I somali ed altri africani hanno partecipato alla resistenza!!!

I somali ed altri africani hanno partecipato alla resistenza!!!

Ma la brigata ebraica viene insultata e schifata

Il Tg3 alle ore 19,30 del 25 aprile 2019 diffonde la notizia che i somali ed altre formazioni di africani hanno fatto parte della resistenza! Nel contempo, i pasdaran della verità storica del dopoguerra italiano decidono anche quest’anno di emarginare e schifare il contributo della Brigata ebraica alla resistenza.

Sono questi i miracoli del neomaccartismo quadrisex antifa imperante! Una bolla mediatica che nessuno ha il coraggio di estirpare con la giusta determinazione e decisione, forse perché ad impedirlo sussistono innominabili ed occulti ricatti incrociati fra le forze politiche?

La disinformazione di regime ci regala generosamente una estesa e collosa melassa retorica su eventi che non hanno ancora avuto la giusta trattazione al di fuori del blocco ideologico monopolista degli eredi della opzione Togliatti.

Il minuscolo drappello di storici e di giornalisti che hanno iniziato a farlo sono stati minacciati, sparati alle gambe, insultati, esclusi dal circo mediatico dominante, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

Ancora permane la mano di ferro censoria sulla interpretazione dei fatti storici avvenuti nel nostro martoriato Paese dopo la fine del fascismo da parte di coloro che si sono arrogati – senza averne il permesso – la superiorità morale rispetto a tutti coloro che vanno sterminati perché non-la-pensano-come-loro.

Ancora sono accuratamente occultate le immense sofferenze inflitte alla popolazione inerme da parte dei marocchini dell’esercito francese, degli inglesi, degli USA che continuarono a sganciare bombe anche dopo l’armistizio. Sempre gli USA sono quelli che ci hanno “liberato” impiantando sul nostro territorio ben 164 basi militari e atomiche a cui si aggiungono le gigantesche parabole installate a Niscemi in Sicilia per la guerra elettronica contro l’area est dell’Europa.

Contrariamente alla vulgata appiccicosa e fuorviante della retorica diffusa con abilissima e martellante solerzia dalla pseudo classe intellettuale italiana, il 25 aprile è una data che genera fratture non unità nel Paese.  Le ferite non si rimarginano con l’oblio studiato a tavolino, con la retorica, le ferite guariscono con la ricerca della verità storica che dia voce alla vastissima parte del Paese che fu vittima delle atrocità dei cosiddetti “liberatori”, tenuto conto del fatto che il fascismo e le armate tedesche furono scalzate dalla “preponderante superiorità bellica degli Stati Uniti” (così disse all’incirca Badoglio in una drammatica comunicazione radiofonica).

Va notato tuttavia che ad ogni anno che passa, nei confronti di questa controversa “celebrazione” esiste una ostilità che nasce dalla crescente esigenza della popolazione di sapere come sono andate le vicende. Si sente l’urgenza di aprire i cassetti e discutere senza blocchi ideologici e oltre la censura criminale e vigliacca dei monopolisti delle verità storiche. Si rende necessario discutere delle sofferenze inflitte su coloro che stavano-dalla-parte-sbagliata: cioè di chi ha perso il conflitto. Qui a morale non è la determinante analitica.

Va detto a chiare lettere che, dopo la caduta del fascismo, è partita una lunga sequenza di violenze contro la popolazione il sui scopo è stato quello di arricchirsi sulle loro spoglie, di esercitare centinaia e migliaia di stupri come arma prima di guerra e di vendetta poi. Sarebbe molto interessante indagare sulla nascita di improvvise ricchezze emerse nel dopoguerra e a quale schieramento appartennero i fetidi avvoltoi.

Alto che riscatto ideologico! Altro che “liberazione”!

La guerra e il dopoguerra sono strumenti di rivoluzione sociale, non di giustizia.

Sulla liberazione dell’Italia infine, c’è molto da eccepire. Siamo diventati il satellite di una potenza mondiale che ha esercitato il suo potere attraverso la pressione militare prima e del golpismo come metodo di sovversione del pianeta.

Come nello stile italiano, sapremo qualcosa di decente fra 50-100 anni, come ancora accade con i fatti di Ustica, con la morte di Moro, con Enrico Mattei, con Gabriele Cagliari, con Borsellino, con il generale Dalla Chiesa, con le oscure vicende di Bruno Contrada, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

 

VIVA LA EX-ITALIA “LIBERATA” E POI RIOCCUPATA!

 

Ne riparleremo noiosamente ma pervicacemente anche il prossimo anno …