RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 6 APRILE 2022

https://www.infosec.news/2022/04/06/news/risorse-umane/le-grandi-dimissioni-sono-arrivate-e-non-se-ne-andranno-presto/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 6 APRILE 2022

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Essere innocenti è pericoloso perché non si hanno alibi.

(Boris Makaresko)

GINO & MICHELE, Anche le formiche nel loro piccolo …, Baldini & Castoldi, 2003, pag. 30

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SOMMARIO

Gentile e avveduto ambasciatore
La propaganda di guerra cambia forma
Donbass, Zelensky: accordo con la Russia ‘difficile e improbabile’
La diretta della guerra | Dagli Usa 100 milioni di Dollari di aiuti all’Ucraina
ESCALATION DELLE TENSIONI (11)
Ascolti TV ieri 4 aprile 2022: serie TV con Zelensky flop. Report al 9,5%
Dna prelevati tramite tampone.
Condannati il Partito Democratico e la Campagna Clinton
Vezzosi: “Zelensky traditore, milioni di ucraini la pensano così”
CHE S’HA DA FA PE CAMPA’.
LA ZETA
HISTORIA MAGISTRA VITAE

 

EDITORIALE

Gentile e avveduto ambasciatore
Manlio Lo Presti 6 04 2022
Ritengo che la ragione non sia da una parte sola. Questo martellamento eccessivamente sbilanciato unidirezionalmente contro i russi assassini e trinariciuti non rende credibili le notizie diffuse 76 ore al giorno da tutti i canali possibili e recanti una identica messaggistica.
Anche la Nato uccise migliaia di civili in Ucraina (1) nel 2014 e in Serbia, con la servile partecipazione di forze italiane da cui sono tornati a casa centinaia e forse migliaia di militari contaminati dal polonio (dati rabbuiati dal segreto di Stato) ma nessuno lanciò una ondata mediatica simile a quella attuale! (2). Ma quella montagna di morti sono diversi perché massacrati dalla parte “GIUSTA”. I morti russo-ucraini sono della “PARTE SBAGLIATA” e quindi costituiscono PROVA D’ACCUSA!
Mentre lei ci partecipa un profluvio di notizie pro Nato, io cerco di fare da controcanto.
Anche perché è dal dissenso che vengono le idee migliori. Se lo ricordi esimio ambasciatore!
Darebbe sospetto di falsità un coro allineato al 160%. Chi ci crederebbe?
Spero, ovviamente di non essere oscurato o, perlomeno, di non essere censurato e bloccato dal vettore Facebook che sta esercitando pesantemente centinaia di migliaia di blocchi a coloro che esprimono riflessioni dubitative. Censura che avviene in un Paese “libero” e seguace della vulgata globalista angloamericana!
Quindi, ambasciatore, anche in Occidente esiste una censura collosa, occhiuta e capillare, come accade in Russia! Si chiama GUERRA IBRIDA, GUERRA PSICOLOGICA (PSYOPS). Ma i merdosi sono i russi, ovviamente!
Lei certamente saprà che Facebook ha bloccato migliaia di utenti  “divergenti” dalla narrazione prevalente, sempre per la tutela del libero scambio democratico delle opinioni.
Siamo in democrazia, oppure anche io divento uno sporco putiniano sotto scomunica che merita di essere divorato dalle cavallette?
Sul piano della verificabilità diretta e assiomatica, incontrovertibile, nessuna fonte è sicura.
Come lei assolutamente saprà, anche se non ne parla, tutte le fonti possono essere sotto FALSE FLAG, da tutti i fronti, beninteso!
Sul tema della cosiddetta  INTOSSICAZIONE (INFORMATIVA) DEL NEMICO ricordo le ottime lezioni del prof. Caligiuri e del colonnello Rapetto che lei conoscerà meglio e prima di me…
Ciò premesso, le mie fonti sono “ideologiche” quanto le sue. Se fosse diverso, aspettiamo la installazione di variopinti TRIBUNALI DELLA VERITA’ ANGLICA, con tanto di macelleria tecnoelettrficata da utilizzare sui complottisti che osano avere dubbi!!!
Applicando una tara dell’85% su ogni fonte, atlantica e russa, forse potremo sbirciare un barlume di verità.
Buona vita gentile ambasciatore
NOTE
1) https://uacrisis.org/it/60291-un-19th-report-human-rights-situation-in-ukraine
2) https://www.lindipendente.online/2022/03/24/24-marzo-1999-quando-la-nato-riporto-la-guerra-in-europa/

 

 

 

IN EVIDENZA

La propaganda di guerra cambia forma

In Ucraina l’esercito russo ha sconfitto i banderisti, ma la Nato ha vinto la guerra cognitiva contro i suoi stessi concittadini in Occidente. L’Alleanza atlantica ha messo a punto una nuova forma di propaganda, basata su quanto essa stessa denunciava appena poco tempo fa: le fake news, ossia informazioni non false, ma manipolate. Come proteggersi?

Nelle società democratiche contemporanee la propaganda di guerra è concepita come un numero di prestigiatore: distogliere l’attenzione del pubblico per nascondergli ciò che non deve sapere.

Questo articolo è il seguito di:
1. «La Russia vuole costringere gli USA a rispettare la Carta delle Nazioni Unite», 4 gennaio 2022.
2. «In Kazakistan Washington porta avanti il piano della RAND, poi toccherà alla Transnistria», 11 gennaio 2022.
3. «Washington rifiuta di ascoltare Russia e Cina», 18 gennaio 2022.
4. «Washington e Londra colpite da sordità», 1° febbraio 2022.
5. “Washington e Londra tentano di preservare il dominio sull’Europa”, 8 febbraio 2022.
6. “Due interpretazioni della vicenda ucraina”, 15 febbraio 2022.
7. “Washington suona la tromba di guerra, ma gli alleati desistono”, 23 febbraio 2022.
8. “È agli Straussiani che la Russia ha dichiarato guerra”, 7 marzo 2022.
9. «Una banda di drogati e neonazisti», 7 marzo 2022.
10. “Israele sbalordito dai neonazisti ucraini”, 8 marzo 2022.
11. «Ucraina: la grande manipolazione», 22 marzo 2022.
12. «Con il pretesto della guerra si prepara il Nuovo Ordine Mondiale», 29 marzo 2022

IL DISPOSITIVO DELLA NATO

«Sottomettere il nemico con la forza non è l’apogeo dell’arte della guerra, l’apogeo di quest’arte è sottomettere il nemico senza versare una sola goccia di sangue».
Sun Tzu, L’arte della guerra.

Il generale francese Philippe Lavigne del Comando Alleato per la Trasformazione (Allied Command Tranformation – ACT) della Nato soprintende alle ricerche sui nuovi metodi della propaganda.

Il Comando da lui guidato è formato da 21 centri di eccellenza, uno dei quali, quello della propaganda — il Centro di eccellenza per le comunicazioni strategiche (StratCom) — ha sede a Riga, in Lettonia [1]. Il generale Lavigne ha creato l’Innovation Hub (iHub), sotto la direzione del francese François Cluzel, ex docente all’accademia militare interarmi di Coëtquidan. L’iHub finanzia ricerche della John Hopkins University e dell’Imperial College of London sulle capacità cognitive. Si tratta di ricerche sulla sfera cognitiva in generale, finalizzate ad applicazioni in diversi campi, dai soldati bionici alla propaganda di guerra.

Rapporto della Nato sulla guerra cognitiva (novembre 2020). Cliccate sull’immagine per scaricare il documento.

L’idea di fondo della Nato è affiancare ai cinque ambiti d’intervento usuali (aria, terra, mare, spazio e cibernetica) un sesto: il cervello umano. «Mentre le azioni dei cinque ambiti tradizionali hanno l’obiettivo d’influire sul mondo dell’uomo, obiettivo della guerra cognitiva è fare di ogni uomo un’arma» scrive François Cluzel.

Nella prima guerra mondiale la propaganda di guerra faceva leva su false informazioni, diffuse a livello popolare da grandi firme; nella seconda guerra mondiale la propaganda consisteva nella ripetizione di messaggi selezionati; oggi la propaganda è concepita come un numero da prestigiatore [2]: turbare le persone per distrarne l’attenzione e mascherare ciò che non devono vedere; indurle a giudicare quanto vedono in base alle informazioni prive d’interesse di cui vengono imbevute. Così, senza ricorrere a menzogne [esplicite], si riesce a far in modo che prendano lucciole per lanterne.

Con la guerra in Ucraina stiamo vivendo in diretta la prima applicazione di questa nuova tecnica.

Per farmi capire meglio esporrò alcune informazioni che l’opinione pubblica deve ignorare, poi farò esempi su come la televisione di Stato francese tratta l’argomento guerra. Nulla cambierebbe se utilizzassi esempi tedeschi, britannici o statunitensi.

Numero di esplosioni registrate nel Donbass (14-22 febbraio 2022)
Potete scaricare i rapporti giornalieri degli osservatori dell’OSCE all’indirizzo: https://www.osce.org/ukraine-smm/reports

LA RESPONSABILITÀ DEI DIRIGENTI OCCIDENTALI NELLA GUERRA IN UCRAINA

La narrazione dell’Occidente della guerra in Ucraina ne addossa l’intera responsabilità al presidente russo, Vladimir Putin, e secondariamente alle personalità politiche e finanziarie del suo regime. La falsità di questa versione emergerebbe in modo lampante se solo si prendessero in considerazione i rapporti giornalieri degli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), da cui risulta che nel pomeriggio del 17 febbraio nel Donbass (all’epoca ancora ucraino) è stato rilevato un attacco delle forze di Kiev. Tutte le agenzie di stampa hanno dato notizia della fuga di almeno centomila civili verso l’interno del Donbass o verso la Russia. Inoltre, durante la riunione della Conferenza per la Sicurezza di Monaco, i principali dirigenti politici della Nato hanno potuto ascoltare il presidente Volodymyr Zelensky affermare che l’Ucraina voleva dotarsi di armi atomiche per difendersi dalla Russia. Non si può non prendere atto che lo scoppio delle ostilità è stata voluta da Kiev, non da Mosca.

Non si può credere che Kiev abbia scatenato una guerra contro un nemico militarmente molto superiore senza garanzie preliminari da parte di alleati presumibilmente in grado di difendere l’Ucraina dalla Russia. E questi non possono essere che la Nato, o gli Stati Uniti e, in via accessoria, le due altre potenze nucleari, Francia e Regno Unito.

  • La prima riunione in cui questa guerra è stata presentata come auspicabile si tenne, a quanto ci risulta, alla Camera dei rappresentanti il 5 settembre 2019. Era stata organizzata dalla Rand Corporation, il think tank della lobby militare-industriale statunitense. Furono presentati ai parlamentari due rapporti, «Superare e sbilanciare la Russia» (Overextending and Unbalancing Russia) ed «Estendere la Russia: competere su un terreno vantaggioso» (Extending Russia: Competing from Advantageous Ground) [3]

. L’idea di fondo era sfruttare la particolarità su cui la Russia basa la propria difesa: la vastità di un territorio gigantesco che i russi difendono arretrando e praticando la “strategia della terra bruciata”; basterebbe quindi costringerli a intervenire all’estero per sfiancarli.

L’importanza di questo avvenimento ci è dimostrata da quanto capitato al nostro collaboratore, il geografo italiano Manlio Dinucci. Un suo articolo sull’argomento è stato censurato dal giornale per cui scriveva, Il Manifesto, e per questo motivo Dinucci ha interrotto la collaborazione [4].

Tre fatti dimostrano l’implicazione di Stati Uniti, Regno Unito e Francia nella segreta preparazione della guerra.

Su disposizione del gabinetto di Boris Johnson, il video integrale in cui Ben Wallace assicurava che da diversi anni il Regno Unito inviava segretamente istruttori militari in Ucraina è stato rimosso da YouTube e non è più inserito nei motori di ricerca occidentali.

Il 24 marzo 2022 è stato pubblicato il video di una telefonata di 22 minuti tra il ministro britannico della Difesa, Ben Wallace, e gli umoristi russi Vladimir (Vovan) Kuznetsov e Alexei (Lexus) Stolyarov. Uno di loro si è fatto passare per il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, che Wallace non aveva mai incontrato.
– Alla domanda sull’aiuto che il Regno Unito sarebbe disposto a fornire a Kiev per dotarsi dell’arma nucleare, il coscienzioso Wallace rispondeva che avrebbe dovuto consultare il primo ministro Boris Johnson, ma che «il principio sarà quello di sostenere l’Ucraina, Paese amico, quale che sia la sua scelta». Con una frase il ministro spazzava via il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari.
– A proposito dei missili anticarro Next Generation Light Anti-tank Weapon (NLAW) inviati dal Regno Unito all’esercito ucraino, Wallace ammetteva che non funzionavano bene e che erano stati inviati anche pezzi di ricambio.
Ma è soprattutto a proposito della Nato che Ben Wallace è stato troppo loquace. Il ministro britannico ha infatti nuovamente invitato l’Ucraina ad aderire all’Alleanza atlantica. E, en passant, ha rivelato involontariamente che per anni il Regno Unito ha inviato istruttori militari per preparare l’esercito ucraino.

Il governo di Boris Johnson ha usato ogni mezzo per occultare, o meglio minimizzare, le dichiarazioni del ministro. Ha affermato che l’intervista era durata solo dieci minuti e ha vietato a YouTube e a Google di diffonderla integralmente. I media occidentali sono stati sollecitati a parlare dell’uscita di Wallace sulla bomba atomica, ma a tacere gli altri due punti. I britannici procedono sempre secondo questa modalità: non negano in blocco, ma fanno sparire i punti più scabrosi.

il presidente Joe Biden il 25 marzo 2022 entra nella mensa dell’82^ Divisione paracadutisti a Rzeszów. Parlerà a braccio, congratulandosi con questi soldati da diversi anni segretamente presenti in Ucraina.

Il 25 marzo 2022 il presidente Joe Biden è stato al Palazzo dei Congressi di Rzeszów (Polonia). Lo accompagnavano la direttrice dell’USAID, Samantha Power (ex ambasciatrice all’ONU) e il presidente polacco Andrej Duda. Sottolineiamo per inciso che Duda ha fatto adottare dal parlamento polacco una legge che nega il ruolo della Polonia nei crimini nazisti e autorizza azioni giudiziarie contro chiunque vi faccia riferimento. Joe Biden ha incontrato diverse ONG esprimendo apprezzamento per l’aiuto ai rifugiati ucraini. In seguito ha pronunciato un discorso ai soldati dell’82^ divisione aerotrasportata di stanza in Polonia [5]. Biden li ha poi incontrati nella mensa e ha parlato senza gobbo né telecamere. Come sempre accade in tali circostanze, anche stavolta l’anziano presidente (79 anni) ha rivelato segreti di Stato. Secondo testimoni, ha ringraziato i soldati per il loro impegno di anni in Ucraina, sebbene in questo Paese ufficialmente non ci siano mai stati soldati statunitensi.

Il generale Eric Vidaud non si è dimesso per aver commesso un errore, ma perché la missione segreta da lui inviata in Ucraina non ha saputo descrivere la situazione. I predecessori gli hanno espresso solidarietà.

Il 29 marzo 2022 il generale Eric Vidaud, direttore dell’intelligence militare francese, è stato destituito senza spiegazione ufficiale. Sembra che nel 2021, quando il generale era comandante delle operazioni speciali, per disposizione diretta dello stato-maggiore particolare del presidente Macron abbia inviato uomini per inquadrare il reggimento banderista Azov. Cinque elicotteri ucraini hanno immediatamente tentato di fuggire da Mariupol, feudo del reggimento Azov. Due sono stati abbattuti il 30 marzo. I sopravvissuti sono stati fatti prigionieri dall’esercito russo e hanno immediatamente parlato. I soldati del Comando delle operazioni speciali per le questioni logistiche sono subordinati al capo di stato-maggiore delle forze armate, generale Thierry Burkhard, ma prendono ordini direttamente dal capo delle forze armate, presidente Emmanuel Macron.

Le relazioni tra i presidenti Macron e Putin si sono bruscamente raffreddate.

COME LA PROPAGANDA DI GUERRA MASCHERA LA REALTÀ

France-Télévision è la società delle televisioni pubbliche francesi; la rete France-2 è la più seguita; France Médias Monde è la società che coordina le radio e televisioni pubbliche francesi diffuse all’estero. Dipende direttamente dal ministero degli Esteri e diffonde France-24 in diverse lingue.

Anne-Sophie Lapix intervista per France 2 Andriy Sadovy, senza dire che è un oligarca banderista. È come se avesse intervistato il ministro della Propaganda del III Reich, Joseph Goebbels, senza rilevare che è nazista.

Per cominciare, il 14 marzo 2022 France 2 ha diffuso un giornale in diretta da Leopoli (Ucraina), condotto dalla star della rete, Anne-Sophie Lapix [6]. Questo telegiornale è mediamente seguito da poco più del 20% dei telespettatori. La giornalista ha mostrato distruzioni in quantità e moltitudini di rifugiati traumatizzati. Ha camminato per la città, senza però rilevare l’imponente monumento alla memoria di Stepan Bandera, capo dei collaboratori ucraini dei nazisti. Ha intervistato anche il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovy, senza però spiegare che è uno dei più eminenti oligarchi del Paese. Non gli ha fatto domande sulla sua società di media, diretta dalla moglie. Non gli ha fatto domande nemmeno sulle dichiarazioni diffuse il giorno prima dalla sua rete, 24 Канал, che esortavano a uccidere tutti i russi, compresi donne e bambini, secondo il metodo raccomandato dall’SS Adolf Eichman [7]. La giornalista di France 2 non ha mai precisato che l’emissione era un’iniziativa dell’oligarca banderista Sadovy e della moglie, entrambi ex clienti dell’agenzia Publicis di Arthur Sadoun, marito di Lapix.

Nei negoziati di Istanbul la Russia ha posto tra le condizioni anche la distruzione del monumento di Leopoli alla gloria di Stepan Bandera, capo dei collaboratori ucraini dei nazisti.

Al telespettatore che ignora gli omaggi ucraini ai nazisti e le esortazioni a seguirne l’esempio non resta che piangere di fronte al fiume di sofferente esibite. Non può dubitare che i russi siano criminali e bugiardi e che gli ucraini siano in generale vittime innocenti.

Il giornalista tataro Fakhrudin Sharafmal mentre il 13 marzo 2022 si rivolge ai russi, sulla rete del sindaco di Leopoli: «Siete immondizia che deve essere spazzata via dalla faccia della terra. Se un ucraino avesse l’opportunità di frantumare le vostre ossa, di tagliare le vostre gole, di soffocare dei Ruskof [russastri], spero che coglierà l’occasione di dare il proprio contributo alla causa e che ammazzerà almeno uno di voi».

Il 25 marzo France 24 in inglese, nella rubrica Truth or Fake (verità o menzogna), riferiva dell’intervista al ministro britannico della Difesa, Ben Wallace, fatta dagli umoristi russi. Ligia alle istruzioni del gabinetto di Boris Johnson, la rete televisiva del ministero francese degli Esteri scherniva le dichiarazioni del ministro sulla bomba atomica, per mascherare meglio quelle sull’inefficacia delle armi anticarro, ma soprattutto quelle sulla presenza da diversi anni di istruttori militari britannici in Ucraina. La giornalista ha presentato gli umoristi russi come utenti di YouTube, mentre in realtà lavoravano per la rete NTV; in questo modo ha potuto omettere che gli umoristi sono stati censurati su YouTube, proprio nel Paese del 1° Emendamento e della libertà di parola. La rubrica è stata realizzata dalla giornalista Catalina Marchant de Abreu, specialista della demistificazione delle informazioni manipolate (debunking of fake news) (sic).

Il culmine è stato raggiunto il 31 marzo con il telegiornale di France 2 [8]. Il canale di France-Télévision, che fino a quel momento aveva negato il carattere ideologico del reggimento Azov, mandava in onda un reportage sull’argomento. La televisione pubblica ha ammesso che nel 2014 il battaglione Azof fu infiltrato da elementi neonazisti, e ne ha citato uno dei fondatori, Andriy Biletsky; ma ha subito precisato che il battaglione in seguito è diventato una rispettabile forza di difesa. France 2 non ha citato un altro dei fondatori, Dmytro Yarosh, agente della Nato ed ex coordinatore dei neonazisti europei e degli jihadisti mediorientali contro la Russia [9], ora consigliere speciale del comandante in capo delle forze armate ucraine [10].

France 2 cita il neonazista Andrij Biletsky come capo del battaglione Azov nel 2014. Il giornalista Arnaud Comte, vicecaporedattore della rete, non ha avuto il tempo di precisare che Biletsky, alias Führer Bianco, è stato elevato al grado di luogotenente colonnello e decorato dal presidente Pedro Porochenko; che in seguito ha fondato un partito politico (il Corpo Nazionale) che vuole la pulizia etnica dell’Europa centrale; che infine è stato eletto deputato neonazista alla Verkhovna Rada (il parlamento ucraino).

France 2 ha menzionato un vecchio rapporto delle Nazioni Unite che dava conto delle torture inflitte dai banderisti, ma non ha citato la scoperta da parte dell’esercito russo di prigioni speciali [11], né le recenti dichiarazioni dell’ONU al riguardo. Tanto meno il reportage spiegava cosa rappresentano i banderisti nella storia dell’Ucraina e riduceva l’importanza dei neonazisti all’esibizione della croce uncinata. Eludendo l’entità del problema, France 2 quantificava in 3-5 mila uomini la presenza dei banderisti nell’esercito ucraino; l’agenzia Reuters afferma invece che oggi i paramilitari banderisti sono 102 mila, suddivisi in molte milizie assorbite dalla Difesa territoriale [12].

NOTE

[1La campagna della NATO contro la libertà di espressione”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist (Italia) , Rete Voltaire, 7 dicembre 2016.

[2Le tecniche della propaganda militare moderna”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist (Italia) , Rete Voltaire, 18 maggio 2016.

[3Overextending and Unbalancing Russia, James Dobbins, Raphael S. Cohen, Nathan Chandler, Bryan Frederick, Edward Geist, Paul DeLuca, Forrest E. Morgan, Howard J. Shatz & Brent Williams, Rand Corporation, April 2019. Voir aussi les détails du plan dans Extending Russia : Competing from Advantageous Ground, Raphael S. Cohen, Nathan Chandler, Bryan Frederick, Edward Geist, Paul DeLuca, Forrest E. Morgan, Howard J. Shatz & Brent Williams, Rand Corporation, May 25, 2019.

[4Ucraina, era tutto scritto nel piano della Rand Corp.”, di Manlio Dinucci, Rete Voltaire, 8 marzo 2022.

[7Canale 24 (Ucraina) invita a uccidere tutti i russi, anche donne e bambini”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 18 marzo 2022.

[9La CIA coordina nazisti e jihadisti”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist (Italia) , Rete Voltaire, 19 maggio 2014.

[10Dmitry Yarosh, consigliere del comandante in capo delle forze armate ucraine”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 23 febbraio 2022.

[11Scoperta una prigione segreta ucraina”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 22 marzo 2022.

[12L’articolo sul sito di Reuters è stato modificato. Si può comunque consultare «On the edge of war», Prasanta Kumar Dutta, Samuel Granados & Michael Ovaska, January 26, 2022, ove si legge che i “paramilitari” sono 102 mila, ossia il 40% degli effettivi delle forze armate ucraine.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article216365.html

Le Grandi Dimissioni sono arrivate e non se ne andranno presto

Le “Grandi Dimissioni” hanno ormai invaso il mercato del lavoro americano, ogni mese milioni di lavoratori lasciano il lavoro. Il professore che ha coniato il termine prevede che i tassi di abbandono lavorativo possano mantenersi a livelli elevati per i prossimi due/tre anni.

 

“Le Grandi Dimissioni stanno arrivando”, profetizzava a febbraio 2021 il professor Klotz della Texas University dalle colonne di Bloomberg.

L’appello si è scontrato con lo scetticismo di diversi economisti, incapaci di guardare oltre i dati ufficiali.

Qualcuno avrà pensato a un tentativo di ottenere celebrità riprendendo la celebre frase de “Il Trono di Spade”.

Alla luce dei dati occupazionali di USA e Italia, la sua previsione appare invece profetica.

Basti pensare che a febbraio 2022 le dimissioni in USA hanno toccato 4,4 milioni, il 2,9% della forza lavorativa totale.

La catena di eventi legati alla diffusione del COVID-19 ha favorito il ritorno di tematiche dimenticate, quali salute mentale e equilibrio vita lavoro.

Le ragioni di questa presa di coscienza affondano le radici nel sentimento di terrore, che spinge a porsi interrogativi esistenziali.

Interrogando il proprio animo molti hanno trovato segni di burnout lavorativo, sindrome che provoca esaurimento emotivo.

Il passo dalla presa di coscienza alle dimissioni è spesso breve, una decisione maturata a volte già prima della pandemia.

L’arrivo delle Grandi Dimissioni in Italia

L’Italia è attualmente il Paese europeo più colpito dal fenomeno delle “Grandi Dimissioni”.

Gli ultimi dati del Ministero del Lavoro rivelano che tra ottobre e dicembre 2021 si è registrato un aumento delle dimissioni del 42,3% (+166.000 rapporti cessati) rispetto allo stesso periodo del 2020.

Un trend iniziato nel I trimestre del 2021, crescendo sino a toccare a fine anno quota 2 milioni di abbandoni volontari, + 33% rispetto al 2020.

“L’indipendenza è un bisogno umano fondamentale, e quando le persone la provano, non la cedono facilmente”, ha affermato Klotz in una recente intervista al Financial Times, prevedendo che i tassi di abbandono lavorativo si manterranno a livelli elevati per i prossimi due/tre anni.

L’agognata indipendenza in questione rappresenta la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo a qualsiasi ora si desideri, caratteristica spesso ignorata dallo “smart working all’italiana”.

Il Governo prova a correre ai ripari istituendo l’Osservatorio Nazionale bilaterale per monitorare i risultati ottenuti attraverso lo smart working e favorire la diffusione della misura.

Perchè l’Italia è il Paese europeo più colpito dalle Grandi Dimissioni

Per fronteggiare l’ondata di dimissioni è necessario però riformare l’intero sistema lavoro-centrico (workaholism) equilibrando maggiormente vita professionale e vita privata.

Difatti, una delle ragioni per le quali il fenomeno sta prendendo piede in Italia risiede nella qualità del lavoro, peggior Paese europeo per equilibrio vita-lavoro.

Uno studio di Michael Page su un campione di 12.000 professionisti sottolinea che l’Italia è il Paese europeo nel quale i lavoratori soffrono maggiormente lo stress derivante dal tragitto casa lavoro.

Un primato che interessa sia il trasporto privato (49% degli intervistati), a causa del traffico, sia il trasporto pubblico locale (68%), colpito da frequenti disservizi.

Un italiano in media impiega 45 minuti per arrivare sul luogo di lavoro, dato che ci proietta al secondo posto nella classifica europea dei più “lenti”.

Facendo un rapido calcolo, nel tragitto verso l’ufficio si perdono circa 30 ore al mese, quasi 4 giorni lavorativi.

Non stupisce dunque che il  46% degli italiani intervistati affermi che si licenzierebbe dall’attuale lavoro in favore di uno più vicino alla sua abitazione.

In una realtà nel quale il compromesso è la regola, le persone si stanno riappropriando del diritto di scegliere un posto di lavoro sano, che salvaguardi il benessere fisico e mentale prima di quello economico.

Finalmente.

FONTE: https://www.infosec.news/2022/04/06/news/risorse-umane/le-grandi-dimissioni-sono-arrivate-e-non-se-ne-andranno-presto/

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

 

BELPAESE DA SALVARE

LA TRAPPOLA DELLA PALOMBELLA.
Francesco Berardino 2 04 2022
Sarà stata accusata di essere troppo filobidè(n) ed allora ha invitato il prof Revelli, il quale, essendo uno studioso, non fa parte del coro degli acefali, ma fa comodo perché può sembrare filoputin. Ma, c’è un ma.
La perfida ha organizzato una trappola invitando anche tre filobiden, che con lei fanno quattro e il povero professore è diventato un sacco da pugilato che prende pugni da tutte le parti. Non appena apriva la bocca veniva interrotto dal congiurato di turno che apriva la strada allo sproloquio della palombella.
E’ la tecnica della Gruber, quella delle aggressioni vigliacche, proditorie.
Per la cronaca, gli altri ospiti precettati erano Capranica, Minzolini e Gasparri. E vi ho detto tutto.
FONTE: https://www.facebook.com/franvcesco.franco/posts/2114213815420212

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Risolvere tutti i problemi in un accordo e porre fine alla guerra con la Russia è “difficile e improbabile” e quindi la questione del Donbass e della Crimea non potrà essere risolta nel corso dei negoziati in corso, “soprattutto quando ci sono carri armati sul nostro territorio, i razzi colpiscono le nostre città, ci sono situazioni difficili in città assediate, come Mariupol”, ha dichiarato in una nota diffusa dalla presidenza ucraina, Volodymyr Zelenskiy.

“La Russia ha la sua visione del Donbas e l’Ucraina ha la sua. Quindi ho dato un semplice suggerimento. Credo che non saremo in grado di trovare un accordo su tutti i punti contemporaneamente. Questo è impossibile, anche se abbiamo dei negoziati”, ha spiegato.Kiev è consapevole degli obiettivi russi e della concentrazione di truppe russe nel Donbas.

“Il Donbass, il sud dell’Ucraina, il corridoio per la Crimea, la regione di Kherson e la regione di Zaporizhzhia… In pratica capiamo cosa stanno facendo. Per avere successo, combatteranno per il Donbas. E Mariupol è la vita per noi, una città, e per loro è una ‘medaglia’ che vogliono mettere al petto”, ha detto.  ASKANEWS

► ‘La messa in scena di Bucha per interrompere i negoziati di pace’
“la parte ucraina aveva messo su carta la sua disponibilità a dichiarare lo stato neutrale, non allineato e la disponibilità a rifiutarsi di schierare armi di stati stranieri sul suo territorio”

FONTE: https://www.imolaoggi.it/2022/04/06/donbass-zelensky-accordo-con-la-russia-difficile-e-improbabile/

 

Draghi ai partiti: "Rapporti con Cina e Russia? Ditelo. La Guerra sarà lunga"

Guerra Russia Ucraina, Draghi chiede ai partiti di schierarsi

La guerra in Ucraina continua e secondo il premier Draghi “durerà a lungo”. Il presidente del Consiglio in audizione al Copasir, accompagnato dal delegato alla sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli, ha voluto chiarire alcuni aspetti sul conflitto armato in corso e non solo. Draghi – si legge sul Corriere della Sera – ha rivolto anche un chiaro messaggio ai partiti . “Chi ha rapporti con certi Paesi, come la Russia o la Cina, lo faccia in trasparenza. In modo che non ci siano speculazioni“. La guerra, secondo il premier, sta producendo un radicale cambiamento degli equilibri geopolitici, con la Russia di Vladimir Putin sempre più attratta nell’orbita cinese, e che, così facendo, sta tracciando una nuova cortina di ferro. Tutto ciò impone all’Italia di rafforzare l’ancoraggio all’Occidente, ai suoi valori e ai suoi alleati, evidenziando la sua collocazione Atlantica.

Ma tutto alla fine – prosegue il Corriere – ruota attorno «al ruolo dell’Italia nel quadro europeo e atlantico». E su questo il presidente del Consiglio è chiaro, al punto da esprimersi con un concetto che non avrebbe bisogno di approfondimenti. Accanto a lui è seduto il sottosegretario Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. E dopo che Draghi ha invitato ad avere rapporti con Russia e Cina «in modo trasparente», Gabrielli chiosa: “Anche perché noi lo veniamo a sapere“.

FONTE: https://www.affaritaliani.it/politica/draghi-ai-partiti-rapporti-con-cina-russia-ditelo-la-guerra-sara-lunga-789572.html

 

 

 

 

La diretta della guerra | Dagli Usa 100 milioni di Dollari di aiuti all’Ucraina

Più che le armi nelle ultime ore ha parlato la diplomazia. Dagli Stati Uniti, il segretario di Stato Anthony Blinken ha confermato l’invio a favore dell’Ucraina di almeno cento milioni di Dollari in aiuti bellici. Saranno spedite armi e missili anticarro, oltre che dispositivi di vario genere di ultima generazione. Si tratta della prima vera mossa politica di Washington dopo le accuse lanciate alla Russia di essere responsabile della strage di Bucha compiuta a danno dei civili. Una strage di cui si è parlato anche in sede di consiglio di sicurezza. Zelensky, invitato a riferire in videoconferenza da Kiev, ha chiesto un “processo sul modello Norimberga”. La Cina ha parlato di immagini “inquietanti” ma al tempo stesso ha invocato cautela e ha invitato a evitare strumentalizzazioni politiche. La novità delle ultime ore è arrivata dall’India, con il governo di New Delhi che ha condannato quanto accaduto in Ucraina.



Sotto il profilo militare invece oramai si aspetta da un momento all’altro l’inizio dell’offensiva nel Donbass. La Russia ha portato nell’est dell’Ucraina centinaia di soldati prima impiegati a nord di Kiev, regione da cui si è ritirata. Nelle ultime ore poi Mosca ha avviato una serie di raid contro postazioni ucraine lungo la linea di contatto situata a Donetsk e Lugansk. Bombardata la scorsa notte anche Leopoli, nell’ovest del Paese.

Il governatore militare della regione orientale di Lugansk, quasi interamente in mano ai separatisti, ha esortato i civili a evacuare da alcune importanti città, tra cui Sloviansk. “Le truppe russe muovono verso Sloviansk (nel Donetsk), Barvinkove (vicino a Kharkiv), Rubizhne (nella regione di Lugansk) e, naturalmente, Mariupol – ha dichiarato Vadym Denysenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino – Secondo i funzionari, circa 100.000 civili chiedono di essere evacuati da Mariupol”.

Il governatore di Lugansk Serhii Haidai, ha ufficialmente chiesto l’evacuazione di Severodonetsk, Lysychansk, Kreminna, Rubizhne, Popasna, Hirske. Segno di un incremento dei segnali che portano a pensare a una prossima offensiva russa nel Donbass.

Ore 13:13 | Esplosione vicino Donetsk, morte due donne

L’esercito russo avrebbe aperto il fuoco in una zona vicina a un punto di distribuzione di aiuti umanitari. Il fatto sarebbe accaduto a Vuhledar, nella regione di Donetsk in mano all’esercito ucraino. A dichiararlo è stato il governatore di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, secondo cui due donne in fila per gli aiuti umanitari sarebbero morte. Cinque invece i feriti.


Ore 13:07 | Combattimenti tra Kherson e Khryvyi Rih

Nelle scorse ore alcuni combattimenti hanno avuto luogo nella regione compresa tra Kherson, controllata dai russi, e la città di Khryvyi Rih. Negli scontri avrebbe avuto la meglio l’esercito ucraino, in grado di far indietreggiare di pochi chilometri i russi rispetto alla strategica città di Khryvyi Rih. A riferirlo è stato il capo dell’amministrazione di quest’ultima località, Oleksandr Vilkul, secondo cui i soldati di Kiev avrebbero ripreso in mano i villaggi di Dobryanka, Novovoznesenskoe e Trudolyubovka


Ore 12:29 | Nuove allerte aeree nell’est dell’Ucraina

Gli allarmi antiaerei hanno ripreso a suonare e questa volta le allerte riguardano soprattutto l’est del Paese. Il servizio di emergenza nazionale ucraino sta segnalando possibili attacchi sulle province di Donetsk e Lugansk. Ma le sirene sono state attivate anche nella regione di Kiev e Chernihiv.


Ore 11:28 | Pechino: “Via le sanzioni alla Russia per risolvere la crisi”

“Gli Usa devono dimostrare il loro impegno per la soluzione della crisi in Ucraina revocando le sanzioni imposte alla Russia”: è questa la posizione espressa dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, a proposito dell’impegno di Washington nell’attuale guerra in Ucraina. “Se gli Stati Uniti sono interessati con sincerità a risolvere la crisi in Ucraina – ha proseguito Zhao Lijian – dovrebbero smettere di sventolare il bastone delle sanzioni”.


Ore 11:02 | Kiev: “Concordati per oggi 11 corridoi umanitari”

“Sono stati concordati 11 corridoi umanitari per oggi in Ucraina.” A dichiararlo è stata la vice primo ministro ucraina, Iryna Vereshchuk, la quale ha anche la delega sulla gestione della situazione nei territori temporaneamente occupati. Ci saranno corridoi da Mariupol e Berdians verso Zaporizhzhia e le persone dovranno muoversi con le auto private.


Ore 10:29 | Papa Francesco: “A Bucha gravi atrocità, basta guerra”. E mostra una bandiera ucraina arrivata dalla cittadina a nord di Kiev

Il Pontefice durante l’udienza generale del mercoledì in aula Paolo VI è intervenuto sui recenti fatti di Bucha: “Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina, anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha – ha dichiarato Papa Francesco – Crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al cielo e implora: si metta fine a questa guerra, si facciano tacere le armi, si smetta di seminare morte e distruzione. Preghiamo insieme su questo”. Al termine dell’udienza generale, ha poi mostrato una bandiera dell’Ucraina proveniente proprio da Bucha.

Il Papa con la bandiera arrivata da Bucha

Ore 10:02 | Attivate di nuovo sirene antiaeree in alcune province dell’est Ucraina

Sirene di allarme aereo sono state attivate nelle province orientali dell’Ucraina. In particolare, come riferisce UkraineNow, i sistemi di allarme sono stati messi da alcuni minuti in funzione a Poltava, Kharkiv e Kryvyi Rih.


Ore 9:17 | Ankara: “Sia fatta chiarezza su Bucha, vicini al dolore del popolo ucraino”

“La nostra aspettativa essenziale è che venga aperta un’inchiesta indipendente sugli eventi per determinare i responsabili”. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri turco a proposito dei massacri di Bucha e Irpin in Ucraina. “Prendere di mira civili innocenti è inaccettabile e la Turchia condivide il dolore del popolo ucraino”, conclude la nota.


Ore 8:20 | Auto contro ambasciata russa a Bucarest

Un’auto a velocità molto elevata si è schiantata contro l’ingresso principale dell’ambasciata russa in Romania, a Bucarest. Il mezzo ha preso fuoco e il conducente è morto. Secondo il canale Digi24, che ha ripreso fonti della Polizia, non è escluso che il gesto sia intenzionale.


Ore 8:02 | Mosca: “Ci sarà risposta a ogni azione contro la Russia”

“Mosca darà una risposta adeguata a ogni azione contro la Russia”. A dichiararlo è stata il portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dall’agenzia di stampa Tass.


Ore 7:21 | Londra: “Offensiva in corso su Mariupol”

Attacchi aerei e via terra sarebbero in corso su Mariupol. Lo si legge in un report dell’intelligence della Gran Bretagna, secondo cui l’offensiva russa nelle ultime ore sarebbe aumentata con Mosca che ha come obiettivo la definitiva conquista della città entro pochi giorni.


Ore 6:20 | Kiev: “Indagini su almeno 5.000 crimini di guerra”

Sui fatti di Bucha è intervenuta la procuratrice di Kiev, Irina Venediktova, secondo cui i magistrati ucraini indagheranno su almeno 5.000 crimini di guerra commessi dai russi. Non solo su Bucha, ma anche su altre località nella regione di Kiev e in quella di Sumy, da cui i russi si sono ritirati nei giorni scorsi. Intanto il sindaco di Bucha in un’intervista ha raccontato di aver visto “alcune esecuzioni in piazza” durante il breve periodo di presenza di Mosca.


Ore 5:00 | Pentagono: “Con i fondi a Kiev si finanzierà l’acquisto di missili Javelin”

Il portavoce del Pentagono, John Kirby, durante una conferenza stampa ha specificato che il finanziamento di 100 milioni di Dollari previsto da Biden e confermato da Blinken nelle ore precedenti, “sarà utilizzato “per soddisfare un urgente bisogno ucraino di ulteriori sistemi anti-corazza Javelin”.

FONTE: https://it.insideover.com/guerra/la-diretta-della-guerra-dagli-usa-100-milioni-di-dollari-di-aiuti-all-ucraina.html

 

 

 

ESCALATION DELLE TENSIONI (11)

Ucraina: la grande manipolazione

Mentre si moltiplicano le rivelazioni sulle esazioni commesse negli ultimi otto anni dai banderisti ucraini, gli Occidentali insistono a vedere solo la sofferenza della popolazione civile ucraina. In Occidente le opinioni pubbliche ignorano le cause profonde della guerra, nonché i fatti che hanno indotto il Cremlino a scatenarla. Poco importa, i banderisti stanno per essere sconfitti e le grandi potenze preparano la pace.

Il presidente Putin si espone. Ha riunito 80 mila persone in uno stadio per celebrare la riunificazione con la Crimea e la lotta ai neonazisti ucraini. A Kiev invece nessuno scende in piazza per sostenere il presidente Zelensky, che si nasconde.

Questo articolo è il seguito di:
1. «La Russia vuole costringere gli USA a rispettare la Carta delle Nazioni Unite», 4 gennaio 2022.
2. «In Kazakistan Washington porta avanti il piano della RAND, poi toccherà alla Transnistria», 11 gennaio 2022.
3. «Washington rifiuta di ascoltare Russia e Cina», 18 gennaio 2022.
4. «Washington e Londra colpite da sordità», 1° febbraio 2022.
5. “Washington e Londra tentano di preservare il dominio sull’Europa”, 8 febbraio 2022.
6. “Due interpretazioni della vicenda ucraina”, 15 febbraio 2022.
7. “Washington suona la tromba di guerra, ma gli alleati desistono”, 23 febbraio 2022.
8. “È agli Straussiani che la Russia ha dichiarato guerra”, 7 marzo 2022.
9. «Una banda di drogati e neonazisti», 7 marzo 2022.
10. “Israele sbalordito dai neonazisti ucraini”, 8 marzo 2022.

Le operazioni militari in Ucraina vanno avanti: i media occidentali e quelli russi le raccontano in modi radicalmente differenti. Due resoconti che divergono non soltanto nella descrizione della guerra, ma anche, e soprattutto, nella descrizione dei suoi obiettivi.

In Occidente la gente è convinta che l’esercito russo abbia problemi logistici enormi e che gli manchi il carburante per i carrarmati; che gli aerei colpiscano indiscriminatamente obiettivi militari e civili, distruggendo intere città; che il dittatore Putin non desisterà finché non avrà schiacciato Kiev e ucciso il presidente Zelensky. In Occidente sono altresì convinti che il presidente russo voglia punire l’Ucraina per aver scelto nel 2014 la democrazia invece della ricostituzione dell’Unione Sovietica. Per questa ragione semina morte e desolazione fra la popolazione civile, mentre i suoi soldati vengono uccisi in gran numero.

In Russia si crede invece che i combattimenti siano limitati a zone precise: il Donbass, la costa del Mar di Azov, nonché obiettivi militari sparsi sull’intero territorio; ovviamente si crede ci siano perdite, ma che non si tratti di un’ecatombe. La gente constata con stupore che gli ex alleati della Grande Guerra Patriottica (la seconda guerra mondiale) sostengono i banderisti, ossia i neonazisti ucraini. Ed è anche consapevole che il ripristino della pace è subordinato alla completa neutralizzazione di costoro.

Sullo sfondo, la guerra economica e finanziaria lanciata dall’Occidente contro la Russia. Molte aziende occidentali lasciano il Paese, subito sostituite da altre di Paesi che non partecipano alla guerra. Per esempio, i McDonald sono stati sostituiti dalla catena turca Chitik Chicken, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno accolto gli oligarchi cacciati dall’Europa. La Cina e la Comunità Economica Euroasiatica stanno pianificando un sistema economico e finanziario parallelo a quello di Bretton Woods. In altre parole, il mondo si sta dividendo in due.

Chi racconta la verità?

I servizi segreti russi ritengono che il presidente Volodymyr Zelensky sia fuggito da Kiev e che i suoi video-interventi siano realizzati in studio. Esaminano tutti i suoi messaggi per localizzare dove si nasconde.

LA GUERRA PROPRIAMENTE DETTA

Secondo gli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) – il forum intergovernativo istituito con gli Accordi di Helsinki (1973-1975) – la situazione sul fronte del Donbass era stazionaria da diversi mesi quando, mercoledì 16 febbraio 2022, sono ripresi i bombardamenti, culminati nelle 1.400 esplosioni udite venerdì 18 febbraio. I governi locali di Donetsk e Lugansk hanno fatto arretrare oltre centomila persone per proteggerle dal diluvio di fuoco.

La sera del 18 febbraio iniziava la riunione annuale delle élite della Nato, la “Conferenza per la Sicurezza di Monaco”. Uno degli ospiti di spicco, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il 19 febbraio prendeva la parola per dichiarare che l’Ucraina voleva dotarsi di armi nucleari per far fronte alla Russia. Il 20 febbraio la Duma in fermento votava una mozione in cui chiedeva al presidente Putin di riconoscere l’indipendenza delle due repubbliche del Donbass. Putin lo faceva in gran fretta la sera del 21 febbraio: al Cremlino non c’erano nemmeno le bandiere delle due nuove nazioni.

Il 24 febbraio iniziava l’operazione militare russa, dapprima con un bombardamento massiccio dei sistemi di difesa antiaerea, poi con i bombardamenti delle fabbriche d’armi e delle caserme dei banderisti (i neonazisti ucraini). La strategia militare russa era stata improvvisata, così come lo era stato il riconoscimento diplomatico delle repubbliche del Donbass. Infatti sono state utilizzate truppe già stanche per le manovre appena concluse in Bielorussia.

La Casa Bianca e la stampa occidentale, ignorando la guerra del Donbass e le dichiarazioni a Monaco del presidente Zelensky, hanno invece affermato che l’offensiva era in preparazione da molto tempo e che le truppe russe erano state posizionate in anticipo. Il dittatore non poteva accettare la scelta per la democrazia degli ucraini, che voleva perciò costringere a rientrare nell’Impero, come nel 1968 Leonid Breznev aveva fatto con la Cecoslovacchia. Un’interpretazione dei fatti che ha diffuso il panico nei Paesi membri dell’ex Patto di Varsavia e dell’ex Unione Sovietica, dimentica peraltro che Breznev non era russo, ma ucraino.

Da quel momento, applicando la tecnica messa a punto da Jamie Shea durante la guerra del Kosovo, la Nato ogni giorno scrive una nuova storia di grande effetto sui crimini della Russia: dal bombardamento irresponsabile di una centrale nucleare alla frontiera russa, fino all’aneddoto commovente del giovane che raggiunge da solo la liberà, attraversando l’Europa fino a Berlino. Cose ridicole ma suscettibili di sconvolgere, ampiamente riprese dai media occidentali, senza alcuna verifica né spirito critico.

Joel Lion, all’epoca ambasciatore a Kiev, aveva già messo in guardia contro i banderisti. Lion oggi è in servizio al ministero degli Esteri in Israele.

LA GUERRA DIPLOMATICA

Siccome le cose si mettevano male per l’esercito ucraino e i suppletivi banderisti (o neonazisti, secondo la terminologia russa), sin dal secondo giorno di guerra il presidente Zelensky ha sollecitato l’ambasciata di Cina a Kiev a trasmettere al Cremlino una richiesta di negoziazione. Gli Stati Uniti dapprima si sono opposti, poi hanno lasciato fare. Francia e Germania hanno preso le prime iniziative, poi però sono state sostituite da Turchia e Israele. Un fatto scontato, dal momento che Francia e Germania sono venute meno alle responsabilità assunte quali garanti degli Accordi di Minsk: hanno permesso il massacro da parte di Kiev di un numero di persone che oscilla da 13 a 22 mila. La Turchia invece ha sì appoggiato i tatari ucraini, ma senza compiere azioni in Ucraina, mentre Israele ha bruscamente realizzato il pericolo rappresentato dai banderisti (ossia neonazisti), che il proprio ambasciatore aveva a suo tempo denunciato come reale.

I negoziati proseguivano bene, nonostante l’assassinio da parte dei banderisti ucraini di un delegato del loro Paese, il banchiere Danis Kireev, colpevole ai loro occhi di aver affermato che ucraini e russi sono fratelli slavi; e nonostante la trovata del ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, che imprudentemente e con poco tatto ha rammentato che la Francia è una potenza nucleare, provocando così la messa in allerta nucleare della Russia.

È difficile immaginare la conclusione di questi negoziati. L’Ucraina, che ha integrato nelle Forze di Difesa Territoriali 102 mila banderisti, potrebbe essere disarmata e messa sotto la protezione di Stati Uniti e Regno Unito (vale a dire di fatto della Nato). In questo modo si rispetterebbero i trattati, in particolare le Dichiarazioni di Istanbul (1999) e di Astana (2010). L’Ucraina avrebbe così diritto a scegliere i propri alleati ma non a ospitare armi straniere sul proprio territorio. Potrebbe quindi firmare accordi per la propria difesa, ma non far parte di un comando integrato. È una posizione molto gollista: Charles De Gaulle aveva mantenuto l’adesione della Francia all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, ma aveva ritirato le forze armate francesi dal comando integrato e mandato via i soldati statunitensi dal territorio francese.

La Russia dovrebbe occupare in modo permanente, forse annettere, la costa del Mar di Azov (compresa Mariupol), in modo da collegare la Crimea al Donbass. Inoltre dovrebbe occupare, forse annettere, il canale della Crimea del Nord, che fornisce acqua potabile alla penisola. Infine potrebbe occupare, forse annettere, la costa del Mar Nero (compresa Odessa), in modo da congiungere la Crimea alla Transnistria. La minoranza ungherese, anch’essa vittima dei banderisti che hanno chiuso le sue scuole, potrebbe essere annessa all’Ungheria. Tuttavia la scelta migliore non è mai foriera di bene: la privazione dell’Ucraina dell’accesso al mare potrebbe essere causa di futuri conflitti.

Unica cosa sicura: la Russia proseguirà l’azione militare fino alla neutralizzazione di tutti i bandieristi e, limitatamente a questo, avrà il sostegno di Israele. Da questo punto di vista l’incontro che il presidente Putin ha convocato a Mosca «contro i nazisti» non è semplicemente un mostrare determinazione a beneficio dell’opinione pubblica russa: è già un proclama di vittoria. Tutti i monumenti innalzati a Stepan Bandera e ai nazisti dovranno essere distrutti. Le altre nazioni che hanno sostenuto i neonazisti, in particolare la Lettonia, dovranno prenderne atto.

Il grande ritorno di Sergei Glazyev: dopo aver svolto un importante ruolo nella privatizzazione dei beni collettivi sovietici, ora potrebbe costruire un nuovo sistema finanziario globale.

LA GUERRA ECONOMICA E FINANZIARIA

È su questo piano che gli Stati Uniti si giocano tutto. Sono riusciti in pochi giorni a far prendere misure unilaterali, quindi illegittime per il diritto internazionale, a tutti gli alleati. Ma queste misure, denominate sanzioni, benché non scaturenti da un tribunale, non sono sostenibili a medio termine. Già ora hanno scatenato una speculazione sfrenata sull’energia e un immediato rialzo dei prezzi in Europa. Le grandi imprese europee lasciano la Russia a malincuore: al Cremlino dicono di non avere scelta, ma sperano di tornare al più presto.

Il presidente Putin manda avanti i liberali, accusati ancora recentemente di essersi venduti all’estero. L’ex presidente Dmitri Medvedev è tornato in grazia. La direttrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, prescelta nel periodo idilliaco con l’Occidente, è stata presentata alla Duma per succedere a se stessa; ora però sarà affiancata da altre personalità. A Sergei Glazyev, il cui nome è associato al periodo delle privatizzazioni dell’era Yeltsin, è stata affidata la creazione di un nuovo sistema economico e finanziario alternativo a quello di Bretton Woods, concepito dagli anglosassoni nel 1944.
Tutto è loro perdonato, purché garantiscano ai cinesi e alla Comunità Economica Euroasiatica (Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan) che non saranno statalisti.

Papa Francesco ha acconsentito a risvegliare gli antichi demoni delle crociate. Il 25 marzo consacrerà Ucraina e Russia al Cuore immacolato di Maria, esaudendo il desiderio espresso dalla Madonna durante la Rivoluzione russa ai veggenti di Fatima.

LA GUERRA IDEOLOGICA

La pace in Ucraina non risolverà il conflitto tra Russia e Stati Uniti aperto il 17 dicembre 2021. Esso si protrarrà su altri fronti. Gli Straussiani intendono usare sul piano globale i temi religiosi di cui hanno usato e abusato per attaccare la Russia in Bosnia-Erzegovina, Afghanistan, Cecenia e Medio Oriente Allargato.

Ricordiamoci che l’orientalista straussiano Bernard Lewis (ex agente dei servizi segreti britannici, poi membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA, infine consigliere di Benjamin Netanyahu) aveva concepito uno strumento per mobilitare gli arabi, in vece degli Occidentali, contro i russi. È la strategia dello «scontro di civiltà». Aveva inculcato ai credenti mussulmani la convinzione che in Afghanistan dovevano battersi contro gli atei sovietici. È questa la visione cui si ispirarono gli arabi-afghani di Osama Bin Laden. La stessa strategia è stata usata con successo in Bosnia-Erzegovina e in Cecenia. In Afghanistan la Nato si è appoggiata all’esercito saudita e ai Guardiani della Rivoluzione iraniani, nonché su alcuni elementi dello Hezbollah libanese. Uno straussiano, Richard Perle, è persino diventato consigliere diplomatico del presidente bosniaco Alija Izetbegovic, di cui Osama Bin Laden era consigliere militare. In seguito, nella seconda guerra di Cecenia, gli Straussiani organizzarono l’alleanza tra banderisti ucraini e islamisti ceceni (Congresso di Ternopol, 2007), logisticamente sostenuti dalla Milli Görüş, all’epoca diretta da Recep Tayyip Erdoğan. Tutti hanno combattuto fianco a fianco per l’Emirato Islamico di Ichkeria (Cecenia). Infine la strategia di Bernard Lewis fu resa popolare dal suo assistente, Samuel Huntington, che non la presentò più come piano militare, ma come fatalità atta a spiegare gli attentati dell’11 settembre 2001 quale esito della mentalità dei mussulmani in generale.

Già da quattro anni gli Straussiani hanno deciso di riaprire lo scisma che nell’XI secolo separò i cattolici dagli ortodossi: niente può fermare chi combatte nel convincimento di servire Dio. Dapprima si sono spesi per far scindere la Chiesa ortodossa ucraina dal patriarcato di Mosca. Ci sono riusciti grazie all’aiuto della Turchia, che ha fatto pressioni sul patriarca di Costantinopoli. Adesso intendono rinfocolare le passioni religiose riesumando le profezie di Fatima. Nel 1917, subito dopo la Rivoluzione russa, la Vergine Maria apparve a dei veggenti portoghesi, cui affidò diversi messaggi, uno dei quali d’implicita denuncia del rovesciamento dello zar, sovrano per diritto divino. La Russia era la nazione che aveva scelto il Male e voleva diffonderlo.
Il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, si è quindi recato a Roma per un incontro con la Cina, in realtà per convincere papa Francesco. Vi è riuscito.

È stato fissato un calendario. Il presidente Zelensky si rivolgerà al parlamento francese; indi il presidente Biden verrà in Europa per presiedere un vertice straordinario della Nato; infine papa Francesco, esaudendo la richiesta della Vergine Maria a Fatima, consacrerà l’Ucraina e la Russia al Cuore immacolato della Vergine. Può sembrare una messinscena artificiosa, ma questa successione di avvenimenti dovrebbe avere un impatto emotivo potente. Per molti cattolici combattere la Russia diventerà un dovere religioso.

CONCLUSIONE

Nelle prossime settimane il presidente Joe Biden dovrebbe cimentarsi in una nuova narrazione, con l’intento di presentare la pace in Ucraina come vittoria del buonsenso. Poco importa che gli ucraini abbiano giocato e perso. Poco importa che i banderisti siano fatti prigionieri o siano morti. Poco importa che l’Ucraina perda l’accesso al mare. Gli alleati saranno indotti ad aumentare le spese militari e a pagare con i loro soldi la carneficina.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article216171.html

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Ascolti TV ieri 4 aprile 2022: serie TV con Zelensky flop. Report al 9,5%*

Ascolti TV ieri 4 aprile 2022: in pochi hanno seguito la serie TV con protagonista il presidente ucraino Zelensky (821mila spettatori e il 3,4% di share)

Rai1 vince negli ascolti TV con la fiction ‘Nero a Metà 3‘, che ha totalizzato una media di 4.611.000 spettatori pari al 21% di share. Secondo posto per ‘L’Isola dei Famosi‘ su Canale 5 con 2.694.000 spettatori e il 17.8% di share. Medaglia di bronzo per Report su Rai3, visto da 2.166.000 spettatori pari ad uno share del 9.5%. Non ha invece riscosso grande successo ‘Servant of the People‘ su La7 con protagonista il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per l’occasione doppiato da Luca Bizzarri. La serie è stata seguita appena da 821.000 spettatori (3.4% di share).

Per gli ascolti TV ieri 4 aprile 2022 sulle altre reti,  su Rai2 la serie ‘Delitti in Paradiso‘ è stata vista da 832.000 spettatori (3.8% di share). Su Italia 1 il film ‘Red’ ha interessato 1.192.000 spettatori (5.3% di share). Su Rete4 il talk show ‘Quarta Repubblica‘ ha registrato 970.000 spettatori e il 5.6% di share. . Su TV8 ‘Tutti per 1–1 per Tutti’ è stato seguito da 348.000 spettatori (1.6% di share) mentre sul Nove il film ‘Ender’s Game’ ha interessato 201.000 spettatori pari allo 0.9% di share.

FONTE: https://www.affaritaliani.it/mediatech/ascolti-tv-ieri-4-aprile-2022-789397.html

 

 

Dna prelevati tramite tampone.

«Il Cremlino ha confermato che il presidente francese Emmanuel Macron è stato tenuto a distanza dal leader russo Vladimir Putin durante l’incontro a Mosca perché il capo dell’Eliseo non ha voluto sottoporsi a un tampone anti-Covid russo».

Dna prelevati tramite tampone. A darne notizia è stata l’agenzia AGI, l’11 febbraio scorso, in occasione dell’incontro tra i due leader.

«La notizia è trapelata nella serata di giovedì 10 febbraio. Reuters ha citato fonti dell’entourge di Macron, secondo cui al presidente francese sono state date due opzioni, accettare il molecolare fatto dalle autorità russe oppure rispettare un severo distanziamento sociale. Sapevamo bene che avrebbe comportato niente strette di mano e quel lungo tavolo, ma non potevamo accettare che mettessero le mani sul Dna del presidente», ha riferito una delle fonti, riferendosi a problemi di sicurezza».

«Il DNA è l’informazione maggiormente sensibile che possa riguardare un essere umano si legge su Privacy.it . Se estratto da un campione biologico e sottoposto ad analisi, rivela le caratteristiche genotipiche individuali che a loro volta possono svelare una varietà di notizie concernenti la fisiologia e il corredo genetico della persona, ivi compresa la propensione allo sviluppo di determinate patologie. Per questo, nelle democrazie occidentali l’utilizzo di tali informazioni è sottoposto a rigide forme di regolamentazione in cui le normative di privacy giocano un ruolo rilevante».

«In un momento storico in cui la pandemia di Covid-19 costringe quotidianamente un’infinità di persone, compresi milioni di italiani, a sottoporsi a prelievo di proprio materiale biologico tramite tamponi e altri test diagnostici, sorgono alcune domande. Le porzioni fisiologiche che rilasciamo che fine fanno? Sono sempre eliminate una volta esaurito il test? Se chi le analizza volesse ottenerne altre informazioni genetiche o rivendere i campioni (o i relativi dati genetici) a terzi privati, ci sarebbe richiesto uno specifico consenso informato?».

«Una notizia proveniente da oltremanica deve allertarci. Un’importante azienda inglese avrebbe gravemente violato la normativa britannica di privacy proprio in relazione all’obbligo di raccogliere il consenso all’utilizzo ulteriore del DNA ottenuto tramite test da coronavirus. Al centro dell’attenzione è finita la Cignpost Diagnostics fondata nel giugno 2021 ed autorizzata dal governo a fornire test diagnostici nell’ambito della lotta alla pandemia di Covid-19. In pochi mesi, la società ha venduto sotto il brand Express Test oltre 3 milioni dei propri tamponi ed eseguito le relative analisi di laboratorio per un costo variabile tra le 35 e 120 sterline.

Non si tratta dunque di un operatore minore. Express Testha, infatti, 71 sedi nel Regno Unito ed ha velocemente conquistata la leadership nel settore aeroportuale offrendo diagnostica in partenza e all’arrivo in vari scali insulari, tra cui i due principali hub internazionali Heathrow e Gatwick». La notizia è stata riportata il 18 novembre del 2021, nel silenzio più assoluto del mainstream. Firmiamo quintali di carta per la Privacy, ma evidentemente è soltanto carta straccia.

FONTE: https://raffaelepalermonews.com/dna-prelevati-tramite-tampone-e-rivenduti-a-terzi-senza-il-consenso/

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Condannati il Partito Democratico e la Campagna Clinton

Il Partito Democratico degli Stati Uniti e la Campagna Hillary Clinton sono stati condannati a pene pecuniarie per aver falsificato nel 2016 i conti. Queste organizzazioni hanno dichiarato di aver utilizzato per servizi di carattere giuridico fondi serviti in realtà a pagare la fabbricazione di un dossier contro il candidato Donald Trump.

Il gabinetto Fusion GPS ha pagato l’ex agente dei servizi dell’intelligence britannica, Cristopher Steele, per realizzare un dossier da cui risultasse che i servizi russi disponevano di informazioni compromettenti sul candidato Trump. Questo dossier fu il principale capo di accusa del tentativo di destituzione del presidente Donald Trump, il RussiaGate.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article216379.html

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Vezzosi: “Zelensky traditore, milioni di ucraini la pensano così”

vezzosi

“Milioni di ucraini vedono Volodymyr Zelensky come un traditore che ha abbandonato gli interessi del popolo ucraino”. Maurizio Vezzosi, giornalista freelance italiano, si collega con Massimo Giletti a Non è l’arena su La7 e regala un punto di vista differente sulla guerra in Ucraina. “Non mi sembra opportuno rispondere a provocazioni di cattivo gusto – spiega riferendosi ad alcuni giovani ucraini intervenuti in trasmissione – mi interessa parlare della condizione dei civili a Mariupol, c’è un piglio molto aggressivo in queste settimane e nessuno vuole trovare davvero una soluzione per salvare questa gente, che ha un sostegno minimo in termini umanitari”.

Zelensky traditore

“Al di là dei filo-russi e dei filo-ucraini, come si vive a Mariupol?”, domanda Giletti. “Ho migliaia di testimonianza, l’Ucraina non è Zelensky e ci sono migliaia e milioni di ucraini che sono insofferenti a questo corso politico e che vedono Zelensky come un traditore che ha abbandonato gli interessi del popolo ucraino, russofono o non russofono, e che sostanzialmente ha fatto sì che si verificasse questa situazione”.

“Il suo governo – replica poi a un ragazzo ucraino – ha rivendicato per 8 anni i territori del Donbass come territori ucraini. Quindi sono territori ucraini o territori russi? Perché se sono ucraini, vuol dire che per 8 anni ha bombardato territori ucraini. Negare le ragioni di una parte significa rendere impossibile qualsiasi tipo di compromesso”.  liberoquotidiano.it

FONTE: https://www.imolaoggi.it/2022/04/06/vezzosi-zelensky-traditore-milioni-di-ucraini-la-pensano-cosi/

 

 

 

POLITICA

CHE S’HA DA FA PE CAMPA’.

Francesco Berardino 6 04 2022

L’ineffabile Marcello Sorgi, su La Stampa, ironizza sul fatto che dalle bocche dei politici di centrodestra non esce più la parola Putin.

Nessun problema per quelli della sinistra che a Putin non hanno mai nemmeno stretto la mano.

Che faccia di bronzo!

FONTE: https://www.facebook.com/franvcesco.franco/posts/2117616938413233

 

 

 

LA ZETA

Toni Capuozzo 6 04 2022
Se provo a distogliermi dalla certezza dell’orrore, la cosa che mi fa male non sono gli insulti, ma certe piccole notizie. A Nikolajevka, oblast russo al confine ucraino, qualcuno ha vergato una Z – simbolo dell’aggressione russa – sul ponte costruito dagli alpini, che ritornano nei luoghi della ritirata facendo del bene. Chi avesse visto lapidi e celebrazioni sa che i russi, parlando dell’invasione subita nella seconda guerra mondiale, scrivono sempre “i tedeschi e i fascisti”, mai gli italiani, come a salvare un affetto che ci assolve. Evidentemente, si avvia a non essere più cosi: risentimenti, sanzioni, espulsioni, la china della guerra. Già, gli insulti di chi combatte da casa.
Il più gentile è Capezzone, e gliene sono grato. Ma c’è anche chi, come un certo Giuliano Cazzola (una vita nella Cgil, poi nel Partito socialista, poi nel Partito della Libertà), dice di provare disprezzo per me. E, per qualcuno che contesta con rispetto, tanti che mi accusano di percepire rubli, o peggio. “Porco”, “servo viscido del Cremlino”: la brigata del Bene è affamata di unanimismo, di conformismo, di silenzio. Bullismo di combattenti da tastiera, e un misto di ingenuità, ignoranza del passato, bisogno di credere qualcosa, qualsiasi cosa, e paura del dubbio. Non sarà questo a farmi perdere, da vecchio, il vecchio vizio di dire le cose che penso. L’ho fatto in ogni redazione in cui sono stato, in ogni conflitto che ho seguito: difficile reclutarmi. Sono fermo a un giudizio: la Russia è l’aggressore, l’Ucraina è l’aggredito. Sul come ci siamo arrivati, ci sarà tempo di discutere. Sono fermo a un obbiettivo: la guerra va fermata, bisogna negoziare. Ero contrario all’invio di armi, ma resto perplesso vedendo i vecchi carri cechi che viaggiano verso l’Ucraina: sono tombe ambulanti. Sono fedele a un principio: dubitare sempre, anche quando ti accusano di intelligenza con il nemico, anche quando sei solo: l’ho fatto con i miskitos del Nicaragua, l’ho fatto con i marielitos di Cuba, l’ho fatto con le foibe o con i marò, con Abu Ghraib e Fabrizio Quattrocchi, con i bambini uccisi in Libano e con la Chiesa della Natività. E dovrei adesso fare meno di chiedere come mai nelle foto satellitari del New York Times, che vogliono essere del 19 marzo, non c’è la neve, che quel giorno a Bucha c’era ? Dovrei rinunciare a interrogarmi sulla conservazione stupefacente di quei cadaveri per più di venti giorni sull’asfalto ? Dovrei non meravigliarmi che il 2 aprile l’operazione del battaglione speciale Safari viene presentata come un pulizia di sabotatori e collaborazionisti ? La scoperta dei morti di Bucha (non quelli delle fosse comuni, note da tempo, e delle vittime dei russi durante gli scontri e l’occupazione, no i morti che hanno sdegnato il mondo, presentati come il sanguinoso ocngedo dei russi in ritirata) incomincia il 3 aprile e diventa globale il 4.
Ieri tgcom24 ha echeggiato una specie di gioco al massacro denunciato dal sindaco di Bucha: hanno fatto un safari con i civili. Paragone strano perché Safari è il battaglione speciale che come vedete il 2 aprile inizia un’operazione sì, di bonifica esplosivi e quant’altro ma anche di repulisti di sabotatori. Dove sono finiti i sabotatori ? Non ne hanno trovato nessuno ? O forse solo quel cadavere che ieri è apparso sullo schermo alle spalle di Giordano, ma lui non se ne è accorto, che ha ancora il bracciale bianco dei filorussi ? E’ una fonte ucraina, quel giornale, non la Tass. SE c’erano sabotatori che fine hanno fatto ?
Ho solo un sospetto, e quello, invece, non è dimostrabile. Che ci stiano reclutando a una guerra lunga e costosa – in termine di vite, innanzitutto, e questo richieda -come dire ? – una spinta su spalle riluttanti. La Gran Bretagna ha rifiutato di discutere Bucha in Consiglio di Sicurezza, come aveva richiesto la Russia. Ho la sensazione che Bucha sia usurata da troppi dubbi, e la stampa inglese già ci abitua al nome di Borodyanka. Ma proprio così vecchi dobbiamo mandarli i carrarmati ? Ma siamo così insensibili all’orrore ? La guerra è questo: orrore tirato per la giacca. escalation strappata ai cuori. Ovviamente non posto l’immagine di un uomo riverso con un fazzoletto bianco al braccio, perché non so da dove venga, e come sia stato ucciso. Né le immagini di una uccisione in punta di coltello di un prigioniero russo o un civile, si capiscono solo le urla. Né i 267 marines ucraini che si sono arresi a Mariupol. Dove secondo alcuni vi sarebbero ufficiali Nato intrappolati con il battaglione Azov. E l’altra propaganda, in fondo.
FONTE: https://www.facebook.com/dalvostroinviato/posts/519951212864457

 

STORIA

HISTORIA MAGISTRA VITAE

Historia magistra vitaeTra i tanti propositi pacifisti e bandiere al vento della pace, si delinea progressivamente un inquietante scenario bellico, europeo nell’immediato e mondiale in tempi successivi, con la Polonia che dichiara di installare sul proprio territorio missili con testate nucleari e gli Stati Uniti e la Gran Bretagna che inviano carri armati e altro arsenale. Ormai è palese che le nazioni che compongono la Nato stanno dotando l’Ucraina di diverse armi e sempre in quantità maggiore. Al dunque, si sta assistendo a una degenerazione del conflitto alquanto preoccupante, eppure gli insegnamenti della storia remota e recente dovrebbero averci illuminato in qualche modo. Niccolò Machiavelli insegnò che “historia magistra vitae”, ma ai fatti l’umanità sembra non aver appreso tale insegnamento, anzi persiste nel confermare la sua completa indifferenza al riguardo.

In un recente articolo pubblicato su Bloomberg, l’illustre storico, saggista e giornalista Niall Ferguson ha testualmente dichiarato: “Spero che la guerra in Ucraina finisca presto. Spero che Putin se ne vada presto. Spero che non ci sia una cascata di conflitti in cui la guerra nell’Europa orientale sia seguita dalla guerra nel Medio Oriente e dalla guerra nell’Asia orientale. Soprattutto, spero che non si ricorra alle armi nucleari in nessuno dei punti caldi del conflitto mondiale”. Ferguson paventa che con la fornitura di nuove armi più potenti all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e degli altri Paesi membri dell’Alleanza Atlantica (come l’Italia), si causerebbe un prolungamento e un inasprimento del conflitto, che di conseguenza potrebbe indurre Vladimir Putin a reagire in modo ancora più duro e nefasto, utilizzando armi chimiche o qualche arma nucleare. E per questi motivi Ferguson ha affermato: “Coloro che proclamano prematuramente la vittoria ucraina sembrano dimenticare che più nella guerra convenzionale la Russia è costretta a registrare una sconfitta, maggiore è la probabilità che Putin usi armi chimiche o una piccola arma nucleare”.

L’aspetto più sconcertante riguarda l’attuale modus agendi dei vari governi europei, a cominciare da quello italiano, che sembrano non aver appreso la lezione della storia, inerente al fatto che da un circoscritto conflitto possa generare una guerra più grande, se non addirittura mondiale. La retorica propagandistica occidentale, secondo la quale questo conflitto sia il prodromo di una strategia imperialista russa, finalizzata all’espansione della Russia in Europa, emulando ciò che tentò di fare Adolf Hitler, non è giustificata e avallata dai fatti storici precedenti l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Per comprendere meglio quanto l’attuale conflitto non sia il risultato di una pianificazione espansionistica da parte della Russia, ma sia piuttosto una reazione a certi avvenimenti generati dall’ingerenza di coloro che oggi propinano ai quattro venti da un lato la pace e riforniscono di armi l’Ucraina dall’altro, fomentando il mainstream con toni esasperati, bisogna ricordare come storicamente si sviluppò la così detta rivolta ucraina del 2014, definita “rivoluzione di Maidan”, in cui ci furono scontri molto violenti tra manifestanti del movimento “Euromaiden” (Europiazza) e le forze di sicurezza ucraina, nella capitale Kiev, che degenerarono in una guerriglia urbana grazie a dei cecchini che dagli ultimi piani di alcuni palazzi sparavano in direzione sia dei manifestanti e sia delle forze dell’ordine, al punto da determinare una escalation dello scontro con la fine del mandato presidenziale di Viktor Janukovyc (presidente democraticamente eletto) e la caduta del Governo di Mykola Azarov. Chi fossero questi cecchini e chi li avesse inviati a sparare non si è mai saputo e né i media si sono mai preoccupati di approfondire al riguardo. Tutto ciò senza dimenticare la precedente così detta “rivoluzione arancione”, che si sviluppò nel novembre del 2004, in cui un movimento di protesta, i cui partecipanti erano vestiti tutti di arancione, generatosi all’indomani delle elezioni presidenziali del 21 novembre 2004, contestò l’elezione democratica del succitato Viktor Janukovyc, denunciando degli ipotetici brogli elettorali, violando anche in questa occasione l’ordine costituito, impedendo a Janukovyc di vincere, come le elezioni democratiche avevano sancito.

Nonostante che sia inconfutabile la miopia, volente o nolente, dimostrata finora dai nostri governanti europei, dei quali il Governo Draghi è stato il più “cieco” al riguardo, nonostante l’apodittica dimostrazione che le sanzioni inflitte alla Russia da parte dell’Occidente siano un devastante danno più per gli europei in generale e per noi italiani in particolare che per la Russia, dal momento che dipendiamo quasi totalmente dalle forniture russe di gas e di energia, nonché di frumento e di insetticidi indispensabile per la nostra agricoltura, si persevera a incrementare l’invio di armamenti e a inasprire le sanzioni contro la Russia. Per fortuna l’umore popolare manifesta tutta quella maturità e saggia prudenza che manca alla classe dirigente che ci governa e, nonostante l’incessante ed estenuante diegesi propagandistica e monotematica del conflitto in atto da parte dei pennivendoli mediatici, i quali non fanno altro che esasperare e terrorizzare gli animi, cercando di inasprire il giudizio dell’opinione pubblica nei confronti della Russia e tentando di giustificare l’invio di armi agli ucraini, esaltandone la resistenza militare, sempre incuranti del fatto che non promuovendo la pace a qualsiasi costo, li si condanna a un conflitto più duraturo e più violento. Oltre al fatto che, in questo modo, si fomenta un’estensione del conflitto in Europa e nel mondo.

Secondo diversi sondaggi, la maggioranza degli italiani non vuole che vengano inviate le armi in Ucraina, dimostrando tutto quel saggio pragmatismo che viene meno in Parlamento e nell’intellighenzia nostrana e che dimostra quanto questo conflitto e le guerre in generale rispondano a tutti quegli interessi che non riguardano il popolo, ma certi centri di potere che con esse si arricchiscono e incrementano la loro influenza geopolitica.

Melior tutiorque est certa pax quam sperata victoria” (Tito Livio).

FONTE: https://www.opinione.it/politica/2022/04/06/fabrizio-valerio-bonanni-saraceno_guerra-ucraina-pacifisti-nato-rivoluzione-draghi/

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