NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 OTTOBRE 2018

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 OTTOBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Le persone discrete si fanno trovare quando le si cerca

e si fanno dimenticare per tutto il resto del tempo.

MARCEL PROUST, La ricerca del tempo perduto, Vol. II, Mondadori, pag. 804

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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IN EVIDENZA

Orrore indicibile: la polizia ritrova 123 bambini scomparsi

Scritto il 16/10/18

Rapiti e poi “parcheggiati”, in attesa di essere massacrati. La polizia di Detroit li ha ritrovati tutti insieme: 123 bambini. Erano «in un grave stato di denutrizione e di sofferenza psicologica», scrive l’Huffington Post.

Tuttavia, «dagli accertamenti svolti non sembrerebbe che siano stati vittime di violenze sessuali». Gli agenti hanno impiegato molte ore per rintracciare le loro famiglie e riconsegnare i piccoli, sequestrati nei giorni precedenti. Secondo il “New York Post”, gli inquirenti stavano indagando «su una rete di rapimenti di minori che poi venivano coinvolti in traffici sessuali». Quello che sorprende, di queste notizie – osserva Paolo Franceschetti – è che vengono date di sfuggita: «Poche righe, liquidate come se si trattasse di una notizia del tipo “Belen ha un nuovo fidanzato”.

Il sindaco di Riace, reo di aver favorito (non si sa poi se vero o no) l’immigrazione clandestina, ce lo rifilano su tutti i giornali e in tutte le salse». E i bambini scomparsi, invece? E i nomi delle persone arrestate o coinvolte nella vicenda? In America, aggiunge Franceschetti, scompare un numero incredibile di minori.

«Le pareti di autogrill e supermercati sono spesso tappezzate dalle foto e di persone scomparse nel nulla, da un momento all’altro, come se niente fosse».

I piccoli appena ritrovati a Detroit? «Destinati ad essere impiegati nel mercato del sesso, ma anche degli organi e dei riti satanici».

Se da noi scompaiono ogni anno senza essere ritrovati centinaia di minori, in altri paesi europei la situazione è peggiore: solo in Francia, quest’anno, i bambini spariti sono 1.238.

Che fine fanno? Sul blog “Petali di Loto”, Franceschetti – avvocato, indagatore dei misteri italiani come quello del Mostro di Firenze – punta il dito contro il satanismo e le potentissime organizzazioni pedofile: nel mondo di calcola che ogni anno scompaiano circa 100.000 bambini.

Un caso particolarmente doloroso riguarda i bambini figli di extracomunitari non registrati ufficialmente, e quelli che vengono “comprati” già da prima della nascita: «Si paga una coppia in difficoltà affinché faccia nascere un bambino e lo consegni all’organizzazione che lo richiede; è il modo più sicuro; non lascia alcuna traccia del delitto commesso e il bimbo scompare nel nulla e mai comparirà neanche nelle statistiche».

Il loro destino?

«Molti finiscono nel traffico di organi». Alcuni vengono utilizzati per i “giochi di morte” filmati negli abominevoli “snuff movies”, altri ancora diventeranno super-soldati, psicologicamente “riprogrammati”.

Ma il posto d’onore, nella strage silenziosa dei piccoli, è occupato proprio dalle reti pedofile: «Sono organizzate a livello internazionale e coperte da capi di Stato», sostiene Franceschetti: in alcuni casi, a tirare le fila di questa realtà sono proprio i soggetti istituzionali che dovrebbero invece tutelare la sicurezza dei bambini. Franceschetti allude a magistrati, autorità di polizia, funzionari dell’Onu. «Molte delle organizzazioni antipedofilia e dei centri che accolgono i bambini abbandonati, poi, non sono altro che trappole ben

 

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Svegliatevi tutti: stiamo diventando l’Argentina del Mediterraneo (nel vostro silenzio complice)

La manovra del cambiamento? Uno scambio malefico tra sussidi parassitari e rivalsa nazionalista. Ma ciò che stupisce è la pavida acquiescenza delle classi imprenditoriali, che accettano misure devastanti per la nostra economia nel nome della rabbia sociale. Finirà molto male, se continua così

17 ottobre 2018

 

La comedia del Sior Intento, intitolata DEF 2019 e recitata quotidianamente dal nostro governo, sta rendendo evidente quale modello di paese questo governo abbia in mente di costruire attraverso il processo di “cambiamento” iniziato in maggio. Con il passare delle settimane e l’accumularsi sia delle dichiarazioni che degli atti concreti – decreto “dignità”, nazionalizzazione di Alitalia via FFSS, eliminazione dei meccanismi di valutazione nel sistema scolastico, presidenza RAI, (mal)gestione della tragedia genovese … sino ai provvedimenti economici che il DEF profila – l’iniziale foschia si dirada ed il quadro di fondo appare sempre più nitido.

L’obiettivo, sul piano economico-sociale, è quello di fare dell’Italia un’Argentina mediterranea, condendola con un’abbondante spruzzata di segregazione razziale in salsa messicana al fine di mantenere alto e coeso lo “spirito nazionale” per evitare, così, che il boomerang della delusione ritorni troppo rapidamente a colpire chi lo lanciò anni addietro promettendo la luna nel pozzo . A questa opera di “latin-americanizzazione” del paese i due vice-premier contribuiscono in equal modo, ognuno nell’area di propria competenza.

Il primo, Di Maio, promuove ogni tipo di provvedimento assistenziale sull’onda di un pietismo, tanto generico quanto ipocrita, verso la “povera gente” che lo stato avrebbe il dovere di “aiutare”. L’aiuto dello stato non consiste, nella visione di Di Maio e del suo movimento, nella paziente creazione di nuove opportunità di lavoro e di autorealizzazione, bensì nell’immediata distribuzione, attraverso pensioni ed assitenza, di reddito generato da altri o preso a prestito dallo stato. Ma per far questo occorre, appunto, o ben tassare chi quel reddito produce o prenderlo a prestito e nessuna delle due strade è oggi, a causa dell’abuso fattone in passato, ampia abbastanza da poter soddisfare le

 

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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Maltrattamenti nella casa di riposo, il video choc: “Niente ambulanza, tanto muori oggi”

Violenze e insulti nei confronti degli anziani nella casa di riposo di Narnali, in provincia di Prato. Infermieri e Oss della struttura sono finiti a processo dopo le immagini che mostrano scene terribili ai danni degli ospiti della Rsa.

«Respiri male? Noi l’ambulanza non la chiamiamo, tanto muori stasera… Anzi ora ci firmi un foglio e ci lasci la casa», così alcuni addetti si sono rivolti a un’anziana che chiedeva aiuto, tra le risate degli altri e gli insulti, come mostra un video.

I fatti risalgono al 2014, ma in questi giorni sono iniziate le testimonianze per il processo. A parlare è stato Michele Corsetti, un tirocinante, le cui testimonianze hanno dato il via all’indagine che ha portato la polizia a scoprire cosa

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https://www.leggo.it/italia/cronache/narnali_casa_riposo_maltrattamenti_video_ambulanza_tanto_muori_oggi_17_gennaio_2018-3489880.html

 

 

Una testata, le mani al collo, poi la violenza: un altro stupro terrorizza Milano

Ennesimo episodio di violenza ai danni di una donna nel milanese sempre per mano di un immigrato marocchino

Emanuele Canepa – Mar, 16/10/2018

Un diciassettenne marocchino ieri notte è stato arrestato a Milano, in Viale Monteceneri, per tentata rapina e violenza sessuale nei confronti di una prostituta di origini moldave.

I fatti sono iniziati intorno alle due di notte quando il marocchino avvicinatosi alla donna chiedendole una prestazione l’ha poi aggredita tirandole una testata ed un pugno, fino a stringerle le mani intorno al collo e obbligandola ad avere un rapporto sessuale.

La vittima al termine della violenza ha cercato di allontanarsi e di chiedere aiuto con il

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/violenza-milano-donna-picchiata-e-stuprata-immigrato-1588899.html

 

 

 

TERRORE SUL TRENO, DIECI IMMIGRATI SENZA BIGLIETTO PESTANO CAPOTRENO

Un capotreno e due guardie giurate domenica sera sono stati aggrediti domenica sera in stazione a Lecco da un gruppo di una decina di stranieri inferociti.

Il capotreno era intervenuto sulla carrozza di coda di un regionale Trenord per Milano in partenza, perché alcuni passeggeri ubriachi stavano tirando bottigliate contro le porte del vagone impedendone la chiusura.
Alla richiesta del biglietto si è scatenata la furia. Uno del branco di immigrati gli ha sferrato due pugni allo stomaco.
Sul posto sono immediatamente accorsi due vigilantes che effettuano servizio di scorta e di sicurezza a bordo (a cosa c’ha ridotto l’immigrazione, per vincere una medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo), ma anche loro

Continua qui: https://voxnews.info/2018/07/03/terr…ano-capotreno/

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Milano, via maiale dalle mense: “Al suo posto pollo e cous cous”

A protestare sono i genitori dei ragazzi, che trovano del tutto immotivata la decisione di eliminare la carne di maiale dal menù scolastico e la valutano come un riguardo nei confronti dei cittadini islamici presenti nella zona. Con loro si schiera Massimo Bastoni, consigliere regionale della Lega

Federico Garau – 12/10/2018

Si è scatenata un’accesa polemica nel Comune di Peschiera Borromeo (Milano), dove numerosi genitori stanno protestando con forza contro i menù scolastici proposti dallo scorso 8 ottobre.

Il menù in questione, messo a punto dal gruppo Pellegrini S.p.a., interesserà gli istituti “R. L. Montalcini” e “Fabrizio De Andrè” ed ha ottenuto la totale approvazione dell’Agenzia di tutela della salute (Ats). Dello stesso avviso, tuttavia, non sembrano essere le famiglie degli alunni.

Il problema non risiederebbe nella scelta di preferire cibi biologici, frutta e verdura di stagione e prodotti di panificio con basso contenuto salino. Questo, in realtà, non può che far bene ai ragazzi. A scatenare l’ira dei genitori è la

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/milano/milano-maiale-dalle-mense-si-favorisce-comunit-islamica-1587497.html

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

GAZA, ISRAELE SPERIMENTA NUOVE TECNOLOGIE

Maurizio Blondet  14 ottobre 2018

“…Abbiamo chiesto a Keren perché l’industria tecnologica israeliana abbia prestazioni così sorprendenti, soprattutto nel settore militare.

“Perché mettiamo alla prova i nostri sistemi dal vivo”, ci ha detto. “Siamo sempre in una situazione di guerra. Se non sta succedendo in questo momento, accadrà tra un mese. “

“Non si tratta solo di costruire la tecnologia” e di dover aspettare anni per provare i sistemi, ci ha detto Keren. Il segreto del successo del settore tecnologico israeliano, ha spiegato, sta nel “mettere in pratica la tecnologia più velocemente di qualsiasi altro paese in situazioni reali”.

Keren non è il primo a fare questo ragionamento. Fra i protagonisti del settore israeliano di alta tecnologia militare, Gaza è ampiamente percepita come una provetta umana – dove si sperimentano metodi per migliorare la capacità di uccidere ma anche metodi di pacificazione.

Quando, durante una conferenza del 2012 a El Paso, in Texas, Roei Elkabetz, un generale di brigata dell’esercito israeliano, si è rivolto a una platea di specialisti in tecnologia di controllo delle frontiere, ha mostrato sullo schermo una foto del muro, costruito da Magal Systems, che isola Gaza dal mondo esterno.

“Abbiamo imparato molto da Gaza”, ha detto. “È un grande laboratorio.”

Il ministero della salute di Gaza ha constatato negli ultimi sei mesi gli effetti

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/gaza-israele-sperimenta-nuove-tecnologie/

 

 

#METOOGAZA, e TIBET*

DI PAOLO BARNARD – 17 ottobre 2018

paolobarnard.info

Conversando con Noam Chomsky il 2 ottobre su temi del tutto personali ho appreso dell’esistenza dell’appello #MeTooGaza, un appello che seguì l’ennesima e risaputa strage in stile Gestapo ad opera della Israeli Defence Force su civili Palestinesi disarmati il 30 maggio scorso.

 

Noam Chomsky, come Ilan Pappe, come Norman Finkelstein, come Abby Martin, come altri anonimi cittadini del mondo come me, si sono uniti a questo appello che deve durare finché l’assedio israeliano di Gaza sarà terminatoquindi è sempre attualissimo.

 

Purtroppo, trattandosi di crimini contro l’umanità da parte d’Israele, i numeri degli aderenti sono una minuscola frazione rispetto alle Magliette Rosse o ai Padani o ai Piddini o ai Fattoquotidiani. Non ci trovate certo Fusaro o Becchi o Cruciani o i superSionisti Lerner e Travaglio, perché mettere la propria faccia per i Palestinesi non fa figo, né fa like su Facebook, è devastante per la

 

Continua qui: https://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=2111

 

 

Cina e Stati Uniti ai ferri corti: sanzioni ed esercitazioni provocatorie

OTT 15, 2018

I rapporti diplomatici tra Pechino e Washington, già tesi per i dazi e le sanzioni che hanno colpito in modo “indiretto” l’apparato militare cinese, hanno subito un ennesimo scossone dopo l’esercitazione di alcuni bombardieri strategici B-52 nel Mar Cinese meridionale. Le manovre, duramente criticate dal governo cinese, sono state definite “provocatorie”. Ma il Pentagono smentisce una accusa simile.

Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti che toccano il Dipartimento Sviluppo Apparecchiature militare cinese per l’acquisizione di armamenti dalla Federazione Russa, hanno provocato lo sdegno e l’indignazione di Pechino, innescando una sequenza di convocazioni diplomatiche per discutere l’azione mossa nei confronti della Repubblica Popola Cinese. In virtù della cosiddetta Legge di Contrasto ai nemici degli Stati Uniti  – Caatsa, Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act– Washington ha prodotto un danno collaterale che colpisce l’intero appartato cinese attraverso quello che è stato annunciato come un “blocco di tutte le proprietà e degli interessi in proprietà all’interno della giurisdizione degli Stati Uniti”. Tale azione apre l’ennesimo precedente diplomatico difficile da risolvere, anche nei casi futuri.

Le sanzioni sono state applicate, oltre che al dipartimento che fa capo alla Commissione Militare Centrale, anche alla persona fisica del direttore del dipartimento dell’Esercito Popolare di Liberazione, Li Shangfu, al quale

 

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Lo scaricatore di clandestini ​fa pure il galletto con Salvini

Lo scontro si infiamma. Dopo le scuse beffa delle autorità francesi, l’Eliseo attacca Salvini: “Deve relativizzare le cose”

Andrea Indini – Mar, 16/10/2018

Non solo Emmanuel Macron permette ai suoi gendarmi di intrufolarsi, in piena notte, in territorio italiano per scaricarci immigrati africani senza permesso di soggiorno, ma si mette persino a gettar fango su Matteo Salvini solo perché gli ha fatto notare che il suo comportamento è a dir poco “vomitevole”.

Il braccio di ferro tra il Viminale e l’Eliseo la dice lunga su quanto siano incrinati ormai i rapporti tra i due Paesi. Da una parte il presidente francese cerca di fare il furbo, predicando in Europa accoglienza e poi respingendo (di nascosto) i clandestini in Italia, dall’altra il ministro dell’Interno italiano che combatte contro i partner europei affinché il Belpaese non venga più considerato l’hotspot d’Europa.

Il blitz di venerdì scorso non è l’unico strappo di Parigi. Come denunciano gli stessi poliziotti italiani, “la toppa ufficiale del governo francese alla sconfinamento in Italia è ancora peggio del buco”. Le scuse fornite ieri sera dalla prefettura del Dipartimento delle Alte Alpi sono infatti una grossa presa in giro: pur ammettendo l’operazione, hanno provato a derubricarlo a “deplorevole errore” di militari inesperti che “avevano una scarsa conoscenza del luogo”facondo così infuriare Salvini che ha prontamente respinto le scuse al mittente. “Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente – ha tuonato in mattinata il vice premier leghista – siamo di

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Ecco l’ultima teoria dell’Onu: “Migranti portano sviluppo”

Pubblicato il rapporto della Fao sulle migrazioni l’agricoltura e lo sviluppo rurale: “Riducono le ineguaglianze sia all’interno dei Paesi che tra Paesi”

Claudio Cartaldo – Lun, 15/10/2018

La Fao, Organizzazione Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha redatto un rapporto per il 2018 che sa di nuova sviolinata a favore dell’immigrazione.

Secondo le Nazioni Unite infatti le migrazioni oltre alle difficoltà, sulle quali spesso si focalizza il dibattito politico, “sono parte integrante dello sviluppo economico, sociale ed umano” e consentono allo stesso tempo di “ridurre le ineguaglianze sia all’interno dei Paesi che tra Paesi”.

Non è una novità che l’Onu sposi posizioni pro-migrazioni.

 

Basti pensare a quanto successo il 10 luglio di quest’anno, quando l’Alto commissario per i diritti umani Michelle Bachelet disse di essere pronta a inviare ispettori in Italia per difendere migranti e rom.

 

Salvini rispose minacciando il taglio ai finanziamenti e la polemica proseguì indisturbata. Tanto che l’’Onu tornò all’attacco sostenendo che la chiusura dei confini, come quella disposta dal governo italiano, aiuterebbe i trafficanti.

Ma torniamo ai numeri. Secondo il rapporto “Migrazioni, agricoltura e sviluppo rurale” tutti i Paesi al mondo sono stati almeno una volta regione di partenza, di arrivo o di transito dei flussi migratori. E a volte queste condizioni si

 

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CULTURA

L’attualità di un pensatore eretico: Thiriart e la “più grande Europa”

 

Cristiano Puglisi – 16 ottobre 2018

“L’impero Euro-sovietico da Vladivostok a Dublino” sembra il titolo di un romanzo di fantapolitica o il soggetto di una serie TV alla “The man in the high castle“.

Eppure, nonostante il sapore vagamente vintage, questo saggio di un pensatore eretico come il belga Jean Thiriart, fondatore della Jeune Europe, scritto nel 1984 (cioè prima della caduta del muro di Berlino e del crollo dell’URSS), vent’anni dopo il più noto “L’Europa: un impero di 400 milioni di uomini”, e recentemente tradotto e riscoperto dalle Edizioni all’insegna del Veltro, contiene elementi di incredibile attualità.

Oggi che, “il nemico russo ha rimpiazzato (dal punto di vista della strategia americana) il nemico sovietico”, “l’Europa è sempre il medesimo nano politico e, sempre più a rimorchio degli Stati Uniti” e che “la crisi economica cominciata con la crisi petrolifera del 1973 si è ulteriormente aggravata, mentre la scomparsa del comunismo ha provocato una capitolazione concettuale per quanto riguarda le alternative al liberalismo di stampo anglosassone, poiché anche il capitalismo renano si è dovuto inchinare davanti a Wall Street”, come scrive nella sua prefazione al libro Yannick Sauveur, questo volume che si concentra sul concetto dei grandi spazi geopolitici e sulla necessità dei blocchi continentali (al di fuori dei quali non può esservi per Thiriart alcuna indipendenza, ma anzi la cupa prospettiva di essere oggetto di guerre per procura, come il Vietnam della Guerra Fredda o i piccoli Stati italiani del 1400) e che ne prefigura uno europeo dall’Atlantico al Pacifico, merita, sapendo andare oltre i pensieri evidentemente anacronistici (come quelli che riguardano la possibilità di un conflitto militare di vasta

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La Carta Moneta del Gran Sire

Fabio Conditi 15 ottobre 2018

comedonchisciotte.org

 

La carta moneta del Gran Sire viene così descritta da Marco Polo nei suoi resoconti di viaggio trascritti da  Rustichello da Pisa intorno al 1298.

«Sappiate che nella città di Cambaluc c’è la zecca del Gran Sire: ed è organizzata in tal modo che si può dire come il Gran Sire sia davvero un perfetto alchimista.

Mi spiego. Egli fa fabbricare la seguente moneta: fa prendere la corteccia di gelso, l’albero di cui mangiano le foglie i bachi da seta, la frantumano, la pestano e poi la impastano con la colla, in modo che ne risulti una specie di carta, come quella dei papiri.

Quando la carta è pronta la fa tagliare in parti grandi e piccole, ogni foglietto corrisponde al valore di una o più monete d’argento o d’oro.

Ogni foglietto porta il sigillo del Gran Sire. E questa moneta è fatta con tanta autorità e solennità, come se fosse veramente d’oro o d’argento. E se qualcuno osasse falsificarla, sarebbe punito con la morte; e questi foglietti il Gran Sire li fa fabbricare in tale numero che potrebbe pagare con essi tutta la moneta del mondo.

Fabbricata così la moneta, il Signore fa fare con essa ogni pagamento e la fa spendere per tutte le province dove egli tiene signoria: e nessuno osa rifiutare per paura di perdere la vita. Ma è vero anche che tutte le genti e le razze di uomini, sudditi del Gran Sire, prendono volentieri queste carte in pagamento perché alla loro volta le danno in pagamento per altra mercanzia, come perle, pietre preziose, oro e argento. Si può così comprare tutto ciò che si vuole e pagare con la moneta di carta.

Più volte all’anno arrivano a Cambaluc i mercanti e portano perle, gemme, oro, argento e altre merci ricche; offrono la mercanzia al Gran Signore ed egli fa chiamare dodici uomini esperti e ordina loro di esaminare la merce e di pagare quello che ritengono giusto con i foglietti che ho detto.

I mercanti li prendono molto volentieri perché se ne serviranno poi per altri acquisti

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CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

Il vero costo del cibo e dei farmaci in Africa: tutto quello che l’Africa possiede

11 ottobre 2018 – PHIL BUTLER

journal-neo.org

Che cosa sta veramente facendo in Africa la Bill & Melinda Gates Foundation? Un recente Goalkeepers report di questa settimana, intitolato “E’ inevitabile la povertà?”, aveva attirato la mia attenzione. Con il caratteristico codazzo di scrittori per miliardari al loro servizio, la coppia di filantropi più famosa del mondo richiama l’attenzione sul tasso di natalità, sulla povertà e sulle patologie africane. La vera agenda della fondazione ha molto poco a che vedere con l’altruismo.

Il problema con Bill Gates e la sua fondazione è che non esiste al mondo nessun mago delle pubbliche relazioni in grado di nascondere ciò che è assolutamente ovvio a chiunque legga le loro pubblicazioni.

 

I principi fondamentali delle attività di questa fondazione sono stronzate. “In Africa ci sono troppi bambini, sono destinati a morire.” Questa dichiarazione viene controbilanciata da: “Diamo loro più farmaci salvavita, e poi educhiamo queste masse in modo che siano maggiormente produttive, così che l’economia africana possa crescere. “E crescere, e crescere, e crescere per diventare un altro polo manufatturiero come Singapore, la Cina o il Sudest Asiatico?

 

È un linguaggio ambiguo. O l’Africa è destinata a diventare un mercato dei consumi basato sul nulla e con posti di lavoro unicamente nel terziario? Spero che si capisca dove voglio arrivare.

 

La relazione di Bill & Melinda continua in grassetto:

“La base del nostro ottimismo nei riguardi del mondo è sempre stata il credere che le innovazioni abbiano il potere di ridefinire il possibile.”

La ricca coppia, o la loro miglior squadra di marketing e relazioni pubbliche, continua citando il loro defunto amico, nonché accademico di Svezia e statistico, Hans Rosling, di cui ricordano (quasi come se fosse una parabola di Gesù) la sua descrizione dei diversi standard di vita delle popolazioni. Rosling aveva usato la metafora dei mezzi di trasporto: dai sandali, alle biciclette, alle automobili, fino agli aeroplani. Il modo in cui i vari paragrafi si incastrano fra loro mi fa pensare che (il rapporto) sia stato forse scritto da qualcuno con esperienza di marketing. E così, tutti gli Africani salvati dai vaccini procurati con l’aiuto di Bill & Melinda, molto presto andranno in

 

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DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

[Le intercettazioni] “Io costretto a fare matrimoni fasulli per colpa di Minniti”. Lo sfogo del sindaco di Riace

“È una brutta persona. Ha fatto un decreto… Se non vi spostate vi cacciano”. Il sindaco ora agli arresti spiega a una donna straniera il motivo per cui è necessario procedere alla truffa del matrimonio

di Claudio Cordova, giornalista d’inchiesta. 3 OTTOBRE 2018

Il Gip di Locri non ha concesso la misura cautelare nei confronti del sindaco di Riace, Domenico Lucano, per gran parte dei capi di imputazione contestati dalla Procura: accuse generiche prive di riscontri, i rilievi mossi con maggiore frequenza all’impalcatura messa in piedi dagli inquirenti. Laddove, invece, ha avvalorato l’impianto accusatorio, però, il Gip non risparmia pesanti valutazioni sulle condotte messe in atto dal sindaco dell’accoglienza, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Xenia” per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: “L’indagato vive oltre le regole, che ritiene d’altronde di poter impunemente violare nell’ottica del ‘fine giustifica i mezzi’; dimentica però che quando i ‘mezzi” sono persone il ‘fine’ raggiunto tradisce quegli stessi scopi umanitari che hanno sorretto le proprie azioni”.

Tra le accuse nei confronti di Lucano, quella di essere l’organizzatore di matrimoni “di comodo” tra gli abitanti del suo comune e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano. “Dimestichezza e spregiudicatezza” da parte del sindaco che, nonostante sapesse di essere indagato, nelle conversazioni intercettate non avrebbe fatto mistero di trasgredire norme civili e amministrative per mantenere in piedi il “Modello Riace”, divenuto famoso nel mondo. Scrive il Gip: “Per il perseguimento dei suoi scopi, l’uomo non risparmiava il ricorso a condotte non solo penalmente, ma anche moralmente

 

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LA FRANCIA SUPERA IL CONFINE – MIGRANTI SCARICATI DA GENDARMI FRANCESI IN TERRITORIO ITALIANO

IL VIDEO DELLA DIGOS È STATO DEPOSITATO IN PROCURA – A SALVINI QUESTO REGALO NON PARE VERO: ”NON VOGLIO CREDERE CHE LA FRANCIA DI MACRON UTILIZZI LA PROPRIA POLIZIA PER PORTARE DI NASCOSTO GLI IMMIGRATI IN ITALIA. MOAVERO CHIEDA CHIARIMENTI”. E LA FARNESINA LI CHIEDE…

15 ottobre 2018

(ANSA) – Un furgone della gendarmeria francese è stato avvistato dalla polizia italiana a Claviere (Torino), al confine, mentre faceva scendere un paio di uomini – presumibilmente migranti di origine africana – in una zona boschiva. L’episodio è accaduto venerdì scorso. Il mezzo è poi tornato oltreconfine: è stata annotata la targa e sono in corso delle indagini. Lo si apprende da fonti del Viminale.

SALVINI, MIGRANTI DA FRANCIA? MOAVERO CHIEDA CHIARIMENTI

(ANSA) – “Sono in attesa di sviluppi: non voglio credere che la Francia di Macron utilizzi la propria polizia per scaricare di nascosto gli immigrati in Italia. Ma se qualcuno pensa davvero di usarci come il campo profughi d’Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso. Pretendiamo chiarezza, soprattutto da chi ci fa la predica ogni giorno, e non guarderemo in faccia a nessuno!”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che conclude: “Invito il collega Moavero a chiedere

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Maxi-truffa all’Inps, stranieri tornati all’estero riscuotevano pensioni sociali in Italia

Nel mirino 174 persone, tutte over 65, nei comuni di Bari, Barletta, Andria e Trani

7 luglio 2016    RILETTURA

Migranti di varie nazionalità, che avevano dichiarato la loro residenza in Italia mentre da tempo erano ritornati nei loro Paesi, avrebbero continuato a beneficiare di pensioni sociali (circa 450,00 euro al mese ciascuno) per un importo totale di 5,6 milioni di euro, ma un’indagine d’iniziativa della Guardia di finanza di Bari li ha scoperti e 174 persone, tutte “over 65”, sono state denunciate. 

L’operazione chiamata “Eldorado” è stata condotta dai militari del Gruppo Pronto Impiego Bari e della Tenenza di Altamura della Guardia di finanza. Le residenze risultavano essere in particolare nei comuni di Bari, Barletta, Andria e Trani. Le indagini sono state coordinate dalle Procure di Bari e di Trani. Alla indagine hanno anche partecipato funzionari delle direzioni provinciali Inps di Bari e di Andria.

 

Dagli atti d’indagine è emerso che un gruppo di stranieri “over 65” avrebbe attestato in maniera falsa la residenza sul territorio italiano, in particolare nei comuni di Bari, Barletta

Continua qui:

http://www.lastampa.it/2016/07/07/italia/maxitruffa-allinps-stranieri-tornati-allestero-riscuotevano-pensioni-sociali-in-italia-e63Dw5XRhtPhnznpibqORM/pagina.html

 

 

 

 

 

ECONOMIA

Parla l’inventore della formula del 3% sul deficit/Pil: «Parametro deciso in meno di un’ora, senza basi teoriche»

di Vito Lops 29 gennaio 2014     RILETTURA

«La decisione di abolire l’Imu sulla prima casa va nella direzione opposta alle raccomandazioni» diceva lo scorso settembre il commissario europeo Olli Rehn intervenuto alla Camera aggiungendo che «se i piani di bilancio dell’Italia non risulteranno in linea con gli impegni presi con l’Ue, la Commissione ha il dovere di chiedere correzioni». Messaggio chiarissimo con altrettanto netto riferimento ai rischi di sforamento del paletto del 3% sul deficit/Pil, proprio quando l’Italia era appena uscita dalla procedura d’infrazione.

Un mese dopo, dato che le stime indicavano uno sforamento di uno o due decimi (3,1-3,2%) l’Italia è stata “costretta” ad aumentare l’Iva dal 21 al 22%, nonostante uno scenario di consumi calanti e nonostante questi rappresentino a tutt’oggi la prima voce del Prodotto interno lordo.

Ancora una volta è caduta la scure del parametro deficit/Pil che non può superare il 3%. Ma da dove nasce questo paletto che oggi condiziona più di ogni altro l’attività di governo (certo molto di più di quello sul debito/Pil al 60% a giudicare dal recente upgrade di Moody’s sull’Irlanda pur in presenza di un debito/Pil balzato nell’ultimo anno al 121%)?.

Il quotidiano tedesco «Frankfurter Allgemeine Zeitung» e prima ancora il francese «Aujourd’hui en France -Le Parisien» hanno svelato l’arcano, poi ripreso anche da molti blog. La soglia del 3% sul deficit/Pil è stata elaborata negli anni ’80 da un sconosciuto funzionario del governo di

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https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-01-29/parla-inventore-formula-3percento-deficitpil-parametro-deciso-meno-un-ora-102114.shtml?uuid=ABJHQ0s&refresh_ce=1

 

 

 

 

L’Euro sta distruggendo l’Europa. Europeisti sveglia.

Maurizio Blondet  15 ottobre 2018

Mentre l’Italia   dovrebbe mandare le truppe a Claviére per bloccare   i gendarmi francesi che discaricano in terra nostra i clandestini loro,  e ciò con la complicità attiva dei “No Borders” di Clavières  che sono una ONG francese, la quale opera   nel nostro territorio e sta occupando anche le chiese nostre per metterci i clandestini loro –

http://m.dagospia.com/migranti-scaricati-da-gendarmi-francesi-in-territorio-italiano-il-video-della-digos-185444

perché la UE unisce i popoli” – come no.  

Illuminante saggio di  Jacques Sapir che   dovrebbero leggere i filo-europeisti: “Sveglia!  Non vi accorgete che l’euro sta distruggendo l’Europa?”, l’Europa come sogno di civiltà e progetto di vera unione?

I punti essenziali:

Mai era avvenuto prima che paesi membri si levassero contro altrui paesi membri, litigando fra loro; che gli uni invochino la punizione degli altri (Ungheria, Italia). “Il fatto che il presidente francese Macron si presenta in Europa come oppositore diretto dei primo ministro ungherese Victor Orban e del ministro dell’interno italiano Matteo Salvini  dice bene lo stato  di disunione raggiunto”. Aggiungetevi il Brexit,  l’ostilità ufficiale  verso il Gruppo di Visegrad,  il risentimento verso Berlino data l’evidenza (che voi negate) che la prosperità  tedesca  s’è fatta largamente a spese degli altri paesi euro   – cosa aspettate ancora per vedere che la UE è in gravissime crisi: sia di identità sia di funzionamento?

La moneta comune, concepita per accelerare  l’integrazione europea, sta producendo la sua disintegrazione.

Ma voi governi, politici e opinioni pubbliche europeiste non  potete affrontare serenamente il problema per quello che è,  “Perché il progetto monetario serviva  da maschera per  far avanzare un progetto  non dichiarato, l’Europa Federale”.

La crisi dell’euro  a causa dei suoi difetti strutturali è stata prevista e  predetta da economisti europei ed extra-europei. Ma voi europeisti avete fatto finta di nulla.  La depressione iniziata nel 2008 ha dato un impulso decisivo alla crisi  della moneta  unica, ormai sotto gli occhi di tutti, e  i governanti la negano,  e  la nega anche l’opposizione; la negano  gli  europeisti “liberali” come  “di sinistra”, un vasto  ventaglio politico. Perché?

“La moneta unica ha perso la dimensione di strumento- che va giudicato dagli effetti – per diventare un idolo, nel senso religioso del termine.

L’euro è la religione di questo secolo,  coi suoi falsi profeti le cui

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https://www.maurizioblondet.it/leuro-sta-distruggendo-leuropa-europeisti-sveglia/

 

 

 

 

 

Il Pd è lobby continua.

Attenti gialloverdi ai favori per i re del tax free shopping!

6 Settembre 2018

Una volta la sinistra italiana si contraddistingueva per la sua capacità di fare “lotta continua”. I tempi sono cambiati, e non è detto che sia un male. Oggi però il principale partito di quell’area, il Partito democratico, è diventato “lobby continua”. Coccolato per troppo tempo in salotti e accarezzato dai poteri forti, è sempre in prima fila nel difendere gli interessi di gruppi nazionali e internazionali. Dopo le polemiche sul caso Autostrade e i favori dispensati al gruppo Benetton fin dal governo di Romano Prodi del 2007, ancora una volta il Pd decide di travestirsi da lobbista di lusso in questo caso per difendere il duopolio in Italia di multinazionali.

Una volta la sinistra italiana si contraddistingueva per la sua capacità di fare “lotta continua”. I tempi sono cambiati, e non è detto che sia un male. Oggi però il principale partito di quell’area, il Partito democratico, è diventato “lobby continua”. Coccolato per troppo tempo in salotti e accarezzato dai poteri forti, è sempre in prima fila nel difendere gli interessi di gruppi nazionali e internazionali. Dopo le polemiche sul caso Autostrade e i favori dispensati al gruppo Benetton fin dal governo di Romano Prodi del 2007, ancora una volta il Pd decide di travestirsi da lobbista di lusso in questo caso per difendere il duopolio in Italia di multinazionali.

Una volta la sinistra italiana si contraddistingueva per la sua capacità di fare “lotta continua”. I tempi sono cambiati, e non è detto che sia un male. Oggi però il principale partito di quell’area, il Partito democratico, è diventato “lobby continua”. Coccolato per troppo tempo in salotti e accarezzato dai poteri forti, è sempre in prima fila nel difendere gli interessi di gruppi nazionali e internazionali. Dopo le polemiche sul caso Autostrade e i favori dispensati al gruppo Benetton fin dal governo di Romano Prodi del 2007, ancora una volta il Pd decide di travestirsi da lobbista di lusso in questo caso per difendere il duopolio in Italia di multinazionali.

Il settore è forse meno noto di quello autostradale, ma con percentuali di redditività non meno interessanti: il tax free shopping. Che cosa è? Semplice: un sistema inventato anni fa un italiano- Arturo Aletti, grazie a cui i turisti extraeuropei che fanno shopping in Italia pagano al momento dell’acquisto l’Iva che poi viene loro parzialmente restituita a fine viaggio- di solito in aeroporto- grazie a un intermediario accreditato. Una rete di esercizi commerciali si è messa d’accordo con gli intermediari, espone un simbolo sulla vetrina del negozio con la scritta “Tax free” che indica la convenzione con l’intermediario accreditato, che poi si adopera a fare avere alla dogana l’Iva trattenuta al turista americano, cinese, giapponese, russo, australiano e così via. Trattenendo però la propria percentuale di intermediazione.

Il giro di affari è di circa 10 miliardi all’anno in Italia, e l’Iva da restituire quindi ammonterebbe a più di 2 miliardi di euro. Ma il condizionale qui è d’obbligo, perché dipende dalla commissione presa dall’intermediario, che spesso è molto alta e arriva a seconda dei casi fra il 30 e il 50%. Il sistema di fatto non è regolamentato, e capita che gli intermediari si mettano d’accordo con gli esercizi commerciali per fare un accordo a vantaggio di entrambi: commissioni alte, e una parte di queste retrocessa ai negozi che ci stanno. Il mercato italiano è di fatto dominato da due multinazionali: la Global Blue e Tax premier. Ed è chiuso ad altri soggetti, che pure provano a inserirsi come alcune interessanti e giovani start up (l’ultima è la Stamp fondata da Stefano e Michele Fontolan insieme a Federico Degrandis e Wagner Eleuteri).

Ed è qui che entra in scena il Pd. Per aprire il mercato a soggetti terzi e spazzare via quel grigiore che avvolge il settore doveva entrare in vigore dal primo gennaio scorso l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le transazioni del tax free shopping, cosa che avrebbe fatto emergere tutte le cifre un po’ oscure che oggi ci sono sulle commissioni. E che avrebbe consentito di fare giocare su quel mercato tutti ad armi pari. Ma in vigore la norma non è entrata a quella data, perché nella scorsa legislatura ci ha pensato il Pd Sergio Boccadutri a far passare un emendamento che faceva comodo a Global Blue e Tax premier, rinviando la fatturazione elettronica al primo settembre 2018.

La data finalmente è arrivata, nonostante le lamentele dei due monopolisti che fino all’ultimo hanno brontolato perché il primo rinvio non bastava, i software non erano abbastanza testati e le griffes del lusso non erano ancora pronte. Ma in Parlamento è di nuovo pronto il Pd della lobby continua a servire le due multinazionali del tax free shopping. Così nel fascicolo del milleproroghe ecco il nuovo emendamento Pd per spostare la fatturazione elettronica un altro po’, almeno al 15 novembre 2018. Boccadutri non è più stato eletto in Parlamento, così ci hanno pensato i renziani Mauro Del Barba e Silvia Fregolent che hanno firmato la loro proposta.

A differenza della scorsa legislatura il partito della lobby continua non ha più una maggioranza che veniva da un’alleanza truffa con Sel. Conta poco, ed è all’opposizione. Ma questi sono bravissimi a fare lobby, e pure capaci di convincere qualche collega leghista o pentastellato che in fondo lo chiedono i commercianti, e che il rinvio è così breve e non fa male a nessuno. In alto le antenne quindi, altrimenti gli unici a vincere sempre sono i soliti noti…

https://www.liberoquotidiano.it/news/l-imbeccata/13374956/il-pd-e-lobby-continua-attenti-gialloverdi-ai-favori-per-i-re-del-tax-free-shopping.html

 

 

 

 

 

 

 

I mercati globali continuano a perdere mentre Bloomberg avverte “La prossima crisi finanziaria ci sta guardando in faccia”

15 ottobre 2018

DI MICHAEL SNYDER

TheEconomicCollapseBlog.com

Sembra un’altra settimana difficile per i mercati finanziari mondiali. All’inizio della settimana, i mercati hanno perso in tutto il mondo e all’improvviso i rapporti USA-Arabia Saudita hanno preso una brutta piega. Cosa che potrebbe significare molto: prezzi del petrolio molto più cari e, inutile anche dirlo, cosa molto negativa per l’economia degli Stati Uniti. Ha sorpreso molti di noi vedere la drammatica accelerazione che hanno preso gli eventi nel mese di Ottobre, e l’aria di Wall Street che ha preso una svolta decisamente sul negativo. Sì, venerdì le azioni USA hanno avuto un leggero rimbalzo (come avevo ben previsto), ma è stato molto meno di quanto molti investitori speravano. E questa settimana è cominciata male su tutti i principali mercati asiatici in sensibile calo

Nell’area della Grande Cina, l’indice Hang Seng a Hong Kong è sceso dello 0,9 % nelle prime ore e anche il composite di Shanghai è scivolato dello 0,33%, mentre lo Shenzhen composite è andato in contro-tendenza  finendo con un + 0,4%.

In Giappone, il Nikkei 225 è sceso dell’1,48% in mattinata, mentre l’indice Topix è scivolato dell’1,17%, con la maggior parte dei titoli in perdita.

Ma quello che era successo in Asia non è stato niente in confronto con quello che abbiamo visto in Arabia Saudita.

A un certo punto lo stock market in Arabia Saudita è crollato del 7%  dopo che è girata la notizia che il Presidente Trump aveva avvertito i sauditi che avrebbero potuto andare incontro a “seri guai” per la scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi. I sauditi negano di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma sono tutti d’accordo sul fatto che il giornalista sia scomparso, e sono anche tutti  d’accordo sul fatto che sia stato visto per l’ultima volta quando è entrato nel Consolato saudita  di Istanbul il 2 ottobre.

Si dice che l’intelligence USA avesse già intercettato comunicazioni che parlavano di un piano Saudita per rapire Khashoggi e si dice anche che Khashoggi sia stato fatto a pezzi, dopo essere stato rapito dai sauditi, e tutte le potenze occidentali si sono espresse con grande preoccupazione per il suo destino.

Ma i sauditi insistono sul fatto che non hanno niente a che vedere  con questa scomparsa, e minacciano “reazioni più gravi” se verranno  imposte loro delle sanzioni. Come si legge  su USA Today

L’Arabia Saudita nega qualsiasi coinvolgimento nella sparizione  del giornalista del  Washington Post,  Jamal Khashoggi e domenica scorsa ha ammonito che qualsiasi sanzione contro il ricco regno del petrolio andrebbe incontro a “maggiori reazioni” e  probabilmente ad una esplosione del prezzo del petrolio.

“Il Regno dichiara  il suo rigetto totale per qualsiasi minaccia che tenti di indebolirlo, sia con la minaccia di imporre delle sanzioni economiche, sia con l’uso di politiche che facciano pressioni o ripetendo delle false accuse”  ha detto il governo in una dichiarazione rilasciata ai media sauditi: “Il regno afferma inoltre che reagirà a qualsiasi provocazione con una “reazione maggiore.”

Pertanto cosa potrebbe essere questa “reazione maggiore”?

Ebbene un funzionario Saudita ha accennato che il prezzo del petrolio potrebbe salire a  “$100, o $200, o arrivare anche a raddoppiare certe cifre…

In un  articolo pubblicato subito dopo la dichiarazione di SPA, il canale Al Arabiya di proprietà  del General manager Saudita  Turki Aldakhil ha lanciato un monito che : imporre delle sanzioni  al maggior esportatore mondiale di petrolio potrebbe esporre l’intero sistema economico globale ad un disastro.  

Significherebbe non avere accesso alla produzione saudita di 7,5 milioni di barili e se un prezzo che arriva a  $ 80 farebbe arrabbiare  il Presidente Trump, non si può immaginare cosa  succederebbe se il prezzo arrivasse a $ 100, o $ 200, o se addirittura raddoppiasse quelle cifre”.

Se il prezzo del petrolio raggiungesse i 200 dollari al barile, l’economia americana potrebbe paralizzarsi completamente.

Costerebbe molto più che andare a comprare il gas. Praticamente tutto quello che

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https://comedonchisciotte.org/i-mercati-globali-continuano-a-perdere-mentre-bloomberg-avverte-la-prossima-crisi-finanziaria-ci-sta-guadando-in-faccia/

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Spread, mai accaduto in Italia: le banche lasciano solo il governo di Lega e M5s, la strana manovra d’agosto

16 Ottobre 2018

Le nostre banche si difendono dallo spread inguaiano lo Stato italiano. È il Corriere della Sera a rivelare la strategia occulta degli istituti di casa nostra, che in agosto “hanno iniziato mostrare un comportamento senza precedenti per le fasi di tensione finanziaria sul Paese”. “Anziché comprare titoli di Stato mentre gli altri investitori vendevano, in modo da contrastarne la tendenza – spiega Federico Fubini -, gli istituti si sono uniti alla corrente. Si sono alleggerite di debito pubblico dell’Italia”.

Traduzione: hanno iniziato a vendere i titoli di stato italiani che si trovavano in pancia, “anche a costo di contribuire all’aumento degli interessi a carico del Tesoro”.

 

In un mese, l’esposizione del sistema creditizio nazionale non a caso è scesa di quasi 9 miliardi. Di fatto, l’esatto opposto di quanto accaduto durante la disastrosa crisi del 2011-2012

Continua qui:

https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/13389027/spread-banche-italiane-vendono-titoli-stato-btp-agosto-scelta-senza-precedenti-governo-lega-m5s-condannato.html

 

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Magaldi: Mattarella difende la Costituzione di Mario Monti?

Avete capito bene: il presidente della Repubblica è allarmato dal Def gialloverde che porta il deficit al 2,4%. Meglio dei governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, ma pur sempre una miseria, ben al di sotto della soglia già di per sé “punitiva” del 3% imposta da Maastricht (solo sulla base della “teologia” neoliberista, senza alcun fondamento scientifico per la salute dell’economia). Fu allora che tutto cominciò: la favola dello Stato equiparato alla normale famiglia, per la quale il debito è un pericolo. Siamo in un film dell’orrore o piuttosto in un film comico, considerando che il più preoccupato degli attuali guardiani dell’establishment – l’ex ministro renziano Pier Carlo Padoan – era addirittura marxista con simpatie maoiste, e da giovane sognava di abbattere il capitalismo? Oggi invece canta nel coro dei Boeri, Monti, Draghi, Visco: guai a spendere soldi per il popolo, è severamente proibito. Da chi? «Da quelle stesse élite a cui questi signori devono le poltrone che occupano», dice Gioele Magaldi, keynesiano democratico-progressista, presidente del Movimento Roosevelt. Quanto a Mattarella, una domanda secca: «Quale Costituzione difende, quella democratica e sociale del 1948 o quella “stuprata” nel 2012 dal pareggio di bilancio imposto dai poteri oligarchici che spedirono Monti a Palazzo Chigi?».

E’ sconcertante, aggiunge Magaldi in web-streaming su YouTube, che a scatenare il finto panico mediatico sia bastato il timido Def gialloverde con quell’esiguo 2,4% di deficit: «Lorsignori si stracciano le vesti a reti unificate, dichiarandosi preoccupati per il popolo italiano e per il futuro dei nostri giovani?». Non sono credibili: «L’unica cosa che li preoccupa è il futuro dei figli degli oligarchi che hanno ridotto l’Italia in questo stato, con le tasse alle stelle, la disoccupazione ovunque, i consumi crollati, le pensioni devastate dalla legge Fornero e i giovani italiani costretti a lavori precari, senza più la possibilità di progettare il loro futuro». Ed è proprio sui numeri, aggiunge Magaldi, che l’allarmismo mediatico scade nel ridicolo: Berlusconi – che oggi si unisce all’ipocrita moralismo dei cantori del rigore – teneva il deficit attrono al 4-5%. E lo stesso Renzi, fenomenale fanfarone, una volta perso Palazzo Chigi (dove si era attenuto alla consegna dell’austerity sorvegliata da Padoan) se ne uscì annunciando: possiamo sfidare Bruxelles, portando il deficit al 2,9%. E’ lo stesso Renzi che oggi accusa di

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http://www.libreidee.org/2018/10/magaldi-mattarella-difende-la-costituzione-di-mario-monti/

 

 

 

 

 

“Costituzione Italiana: articolo 10” di Pietro Costa

Andrea Pareschi  – 15 ottobre 2018

“Crisi dei migranti” e spinte nativiste

Quanto però alla gestione di questi fenomeni in Italia, l’autore – passando al vaglio la “legge Martelli” (1990), la “legge Turco-Napolitano” (1998), la “legge Bossi-Fini” (2002), il “pacchetto sicurezza” (2008-2009) e la legge di conversione del “decreto Minniti” (2017) – schematizza[3] la traiettoria regressiva di una “serie di interventi legislativi che, in una prima fase, tentano, con relativo successo, di tenere insieme il controllo dei flussi migratori e il rispetto dei diritti fondamentali e poi, in una fase successiva, fanno cadere l’accento sulla difesa del territorio e irrigidiscono le differenze fra “noi” e “loro”, fra i cittadini e gli altri”.

Primo tentativo di disciplina organica della materia e portatrice del “fragile equilibrio” iniziale, la legge Turco-Napolitano si preoccupava ad esempio di garantire ai migranti regolari parità di trattamento sanitario rispetto ai cittadini e a quelli irregolari almeno le cure essenziali, mentre dall’altro lato istituiva a scopo di accertamenti i Centri di permanenza temporanea. Leggi successive, ribattezzandoli “Centri di identificazione ed espulsione” e poi “Centri di permanenza per i rimpatri”, hanno prolungato il periodo massimo di detenzione amministrativa fino a 18 mesi[4], in linea con l’arbitraria prassi ottocentesca ma pure con quella odierna di parecchi Stati europei (si veda anche la direttiva 2008/115/CE, o “direttiva rimpatri”).

 

Nella tendenza delineata dall’autore si inserisce appieno, del resto, il recente “decreto Salvini”.

 

Una spirale protratta di marginalizzazione dei diritti fondamentali della persona, avverte Costa chiudendo il cerchio, avvicinerebbe il

ritorno a un mondo composto di comunità politiche chiuse e autosufficienti, impermeabili all’esterno, impegnate nella difesa di identità immaginarie, sospettose nei confronti delle diversità, tendenzialmente aggressive nei confronti di ogni realtà esterna; il mondo degli Stati l’un contro l’altro armati dell’Otto-Novecento. […] Certo, è probabilmente ineliminabile la tensione fra le preoccupazioni particolaristiche di una comunità politica localizzata e la dimensione universalistica dei diritti. In ogni caso […] prendere sul serio i diritti umani e adoperarsi a che le promesse della Costituzione non restino inevase è un indispensabile antidoto alla tentazione di chiusure sterili e, alla lunga, suicide.

Con la sua articolata contestualizzazione del tema centrale, cosa tanto necessaria quanto poco frequente nell’attuale congiuntura politica, il volume sfocia in una conclusione che educa alla politica come “arte del possibile”. Essa rende manifesta la contraddizione insanabile tra l’universalismo teorico dei diritti

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https://www.pandorarivista.it/articoli/articolo-10-pietro-costa/4/

 

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Angela Merkel svela il piano mondialista: Islamizzare l’Europa

di  Luciano Lago -21 marzo 2018

Prima o poi le reali intenzioni dei mondialisti vengono allo scoperto, la loro determinazione nell’abbattere le radici della identità e della cultura europea si rivela in modo incontrovertibile. In Germania è accaduto che la Angela Merkel, la più importante statista europea e instancabile sostenitrice delle migrazioni e della società aperta, ha rivelato la sua vera intenzione rispondendo ad una osservazione di un ministro del suo governo.

Horst Seehofer, ministro dell’Interno, ha dichiarato, durante una sua intervista al giornale “Bild”, che “l’Islam non appartiene alla cultura della Germania, piuttosto la Germania basa la sua cultura e identità sul Cristianesimo. I mussulmani che vivono qui ovviamente appartengono alla Germania”, ha continuato Horst Seehofer, “ma questo non significa che la Germania sia islamica o che abbia le sue tradizioni collegate con l’Islam”.

E’ immediatamente intervenuta a correggerlo, non richiesta, la stessa Angela Merkel, la quale ha affermato solennemente che ” l’Islam è parte della cutura tedesca”, smentendo clamorosamente l’affermazione del suo ministro e, cosa ben più grave

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https://www.controinformazione.info/angela-merkel-svela-il-piano-mondialista-islamizzare-leuropa/

 

 

 

 

 

 

 

LA DEMOCRAZIA SECONDO MACRON

Maurizio Blondet  16 ottobre 2018

(MB. Da Contropiano, il giornale comunista:)

Solidarietà a Jean-Luc Mélénchon!

di Potere Al Popolo

Stamattina alle 7:00 le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in casa di Jean Luc Melenchon. Perquisizioni a tappeto in ogni angolo, sequestro di computer, cellulari e altri oggetti personali.

I motivi di questa irruzione forzata, neanche si trattasse di chissà cosa, sono riconducibili, stando alle prime notizie, alla denuncia di una esponente di destra, denuncia che ha colpito numerose forze politiche circa l’uso di alcuni fondi destinati agli assistenti parlamentari.

Questa accusa, più tardi smentita dalla stessa donna, viene strumentalmente utilizzata da settimane per demolire l’immagine di Melenchon e la costruzione di quel movimento popolare che può davvero rappresentare una speranza e un’alterativa in una Francia sempre più problematica e classista.

Non ci risulta, infatti, che media e giornali si siamo soffermati allo stesso modo sulle accuse identiche mosse a Macron.

Abbiamo conosciuto Melenchon da vicino, il suo impegno e la sua dedizione e non dubitiamo del fatto che certi episodi siano vere e proprie intimidazioni, reali attacchi politici. In attesa di aggiornamenti, esprimiamo la massima solidarietà a Melencon e a tutta la France Insoumise.

Da Wikipedia:

Jean-Luc Mélenchon (Tangeri19 agosto 1951) è un politicofrancese, fondatore nel 2008 del Partito di Sinistra. È stato candidato alle elezioni presidenziali del 2017, senza il Fronte di Sinistra (coalizione con cui aveva ottenuto più dell’11% dei voti nel 2012), ma in nome del movimento “La France Insoumise” (FI), fondato per sostenere la sua candidatura nel febbraio 2016.[1] Con esso ha ottenuto il 19,58% dei voti:  anche se  non sufficienti per accedere al ballottaggio,   lo hanno  comunque  piazzato davanti al candidato del Partito Socialista

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https://www.maurizioblondet.it/la-democrazia-secondo-macron/

 

 

 

 

 

 

 

Anche il Lussemburgo al voto. Crolla il partito di Juncker

OTT 15, 2018 – LORENZO VITA

Non solo Baviera. In questo fine settimana si decidevano anche i destini del Lussemburgo. Paese piccolo, pochissimi elettori, ma profondamente significativo per capire il vento che soffia in Europa. Perché se anche il Granducato rifiuta i partiti di centro, significa che qualcosa sta veramente cambiando. E anche per Jean-Claude Juncker, che sperava nella rivincita del suo partito, arriva l’ora definitiva del tramonto. Non solo in Europa ma anche in patria.

A votare è stato il 43% dei residenti. Sembra incredibile, ma il motivo è che, come spiega l’Huffington Post, la metà della popolazione del Granducato è straniera. Già da questo casi si può capire l’assoluta particolarità di un Paese che vive, in sostanza, di capitali e residenti stranieri. Condizione che l’ha reso importante (se non indispensabile per i suoi traffici) in Europa. Ma è evidentemente una condizione che non piace ai suoi veri cittadini. Almeno a giudicare dai risultati elettorali.

Per i cristiano-democratici (Csv) dell’ex premier Juncker, i dati sono allarmanti. Il partito dell’attuale presidente della Commissione europea e guidato da Claude Wiesler ottiene la maggioranza relativa. Ma è una maggioranza molto povera e la sua vittoria è quanto di più simile alla proverbiale vittoria di Pirro. Rimane il partito più votato: ma si parla del 28% dei consensi. Per il centrodestra del Lussemburgo si tratta del peggior

Continua qui:

http://www.occhidellaguerra.it/lussemburgo-voto/

 

 

 

 

 

IL RISVEGLIO DELL’OVVIO: LA MERKEL NON LEGGE KRUGMAN

POST DI BAZAAR – 7 ottobre 2018

    

«La vittoria a sorpresa di R.Brinkhaus [a capogruppo alla Camera] deve mostrare ad Angela Merkel che la [sua] fine è vicina»

 

  1. Il risveglio dell’ovvio nelle coscienze di chi è pagato per non aver coscienza.

 

Da Berlino a New York sembra che l’ovvio – se non proprio il banale – si faccia breccia nella consapevolezza degli intellettuali delle nazioni dominanti.

 

Questo articolo su politico.eu di Konstantin Richter si profila come un interessante punto di vista sulla dinamica economico-politica della Germania.

 

Il nostro rileva come la percezione dell’opinione pubblica sulla politica economica e sulle relative performance della Germania sia assolutamente fuorviata dalla propaganda tedesca.

 

Richter mette in luce come l’ideologia propria del capitalismo tedesco sia diversa da quella del mondo anglosassone, segnatamente da quella statunitense: «la nostra economia è condotta dall’ansia» a differenza di quella statunitense il cui «successo economico» è «basato sulla mera avidità o sull’ambizione epica o sul desiderio, come da Silicon Valley, di creare la prossima grande innovazione».

 

I media tedeschi sono focalizzati su altri problemi sociali, come quelli creati dall’immigrazione di massa, oppure su lontani problemi di cronaca internazionale, sorvolando sui segnali che arrivano dalla sfera economica nazionale; e vengono ricordati:

 

1 – lo scandalo degli accordi di cartello volti alla falsificazione delle quantità di emissioni emesse dai motori delle maggiori case automobilistiche tedesche;

 

2 – le condizioni disastrose in cui versa Deutsche Bank che «è l’istituzione che ha gestito praticamente la grande impresa tedesca controllando grosse quote delle società più importanti». Commerzbank non è messa meglio.

 

3 – Tyssenkrupp è sotto attacco dagli investitori;

 

4 – Bayer si è esposta con l’acquisizione ad alto rischio di Monsanto;

 

5 – il settore automobilistico non ha investito in innovazione.

 

Quando all’inizio del terzo millennio la Germania veniva chiamata dalla stampa estera «il malato d’Europa», il catastrofismo propagandato agevolò le riforme del mercato del lavoro e dello Stato sociale di Gerard Schröder, con la relativa compressione delle dinamiche salariali volta alla “svalutazione competitiva”.

 

Il nuovo modello tedesco di economia di mercato – che noi per inciso sappiamo essere il classico vecchio modello mercantilistico teutonico – ha rassicurato con le sue performance l’opinione pubblica.

 

Richter fa notare che questo stato di euforia nasconde l’insidioso lato nascosto del modello di sviluppo tedesco: nessuno parla più del problema demografico, della mancanza di personale qualificato – strettamente legati al modello mercantilista – o del declino di Deutsche Bank.

 

Soprattutto Richter osserva come il gigante tedesco abbia i piedi d’argilla: come è stato ottenuto l’incredibile surplus tedesco se il vantaggio competitivo su cui sono basate le esportazioni non è stato ottenuto tramite gli investimenti?

 

Non solo con la svalutazione del lavoro  ottenuta da Schröder.

 

La rivelazione di una dura presa di coscienza è così espressa: «il successo degli esportatori tedeschi è ancora basato sulla superiorità dei loro prodotti? O è solo la droga anestetizzante dell’euro debole?»

 

La risposta a questa domanda la conosciamo: l’euro è spaventosamente sottovalutato per il mercato tedesco, regalando un vantaggio competitivo alla Germania che risulta essere destabilizzante per l’intera economia mondiale.

 

Ma i risvegli sui temi che la frontiera intellettuale italiana ha da tempo acquisito e divulgato, non si fermano al tragico karma alemanno: il nobel Krugman ci porta in altre vette dell’ovvio che, fuori da questi spazi, non è così banale: la dialettica tra microeconomia e macroeconomia che – dopo decenni di neoliberalismo – siamo abituati a non percepirla più, considerato che le due discipline risultano confusamente sovrapposte, non permettendo di distinguerne i diversi ambiti; ciò sappiamo essere naturale in quanto caposaldo del pensiero liberale è il cosiddetto individualismo metodologico che, nelle scienze economiche, si manifesta nello sviluppare modelli microfondati sul comportamento individuale al posto di ragionare per aggregati.

 

D’altronde, come amava dire la Thatcher – pasdaran del liberismo antioperaio e discepola di Hayek  «non esiste la società: esistono soltanto gli individui».

 

  1. Risvegli: «La macroeconomia è meglio di ciò che pensate, la microeconomia è peggio, ed i dati sono limitati»

 

Krugman fa notare l’assoluto fallimento della comunità scientifica degli economisti nel dare supporto alla politica al fine di evitare, gestire, ed uscire dalla crisi che, da più di dieci anni, sta dilaniando la vita di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

 

Il massimo che gli economisti riescono a produrre come autocritica è chiedersi se «non sarebbe necessario dare un maggiore ruolo ai mercati finanziari nei loro modelli».

 

Pochi, però, «hanno fatto ciò che avrebbero dovuto», ossia, «mettere in discussione interamente la direzione che ha preso la macroeconomia in questi ultimi quarant’anni».

 

L’economista americano ci informa che generalmente tra economisti la vulgata è – sulla falsa riga del meno-stato-più-riformepiù-disastro-economicomeno-stato-più-riformepiù-disastro-economico, ecc., in un circolo vizioso e viziato dagli interessi immediati delle classi egemoni – che il fallimento delle ricette economiche sia stato dovuto a troppa-macroeconomia-troppo-poca-microeconomia.

 

Per cui il circolo vizioso e viziato di meno-stato-più-riforme, con tutti i vari corollarimicrofondativi della microeconomia applicati alla crisi, ha trovato pure la leva del circolo vizioso (e viziato) di troppa-macroeconomia-troppo-poca-microeconomiaricette-inutili-quando-va-bene-e-catastrofiche-quando-va-male, e via, viziosamente, nelle bolge infernali della stagnazione quando va bene, della recessione e della depressione quando va male.

 

Paul Krugman ci dice che «l’esaltazione della micro come l’unica “vera” teoria economica dà alla microeconomia troppo credito e ciò è di gran lunga la causa  dei modi in cui la scienza economica ha fallito».

 

L’imbarazzante conclusione di queste dinamiche, ci informa il premio Nobel, è stata cheinfluencer, tanto all’esterno quanto all’interno della professione economica, hanno deciso che la scienza economica è un «nonsense» – insomma, non è proprio una scienza – e, quindi, sarebbe stato molto meglio affidarsi a «coloro che erano immersi nel mondo reale, ovvero ai grandi capitani d’impresa»; da cui l’epopea mediatica accompagnata dalla maestosa immagine: “lo ideale dell’omo virile” schumpeterianamente emerso dalla selva di cadaveri lasciati dal darwinismo mercatista: in breve, l’epopea degli espertologi.

 

Oppure – osserva l’illustre economista – di converso e per amor di positivismo, ci si è «concentrati sui risultati empirici e si è tralasciato i modelli».

 

Secondo Krugman gli aitanti espertologi del mondo dell’imprenditoria (e delle grandi organizzazioni sovranazionali, aggiungiamo noi) sono stati, «nell’ultimo decennio, più dannosi che inutili, mentre le vocine nell’aria udite dagli squilibrati (sic) con potere decisionale hanno, come al solito, dato un pessimo consiglio». Parole di Paul.

 

Mentre – guarda un po’ – se «l’evidenza empirica è importante e ce n’è sempre più bisogno, i dati non parlano pressoché mai per se stessi; punto che è stato ampiamente dimostrato dai recenti eventi di politica monetaria».

 

Insomma, di fronte all’evidenza del disastro economico-sociale che ci circonda, dove una banda di «squilibrati» – quattro noci in un sacco (avrebbe Togliatti in Costituente a proposito dei liberali) – ha dirottato e preso in ostaggio gran parte dei Paesi a democratizzazione avanzata, pare che qualche Nobel abbia iniziato timidamente a far dell’epistemologia delle scienze sociali.

 

Krugman porta l’esempio dei due fisici Julian Schwinger and Richard Feynman:Schwinger riuscì per primo a venire a capo dell’elettrodinamica quantistica, ma i suoi metodi erano incredibilmente complicati.

 

Feynman ci arrivò egualmente ma con un approccio molto più semplice – i suoi famosi diagrammi – che davano il medesimo risultato ma erano molto più semplici da usare.

 

Nessuno vide mai Schwinger usare questi diagrammi, ma si mormora che avesse

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POLITICA

Perché i poteri forti vogliono M5S al governo

2 marzo 2018 da Federico Dezzani     RILETTURA

Twitter: @FedericoDezzani

Si avvicinano le elezioni del 4 marzo e l’esito è quantomai incerto: la legge elettorale, un misto di maggioritario e proporzionale, garantisce infatti poca governabilità. Tutto spinge per la creazione di una “Grande Coalizione”: già, ma quale? Contrariamente all’opinione prevalente, l’obiettivo non è un patto “al centro”, un’unione cioè tra forze moderate, bensì la nascita di una coalizione basata sul Movimento 5 Stelle e la sinistra, depurata da Matteo Renzi. Le drammatiche esperienza di Roma e Torino non preoccupano, perché devono essere ripetute a scala nazionale: l’establishment liberal lavora ormai apertamente per il default dell’Italia ed il “sacco di Roma”.

Il default dell’Italia è possibile e M5S è lo strumento

Il biennio 2018-2019, come abbiamo sottolineato nella nostra prima analisi dell’anno, sarà certamente decisivo per gli equilibri internazionali. L’ordine euro-atlantico uscito dall’ultima guerra si sta sgretolando e né la UE né la NATO conserveranno l’assetto attuale. Ciò non toglie, però, che l’establishment euro-atlantico abbia un “piano” in serbo per ognuno: è da illusi immaginare un “libero tutti” che apra le porte ad una nuova età dell’oro. Anzi, al contrario: più il potere atlantico si indebolisce e più aumenta la volontà di fare terra bruciata,per impedire che i vecchi sudditi, una volta liberati, convergano verso la Russia e la Cina.

L’Italia, il cui valore geopolitico è enorme, non fa eccezione: se non la si controlla, è meglio distruggerla, magari spartendosi le spoglie con i vicini (Francia e Germania). Purtroppo il concetto di “anarchia internazionale” (la reciproca ostilità tra potenze) fatica ad inculcarsi nella mente degli italiani, educati da sempre ad un complesso di inferiorità nei confronti delle potenze straniere e perciò tradizionalmente “esterofili”.

Il processo di annichilimento dell’Italia, avviato nei primi anni ‘90 con Tangentopoli e la destabilizzazione della Somalia, ha accelerato a partire dal 2011: austerità, cessione delle imprese strategiche (Telecom, Edison, Unicredit, alimentare e lusso), guerra in Libia e conseguenti flussi migratori incontrollati. Arrivati nel 2018, sta per iniziare l’ultima fase del processo di “distruzione controllata” dell’Italia e le imminenti

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Quelli che l’Apocalisse

 

di Marco Travaglio – 17 ottobre 2018

 

L’Apocalisse è rinviata a data da destinarsi. Persino Mario Draghi, non proprio gialloverde, si dice “ottimista su un compromesso Italia-Ue, ricordando onestamente che sì “ci sono procedure stabilite e accettate da tutti”, sì “ci sono state deviazioni” nella manovra da 2,4% di deficit-Pil, “ma non è la prima volta e non sarà l’ultima”. L’allegro Juncker, parlandone da vivo, fa la voce grossa, ma non se lo fila nessuno: infatti le Borse guadagnano e lo spread cala (sarà mica merito del governo Conte, visto che, quando accadeva il contrario, era colpa del governo Conte?). Poi, come sempre avviene da quando governa la Coalizione Frankenstein, ci sono le cose buone (reddito di cittadinanza, quota 100 sulla Fornero, riduzioni fiscali per partite Iva, taglio alle pensioni d’oro senza contributi) e cose pessime (il condono fiscale, che non diventa meglio solo perché si è evitato il peggio).

 

Ma forse non è la fine del mondo, dell’Europa, dell’euro e della civiltà, come paventavano le mejo firme del bigoncio. Nei giornaloni c’è grossa crisi. Vorrebbero dire che rispettare il programma e le promesse elettorali è una vergogna; ma si trattengono perché gli eventuali lettori domanderebbero: “Embè?”. Muoiono dalla voglia di dire che era meglio prima, quando si regalavano decine di miliardi alle banche, a Confindustria e alle altre lobby, anziché ai poveri, ai pensionati e ai truffati, senza neppure chiedere il permesso agli elettori; ma

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https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/quelli-che-lapocalisse/

 

 

 

 

 

 

Terra contro Mare: dalla rivoluzione inglese a quella russa

8 ottobre 2018da Federico Dezzani

Twitter: @FedericoDezzani

Cari lettori,

durante gli ultimi dodici mesi, come avrete notato, il blog è proceduto a singhiozzo: per un buon motivo. L’inasprirsi dei rapporti tra il blocco atlantico e la Russia, un muro contro muro fatto di sanzioni, provocazioni militari e propaganda, ci convinse a ricostruire l’ultima volta che le potenze occidentali avevano messo “in quarantena” la Russia, arrestando il suo decollo industriale ed interrompendo le grandi ferrovie euroasiatiche che, a inizio Novecento, già viaggiavano da Pechino a Berlino:  volevamo, insomma

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http://federicodezzani.altervista.org/terra-contro-mare-dalla-rivoluzione-inglese-a-quella-russa/

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

L’ultima previsione di Hawking: Una Razza di Superumani artificiali conquisterà il Mondo

17 ottobre 2018 DI TYLER DURDEN

Zerohedge.com

L’ultima previsione del fisico Stephen Hawking prima di morire, sette mesi fa, fu che la razza umana si sarebbe divisa : esseri  “superumani” ricchi e geneticamente modificati che dominavano esseri “non migliorati”.

Hawking, che è morto a marzo, ha lasciato  una raccolta di saggi e di articoli su quelle che chiamava  “le grandi domande“, che servivano per preparare un libro che verrà pubblicato martedì prossimo. Con delle Brevi Risposte alle grandi domande, H. immagina che le persone benestanti presto avranno la possibilità di scegliere se modificare il proprio e il DNA o quello dei loro figli per creare degli esseri super-umani con una memoria maggiorata, con una maggior resistenza alle malattie, con più intelligenza e longevità. – The Times

“Sono certo che nel corso di questo secolo si scoprirà come modificare sia l’intelligenza che gli istinti come l’aggressività”, ha scritto Hawking. “Probabilmente ci saranno leggi contro l’ingegneria genetica per gli esseri umani, ma qualcuno non riuscirà a resistere alla tentazione di migliorare le proprie caratteristiche, come la memoria, la resistenza alle malattie e la durata della vita.”

“Una volta che questi super-umani appariranno”, ha aggiunto Hawking, “ci saranno grossi problemi politici con gli esseri umani non migliorati, perché non saranno più in grado di competere e, forse, moriranno o diventeranno ininfluenti. Invece, nascerà una razza-che-si-auto-progetterà e che

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https://comedonchisciotte.org/lultima-previsione-di-hawking-una-razza-di-superumani-artificiali-conquistera-il-mondo/

 

 

 

 

 

STORIA

Quando l’utopia cancella la Storia

Vittorio Sgarbi – Mar, 16/10/2018

Penso con infinita malinconia a Pechino e alla Cina, leggendo Tiziano Terzani, e più forte ancora deve essere stata la sua malinconia avendo vissuto la guerra del Vietnam dalla parte dei comunisti.

Utopia, ideali, sogni: tutto, del comunismo, si è scontrato con la realtà. Ma soprattutto l’utopia (nel suo significato etimologico di «non luogo») perché, ben peggio del fascismo, l’urbanistica e le architetture e le città (in particolare di Pechino) sono state sconvolte irrimediabilmente togliendo a luoghi di grande civiltà e storia la loro identità.

Così Terzani avverte che il suo «sogno» di una uguaglianza degli uomini era stato «l’incubo» dei cinesi: nel 1949, quando i comunisti la presero, Pechino era ancora una città

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/quando-lutopia-cancella-storia-1588584.html

 

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