Basta retorica, i migranti sono i nuovi deportati

Basta retorica, i migranti sono i nuovi deportati

L’Occidente ha bisogno di schiavi, così destabilizza i governi per spostarne i popoli.

di Diego Fusaro 13 Settembre 2016

Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti. Anche a quelli che più si lasciano manipolare dalle prestazioni della manipolazione organizzata, dallo spettacolo televisivo e dalla fabbrica dei consensi.
La si continua a chiamare immigrazione di massa. In realtà andrebbe etichettata come deportazione di massa di esseri umani. Questo è il vero volto delle odierne ondate migratorie che stanno sconvolgendo l’Europa.
Si finge di voler accogliere e integrare: in realtà, si giubila all’arrivo dei migranti proprio come – secondo l’esempio di Marx – il vampiro festeggia quando vede sangue.
SERVONO NUOVE MASSE DI SCHIAVI. Perché il Capitale vincente giubila all’arrivo dei migranti? Perché, pur potendo farlo, non ne regola i flussi? Non è difficile capirlo, per chi voglia procedere con la propria testa e senza seguire le correnti del politicamente corretto e del pensiero unico artatamente preordinato.
Il Capitale ha bisogno di masse di schiavi ricattabili e senza diritti, disperati e disposti a tutto pur di sopravvivere.
Ne ha bisogno per tre ragioni: 1) perché può sfruttarli senza riserve, nel modo più efficace, come materiale umano disponibile; 2) perché può usarli, nella lotta di classe, come strumenti per abbassare il costo della forza lavoro, costringendo il lavoratore italiano e francese a lavorare nelle stesse condizioni del migrante (è la marxiana legge dell’esercito industriale di riserva); 3) perché può far sì che prosperino le lotte tra gli ultimi (autoctoni contro immigrati) e che la lotta resti nel piano orizzontale dei servi in lotta con i servi e mai si verticalizzi nella forma del conflitto tra servo e signore.
Chiamiamo le cose col loro nome: la mondializzazione corrisponde alla terza fase dell’imperialismo come cifra coessenziale – già individuata dal Lenin dell’
Imperialismo fase suprema del capitalismo – al modo capitalistico della produzione.
NUOVA FASE DELL’IMPERIALISMO. In origine, troviamo come forma dominante l’imperialismo mercantilistico seicentesco e settecentesco. Esso è caratterizzato dal commercio triangolare degli schiavi tra Europa, Africa e America.
In seguito, troviamo l’imperialismo
stricto sensu, quello ottocentesco e novecentesco studiato da Lenin. Gli schiavi vengono ora direttamente sfruttati nelle loro terre d’origine, ridotte a colonie dell’Occidente espansionistico.
Nella fase odierna, infine, si impone come nuova figura dell’imperialismo la mondializzazione come logica di estensione su scala planetaria del mercato e della sua antropologia, con annessa destrutturazione di tutto ciò che non è conforme rispetto ad esso.
IMMIGRAZIONE COATTA DI POPOLI. Gli schiavi sono ora ottenuti mediante i processi di deportazione di massa dell’immigrazione coatta di popoli i cui governi vengono destabilizzati dall’Occidente attraverso bombardamenti etici e interventismi umanitari: su barche e mezzi di fortuna, i migranti giungono nell’Occidente, che si finge ospitale, giubilando all’arrivo di un’immane quantità di forza lavoro, nuovo esercito industriale di riserva sfruttabile e ricattabile.
Altro che integrazione! Altro che accoglienza! Si chiama lotta di classe: e il Capitale la sta vincendo senza trovare risposta dalla parte dei dominati troppo impegnati a farsi la guerra tra loro.

http://www.lettera43.it/firme/basta-retorica-i-migranti-sono-i-nuovi-deportati_43675259973.htm