NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 24 DICEMBRE 2018 SPECIALE NATALE

https://www.albanesi.it/psicologia/religione/origini-del-natale.htm

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

24 DICEMBRE 2018

SPECIALE NATALE

A cura di Manlio Lo Presti

 

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Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com 

 

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SOMMARIO

Perché non sappiamo resistere alle tradizioni di Natale

Ricorrenza della discesa di Buddha Shakyamuni dal reame dei 33 Dei (Lhabab Düchen)

Origini del Natale

25 dicembre Natale: dalla pagana festa del Sol Invictus, al divino bambino portatore di luce

 

 

NATALE

Perché non sappiamo resistere alle tradizioni di Natale

Che abbiate lo spirito del Grinch o siate attivi come folletti; che stiate facendo le cose in grande o “giusto un pensiero”: difficilmente rinuncerete ad alcuni punti fermi di queste festività. Ecco perché, spiegato da un antropologo.

Il solo pensiero delle feste natalizie sa accendere le aspettative o far calare un velo di malinconia sul passato. Che le si apprezzi o meno, queste giornate rievocano ricordi, odori e colori ben specifici, diversi per ciascuno: perché neanche i più cinici tra noi sanno rinunciare a brindisi, cenoni, regali sotto l’albero e… (aggiungete voi la classica tradizione di famiglia)?

SEMPRE UGUALE. Come spiega Dimitris Xygalatas, antropologo dell’Università del Connecticut, a The Conversation, i rituali familiari portano diversi benefici psicologici. I più ovvi sono la possibilità di rinsaldare legami e colmare distanze, di divertirci (leggi: abbuffarci) e staccare dalla routine quotidiana.

 

Ma soprattutto, tradizioni immutabili come quelle del Natale agiscono da “cuscinetti” per alleviare l’ansia: in una vita piena di incertezze, la possibilità di trovarsi in una situazione ben conosciuta, con un ruolo preciso e con le stesse persone, dà una certa struttura, un senso di stabilità e sicurezza: per alcune ore, ci si sente confortati dalla capacità di saper prevedere in effetti quello che accadrà.

 

IL PRANZO (O IL CENONE). Le lunghe ore passate a cucinare hanno la stessa funzione sociale dei ritrovi dei nostri antenati intorno al fuoco. Condividere un pasto speciale con una serie di cerimoniali – la tavola apparecchiata per le feste, il piatto speciale della mamma – rinsalda il senso di appartenenza a una comunità ristretta e aiuta ad appianare gli animi facilitando la conversazione (quasi sempre).

Tutte le culture riservano alla festa più attesa dell’anno i pasti più luculliani, che

 

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Ricorrenza della discesa di Buddha Shakyamuni dal reame dei 33 Dei (Lhabab Düchen)

Lhabab Düchen che coincide con il ventiduesimo giorno del nono mese del calendario tibetano, è una delle quattro festività che commemorano eventi importanti della vita del Buddha e precisamente la discesa del Buddha sulla terra dal mondo dei 33 Deva.

Il Buddha si era recato in quella terra, per impartire insegnamenti agli dei di quel mondo e a sua madre Mahadevi, per liberarla dal Samsara e ripagarla della sua gentilezza.

In questo giorno gli effetti delle azioni positive o negative sono moltiplicati per 100 milioni di volte e

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Origini del Natale

Pochi sanno che il Natale non è una festa cristiana e che le origini del Natale sono precedenti alla nascita di Gesù.

Nel solstizio d’inverno (21 o 22 dicembre) il sole raggiunge il punto più basso nel cielo, poi inverte la rotta e torna a salire, rinasce. Logico che tale fenomeno non passasse inosservato agli antichi e, in modo molto primitivo, gli venisse attribuito un significato religioso con relativo culto.

Il culto del Sol Invictus (locuzione latina che sta per “Sole invitto”) nacque in Oriente. Per esempio, in Siria e in Egitto le celebrazioni del rito della nascita del sole prevedevano che i celebranti uscissero dai santuari in cui si erano ritirati a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un neonato.

A Roma il culto del sole comparve per la prima volta con l’imperatore Eliogabalo che tentò prematuramente di imporre il culto di Elagabalus Sol Invictus; con la morte violenta dell’imperatore (222 d.C.) il culto cessò, anche se il Sol Invictus rimase come divinità subordinata associata al culto di Mitra (si veda per approfondimenti Cristianesimo e miti preesistenti).

Si deve attendere il 274 d.C. quando Aureliano adottò il sole (Sol Invictus) come dio supremo dell’impero romano. Pochi decenni più tardi Costantino ebbe la famosa visione del sole sovrapposto al famoso monogramma di Cristo (la lettera greca chi, Χ, sovrapposta alla lettera rho, Ρ), il cristianesimo divenne la religione dell’impero e le feste pagane furono assorbite dalla festività cristiana.

Il Natale cristiano

Già verso il 200 nelle comunità cristiane dell’oriente greco si celebrava la nascita di Gesù il 6 gennaio, ma successivamente si passò al 25 dicembre.

La prima menzione certa del Natale cristiano con la data del 25 dicembre risale al 336

 

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25 dicembre Natale: dalla pagana festa del Sol Invictus, al divino bambino portatore di luce

 

DI MARTINA BRUSINI, 25 DICEMBRE 2013

Celebrato il 25 dicembre, pur essendo una solennità inferiore alla Pasqua, il Natale rappresenta la festa più popolarmente sentita, tanto carica di tradizioni e fascino da aver assunto negli anni anche un significato laico, legato allo scambio di regali, alla famiglia e a figure del folclore come Babbo Natale. Sono inoltre strettamente legate al Natale la tradizione del presepe, di origine medioevale, e l’addobbo dell’albero, diffusasi successivamente a partire dal Nord Europa.

Nella tradizione cristiana, il Natale celebra la nascita di Gesù a Betlemme da Maria: il racconto ci è pervenuto attraverso i vangeli secondo Luca e Matteo, che narrano l’annuncio dell’angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la visita dei magi. Altri aspetti devozionali, come la grotta, il bue e l’asino, i nomi dei magi, etc. risalgono invece a tradizioni successive o a racconti presenti nei vangeli apocrifi.

Il significato cristiano della festa risiede nella celebrazione della presenza di Diocon la nascita di Gesù, per i cristiani Dio non è più un’entità distante, che si può solo intuire da lontano, ma è un dio che si rivela ed entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi.

Come già accennato, nel Natale si mescolano però simboli e usanze di incerta origine, le cui radici si perdono nei secoli passati. La scelta dell’abete, ad esempio, non è casuale, nell’antico Egitto esso simboleggiava infatti la natività, mentre nell’antica Grecia l’abete bianco era sacro alla dea Artemide, dea della luna, della caccia e delle nascite; ed ancora, nel calendario celtico, l’abete era destinato al culto del giorno della nascita del Fanciullo Divino. Secondo altre fonti però, l’usanza potrebbe anche derivare dal ciocco di Yule, (in inglese, termine arcaico per Natale) associato a una festa pagana nordica, che durava dodici giorni, il cui ramoscello veniva bruciato all’aperto; o ancora dall’albero del paradiso, presente nei drammi antichi su Adamo ed Eva. L’usanza di scambiarsi regalisembra derivare invece da un rito pagano romano, che prevedeva lo scambio di cibo, monete e pietre preziose come portafortuna per il nuovo anno. Il personaggio che è poi divenuto famoso in tutto il mondo per consegnare i regali a Natale è Santa Claus, in Italia Babbo Natale, che deriva da San Nicola. Dice la leggenda, che San Nicola, vescovo di Myra del IV secolo d.C., avendo ereditato molti beni e denari dai suoi genitori, per liberarsene cominciò a fare regali a chi ne avesse più bisogno, trovando gioia nel semplice donare ai bisognosi. La festività del Natale non è inoltre documentata con certezza prima del IV secolo. La prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre risale infatti al 336, e la si riscontra nel Chronographus, redatto dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo.

Tutto ciò conferma che le origini storiche del Natale, pur essendo ancora avvolte dalle nebbie del passato,  certamente hanno origini precristiane. La data del 25 è, in realtà, puramente simbolica: non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, i vangeli non ne fanno menzione. Con tutta probabilità la data venne fissata (nel 440 d.C.) al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti con la celebrazione della nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo “sole di Giustizia” (cfr. Malachia III,20). Secondo tale ipotesi, il Natale costituirebbe dunque il più eclatante caso di cristianizzazione della preesistente festa pagana.

La data coincide infatti con le antiche celebrazioni per il solstizio d’inverno e alle feste dei saturnali romani (dal 17 al 23 dicembre). Inoltre, già nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile), che commemorava la nascita dell’Urbe e il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla nascita del Sole (Mitra), introdotta a Roma da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222) e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 274 d.C. con la data del 25 dicembre.

La festa pagana del solstizio d’inverno era una ricorrenza importante per molti popoli, tra cui certamente gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole. Durante queste feste che andavano dal 17 al 21 di dicembre (“I Saturnali”) e la festa vera e propria del Sol Invictus del 25, si usavano i simboli dell’eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro, edera… Il greco Dioniso veniva considerato come il divino bambino nato in maniera miracolosa da una vergine celeste. Dioniso era stato latinizzato col nome di Mithra di cui in oriente si celebrava la festa la sera del 24 dicembre. Era il dio iraniano dei misteri, il dio solare dell’amicizia e dell’ordine cosmico, nato dalla pietra e portatore della nuova luce “Genitor luminis”.

Verosimile dunque, viste le numerose coincidenze riscontrabili, chela chiesa cristiana abbia scelto la data del 25 dicembre come giorno di nascita del Cristo semplicemente per cristianizzare una festa pagana molto sentita dalle masse popolari. L’imperatore Costantino (280-337) avrebbe così riunito il culto del sole (di cui egli era il figlio protetto) e il culto del dio Mithra con il cristianesimo

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