Sospetto eterno

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Sospetto eterno

Manlio Lo Presti – 2 gennaio 2019

 

La condizione umana contemporanea vede il singolo individuo e le comunità socioeconomiche senza la minima possibilità di verificare la veridicità di gran parte delle informazioni che vengono diffuse. La questione è diventata importante e pervasiva perché riguarda tutti i livelli di comunicazione attualmente in uso in tutto il pianeta.

L’accentramento inarrestabile delle strutture di comunicazione in poche società (prevalentemente nordamericane) incrementa il sospetto – se non la certezza – che il 98 percento delle informazioni sono create ad usum Delphini e quindi sono controllate, stravolte e quindi false in partenza perché la ridondanza dei loro effetti sociali possono muovere miliardi di euro: troppi interessi in gioco non fanno filtrare nulla di decisivo.

L’intensità del dubbio che sorge è quindi direttamente proporzionale:

  • allo schieramento politico ED ECONOMICO dei canali che diffondono le informazioni,
  • alla tempistica distributiva: perché quella notizia è diffusa proprio adesso e non, ad esempio, un mese o un anno fa? 
  • alla diffusione dei nomi dei sedicenti attentatori: da evitare per non allarmare e far fuggire eventuali complici. 
  • all’accadimento a catena di eventi della stessa specie in un ristretto intervallo di tempo: es: un autobus incendiato, altri bus incendiati nei giorni successivi. Crolla un ponte, ci sono frane e disastri ambientali a catena nei giorni immediatamente successivi, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.,
  • all’uccisione del sospettato appena catturato invece di interrogarlo con cura sulle ramificazioni, specialmente quando la complessa articolazione delle COVERT OPERATION esclude l’azione di una sola persona.

Per oltre 40 anni, questa sospettosità mi ha consentito di evitare imboscate e truffe da parte:

 

DEI CLIENTI,

DEI MIEI CONCORRENTI,

DEI SUPERIORI,

DEGLI AVVERSARI,

DEI NEMICI, 

DEGLI OCCASIONALI,

DEI VENDUTI

DEI FEDELISSIMI.

 

Ad ogni comunicazione ricevuta, ho sempre praticato una tara del 75 percento perché ho imparato in fretta che ci sono in giro molte persone con una capacità recitativa di gran lunga superiore a quella degli attori professionisti più famosi!

 

P.Q.M.

 

sono andreottianamente e pirronisticamente dubbioso 56 ORE AL GIORNO, e finora mi è andata bene.