AA.VV., Un germoglio tra le sbarre. Dal disagio personale al disagio sociale, tra carceri e libertà Roma, Pioda Imaging, 2016, Pagg. 420, € 22,00

Presentato a Roma il libro «Un germoglio tra le sbarre»

Pubblicato su 19 giugno 2016 by editor_scugnizzo

Copertina Germoglio E’ stato presentato a Roma nella Sala Congressi Monte Paschi di Siena il libro “Un germoglio tra le sbarre. Dal disagio personale al disagio sociale, tra carceri e libertà”. Si tratta di un’opera collettiva che ha toccato i temi più scottanti della questione della detenzione in Italia. Dal confronto degli autori è emerso il fatto che non è mai esistita una politica pianificata della detenzione nel nostro Paese. Contrariamente a quanto si pensi, il caos è il frutto di decisioni politiche e non del caso. Anche su questi temi, pesa la storia recente dell’Italia tenuta volutamente sottotono perché potenza sconfitta nella II Guerra Mondiale. Le stagioni politiche ed istituzionali che si sono susseguite dal dopoguerra ad oggi, hanno gestito la questione della devianza con provvedimenti dettati dall’emergenza, con criteri poco trasparenti. Ciò ha provocato nel corso del tempo ripetute rivolte, suicidi di detenuti, ma anche di guardie penitenziarie, di interrogazioni parlamentari cadute nel vuoto o con risposte depistanti. La situazione – sempre più grave – ha fatto dell’Italia il bersaglio di ripetute reprimente da parte dell’Unione Europea, della Corte dei Diritti dell’Uomo e di gruppi politici minoritari che hanno posto il problema con costanza e tenacia in questi anni. Molti importanti sono stati i contributi degli operatori volontari e degli insegnanti, come pure la trattazione del tema dal punto di vista della progettazione di edifici carcerari e della loro evoluzione – anche in peggio – rispetto al progetto del Panopticon di J. Bentham.

Il dibattito ha evidenziato con quanta fatica e lentezza sia stia facendo largo una visione più articolata della questione carceraria. Rispetto ad una tradizione, diremmo mondiale, della focalizzazione del dibattito sulla prevenzione, la punizione, la deprivazione e l’isolamento del detenuto, oggi si fa strada il concetto di “giustizia riparativa”. Emerge la necessità di trattare la questione delle persone vittime degli atti criminosi e del loro risarcimento non solo in termini economici, ma soprattutto sul piano del recupero psicologico, sociale ed esistenziale. La giustizia riparativa ha assunto adeguata importanza da quando l’Unione Europea ha emesso la Direttiva 2012/29/UE. Si tratterà di riequilibrare il dibattito e le sue eventuali soluzioni valorizzando i danneggiati riconoscendo loro un perso uguale a quello dei detenuti. Per entrambi i gruppi è importante dedicare adeguate e programmate strategie di recupero e di riabilitazione. Il successo di un nuovo processo di riequilibrio sarà possibile se sarà valorizzato il requisito dell’ascolto dell’altro non più considerato un evento statistico da trattare sbrigativamente mediante procedure burocratiche.

E’ stato infine discusso il gravissimo fenomeno delle espulsioni dal sistema produttivo in continua evoluzione a causa della rivoluzione elettronica permanente. Le espulsioni si accrescono a misura che il sistema produttivo si restringe a causa della crisi indotta scientificamente. Gli espulsi finiscono per ingrossare le fila dei devianti senza che ad essi sia addebitata una colpa. Da qui la creazione di nuove forme di campi di concentramento su modello di Guantanamo, con la diffusione di nuove tensioni e violenze che potranno minare sempre più la tenuta sociale dell’Occidente.

Manlio Lo Presti

 

A cura di Angelica Artemisia Pedatella e Paolo Paparella
Un germoglio tra le sbarre. Dal disagio personale al disagio sociale, tra carceri e libertà
Roma, Pioda Imaging, 2016
Pagg. 420, € 22,00

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