Guido Ceronetti, Ti saluto mio secolo crudele, Einaudi, 2011, € 17,50

Martedì, 15 Gennaio 2013

Ti saluto mio secolo crudele

Guido Ceronetti è uno scrittore poligrafo. Indagatore di una numerosa varietà  di perimetri di conoscenza. Grande esploratore dell’animo umano, annota le sue considerazioni che diventano riflessioni filosofiche, politiche, letterarie.

L’indagine di moltissimi testi gli è pervenuta da una lunga attività  di traduttore. Insomma, una lettura in profondità  che fa uscire analisi minuziose ed erudite. L’ultima opera in ordine cronologico della sua poderosa bibliografia (48 fra poesie, saggi e testi teatrali) è ¨Ti saluto mio secolo crudele” edito da Einaudi nel 2011. Il secolo XX ha riservato un sterminata quantità  di eventi notevoli. Ceronetti in questo volumetto agile e con illustrazioni, si è obbligato a fare una rigorosa selezione.

 

Il testo è distribuito in trentatré capitoli ciascuno dei quali è un mondo a sé. Il secolo XX ha trentatré facce riflettenti. Il ritratto di questo secolo è un mosaico di eventi immagini e persone notevolmente diverse fra loro per natura politica, sociale, dell’immagine, di letteratura o perfino militare. E’ interessante il ragionamento sull’ergastolo imposto al numero due della Germania nazista, il quasi centenario Rudolf Hess a Spandau. L’ergastolo è più distruttivo della pena di morte e si connota come una manifestazione di odio piuttosto che una azione di risarcimento per le innumerevoli vittime. Lo stile è coinvolgente. Sembra di essere accanto a lui quando leggiamo le righe di una scrittura incisiva, asciutta, che dispiega i suoi significati appoggiandoli sulle emozioni del lettore. Non ci risparmia critiche sul regime alimentare carnivoro in favore della nutrizione vegetariana che evita inoltre la sofferenza alle creature mangiate.

Inquietante il capitoletto Lanterna rossa sul terzo pensiero sul funzionamento della Tecnica che è una ampia e coraggiosa citazione di un testo del filosofo Martin Heidegger, un gigante controverso del pensiero filosofico del Novecento. Lo sradicamento dell’uomo si compie dal momento in cui è la tecnica stessa a modificare radicalmente e sempre più la percezione della realtà  da parte dell’umanità . Un’altra perla è il capitolo dedicato a Marilyn. Un simbolo che racchiude tutte le sfaccettature di questo secolo affascinante e crudele. Una donna adorata dalle donne, una icona del desiderio e tuttavia della fragilità  delle nostre certezze che in lei furono l’evidenza di una vita, la durezza della ragione di Stato che travolge qualsiasi persona o cosa al suo passaggio. Colto da furore tassonomico lessicografico, Ceronetti elenca le parole più utilizzate in ordine sparso per dimostrare che nessuna prevale sull’altra per importanza, ma tutte sono figlie della inclinazione umana di creare schemi per imbrigliare una realtà  che non rientrerà  mai in una definizione esaustiva e, per questo, consolatoria.

Manlio Lo Presti

Guido Ceronetti, Ti saluto mio secolo crudele, Einaudi, 2011, € 17,50

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