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Da Cuccia a Marcinkus: le interviste possibili di Gotti Tedeschi

Ettore Gotti Tedeschi ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe con un curioso libro, Colloqui intimi. L’arte maieutica della polemica. Trecento interviste immaginarie ad altrettanti personaggi storici: da San Francesco a Carlo VIII fino al suo “predecessore” allo Ior Marcinkus. Scoprendo che…

13 dicembre 2018

Ettore Gotti Tedeschi è un banchiere balzato agli onori delle cronache, purtroppo, non per una sua grande impresa ma per una sua grande defaillance: la cacciata a furor di Curia dalla presidenza dello Ior, la banca vaticana. Già presidente della sezione italiana del Banco di Santander, ha firmato con me il libro Denaro e Paradiso (Lindau), tradotto all’estero. Ora che è in pensione, ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe con un curioso libro, Colloqui intimi. L’arte maieutica della polemica (pagg. 422, €. 29).

Si tratta di circa trecento interviste immaginarie ad altrettanti personaggi storici, alcuni del passato trapassato, altri del passato recente.

Si va da san Michele Arcangelo a san Francesco d’Assisi, da Carlo VIII re di Francia a Giovanni Giolitti, passando per Leibnitz, Stuart Mill, Robert Grosseteste, Giambattista Vico eccetera eccetera. Lo stile è ironico, talvolta scanzonato e, se l’intervistato lo consente, non manca il paragone con la situazione odierna, ideologica, politica o ecclesiale che sia. Scorrendo il libro non si può non restare ammirati dalla sconfinata erudizione dell’autore, che per ogni ritratto dimostra di aver colto il nucleo centrale del pensiero dell’intervistato. Il quale può essere lo stranoto John F. Kennedy o il pochissimo conosciuto ai più Saadya Gaon, rabbino egiziano del secolo X.

Se andiamo alla voce «Enrico Cuccia», dominus di Mediobanca finché visse, la risposta alla domanda dell’intervistatore è nello stile del personaggio, laconica e fulminante: «Il peccato veniale di un banchiere è fuggire con la cassa, quello mortale è parlare». La domanda era: «Potrei portarle mille argomenti su cui fare domande, sicuro che non risponderebbe a nessuno».

Andiamo adesso alla voce «Marcinkus», perché vale la pena di riportarla per intero. Domanda: «Sono stato seduto sulla poltrona da lei occupata, nel suo studio di Presidenza IOR, in Palazzo Apostolico dal 2009 al maggio 2012. Lei lo occupò dal 1971 al 1989 (anno della fine della Guerra Fredda e caduta del muro di Berlino). Collaborò con Calvi, Sindona e Licio Gelli, rimase invischiato nello scandalo del crack del Banco Ambrosiano, per il quale fu emesso un ordine di cattura che lei evitò grazie al passaporto diplomatico. Benedetto XVI mi chiese di rendere trasparente lo IOR e, facendolo, mi sono fatto cacciare. La Chiesa preferisce il modello Marcinkus?». Risposta (interpretata): «Mi stai chiedendo di svelare i segreti dei finanziamenti non ufficiali a Solidarnosc? O dell’ansia di alcuni di mettere le mani sul Banco Ambrosiano (che stavo cercando di salvare, magari senza troppa esperienza)? Mi stai chiedendo di svelare segreti sulla massoneria e il malaffare in Vaticano? Comunque tu stesso hai capito e sperimentato che in Vaticano non si crede affatto che sia possibile governare la Chiesa con le Avemarie… perché invece non mi chiedi di quando salvai la vita, durante un viaggio alle Filippine, a Paolo VI, di cui ero occasionale bodyguard?».

Visto che c’è, nelle interviste, dove è il caso Gotti Tedeschi chiarisce e rettifica opinioni consolidate ma imprecise. Non tutti sanno, per esempio, che la Fiat non fu fondata da Giovanni Agnelli, che, semmai, la acquisì in un secondo momento. Non tutti sanno, del pari, che il papa Pio VII, deportato da Napoleone e restauratore dei gesuiti, è comparso in un film, interpretato da Paolo Stoppa: Il marchese Del Grillo, con Alberto Sordi che gli regge la sedia gestatoria.

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