Perché la Benemerita è nel mirino?

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Perché la Benemerita è nel mirino?

Manlio Lo Presti – 10 aprile 2019

L’inferenza statistica degli abusi delle forze dell’ordine è presente in tutte le strutture che garantiscono la sicurezza nel nostro Paese. Per la naturale predisposizione umana a far risaltare una notizia negativa rispetto a quella buona, assistiamo da tempo ad una sequenza di azioni contro la Benemerita.

Le contestazioni, sebbene negative in ogni caso – presentano fattispecie presenti in tutte le armi, sia pure con percentuali diverse.

Perché allora assistiamo ad una sovraesposizione mediatica ai danni dell’Arma?

Perché continuano alla chetichella ad emergere vicende di abusi e violenze a carico dell’Arma con il metodo del profluvio carsico?

Perché prosegue l’operazione di delegittimazione dell’Arma per fatti che allora dovrebbero colpire in eguale misura anche altri settori della sicurezza nazionale?

Questi interrogativi emergono in presenza di una crescente concentrazione delle notizie negative. Si tratta di una tecnica strisciante che non usa i clamori ma il logoramento e la diffusione di notizie vere ma sparate a grappolo per realizzare l’operazione di disinformazione e di delegittimazione. Una tecnica molto ben conosciuta dagli strapagatissimi spin doctors reclutati dai centri di ricerca ed istituzioni universitarie, nascosti pretoriani della sovversione sociale.

Non si tratta qui di esperire una difesa dell’Arma in quanto tale. Si tratta di avanzare più di un dubbio sui motivi VERI che sottendono questa lunga COVERT OPERATION basata su denunce di fatti ed abusi di ufficio che, ripeto, sono presenti anche in altre strutture della sicurezza ma che non hanno questa esposizione mediatica.

Pensare male è peccato, ma difficilmente ci si sbaglia (Andreotti docet) e anche in questo caso va applicato il retropensiero. Un sospetto che aleggia, che in molti sanno ma che, come al solito, non viene evidenziato dagli organi di informazione.

Il nostro Paese è letteralmente dissanguato dal parassitismo delle otto mafie attualmente operanti. Si tratta di un giro d’affari titanico e che va ben oltre lo spaccio di stupefacenti che ne sono la motivazione apparente da dare in pasto alla cosiddetta “pubblica opinione”.

I “motivi VERI” sono altri e li possiamo desumere esaminando la storia della penisola. La storia del patto Stato-mafia come una delle determinanti della progressiva frenata dello sviluppo democratico del nostro Paese. Sul tema controverso abbiamo una ragguardevole pubblicistica che sta tentando, con qualche successo, di trova nuove ipotesi di lavoro sulla storia recente dell’Italia.

Leggere con occhi diversi i coinvolgimenti delle mafie sulle vicende italiane dallo sbarco americano ad oggi è una chiave di lettura interessante. Le mafie, relegate dalla vulgata letteraria contemporanea allo spaccio di stupefacenti e a reati contro il patrimonio (motivo apparente), da qualche decennio sono state utilizzate dagli apparati politici italiani per lo svolgimento di operazioni sporche coperte. Hanno assunto in sostanza, il ruolo di sterminio e di violenza che i mercenari (eufemisticamente contractors) svolgono per gli USA nel mondo.

Potremmo ipotizzare un elenco – indicativo ma non esaustivo – di “operazioni sporche” svolte per conto dello Stato, che non può esporsi direttamente, e delle alleanze internazionali che tuttora vincolato il nostro Paese/servo e ne dettano brutalmente le linee guida:

  • Eliminazione di personaggi scomodi tramite attentati
  • Importazione/esportazione di agenti e/o esperti della sovversione da e per l’Italia
  • Controllo dei flussi migratori con eliminazione degli elementi stranieri che sul territorio possono costituire pericolo imminente
  • Traffico di armi e dei rispettivi pezzi di ricambio
  • Traffico di tecnologie letali di cui non dare notizia per non allarmare la popolazione
  • Riciclaggio di immense somme di denaro necessario per finanziarie operazioni coperte geopolitiche all’estero sia di ordine militare che di tutela delle nostre multinazionali dell’energia sparse per il mondo.
  • Recupero con mezzi sbrigativi di gente rapita in Africa ed in genere nelle zone di guerra e che operano con ruoli di copertura spesso innocenti come quelli del volontariato, ecc.

Leggendo questo elenchino ripeto non esaustivo, è facile dedurre che il traffico di droga è una copertura che fa buon gioco al circo mediatico ufficiale, quello in particolare finanziato ancora dalla Presidenza del Consiglio, che elargisce pacchetti preconfezionati per ridurre la popolazione in coma cognitivo a bassa intensità.

Per questi “servizi” resi, le mafie chiedono contropartite oltre a quelle classiche che si conoscono dai serial televisivi:

  • Immunità varie per gli esponenti delle strutture criminali
  • Collateralismo con le forze dell’ordine

Manca il “convitato di pietra”. Tutti ci girano intorno, tutti lo sanno perfettamente, tutti fanno finta di niente, tutti hanno ricevuto l’ordine di sviare con la diffusione di notizie ipnopediche.

Perché quindi l’avvoltoio continua a fare voli concentrici intorno alla carcassa ma non scende a divorarla?

TUTTO CIO’ PREMESSO

Avanzerei il sospetto che la lunga e felpata covert operation contro l’Arma nasconde (motivo VERO) una delle contropartite.

Le operazioni di contrasto

alle agrimafie,

allo stoccaggio abusivo di materiale chimico e radioattivo,

all’inquinamento,

alla pesante e vessatoria catena distributiva,

agli abusi farmaceutici,

alla contraffazione del made in Italy,

al traffico di tecnologie,

alla tutela ambientale zoologica e forestale,

alla difesa del patrimonio artistico con il ritrovamento ed il recupero di opere d’arte ed altre meritorie funzioni,

ecc. ecc.

costituiscono un elenco parziale delle funzioni che l’Arma ha nel proprio organigramma. Si tratta di una importantissima concentrazione di competenze tecniche che non sono presenti in così vasto numero nelle altre forze dell’ordine.

Le operazioni di contrasto svolte da queste importanti strutture infliggono danni notevoli alle organizzazioni criminali per cifre che superano diverse decine di miliardi di euro l’anno.

Eliminare queste funzioni che raccolgono il meglio dell’alta tecnologia sarebbe una interessante contropartita in favore delle organizzazioni criminali. Nella migliore manifestazione del retropensiero, emerge il sospetto che l’operazione di delegittimazione dell’Arma sia la premessa per il suo assorbimento e trasformazione in gendarmeria europea (*) che sarebbe sotto il controllo di catene di comando esogene. Il passo successivo alla fusione sarebbe immediatamente quello di eliminare le strutture tecnologiche di contrasto alle mafie.

Il gioco è fatto …

P.Q.M.

Non vorrei che questo sospetto fosse la motivazione VERA che sottende alla COVERT OPERATION di demolizione della Benemerita, sostenuta dal prontissimo, solerte, servile, strisciante contributo dei mezzi di (dis)informazione controllati notoriamente in gran parte dagli eredi dell’operazione Togliatti e non ancora (misteriosamente) scalzati dalle loro funzioni!

Come sempre, è questione di tempo, ma il coniglio sarà estratto dal cilindro …

Ne riparleremo!

SITOGRAFIA:

(*)

http://www.samuelcolombo.it/stateofplay/i-poteri-forti-hanno-escogitato-di-far-fuori-larma-dei-carabinieri-per-imporre-la-polizia-controllata-da-loro-leurogendfor/

https://www.maurizioblondet.it/un-commissario-della-polizia-un-generale-dei-carabinieri-qualcosa-non-torna/

http://www.ilcambiamento.it/articoli/carabinieri_addio_arriva_eurogendfor_forza_gendarmeria_europea

http://contropiano.org/news/politica-news/2017/09/16/la-caduta-del-dio-carabiniere-095643