NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 21 GIUGNO 2019

https://www.corriere.it/19_aprile_11/keynes-economia-meridiano-mondadori-giorgio-la-malfa-04694eb0-5c79-11e9-b6d2-280acebb4d6e.shtml?fbclid=IwAR2EZKLrJ3dsJ7VfLYr9y8m_vzSuQOQjdhlRc_CUDfXLuivc4FqQRl_Ykxc

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

21 GIUGNO 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Chi è violento come la tempesta

fa naufragio nella burrasca.

(Massime del Papiro Insiger 100 d.C.)

In: La saggezza dell’antico Egitto, Guanda, 1990, pag. 56

 

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Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com 

 

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SOMMARIO

L’infrazione e gli sbarchi contro l’Italia

Deliri

Mamma, li fascisti russi!

Bagnai: «Si cerca l’incidente, dall’Ue rischio di modi mafiosi». 1

Totò e la Fontana Ecosostenibile 1

Il grande ricatto europeo all’Italia: lasciarsi morire o suicidarsi

Ius soli – profetico Sartori 2013

Ecco il primo biglietto della Firenze del PD e di Nardella

Grandi scrittori

Sulle tracce di un piccolo meschino

La divina provvidenza e Kabobo

Dal debito all’Ue, il Savona-pensiero nella relazione Consob 1

Keynes fece rinascere l’economia perché la restituì all’umanesimo 1

LA DEUTSCHE BANK PENSA AD UNA BAD BANK DA 50 MILIARDI 1

Arriva Libra, qualcuno svegli gli Stati: Facebook ha emesso una moneta che sfugge a ogni controllo 1

Breve manuale per capire lo IUS SOLI

Una piccola città greca riceve le riparazioni tedesche tramite l’Italia

Grecia, strage degli innocenti: +43% di mortalità infantile dopo i tagli alla sanità 1

Polskie radio: Polonia vuole riparazioni di guerra dalla Germania per un trilione di dollari

Il nuovo secolo americano contro il sogno cinese 1

LA DITTATURA FINANZIARIA E ECONOMICA EUROPEA ORMAI HA GETTATO LA MASCHERA RASSICURANTE. (di Marco Santero) 1

La caduta della meritocrazia in America. 1

GOVERNO CHI È IL PRESIDENTE E DI CHE COSA. 1

Se quelli di Casaleggio fanno i difensori dell’inquisizione 1

Per Renzi e il PD damnatio memoriae

La bufala dei cambiamenti climatici   Perché l’alluminio fa male

 

 

EDITORIALE

L’infrazione e gli sbarchi contro l’Italia

Attuazione fedele del piano Goldman ed esecuzione del Piano di Rinascita Democratica del 1985 (PRD) di Gelli

Manlio Lo Presti – 21 giugno 2019

Come è ormai abitudine del sistema informativo italiano, le notizie sono sparate, poi martellate e segue un silenzio con tempi precisi, infine, la soluzione guarda caso proposta da coloro che hanno provocato il caos. Non a caso, ne parlava Noam Chomsky nelle sue 10 REGOLE DEL POTERE.

Finora non è mai accaduto che sia stata applicata una procedura di infrazione a nessuno dei Paesi membri dell’UE. Questa durezza ingiustificata contro l’Italia nasconde altro di molto più grave:

1) la bomba del debito pubblico turco le cui dimensioni sono ben oltre quello italiano e costituisce il vero fattore di destabilizzazione del sistema economico dell’unione. Le dimensioni del colosso euroasiatico non sono di poco conto e quindi le ripercussioni saranno estremamente dannose. Ma allora perché martellare sull’Italia? Perché costituisce una copertura per l’azione di spoliazione del colossale risparmio italiano da trasferire alle banche tedesche e francesi mediante una imminente catena di fusioni bancarie transnazionali che consentirebbero un trasferimento di quasi tutto il risparmio nazionale per salvare le banche tedesche che stanno letteralmente saltando per aria. Il passo successivo sarà una tassazione patrimoniale che metterebbe in ginocchio gran parte dei possessori di casa che sarebbero costretti a svenderla. Questa seconda fase eliminerebbe il 90 percento della piccola proprietà abitativa. Fase tre: il nostro Paese, privato del risparmio e delle case, diventerebbe una landa deserta dove far sbarcare 5 o 10 milioni di nordafricani – tutti islamici – da utilizzare come massa schiavistica a 2 euro al giorno. Una manodopera simile farà diventare l’Italia il luogo delle lavorazioni a basso costo in sostituzione della Cina dove attualmente le imprese nostrane inviano le commesse risparmiando peraltro anche sui costi di trasporto dei manufatti;

2) la procedura di infrazione viene tanto pubblicizzata ed ingigantita dal nostro corrotto sistema nazionale a senso unico radio-tv-giornali-web per seminare scientificamente e cinicamente paura, aspettative negative, terrore, caos sociale, rialzo del famigerato spread (mai applicato alla Francia, all’Inghilterra, o alla Germania nei loro numerosi sforamenti mai contestati), attentati con migliaia di morti, operazioni di secessione territoriali ed infine, le CAVALLETTE di biblica memoria. Viene il sospetto che tale frastuono – da manuale eversivo degli spin doctor che operano dietro le quinte – sia enfatizzato e portato avanti da un abilissimo siparietto di tutte le componenti politiche del nostro Paese per farlo diventare una merce di scambio.

Parliamoci chiaro, i pretoriani serial killer di Bruxelles vogliono rifarsi sull’Italia perché incapaci di gestire la bomba del debito turco e la Turchia che è il doppio per dimensioni ed è di fatto imprevedibile nel difficile scacchiere euroasiatico in cui si trova.

Dietro tutto questo frastuono contro l’Italia bersaglio di un provvedimento MAI UTILIZZATO contro altri Stati scorretti tanto e più di noi, esiste la possibilità che la procedura diventi una merce di scambio.

LA PROCEDURA VERREBBE SOSPESA CONTRO UNA APERTURA TOTALE ED INDISCRIMINATA DEI PORTI ITALIANI ALLE ONDATE

DI MILIONI DI NORDAFRICANI

Il vantaggio di tale “negoziazione” andrebbe nelle tasche di:

ONG,

COOP,

8 MAFIE,

PARTITI POLITICI

VATICANO.

Riparte la sarabanda di altri 12.000.000.000 di euro nelle tasche dei soli noti, con ulteriori disordini eversivi che danneggeranno la tenuta sociale e sanitaria del nostro Paese.

Inoltre, è risorta la scusa del ripopolamento con queste “RISORSE” quando invece si dovevano incoraggiare e pianificare le politiche della natalità già da anni.

Il collasso demografico italiano è stato causato dalle assassine politiche liberistiche che hanno prodotto precariato, povertà, bassi salari, crisi dello Stato sociale a favore delle Big Pharma, delle assicurazioni sanitarie private, di strutture straniere che hanno comprato le società a quattro soldi.

Naturalmente, il Vaticano con le sue Pontificie commissioni per la famiglia è stato del tutto inefficace preoccupato solo di intromettersi sfacciatamente nell’autonomia di una Paese straniero per incoraggiare una più profittevole politica immigrazionista che porta miliardi di euro.

ALTRO CHE GLI ITALIANI DEMMERDA CHE SONO SOLO UN COSTO DA ELIMINARE con la promozione della eutanasia di massa volontaria e non solo medica!!!

 

Questo processo si chiama PIANO GOLDMAN

(far collassare un Paese bersaglio con la sterilizzazione di un 30 percento della popolazione fertile

sia con la crisi che con la paura del futuro,

con le politiche gender quadrisex,

e il Paese scompare letteralmente,

 pronto ad essere sostituito etnicamente da invasioni programmate).

Il Goldman è quello della banca Goldman Sachs, per capirci.

La demolizione della struttura statale prosegue con la puntuale esecuzione del PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA (PRD) di Gelli del 1985:

  • Precariato diffuso
  • Esercito privato
  • Esautoramento della magistratura
  • Esautoramento progressivo del Parlamento con la crescita delle norme comunitarie
  • Eliminazione della moneta nazionale
  • Denatalità spinta al massimo

 

Ne riparleremo …

 

 

 

 

IN EVIDENZA

DELIRI

Giovanni Bernardini 20 06 2019

 

In Italia qualcuno sta impazzendo.

Un sacerdote, un certo Don De Capitani, afferma a chiare lettere che uccidere Salvini sarebbe un atto di “legittima difesa”. Salvini minaccia la nostra democrazia e la nostra vita, afferma il prelato, quindi è legittimo ucciderlo.

Considerazioni simili fa la giornalista Natalia Aspesi. Lei si sente minacciata da Salvini, dai leghisti e da tutto il governo, quindi (QUINDI) rivendica il “diritto” di fare una strage, per “legittima difesa”.

E no, cari signori. La legittima difesa riguarda aggressioni EFFETTIVE, e GRAVI alla propria incolumità ed ai propri beni, non riguarda le idee delle persone, le loro politiche, le loro scale di valori.

Il fatto che io mi senta “minacciato” da una persona, o dalle sue idee, o dalle sue scelte politiche NON mi dà il diritto di ucciderla, e neppure di prenderla a pugni, e neppure di insultarla.

E se una persona mi sembra un “pericolo per la democrazia”, la combatto POLITICAMENTE, la contrasto col voto, in certi casi col ricorso agli organi di garanzia istituzionale.

Certi personaggi invece si sentono investiti di un potere quasi divino sulla

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Mamma li fascisti russi!

Federica Francesconi 11 06 2019

 

Le voci fuori dal coro mefitico, che ci propina la solita narrativa edulcorata di una realtà drammatica ed insopportabile, fanno sempre paura. Alexandr Dugin, filosofo russo e ideologo del movimento antiglobalista, in questi giorni in Italia per tenere un ciclo di conferenze a tema, è stato cacciato dall’università di Messina, dove avrebbe dovuto nei giorni scorsi tenere una lectio magistralis, perché accusato di essere fascista.

 

Mamma li fascisti russi!

 

È una pandemia, quella dello spauracchio del ritorno del fascismo, che colpisce per lo più soggetti psicologicamente instabili, superficialmente colti, con scarsi strumenti intellettuali per difendersi dal condizionamento di massa e una consapevolezza del Sé molto vicina allo zero. Il populismo e il sovranismo oggi sono dipinti come l’anticamera del fascismo.

 

C’è una strategia precisa dietro alla demonizzazione di figure di intellettuali che si richiamano ai valori della patria, della solidarietà e della sovranità popolare. L’Ancien Regime fondato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e del pianeta sta crollando.  I calcinacci dell’edificio pericolante del mondialismo iniziano a cadere sulla testa dei loro luciferini architetti, di conseguenza le reazioni di costoro si fanno più rabbiose. Dugin è bollato come fascista, Fusaro e tantissimi altri intellettuali, tra i quali anche la sottoscritta, vituperati e ridicolizzati.

 

La libertà di pensiero non può essere tollerata dai guardiani del mondialismo e dai loro fidati sgherri, uomini e donne trasformati in cyborg, incapaci di prefigurarsi mentalmente altri mondi, altri futuri, altri orizzonti di senso rispetti a

 

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Bagnai: «Si cerca l’incidente, dall’Ue rischio di modi mafiosi»

16 giugno 2019

 

Affondo domenicale del senatore leghista (ed economista, nonché possibile ministro degli Affari europei) Alberto Bagnai contro Bruxelles. «In questo momento c’è evidentemente bisogno – ha detto parlando a “½ h in più”, su Rai3, il presidente della Commissione finanze del Senato – di creare un incidente che tenga l’Italia sotto un sostanziale potere di ricatto: ti faccio la procedura se tu non accetti una serie di cose. A questo atteggiamento ricattatorio, mafioso, se dovessero evidenziarsi dinamiche di questo tipo, non dico che siano di questo tipo, ma se si dovesse vedere che l’attacco al nostro paese è pretestuoso, sono il primo a dire, ma lo farebbe senza che nessuno glielo dica, che il ministro Tria opporrebbe un fermo no».

GUARDA IL VIDEO / Procedura Ue: l’Italia ha una settimana

«Ministro? «Se mi verrà chiesto…»


«Per quel che ne so io, ad oggi sono fonti giornalistiche. Io in Senato sto molto bene, sto lavorando anche su temi europei, quindi non avrei particolari né reticenze né ambizioni, se mi verrà chiesto, dovesse venirmi chiesto…». Così ha risposto Bagnai alla domanda sull’ipotesi di una nomina a ministro degli Affari europei, poltrona ormai vacante da 3 mesi, dopo il passaggio di Paolo Savona al vertice Consob. Poltrona che Bagnai rivendica alla Lega, sottolineando di essere in politica non per affermare le sue idee ma «per mettersi a disposizione».

La risposta prudente sull’uscita dall’euro.

Bagnai è noto per le sue posizioni antieuro. Ma ieri ha frenato: «Non penso di poter decidere da solo i destini del mio paese. Scientificamente non rinnego nulla di quello che ho scritto nelle sedi scientifiche, ma politicamente devo tener conto del contratto di Governo che sto aiutando a realizzare».

La proposta di Savona sul debito

Il senatore leghista ha anche commentato la proposta di Savona sulla sostenibilità di un debito pubblico ancora più elevato di quello attuale, anche al 200%. «L’Italia è un Paese dai fondamentali singolarmente solidi – ha detto – dopodiché su quanto teoricamente un Paese possa sostenere di debito pubblico si può parlare, la valutazione del professor Savona era di carattere

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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Totò e la Fontana Ecosostenibile

di Miguel Martinez

Come avrete notato, va di moda l’ambiente, e persino in Italia, la gente si è messa in testa che bisogna fare qualcosa, se non vogliamo finire tutti nella pattumiera noi stessi.

C’è quindi chi si dedica alle energie alternative…

e chi al riciclaggio:

Insomma, ci sono mille modi per fregare la Seconda Legge della Termodinamica.

Il signor Libero Cantarella, presidente di Unionplast, scrive tutto insieme di Economia Circolare e Sviluppo Sostenibile

mentre manda gli avvocati al TAR per far bloccare l’ordinanza della Regione Siciliache vieta l’uso della plastica usa e getta sulle spiagge, cioè nell’area del Demanio Marittimo.

Il governo inglese invece ha trovato un modo ingegnoso per far diventare più verde anche l’aria: praticamente, stanno ridisegnando i percorsi che fanno gli aerei, in modo (a) da ridurre i tempi di attesa in volo, che sono in effetti assai inquinanti, ma soprattutto (b) da accomodare un numero molto maggiore di voli (così b annullerà ampiamente l’effetto positivo di a).

Il vinaio di Borgo Tegolaio se ne va in meritata vacanza per qualche giorno a Malta, assieme alla moglie, ai suoceri e ai due bambini, uno di due anni e l’altro di pochi mesi.

Andata e ritorno, il volo costa diciassette euro a testa gli adulti e zero i bambini. Quindi 68 euro in sei.

Cerco un confronto.

Roberto Vecchioni, che è un bel personaggio ma è il primo a dire di non essere di moda, darà a ottobre un concerto al Teatro Regio di Parma. Un solo posto a sedere costa 69 euro (e c’è solo l’andata, mica il ritorno).

Pochi giorni fa, la United Airlines degli Stati Uniti ha celebrato la Giornata Mondiale dell’Ambiente   con il “most eco-friendly commercial flight of its kind in the history of aviation“, lanciando un volo speciale denominato Flight for the Planet.

Cioè. volerebbero per fare un favore al Pianeta.

Il Pianeta, sapete, è interessato a una sola cosa: girare attorno al proprio asse ogni 23,93 ore, in modo da assicurare che un anno duri 365,24 giorni (la cifra non è precisa, ma siamo noi che siamo cialtroni, non il Pianeta, che i conti non li ha mai sbagliati in miliardi di anni).

Per il resto, il Pianeta sembra che se ne infischi se sopra di sè porti l’Eden o un cimitero di scorie nucleari.

Siamo d’accordo tutti a dire quindi che il volo per il Pianeta, è una balla?

Ma è una balla anche dire che il volo sia “eco-friendly“: al massimo, sarà leggermente meno eco-ostile di voli precedenti.

Diciamo che, se vogliamo crederci alla pubblicità, è il volo commerciale che ha preso meno a cazzotti i nostri figli, finora mai eseguito.

Andiamo a vedere in che cosa consiste l’impegno meno eco-ostile dell’industria aeronautica. Il massimo, insomma, che possa fare una delle industrie più potenti del mondo.

1) Usano come carburante, al 70% quello solito da aereo, cioè il più devastante che esista; e al 30% “low-carbon, sustainable aviation fuel“, che – affermano – produce meno gas serra del carburante solito.

Riguardo ai gas serra, lascio la parola a chi è più competente di me; noto solo che stiamo parlando di biocarburante. Che non è forse di origine fossile, ma che per essere coltivato richiede un ricorso a quella che è forse la principale fonte di distruzione ambientale dei nostri tempi: l’agricoltura industriale, che in questo caso, oltre ad aver sterminato la biodiversità, toglie anche spazio alle coltivazioni alimentari.

Vabbene, sul carburante ci hanno provato e gli è andata male.

Passiamo a cose più serie.

2) Per servire le bevande, ci annunciano, hanno introdotto delle tazzine riciclabili. Imitando così, con un certo ritardo, la nostra amica Laura, che lo ha già fatto alla sua bancarella di panini e bevande per turisti al Duomo, qualche anno fa.

3) E poi fanno il carbon offsetting, e qui apriamo un nuovo capitolo.

Prima di arrabbiarci con loro, diciamo che si tratta di una balla necessaria. Ci sono sicuramente mille piccoli miglioramenti possibili che potrebbero rendere meno cattiva l’industria aeronautica, ma non potranno mai avvicinarsi al danno che aumenta a causa della sua incontrollabile crescita. I voli Pisa-Malta a diciassette euro erano, sono e saranno per sempre insostenibili.

Quando Trump fu eletto, cominciò a dire che l’effetto serra e il cambiamento climatico non esistevano ed erano balle inventate dai cinesi.

L’industria aeronautica si sollevò unanime contro Trump.

Prima di rallegrarcene, cerchiamo di capire perché.

L’emergenza climatica è una bella metafora di tutto ciò che sta succedendo, l’insieme onnipresente di plastica che non si degrada, di mari troppo pescati, di biodiversità sterminata dall’agrobusiness, di stelle che non si vedono più perché c’è troppa luce, di veleni nell’aria, di velocità sempre crescente delle interazioni che si annullano…

Però poniamo che io sia il CEO di una ditta che se ne sbatte di tutto questo complesso.

Il problema è il CO2? Certo, noi ne produciamo a bizzeffe; ma diamo un po’ di soldi a iniziative che invece lo sequestrano, e avremo salvato il Pianeta!”

Qualche anno fa, grazie a un amico massone, incontrai un Venditore di Inquinamento. Un signore alto un puffo e mezzo, geniale, con un’immensa pancia che usava come ariete per farsi strada, che probabilmente non ha mai indossato una cravatta in vita sua, e che mi ha fatto subito un’istintiva simpatia.

Quando gli dissi il mio nome, puntò il dito alla propria testa e disse,

“io conservo tutto qui nel mio culo!”

Il Venditore di Inquinamento faceva così:

“Vuoi inquinare? Non c’è problema, ti pianto un milione di alberi in Algeria! Credimi!”

A differenza di Totò che cercava di vendere la Fontana di Trevi, l’acquirente è la persona meno interessata a controllare che sia vero.

Normalmente, l’offsetting consiste in alberi. Che sono verdi per definizione, il

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BELPAESE DA SALVARE

Il grande ricatto europeo all’Italia: lasciarsi morire o suicidarsi

Marco Fontana – 14 GIUGNO 2019

 

Non c’è nulla da fare, l’Unione Europea non riesce a mettersi in discussione.

E non vorrebbe nemmeno aprire un tavolo di confronto con le forze politiche che ormai hanno raggiunto rilevanza continentale, quelle che vedono nell’interesse nazionale il principio imprescindibile da cui partire per salvaguardare i propri cittadini e magari anche per ridare corpo a un’Europa che sia davvero fondata sui popoli e non serva delle élite finanziarie. Credevamo che la Brexit avesse insegnato agli euroburocrati a non tirare troppo la corda con la loro ossessiva prova di forza legislativa e propagandistica, mirante alla dissoluzione delle sovranità nazionali. E invece l’autoreferenziale eurocrazia continua imperterrita a lanciare moniti e ricatti travestiti da consigli.

Leggi anche: Ue boccia governo, “L’Italia non dovrebbe essere un rischio per l’Eurozona” – Oettinger

Non stupisce che l’affondo della Commissione europea contro il governo italiano venga definito dal senatore ed economista Alberto Bagnai come l’ennesimo esempio della UE delle minacce, dei trattati approvati alla chetichella dopo negoziati opachi e viziati da ricatti. Bagnai, presidente della Commissione Finanze del Senato, spiega come questo tipo di politica non incontri più il favore dei cittadini, nemmeno nei Paesi che sembrano forti. E l’Italia sicuramente non sta bene: è appesantita da una spesa inefficiente o inutile, da un sistema giudiziario elefantiaco e spesso schizofrenico, è in affanno il suo tessuto produttivo, tartassato da un carico di burocrazia che non ha pari nel resto del mondo, tanto da far fuggire all’estero il meglio della propria imprenditoria, non stanno bene le famiglie, messe in ginocchio da un rincaro del costo della vita che ha spazzato via gran parte del ceto medio e ridotto in sottoproletariato alcune fasce di popolazione. Questa terrificante situazione è la figlia maledetta dello scellerato cambio Lira-Euro, che ha barattato l’iscrizione al club europeo con l’accettazione di condizioni capestro che hanno ipotecato il nostro futuro, mentre questo ingresso non era alla nostra portata e non c’era nulla di cui vergognarsi (anche perché non tutti i Paesi più ricchi o virtuosi hanno aderito all’Euro).

 

In un contesto del genere suona come una novità ciò che hanno affermato Luis de Guindos, vicepresidente della Banca Centrale Europea, e Jean-Paul Fitoussi, economista francese molto attivo sia in ambito accademico che politico. Il primo ha espresso in un’intervista parole di stima e di incoraggiamento: nell’economia italiana ci sono pro e contro. I contro sono una crescita lenta, il debito pubblico, una mancanza di riforme strutturali e dunque una bassa crescita della produttività. Ma l’Italia ha anche dei vantaggi che dobbiamo riconoscere. Il primo è che ha un surplus di partite correnti, nel complesso degli scambi con il resto del mondo. La posizione finanziaria netta sull’estero è buona e questo riduce la vulnerabilità dell’economia. E quando si guarda alla situazione di bilancio nel tempo, non è stata male: quasi tutti gli anni l’Italia ha avuto un avanzo prima di pagare gli interessi sul debito. Non è molto facile riuscirci, dunque è un precedente molto buono, soprattutto in confronto ad altri Paesi.

Il secondo, a sua volta, condanna il rigido rapporto del 3% tra deficit e Pil imposto dall’Unione europea e

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IUS SOLI – PROFETICO SARTORI  2013 

Sisto Ceci 18 06 2019

 

Il politologo GIOVANNI SARTORI ormai defunto, in un articolo del 2013 pubblicato sulle colonne del Corriere della Sera, tuonava contro la Kyenge e lo Ius soli. E scriveva: “Al momento mi occuperò solo di un caso che mi sembra di particolare importanza, il caso della Ministra “nera” Kyenge Kashetu nominata Ministro per l’Integrazione. Nata in Congo, si è laureata in Italia in medicina e si è specializzata in oculistica. Cosa ne sa di “integrazione”, di ius soli e correlativamente di ius sanguinis?”.

 

Il politologo poi continuava: “La ministra Kyenge spiega che il lavoro degli immigrati è “fattore di crescita”, visto che quasi un imprenditore italiano su dieci è straniero. E quanti sono gli imprenditori italiani che sono contestualmente falliti? I dati dicono molti di più. Ma questi paragoni si fanno male, visto che “imprenditore” è parola elastica. Metti su un negozietto da quattro soldi e sei un imprenditore. E poi quanti sono gli immigrati che battono le strade e che le rendono pericolose? La brava Ministra ha anche scoperto che il nostro è un Paese “meticcio”. Se lo Stato italiano le dà i soldi si compri un dizionarietto, e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitore di razze (etnie) diverse. Per esempio, il Brasile è un Paese molto meticcio. Ma l’Italia proprio no. La saggezza contadina insegnava “moglie e buoi dei paesi tuoi”. E oggi, da noi, i matrimoni misti sono in genere ferocemente osteggiati proprio dagli islamici. Ma la più bella di tutte è che la nostra presunta esperta di immigrazione

 

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ECCO IL PRIMO BIGLIETTO DA VISITA DELLA FIRENZE DEL PD E DI NARDELLA

Danilo Bonelli 12 06 2019

 

Magic moment for Florence …

Dopo aver riconfermato il suo Sindaco al primo turno con un largo consenso, la città di Firenze sta vivendo un momento di incantata magia quasi fosse la fanciulla delle favole che ha trovato il suo principe azzurro.

In riva all’Arno all’improvviso tutto sembra girare per il verso giusto, perfino la Fiorentina è passata dagli odiati Della Valle ad un magnate italo-americano che promette di rilanciare in grande stile le locali ambizioni calcistiche.

Alle Cascine e al Piazzale Michelangelo si montano i palchi per accogliere i grandi concerti estivi mentre dilaga lo splendore di Pitti Immagine Uomo quasi a voler ricordare al mondo che il gusto per la bellezza estetica ed artistica ha in questa città le sue radici storiche.

E così la maison Ferragamo – che qui gioca in casa propria – ha deciso di sfilare in piazza della Signoria all’ombra di Palazzo Vecchio e della Torre di Arnolfo, in un ideale accostamento tra antico e moderno … un sogno in passerella.

Insomma, Firenze sogna sull’Arno d’argento dove si specchia il firmamento, come cantava Narciso Parigi. Ma ecco la sveglia, brusca, drammatica, cattiva, fatta di urla e di sangue che squarciano l’idillio riportandoci alla drammatica realtà della vita quotidiana.

In piazza della Stazione, ad immediato ridosso del centro storico e in prossimità della Fortezza dove sfila la grande moda, un senegalese di 37 anni e un camerunense di 32 si affrontano in pieno giorno – attorno all’ora di pranzo – a colpi di cocci di bottiglia, ma non stavano disputandosi un biglietto per l’accesso agli Uffizi o al Museo dell’Accademia. Si trattava di un regolamento di conti per il controllo del mercato dello spaccio della droga.

Fuggi fuggi di turisti spaventati mentre le sirene della Polizia si sovrappongono a quelle dell’ambulanza.

Appena un attimo ed è subito tempo di ripartire perché ecco che alle Cascine un nordafricano sulla trentina giace riverso a terra in un lago di sangue con profonde ferite da taglio al volto e al torace in esito allo scontro feroce tra bande di immigrati

 

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CULTURA

GRANDI SCRITTORI

Giovanni Bernardini 20 06 2019

 

Ebbene si, lo confesso. Non sapevo che esistesse un gigante del pensiero chiamato Tommaso Montanari. Ho saputo solo oggi della sua esistenza, seguendo in rete la polemica su un suo brano dato da commentare agli studenti che affrontano la maturità, e sugli insulti che questo profondissimo pensatore ha indirizzato a Franco Zeffirelli appena scomparso ed alla compianta Oriana Fallaci.

Continuo la confessione. Non solo ho appreso solo oggi dell’esistenza di questo Montanari, ma ho appreso solo da pochissimo tempo, e sempre dalla rete, che esiste una immensa scrittrice chiamata Michela Murgia.

Inoltre, ho letto in tutto trenta pagine di Camilleri, prima di chiudere per sempre

 

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SULLE TRACCE DI UN PICCOLO MESCHINO

TOMASO MONTANARI DALLA MATURITA’ ALLA MISERIA DELL’ANIMO UMANO

Danilo Bonelli 20 06 2019

 

Quando nell’era paleozoica sostenni l’esame di Maturità a quel tempo si parlava di prove e di temi. Oggi sento riecheggiare il termine tracce come se si trattasse delle orme lasciate sul terreno da qualche animale braccato o delle impronte di un ladro.

E se poi apprendo che una di queste cosiddette tracce era costituita da una frase di un libro del critico d’arte Tomaso Montanari allora l’ipotesi del ladro prende ancor più consistenza. Un ladro di notorietà a basso costo, uno spacciatore di cultura orientata a scopo di odio ideologico.

Montanari è un esperto di arte europea dell’età barocca ma soprattutto è uno che sta sgomitando per ritagliarsi un ruolo politico nazionale incontrando però un ostacolo insormontabile: la mancanza di un partito ma soprattutto del consenso e del seguito da parte dei cittadini.

Per dirla in altre parole costui nessuno se lo caca neppure di striscio.

Se Maramaldo è passato alla storia per aver pugnalato un Francesco Ferrucci agonizzante – che gli rivolse la celebre frase “vile, tu uccidi un uomo morto” – ecco che Tomaso Montanari ha saputo fare addirittura di peggio, abbassandosi ad infamare Franco Zeffirelli

 

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DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

La Divina provvidenza e Kabobo.

Sisto Ceci 20 06 2019

 

In un periodo di sbarchi continui di immigrati africani a Lampedusa, Radio3 ha pensato bene di intervistare, oggi, padre Lamanna, dirigente di una delle innumerevoli Onlus che si “occupano” di accoglienza e assistenza agli immigrati.

 

Il religioso invocava un impegno sempre maggiore, vista l’emergenza, del nostro paese in termini di risorse e qualità dell’accoglienza e alla ovvia obiezione dell’intervistatore sugli enormi problemi economici dell’Italia e quindi a una sempre maggiore difficoltà ad assolvere alle richieste di assistenza di tutti i migranti.

 

L’ineffabile sacerdote ha risposto citando il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci grazie al quale il Redentore ha sfamato una folla immensa con 3 pesci e 7 pani, come dire facciamo entrare tutti

 

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ECONOMIA

Dal debito all’Ue, il Savona-pensiero nella relazione Consob

di Laura Serafini – 14 giugno 2019

 

VIDEO QUI:  https://youtu.be/W6DITUffSrU

 

l’uomo politico e l’economista che domina la prima relazione da presidente Consob di Paolo Savona. Di conseguenza, l’approccio non può che essere macroeconomico ma, soprattutto, riaffiora il pensiero del professore che ha teorizzato la possibilità di sconfessare le regole condivise e sottoscritte dall’Italia, dal Trattato di Maastricht al patto di stabilità, pur di ridare fiato all’economia nazionale.

Eppure, l’approdo all’autorità che vigila sui mercati finanziari e sulla tutela del risparmio ha prodotto una strana metamorfosi nel Savona pensiero, che a tratti nega e a tratti invece riconosce l’utilità di appartenere all’area euro.

La condanna delle convenzioni internazionali che misurano lo stato di salute di un paese è netta. I giudizi sull’Italia, dice, «non di rado espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati appaiono prossimi a pregiudizi, perché resi su basi parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società», ovvero risparmio (16 trilioni di euro) ben superiore all’utilizzo che ne fa il paese e competitività delle imprese sui mercati internazionali.

Allo stesso modo per il presidente Consob gli indicatori adottati dall’Unione europea per stabilire fino a che punto può salire il debito (con il famoso rapporto ideale del 60% sul Pil indicato dal trattato di Maastricht) sono convenzioni la cui efficacia è tutta da dimostrare. «Non c’è una risposta univoca su quale sia il legame ottimale tra il debito pubblico e il Pil – ha osservato – soprattutto se il rapporto è valutato in modo indipendente dallo stato di fiducia». E cita il Giappone, non caso un paese che non ricade nelle regole di bilancio dell’area euro. «Se la fiducia nel paese è solida e la base di risparmio sufficiente –ha detto – i livelli di indebitamento nell’ordine del 200% rispetto al Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica». Per garantire la sostenibilità dell’indebitamento, è sufficiente

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Keynes fece rinascere l’economia perché la restituì all’umanesimo

www.corriere.it

Michele Salvati – 11 aprile 2019

Le sue teorie hanno contribuito al benessere dell’Occidente.

Esce il 16 aprile il Meridiano Mondadori del grande studioso inglese, introdotto da Giorgio La Malfa

 

L’economista John Maynard Keynes con la moglie, la ballerina russa Lydia Lopokova (1892-1981), che sposò nel 1925

 

Il 16 aprile sarà nelle librerie un eccezionale Meridiano Mondadori. Eccezionale perché sono pochi i Meridiani non dedicati a grandi autori della letteratura e della filosofia. Ed eccezionale perché l’autore a cui è dedicato è una figura straordinaria, il più grande economista del secolo scorso, John Maynard Keynes (1883-1946). Il Meridiano comprende una nuova traduzione della sua opera principale, La teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta del 1936 e altri 28 scritti, larga parte dei quali mai tradotti prima in italiano, fra cui la Lettera aperta al presidente Roosevelt a pochi mesi dalla sua elezione, uno scritto di singolare attualità come L’Arte e lo Stato e il saggio su Come pagare il costo della guerra del 1940, nel quale Keynes anticipa l’idea delle politiche dei redditi. Traduzioni, introduzione e cronologia della vita di Keynes sono di Giorgio La Malfa, mentre il corposissimo apparato di note è di Giorgio La Malfa e Giovanni Farese.

Il Meridiano Mondadori dedicato a John Maynard Keynes sarà in libreria dal 16 aprile (pagine 1.328, euro 80)

C’è una ragione che spiega l’inclusione di questo lavoro nel disegno culturale che ispira i Meridiani. Keynes non è solo un economista, ma è anche colui che ha ricondotto questa disciplina nell’ambito delle scienze sociali e morali. Che ha rovesciato, alle soglie della Seconda guerra mondiale, il predominio di un indirizzo dominante nei cinquant’anni precedenti: una concezione dell’economia che aveva cercato di assimilarla alle «vere scienze», alle scienze della natura. E l’aveva ridotta ad una dismal science, ad una scienza arida e triste, al di fuori delle possibilità di comprensione e di attrazione per coloro che volevano, dagli economisti, un aiuto a capire e migliorare le società in cui vivono.

Giorgio La Malfa

Keynes vinse la battaglia, e anche alla sua vittoria teorica è dovuto il mondo di ieri, i trent’anni di benessere diffuso di cui i Paesi capitalistici e liberali avanzati hanno goduto tra gli anni Cinquanta e Ottanta del secolo scorso. Ma non vinse la guerra e la reazione degli economisti tradizionali non si fece attendere per molto, anche con buone ragioni. Sicché oggi la disciplina versa in uno stato di frammentazione. L’età della disgregazione (Laterza) titola Alessandro Roncaglia la sua recente storia del pensiero economico contemporaneo, nei settant’anni che sono trascorsi dalla morte di Keynes: neo e post-keynesiani, neoclassici, neoliberisti, monetaristi, istituzionalisti, neomarxisti, evoluzionisti, economisti sperimentali e comportamentali, e molte altre scuole e sette. Non sempre è vero, anzi lo è di rado, ciò che diceva Mao Zedong: «La confusione è grande sotto il cielo. La situazione è eccellente». Ma questa volta lo è. E questa benefica confusione è soprattutto il merito di Keynes (non solo suo, bisognerebbe aggiungere anche Piero Sraffa): è dovuta alla rottura del vaso di Pandora del paradigma dominante. Dunque, alla riconduzione dell’economia alla via maestra delle scienze morali e sociali e di conseguenza ai dissensi e ai conflitti di opinione che inevitabilmente le attraversano.

Per far capire anche al pubblico colto che persona fosse Keynes, quali le sue passioni e aspirazioni profonde, La Malfa ha utilizzato in modo eccellente le centodieci pagine del saggio introduttivo e le novanta della Cronologia, pienamente comprensibili anche da un lettore informato, ma con poche nozioni di economia: la Cronologia è in realtà un illuminante saggio biografico. E anche nel resto del Meridiano vi sono scritti e passaggi dai quali questo lettore può farsi un’idea delle idee politiche, della grandezza e dell’umanità di Keynes, a partire dall’ultimo capitolo della Teoria generale. Illuminazioni e sorprese sono poi abbondanti nei testi e nelle note.

Quali le lezioni di Keynes oggi, a più di settant’anni dalla sua morte? Ragioni di scrupolo filologico, di attinenza al tema affrontato e ai suoi limiti, consigliano La Malfa di non affrontare un problema in cui sarebbero prevalse interpretazioni

 

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https://www.corriere.it/19_aprile_11/keynes-economia-meridiano-mondadori-giorgio-la-malfa-04694eb0-5c79-11e9-b6d2-280acebb4d6e.shtml?fbclid=IwAR2EZKLrJ3dsJ7VfLYr9y8m_vzSuQOQjdhlRc_CUDfXLuivc4FqQRl_Ykxc

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

LA DEUTSCHE BANK PENSA AD UNA BAD BANK DA 50 MILIARDI

scenarieconomici.it

Fabio Lugano – 17 giugno 2019

Deutsche Bank è poco sopra i 6 euro di quotazione , una capitalizzazione si soli 12 miliardi di euro, e deve trovare una soluzione ai propri problemi prima che qualcuno, il mercato o la BCE, suoni la fine della ricreazione. Jeff Gundlach , il noto analista, ha affermato che il valore di supporto per le azioni Db, quello al di sotto non ci si aspetta che vada, è pari a … zero

Certo che lo zero è una base piuttosto solida per un valore azionario, e per evitare di testarlo la direzione della banca, dopo il fallimento del fallimento con Commerz, sta per applicare il PLAN Z, cioè la creazione di una bad bank, chiamata “Non core asset unit” nella quale far confluire sia tutto quello che non viene considerato strategico e le attività in perdita, per una dismissione. La banca vorrebbe trasformarsi in un’entità germanocentrica, al massimo europea, e concentrata sui servizi di pagamento e sulla gestione dei capitali, una scelta comoda, e vorrebbe cancellate tutto quello che non ne fa parte, quindi le attività internazionali e la gestione dei derivati……

Ora si parla di una cinquantina di miliardi di asset da esternalizzare, pari a 4 volte il capitale

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https://scenarieconomici.it/la-deutsche-bank-pensa-ad-una-bad-bank-da-50-miliardi/?fbclid=IwAR3eMIUQHNorjIW_KpzikKb-4d4bJZ_0brujlu9vqYeHblqr1Pv_nwJHt8E

 

 

 

 

Arriva Libra, qualcuno svegli gli Stati: Facebook ha emesso una moneta che sfugge a ogni controllo

Perché una moneta internazionale dovrebbe arrivarci, offerta in un bel packaging tecnologico, da un’associazione privata basata in Svizzera? Libra è la prova della fragilità del nostro sistema monetario. O la piattaforma è di tutti o si creano seri problemi su come vigilare questo sistema in futuro

20 giugno 2019 – Massimo Amato

 

Libra è la nuova moneta che Facebook promette di rendere operativa entro un anno, in una prima versione controllata da lei stessa assieme ad altre imprese, piattaforme, intermediari finanziari e organizzazioni non profit riuniti in un’associazione. E poi, in cinque anni, completamente priva di ogni forma di controllo quanto meno sul piano strettamente tecnico. L’annuncio è stato dato lunedì, ma è di martedì la pubblicazione del white paper che dovrebbe illustrare i tratti fondamentali del progetto.

Che dire dopo una prima riemersione dalla lettura del white paper di Libra? Che questo paper non è affatto white, anzi è molto grey. Al di là dello stile sicuro di sé, le informazioni date sulla struttura, sui fini e sul modus operandi della nuova moneta globale offerta alla community globale lasciano ancora molte, troppe zone grigie.

Se volessimo prestare al progetto una linea univoca, dovremmo dire che Libra è una versione privata, su blockchain, di uno strumento che già esiste: i diritti speciali di prelievo del fondo monetario internazionale.

I DSP, o SDR (special drawing rights) sono un mezzo di riserva e di pagamento internazionale, il cui valore è stabilito in termini di un paniere di monete. Trattandosi di monete ad alta diffusione e complessivamente a bassa inflazione (dollaro, euro, yen, sterlina e yuan), la stabilità dello strumento è garantita, mentre non è ovviamente garantito il suo tasso di cambio nelle singole valute, soprattutto quelle più volatili. Così è anche per Libra, che non sarebbe anzi semplicemente ancorata al paniere di valute ma anche garantita da asset espressi in quelle monete. Cambiandosi con un paniere di valute, Libra non sarebbe una nuova moneta e Facebook non batterebbe moneta, ma si limiterebbe a trasformare monete esistenti in una moneta “sintetica”, potenzialmente più accettabile perché più stabile, e, potenzialmente, più stabile perché più accettata.

È stata la Cina a proporre e ottenere nel 2009 una emissione straordinaria di SDR che ne ha decuplicato la quantità disponibile. L’obiettivo era precisamente di creare liquidità internazionale a fronte delle incertezze che la crisi finanziaria stava gettando anche sulle monete fino a qual momento ritenute sicure. Il governatore della banca centrale cinese che le propose, Zhou Xiaochuan, parlò espressamente della necessità di una nuova Bretton Woods e indicava negli SDR una risposta ai problemi derivanti dalla dipendenza del sistema internazionale dalle incertezze che potrebbero affliggere la moneta nazionale utilizzata fin dal dopoguerra come mezzo di pagamento internazionale: il dollaro. Ma il progetto non è affatto così cristallino, e molti passaggi del white paper non danno indicazioni univoche e chiare. Ciò però non ci deve impedire, anzi ci deve proprio indurre a porre un problema che sta a monte dello scioglimento dei pur legittimi dubbi di cui sopra: perché diavolo una moneta internazionale dovrebbe arrivarci, offerta in un bel packaging tecnologico, da un’associazione privata basata in Svizzera?

Il fatto che soluzioni alquanto raffazzonate, e avventuristiche anzichenò, possano guadagnare il centro dello spazio del dibattito pubblico ci dice fino a che punto il nostro sistema monetario ufficiale sia fragile e indebolito

Ciò che dovremmo innanzitutto avvertire, per farci un’idea della portata pratica e simbolica del progetto Libra, è l’enorme vuoto che il progetto si propone di riempire. Lo avevo già detto, con Luca Fantacci, in un libro sul Bitcoin: il fatto che soluzioni alquanto raffazzonate, e avventuristiche anzichenò, possano guadagnare il centro dello spazio del dibattito pubblico ci dice fino a che punto il nostro sistema monetario ufficiale sia fragile e indebolito, e quanto manchi di adempiere alle funzioni che gli perterrebbero. Ma lasciamo da parte l’effetto d’insieme e proviamo a prendere in considerazione singoli pezzi intellegibili di Libra. Ciò che viene ipotizzato per ora è una blockchain controllata (permissioned) per effettuare pagamenti anonimi istantanei a basso costo. Se solo si prende in considerazione il mercato immenso delle rimesse degli emigranti, ci si rende conto del potenziale di business di una piattaforma di questo tipo. Il fatto che Libra sia sostenuta nel suo “valore intrinseco” (apro qui, e subito chiudo, una parentesi pietosa sulla pochezza teorica, ossia sulla radicale inaffidabilità, del linguaggio utilizzato dal documento), la rende molto più appetibile per questo tipo di trasferimenti: se ho degli euro che voglio trasferire in un paese a moneta fragile, comprerò Libra al tasso di cambio del momento, trasferirò Libra nel paese in questione a basso costo e il soggetto che riceverà i soldi li convertirà in moneta locale al tasso di cambio del momento. Bene.

Ma davvero possiamo trasferire a un’associazione privata il compito di gestire un movimento di moneta così considerevole? E se sì, a quali condizioni? La storia non è avara di esempi di architetture monetarie gestite privatamente ma in vista di un fine pubblico. Alle fiere dei cambi di Lione, nel Cinquecento, la corporazione dei mercanti-banchieri italiani gestì i pagamenti internazionali di tutta Europa, per circa mezzo secolo, assicurando una stabilità dei cambi e una scorrevolezza degli scambi che pochi altri sistemi hanno garantito, prima e dopo. Ma, appunto, si trattava di una corporazione riconosciuta da tutti gli stati europei, che le lasciavano il suo spazio di azione, ma la costringevano anche ad agire in vista di un obiettivo di stabilità. Qui possiamo misurare quanto il bianco del paper sia in realtà grigio: da una parte è Facebook stessa a sostenere che il sistema dei pagamenti è un “bene pubblico”, dall’altra la stessa Facebook sta offrendo una piattaforma privata per assicurare l’operatività diffusa dei pagamenti.

Delle due l’una: o la piattaforma è davvero “di tutti”, e allora non è dell’associazione Libra. Oppure la sua governance esige di passare per forme di vigilanza che a loro volta implicano un problema di legittimità dei soggetti vigilanti

Certo, non ci vuole niente ad annunciare, come fa il white paper, che l’intento dei promotori è di rendere la “governance” della piattaforma aperta, partecipata e “decentrata”. Resta da vedere se poi lo si vuole fare davvero, e se è possibile farlo in quadro di rapporti di diritto privato, o se invece il progetto non porti con sé la necessità di un ripensamento della natura istituzionale del sistema monetario internazionale. Perché delle due l’una: o la piattaforma è davvero “di tutti”, e allora 1. Non è dell’associazione Libra, 2. La sua governance esige di passare per forme di vigilanza che a loro volta implicano un problema di legittimità dei soggetti vigilanti. O è sì dell’associazione Libra,

 

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GIUSTIZIA E NORME

BREVE MANUALE PER CAPIRE LO IUS SOLI.

Che cos’è lo Ius soli?
Avvistamento di creature mitologiche – 20 giugno 2017    RILETTURA OPPORTUNA

 

Dalla bacheca di G Rigoni

Mi raccomando, leggete attentamente la porcheria che quelli del PD vorrebbero rifilarci.

 

Attualmente per diventare cittadini italiani bisogna risiedere da 10 anni in Italia, non aver compiuto reati gravi, conoscere la lingua italiana (questo in teoria, ci sono tantissimi casi in cui viene data la cittadinanza a persone che non parlano nemmeno una parola di italiano e non riescono nemmeno a leggere la formula di rito, ma così dice la legge) e farne richiesta. Inoltre, esistono ulteriori modalità, tra le quali le più semplici sono sposare un(a) cittadino italiano oppure dimostrare di avere un antenato italiano.

L’Italia attualmente è uno dei paesi in cui è più facile ottenere la cittadinanza e ciò si vede dal numero di cittadinanze che vengono concesse annualmente (oltre 60.000 all’anno).

Con la riforma del PD verranno introdotti due concetti nuovi: lo IUS SOLI e lo IUS CULTURALIS.

Partiamo dall’ultimo: lo Ius culturalis. Questo articolo della nuova legge prevede che chiunque abbia compiuto almeno un ciclo minimo di studi (che in Italia è di due anni) può avere la cittadinanza. Per fare un esempio: un corso professionale riconosciuto dallo Stato di due anni darebbe in automatico la cittadinanza. Non riesco a non pensare a tutti i sedicenti profughi che non fanno nulla nelle caserme, cui il governo potrebbe mandare degli insegnanti per “fargli imparare un mestiere” (con la scusa “ormai sono qua, è giusto che imparino a lavorare) per far avere a tutti la cittadinanza (e il ricongiungimento familiare con le decine di fratelli, genitori, mogli).

Poi c’è lo Ius Soli: ogni persona nata sul territorio italiano avrebbe la cittadinanza italiana in automatico (con ovviamente il diritto al ricongiungimento a tutti i familiari). Questa legge esiste nei paesi americani, dove vista la grandezza dei territori e la scarsezza della densità abitativa volevano più persone per popolare gli stati. Lo scopo della legge era avere tanti immigrati in più (e ha sempre funzionato da quel punto di vista). Esiste in Canada, esiste negli Usa, esiste in quasi tutti i paesi del Sudamerica. In Europa l’automatismo non esiste da nessuna parte (e nemmeno nel resto del mondo, tranne la Tunisia e il Pakistan).

 

Esisteva in Francia, ma con le leggi del 1994 e 1998 (legge Guigou) l’automatismo è stato tolto e hanno limitato le possibilità di utilizzo. Ad ogni modo esiste una versione molto blanda dello Ius Soli in 3 paesi su 27 dell’Unione Europea (Francia, Germania e Irlanda). La versione italiana non esiste da nessuna parte. In Italia, sebbene lo chiamino propagandisticamente “Ius soli temperato” avremmo la versione più ampia del mondo (considerando anche lo Ius culturalis). L’Italia diventerà il paese dove sarà più facile diventare cittadini. Come se fosse un deserto da popolare e non fossimo uno dei paesi con più alta concentrazione di abitanti.

Quali saranno gli effetti dello Ius soli/Ius culturalis sull’Italia?

In primis un milione di cittadini italiani in più da subito e altri 150.000 all’anno in più a parità di condizioni attuali. Ma non ci sarà più la parità di condizioni attuali, perché la cittadinanza italiana vale anche come cittadinanza europea, e quindi tutti gli africani, asiatici ecc.che vorranno risiedere in Europa, verranno a far nascere i propri figli in Italia. Un numero di quanti verranno a fare “turismo di nascite” ad oggi non è quantificabile, ma è facile ipotizzare cifre a tanti zeri. Una cosa è facilmente intuibile però. Questo fatto evidentemente porterà al collasso delle nostre strutture ospedaliere. Da poca natalità, l’Italia diventerà il paese con più natalità d’Europa.

Tanti poi non si fermeranno in tantissimi in Italia, nasceranno e se ne andranno in altri paesi d’Europa (i genitori del cittadino italiano dovranno pur lavorare, e qua lavoro come si sa non c’è), ma l’Italia dopo aver affrontato le spese ospedaliere e di asilo per il neocittadino italiano non potrà più dimenticarli.

 

Facciamo un’ipotesi: il giovane neoitaliano va a lavorare in Gran Bretagna, compie un reato e viene espulso nel paese d’origine. Dove? In Italia ovviamente. Tutti i nati in Italia espulsi dai paesi di residenza verranno espulsi non in Pakistan, Afghanistan o Colombia, ma in Italia. E i terroristi o sospetti tali? Idem. Oltre che l’Italia dovrà provvedere alle spese consolari, di ambasciata e

 

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Una piccola città greca riceve le riparazioni tedesche tramite l’Italia

© AP Photo /

20.06.2019

Il 25 giugno sarà una data molto importante per i cittadini del paesino greco di Distomo poiché proprio quel giorno si deciderà se riceveranno o meno 70 o 80 milioni di euro in qualità di riparazioni dalla Germania tramite… l’Italia.

L’infelice 75o anniversario della terribile tragedia di Distomo si è celebrato il 10 giugno. In quel giorno del 1944 gli occupanti tedeschi commisero un’atrocità senza precedenti nella cittadina. Il Massacro di Distomo passò alla storia greca contemporanea come uno delle maggiori esecuzioni sulla popolazione disarmata. Distomo divenne celebre in tutto il mondo dopo che le SS uccisero 228 abitanti del paesino, fra cui anche donne e bambini.

“A Distomo vi fu un brutale massacro della popolazione civile. Fra i morti vi furono 58 bambini di età inferiore ai 15 anni. È piena violazione dei diritti umani internazionali. È un crimine che non può rimanere impunito”, ha osservato in un’intervista a Sputnik Yannis Georgakos, l’attuale sindaco del comune di Distomo-Arachova-Antikyra (il suo mandato si concluderà a settembre, NdR).

Gli abitanti di Distomo ancora oggi stanno tentando di ottenere giustizia per i crimini perpetrati contro i propri padri e nonni.

“Indipendentemente da quanti anni siano passati, i crimini contro l’umanità perpetrati non solo a Distomo, ma anche in altre regioni, devono essere puniti. Dobbiamo contrastare la comparsa di nazismo e fascismo”, ha sottolineato in un colloquio con Sputnik il neoeletto sindaco di Distomo-Arachova-Antikyra Yannis Stafas (comincerà il suo mandato a settembre, NdR).

Al momento Distomo come riparazioni di guerra richiede parte della proprietà di Deutsche Bahn, società statale tedesca con attività anche sul suolo italiano.

La storia della questione

“Già nel 2001 l’Aeropago, la Corte suprema greca, ha deciso di confiscare immobili tedeschi da destinare a Distomo in qualità di compensazioni di guerra per i crimini perpetrati dai nazisti. Si trattava dell’immobile del Goethe-Institut sito in territorio greco. Allora, però la sentenza non venne eseguita perché non fu firmata dal ministro greco della Giustizia. Oggi la questione delle compensazioni è di competenza del governo”, spiega il signor Georgakos.

Non vedendo alcun progresso nella risoluzione della questione in Grecia, gli abitanti di Distomo nel 2004 decisero di sfruttare la normativa del Consiglio europeo secondo la quale la sentenza del tribunale di uno Stato è eseguibile sul suolo di un altro Stato membro del Consiglio europeo. Dunque, trasmisero le proprie pretese all’Italia chiedendo che la sentenza venisse eseguita in territorio italiano.

“La causa venne deferita all’Italia perché nessun altro Paese volle riconoscere il caso di Distomo. Alla fine, la causa sarà giudicata dalla Corte suprema italiana”, spiega il signor Georgakos.

Nel 2008 la Corte d’Appello italiana riconobbe come definitiva la sentenza della giustizia greca e approvò la sua esecuzione in Italia. La Germania, allora, si rivolse al Tribunale internazionale de L’Aia richiedendo di esercitare il proprio diritto di non sottostare alle decisioni di corti di altri Stati (il cosiddetto diritto all’immunità dello Stato) in azioni legali private. Nel 2012 il Tribunale internazionale de L’Aia confermò il principio di immunità dello Stato nella controversia con lo Stato italiano nella questione di Distomo.

“Il Tribunale internazionale de L’Aia ha riconosciuto che vi sono pretese che debbono essere risolte tra Germania e Italia”, afferma il neoeletto sindaco di Distomo.

La causa fu riaperta nel 2014 dalla Corte costituzionale italiana dopo gli sforzi profusi dagli abitanti di Distomo. In particolare, la Corte costituzionale italiana stabilì che il principio dell’immunità di Stato non è applicabile ai crimini di guerra né a quelli contro l’umanità. Inoltre, stabilì che anche l’Italia ha il diritto di chiedere compensazioni alla Germania per i massacri di massa perpetrati durante la Seconda guerra mondiale.

I richiedenti, con l’aiuto dell’avvocato tedesco Joachim Lau, riuscirono a congelare beni patrimoniali della Deutsche Bahn in territorio italiano. La decisione della loro eventuale confisca verrà emessa in maniera definitiva solamente tramite relativa sentenza.

Chi la segue vede di più: la pagina Instagram di Sputnik Italia

“Il nostro avvocato è riuscito a congelare circa 70-80 milioni di euro alla Deutsche Bahn. Il processo penale si terrà il 25 giugno presso la Corte suprema di Cassazione di Roma. Se la sentenza avrà valore legale in Italia, otterremo i soldi che il governo decida di apporvi o meno la propria firma”, ha spiegato Yannis Stafas.

Inoltre, il neoeletto sindaco di Distomo-Arachova-Antikyra spiega che vi sono tre altre questioni che riguardano le riparazioni di guerra delle quali è ben informato perché è stato membro del Consiglio nazionale della Commissione per le Riparazioni della Germania, nonché membro del Comitato parlamentare per le Riparazioni (2013-2015).

“Non dobbiamo dimenticare che a tutti i disastri deve corrispondere una riparazione: le strade, i ponti, le fabbriche distrutti. Stando alle stime del Comitato parlamentare si tratta di un danno di circa 300 miliardi di euro. La seconda questione è legata al prestito coatto preteso dall’occupazione nazista. Nel 1942 il Terzo Reich impose alla Banca nazionale greca che gli venisse

Continua qui:

https://it.sputniknews.com/mondo/201906207790637-una-piccola-citta-greca-riceve-le-riparazioni-tedesche-tramite-litalia/

 

 

 

 

 

Grecia, strage degli innocenti: +43% di mortalità infantile dopo i tagli alla sanità

www.repubblica.it                                RILETTURA

Andrea Tarquini – 22 febbraio 2014

Il rapporto dei ricercatori di Cambridge, Oxford e Londra, pubblicato “The Lancet”: sotto accusa i tagli imposti al paese ellenico dai potenti del mondo

BERLINO – La mortalità infantile nei primi mesi di vita dei bambini è aumentata del 43 per cento in Grecia a seguito dei brutali tagli alla spesa pubblica, e al dimezzamento del bilancio della Sanità, imposti dalla crisi del debito sovrano e dalla spietata “terapia” di risanamento imposta dall’Unione europea, dalla Banca centrale europea, dal Fondo monetario internazionale, dal governo federale guidato dalla Cancelliera Angela Merkel. E’ una strage degli innocenti, una cifra spaventosa, quella che emerge da un rapporto pubblicato dai ricercatori delle università britanniche di Cambridge, Oxford e Londra e pubblicato dalla rivista medica del Regno Unito “The Lancet”, la più autorevole nel mondo. Sono cifre da rabbrividire, che dànno un’immagine del paese dove nacquero la democrazia, filosofia, matematica, cultura e scienze europee ridotto ormai ai livelli dei più derelitti e sfortunati paesi del Terzomondo. E sono dati che lanciano di fatto un pesantissimo atto d’accusa alle grandi potenze e ai poteri forti dell’eurozona e del mondo economico e finanziario mondiale. Tanto più se si pensa quanto in Germania e Francia industrie militari e dei lavori pubblici e ingegneria civile, e le banche francesi e tedesche che finanziavano i loro affari, abbiano guadagnato dalla irresponsabile politica della spesa facile dei vari governi greci, arricchendosi con fastose, faraoniche opere pubbliche ed enormi spese militari (l’aviazione greca ad esempio ha il doppio di aerei di quella francese, la marina

 

Continua qui:

https://www.repubblica.it/salute/2014/02/22/news/grecia_mortalit_infantile-79326564/?fbclid=IwAR107OVkTfAj2bNpPlZ-Pbh1vdnJ_2ypy6N4TFsMDEXtuWb5cdBWuJlS7-o

 

 

 

 

 

 

Polskie Radio: Polonia vuole riparazioni di guerra dalla Germania per un trilione di dollari

©

14.05.2019

 

Il 1° settembre sarà l’80° anniversario dell’attacco tedesco alla Polonia, che segnò l’inizio della Seconda guerra mondiale. Le autorità polacche potrebbero avanzare richieste alla parte tedesca per il pagamento di riparazioni di guerra, ha detto il deputato polacco Arkadiusz Mularczyk.

Il capo del gruppo parlamentare sui risarcimenti di guerra, che ha prodotto il rapporto corrispondente, non ha ancora nominato un importo specifico, ma alla domanda dei giornalisti se la somma supera il trilione di dollari, il politico ha risposto: “Avete quasi indovinato”.

Il rapporto sulle perdite militari nei prossimi giorni sarà consegnato alle prime persone dello stato: al presidente della Polonia, Andrzej Duda, al primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, così come a Jarosław Kaczyński, riferisce Polskie Radio.

“E dipenderà dai leader del nostro paese cosa verrà fatto con questo documento, anche se sono certo che l’opinione pubblica acquisirà familiarità con il contenuto della relazione abbastanza rapidamente. Personalmente ritengo che sarebbe una buona idea rendere pubblico questo documento il 1° settembre 2019, cioè nell’80° anniversario dell’attacco tedesco alla Polonia”, ha detto Arkadiusz Mularczyk, deputato del partito Diritto e Giustizia, che è anche il capo del gruppo parlamentare sulle questioni delle riparazioni di guerra.

Il politico ha sottolineato che lo scopo della creazione di questo gruppo era quello di preparare un rapporto sulle vittime militari, nonché di approfondire la conoscenza delle perdite militari. “E oggi, dopo un anno e mezzo, posso dire che abbiamo adempiuto la missione che ci è stata affidata”, ha assicurato.

Mularczyk ha ricordato che il lavoro sulla relazione è già stato completato.

“Si è scoperto un documento che determina in modo completo le perdite subite dal Rzeczpospolita Polska (seconda Repubblica di Polonia) durante la Seconda guerra mondiale. Il documento che rappresenta più chiaramente ogni

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https://it.sputniknews.com/politica/201905147648541-polskie-radio-polonia-vuole-riparazioni-di-guerra-dalla-germania-per-un-trilione-di-dollari/

 

 

 

 

 

Il nuovo secolo americano contro il sogno cinese

www.lintellettualedissidente.it

Emanuel Pietrobon – 18 giugno 2019

Donald Trump, nel tentativo di equilibrare una bilancia del potere mondiale sempre più spostata ad oriente, trascina la Cini di Xi Jinping nel conflitto del secolo: uno scontro su vasta scala che avrà fortissime implicazioni in tutto il mondo

Nel 2012 Xi Jinping popolarizzò il termine “sogno cinese” in uno dei suoi primi discorsi pubblici indirizzati alla nazione in qualità di segretario generale del Partito Comunista Cinese. Il sogno cinese idealizzato da Xi era, ed è, un sogno di egemonia planetaria basata sul ruolo chiave del rinato dragone e sulla marginalizzazione dell’Occidente.

Nel contesto di tale sogno si inquadrano due ambiziosi progetti annunciati nel post-2012: Made in China 2025 e la One Belt and One Road Initiative, volgarmente nota come la “nuova via della seta”. Nel primo caso si tratta di un piano strategico mirante all’emancipazione dell’industria cinese dalla dipendenza esterna, nel secondo caso si tratta di un’iniziativa volta a creare una gigantesca rete di interconnessione infrastrutturale transcontinentale, da Pechino a Rotterdam, passando per l’Asia centrale, la Russia, il Medioriente e i Balcani.

La nuova via della seta ha ricevuto un’accoglienza eterogenea: è infatti vista come una grande opportunità di sviluppo per paesi africani ed asiatici senza le risorse necessarie per avviare propri programmi di ammodernamento infrastrutturale, e come una minaccia per l’ordine liberale americano-centrico costruito nel secondo dopoguerra e che si è esteso con la vittoria della guerra fredda.

 

Sino ad oggi, però, sia per l’attenzione necessaria da dedicare alla guerra al terrorismo, che ha quasi monopolizzato interamente il discorso politico e strategico negli Stati Uniti, che per una sottovalutazione delle reali capacità cinesi, a Washington nessuna contro-iniziativa era stata intrapresa, almeno fino all’arrivo di Donald Trump.

Trump è l’espressione più palese dell’eccezionalismo americano, fortemente convinto che esista un “manifesto destino” per il paese-guida del mondo libero che giustifichi, anche moralmente, azioni di polizia in ogni angolo del pianeta. Era chiaro fin dagli albori della campagna elettorale che la Cina sarebbe stata al centro delle attenzioni statunitensi, accusata di sfruttare le falle della globalizzazione a detrimento degli interessi americani e di avere pericolose ambizioni egemoniche in Eurasia.

Così Trump ha gettato le basi per lo scontro del secolo, dando avvio ad una guerra fredda che è, sì, commerciale, ma non solo: è corsa agli armamenti in stile Reagan, corsa allo spazio, spionaggio internazionale, guerra dell’informazione, manipolazione psicologica dell’opinione pubblica, provocazioni militari e diplomatiche, ritorno ad una retorica bellicosa e sciovinista, clima isterico da caccia alle streghe e paura gialla in salsa neo-maccartista, e sabotaggio dei cantieri della One Belt and One Road attraverso un (per nulla) casuale apparire di un terrorismo islamista che ha abbandonato la guerra di religione per fare guerra al capitale cinese, dal Pakistan allo Sri Lanka.

Non si tratta di riequilibrare la bilancia commerciale degli Stati Uniti e di costringere la Cina a tutelare la proprietà intellettuale, evitare il dumping e non praticare politiche monetarie antipatiche (ma comunque legali) come la svalutazione, almeno non si tratta soltanto di questo. Si tratta soprattutto di riequilibrare la bilancia del potere mondiale, il cui ago pende sempre più verso l’Estremo oriente per via della crescita inarrestabile cinese, in favore degli Stati Uniti, ossia di evitare lo scambio di scettro e proteggere l’unipolarismo il più a lungo possibile.

È nel gennaio 2018 che alcune mosse preannunciano una svolta nelle relazioni con la Cina: l’approfondimento del Dialogo di Sicurezza Quadrilaterale e la fondazione dello US International Development Finance Corporation (USIDFC). Alcuni mesi dopo, Washington inizia a imporre dazi su una serie di beni, come pannelli solari, macchine lavatrici, acciaio, alluminio, senza dichiarare un obiettivo specifico, anche se era chiaro che si trattava di un’azione diretta a danneggiare la Cina, la principale esportatrice mondiale dei suscritti.

A questi dazi segue l’inizio vero e proprio di una guerra commerciale anticinese, con l’implementazione di tariffe per 250 miliardi di dollari su beni cinesi, a cui Pechino ha rapidamente risposto con tariffe su beni statunitensi per 110 miliardi di dollari. Tutto questo sullo sfondo di negoziati sottobanco tra le due presidenze, falliti per via delle condizioni richieste da Trump,

 

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https://www.lintellettualedissidente.it/esteri-3/cina-xi-jinping-usa-donald-trump-nuova-via-della-seta/

 

 

 

 

 

LA DITTATURA FINANZIARIA E ECONOMICA EUROPEA ORMAI HA GETTATO LA MASCHERA RASSICURANTE. (di Marco Santero)

scenarieconomici.it

20 giugno 2019

L’Italia è il campione della riscossa dei popoli mediterranei

https://www.byoblu.com/2019/05/31/tsipras-il-traditore-giorgia-bitakou-intervistata-da-tiziana-alterio/

Le vicende di queste ultime settimane stanno aprendo le menti di milioni di italiani, perché aprire una enorme procedura di infrazione (si parla di 4/5 miliardi di euro) contro un paese come l’Italia che ha i migliori fondamentali d’Europa per uno scostamento dello 0,07% è un vero abominio e, a mio parere, un gravissimo errore di strategia geopolitica dentro la UE.

L’asse Franco –Tedesco davanti all’Italia che, dopo decenni di sudditanza e vicerè tedeschi piddini e berlusconiani, RIALZA LA TESTA e batte i pugni sul tavolo con pieno diritto, per l’atteggiamento predatorio e usurocratico che ha subito, getta la maschera del sogno europeo che ha ipnotizzato i nipotini di Berlinguer e della parte peggiore dell’ex Democrazia Cristiana, fusa in matrimonio incestuoso dalla finanza speculativa e della sete smodata di potere e dominio Francese e soprattutto tedesca.

L’incredibile trasformazione dell’Italia in poco più di un anno da cenerentola sfruttata, presa in giro e dileggiata dalle sorelle cattive, ma nonostante questo supina e obbediente a tutte le angherie che le venivano fatte come una vittima masochista della sindrome di Stoccolma, IN PALADINA DELLA RISCOSSA DEI POPOLI MEDITERRANEI BRUTALMENTE COLONIZZATI A LIVELLO FINANZIARIO E ECONOMICO DAI POTENTATI FINANZIARI FRANCO TEDESCHI. Ebbene questa trasformazione sta facendo diventare idrofobi i leader del branco di lupi Nord Europei, ormai docili esecutori del “maschio” Alfa Tedesco.

A questo proposito non credo che il maschio Alfa tedesco Merkel si potrà godere una vecchiaia tranquilla e serena dato che la smodata sete di potere e riscossa teutonica che sembrava trionfare lascerà il posto ad una catastrofe economica tedesca che la segnerà nel fisico e nella salute.

Quello che il popolo tedesco ha fatto, di nuovo, all’Europa sotto il comando della Merkel nei libri di storia sarà ricordato come il terzo abominio tedesco verso i popoli europei e per la terza volta a salvare le terga a popoli europei brutalizzati da questa cultura psicotica tedesca sta arrivando l’America.

I “poveri” potentati economico – finanziari tedeschi sono come la Rana della Favola

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https://scenarieconomici.it/la-dittatura-finanziaria-e-economica-europea-ormai-ha-gettato-la-maschera-rassicurante-di-marco-santero/?fbclid=IwAR1EjjzFZ8OoZCQdaGLIJ_mt9mQ3s3G8rhmBkHeZ-uay46oclAfSjJ0K2jg

 

 

 

 

La caduta della meritocrazia in America

Secondo l’approccio della Mamma Tigre un genitore severo significava figli di successo. Nessuno ci crede più.

di Anna Momigliano 19 Giugno 2019

Qualcuno se lo ricorda il ruggito della Mamma Tigre? È una di quelle storie che sono vecchie di qualche anno ma che sembrano antiche di millenni. La Mamma Tigre, che all’anagrafe fa Amy Chua, è stata una dei casi mediatici internazionali del 2011, più o meno in contemporanea della crisi del debito sovrano e la fine del governo Berlusconi: adesso è caduta in disgrazia, nel senso che lei, Amy Chua, ha appena incassato una figuraccia epica, ma anche nel senso che è proprio l’idea di Mamma Tigre a essere diventata improponibile. Amy Chua, classe 1962, insegna alla scuola di Legge di Yale e scrive per il Wall Street Journal. È una che ce l’ha fatta, e vuole che anche i suoi figli ce la facciano, dunque nel 2011 pubblica il suo Ruggito Della Mamma Trigre(titolo originale: Battle Hymn of the Tiger Mother), prima articolo sul Wall Street Journal e libro: un manifesto a favore dei genitori severi, ma di una severità più orientata all’ottenere figli sgobboni che disciplinati; quel genere di genitori che ti impongono di studiare fino a notte tarda, prendere lezioni di piano, violino, recitazione, scacchi, e taekwondo, e che invece di mandare i figli in vacanza al mare li iscrivono a una Summer school di robotica. Sono i genitori dei figli che vengono ammessi ad Harvard, e poi fanno una carriera spettacolare.

La filosofia di Chua può essere riassunta così: primo, per crescere figli di successo bisogna tartassarli e, secondo, crescere figli di successo è importante perché il successo è felicità. Ora, su entrambe le cose si potrebbero porre degli interrogativi: ma chi l’ha detto che il successo porta alla felicità? Poi siamo sicuri che per crescere figli di successo bisogna tartassarli di ripetizioni e corsi estivi? Non è che magari conviene farli crescere senza stress come in quelle scuole private nordico-fighette dove non esistono i voti? E, anche se fosse, fino a che punto siamo autorizzati a rovinare l’infanzia dei nostri figli in nome di un futuro migliore? Ma, soprattutto, l’approccio della Mamma Tigre rifletteva una fede incrollabile nella meritocrazia. Ed è questa la cosa che sembra più impresentabile, al limite dell’involontariamente comico, oggi.

Anche perché è saltato fuori che è la stessa Mamma Tigre ad avere capito che ci sono cose più efficaci del merito. Come scrive Sara Jones su The Cut, esistono ragioni piuttosto fondate di sospettare che Chua abbia dato una spintarella alla figlia maggiore perché ottenesse un lavoro alla Corte Suprema, in uno scambio di favori. Nel luglio del 2018 Chua aveva scritto un editoriale sul Wall Street Journal in cui difendeva Brett Kavanaugh, l’attuale giudice della Corte Suprema nominato quell’anno da Donald Trump, la cui conferma è stata particolarmente turbolenta perché fu accusato di tentato stupro, oltre che di una serie di molestie “minori” (se paragonate al tentato stupro). Chua scrisse che era in realtà un paladino delle donne, al punto che le sarebbe piaciuto che sua figlia lavorasse per lui. Mandiamo il nastro avanti di un anno e, sorpresa, la figlia lavora per Kavanaugh alla Corte Suprema. La signora Tigre ci ha fatto una bella figuraccia, primo perché non è carino barattare un editoriale per un trampolino per la prole, e poi perché è ancora meno carino quando hai costruito la tua immagine pubblica sull’elogio della meritocrazia.

A proposito di meritocrazia: c’è qualcosa di simbolicamente rilevante nella caduta di Amy Chua. Perché tutta questa storia arriva in un momento in cui, più in generale, anche nell’America protestante comincia a scricchiolare l’idea che studiare e lavorare sodo sia il segreto del successo. Il 2019 è stato l’anno dello scandalo delle tangenti delle ammissioni dei college (l’Fbi ha scoperto che qualche celebrità di Hollywood pagava tangenti a persone ed enti perché manipolassero le domande di

 

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https://www.rivistastudio.com/mamma-tigre/

 

 

 

 

 

POLITICA

GOVERNO CHI È IL PRESIDENTE E DI CHE COSA

20 giugno 2019 – Mauro Mellini

 

Quando frequentavo le scuole elementari nel mio paese d’origine si era in piena “era fascista”.

Un giorno un vivace e curioso ragazzino rivolse al maestro della nostra V classe un quesito nientemeno che di diritto costituzionale, materia che, come in ogni regime totalitario aveva scarso senso. C’era pochissima Costituzione ed anche pochissimo “diritto”.

A Sor maè, commanna più ‘l Duce o ‘l Re?

Il maestro era un brav’uomo, che ricorreva all’allora fondamentale strumento didattico che erano le busse con notevole moderazione (insomma era un assai poco “plagosus magister”.)

La domanda dovette sembrargli impertinente. Ma, forse perché il padre di quel troppo curioso fanciullo non era in fama di “sovversivo”, non la considerò addirittura provocatoria, tale da meritare una risposta a suon di bacchettate.

Si prodigò, invece, a spiegare la differenza tra il “commannà” onnipotente ed onnisciente del Duce (che, come era scritto anche sui muri “ha sempre ragione”) che nella sua eccezionale capacità di vedere, prevedere, provvedere, assicurava a tutti pane e sicurezza ed il carattere simbolico, rituale, sacro della figura del Re, rappresentativa dello Stato, del comando delle forze armate etc. etc. Insomma, fece del suo meglio nel dare anche a sé stesso una risposta a quell’inconsueta e pericolosa domanda.

Il ragazzino, che mi dispiace assai aver perso di vista, stette a sentire tutte quelle belle parole poi, chiaramente deluso, se ne uscì a dire…”ma allora ‘l Re che ce sta a fa’?” Poco ci mancò che il bravo maestro non lo caricasse di botte per quella sua mancanza di rispetto per la figura simbolica etc. etc.

Pensavo a quel povero bambino ed a quella che sarà stata la sua triste sorte di figlio di contadini di allora, di fronte ad una delle oramai quotidiane divagazioni tra le competenze ministeriali di Salvini. Il mio compagno di scuola non avrebbe avuto necessità di domandare né al maestro né ad uno dei tanti maestri di diritto e di politologia se “commanna più Salvini o Conte”. Ma avrebbe potuto ben concludere “ma allora Conte che ce sta a fa’?” (ovviamente Conte).

E che “ce sta a fa’” un Ministro degli Esteri, che avrà pure dimenticato chi sia, ma che pure crede ci sia, sia pure per modo di dire.

Salvini è andato in America a parlare con quell’altro pachiderma che è il Presidente Trump. Un viaggio a spese dello Stato non deliberato in Consiglio dei Ministri, né concertato con il cosiddetto Presidente del Consiglio. Non parliamo del Ministro degli Esteri, di cui probabilmente anche Salvini avrà dimenticato il nome.

Magari non sarà neppure stato allertato l’Ambasciatore italiano a Washington.

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http://www.lavalledeitempli.net/2019/06/20/governo-presidente-cosa/

 

 

 

 

 

 

Se quelli di Casaleggio fanno i difensori dell’inquisizione

17 Giugno 2019 Mauro Mellini

 

Una delle sciagure che il dominio spagnolo ha portato in Sicilia fu la “Santa Inquisizione”.

Il terribile Tribunale delle torture e dei roghi, istituito per combattere l’eresia, ma che poi, a cominciare dalla Spagna, dove fu organizzato ed imposto dal Regno, divenne strumento di persecuzione razziale (contro i “Moreschi” e gli “Ebrei”) custode della “limpiesa de la sangre” dei “cristianos viejos”. Quella congrega di frati assassini si circondava di una sorta di corte di “collaborazionisti” i cosiddetti “famigliari dell’Inquisizione”. Gran parte dei nobili siciliani si fecero “famigliari”. Avevano diritto ad assistere ai roghi in una tribuna speciale ed a cavalcare con gualdrappa verde nelle processioni che si avviavano verso i luoghi in cui gli “inquisiti” venivano arrostiti. Ma il privilegio vero era quello per il quale i famigliari della Santa Inquisizione erano sottratti alla giustizia ordinaria e soggetti solo a quella dello stesso Santo Tribunale. Che con i suoi famigli sfoderava tutti i riguardi, la dolcezza e la comprensione che non “sprecava” contro i suoi abituali “clienti”. Ma i famigliari dovettero avere una funzione di creare reti di delatori e di spie nella persecuzione. (E’ per questo che l’archivio dell’Inquisizione fu distrutto quando un Viceré “illuminista” a metà del secolo XVIII abolì in Sicilia quel tetro e terribile strumento di persecuzione. I nobili vollero cancellare la documentazione delle malefatte dei loro antenati).

A queste cose va il mio pensiero quando si sente affermare che serpeggiano tra le forze politiche velleità di quelli che vogliono assumere il ruolo di “famigliari dell’Inquisizione”, di tirapiedi dei moderni progetti persecutorii di sopraffazione da parte delle Procure. Oggi questo ruolo se lo vogliono assicurare per lo più gli uomini della Casaleggio S.r.l., i cosiddetti Cinquestelle. Con le loro ridicole “tavole della legge” del famoso “contratto di Governo” e con le loro amenità (si fa per dire) statutarie, vogliono conferire alla giustizia, a sua volta impegnata in un’azione di supplenza e di sopraffazione di ogni altro potere, un effetto fulminante. Vogliono che basti un avviso di garanzia (bella garanzia!!) per fare fuori un uomo politico, un avversario. Vogliono essere, dicevo, i tirapiedi delle Procure (termine che deriva dalla funzione dei turpi collaboratori del boja di tirare i piedi degli impiccati per assicurarsi del loro strangolamento).

Al contempo i Casaleggesi-Cinquestelluti stanno lavorando a creare nuove figure di reato (“sfigurando” l’assetto del codice). Ipotesi di reato che non sono definite in modo da individuare il confine tra il lecito e l’illecito, ma

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https://www.milanopost.info/2019/06/17/se-quelli-di-casaleggio-fanno-i-difensori-dellinquisizione/

 

 

 

 

 

 

 

PER RENZI E IL PD, DAMNATIO MEMORIAE, COME PER TUTTI I CRIMINI CONTRO L’UMANITA’, IN QUESTO CASO CONTRO IL POPOLO ITALIANO 

Sisto Ceci – 19 06 2019

 

Oggi, quattro anni fa, il governo italiano firmava l’accordo che consentiva lo sbarco in Italia di tutti i clandestini prelevati in Libia da tutte le navi europee, Ong comprese. Era l’architrave della famigerata ‘missione Sophia’, che infatti è stata pensionata non appena Salvini non ha rinnovato la firma.

 

Quell’accordo, e ancora prima l’operazione Mare Nostrum, ci è costato centinaia di migliaia di clandestini, quasi un milione !!!!! da ospitare in hotel. Miliardi di euro buttati al vento. Anzi: regalati alle coop del Pd, al Vaticano e alla ‘ndrangheta.

 

Chi quell’accordo ha firmato, Renzi, come può essere diversamente definito se non anima criminale?

 

L’ultimo in ordine di tempo ad avere ammesso e rivendicato questo scempio è stato Padoa Schioppa, ministro dell’Economia dei governi PD, ammette di avere contrattato uno sforamento minuscolo del deficit, in cambio dell’ingresso in Italia del quasi milione di clandestini sbarcati negli anni in cui hanno governato:

 

Padoa – Schioppa non è il primo ex ministro della sinistra ad ammettere questo crimine. Prima di lui era stata Bonino:

 

E proprio la presenza di Bonino ci parla di qualcosa che, probabilmente, viene da molto lontano. Prima l’uccisione di qualche milione di italiani mai nati, così da creare una sorta di ‘vuoto’ (che poi non c’è perché l’Italia è comunque

 

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https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=155315338873816&id=100031860510496

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

 

La bufala dei cambiamenti climatici spiegata dal prof. Carlo Rubbia

Nicola Porro – 21 marzo 2019

 

Cambiamenti climatici: l’intervento del Premio Nobel per la fisica e senatore a vita Carlo Rubbia, dinanzi alle commissioni riunite Affari Esteri e Ambiente-territorio di Camera e Senato il 26 novembre 2014

 

 

VIDEO QUI: https://youtu.be/4_T1QNRtToc

 

Sono una persona che ha lavorato almeno un quarto di secolo sulla questione dell’energia nei vari aspetti e, quindi, conosco le cose con grande chiarezza. Vorrei esprimere alcuni concetti rapidamente anche perché i tempi sono brevi. La prima osservazione è che il clima della Terra è sempre cambiato. Oggi noi pensiamo (in un certo senso, probabilmente, in maniera falsa) che se non facciamo nulla e se teniamo la CO2 sotto controllo, il clima della Terra resterebbe invariato. Questo non è assolutamente vero.

 

Vorrei ricordare che durante l’ultimo milione di anni la Terra era dominata da periodi di glaciazione in cui la temperatura era di meno 10 gradi, tranne brevissimi periodi in cui c’ è stata la temperatura che è quella di oggi. L’ ultimo è stato 10.000 anni fa, quando è cominciato il cambiamento climatico che conosciamo con l’agricoltura, lo sviluppo, che è la base di tutta la nostra civilizzazione di oggi. Negli ultimi 2.000 anni, ad esempio, la temperatura della Terra è cambiata profondamente. Ai tempi dei Romani, ad esempio, Annibale ha attraversato le Alpi con gli elefanti per venire in Italia. Oggi non ci potrebbe venire, perché la temperatura della Terra è inferiore a quella che era ai tempi dei Romani. Quindi, oggi gli elefanti non potrebbero attraversare la zona dove sono passati. C’è stato un periodo, nel Medioevo, in cui si è verificata una piccola glaciazione; intorno all’ anno 1000 c’ è stato un aumento di temperatura simile a quello dei tempi dei Romani (ricordiamo che ai tempi dei Romani la temperatura era un grado e mezzo più alta di quella di oggi). Poi c’è stata una mini-glaciazione durante il periodo 1500-1600 che riguardo il Nord con i vichinghi hanno avuto degli enormi problemi di sopravvivenza a causa di questa mini-glaciazione, che si è sviluppata con cambiamenti di temperatura sostanziali.

 

Se restiamo nel periodo degli ultimi 100 anni, ci sono stati dei cambiamenti climatici sostanziali, che sono avvenuti ben prima dell’effetto antropogenico, dell’effetto serra e così via. Per esempio, negli anni Quaranta c’è stato un cambiamento sostanziale. Poi c’è stato un cambiamento di temperatura che si collega all’uomo (non dimentichiamo che quando sono nato io, la popolazione della Terra era 3,7 volte inferiore a quella di oggi e che il consumo energetico primario è aumentato 11 volte). Questi cambiamenti hanno avuto effetti molto strani e contraddittori sul comportamento del pianeta. Vorrei ricordare che dal 2000 al 2014 la temperatura della Terra non è aumentata: essa è diminuita di 0,2 gradi e noi non abbiamo osservato negli ultimi 15 anni alcun cambiamento climatico di una certa dimensione. Questo è un fatto di

 

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https://www.nicolaporro.it/la-bufala-dei-cambiamenti-climatici-spiegata-dal-nobel-carlo-rubbia/

 

 

 

 

 

 

Perché l’alluminio fa male

Paolo Bellavite 12 06 2019

 

Sono ore decisive per la la questione dell’obbligo vaccinale, che il disegno di legge (770 emendato) della Lega e dei 5* vorrebbe abolire, almeno per le sue più gravi conseguenze come la esclusione scolastica. A meno che qualche “manina” o qualche “piedino” non si mettano ora di traverso.

 

L’obbligo vaccinale, col vero motivo che lo ha determinato (non certo il morbillo), è la madre di tutte le nefandezze etiche e politiche. Più tempo passa peggio è, perché gli animi si esasperano e nella gente comune e pensante cresce la sfiducia.

 

Uno dei motivi per cui è necessario togliere l’obbligo è per poter tornare a discutere serenamente dei rischi e benefici dei vaccini, nonché della loro qualità, incluso il grande problema degli adiuvanti. Chiaramente, finché l’esavalente è “il vaccino di Stato” non si può fare alcun discorso e alcun passo avanti.

 

Un recentissimo lavoro di rassegna (Maggio 2019) del gruppo francese di Gherardi (Inserm) ha passato in rassegna le patologie provocate dall’alluminio usato negli adiuvanti (Autoimmun Rev. 2019 May 4. pii: S1568-9972(19)30109-0. 2019.05.006. Myalgia and chronic fatigue syndrome following immunization: macrophagic myofasciitis and animal studies support linkage to aluminum adjuvant persistency and diffusion in the immune system. Gherardi RK, Crépeaux G, Authier FJ.), precisando i rapporti tra la patologia neurologica e le vaccinazioni e i meccanismi d’azione del metallo sul sistema immunitario. Qui riporto il riassunto e la figura tradotti.

 

La encefalomielite mialgica / Sindrome da affaticamento cronico (ME / CFS) è una malattia invalidante multifattoriale e scarsamente compresa per le sue cause e meccanismi di insorgenza. Qui gli autori presentano numerose evidenze epidemiologiche, cliniche e sperimentali che la ME / CFS costituisce un importante tipo di effetto avverso dei vaccini, in particolare quelli contenenti adiuvanti di alluminio in particelle poco degradabili.

 

Le prove sono emerse molto lentamente a causa della molteplicità, mancanza di specificità, esordio ritardato e frequente sottovalutazione medica dei sintomi ME / CFS. Le prime evidenze della correlazione tra questa sindrome e i vaccini sono state supportate da uno studio epidemiologico che ha confrontato i militari vaccinati contro quelli non vaccinati durante la seconda guerra del Golfo.

 

I pazienti affetti soffrono di disfunzioni cognitive che colpiscono l’attenzione, la memoria e le connessioni interemisferiche, sintomi correlati a difetti di perfusione cerebrale e associate a un difetto di metabolismo del glucosio cerebrale.

 

La biopsia del muscolo deltoide, eseguita per indagare sulla mialgia, mostra tipicamente i segni della miofascite macrofagica, un biomarcatore istologico che valuta la persistenza di lunga data degli agglomerati di alluminio all’interno di cellule dell’immunità innata (fagociti) nel sito della precedente immunizzazione. La miofascite macrofagica appare legata ai tentativi di disintossicazione delle particelle minerali, che si svolgono in modo alterato nell’ambito dei meccanismi di xeno / autofagia (cioè la eliminazione mediante fagocitosi delle sostanze estranee, ma anche delle cellule morte del tessuto stesso).

 

In passato si cercava di interpretare il fenomeno sulla base del confronto tra tossicologia di diverse forme di alluminio (ad esempio, solubile e solido) e diversi tipi di esposizione (ad esempio, orale o parenterale), ma senza chiare conclusioni, tanto che il confronto oggi pare fuorviante e inadeguato.

 

Le evidenze sperimentali raccolte su piccoli animali di laboratorio hanno

 

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