IL PROFESSORE EPURATO DAL GENDERISMO BUONISTA

IL PROFESSORE EPURATO DAL GENDERISMO BUONISTA

Elisabetta Vinci – 1 12 2021

Il 25 novembre si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle Donne. Ho partecipato per convinzione e in quanto Donna. Mi sono immedesimata nelle donne che vengono massacrate anche “solo” psicologicamente da colui che dovrebbe amarle.  Ho considerato che dipingersi tratti di rosso sul viso è un forte segnale ma non è sufficiente per contrastare le crudeltà sui più indifesi. Per questi motivi la violenza va sempre denunciata. Mi riferisco a quella esercitata sui bambini, sugli uomini a cui viene vietato di vedere i figli dopo una separazione.

Vanno sempre denunciati i comportamenti determinati da dettami del “politicamente corretto” imposto da una minoranza ricca e potente inserita a tutti i livelli delle democrazie occidentali. In Italia posso citare ad esempio il caso di una scuola pubblica a Milano dove alcuni ragazzi hanno chiesto se potessero vestirsi da donne. Prevedibilmente e rapidamente, è stato loro concesso. Il professore di Storia, Martino Mora, vedendo i ragazzi così vestiti e con lo smalto sulle unghie, si è rifiutato di fare loro lezione. La reazione delle autorità amministrative scolastiche è stata immediata con l’allontanamento del docente.

Nella società in cui viviamo è diventata prassi comune allontanare, discriminare, isolare e silenziare tutti coloro che non si allineano ai dettami del “politicamente corretto”.  Nessun dialogo, nessuna attenzione alle ragioni del docente. Non c’è spazio per un confronto costruttivo perché bisogna far capire subito, forte e chiaro chi comanda.

In quell’ istituto, dove è vietato esprimere la propria opinione, la violenza sulle donne è stata un’altra occasione per legittimare la teoria Gender. Il docente è stato, inoltre, invitato a chiudere il proprio profilo Facebook per aver inserito post contro i vaccini, il Papa e Draghi. Costoro hanno fatto ricorso alla censura invece di dialogare creando condivisione invece del conflitto. Non ci può essere spazio né confronto in quanto essi sono i padroni del Discorso e della Verità. A dispetto di tale verità rivelata, rimane in piedi la difficile questione della legittimità con la quale sono stabiliti i canoni che definiscono cosa è corretto o meno. Chi sono i controllori e custodi del Verbo Corretto? Ed infine, chi controlla i controllori?

Sull’onda di queste considerazioni, che evidenziano la caduta verticale della democrazia nel nostro Paese, è imperativo essere d’accordo con qualsiasi decisione adottata dal presidente del consiglio! I dubbiosi e i dissidenti non hanno facoltà di esprimersi. Ricordo quando nella mia scuola esisteva il divieto di parlare di foibe, la proibizione di farmi parlare dell’unità d’Italia, perché era prioritario parlare di Marx.

In ricordo di quello che io stessa ho vissuto, in virtù di ciò che è stato l’indottrinamento scolastico e in virtù della società in cui viviamo, io mi schiero apertamente con il professore!

Elisabetta Vinci, Opinionista.

Nata a Roma nell’agosto 1984, libera professionista con l’obiettivo di diventare imprenditrice.

Amante degli animali, del mare, delle passeggiate al centro di Roma.

Ama la buona cucina, il buon vino, soprattutto se il tutto è accompagnato dalle amicizie, quelle vere. E ama scrivere.

 

TEMI TRATTATI

 

Genderismo buonista, Buonismo, Epurazioni, Politicamente corretto, Professore di storia, Milano, Violenza sulle donne, epurazione, isolamento, allontanare, discriminare, isolare e silenziare