CERTI CAPI DELLA CORTE DEI CONTI NOMINATI DA PASSATI GOVERNI

CERTI CAPI DELLA CORTE DEI CONTI NOMINATI DA PASSATI GOVERNI

di Manlio Lo Presti – (scrittore ed esperto di finanza e banche)

Come se non bastasse al caos permanente nella vita politica italiana, ora si aggiunge anche la polemica, infuocata ad arte, sulla esclusione della funzione di controllo della Corte dei Conti sulla legittimità degli utilizzi dei fondi: definiti brevemente con l’acronimo PNRR, in realtà DECRETO-LEGGE 24 febbraio 2023, n. 13 – Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune (23G00022) (GU Serie Generale n.47 del 24-02-2023).
Da notare che l’aggettivo “urgenti” è presente ormai nella quasi totalità della recente produzione normativa del nostro Paese.
Si tratta di soldi, tanti soldi, che hanno il difetto di dover essere restituiti integralmente (e con gli interessi!). Sarebbe da approfondire il sistema di garanzie a sostegno del prestito e quali beni nazionali sono stati impegnati, preferibilmente di pronto realizzo in caso di mancata o parziale restituzione dei soldi. Questi dettagli ora sono in secondo piano di fronte all’euforia del denaro che affluisce, sia pure dopo la preliminare realizzazione di modifiche strutturali profonde del nostro sistema-Paese sul piano sociale, economico, culturale e militare. Una modificazione epocale quanto profonda, che intaccherà le ragioni di esistenza dell’Italia come la conosciamo oggi. Ma denunciare questa modifica per ottenere un prestito fortemente condizionato è un tema che non piace al Sinedrio informativo governativo atlantista, liberista, buonista, politicamente corretto, verde con le treccine. Una analisi che eccepisce i fondamenti di queste strategie capestro viene bollata come complottista e sostenuta da destre costituite da un popolino eterogeneo e fondamentalmente ignorante (https://www.focus.it/comportamento/psicologia/chi-vota-a-destra-e-piu-propenso-a-diffondere-fake-news ) e con basso livello scolastico, come ebbero a ribadire alcune trasmissioni di un canale tv buonista ma fuori dalle due corazzate mediatiche italiane. In quella occasione un invitato disse con enfasi “e sono pure laureati!”. Questo razzismo non è contemplato perché non è denunciato dal ridetto Sinedrio e, dunque, non spendibile. Ma andiamo avanti…
Nonostante queste scaramucce da trentennale guerra ibrida e la susseguente pressione psicologica sempre più insopportabile, esiste e persiste una base sociale che si sta facendo delle domande non troppo allineate su una possibile strategia alternativa da riservare al nostro martoriato e servile Paese, con il sostegno di una informazione trasparente come requisito di una nazione che possa definirsi realmente democratica. Questa trasparenza non è presente nella attuale vicenda sui poteri di controllo della magistratura contabile riguardante la gestione dei fondi detti Pnrr. Il governo vuole escludere l’azione della Corte dei Conti sulle procedure di spesa di questa montagna di soldi. Apparentemente sembra un abuso perché non viene spiegata bene la motivazione di natura politica più che istituzionale. Anche gli avversari di minoranza tacciono sui veri motivi di questa eliminazione e preferiscono approfittarne per alzare barricate e fare più rumore possibile, per riavere una visibilità non troppo intossicata da un penoso recente passato politico ed elettorale.
Entriamo nel merito:
Sappiamo che una sia pure piccolissima eccezione formale della ridetta Magistratura ha il potere di bloccare qualsiasi produzione normativa o qualsiasi procedura di spesa. Un cavillo diventa il granellino di sabbia che inceppa una macchina economica fino a bloccarla totalmente, non importa chi ne subirà i danni, considerati sempre collaterali finché non colpiscono i creatori del blocco.
Sappiamo che la Corte dei Conti è una Magistratura operante nel terreno della procedura contabile, di cui dovrebbe tutelare e controllare il corretto andamento.
Sappiamo che anche la ridetta Corte è guidata da esseri umani.
Sappiamo che questi umani sono stati nominati durante la vigenza di un preciso Governo recante un preciso orientamento ideologico, una precisa visione socio-economica, ecc . ecc. ecc.
Sappiamo che l’attuale Presidente è stato nominato il 15-09-2020 (cfr https://www.corteconti.it/Home/Organizzazione/Presidente/PresidentiDellaCorteDeiConti/GuidoCarlino ).
Sappiamo che a settembre dell’anno 2020 era in carica il governo Conte II (cfr https://www.governo.it/it/i-governi-dal-1943-ad-oggi/xviii-legislatura-dal-23-marzo-2018/governo-conte-ii/12715).
Sappiamo che il governo Conte II, stesso uomo a capo di una compagine diametralmente opposta politicamente, allo stesso modo di Badoglio, non aveva un orientamento di destra.
Sappiamo che gli uomini nominati da un governo precedente quasi sempre condividono le linee ideologiche di quel governo, altrimenti non sarebbero stati scelti e poi cooptati al vertice della struttura.
Se uniamo tutti i punti rappresentati dalla elencazione di “sappiamo” esce fuori la reale motivazione: un governo in carica non può e non vuole rischiare di essere colpito ripetutamente da una gragnola di piccolissime “eccezioni” ed “osservazioni” bloccanti che renderebbero impossibile la realizzazione delle modifiche nei tempi previsti, esponendo il governo in carica ad una serie infernale di contestazioni scritte dai pretoriani di Bruxelles che non aspettano altro, nonostante l’altissima protezione anglofrancotedescaUsa della compagine governativa in carica per i suoi zelanti meriti militareschi e armaioli.

Tutto qui… e una volta tanto, diciamocelo in faccia senza timori.

FONTE: https://www.lapekoranera.it/2023/06/06/certi-capi-della-corte-dei-conti-nominati-da-passati-governi/