non mangi.

Chi ha depositato il brevetto e gli ha assegnato un numero, vuoi per umorismo vuoi per cabala, ha apposto proprio il numero 060606:

Ma com’è che si dice? Non praevalebunt?

Nforcheri 21/04/2020

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(1) Il mining è il procedimento di convalidazione delle transazioni sulla blockchain tramite la capacità di elaborazione e di calcolo di potenti macchine/pc. Il mining, consentendo di risolvere delle operazioni di calcolo, consente di ottenere la proof-of-work, cioè la prova del lavoro effettuato per potere iscrivere in modo crittografico la nuova moneta o transazione.

FONTE:https://scenarieconomici.it/il-marchio-della-bestia-e-stato-brevettato-da-microsoft/

 

 

 

CORONAVIRUS, IL CEPPO IN ITALIA DA ZONA IMMIGRATI CINESI: 270 VOLTE PIÙ AGGRESSIVO

21 04 2020

I ceppi più aggressivi sono stati diffusi dalla Cina all’Europa. Mentre i ceppi più deboli sembrano essere stati identificati nella costa occidentale degli Stati Uniti.Gli autori affermano che i loro risultati sono i primi a dimostrare che la mutazione potrebbe influire sulla gravità della malattia.

L’America, non stranamente, è stata colpita da ceppi di coronavirus provenienti sia attraverso l’Europa che dalla Cina.

La cosa interessante per noi italiani è che il team di ricercatori ha trovato i ceppi con le mutazioni più mortali proprio nello Zhejiang, dove si trova l’università.Lo Zhejiang è la culla dell’immigrazione cinese in Italia: praticamente tutti i cinesi che vivono in Italia arrivano da questa provincia. E molti di loro fanno avanti e indietro. Importano prodotti e lavoratori (schiavi) da quella zona.

Queste mutazioni sono state osservate anche nei ceppi che hanno colpito l’Italia prima e la Spagna poi, prima di diffondersi nell’epicentro americano di New York.

I ceppi più aggressivi, identificati in Italia, avrebbero fino a 270 volte più carica virale del ceppo meno potente.

La cosa curiosa è che la maggior parte dei cinesi residenti in Italia, circa il 90 per cento, proviene proprio dallo Zhejiang: zona dell’epidemia e quarta regione per numero di casi accertati del virus in Cina.

Questo pone un legame diretto tra immigrazione e diffusione del coronavirus in Italia. Fino ad ora si era invece tentato di porre l’accento su contatti di affari come la cinese in Baviera da dove sarebbe poi arrivato il virus in Italia.

 

DOCUMENTO DA CONSULTARE QUI: https://www.docdroid.net/cRhMfas/2020041420060160full-pdf
FONTE:https://voxnews.info/2020/04/21/coronavirus-il-ceppo-portato-in-italia-da-immigrati-cinesi-270-volte-piu-aggressivo/

 

 

 

STORIA

Il regime del professor Salazar

Luca D’Agostini – 14 aprile 2020

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