RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 12 GIUGNO 2020

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

12 GIUGNO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

 Bisogna imarare a volare. Ma non a volare con gli aerei,

gli arei servono a cadere.

ELVIO FACHINELLI, Grottesche, ITALOSVEVO, 2019, Pag. 55

 

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SOMMARIO

Colombo e i corvi progressisti
CARI AMERICANI, GIÙ LE MANI DA COLOMBO
Ultima vergogna della sinistra: vogliono abbattere la statua di Montanelli. «Non è degno»
TRUMP PRONTO AD AFFOSSARE CONTE ED IL SISTEMA ITALIA.
Effetto Floyd: negli Usa perfino il film “Via col vento” viene accusato di razzismo
Via col demente
“O l’Italia farà le riforme, oppure niente soldi”. Così Bruxelles ci porterà alla rovina
L’ultimo papa d’Occidente?
Il Principio Satanico 
USA: LA MODA DI INGINOCCHIARSI
MES E RECOVERY FUND: DUE BALLE SPAZIALI DA GETTARE IN PASTO AGLI ALLOCCHI
Contributi a fondo perduto: domanda dal 15 giugno (VIDEO-GUIDA)
Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano l’INPS
Sarà la peggior recessione degli ultimi 100 anni, parola dell’OCSE
Caos migranti, l’inizio di una guerra sociale
Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano l’INPS
A Richmond, in Virginia, è stata abbattuta una statua di Cristoforo Colombo
Corso intensivo sul politicamente corretto
Marion Le Pen non si inginocchia: “Da bianca e francese non chiedo scusa per George Floyd”
Strage di Bologna, spunta la testimonianza shock di un soccorritore: tirammo fuori cadaveri senza testa (video)

 

 

IN EVIDENZA

Colombo e i corvi progressisti

Marcello Veneziani, 11 giugno 2020

C’è una banda di cretini globali che ha preso in ostaggio Cristoforo Colombo e decapita la sua statua. Non è una banda di Indios ma di idioti progressisti e antifascisti. Considerano Colombo un precursore dei razzisti e degli sterminatori, una specie di Hitler ante litteram da esportazione. O di Trump in versione ligure. E vogliono abbattere statue, monumenti, revocargli vie in sua memoria. Si profila un’altra banda di cretini che vorrebbe redimere Colombo considerandolo il primo degli emigrati italiani in America, una specie di Santo Protettore dei migranti. Non si rendono conto gli uni e gli altri, che Colombo era un esploratore, un navigatore, non un emigrato; non cercava accoglienza e pane ma portava la civiltà, portava la cristianità, se volete portava l’impero, le missioni e il colonialismo. Entrambe le bande, guarda un po’, sono radical, progressisti, umanitari, insomma de sinistra.

Se fossi scemo come loro direi che Colombo è piuttosto un sovranista, nel senso che navigava nel nome del suo sovrano, Isabella di Castiglia. Ma non abbocco alla stupida tendenza di attualizzare la storia del passato, di adattarla ai temi del presente. Anzi quest’abuso di storia per giustificare il presente è una vera e propria miseria di questo tempo storto e piccino che distorce e rimpicciolisce.

Non mancano infatti precedenti all’abuso di Colombo “ad usum cretini”. Enea è stato visto a teatro, in tv, in alcuni testi, come profugo e precursore degli immigrati clandestini, dimenticando che era principe e venne a fondare Roma, non a vendere fumo alla stazione Termini. Ulisse che naviga su un barcone nel Mediterraneo è stato visto come un antefatto dei migranti salvato da ong mitologiche e avversato da mostri con le fattezze di Salvini. O al contrario, Dante e Shakespeare sono stati censurati per le loro aspre opinioni sui giudei… A Milano si stanno accanendo con Indro Montanelli, vorrebbero rimuovere la sua statua e il giardino che porta il suo nome. Su altri fronti, come denunciano perfino i Vescovi, difendere la famiglia sta diventando con la scusa dell’omofobia, un reato di opinione, in base alle leggi grillosinistre o scemocomuniste. E si potrebbe continuare sulla mania nociva e demente di attualizzare la storia e ridurla nelle piccole gabbiette del politically correct.

Da quando è perdente la sinistra progressista e “antifa” è convinta che le maggioranze siano composte da pericolosi imbecilli, mentre la verità, il buon senso, la memoria storica è appannaggio delle minoranze intelligenti, come si autoproclamano essi stessi. Alla luce dei precedenti, dementi abusi di storia passata, ricordo quel che scrisse Ennio Flaiano ne La solitudine del satiro: “In ogni minoranza intelligente c’è una maggioranza di imbecilli”. L’unico dubbio è che si tratti di una minoranza davvero intelligente, o solo presuntuosa.

FONTE:http://www.marcelloveneziani.com/articoli/colombo-e-i-corvi-progressisti/

 

 

 

 

CARI AMERICANI, GIÙ LE MANI DA COLOMBO

se non vi piace , restituitecelo, da noi avrà sempre una Patria

 

11 Giugno 2020 posted by Leoniero Dertona

 

Cristoforo Colombo non fu particolarmente fortunato in vita, e non sembra neanche esserlo dopo la morte. In vita fu perseguitato dagli invidiosi, che gli fecero perdere le sue cariche. In morte la sua scoperta è stata più volte retrodatata. Eppure basterebbe considerare Colombo come un uomo del suo tempo, e cioè di un periodo geniale, ma crudele, quello in cui Papa era, tanto per capirci, Alessandro Borgia ed in cui l’Italia era retta da Signori splendidamente senza scrupoli. Colombo era figlio di quei tempi, ma aveva coraggio e capacità marinaresche che gli permisero di fare l’impresa per cui viene ricordato e per questo  viene ricordato. Inoltre, volenti o nolenti, la sua impresa segno la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra, al contrario qui quanto accadde con i vichinghi, la cui scoperta non ebbe effetti durevoli.

Cristoforo Colombo poi ha un secondo significato negli USA: è uno dei simboli della comunità Italo Americana. Anche per questo le sue statue sono sparse un po’ per tutti gli USA, perchè sono l’omaggio ad una comunità attiva che così tanto ha dato allo sviluppo degli USA.

Ora, nella follia di distruzione culturale che ha colto gli USA, hanno iniziato a distruggere le statue di Cristoforo Colombo, piuttosto numerose:

Vi invito a vedere le risposte a questo tweet. Sono agghiaccianti e spiegano il perchè di questo stupido vandalismo: si distruggono le statue di Colombo perchè fu lui che portò la cultura europea, nel bene o nel male, nel nuovo mondo. Le statue, che alla fine ricordano il buon marinaio e l’esploratore, sicuramente non l’uomo di stato che non fu, sono il simbolo di una società che vuole distruggere, dalle radici, i propri valori democratici in nome della prevalenza del più forte, del più arrogante, e sinceramente, del più grezzo e del più stupido. Non è un caso che, per costruire uno stato democratico gli USA si rifacessero a Roma ed ad Atene, e non , ad esempio, al Cairo o a Pechino: quelli la democrazia non sapevano neppure dove fosse di casa. Eppure distruggono le statue di Cristoforo  Colombo, rifiutando così anche una bella parte della storia e dell’arte del mondo.

 

Comunque se non vi piacciono le statue, invee di distruggerle diventando gli ultimi rimasti di un popolo che non ha lasciato nulla, i Vandali, potete semplicemente rimandarle a casa loro, a Genova. Se poi invece questi gesti sono rivolti contro la comunità italo americana questa è sempre la benvenuta nella sua madrepatria. Lasciate pure che i Dem USA distruggano quello che, di buono, hanno costruito gli USA in due secoli di storia, anche con il vostro aiuto, e tornate in Italia: vi accoglieremo a braccia aperte.

FONTE:https://scenarieconomici.it/cari-americani-giu-le-mani-da-colombo-se-non-vi-piace-restituitecelo-da-noi-avra-sempre-una-patria/

 

 

 

Ultima vergogna della sinistra: vogliono abbattere la statua di Montanelli. «Non è degno»

mercoledì 10 giugno 19:06 – di Aldo Garcon

Montanelli

Ora la sinistra vuole abbattere anche la statua di Indro Montanelli. L’ultima vergognosa richiesta arriva dai Sentinelli di Milano. Chiedono ufficialmente al sindaco Beppe Sala , lo stesso che usa la carota coi centri sociali, di rimuovere la statua del grande giornalista fondatore del Giornale e de La Voce dai giardini pubblici.

Montanelli, l’assurda richiesta dei Sentinelli

Statua che si trova nell’omonimo parco della città in via Palestro nel quartiere di Porta Venezia. Non solo, i sinistri chiedono anche di dedicare i giardini  «a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d’Oro della Resistenza». La offensiva richiesta è stata pubblicata sulla pagina Facebook del gruppo. Ed è arrivata dopo le proteste e i cortei, che si sono tenuti anche a Milano, per l’uccisione di George Floyd a Minneapolis. Secondo i Sentinelli il giornalista «fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di 12 anni perché gli facesse da schiava sessuale. Riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti».

La statua fu imbrattata da “Non una di meno”

Già un anno fa durante il corteo femminista per la Giornata internazionale della donna, le militanti di “Non una di meno” avevano imbrattato con una vernice rosa la statua per denunciare il passato da militare del giornalista e avevano dichiarato che non si era «trattato di un atto di vandalismo, ma di riscatto».

Il Pd favorevole. Salvini: «Che vergogna»

Una proposta che è stata subito sposata dai membri della maggioranza che sostiene il primo cittadino di Milano.«Credo che la richiesta dei Sentinelli vada sicuramente discussa in consiglio. Quando ci viene presentata una proposta noi siamo sempre pronti ad accoglierla e discuterne, soprattutto quando tocca i temi dei diritti e della dignità delle persone», dice il consigliere comunale nonché presidente della Commissione pari opportunità Diana De Marchi (Pd) riferendosi alla questione Montanelli, come riportato da MiaNews. «Le motivazioni della richiesta di rimuovere la statua le riconosco come valide perché quella è stata una brutta pagina della nostra storia. Vanno indagate le motivazioni che hanno portato all’intitolazione e valutare se siano ancora valide oggi. Da parte mia, farò in modo che se ne discuta».

Una richiesta assurda che ha scatenato anche polemiche. Nel centrodestra si sono alzate voci indignate. «Che vergogna la sinistra, viva la libertà», ha commentato di Matteo Salvini.

FONTE:https://www.secoloditalia.it/2020/06/ultima-vergogna-della-sinistra-vogliono-abbattere-la-statua-di-montanelli-non-e-degno/

 

 

TRUMP PRONTO AD AFFOSSARE CONTE ED IL SISTEMA ITALIA.

UNA NUOVA TANGENTOPOLI IN ARRIVO?

Giuliano Castellino 10 giugno 2020

Russiagate e il coinvolgimento di Renzi, Gentiloni, servizi e pezzi di Stato italiano. Nessun “giornalone” ne parla, ma sembra in arrivo una bufera che potrebbe spazzare via il sistema Italia e che potrebbe restituire libertà e sovranità alla nostra nazione.

Mentre in America è in corso la rivolta afro-democratica, ben orchestrata per attaccare Trump, utilizzando l’odio contro i bianchi ed il buonismo internazionalista, mentre il Italia le piazze sono in mobilitazione contro la dittatura sanitaria, qualcos’altro lega le due nazioni.

Una nuova “ondata giudiziaria” sta per travolgere ancora una volta l’Italia, sempre innescata da Washington.

Ma questa volta non sarà innescata da un Deep State ormai in fase di chiaro smantellamento, come successo negli anni 90, quando mani pulite avrebbe dovuto spalancare il Bel Paese al Britannia (in gran parte ci sono riusciti, in minima parte ci fu la resistenza di Berlusconi!)

Questa nuova bufera giudiziaria sarà innescata da quella parte sana del FBI e della CIA che sta portando allo scoperto la verità.

Di quale verità parliamo? Di qualcosa che in Italia viene taciuto dai grandi giornaloni, che ormai è ben noto nei corridoi delle procure e dei palazzi: RENZI AIUTO’ OBAMA CONTRO TRUMP nel Russiagate, con l’appoggio di pezzi dello Stato nostrano.

E quella che sta per arrivare sarà una tangentopoli ancora più devastante, perché andrà a colpire tutte quelle forze politiche e quei figuri (anche della cosiddetta “opposizione”) rei di aver venduto l’Italia e gli italiani alle forze internazionali, che in nome del Covid hanno instaurato una feroce tirannia sanitaria senza precedenti, che ha calpestato ogni libertà personale e politica, civile e costituzionale. Un sistema che nel nome della pandemia ha asservito gli interessi della Cina, di Bill Gates, del Bilderberg e della OMS. Una dittatura che ha affamato il nostro popolo, lo ha messo a catene e gli ha persino messo la museruola.

Lo spettro di questa nuova Tangentopoli, imminente e inevitabile, parliamo di giorni, comincia a far tremare molte poltrone, perché essa, a differenza di quella del ’92, potrà avere un effetto diametralmente inverso: potrebbe portare l’Italia a liberarsi dalle pesanti catene che fino ad oggi ci hanno costretti, come schiavi e potrebbe restituirci la Sovranità nazionale e quella monetaria.

Trump potrebbe, incredibilmente riportarci quella libertà e sovranità che i suoni nonni ci hanno scippato 75 anni fa.

Forse molti italiani, dimostratisi purtroppo negli ultimi mesi in buona parte un popolo di pecore, facilmente asservibili e suggestionabili, inizialmente non capiranno la portata di certi eventi e, come fecero nel 1992, faranno emergere il loro lato più giacobino e giustizialista sputando addosso e lanciando monetine ai personaggi politici che via via saranno arrestati.

Quegli stessi personaggi che fino a ieri hanno votato!

Ma starà a noi evidenziare l’altro tradimento di una classe politica che ha venduto il nostro popolo e la nostra nazione e soprattutto non permettere che altri traditori non approfittino della situazione (Lega e FdI in testa!)

Le indagini americane hanno messo in evidenza abbastanza chiaramente l’intervento di una manina tricolore nella costruzione della pantomima Russiagate – finto scandalo creato ad hoc per affossare l’elezione di Trump – con il contributo dei nostri servizi segreti e l’avvallo di Renzi servo di Obama e dei Clinton.

Il 9 Ottobre del 2019 (dieci giorni prima del rilascio del Covid-19 a Wuhan), due settimane dopo l’incontro con il ministro della Giustizia William Barr, anche il direttore della CIA, Gina Haspel venne a Roma per incontrarsi con i vertici dell’Intelligence: Gennaro Vecchione (DIS), Luciano Carta (AISE), e Mario Parente (AISI).

Secondo gli investigatori americani, ci sono chiare evidenze che qualcuno in Italia stia spudoratamente mentendo, e pare che l’attuale Premier sia sulla graticola.

Per questo motivo il direttore della CIA si sarebbe preso la briga di venire personalmente a Roma.

Per tre mesi, dal 24 Giugno al 27 Settembre 2019, all’interno dei Servizi Italiani, l’ufficio sicurezza interna ha indagato in segreto sull’operato dei due governi a guida PD, per verificare se si fossero verificati comportamenti non del tutto regolari a favore dell’allora Presidente Obama e del suo Segretario di Stato Hillary Clinton, per boicottare Trump nel 2016.

Vale la pena ricordare che nello stesso periodo Conte ha fatto accordi importanti con due protagonisti di quella fase: ha formato un nuovo Governo grazie a un accordo ispirato da Matteo Renzi (attuale suo sostenitore), uno dei due Premier sul cui operato stava indagando l’Intelligence, e ha nominato alla Commissione Europea il secondo, Paolo Gentiloni.

Ogni prova di eventuali irregolarità commesse da Renzi o da Gentiloni farebbe esplodere il Governo e metterebbe lo stesso Giuseppe Conte di fronte a enormi problemi giudiziari.

Le cose diventeranno molto più chiare a tutti quando verrà pubblicata la relazione e i media mainstream italiani non potranno ignorare la portata devastante di certe rivelazioni.

O quando usciranno anche i nomi di noti faccendieri e Pm già indagati a Perugia.

La Libertà forse per l’Italia è già dietro l’angolo…

Ma la domanda è un’altra: gli italiani se la meritano?

Molti se la stanno conquistando nelle piazze, molti altri se la stanno soffocando con il bavaglio in faccia!

FONTE:https://www.litaliamensile.it/post/trump-pronto-ad-affossare-conte-ad-il-sistema-italia-una-nuova-tangentopoli-in-arrivo

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Effetto Floyd: negli Usa perfino il film “Via col vento” viene accusato di razzismo

mercoledì 10 giugno 16:13 – di Robert Perdicchi

Via col vento sparisce dal catalogo di Hbo Max. La piattaforma streaming ha agito, nei giorni in cui l’America è scossa dal caso George Floyd, dopo le proteste per i pregiudizi razziali contenuti dall’opera. Via col vento, realizzato nel 1939, secondo Hbo Max “è un prodotto del suo tempo” che descriveva “pregiudizi etnici e razziali, sbagliati allora e sbagliati oggi”, spiega un portavoce di Hbo Max alla Cnn. Il film -diretto da Victor Fleming e interpretato da Clark Gable, Vivien Leigh, Leslie Howard e Olivia de Havilland- tornerà nel catalogo ma non è prevista una data specifica per la ‘riabilitazione’, che sarà abbinata ad una “discussione sul contesto storico”..
Il film, basato sul libro di Margaret Mitchell, ha conquistato 10 Oscar e, tenendo conto dell’inflazione, è la pellicola che detiene il record assoluto di incassi. Hattie McDaniel, che nel film interpretava la domestica Mammy, è stata la prima attrice afroamericana a conquistare la statuetta.

La degenerazione della protesta per il brutale assassinio dell’uomo di colore, rischia di travolgere anche opere artistiche storiche e di conclamato valore.

FONTE:https://www.secoloditalia.it/2020/06/effetto-floyd-negli-usa-perfino-il-film-via-col-vento-viene-accusato-di-razzismo/

Via col demente

Come si sarebbe potuta rappresentare la vita di una famiglia benestante di Atlanta di quel periodo storico, se non ammettendo la presenza di schiavi?

La rivoluzione digitale ai suoi inizi ha generato una serie di illusioni utopistiche, come qualunque evento maggiore che caratterizzi un’epoca. Si è pensato che Internet avrebbe reso più facile l’accesso alla conoscenza, democratizzando l’istruzione ed ampliando fortemente le possibilità di sviluppo intellettuale e civile su scala mondiale. Si è pensato che la tecnologia informatica ci avrebbe aiutati a trovare nuove soluzioni per vecchi problemi, e che in generale avrebbe portato ad un affratellamento delle persone, che avrebbero avuto modo di dialogare al di sopra dei tradizionali confini nazionali e linguistici, di comprendersi meglio e di evolvere verso modelli di società più giusta e solidale.

In tempi relativamente recenti, tuttavia, queste illusioni cominciano a vacillare, dando spazio ad uno sconcerto sempre più profondo. Internet, così potente nel veicolare cultura e positività, risulta ancora più potente nel far circolare le tesi più assurde, le fake news più inverosimili, e a dar voce anche a chi in passato avrebbe potuto fare ascoltare le proprie idee bislacche solo ad un ristretto circolo di persone. La risultante di questo processo è l’aumento esponenziale della circolazione di messaggi negativi ed estremistici. Questo fenomeno, connesso alle modalità di funzionamento del cervello umano in risposta alle minacce, è stato ben studiato e caratterizzato in un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Science.

Come per qualunque processo culturale, la circolazione di messaggi negativi genera a lungo andare convinzioni basate su presupposti magari errati o mostruosi, ma che diventano modo di pensare. Come i padri della propaganda ben sapevano, una falsità ripetuta più volte diventa una verità. Il fenomeno assume dimensioni preoccupanti quando anche attori mediatici che hanno responsabilità culturali verso la popolazione, lo legittimano attraverso comportamenti mirati a catturare l’attenzione del pubblico.

L’ultima vittima di questo fenomeno è Via col vento, pellicola imponente sia per estensione e profondità di cast e scenografie; che per l’oggettiva durata, tale da richiedere allo spettatore la preparazione di una scorta di viveri per evitare di soffrire la fame. Le stelle Clark Gable e Vivien Leigh danzano, si incontrano e si scontrano sullo sfondo della Guerra civile americana. Tra la miriade di personaggi che ruotano intorno ai protagonisti, uno dei più simpatici è Mamie, la domestica negra di casa O’Hara, che rimane impressa per gli occhioni sgranati e il Miz Rozzella con cui si rivolge alla giovane padrona.

Padrona, sì, perché ovviamente Mamie è una schiava. Una schiava di casa, trattata bene, ma certamente una schiava. E come altro si sarebbe potuta rappresentare la vita di una famiglia benestante di Atlanta durante quel periodo storico, se non ammettendo la presenza di schiavi? E su cosa avrebbe potuto reggersi l’intera trama di un film ambientato in quel periodo, se non descrivendo il conflitto nato per l’appunto tra chi sosteneva e chi voleva abolire la schiavitù?

Niente di tutto questo ha toccato le menti dei dirigenti di HBO, uno dei maggiori network statunitensi, che hanno messo la pellicola fuori palinsesto, magari in una ben congegnata prova di autopromozione. Davanti alla possibilità di avere qualche titolo di giornale, si mette da parte uno dei film che hanno vinto più Oscar nella storia. Peggio, si dà dignità ad un assunto demenziale: che si debba distruggere la memoria del passato in nome dell’odierno politically correct.

E invece pare che questa semplice verità non possa reggere alla prova della montante scia di imbecillità che pare aver contagiato il globo terracqueo. Sotto gli occhi increduli dell’opinione pubblica raziocinante, in queste ore un numero crescente di prese di posizione e di atti di vandalismo hanno interessato elementi culturali e monumenti che rappresentano figure del passato.

In Inghilterra si è vandalizzata la statua di Winston Churchill, un uomo che ha dedicato una parte fondante della sua vita a combattere contro le dittature del Novecento. Senza di lui, l’Europa e forse una parte consistente del mondo sarebbero un’unica nazione che vive sotto il segno della svastica, e al posto della sua statua ci sarebbe quella di Adolf Hitler. La sua colpa è quella di essere stato razzista come la maggior parte degli uomini del suo tempo.

Negli Stati Uniti sono state attaccate addirittura le statue di Cristoforo Colombo in quanto simbolo dell’inizio del genocidio degli amerindi, trascurando ovviamente il suo ruolo fondamentale perché i nonni di quelli che oggi lo abbattono potessero arrivare in America.

Se si volesse applicare questo modo di pensare all’Italia, il nostro paesaggio urbano diventerebbe rapidamente anonimo come quello di Zurigo. Si dovrebbe innanzitutto abbattere il Colosseo e qualunque altra arena romana, teatri di sangue e di schiavismo. Si dovrebbe distruggere la Cappella Sistina, dove un Dio bianco crea un uomo bianco, a riprova di una visione razzista del mondo. Si dovrebbero abbattere tutti i palazzi reali e le residenze delle varie dinastie, perché una società democratica non può tollerare la memoria dei regimi assolutistici. Per buona misura, dovremmo anche radere al suolo San Pietro, sede spirituale delle Crociate e dell’Inquisizione.

Davanti all’assurdità di tutto ciò, l’uomo di cultura può solo mettersi le mani nei capelli ed esprimere con la massima energia la propria disapprovazione. Il politically correct ha stufato. Il politically correct è ignorante. Il politically correct è fonte di abbrutimento. Il politically correct sta facendo più danni della peste nera.

E a chi si senta offeso, vorrei rispondere con le immortali parole del capitano Rhett Butler in Via col ventofrancamente, me ne infischio.

FONTE:https://www.infosec.news/2020/06/11/news/guerra-dellinformazione/via-col-demente/

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

 

BELPAESE DA SALVARE

“O l’Italia farà le riforme, oppure niente soldi”. Così Bruxelles ci porterà alla rovina

 FONTE:https://www.ilprimatonazionale.it/economia/o-italia-fara-riforme-oppure-niente-soldi-cosi-bruxelles-ci-portera-alla-rovina-159538/

 

 

 

CULTURA

L’ultimo papa d’Occidente?

by Giulio Meotti
pubblicato da Liberilibri

14,00

Aveva previsto tutto. La cesura del Sessantotto, il collasso della sua Chiesa, il dominio del relativismo, l’addio dell’Europa al cattolicesimo senza lacrime né nostalgia, il fanatismo islamico, il neomarxismo della Chiesa del popolo, gli ecologismi apocalittici, il mondo nuovo delle Nazioni Unite, il paradosso di un Occidente che al massimo della propria potenza materiale raggiunge l’apice dell’insicurezza culturale, l’avvento di un’Europa post-europea. E Joseph Ratzinger. Prima di diventare Benedetto XVI, in mezzo secolo di saggi, conferenze e interviste, Ratzinger ha compiuto un lucido pellegrinaggio nella modernità e nel vecchio mondo segnato dalla mancanza di respiro, dal vuoto, dalla derisione. Da papa, la sua presenza era intollerabile, il suo genio una minaccia, le sue dimissioni sono state un sollievo per tanti. A distanza di quindici anni dall’elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI appare come l'”ultimo papa” di cui parlava Friedrich Nietzsche. Almeno d’Occidente. Introduzione di John Waters.

FONTE:https://www.mondadoristore.it/L-ultimo-papa-d-Occidente-Giulio-Meotti/eai978889809472/

 

 

 

Il Principio Satanico 

Registrato: 12 anni fa
10 Giugno 2020 

Ripeto spesso in questi miei contributi che per me la Mente non è un attività del cervello, ma dell’intero corpo. La Mente è il legame con l’aspetto materiale della nostra esistenza ed anzi, è proprio esclusivamente il motivo per cui per noi quell’aspetto rimane distinto. Senza una “Mente” come quella che abbiamo, semplicemente l’aspetto materiale apparirebbe per quello che nell’evidenza evidente è nella sua concreta e fisica manifestazione, nient’altro che una proprietà dell’energia, un modo in cui essa può organizzarsi.

La Mente nasce con la sensibilità, ad esempio lo sguardo e l’ascolto. In particolare nel modo in cui educhiamo il nostro sguardo e il nostro ascolto nell’interpretare i fenomeni che ci circondano. Essa genera una identificazione che non è l’identità ma una proiezione del nostro essere nell’immaginazione. Equivale alla confusione tra chi esercita l’azione di osservare e l’immagine del corpo che ci rimanda lo specchio. Da qui ad esempio il principio dell’identificazione nel Corpo che ha nell’evidenza evidente il bisogno di associarsi (in quanto gli occhi non possono guardare se stessi) a quella proiezione che sta sulla superficie dello specchio, quindi di associare l’identificazione del s.e. (sentimento+emozione) a nient’altro che un @GioCo di Luci e di Ombre. Difficile è stare nell’accettazione che non c’è una forma che ci può identificare, perché semplicemente non la possiamo vedere e che quella proiezione è solo un @GioCo di Luci e di Ombre.

So che posso affermare con relativa tranquillità che a guidarci è il principio satanico. A guidarci è il nostro nemico. Perché anche se questo è nell’evidenza evidente, cioè rimane inseparabile dalla nostra esperienza quotidiana, l’interpretazione è poi saldamente nelle mani del nemico e quindi egli non si preoccupa se uno come me afferma che ci guida un principio satanico.

Quando affermo che a guidarci è un principio satanico non mi riferisco tanto e solo ai leader che nel mondo ci guidano o al fatto che loro o chi per essi seguano una religione satanica spesso senza nemmeno rendersene conto. Non ha importanza chi sei e in cosa credi, quando mi riferisco al principio satanico mi riferisco a quel principio che guida a prescindere dalla nostra volontà e che riduce in miseria, scarsità, sterilità tutto quello che “tocchiamo” allegoricamente, come una specie di Re Mida al contrario, cioè trasformando in Male ogni conseguenza nel nostro agire anche quando è per il Bene. Non è un principio semplicemente distruttivo, ma contrario alla Vita. Basta aderire e si può aderire anche inconsapevolmente. Partiamo dalla spazzatura più importante che ci annebbia la ragione e che è sostenuta dalla Mente: la competizione è parte della nostra Natura. L’evidenza evidente ci suggerisce che la competizione è povera cosa, solo un istante, quello necessario alla preda per cedere nella corsa alla resistenza che oppone al predatore e consentire in questo modo a Lui di vivere nell’equilibrio omeostatico di forze più ampio e per quel rapporto delicato e complesso che garantisce a ognuno l’abbondanza della Vita, contro la brama di un singolo di vivere questa esistenza a prescindere secondo “suo desiderio”.

Ecco che la brama (o desiderio) di vivere è proprio il desiderio di Vita eterna riconducibile al principio satanico. Corrisponde alla Brama della Mente di radicarsi nell’identificazione verso l’illusione di Luci e di Ombre che è la nostra immagine nello specchio.

Quindi per me il principio del Male non ha niente a che vedere con quello monolitico e dicotomico che di solito si spaccia ai semplici, derivato dalla cultura cattolica millenaria. Ad esempio se definisco ciò che è Male questo non mi dice assolutamente nulla circa un “Bene” che gli si opporrebbe. Per capire meglio andiamo a osservare l’evidenza evidente. Quando nel dibattito pubblico si parla solo di spazzatura sia che sia d’accordo sia che sia contro, esercito il Male. Eppure avrò la sensazione di avere individuato il Male e quindi di oppormi nel Bene. In pratica, a febbraio chi portava la mascherina era considerato “strano” perché veniva ripetuto che era sufficiente il distanziamento. Poi gli stessi che ripetevano la burla del distanziamento, quando era bene indossare la mascherina, oggi che non serve più ripetono che è obbligatorio e che non è accanimento terapeutico tenerla a prescindere ma sana prevenzione. Sono gli stessi e usano argomenti comunque slegati dalle necessità contingenti e quindi da ogni evidenza evidente. Allora perché li sosteniamo anche quando ci opponiamo?

La risposta è ancora e sempre nella Mente. Questo costrutto che abbiamo creato noi nella Notte nei Tempi come il vasaio opera con la creta per realizzare il Vaso, in altri luoghi e in altre forme evidentemente distanti da quelle attuali. Un dono amaro del nostro nemico, realizzato da noi ma con materiale e progetti suggeriti da Lui. Allora chi è il suggeritore? Questo è un lavoro che deve essere di ognuno. Altrimenti si dipende dal credere.

Dipendere dal credere (cioè non lavorare su se stessi per imparare a camminare e parlare come a pensare) equivale ad adagiarsi completamente sul potere della credenza. Noi non possiamo evitare di credere, possiamo solo smettere di tenere presenti i principi che guidano le nostre credenze. Così come non possiamo smettere di camminare, solo far dipendere il movimento dalla prigionia. Allora ci dimentichiamo che la competizione è un principio satanico, cioè del nostro nemico, il suggeritore. Non è sbagliato a meno che non se ne faccia abuso. Chiaramente se il suggeritore è un predatore, allora credere ciecamente, cioè senza avere la consapevolezza di quali principi ci stanno guidando di volta in volta, equivale a divinizzare il potere che il predatore esercita su di noi e noi lo facciamo di continuo, abusando del principio satanico. Per questo immagini come il Drago cioè un rettile predatore, il Leone o l’Aquila sono così frequenti ed esaltati.

Ma c’è di più e voglio svelare ogni cosa che mi sarà possibile con i tempi e i modi che aggradano al mio demone (socratico) interiore. Ho iniziato a parlare del s.e. (sentimento+emozione) ma non ho ancora approfondito l’argomento. La logica noi la immaginiamo come una macchina, priva di emozione. Ad esempio una intelligenza artificiale. Ma questa è solo spazzatura. Come il computer anche noi andiamo avanti ad energia. Ma l’energia è anche ciò che compone le apparenze della materia. In Natura niente si butta via e se l’energia è coerente con la materia nell’accadimento, ad esempio nella armonia di uno stormo che volteggia nell’aria, questo non accade nel computer che deve essere istruito per imitare lo stormo. In esso l’energia che alimenta è separata, tant’è che è solo un caso se il transistor funziona a corrente elettrica. Poteva anche funzionare a molla e infatti ha funzionato così negli orologi per tanto tempo, tanto il principio è applicabile a prescindere dall’energia in @GioCo. Così è (apposta) per qualsiasi altro principio matematico.

Per me invece la logica è esattamente il sentimento. Cioè l’energia che sostiene la logica, una energia bassa e continua che sfida il Tempo. Invece l’emozione è fortemente competitiva come la caccia per il predatore o l’attenzione vigile della preda. L’emozione quindi vince l’istante, quando invece il sentimento vince il Tempo. Se condivido un principio e ne deduco una logica causale, posso sostenere quella logica solo con la pacata arte della pazienza e della resistenza, come un vecchio millenario che procede lento e non ha fretta nemmeno di soffiarsi il naso. Dall’altra parte abbiamo la Gioia esplosiva del Bimbo Cosmico che corre sempre avanti ma lo fa in maniera spensierata e quindi spesso anche sconsiderata. Questo mette a rischio continuo il vecchio che deve misurare il passo come ogni azione, ponderare per bene e rimettere tempo al Tempo. Ad esempio nella fiducia che il bimbo spensierato si accorga a un certo punto che ciò che sta facendo non va bene.

Ma se il Vaso (cioè il Corpo) è fatto della materia e con il progetto del suggeritore, allora cos’è che permette al nemico di esercitare su di Noi una presa così forte? Prima di tutto sviare l’attenzione. Se infatti il predatore esce dall’equilibrio con la preda e diventa troppo efficiente, praticamente si suicida, ma per lui la brama nel procedere in questa direzione e dominare totalmente il destino della preda, sarà sempre troppo grande perché dipende dall’emozione libera (dal Tempo) e non dal sentimento anche se appare il contrario. D’altro canto se la preda riuscisse a rendere inutile il predatore diventando troppo attenta, diventerebbe parimenti omicida perché non consentirebbe al suo predatore di sopravviere rompendo comunque gli equilibri ma in favore del Tempo, quindi di un soffocamento lento, dovuto all’esaurimento delle risorse da cui la preda dipende. Un esperimento sui ratti ha verificato che gli squilibri interni portano comunque all’estinzione anche in presenza di abbondanza di cibo, basta la scarsità degli spazi. Quindi “risorse” ha un significato più ampio del semplice cibo e sconfina nella relazione organica con l’ambiente.

In altre parole Male è rottura degli equilibri organici (interni ed esterni al Corpo) che preservano l’abbondanza. L’inizio della rottura si ha con l’identificazione che è l’associazione arbitraria tra un @GioCo di Luci e di Ombre e l’osservatore. A quel punto il suggeritore ha su di noi completa autonomia di azione. Gli basterà infatti giocare di Luci e di Ombre per ridurci alla sua mercee e questo lo farà certamente abituandoci all’abuso. Magari nel buoi della sala di un cinema per vivere tante splendide emozioni: non è forse questa la ragione principale per cui andiamo al cinema?

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FONTE:https://comedonchisciotte.org/forum/spazio-aperto/il-principio-satanico/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

USA: LA MODA DI INGINOCCHIARSI

    Usa: “la moda di inginocchiarsi”. Nella sedicente patria della libertà? L’orgoglioso uomo d’Occidente ha finalmente trovato qualcosa dinanzi a cui inginocchiarsi non è un Dio, ma una “para- ideologia” obbligatoria “l’antirazzismo” Roberto Pecchioli Del 07 Giugno 2020

Non avremmo immaginato, in un’unica vita, di assistere alla quantità di cambiamenti, follie, ribaltamenti di prospettiva di cui ci è toccato essere testimoni. Negli ultimi anni, negli ultimi, fatali mesi, abbiamo sommato esperienze – quasi tutte negative – che, in altre epoche, avrebbero richiesto generazioni. Come sempre, le novità arrivano dagli Stati Uniti e si diffondono fulmineamente, come veri e propri contagi, nel resto del mondo americanizzato. L’ultima moda, l’ultima stravagante invenzione prescrive di inginocchiarsi per otto minuti e quarantasei secondi, il tempo in cui il povero George Floyd è stato costretto a terra dal poliziotto che lo ha fermato e poi soffocato.

L’orgoglioso uomo d’Occidente ha finalmente trovato qualcosa dinanzi a cui inginocchiarsi. Non è un Dio, ma una para- ideologia obbligatoria, l’antirazzismo. Mettiamo le carte in tavola: nessuno, tanto meno un poliziotto, può soffocare fino alla morte qualcuno sino a ucciderlo. La tutela della legge e dell’ordine ha sempre un limite, il rispetto della vita altrui, con l’ovvio limite della difesa della propria e di quella dei cittadini indifesi. Quanto alla motivazione razzista della condotta dell’agente bianco, l’episodio non è certo il primo, ma le statistiche attestano che gli atti di violenza poliziesca in America trascendono le razze a cui appartengono protagonisti e vittime.

 

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Usa: “la moda di inginocchiarsi”. Nella sedicente patria della libertà? L’orgoglioso uomo d’Occidente ha finalmente trovato qualcosa dinanzi a cui inginocchiarsi non è un Dio, ma una “para- ideologia” obbligatoria “l’antirazzismo”!

 

Nello specifico, la pattuglia che ha fermato il povero Floyd, che stava acquistando sigarette con una banconota che il venditore riteneva contraffatta, era formata da tre agenti, uno bianco – l’accusato di omicidio – e due asiatici. Entrambi non si sarebbero mossi in difesa di Floyd, il che è grave, ma non sostiene l’accusa di omicidio a sfondo razziale. C’è di più: il capo della polizia della città di Minneapolis è un nero, anzi afroamericano, come è obbligatorio dire. Gli incidenti che rendono incandescente, pre rivoluzionario, il clima degli Usa, hanno causato numerosi morti tra commercianti assaltati, manifestanti e poliziotti, diversi dei quali afroamericani.

Le dimostrazioni si sono risolte in vandalismi e distruzioni, ma soprattutto saccheggi. Ne hanno fatto le spese supermercati, negozi di quartiere, vetrine di lusso dei marchi più conosciuti, oltre a numerosissimi sportelli bancari automatici. Il comando della rivolta, dietro la quale si muovono certamente organizzazioni non governative “umanitarie”, settori politici e comunità etniche e razziali, ha obiettivi politici – in novembre ci saranno le elezioni presidenziali e quelle legislative –  molti manifestanti di ogni etnia sono certo in buona fede, ma è un fatto che i disordini si sono trasformati in puro nichilismo distruttivo. Diciamola tutta: sono la dimostrazione più evidente del fallimento del modello economico, sociale e multiculturale americano.

Gli Usa sono un paradiso per alcuni, un luogo dove il pane è duro per molti e per tantissimi un vero inferno. Ecco dove e come finisce il sogno americano, l’ ”american way of life”. I poliziotti, bianchi, neri, ispanici, asiatici, sono violenti perché violenta è la società in cui operano. Milioni di americani sono detenuti, e diverse prigioni sono gestite da privati. L’imprenditore carcerario è una figura impressionante, niente affatto pittoresca, come i cacciatori di taglie e i fornitori di cauzioni per chi incappa nel sistema giudiziario.

I saccheggi sono il corollario dei tumulti quando manca un obiettivo politico preciso, ma diventano qualcosa di più profondo, la spia di un malessere sociale enorme, se coinvolgono tanto i generi alimentari e altri beni primari, quanto il denaro e la razzia di beni di lusso. Hanno rubato di tutto, indubbiamente con la regia criminale delle bande che sono parte del panorama esistenziale di interi quartieri sottratti alle leggi. Segno non di debolezza del sistema, ma del fatto che la violenza, il contropotere, l’appartenenza per tribù etniche, è in America elemento centrale nel modo di vivere della sedicente patria della libertà. Il problema razziale non è stato mai risolto per molti motivi. Uno è il fatto che alla tradizionale contrapposizione tra maggioranza bianca e minoranza di colore, si sono sovrapposte, negli ultimi cinquant’anni, enormi ondate migratorie provenienti da ogni altro angolo del pianeta, a cominciare dal Centro e Sud America e dall’Asia. Gli Usa si sono trasformati in una torre di Babele in cui – letteralmente- nessuno parla più una lingua comune.

 

Non avremmo immaginato, in un’unica vita, di assistere alla quantità di cambiamenti, follie, ribaltamenti di prospettiva di cui ci è toccato essere testimoni. Negli ultimi anni, negli ultimi, fatali mesi, abbiamo sommato esperienze – quasi tutte negative – che, in altre epoche, avrebbero richiesto generazioni. Come sempre, le novità arrivano dagli Stati Uniti e si diffondono fulmineamente, come veri e propri contagi, nel resto del mondo americanizzato!

 

L’ unico denominatore comune è il denaro, la ricerca della ricchezza, che scatena lotte, invidia sociale alimentata da diseguaglianze intollerabili, la volontà di ottenere il successo– che in America significa esclusivamente possedere molto denaro – con le spicce, con la violenza e l’ingiustizia. Nulla di strano: così sono nati, sono diventati grandi e potenti gli Usa. Hanno sottratto terra e pascoli agli indiani nativi, non si sono fatti scrupolo – da protestanti devoti – di praticare la schiavitù nelle sterminate piantagioni agricole, abolendola solo dopo una guerra e a seguito del sorgere della civiltà industriale che aveva bisogno di operai, non di braccianti. Lo stesso Floyd, la vittima, ha trascorso anni in carcere per rapina ed era uno dei milioni di americani a cui il Coronavirus ha sottratto il lavoro.

E’ significativa la circostanza che una banconota da venti dollari abbia dato la stura a una serie di eventi che attestano l’assoluta assenza di principi morali dell’intera società. Evidentemente il commerciante non poteva rifiutare il pagamento per paura di reazioni: ha chiamato la polizia, il cui intervento ha avuto gli esiti che conosciamo. E’ una società intrisa di violenza, con scarso rispetto della vita umana e assoluta sfiducia reciproca, specie se l’Altro appartiene a un diverso gruppo etnico. Le razze esistono, eccome e la reazione della società americana ne è la dimostrazione. Il potere americano ha seminato vento, adesso raccoglie tempesta. Ha diffuso, nelle università private, ogni sorta di idee, dal femminismo più esacerbato alla teoria del genere e all’uguaglianza-equivalenza, ha propagato la cultura della droga e quella dell’odio per qualsiasi autorità.

Pur nel darwinismo sociale liberista, ha costruito una gabbia in cui gli impieghi, le carriere, le funzioni, gli studi, seguono un doppio binario. Da un lato, domina il denaro: per i ricchi, porte aperte a prescindere e successo assicurato dall’inizio; per tutti gli altri, vige la “discriminazione positiva”, ovvero quote prefissate per razza, sesso, adesso anche per orientamento sessuale.  Nel tentativo di assicurare una certa giustizia distributiva, si sono creati nuovi ghetti, nuove burocrazie, nuovi centri di potere, dunque anche ulteriori esclusioni. I vecchi valori americani – Dio, la famiglia, la legge, l’ordine, la stessa Patria – sono diventati carta straccia per un numero crescente di immigrati, estranei per provenienza, cultura (e incultura), religione. Nuove muraglie sono state erette, specie nei grandi centri urbani, divisi in tribù reciprocamente ostili, in cui la legge del sangue – respinta dalla legge e dalla cultura ufficiale – riaffiora nelle bande, nelle divisioni territoriali, nelle identità rivendicate come unico patrimonio comunitario.

Su tutto, il motivatore universale, il dollaro misura di tutte le cose. Sulle banconote è stampato un motto surreale: in god we trust, noi confidiamo in Dio. Un Dio pret-a-porter, fai da te, simboleggiato dall’infinito numero di confessioni, sette, non solo cristiane, che rendono l’America un labirinto spirituale. Bene o male, un fragile equilibrio è rimasto fintantoché l’egemonia bianca anglosassone ha retto, sia pure tra ingiustizie e macroscopiche contraddizioni: agli americani di certe razze era chiesto di morire in guerra per lo zio Sam, ma non avevano pieni diritti politici e spesso non potevano frequentare gli stessi ambienti dei bianchi. Adesso il tappo è saltato, e l’enorme quantità di armi che circolano fa presagire che il ritorno alla normalità non sarà facile né rapido. Un numero crescente di tribù, di minoranze ostili armate circola per il paese.

I poliziotti sono a loro volta vittime: la loro vita è costantemente in pericolo e sanno di non essere più supportati dal potere. Il rischio è che diventino imbelli, corrotti- un po’ per necessità e molto per convenienza – e che, come già avviene per l’esercito, il reclutamento finisca per privilegiare personalità disturbate, borderline, settori marginali della popolazione per i quali la divisa resta uno strumento di affermazione sociale. Dietro di loro, migliaia di quartieri e città “difficili”, ghetti etnici, il denaro da ottenere in fretta e a ogni costo come unico obiettivo comune, la diffusione endemica di sostanze stupefacenti. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso, giacché la cultura della droga venne diffusa nelle università dagli anni 60 con la complicità attiva dei servizi segreti.

La cosmogonia cristiana narra di una felice condizione umana originaria, seguita dalla volontà di diventare come Dio, fino a suscitare la collera del creatore allorché gli uomini intesero costruire un palazzo elevato sino al cielo. “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. (…) Questo è l’inizio della loro opera e quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro. Il Signore li disperse su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra”. (Genesi, 11, 1-9)

 

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L’appartenenza per tribù etniche, è in America elemento centrale nel modo di vivere della sedicente patria della libertà!

 

I riferimenti veterotestamentari restano assai forti in America: impossibile che non occupino la riflessione di milioni di americani di ogni origine. L’incomprensione reciproca, la confusione di lingue, genti, modi di essere, è il naturale esito della folle scommessa multiculturale, multirazziale, multi religiosa priva di un centro di equilibrio e senza valori condivisi dalla maggioranza. Lo stesso sbandierato antirazzismo è un anti valore: si è contro qualcuno, non “per “qualcosa. Eppure, è diventato, in queste settimane, la parola d’ordine emotiva, utilizzata per giustificare i disordini, che hanno fatto tabula rasa innanzitutto della ridicola parola d’ordine del distanziamento sociale. Chi manifesta, cerca la folla, la contiguità; chi ha come obiettivo commettere reati – violenze, furti, saccheggi – preferisce l’anonimato della massa.

Diventa farsesco, nella remota provincia dell’impero chiamata Italia, attaccare la destra in piazza perché senza mascherine, ravvicinata, sudata, come ha detto lo scrittore “sinistro” Gianrico Carofiglio, ed applaudire freneticamente i tumulti d’Oltreoceano. Si sono distinte le Sardine, il cui nome evoca un pesce assai facile a cadere nella rete, ginocchioni a pugno chiuso. Pugno di mosche, presumiamo. Il caso Floyd ha dimostrato a chi ha occhi per vedere e cervello per ragionare, quanto sia fragile la nostra civilizzazione e fino a che punto è pervenuta la riduzione a gregge cretinizzato dai riflessi unificati, pavloviani. Impressiona l’immagine di artisti, sportivi, finti e veri intellettuali, gente di buona fede e nessuno spirito critico, prostrati in ginocchio. E’ non solo l’immagine icastica, ma il racconto, il ritratto simbolico del tempo che ci è toccato di vivere e soffrire. E’ vietato dire che chi grida in strada contro la polizia e poi distrugge negozi, assalta l’esposizione di Louis Vuitton o il centro di vendita di Apple, aggredendo selvaggiamente chi difende se stesso e il suo pane, è l’esercito del crimine. E’ chiaro– ma bisogna aver conservato l’uso degli occhi in un tempo di ciechi, anzi di non vedenti – che i loro padroni e mandanti ci vogliono in ginocchio di fronte ai loro piani criminali di dominazione, di ingegneria sociale, di riconfigurazione dei cervelli, o di ciò che ne resta. In ginocchio, come schiavi (gli schiavi in molte società, dovevano portare una maschera) o come, nel buio passato da cui il magnifico progresso ci ha liberato, ci si poneva davanti a Dio.

Ecco il nuovo Dio: un mondo folle, violento, dominato da un’oligarchia che ci ha reso schiavi e adesso, con il pretesto dell’omaggio a un poveraccio morto per venti dollari con su scritto il sacrilego motto “in God we trust”, pretende l’omaggio più servile. Abbiamo visto immagini da vomito: agenti della Guardia Nazionale americana in ginocchio di fronte ai manifestanti, donne che baciavano le scarpe dei nuovi guerriglieri urbani del Bene e dell’Antirazzismo. Chi ha messo in piedi questa disgustosa ordalia è il Foro di San Paolo, che dal 2000 riunisce la galassia del sinistrismo politico, culturale e religioso, foraggiato da ONG come quelle legate a George Soros e ad altri membri della plutocrazia, i re del denaro.

La via è tracciata e non è affatto quella del paradiso multi, pluri e trans ad uso dei gonzi inginocchiati. Hanno minato lo spirito della libertà e il criterio della democrazia, corrono spediti verso un super stato mondiale in cui ci saranno solo schiavi e iper padroni, ricchissimi e poveri, ceti dirigenti onnipotenti e masse indottrinate pronte a inginocchiarsi al fischio del padrone, felici di seguire gli slogan del momento sotto pena di scomunica sociale. E’ l’incredibile neo comunismo oligarchico, utopia di miliardari decadenti con pose progressiste. Nella solita America, chiamano sindrome FOMO (fear of missing out, il timore di perdersi qualcosa), un’ansia patologica caratterizzata dalla necessità di rimanere attaccati alle mode altrui, di essere esclusi da eventi o contesti sociali di massa, considerati gratificanti. E’ sempre più facile manipolare masse di neo alfabeti a cui non interessa leggere, informarsi seriamente, indifferenti o addirittura plaudenti alla repressione più o meno violenta contro chi si oppone alla dittatura riciclata in giustizia da sofà e a parole d’ordine ripetute a pappagallo, più gradite quanto più generiche ed in grado di attivare il facile registro emozionale di cervelli addormentati

Nessuno di questa massa amorfa si inginocchierà dinanzi al vile assassinio del capitano di polizia in pensione David Dorn, nero anch’egli, settantasettenne, che era accorso in aiuto di un amico commerciante, colpito da un giovane bianco. La sua agonia, ripresa con un apparato telefonico, non risveglierà alcun senso di umanità o commozione. La mandria progressista non si inginocchia dinanzi alle vittime, a loro volta costrette in ginocchio, assassinate per decapitazione o sgozzate dai gentiluomini dell’Isis. Nessuna manifestazione, nessun ginocchio a terra per i milioni di sudamericani affamati, impoveriti e senza cure in mano a governi narco marxisti.

 

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Ecco il nuovo Dio: un mondo folle, violento, dominato da un’oligarchia che ci ha reso schiavi e adesso, con il pretesto dell’omaggio a un poveraccio morto per venti dollari con su scritto il sacrilego motto “in God we trust”, pretende l’omaggio più servile!

 

Non ricordiamo folle ginocchioni in ricordo delle vittime del terrorismo, tutt’al più ridicole infiorate nelle piazze. In Italia, conclamati assassini sono in cattedra ad impartire lezioni e non pochi sono ospiti graditi di salotti televisivi e kermesse culturali. Sono tutti in piedi orgogliosi di sé, e vogliono noi in ginocchio, a chiedere perdono, supplicanti, impauriti per peccati che non abbiamo commesso. Vogliono che ci sentiamo colpevoli di qualsiasi cosa, del passato e del presente, sino alla confessione finale, l’autocritica di matrice comunista: siamo razzisti, fascisti, maschilisti, omofobi, violentatori eccetera eccetera.

Ebbene, resteremo soli, ma non ci inginocchieremo davanti all’orda. Saremo sempre dalla parte delle vittime, manifesteremo empatia a tutti i George Floyd del mondo, di tutte le razze, bianchi, neri, donne, uomini di qualunque credenza religiosa, vittime di ingiustizia, in un mondo nel quale siamo tutti potenziali vittime di assassini a cui troveranno attenuanti, esimenti, giustificazioni. Ma in ginocchio no, solo davanti a Dio! Un potere formidabile dall’intelligenza sopraffina è riuscito a farci prostrare di nostra volontà.

Brutti, pessimi tempi. Se potremo scegliere, chineremo il capo dinanzi al Cristo di Lepanto o al Cristo morto di Andrea Mantegna. Davanti ad altri uomini, mai, e quando capiterà di morire, che avvenga con la testa alta e lo sguardo diritto.

FONTE:http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/il-paradiso-degli-asini/9169-la-moda-di-inginocchiarsi

 

 

 

MES E RECOVERY FUND: DUE BALLE SPAZIALI DA GETTARE IN PASTO AGLI ALLOCCHI

Il famoso MES è talmente “conveniente” da essere stato rifiutato da tutti, persino da un Paese alla canna del gas come la Grecia, tranne venire seriamente preso in considerazione dal solo governo italiota.

Detto in parole semplici il MES non è altro che l’attivazione di un prestito europeo con soldi immessi nel fondo dai contribuenti italiani.

È come se prendessimo in prestito soldi nostri e ci pagassimo sopra gli interessi. Roba da ricovero psichiatrico.

Tuttavia è peggio ancora il blasonato “Recovery Fund”, una presa per i fondelli di dimensioni colossali secondo la quale l’Europa ci regalerebbe “a fondo perduto” 100 miliardi di euro.

Ma una balla, anche se ripetuta in coro da tutti i “professionisti dell’informazione”, rimane pur sempre una balla. Così come rimangono degli idioti coloro che se la bevono!

FONTE:https://sowingchaos.wordpress.com/2020/05/25/mes-e-recovery-fund-due-balle-spaziali-da-gettare-in-pasto-agli-allocchi/

 

 

 

ECONOMIA

Contributi a fondo perduto: domanda dal 15 giugno (VIDEO-GUIDA)

Tra pochi giorni sarà possibile inviare la domanda all’Agenzia delle Entrate per i contributi a fondo perduto: in questa guida moduli da compilare, scadenze e istruzioni per richiedere il beneficio.

Contributi a fondo perduto: domanda dal 15 giugno (VIDEO-GUIDA)

Al via da lunedì 15 giugno 2020 le domande per ottenere i contributi a fondo perduto, grande novità fiscale stabilita nel decreto Rilancio. Dopo settimane di attesa, finalmente l’Agenzia delle Entrate ha comunicato le istruzioni e fornito i moduli per poter richiedere tali contributi.

Si inizia oggi con l’invio delle domande per la richiesta dei fondi e per aiutare tutti i nostri lettori alle ore 15:00, sul nostro canale ufficiale YouTube trasmetteremo lo Speciale domanda contributi a fondo perduto. Nel video in diretta Francesco Oliva, direttore di Informazione Fiscale e dottore commercialista, chiarirà i tanti dubbi sull’argomento, permettendo di avere una visione chiara su come inviare la propria domanda. Nel corso della puntata sarà possibile porre domande e richiedere chiarimenti sul contributo, in modo da fugare eventuali dubbi.

Per seguire la diretta potete vedere il video qui a partire dalle 15:00.

VIDEO QUI: https://youtu.be/5EQjvvp159Y

Ingenti le risorse stanziate dallo Stato: si parla di oltre 6.192 milioni di euro per l’anno 2020 da erogare senza obbligo di restituzione e destinati ai titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo e di reddito agrario. Esclusi dall’elenco – non senza polemiche – i professionisti iscritti agli Ordini.

Per richiedere il contributo a fondo perduto bisogna inviare l’istanza, debitamente compilata, all’Agenzia delle Entrate esclusivamente in via telematica, mediante il portale “Fatture e Corrispettivi”.

Le domande potranno essere trasmesse a partire da lunedì 15 giugno ed entro il 13 agosto 2020. Unica eccezione per gli eredi che continuano l’attività per conto del soggetto deceduto che hanno tempo fino al 24 agosto.

FONTE:https://www.money.it/contributi-fondo-perduto-domanda-da-quando-agenzia-entrate

 

 

 

Sarà la peggior recessione degli ultimi 100 anni, parola dell’OCSE

In arrivo la peggior recessione mai registrata negli ultimi 100 anni in tempo di pace, svela un rapporto firmato dall’OCSE.

Sarà la peggior recessione degli ultimi 100 anni, parola dell'OCSE

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nelle ultime ore ha lanciato un allarme: il mondo sta rapidamente entrando nella recessione peggiore, in tempo di pace, degli ultimi 100 anni.

Secondo i suoi studi, la contrazione dell’economia mondiale sarà del 6% nel 2020. Molti Paesi sviluppati, che l’organizzazione rappresenta, saranno colpiti in modo drammatico. Ma non è tutto: l’organizzazione prevede una seconda ondata di COVID-19 nel corso dell’anno, nel qual caso i suoi economisti stimano un calo del 7,6% del PIL globale.

La peggior recessione degli ultimi 100 anni – OCSE

Laurence Boone, capo economista dell’OCSE, ha dichiarato:

«La maggior parte delle persone vede una ripresa a forma di V (una grave discesa seguita da una risalita vertiginosa, ndr), ma pensiamo che si fermerà a metà strada.
Entro la fine del 2021, la perdita dell’indotto supererà quella di qualsiasi altra recessione precedente degli ultimi 100 anni fuori dal tempo di guerra, con conseguenze disastrose e durature per persone, aziende e governi
».

Le previsioni sul crollo del PIL mondiale

Le previsioni dell’OCSE si discostano notevolmente da quelle di altre istituzioni internazionali. La Banca mondiale ha affermato di prevedere una riduzione del PIL globale del 5,2% nel corso del 2020; il Fondo monetario internazionale (FMI) prevede un calo più modesto di circa il 3%.

Nel suo report pubblicato mercoledì, l’OCSE scrive:

«L’interruzione derivante dalla pandemia probabilmente lascerà cicatrici di lunga durata in molte economie. Gli standard di vita sono stati ridotti in modo significativo, la disoccupazione è stata spinta ben al di sopra dei livelli pre-crisi, aumentando il rischio che molte persone rimangano intrappolate in periodi di disoccupazione più persistenti e gli investimenti stanno crollando».

Di tutti i Paesi occidentali, il Regno Unito è quello si prevede sarà più colpito dalla pandemia da COVID-19:, la sua economia probabilmente cadrà di un doloroso 11,5%, scrive l’OCSE, percentuale lievemente inferiore a quella prevista per Francia, Italia e Spagna. Entro la fine dell’anno gli Stati Uniti vedranno ridursi il proprio PIL del 7,3%.

FONTE:https://www.money.it/Peggior-recessione-ultimi-100-anni-ocse

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Di 

Lo sgombero dei migranti e i disordini in Piazza Indipendenza a Roma, avvenimenti che hanno sollevato un polverone mediatico, in realtà fotografano a pieno la situazione legata all’immigrazione nel Paese. Caos migranti, è l’inizio di una guerra sociale.

Al centro di Roma, nei pressi della Stazione Termini le forze dell’ordine hanno eseguito lo sgombero di un edificio occupato da quattro anni abusivamente da immigrati per la maggior parte etiopi ed eritrei richiedenti asilo. La situazione è precipitata negli spazi vicini allo stabile sgomberato in Piazza Indipendenza, dove si sono accampati gli immigrati.

Migranti a Ventimiglia
© AFP 2020 / JEAN-CHRISTOPHE MAGNENET

Finite sotto accusa della stampa e dell’opinione pubblica le forze di polizia, ree di aver agito con violenza contro gli immigrati. È bene ricordare però che i poliziotti, intervenuti per motivi di ordine pubblico, sono stati aggrediti dai migranti con lancio di sassi e bottiglie. Nella tensione degli scontri risulta assordante il vuoto politico nell’intera faccenda.La causa dei fatti di Roma in realtà è a monte e risiede nell’assenza totale di una politica migratoria adeguata. Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista in merito Toni Iwobi, responsabile federale del Dipartimento di sicurezza e immigrazione della Lega Nord.

Toni Iwobi
© FOTO : FORNITA DA TONI IWOBI
Toni Iwobi

— Toni Iwobi, possiamo dire che i disordini a Roma durante lo sgombero di questi ultimi giorni rappresentano la situazione nel Paese dal punto di vista dell’immigrazione, quindi il caos?

— Ogni volta che c’è un problema bisogna trovare le sue vere radici. Da anni denunciamo come la pessima politica migratoria dei governi di sinistra stia creando un mostro sociale, che prima o poi scoppierà. Questo è solo l’inizio.

Secondo me, lo dico come immigrato ancora prima che leghista, quello che sta accadendo in Italia non ha nulla a che vedere con l’immigrazione vera a propria. Abbiamo riscontrato ufficialmente che i governi italiani avevano fatto un patto con la Comunità Europea: in cambio di flessibilità il governo ha autorizzato lo sbarco nei porti italiani di tutti gli immigrati economici. Un conto è farli entrare in modo indiscriminato, un altro conto è gestirli. È diventano un vero business che alimenta non soltanto questo mostro sociale, ma anche l’economia sommersa.

— Tornando in merito allo sgombero di Roma. Una gran parte della stampa e dell’opinione pubblica si è schierata contro la polizia. Perché secondo lei, visto che le forze dell’ordine facevano il proprio dovere?

— Le forze dell’ordine non si muovono senza un comando né senza indicazioni dall’alto. La polizia è andata lì per garantire l’ordine pubblico, per garantire la sicurezza del territorio e della città. I poliziotti stessi hanno subito ingiustizia. Ora, se una situazione simile fosse successa in altri Paesi civili, quegli immigrati sarebbero già il giorno dopo sulla via dell’espulsione.— Come si spiega in generale quest’ostilità nei confronti delle forze dell’ordine?

— Circa l’80% di giornalisti italiani si schiera contro chi predica il bene del Paese, sono giornalisti che cercano di legittimare il governo nelle sue azioni illecite. Sono persone vicine alla politica di sinistra, sono le stesse persone che fino a ieri hanno definito Matteo Salvini e i leghisti tutti xenofobi e razzisti, brutti e cattivi.

In questo Paese c’è bisogno di una grande riforma strutturale politica, ma anche giudiziaria. Io vorrei aggiungere che vi è la necessità anche di una riforma dell’informazione. Abbiamo bisogno di un’informazione giusta e veritiera.

— I disordini legati agli immigrati per la mancanza di una politica migratoria adeguata a quali rischi possono portare nella società?

— Il rischio è un disordine molto pericoloso nel Paese, un problema legato alla sicurezza. Questa politica delle porte aperte a tutti in modo indiscriminato senza una gestione adeguata porta alla destabilizzazione del Paese. Si sta formando una guerra fra poveri, fra poveri e immigrati.

I miei colleghi immigrati regolari residenti in Italia da decenni, che hanno lavorato e pagato le tasse, sono molto arrabbiati. Per non parlare degli italiani che non riescono ad arrivare a fine mese e dei giovani italiani senza lavoro. Gli stessi immigrati arrivati in Italia vengono abbandonati a loro stessi, girano come barboni per il Paese. Anche loro sono esseri umani. Che cosa succederà? Una guerra sociale e, ripeto, questo è solo l’inizio.Quindi noi chiediamo con insistenza di fermare il disordine che sta per scoppiare. La prima soluzione è bloccare gli sbarchi e poi bisogna risolvere il problema interno, diventato oramai ingestibile. Bisogna puntare ad aiutare queste popolazioni in loco, questa è l’unica soluzione.

FONTE:https://it.sputniknews.com/opinioni/201708264946254-Caos-migranti-inizio-di-una-guerra-sociale/

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano l’INPS
Teresa Maddonni 11 Giugno 2020

Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano l’INPS con richieste fittizie per ottenere l’ammortizzatore sociale. A confermarlo la stessa ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.
Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano l’INPS

Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano l’INPS e a confermarlo è la stessa ministra del Lavoro Nunzia Catalfo intervenuta questa mattina alla trasmissione Radio anch’io dove ha parlato anche di reddito di emergenza, del quale sono avvenuti i primi pagamenti e delle proposte per il futuro.

La truffa della cassa integrazione è stata scoperta grazie alle indagini condotte dalla Direzione centrale Antifrode riscontrando che le denunce arrivate per avere l’ammortizzatore sociale per COVID-19 sono state tante quasi quanto quelle di tutto il 2019.

Ci sembrerà normale dal momento che siamo in emergenza e la CIG in deroga è stata riconosciuta anche alle microimprese, ma in realtà le indagini hanno messo in luce domande da parte di oltre 2.000 aziende, tra creazioni fittizie, comunicazioni retroattive, assunzioni dell’ultimo momento: una vera e propria truffa della cassa integrazione come la stessa ministra ha confermato.

Truffa cassa integrazione: oltre 2.000 aziende ingannano INPS 
Truffa cassa integrazione: sono oltre 2.000 le aziende che hanno ingannato l’INPS con richieste fittizie per ottenere l’ammortizzatore sociale, 2.500 stando alle ultime parole della ministra Catalfo intervistata questa mattina.

La truffa scoperta da INPS si configurerebbe con aziende nate improvvisamente appositamente per richiedere la cassa integrazione, ma anche assunzioni per aumentare i lavoratori e dichiarazioni retroattive al 17 marzo 2020, quando è entrato in vigore il decreto Cura Italia, pur di ottenere l’aiuto dallo Stato.

Decisamente una truffa sulla cassa integrazione di cattivo gusto dal momento che sono moltissimi i lavoratori che ancora attendono la cassa integrazione che il presidente INPS Pasquale Tridico ha detto arriverà entro domani, venerdì. Sulle aziende che ingannano INPS Catalfo ha confermato:

“Abbiamo scoperto 2.500 fruizioni irregolari, richieste irregolari. Qualcuna per lavoro fittizio e altre che avevano fatto risultare comunicazioni retroattive al 17 marzo 2020. Ma la cassa integrazione ha aiutato molti lavori in difficoltà.”

Catalfo su pagamenti cassa integrazione

La Catalfo non ha parlato solo della truffa delle oltre 2.000 aziende, ma anche dei pagamenti della cassa integrazione e interrogata dal giornalista, alla luce delle dichiarazioni di Tridico, ha spiegato:

“Con la cassa integrazione adesso per fortuna siamo entrati a regime, sono state già erogate più di 7 milioni e nei prossimi giorni si cercherà di arrivare a pagare tutti coloro per i quali è già stata inviata l’ultima documentazione che riguarda i dati dei lavoratori.”

Catalfo è intervenuta anche sul reddito di emergenza chiarendo che le richieste non sono state poche per uno strumento che ha come obiettivo quello di aiutare le persone in difficoltà:

“Le domande sono in quindici giorni 270mila, 13mila al giorno non sono pochi. Dietro ci sono nuclei familiari in difficoltà. Il patrimonio mobiliare individuato, mi sembra allargato e ampio. Abbiamo anche un aumento del reddito di cittadinanza del 12%.”

Ha escluso pertanto, considerando l’esistenza del reddito di cittadinanza, che il REM possa essere un aiuto permanente. E ancora sempre sul reddito di emergenza e la difficoltà di farne richiesta anche per la mancanza di una campagna di comunicazione adeguata per esempio, rischiando di lasciare fuori i più deboli, ha detto:

“Ci sono i patronati cui ci si può rivolgere, i nuclei poverissimi sono riusciti in passato ad accedere a questi strumenti.”

Ha concluso informando che sta portando una serie di proposte a Conte tra cui, sempre nell’ambito della cassa integrazione, una riforma degli ammortizzatori sociali.

FONTE:https://www.money.it/Truffa-cassa-integrazione-oltre-2000-aziende-ingannano-INPS

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

A Richmond, in Virginia, è stata abbattuta una statua di Cristoforo Colombo

Mercoledì 10 giugno alcuni attivisti del movimento “Black Lives Matter” hanno abbattuto una statua dell’esploratore italiano Cristoforo Colombo a Richmond, capitale della Virginia, negli Stati Uniti. La statua, che si trovava all’interno di Byrd Park, era stata prima vandalizzata, ricoperta di vernice e incendiata, e successivamente tirata giù e gettata in un lago nei pressi del parco. Sul piedistallo su cui poggiava la statua è stato messo un cartello con scritto “Colombo rappresenta il genocidio”.

Cristoforo Colombo è considerato l’esploratore che diede inizio alla colonizzazione europea delle Americhe, con il suo arrivo nell’odierna San Salvador il 12 ottobre del 1492. In molti paesi dell’America il 12 ottobre è celebrato come un giorno di festa, in onore della scoperta di Cristoforo Colombo, e negli Stati Uniti in particolare si celebra il “Columbus Day”. Negli ultimi anni però molte città degli Stati Uniti hanno annullato la festività, attribuendo a Colombo l’inizio dello sterminio delle popolazioni indigene, e l’hanno sostituita con una giornata per commemorare queste ultime.

Nei giorni scorsi, in seguito alla morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso da un agente di polizia di Minneapolis durante un arresto violento, in diverse città degli Stati Uniti e del resto del mondo si è iniziato a parlare della rimozione delle statue di personaggi la cui storia è in qualche modo legata a episodi di razzismo. Proprio in Virginia il governatore Ralph Northam giorni fa aveva annunciato che la statua equestre di Robert E. Lee – generale che durante la Guerra civile americana comandava l’esercito sudista, quello degli stati favorevoli allo schiavismo – di Richmond sarebbe rimossa.

La rimozione della statua di Lee era stata chiesta più volte negli anni dai progressisti e dalla comunità afroamericana; se ne era parlato anche nel 2017, in occasione della manifestazione di Charlottesville, in cui un uomo in automobile aveva investito un gruppo di manifestanti che si opponevano a un raduno di estremisti di destra.

A Bristol, nel Regno Unito, invece gli attivisti di Black Lives Matter hanno abbattuto una statua di Edward Colston, un mercante di schiavi del diciassettesimo secolo, mentre in Belgio si discute della rimozione delle statue di Leopoldo II, considerato uno dei più spietati sovrani coloniali della storia.

FONTE:https://www.ilpost.it/2020/06/10/statua-cristoforo-colombo-abbattuta-richmond-virginia/

 

 

 

POLITICA

Corso intensivo sul politicamente corretto

Marcello Veneziani, La Verità 16 febbraio 2020

Ma cos’è esattamente il politically correct? Lo citiamo ogni giorno senza magari coglierne tutto il significato. Provo a offrire una breve guida, un sunto critico e un succo concentrato.

Per cominciare, il politicamente corretto è un canone ideologico e un codice etico che monopolizza la memoria storica, il racconto globale del presente e prescrive come comportarsi. Nasce dalle ceneri del ’68, cresce negli Usa e nel nord Europa, si sviluppa sostituendo il comunismo con lo spirito radical (o radical chic secondo Tom Wolfe) e sostituendo l’egemonia marxista e gramsciana col “bigottismo progressista” (come lo definisce Robert Hughes). Rompe i ponti col sentire popolare, non rappresenta più il proletariato, almeno quello delle nostre società; separa i diritti dai doveri e li lega ai desideri, rigetta i limiti e i confini personali, sociali, sessuali e territoriali, nel nome di una libertà sconfinata, sostituisce la natura col volere dei soggetti.

E sostituisce l’anticapitalismo con l’antifascismo, aderendo all’establishment tecno-finanziario di cui intende accreditarsi come il precettore.

Il politically correct è una forma di riduzionismo ideologico che produce le seguenti fratture:

a) riduce la storia, l’arte, il pensiero e la letteratura al presente, nel senso che tutto quel che è avvenuto va letto, riscritto e giudicato alla luce del presente, in base ai canoni corretti e ai generi;

b) riduce la realtà al moralismo, nel senso che rifiuta le cose come sono e le riscrive come dovrebbero essere in base al suo codice etico e gender;

c) riduce la rivoluzione vanamente sognata nel Novecento e nel ’68 alla mutazione lessicale, nel senso che non potendo cambiare la realtà delle cose e l’imperfezione del mondo si cambiano le parole per indicarle, adottando un linguaggio ipocrita e rococò;

d) riduce le differenze ideologiche a una superideologia globale o pensiero unico, che se si nega come tale.

Alle quattro riduzioni di cui sopra, il politically correct aggiunge una serie di sostituzioni:

1) sostituisce il sentire comune, l’interesse popolare, il legame famigliare e comunitario con la priorità assegnata ad alcune diversità e minoranze, ritenute discriminate o emarginate. E adotta uno schema vittimistico: non sono i grandi, gli eroi, i geni a meritare onori, strade, elogi unanimi ma le vittime (retaggio cristiano, notava René Girard).

2) sostituisce la preferenza per ciò che è nostrano – la nostra identità, le nostre tradizioni, il nostro modo di vedere, la nostra civiltà e religione, i nostri legami e le nostre appartenenze – con la preferenza per tutto ciò che è remoto – le culture e i costumi altrui, i migranti, i mondi lontani, le ragioni di chi viene da fuori (quella che Roger Scruton chiamava oicofobia);

3) sostituisce l’antica dicotomia tra il compatriota e lo straniero, o quella politico-militare tra l’amico e il nemico con la dicotomia tra il Bene e il Male, per cui chi non è allineato al canone non è uno che la pensa differentemente né un avversario da combattere ma è il male assoluto da sradicare e annientare. Col nemico si può arrivare a patti, lo puoi sconfiggere e sottomettere; il Male no, va cancellato e dannato nella memoria.

4) sostituisce l’oppositore, il dissidente, l’antagonista col razzista, nemico dell’umanità, del progresso e della ragione. E gli riserva un trattamento a metà strada fra la patologia e la criminologia, accusandolo di fobie: è omofobo, sessuofobo, islamofobo, xenofobo, e via dicendo. Di conseguenza non c’è contesa con lui, ma lo si isola tramite cordone sanitario, lo si affida alla profilassi medica e prevenzione nelle scuole, università, media; o quando il caso è conclamato, lo si affida ai tribunali e alla condanna. Il pregiudizio ideologico riduce i dissidenti al rango di pregiudicati, ovvero di condannati dalla storia, dal progresso, dalla ragione. Non conflitti ma bombe umanitarie, operazioni di polizia culturale o internazionale.

Per il politically correct la realtà, la natura, la famiglia, la civiltà finora conosciute, vissute e denominate, sono sbagliate. Il politicamente corretto è il moralismo in assenza di morale, il razzismo etico in assenza di etica, il bigottismo in assenza di religione. Ecco, in breve il politically correct.

Postilla finale dedicata a come si reagisce. Chi rifiuta l’imposizione del politicamente corretto e reagisce con l’insulto contro i suoi totem e i tabù, entra a pieno titolo nel suo gioco e ne conferma l’assunto e l’assetto: visto che avevamo ragione a dire che il razzismo, l’odio, l’intolleranza albergano nei nostri nemici? È una forma stupida e istintiva di risposta che rafforza il politically correct. Non migliore sul piano dell’efficacia è la risposta opposta, mimetica, di chi sta al gioco, asseconda, tace o compiace, rispondendo con ipocrisia all’ipocrisia parruccona del politicamente corretto. Anche in questo caso si resta sul suo terreno, si fa il suo gioco, si mira a una sopravvivenza immediata e individuale pregiudicando in prospettiva una visione alternativa più ampia.

Spesso ci si limita a opporre all’ideologia la realtà, alla sua narrazione la vita pratica. Invece, partendo da quella, si dovrebbe tentare lo sforzo opposto: smontare i loro tic, totem e tabù, usando l’arma dell’intelligenza, del paragone culturale, del senso critico e ironico. E indicando percorsi alternativi, letture diverse, altre priorità. Qui, purtroppo, l’intolleranza degli uni s’imbatte nell’insipienza degli altri, frutto di ignoranza, ignavia e indifferenza.

Se il politically correct domina, è anche perché non trova adeguate risposte. Solo imprecazioni e silenzi. La città è nelle mani degli stolti, dissero al sovrano i messi di una città in rivolta; ma i “savi” nel frangente che facevano, chiese loro il Re Carlo d’Angiò? Domandiamocelo pure noi.

FONTE:http://www.marcelloveneziani.com/articoli/corso-intensivo-sul-politicamente-corretto/

 

 

Marion Le Pen non si inginocchia: “Da bianca e francese non chiedo scusa per George Floyd”

Marion Le Pen
Parigi, 11 giu – Marion Maréchal-Le Pen non si piega al “rullo compressore” seguito alla morte di George Floyd. L’ex deputata del Front National (oggi Rassemblement National) e nipote di Marine Le Pen ha pubblicato un video che in Francia sta sollevando molte polemiche: “Io mi rifiuto di mettere un ginocchio a terra, mi rifiuto di lasciare che il mio Paese diventi il campo da gioco della sinistra e degli antirazzisti. Mi rifiuto di compiere un gesto che non è di rispetto ma è umiliante e di sottomissione”, spiega in un video pubblicato sui suoi profili ufficiali social.

Come donna bianca e francese non devo scusarmi per la morte di un afroamericano negli Stati Uniti e nemmeno per la morte di un criminale, Adama Traorè, una morte accidentale avvenuta in seguito ad un arresto”. Il caso di Adama Traorè, morto per asfissia in una caserma francese nel 2016, è tornato d’attualità in questi giorni definito dagli antirazzisti transalpini il “George Floyd francese”.

“Non sputo sulla mia storia e i miei antenati”

“Io non devo scusarmi perché non ho colonizzato, non ho colonizzato né schiavizzato nessuno”, aggiunge Marion Le Pen. “Allo stesso modo tutti questi gruppi politici che manifestano non hanno mai subito colonizzazioni o schiavitù. Black lives matter e tutti i gruppi antirazzisti non ci chiedono solo di inginocchiarci ma anche di sporcare il ricordo dei nostri antenati, di sputare sulla nostra storia, di eliminare il nostro patrimonio culturale, la nostra eredità e di abbattere le statue”. Infine la nipote di Jean Marie Le Pen accusa il governo di aver ceduto “all’emotività di gruppo, per calcoli politici e stupidità” permettendo manifestazioni violente.

VIDEO QUI: https://www.facebook.com/13598d50-8f0d-4cf1-a9f8-2d64754e816d

FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/marion-le-pen-non-si-inginocchia-bianca-e-francese-non-chiedo-scusa-george-floyd-159534/

 

 

 

STORIA

Strage di Bologna, spunta la testimonianza shock di un soccorritore: tirammo fuori cadaveri senza testa (video)

mercoledì 10 giugno 14:29 – di Massimiliano Mazzanti

Nel 1980, Punto Radio Tv apparteneva niente meno che al Partito comunista italiano, federazione di Bologna. Era stata acquistata dal Pci due anni prima, nel 1978, quando i ragazzi che la fondarono decisero che l’impresa fosse diventata troppo onerosa per loro.

Il passaggio di un’intervista che non è sfuggito al difensore di Cavallini

Tra quei ragazzi, Gaetano Curreri, leader degli “Stadio” e, soprattutto, Vasco Rossi, il quale fu il primo amministratore e direttore dell’emittente. Quando esplose la bomba alla stazione, naturalmente, gli operatori della piccola televisione locale si precipitarono nel luogo dell’attentato, filmando per diverse ore le macerie e l’affaccendarsi drammatico dei soccorritori. Tutto questo materiale, probabilmente, è ancora “patrimonio” del Pd bolognese. Parte di esso, però, è finito nella rete web, sotto forma di programmi tra i più svariati e che parlano di Bologna e della sua storia.
In uno di questi programmi – Quelle antenne sui tetti -, dedicato all’emittenza pionieristica di quegli anni, Alessandro Pellegrini, difensore di Gilberto Cavallini nel processo che lo vede imputato in appello per la strage di Bologna, dopo la condanna in primo grado, non ha potuto non rilevare un passaggio di non poca importanza.

Attenzione a ciò che si dice al minuto 1.30.46 del video

Al minuto 1.30.46, infatti, viene riproposta l’intervista “a caldo” a uno dei volontari accorsi per dare una mano ai soccorritori giunti tempestivamente alla stazione. Questo ragazzo, dall’età apparente di 20/25 anni, coi capelli lunghissimi e la barba incolta tipica dell’epoca, con voce e volto tirati, rispondendo a una domanda della giornalista che lo intervista, dice testualmente: “Poi abbiamo tirato fuori della gente senza… senza testa!”. Dunque, un’altra persona, la quarta da quando si è iniziato a scavare su questo fondamentale aspetto, vide cadaveri decapitati alla stazione.

Quel soccorritore può essere rintracciato

Uno di quali potrebbe essere presumibilmente quello di “Ignota 86”, la cui “maschera facciale” fu ritrovata tra le macerie e che fu poi attribuita erroneamente – o per depistaggio – a Maria Fresu. Un soccorritore che potrebbe ancora essere vivo, data la giovane età di allora e che potrebbe essere ancora rintracciato dagli inquirenti, qualora si decidessero a indagare anche sui reali misteri ancora insoluti che gravano sulla strage di Bologna.
questo è il link per poter vedere il video https://www.youtube.com/watch?v=Qmviosac5CA

FONTE:https://www.secoloditalia.it/2020/06/strage-di-bologna-spunta-la-testimonianza-shock-di-un-soccorritore-tirammo-fuori-cadaveri-senza-testa-video/

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