RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 5 MAGGIO 2021

https://www.ilprimatonazionale.it/spettacolo-2/pio-e-amedeo-contro-pensiero-unico-ipocrisia-192218/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

5 MAGGIO 2021

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta

ALESSANDRO MANZONI, Il Cinque Maggio, 1821.

 

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SOMMARIO

IN BUONA SALUTE MA SENZA EMOZIONI
Le 12 frasi che le persone educate non dicono
Il Cinque Maggio
Ibn Battuta l’esploratore che viaggiò più di Marco Polo
‘Facebook, capolavoro del suo azionista-ombra: la Cia’
Cambridge Analytica e Facebook: vittime 50 milioni di utenti
Pio e Amedeo non si scusano: “Noi contro il pensiero unico e l’ipocrisia”
Spopolamento tramite vaccinazione forzata: la soluzione a zero emissioni di carbonio!
“CONNESSIONI” di Francesca Sifola 
“LA TESTA NELLA TAZZA DEL CESSO”
CAPITO PERCHE’ L’ITALIA STA MORENDO?
LA DITTATURA DEL PENSIERO UNICO
‘Caricare’ un cervello umano su un robot? Non è più impossibile

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

IN BUONA SALUTE MA SENZA EMOZIONI

Periodi particolarmente difficili nella storia ce ne sono stati diversi e senza tornare troppo indietro nel tempo basti pensare alla Grande Crisi detta anche “Grande depressione” del 1929 che colpì ferocemente a livello  economico e finanziario il globo terrestre ma che a mio avviso non fu così devastante come quest’ultima crisi economica e come l’attuale pandemia che ha dato il colpo di grazia all’autostima, alla speranza e all’ambizione per un futuro migliore.

Durante la crisi del ‘29 non si era ancora arrivati al boom economico degli anni ‘60 e ‘70 e quindi non si era ancora giunti al vero consumismo, al mordi e fuggi del prendi e vai, del tutto è possibile ed il futuro è più roseo che mai….Non si era abituati alle comodità, alle futilità, al di più, alla leggerezza della spensieratezza in particolar modo nelle donne che  dagli anni ’60 in su iniziavano a rivendicare i loro diritti in quanto donne e si lanciavano nel mondo del lavoro come non mai…Mogli e madri di famiglia sì ma anche donne in carriera autonome economicamente e con la possibilità di poter un giorno interrompere un legame matrimoniale stretto e logorato senza rimanere succubi di meccanismi perversi con mariti maschilisti e/o violenti.

La crisi che sta colpendo il mondo intero e che persiste da più di un anno è molto di più e non è solo economica ma esistenziale. Ha colpito nell’Io più profondo, ha reso incerto ciò che pareva sicuro, ha tolto la speranza di cambiare le cose ed il termine di tutto ciò rimane ancora un incognita dal punto interrogativo. Ci stiamo lentamente abituando alla rinuncia, alla limitazione, alla mascherina, al distanziamento sociale, a tornare a casa prima delle 22 oppure direttamente a non uscire. Da tempo non si condivide un film al cinema, una prima teatrale, un concerto, una festa in casa con più di sei persone  o una cena sino ad ora tarda. Che vità può essere questa che produce solo danni e niente benefici? Che porta nei giovani un aumento dei disturbi psicologici per depressione ed autolesionismo, che non ci permette di fare progetti per il futuro e che non ci permette di sognare?

Non si vive solo per buona salute ma si vive anche grazie alle belle emozioni. Siamo stati concepiti per relazionarci con i nostri simili, per interagire tra di noi ascoltando, parlando, abbracciando, baciando, amando.

FONTE: https://www.rivoluzione-liberale.it/41147/effetti-collaterali/in-buona-salute-ma-senza-emozioni.html

Le 12 frasi che le persone educate non dicono

 

 

 

CULTURA

Il Cinque Maggio

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
5        così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
10        orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
15        quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sonito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
20        e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al subito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all’urna un cantico
che forse non morrà.
25        Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
30        dall’uno all’altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
35        del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d’un gran disegno,
l’ansia d’un cor che indocile
40        serve pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch’era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
45        la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.
Ei si nomò: due secoli,
50        l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe’ silenzio, ed arbitro
s’assise in mezzo a lor.
55        E sparve, e i dì nell’ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d’immensa invidia
e di pietà profonda,
d’inestinguibil odio
60        e d’indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
l’onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
65        scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell’alma il cumulo
delle memorie scese!
Oh quante volte ai posteri
70        narrar sé stesso imprese,
e sull’eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d’un giorno inerte,
75        chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l’assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
80        tende, e i percossi valli,
e il lampo de’ manipoli,
e l’onda dei cavalli,
e il concitato imperio,
e il celere ubbidir.
85        Ahi! Forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo
e in più spirabil aere
90        pietosa il trasportò;
e l’avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
95        dov’è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
scrivi ancor questo, allegrati;
100        ché più superba altezza
al disonor del Golgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
105        il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.

PARAFRASI

Egli (Napoleone I) non è più. Come, dopo aver esalato l’ultimo respiro, il suo corpo mortale, ormai senza memoria, rimase immobile, separato da un così grande spirito vitale, così rimane il mondo, colpito, stordito dall’annunzio, ammutolito, pensando all’ultima ora dell’uomo del destino; e non sa quando l’orma di un piede mortale altrettanto grande tornerà a calpestare la sua polvere insanguinata. Il mio animo di poeta lo vide trionfante sul trono, e rimase in silenzio; e così fece anche quando, con sorte incalzante, cadde (dopo la sconfitta di Lipsia e l’esilio all’Elba), si risollevò (nei ‘Cento giorni’) e fu definitivamente sconfitto (a Waterloo e prigioniero a Sant’Elena), non unendo la sua voce a quelle di tanti altri: ora, immune da elogi servili e da vili insulti, si leva, commossa, per l’improvvisa scomparsa di una sì grande luce; ed eleva alla sua tomba un canto che forse durerà per sempre. Dalle Alpi (nella campagna d’Italia del 1796) alle piramidi (nella campagna d’Egitto del 1799), dal Manzanarre (fiume di Madrid: nella campagna di Spagna del 1808) al Reno (nelle campagne di Germania), le azioni fulminee di quell’uomo senza esitazioni seguivano immediatamente il suo improvviso apparire; agì impetuosamente da Scilla (in Calabria, dove giunse il suo dominio) al Tanai (il Don: nella campagna di Russia del 1912), da un mare (il Mediterraneo) a un altro mare (l’Atlantico). Si trattò di una gloria veritiera? La difficile sentenza (va lasciata) ai posteri; noi chiniamo il capo davanti al Sommo Creatore, che in lui volle lasciare una sì grande impronta della sua potenza creatrice. Egli sperimentò tutto: la tempestosa e trepida gioia di un grande disegno, l’insofferenza di un animo ribelle che obbedisce, ma pensa al potere, e lo raggiunge, e ottiene un premio che sarebbe stato una follia sperare; la gloria tanto più grande dopo il pericolo, la fuga e la vittoria, la reggia e l’esilio umiliante; due volte sconfitto, due volte vincitore. Egli si diede un nome (glorioso): due secoli (il XVIII e il XIX), contrapposti (tra conservazione e rivoluzione), gli si volsero sottomessi, come aspettando da lui il loro destino; egli impose il silenzio e sedette come arbitro giudicante. E poi scomparve, e finì la sua vita in ozio, in una così piccola isola (Sant’Elena), oggetto di immensa inimicizia e di rispetto profondo, di un odio implacabile e di un indomabile amore. Come sulla testa del naufrago incombe e grava l’onda su cui poco prima lo sguardo del misero scorreva in alto, cercando invano di avvistare lontani approdi, così su quell’anima scese il peso soverchiante dei ricordi! Oh, quante volte cominciò a scrivere per i posteri le sue vicende! E quante volte su quelle pagine, destinate all’immortalità, cadde la sua mano stanca! Quante volte, nel silenzioso tramonto di un giorno trascorso in un ozio forzato, abbassando gli occhi (che prima erano) saettanti, rimase con le braccia incrociate sul petto, e lo assalì il ricordo malinconico dei giorni passati! E ripensò agli accampamenti sempre spostati, alle trincee abbattute, allo scintillare delle armi dei drappelli e alle cariche della cavalleria, e agli ordini concitati e alla loro rapida esecuzione. Ah, forse per tanto dolore cadde il suo spirito affannato e si perse d’animo; ma dal cielo scese una forte mano divina, che pietosamente lo trasportò in un’aria più pura; e lo guidò, lungo i sentieri sempre fioriti della speranza, verso i campi eterni (del Paradiso), verso il premio (la beatitudine) che supera ogni desiderio umano, ove la gloria passata non è che silenzio e tenebre. Bella immortale, benefica Fede, abituata alle vere vittorie! Annovera anche questo tuo trionfo, rallegrati; perché nessun uomo più superbo si è mai chinato davanti all’infame croce del Calvario. Tu (o Fede), allontana dalle stanche spoglie di quest’uomo ogni parola malvagia: il Dio che abbatte e che risolleva, che fa soffrire e che consola, sul (suo) letto (di morte) abbandonato da tutti, è venuto a soffermarsi vicino a lui.

COMMENTO

L’ode celeberrima per la morte di Napoleone I, composta di getto in tre giorni, comprende nove coppie di strofe di settenari, spesso sdruccioli (schema abcbde, in cui il secondo verso rima con il quarto e l’ultimo rima con l’ultimo della strofa seguente). Il ritmo incalzante e la continua serie di contrasti mostrano con grande evidenza sia il tumulto delle alterne vicende dell’epopea napoleonica, sia la loro finale inanità rispetto a una visione più distaccata e pensosa del fiume della storia. Solo alla fine d’una pur grande avventura terrena si compiono una conciliazione profondamente religiosa delle umane passioni e un’accettazione ormai placata del fatto che la gloria che passò è solo silenzio e tenebre (reminiscenza, forse, della battuta finale di Amleto, ‘Il resto è silenzio’).

FONTE: https://www.treccani.it/magazine/strumenti/una_poesia_al_giorno/07_12_Manzoni_Alessandro.html

 

 

 

Ibn Battuta l’esploratore che viaggiò più di Marco Polo

Ibn Battuta
Ibn Battuta

I viaggi di Ibn Battuta sono continuati per quasi trent’anni, coprendo la maggior parte del mondo islamico e non solo.

Anche se la maggior parte delle persone ricorda Marco Polo quando si parla di esploratori famosi, lo studioso musulmano Ibn Battuta dovrebbe essere in effetti uno dei primi a venire alla mente. I suoi viaggi, che hanno attraversato un periodo di quasi trent’anni, coprendo circa 73.000 miglia (117.000 km) hanno superato quelli di Marco Polo.

Gli spostamenti del viaggiatore marocchino coprirono la quasi totalità del mondo islamico conosciuto, estendendosi dall’attuale Africa settentrionale e occidentale, fino al Pakistan, all’India, alle Maldive, allo Sri Lanka, al sud-est asiatico e alla Cina, una distanza che ha superato agevolmente quella del suo predecessore e quasi contemporaneo Marco Polo di 15.000 miglia (824.000 km).

Conosciuto come il più grande viaggiatore dei tempi pre-moderni, Ibn Battuta viaggiò per mare, con carovane di cammelli e a piedi, avventurandosi in oltre 40 delle nazioni attuali, spesso mettendosi in situazioni di estremo pericolo solo per soddisfare la sua voglia di viaggiare.

Tornato a casa dopo 29 anni, verso la fine della sua vita, il sultano del Marocco Abu Inan insistette affinchè Ibn Battuta scrivesse il racconto dei suoi viaggi. E oggi possiamo leggere le traduzioni di quel racconto, originariamente intitolato “Tuhfat al-anzar fi gharaaib al-amsar wa ajaaib al-asfar” o “Un regalo a coloro che contemplano le meraviglie delle città e le meraviglie dei viaggi”.

Il titolo del suo libro è un po’ troppo lungo, quindi il testo è generalmente chiamato solo Rihla di Ibn Battuta, che significa viaggio.

Le origini e il viaggio

Ibn Battuta era nato in Marocco nel 1304 durante il dominio della dinastia dei Marinidi. Era comunemente conosciuto col nome di Shams ad-Din e la sua famiglia era di origine berbera con una tradizione di servizio in qualità di giudici.

Nella stessa ottica, Ibn Battuta (Shams ad-Din) aveva ricevuto un’educazione in diritto islamico ma egli scelse invece di viaggiare. Dopo aver lasciato la sua casa nel 1325, all’età di 21 anni, Ibn Battuta si recò dapprima a Mecca per l’Hajj, impiegando 16 mesi per compiere l’intero viaggio. Dopo il pellegrinaggio decise di continuare a viaggiare.

I suoi viaggi erano per lo più effettuati via terra. Per ridurre il rischio di essere aggredito, solitamente sceglieva di aggregarsi a qualche carovana. E’ sopravvissuto a guerre, a naufragi e a rivolte.

La narrazione dei suoi viaggi è un resoconto unico e indispensabile della storia islamica e medievale.

Navigando lungo il Mar Rosso fino alla Mecca, Ibn Battuta ha inizialmente attraversato il vasto deserto arabo, recandosi in Iraq e Iran. Nel 1330 è partito di nuovo lungo il Mar Rosso fino ad Aden e poi in Tanzania. Poi, nel 1332, Ibn Battuta decise di visitare l’India. Ha attraversato Khwarizm, Bukhara, Afghanistan, raggiungendo Delhi che all’epoca era un territorio islamico.

Accogliendo Ibn Battuta, l’allora sultano di Delhi lo nominò giudice e Ibn Battuta rimase nel Subcontinente per otto anni – alcune fonti sostengono che rimase per meno tempo. Quindi, intraprese un altro viaggio.

Trascorrendo oltre un anno alle Maldive come giudice, ha poi attraversato lo Sri Lanka e l’India raggiungendo la Cina.

Nel 1345 arrivò all’odierna Quanzhou, in Cina. Durante il periodo trascorso qui, Ibn Battuta visitò città come Pechino, Hangzhou e Guangzhou. Ha viaggiato lungo il Canal Grande, visitato la Grande Muraglia Cinese e incontrato il Khan mongolo che governava il paese.

La Cina segnò l’inizio della fine dei viaggi di Battuta. Avendo raggiunto i confini del mondo conosciuto, finalmente tornò indietro alla sua casa in Marocco nel 1349. Entrambi i genitori di Battuta erano ormai morti, così egli rimase solo per un breve periodo prima di fare un altro viaggio in Spagna. Poi si imbarcò in un viaggio di alcuni anni attraverso il Sahara fino all’impero del Mali, dove visitò Timbuktu.

Ha affrontato pericoli lungo tutto il percorso. E’ stato attaccato dai banditi, quasi annegato in una nave che stava affondando, e fu quasi decapitato da un tiranno.

Nel 1355, era finalmente tornato a casa a Tangeri, in Marocco, per sempre. In realtà, Ibn Battuta non tenne mai dei diari durante le sue avventure, ma fu il sultano Abu Inan che gli ordinò di compilare l’immenso diario di viaggio (Rihla) ricco di azione dal quale possiamo attingere oggi. Passò un anno a dettare la sua storia ad uno scrittore chiamato Ibn Juzayy.

Dopo aver completato il Rihla (viaggio) si pensa abbia lavorato come giudice in Marocco per diversi anni e che sia morto intorno al 1368.

FONTE: https://www.laluce.news/2021/04/23/ibn-battuta-viaggio-piu-di-marco-polo/

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

‘Facebook, capolavoro del suo azionista-ombra: la Cia’

Facebook? Il miglior risultato di intelligence che sia mai stato raggiunto, grazie alla più grande banca mondiale di dati sensibili. Se i media hanno celebrato Mark Zuckerberg come il bambino prodigio che, a soli 23 anni, si è trasformato in un multimiliardario grazie al successo della sua creatura, nessuno ha prestato attenzione all’investimento da 40 milioni di dollari effettuato dalla Cia, partner-ombra di Facebook, per creare la più importante rete sociale del web. Un patrimonio inestimabile di informazioni, che i servizi segreti Usa hanno contribuito in modo decisivio a sviluppare.

Ernesto Carmona, di “Argenpress”, rivela interessanti retroscena attraverso un ampio servizio ripreso dall’osservatorio “Megachip”. «Quando il delirio facebook cia 2speculativo di Wall Street ha fatto credere agli improvvidi che il valore di Facebook ammontava a 15 milioni di dollari – scrive Carmona – nel 2008 Zuckerberg è diventato il miliardario “che si è fatto tutto da solo”, il più giovane della storia della “graduatoria” della rivista Forbes, con 1.500 milioni di dollari».

All’epoca, il capitale di rischio investito dalla Cia sembrava avere ottenuto ottimi rendimenti, ma nel 2009 il “valore” di Facebook si è adeguato al suo valore reale e Zuckerberg è scomparso dalla graduatoria Forbes. «La bolla Facebook – aggiunge Carmona – si è gonfiata quando William Gates, il titolare di Microsoft, vi acquisiva nell’ottobre 2007 una partecipazione dell’1.6%, per un ammontare di 240 milioni di dollari», inducendo a ritenere che,  se l’1% di Facebook corrispondeva a 150 milioni di dollari, allora il valore del 100% doveva ammontare a 15 miliardi di dollari. Un «sotterfugio», che si spiega con l’interesse della Cia nello sviluppo di Facebook.

La Cia ha investito in Facebook molto prima che il social network diventasse leader nel mondo, sostiene in un’inchiesta il giornalista britannico Tom Hodgkinson del “Guardian”, anche se «la propaganda corporativa» ha trasformato Facebook in sinonimo di successo, di popolarità e di buoni affari. «Facebook si presenta come un inoffensivo sito web di relazioni sociali, che facilità i rapporti interpersonali». Un boom, come dimostrano le cifre dichiarate, che parlano di 300 milioni di utilizzatori.

Un facile espediente per «costruirsi una nuova immagine senza contenuti», cercando di darsi importanza e “fingere di essere qualcuno” nel supermercato virtuale del web? Un innocuo strumento per ritrovare vecchi compagni di scuola o, magari, per promuovere campagne civili? Facebook, scrive il giornalista spagnolo Pascual Serrano, è stato utilizzato dal governo della Colombia per coordinare la giornata mondiale contro le Farc, ed è molto evidente che sia stato utilizzato dalla Cia. Per Walter Goobar, di “MiradasAlSur.com”, «si è trattato in realtà di un esperimento di mark zuckerberg 2manipolazione globale», che la Cia «non usa solo per reclutare agenti e compilare informazioni, ma anche per allestire operazioni sotto copertura».

A grandi linee, aggiunge Carmona, Facebook è uno strumento di comunicazione che consente di contattare amici e familiari, archiviando reti di indirizzi. Per istituzioni come il ministero americano della sicurezza, dopo l’era Bush, Facebook è una miniera di informazioni sulle amicizie dei suoi utilizzatori. I dati personali approdano sui dischi rigidi dei computer dei sistemi di sicurezza Usa. «Il sistema Beacon di Facebook – spiega Carmona – realizza elenchi di utenti e associati, includendovi anche coloro che non si sono mai iscritti o quelli che hanno disattivato la loro registrazione».

Facebook si dimostra più pratico e rapido degli InfraGard, ossia le 23.000 micro-cellule di commercianti che informano l’Fbi sui profili psico-politici della loro clientela. Dopo il dicembre 2006, sostiene Carmona, è stata la Cia ad utilizzare Facebook per reclutare nuovi agenti, senza sottoporsi alle regole d’ingaggio federali. «Non è necessario ottenere un qualsivoglia permesso per poterci inserire in questa rete sociale», ha dichiarato l’intelligence statunitense.

Secondo Tom Hodgkinson, l’investimento della Cia in Facebook si spiega anche con l’entusiasmo per l’alta tecnologia scatenatosi dopo l’11 settembre 2001, certificato dall’apertura del fondo di capitali “In-Q-Tel”. Per il reporter inglese, i collegamenti di Facebook con la Cia passano attraverso Jim Breyer, uno dei tre associati-chiave che nell’aprile 2005 hanno investito nel social network 12,7 milioni di dollari. Già presidente di Nvca (National Venture Capital Association), che investe su giovani talenti, Tom HodginsonBreyer è associato anche al fondo di capitali Accel Partners ed è membro dei consigli direttivi di giganti come Wal-Mart e Marvel Entertainment.

«La più recente tornata di finanziamenti di Facebook – rivela Hodgkinson – è stata condotta da una compagnia finanziaria denominata Greylock Venture Capital, che vi ha impegnato 27,5 milioni di dollari. Uno dei più importanti associati di Greylock si chiama Howard Cox, che è un altro ex-presidente di Nvca, che inoltre fa parte del consiglio direttivo di In-Q-Tel». Ci crediate o meno, conclude Hodgkinson , In-Q-Tel è «un fondo di capitali a rischio della Cia».

Creato nel 1999, la sua missione è quella di «individuare e di associarsi a società che sono intenzionate a sviluppare nuove tecnologie, per sostenere l’apporto di nuove soluzioni necessarie all’Ufficio Centrale d’Informazione Cia», come annunciato già nel 1998 dal direttore della centrale di intelligence, che identificava la tecnologia come prerogativa strategica per migliorare le missioni, sulla base di dati e analisi: «I responsabili della Direzione di Scienza e Tecnologia hanno elaborato un piano radicale per creare una nuova struttura d’impresa con il compito di consentire un accresciuto accesso dell’Agenzia all’innovazione del settore privato» (info: www.megachip.info).

CIA BEHIND FACEBOOK – The reporter Tom Hodgkinson (The Guardian) writes that Cia has been the strategic investor behind Facebook: the Us intelligence decided to develop digital technology to build global data banks, since 1998. Different press sources, as writes Hodgkinson, could try the direct financial support of Cia to the social network created by Mark Zuckerberg (info: www.megachip.info).

 

Cambridge Analytica e Facebook: vittime 50 milioni di utenti

Una macchina devastante: manipolazione di massa, via Facebook, a scopo politico. Dietro allo scandalo Cambridge Analytica che sta facendo crollare in Borsa il social network di Mark Zuckerberg (2 miliardi di utenti, quasi 9 miliardi di dollari in pubblicità nel 2017) emerge una squadra formata da personaggi capaci di mettere insieme tecnologia, finanza e politica. Sono il “genietto pentito” Christopher Wylie, lo stratega trumpiano Steve Bannon, il miliardario Robert Mercer affascinato dall’intelligenza artificiale, il “manipolatore della psiche” Aleksandr Kogan e il manager Alexander Nix. «Una storia di profili rubati, manipolazioni, forse anche di tangenti e di corruzione», scrive Giuseppe Sarcina sul “Corriere della Sera”. Due gli obiettivi: spingere la Gran Bretagna fuori dall’Europa e Donald Trump verso la Casa Bianca. Un racconto reso possibile da una straordinaria inchiesta giornalistica del “Guardian”, firmata da Carole Cadwalladr. La reporter ha scavato per un anno sui retroscena della Brexit, fino a convincere Wylie a svelare i misteri della Cambridge Analytica. Il suo lavoro si è poi sommato all’indagine del “New York Times”. Tutto nasce nel 2013, quando sbarca a Londra un giovanotto canadese di 24 anni, Wylie, specialista in tendenze della moda, con un’idea sovversiva: rivoluzionare il marketing politico grazie a una specie di “porta a porta” digitale. «Si raccolgono i profili delle persone, si analizzano e poi si confeziona un messaggio su misura».

Wylie prepara così il contenitore da cui nascerà Cambridge Analytica, la società di analisi da lui stesso fondata. Nel 2014 l’incontro con Steve Bannon, a cui offre «gli strumenti per la sua guerra psicologica». Per convincere il direttore di “Breibart”, Chris Wylie, il whistleblower di Cambridge Analyticala voce online della destra radicale americana, il «gay-vegano-canadese» Christopher usa la metafora dei sandali Crocs: «Non si può dire che siano belli, eppure tutti li vogliono». Si trattava solo di mettere la Brexit (e poi Trump) al posto dei sandali, scrive Sarcina. E i soldi per l’operazione? Bannon chiede l’appoggio di Robert Mercer, 71 anni, informatico tra i primi ad applicarsi all’intelligenza artificiale (poi approdato al misterioso e quasi “mistico” hedge fund Renaissance Technologies). Con un portafoglio di oltre 25 miliardi di dollari, Robert Mercer e la figlia Rebekah «sono finanziatori generosi delle varianti più conservatrici della politica americana e non solo», ricorda il “Corriere”. Hanno comprato quote in “Breitbart” e si sono appresati a sostenere Cambridge Analytica. Dove e come procurarsi i profili dei navigatori? Ci ha pensato Aleksandr Kogan, 31 anni, nato in Moldavia e cresciuto a Mosca fino all’età di 7 anni, quando la famiglia emigrò negli Stati Uniti.

Kogan ha studiato psicologia a Berkeley e ha conseguito un Phd (dottorato di ricerca) all’università di Hong Kong. Nel 2012 è diventato assistente alla cattedra di psicologia a Cambridge, in Gran Bretagna. Ha condotto ricerche sofisticate, ma per la Analytica ha creato la app “Thisisyourdigitallife”, che offre «un esame della personalità compiuto da un team di psicologi». Kogan l’ha collocata sulla piattaforma Facebook, “catturando” subito 270 mila utenti. In realtà, scrive Sarcina, quell’applicazione «è una specie di sifone usato per risucchiare i dati sensibili dei sottoscrittori e dei loro amici». Un’enormità: «In totale 51 milioni di profili sottratti senza il consenso degli interessati: materiale prezioso per gli intrugli di Bannon». A gestire – come manager – il meccanismo è stato Alexander Nix, 42 anni, di Londra, reduce da studi all’Eton College (la scuola dell’establishment britannico), con laurea all’università di Manchester. Nel 2003, Nix ha lasciato la finanza per occuparsi di «comportamento e comunicazione politica». Ha diretto lo Strategic Communication Laboratories Group, fino a quando Bannon e Mercer l’hanno scelto come amministratore delegato di Cambridge Analytica (ora sospeso dalla società, per un video trasmesso da “Channel 4 News” in cui «si vede il distinto manager offrire “belle ragazze dell’Ucraina” per discreditare l’avversario politico di un suo cliente nello Sri Lanka».

Pio e Amedeo non si scusano: “Noi contro il pensiero unico e l’ipocrisia”

Pio e Amedeo non si scusano per il loro monologo contro il politicamente corretto andato in onda alcuni giorni fa su Canale 5 nel corso della trasmissione Felicissima Sera. L’esibizione del duo pugliese, carica di «parole vietate» come «neg*o» e «fro*io» — che beninteso noi censuriamo solo per evitare penalizzazioni da parte dei motori di ricerca —  aveva causato gli ululati del solito fronte sinistroide-pro Lgbt-immigrazionista che aveva chiesto all’unanimità le teste dei due comici, invocando sanzioni, sospensioni, approvazioni di leggi liberticide e tutto il corredo di forconi calvinisti versione XXI secolo.

Pio e Amedeo non fanno dietrofront

Dopo alcuni giorni di silenzio (loro) in mezzo alla bufera, Pio e Amedeo hanno deciso di rispondere. Ma non è andata esattamente come si aspettava la polizei politicamente corretta. Niente ginocchia sui ceci, nessuna ammissione di colpevolezza: il duo ha fermamente ribadito il concetto contenuto nel monologo. «Qualcuno forse da questo post si aspetta delle scuse e lo avvisiamo subito che rimarrà deluso. Pensiamo che moltissime persone che hanno attaccato il nostro monologo non l’abbiano nemmeno visto per intero e che tanti lo abbiano guardato già prevenuti. Bene, ci rivolgiamo a loro, a “voi”. Non fate finta di non capire quello che abbiamo detto perché “vi” fa comodo trasformarlo nella solita querelle politica da quattro soldi. La politica non ci appartiene. La politica ci omaggia di spunti e personaggi senza distinzioni di partiti per fare quello che vogliamo fare, satira, come abbiamo sempre fatto».

Si può essere persone terribili anche usando termini “corretti”

Pio e Amedeo continuano insistendo sulla differenza tra le parole e le intenzioni. «Le persone cattive purtroppo possono fare anche a meno dei “vostri” divieti linguistici. Le parole hanno la loro importanza! Eccome se ce l’hanno… ma non sono nulla in confronto all’intenzione! È logica: “Le parole non valgono quanto l’intenzione!” Questo abbiamo detto! Si può fare schifo anche usando solo termini “politicamente corretti”». 

Stop all’ipocrisia

Pio e Amedeo proseguono operando un altro distinguo: stavolta, tra le categorie e le persone. «La più grande sciocchezza che abbiamo sentito volete sapere quale pensiamo sia? Che bisogna appartenere a una comunità per capirne le debolezze, che bisogna aver sofferto per capire. Ma noi stiamo parlando di affrontare un problema che non riguarda la “comunità”, bensì chi la denigra , la offende e la osteggia. Sono i cretini il problema, non la comunità…per risolvere il problema non bisogna essere della “comunità” ma conoscerne gli “aguzzini”, gli ignoranti intorno. Esistono le persone, non le categorie». E concludono con un messaggio contro il pensiero unico: «Educhiamo anche la testa e non solo il linguaggio! Per chiudere sappiate che noi abbiamo appena cominciato la nostra battaglia ai luoghi comuni e all’ipocrisia. Il nostro obiettivo è sempre e sempre sarà quello di scardinare questa opinione unica che vogliono imporci!».

Cristina Gauri

FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/spettacolo-2/pio-e-amedeo-contro-pensiero-unico-ipocrisia-192218/

 

 

 

 

DIRITTI UMANI

Spopolamento tramite vaccinazione forzata: la soluzione a zero emissioni di carbonio!

Persone morte dopo il vaccino
Persone morte dopo il vaccino

 

 

 

 

EVENTO CULTURALE

“CONNESSIONI” di Francesca Sifola 

https://www.facebook.com/FrancescaSifolaScrittrice/posts/2645403605730403

Il libro è reperibile qui:

https://www.ibs.it/connessioni-libro-francesca-sifola/e/9788855088244

https://www.kobo.com/ebook/connessioni

https://www.libreriauniversitaria.it/connessioni-sifola-francesca-europa-edizioni/libro/9788855088244

https://www.hoepli.it/libro/connessioni/9788855088244.html

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

“LA TESTA NELLA TAZZA DEL CESSO”

Prof. Avv. Augusto Sinagra – 04 05 2021

Preceduto da una serie interminabile di casi di mala giustizia scoppiò il cosiddetto “Caso Palamara”.
Ne seguì il famoso libro-intervista di Alessandro Sallusti dove il Dott. Luca Palamara ha raccontato più o meno il 10% di quel che accadeva. Il restante 90% se l’è conservato comprensibilmente per sua difesa o migliore capacità negoziale.
Il Capo dello Stato, che è anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e il Ministro della Giustizia, il noto Fofò Bonafede, sono stati tutti zitti.
C’è stato, però, che il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, l’inattaccabile Giovanni Salvi, ha subito promosso azioni disciplinari nei confronti di quei Magistrati che avevano avuto contatti non belli con il Dott. Luca Palamara. La curiosità è che anche lui, Salvi Dott. Giovanni, era presente nelle note e imbarazzanti chat. Non è tutto: l’intemerato Salvi Dott. Giovanni ha avuto la finezza di emanare una circolare escludente ogni profilo di responsabilità disciplinare per quei magistrati che, a tempi di progressione in carriera o conferimento di incarichi, si autopromuovono presso Tizio o presso Caio.
Ora scoppia lo scandalo “Loggia Ungheria”, rispetto alla quale la malfamata Loggia P2 corrisponderebbe in proporzione ad un Oratorio dei Salesiani.
Che fanno il Capo dello Stato, il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, la Ministro della Giustizia Marta Maria Carla Cartabia, il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione? Non fanno nulla. Non dicono nulla. Muti come pesci.
Quale modo migliore di affrontare uno scandalo? Tacere e fare finta che non sia successo niente. Francamente non pensavo di vivere gli ultimi anni della mia vita in un contesto come quello presente che definire di merda è solo un eufemismo.
Il problema vero è che per molto meno della valanga di porcherie che emergono, nonostante la silenziatrice informazione di regime, avrebbero dovuto esservi scene da presa della Bastiglia o da ghigliottina a Place de la Concorde.
E invece questo povero Popolo italiano, ormai devitalizzato, obnubilato, rincoglionito e lobotomizzato, cosa fa? Festeggia la vittoria dello scudetto dell’Inter e si esalta per le stronzate che dice un tale Fedez, sulle quali si concentra, ai massimi livelli, il dibattito nazionale.
E con questo, come diceva il Prof. Vincenzo Messina, mio Professore di Liceo a Palermo, “Vado a mettere la testa nella tazza del cesso per respirare aria più pulita”.
AUGUSTO SINAGRA

FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2844033375912727&id=100009182787667

 

 

 

CAPITO PERCHE’ L’ITALIA STA MORENDO?

Tonio De Pascali – 4 05 2021 

Una mia collega mi gira quest’offerta di lavoro da lei ricevuta questa mattina
“Ciao Stiamo cercando un Media Buyer da integrare al nostro team che abbia le seguenti skills:
Deve saper utilizzare e gestire autonomamente un Business Manager, le Google Ads, le Facebook Ads;
Deve sapere cosa sia e come si utilizza il farming e le varie interfacce delle piattaforme sopra citate;
Deve saper gestire campagne di evergreen e lanci, lead generation e retargeting. Se non conosci il significato di questi termini non sei la persona che stiamo cercando.
Ma non è finita qui , ci sono alcuni piccoli requisiti che è necessario soddisfare prima di entrare a far parte del mio team:
Disponibilità a lavorare seriamente e con concentrazione in qualunque momento ti venga chiesta una task. La mia azienda ha piani di espansione molto invadenti per questo 2021 quindi ci servono persone decise e determinate e in grado di mettersi subito all’opera arrivata una direttiva.
Devi avere un minimo di esperienza. Non imparerai come fare tutto da zero, ci servono persone che sappiano già cosa si sta andando a fare e come gestirlo da soli.
Se entrerai a far parte del mio team, ovviamente non ti lascerò a mani vuote…
Ti verrà fornita:
Retribuzione in relazione al valore apportato alla mia azienda;
Formazione e grande possibilità di crescita in un’azienda in espansione e con grandi progetti in vista per il 2021;
Conoscenza dei retroscena di un’azienda da 6 cifre l’anno;
Possibilità di crescita, sia professionalmente che economicamente parlando.
Se ti senti pronto e adatto a tutte le condizioni che ho espresso, inviaci la tua video candidatura .
Il video dovrà contenere una breve presentazione di chi sei e cosa puoi fare per noi,
la tua disponibilità e qualche esempio delle tue abilità, meglio ancora se hai anche prove di dashboard di campagne che hai fatto in passato.
Mi raccomando, niente CV. Vanno direttamente nel cestino e perderesti la tua opportunità senza neanche averci provato.
nel caso decidessimo di selezionarti verrai ricontattato direttamente da noi. Quindi, oltre alla video candidatura, lasciaci anche la tua mail e il tuo numero di telefono.
Buona giornata,”

CAPITO PERCHE’ L’ITALIA STA MORENDO?

FONTE: https://www.facebook.com/100015824534248/posts/977897986081010/

 

 

 

Domanda di grazia al tribunale
Marcello Veneziani – Pagina autorizzata – 4 05 2021
Spettabile Tribunale, Illustrissimo Signor Giudice, dopo il suo ennesimo intervento su coppie, single e adozioni, le rivolgo deferente un inchino e una preghiera. Le chiedo di assegnarmi una fidanzata, o un fidanzato, a sua discrezione, e decidere lei il tipo di rapporto che intercorrerà tra noi. Disponga lei, così evitiamo litigi o separazioni giudiziali. Altresì le chiedo umilmente di disporre, a norma di legge, come ci accoppieremo, con quale metodo faremo figli o se viceversa li adotteremo. Sarà lei a indicarci se avvieremo una fecondazione artificiale o artigianale, con maternità surrogata o paternità cornificata, utero in affitto o accoppiamento in dad; se un’operazione transgenica ci renderà ogm, se adotteremo la poligamia o se dovremo avere, oltre che un coniuge etero anche un fidanzato omo, per non incorrere in sanzioni sull’omofobia. In caso di adozione filiale stabilisca lei la priorità di genere, razza, colore e disabilità. Ella dirà se potremo definirci genitori o se prenderemo come alla posta solo il numeretto. Ci dirà lei con quale criterio procedere nel cognome del figlio, se il sorteggio, la ginecocrazia, il cognome variabile, stagionale, progressivo.
Decida lei anche sui beni, il patrimonio e le paghette. E quando si avvicinerà l’ora fatale, ci dia lei istruzioni su come procedere, eutanasia, tiro a sorte, roulette russa o addirittura morte naturale, come usavano i primitivi. Dia lei le disposizioni giuste al Prete, al Medico, all’Infermiere, al Ministro e ai famigliari. Insomma, ci assegni lei il palinsesto di vita e noi ci atterremo alla sentenza. Dopo l’ora legale, vogliamo la vita legale.

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

LA DITTATURA DEL PENSIERO UNICO

Cloache dell’anima e viventi: due pensieri di Valerio Malvezzi

30 apr 2021
Valerio Malvezzi

VIDEO QUI: https://youtu.be/COtftzrvbWo

FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=COtftzrvbWo

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

‘Caricare’ un cervello umano su un robot? Non è più impossibile: fatto un passo verso la ‘resurrezione’

Un cervello come disco rigido esterno per archiviare le informazioni, preservato anche dopo la morte dell’essere vivente, da collegare poi a un computer o a un corpo sintetico. Non è fantascienza: qualcosa del genere è un passo più vicino, sebbene ancora molto distante nel tempo. La californiana 21st Century Medicine è stata premiata dalla Brain Preservation Foundation (BPF), il cui scopo è promuovere la ricerca scientifica nello sviluppo della preservazione del cervello, con il Large Mammal Brain Preservation Prize per aver conservato perfettamente l’integrità della struttura del cervello di un maiale anche dopo averlo refrigerato a -135° C.

L’immagine mostra il cervello di maiale prima e dopo la conservazione (in alto) e la sua attività dopo essere stato riscaldato (in basso).

Il premio “richiedeva il successo della preservazione delle connettività sinaptiche di un intero cervello di un maiale in un modo che fosse compatibile con un’archiviazione che durasse secoli” fa sapere la BPF spiegando i criteri di giudizio.

 

La dimostrazione, che è valsa a 21st Century Medicine 80.000 dollari, era basata su una nuova tecnica chiamata “criopreservazione tramite stabilizzazione con aldeide” (ASC), sviluppata da Roberto McIntyre e Gregory M. Fahy: il cervello viene infuso di glutaraldeide e un crioprotettore e poi conservato a temperature bassissime. Dopo aver ridato calore al cervello, è stata verificata “la qualità della preservazione del connettoma”, ossia “l’archivio” della conoscenza di quel cervello.

Prima di parlare di una resurrezione, però, bisogna capire quale potrebbero essere le reali applicazioni di un risultato di questo tipo.

E lo spiega direttamente la BPF. “È importante comprendere – si legge sul sito ufficiale – che i ricercatori non sono riusciti a far rivivere il maiale o il suo cervello. Il primo passaggio nella procedura ASC è di infondere il sistema circolatorio del cervello con glutaraldeide fissativo tossico, che blocca istantaneamente i processi metabolici”. Insomma: non stanno studiando un modo per sfidare la morte.

Qual è, insomma, il possibile utilizzo della preservazione del cervello secondo queste modalità?

“La risposta giace nella possibilità di una futura resurrezione non biologica”. Il cervello, con le miliardi di informazioni che contiene, potrebbe essere collegato a un corpo sintetico oppure a un computer; i suoi dati, poi, letti, analizzi e, magari, rielaborati. Il presidente della BPF, Kenneth Hayworth, ritiene che ci siano prove sufficienti riguardo la tecnica ASC affinché “si apra un serio dibattito riguardo a se debba essere sviluppata in una procedura medica vera e propria”.

È presto però per cantare vittoria e immaginare menti collegate ai computer. “Potrebbero volerci decenni o secoli per sviluppare la tecnologia per caricare le menti, sempre che sia possibile farlo”.

La 21st Century Medicine, in ogni caso, sottolinea che non è interessata alla criogenia aggiungendo che ha inseguito il premio “per dimostrare la forza della sua tecnologia di vetrificazione per superare le convenzionali applicazioni della criobiologia e fornire nuovi e inaspettati strumenti per i neurobiologi mainstream”.

La Brain Preservation Foundation, comunque, non è una goccia solitaria nell’oceano: l’idea di una “collaborazione” fra uomo e macchina è una visione che spesso salta fuori anche dai discorsi di Elon Musk, l’inesauribile amministratore delegato di SpaceX e Tesla Motors. Neuralink (un’altra società di Musk), però, mira a impiantare un chip nel cervello umano che possa, in parole povere, aumentarne le capacità e accelerare le comunicazioni.

Senza dimenticare Calico, l’iniziativa con cui Google vuole sfidare l’invecchiamento, i cui risultati, però, potrebbero arrivare soltanto fra 10 o 20 anni.

FONTE: https://it.businessinsider.com/caricare-un-cervello-umano-su-un-robot-non-e-piu-impossibile-fatto-un-passo-verso-la-resurrezione/

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