RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 3 LUGLIO 2020

https://www.valdovaccaro.com/sara-cunial-eroina-mancata-che-incappa-pure-nel-satanismo/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

3 LUGLIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Bisogna essere umili, anche quando si sogna

FERRUCCIO MASINI, Aforismi di Marburgo, Spirali, 1983, pag. 107

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/manlio.presti

https://www.facebook.com/dettiescritti

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna. 

Tutti i numeri della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 www.dettiescritti.com è un blog intestato a Manlio Lo Presti, e-mail: redazionedettiescritti@gmail.com 

 Il blog non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse.

Nulla su questo blog è pensato e pubblicato per essere creduto acriticamente o essere accettato senza farsi domande e fare valutazioni personali. 

 Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressoché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com 

La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

SOMMARIO

La furia del nuovo Sessantotto: così annienta la nostra civiltà
La guerra alle statue e le lacrime di Hume
CONTANTE: LO SAPETE CHE LA BCE HA SCRITTO AL GOVERNO CON 7 MOTIVI CONTRO LA LIMITAZIONE DELL’USO DEL CASH?
Se il Fisco si inventa il “caffettometro”
Le pandemie prossime venture 
COVID1984: a metà giugno si ammaleranno i genitori
La rivoluzione digitale e la schematizzazione del dissenso
L’odio dei politicamente corretti
La battaglia sul MES
Lotta al contante, ecco il vademecum che smonta le teorie dei fans
Da oggi Pos obbligatorio per i commercianti: ecco cosa diceva Di Maio nel 2014…
BTP Futura: le 3 cedole del titolo sotto i riflettori
Spunta l’esposto contro il governo: “Uccisi malati in terapia intensiva”
UNA NOTIZIA-BOMBA PASSATA SOTTO SILENZIO
Francia: il primo ministro si è dimesso. Si cerca nuovo governo
Ecco i nostri capi! I 18 uomini d’oro della Merkel che hanno in pugno la UE (e l’Italia)
Il Primato Nazionale torna in edicola e demolisce il razzismo antibianco di Black lives matter
L’ORO VENEZUELANO A GUAIDO’ E NON A MADURO.
LA COMPLICE DEL PEDOFILO VIP JEFFREY EPSTEIN ARRESTATA DALL’FBI.
SARA CUNIAL EROINA MANCATA CHE INCAPPA PURE NEL SATANISMO
Ma quale potenza di fuoco? Dalla lotta al contante agli immigrati, tutte le balle del Governo Conte
Siamo MES malissimo
Fratelli d’Italia: le ragioni di un’ascesa

 

 

IN EVIDENZA

La furia del nuovo Sessantotto: così annienta la nostra civiltà

Il mondo sta cambiando rapidamente e si impone sempre più l’agenda liberal. Una vera “rivoluzione culturale” che va a minare i simboli e le basi dell’Occidente

La velocità con cui cambiano scenari, situazioni, contesti generali, non si limita al consenso elettorale e alla facilità con cui milioni di elettori passano a votare da uno schieramento politico all’altro, ma riguarda più in generale la nostra epoca.

Non comprendere l’accelerazione degli eventi storici che caratterizza l’epoca contemporanea, significa rischiare di essere tagliati fuori dal dibattito generale e, per chi fa politica, non avere una capacità di visione, può portare a un crollo di consenso in breve termine. Ripercorrendo gli ultimi quattro anni, rimaniamo colpiti dalla densità di eventi più o meno epocali (senza dubbio inaspettati) che si sono susseguiti: la vittoria di Trump, la Brexit, l’elezione di Bolsonaro, la formazione del governo giallo-verde in Italia, l’esplosione del sovranismo in Europa, il colpo di scena della scorsa estate con la nascita del nuovo esecutivo Pd-M5S e lo sconvolgimento portato dal coronavirus.

Sebbene il covid ci abbia dimostrato, pur nella sua drammaticità, come i valori cari ai conservatori abbiano determinato una risposta alla pandemia (il ruolo delle nazioni, il senso di comunità, il ritrovato patriottismo, la riscoperta dell’ambito spirituale nella vita, il fallimento delle entità sovranazionali) e tutti i limiti del modello globalista rappresentato dalla globalizzazione, non è avvenuto quanto sarebbe stato logico ma il suo contrario. Non c’è infatti stato un ripensamento del modello di società in vigore fino ad oggi con la messa in discussione della visione di un mondo senza confini, permeato dall’ideologia liberal, dalla volontà di cancellare le entità nazionali e l’identità che esse rappresentato, quanto un’estremizzazione delle posizioni già prevalenti nel periodo pre covid. È accaduto in Italia con la regolarizzazione degli irregolari che è solo il primo passo di una serie di misure che ci porteranno ad allinearci all’agenda liberal, dalla politica interna a quella estera, passando per i temi economici fino ad arrivare a una vera e propria rivoluzione culturale. Non a caso Daniele Scalea, giovane e brillante intellettuale sovranista e animatore del Centro Studi Machiavelli, in un articolo intitolato “Una rivoluzione culturale sta per travolgerci” mette in guardia dal “condizionamento popolare tramite l’egemonia sulla cultura, l’educazione e l’informazione” compiuto dalla sinistra a livello globale e nazionale. Si tratta a tutti gli effetti di un nuovo Sessantotto che si concretizza sotto molteplici forme di cui la deriva iconoclasta è la più visibile ma non la più penetrante. La rivoluzione culturale tocca infatti ogni ambito della società con l’obiettivo di cancellare gli ultimi valori tradizionali che resistono nell’Occidente e in Europa.

Non è casuale la furia con cui si è scagliati contro le statue che, oltre a rappresentare un patrimonio artistico, sono un simbolo. I simboli, come ci insegnano pensatori del calibro di Mircea Eliade o René Guénon, hanno una valenza particolare e sono alla base non solo di ogni civiltà tradizionale ma anche della religione cristiana. L’iconografia costituisce un fondamento, oltre che per il cattolicesimo, anche per la nazione e contribuisce sia a formare sia a conservare l’identità di un popolo e, nel momento in cui si colpiscono i simboli, si compie un attacco anche a ciò che essi rappresentano. La simbologia non si limita a oggetti materiali ma anche a usanze, tradizioni, modi di vivere, alla letteratura, all’arte, all’istruzione e alla lingua. Tutti ambiti che finiscono nel mirino della rivoluzione culturale che non ammette contradditorio o opinioni discordanti poiché assume il carattere dogmatico tipico delle rivoluzioni di matrice postilluminista.

Prima che sia troppo tardi, è tempo di formulare un organico pensiero controrivoluzionario e moderno (inteso non nell’accezione reazionaria quanto conservatrice e perciò non chiuso all’innovazione, purché non intacchi i valori permanenti) che sappia cogliere le sfide della contemporaneità con il linguaggio e le modalità di comunicazione che la nostra epoca richiedono per contrastare chi vorrebbe cancellare la nostra storia e identità.

FONTE:https://www.ilgiornale.it/news/mondo/furia-nuovo-sessantotto-cos-annienta-nostra-civilt-1874618.html

 

 

 

 

La guerra alle statue e le lacrime di Hume

Continua nel Regno Unito la grande battaglia civile di abbattimento delle ignobili vestigia di un passato sconcio.

Sono state abbattute alcune statue di personaggi minori (Rhodes, Dundas, Colston, Milligan) e deturpate altre, tra cui quelle di Winston Churchill David Hume. Tutti personaggi in forma o misura variabile tacciabili di ‘razzismo’.

Ora, premesso, che nessuno di questi personaggi (con l’eccezione di Hume) compaiono molto in alto nella mia lista dei personaggi storici stimabili, queste manifestazioni (precedute da tempo da altre simili negli USA) sono il segno di una crisi culturale profonda, di cui dovremmo fare problema.

Il problema di fondo qui è abbastanza semplice.

La cultura liberale moderna, quanto più essa regna incontrastata, tanto più si dimostra intollerante precisamente quanto le più retrive culture della storia.
Con un difetto in più: tale intolleranza si unisce all’infinita presunzione di essere la crema della storia, il frutto compiuto del Progresso, incarnato nelle baggianate mainstream di giornata.

Questa cultura, che si immagina tollerante e accogliente, in effetti tollera ed accoglie solo la rigida visione politicamente corretta, l’universalismo astratto e livellante, che governa il proprio immediato presente.

L’intolleranza nei confronti della (propria) diversità storica, dei mutamenti nelle modalità di pensiero ed opinione, è di fatto la stessa intolleranza che sul piano antropologico è nutrita nei confronti di tutti i paesi e tutte le società che non rientrano nei quadretti agiografici del liberalismo anglosassone contemporaneo.

L’insofferenza per la diversità sociale separata da noi nel tempo (il passato) è il perfetto analogo dell’insofferenza per la diversità sociale separata da noi nello spazio (l’altrove, l’oscuro mondo extraliberale).

Lo sfregio delle statue del proprio passato è la versione popolare di ciò che per le classi dirigenti è il bombardamento di popoli e stati ‘inaccettabili’ in giro per il mondo.

Esemplare di questa tendenza è la naturalezza con cui un mostro sacro del liberalismo come John Rawls, in “The law of Peoples” spiega come una legislazione mondiale vada attribuita a “reasonable liberal peoples”, o al più a “decent peoples”, tagliando fuori gli “outlaw states”, gli stati fuorilegge, gli “stati canaglia”, insomma gli stati che violano le leggi americane.

La mancanza di comprensione per la diversità antropologica e storica, culturale, linguistica, concettuale, spirituale è frutto simultaneo di due fallimenti: il fallimento di sistemi educativi ‘presentisti’, tutti votati all’utilità corrente, e clamorosamente ignoranti su tutto il resto, e il fallimento morale dell’immensa presunzione di una cultura (protempore) vincente, che pensa di non aver niente da imparare da nessuno.

In effetti, è ironico come lo spirito di quelli che vogliono raddrizzare le sorti della storia deturpando la statua di Hume (troppo ‘esotico’, nella sua diversità storica) sia in effetti il più puro spirito imperialistico, di chi non tollera e non vuole capire niente di ciò che può schiacciare sotto il tallone.
E siccome il passato non può lamentarsi, ecco trovato uno spazio magnifico dove esercitare il proprio imperialismo dei poveri: l’imperialismo dell’ignoranza presente verso ogni passato ‘scorretto’.

C’è, purtroppo, chi confonde queste iniziative demenziali con la ‘critica storica’, come se queste espressioni di ottuso bigottismo avessero qualcosa a che fare con la critica a questa o quella posizione di questo o quel personaggio storico.

Ma naturalmente la differenza di fondo tra il bigottismo retrospettivo di questi analfabeti funzionali e una critica storica sta tutta nel fatto che la seconda deve sporcarsi le mani (e ‘contaminare la mente’) con una comprensione immanente di quella diversità, prima di tentare di esercitarvi sopra alcuna critica.
La critica storica, anche la più radicale, deve passare attraverso una comprensione della varietà, contestualità, mutevolezza dell’Umano. Deve perciò fare un esercizio non di ‘tolleranza’, che è un superficiale atteggiamento di sopportazione, ma di comprensione di come l’umano prenda forme storiche, e antropologiche, assai differenti. E tutte queste forme hanno sempre ragioni (qui sta la verità dello hegeliano “tutto ciò che è reale è razionale”). Poi, che una ragione venga riconosciuta, non significa che debba essere qui ed ora condivisa. La si può ovviamente rigettare. Ma una volta fatto questo percorso a nessuno verrà più in mente di poter trattare la diversità storica o antropologica alla stregua di un ‘peccato’ o di un ‘reato’.

Invece per la plebaglia teledipendente prodotta in serie dalla civiltà liberale per farla entrare nei propri ingranaggi, la diversità culturale irresolubile va deturpata, se sei uno squatter, o va bombardata, se sei un primo ministro.

Naturalmente per il bene dell’umanità.

FONTE:http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/la-guerra-alle-statue-e-le-lacrime-di-hume/

CONTANTE: LO SAPETE CHE LA BCE HA SCRITTO AL GOVERNO CON 7 MOTIVI CONTRO LA LIMITAZIONE DELL’USO DEL CASH?

Il governo se ne frega della BCE e dei cittadini…

 posted by 

Lo sapete che a fine 2019 la BCE ha scritto al Ministro Gualtieri,, al presidente del Senato Casellati e del presidente della Camera Fico, chiedendo di essere consultata sulla limitazione prevista nell’uso del denaro e che è entrata in vigore lo scorso,  primo luglio. La mancata consultazione della BCE è, tra l’altro, una VIOLAZIONE del TFUE art 127, che OBBLIGA alla consultazione della Banca Centrale. Infatti al comma 4 dell’articolo si afferma :

La Banca centrale europea viene consultata:
— in merito a qualsiasi proposta di atto dell’Unione che rientri nelle sue competenze,
— dalle autorità nazionali, sui progetti di disposizioni legislative che rientrino nelle sue competenze, ma entro i limiti e alle condizioni stabiliti dal Consiglio, secondo la procedura di cui all’articolo 129, paragrafo 4.
La Banca centrale europea può formulare pareri da sottoporre alle istituzioni, agli organi o agli organismi dell’Unione competenti o alle autorità nazionali su questioni che rientrano nelle sue competenze.

Il sistema di pagamento è una delle competenze proprie della BCE, ma il governo Conte BIS se  ne è bellamente infischiato, nonostante nel 2013 la stessa BCE avesse fornito un parere negativo alla mossa del governo Monti ed avesse fornito pareri fortemente negativi anche alle mosse simili di Spagna e Grecia.  la BCE è CONTRARIA ad una eccessiva limitazione del contante e per delle buone ragione, ben sette. Eccole qui:

  1.  limitare il pagamento in contante significa limitare il CORSO LEGALE dell’euro. Cioè l’euro è accettato come corso legale, cioè in grado di pagare i debiti ed essere accettato per quello. Solo l’euro ha questa capacità, non le monete “Elettroniche”…
  2.  la limitazione del contante non deve inficiare il  corso legale dell’euro. se io impedisco di pagare in contanti DEVO rendere moneta a corso legale altri sistemi di pagamento. Il governo ha fatto questo ? Per ora no…
  3. gli altri mezzi di pagamento (bancomat, assegni carte di credito, bonifici etc), dovrebbero , o meglio devono essere a costi comparabili a quelli della moneta a corso legale, il contante. Dato che il costo del denaro +è zero, allora anche gli altri metodi di pagamento dovrebbero costare zero. La BCE ha fatto il possibile per rendere accessibile l’accesso ai pagamenti elettronici, ma lo stato ha fatto lo stesso, ha azzerato o ridotto il costo stesso? No..
  4.  dato che si viene a limitare la circolazione del contante, che è LA MONETA CON VALORE LEGALE dell’Unione europea, se vi è una sua limitazione bisogna dimostrare, con STRUMENTI DI FATTO, che questa soluzione viene EFFETTIVAMENTE a servire allo scopo. la BCE evidentemente NON RITIENE che il fatto che limitando il contante si limiti l’evasione sia provato. Del resto la vera grande evasione, non quella di sopravvivenza, se ne frega del contante. Altrimenti si ledono le prerogative della BCE …
  5.  le limitazioni all’uso diretto o indiretto dovrebbero essere proporzionali alla finalità che si vuole conseguire e , per farlo, bisogna anche valutare le conseguenze NEGATIVE di questa limitazione che sono ben note: costi per le persone e cittadini che non hanno accesso agli strumenti di pagamento elettronici. Non sono stati valutati strumenti alternativi, si è visto solo il contante e via. La BCE si dissocia da questo modo di fare…
  6. Il pagamento in contante rimane comunque uno strumento di pagamento essenziale per tanti gruppi sociali che, per tante, legittime, ragioni. infatti il denaro contate è ampiamente accettato, rapido come strumento ed agevola in controllo sulla spesa!! Inoltre è l’unico sistema di pagamento legale che consente di NON imporre tariffe, cioè l’utilizzo come pagamento è GRATUITO, ma il Governo, evidentemente, se ne infischia delle tasche dei cittadini e di quanto questi paghino.
  7.  Inoltre il contante è l’unico sistema di pagamento possibile SENZA NESSUNA INFRASTRUTTURA TECNICA ED INFORMATICA. I pagamenti in contati agevolano poi l’INCLUSIONE  dell’intera popolazione nell’economia, anche di coloro che sono esclusi perché appartengono alle fasce più fragili, come gli anziani, ma anche chi ha avuto problemi con il sistema bancario, come coloro che sono stati iscritti al CRIF ed al SIC.

Inoltre la BCE sfata un altro mito: dato che l’obbligo di identificazione della clientela scatta solo per transazioni oltre i 10 mila euro le transazioni sino a quella cifra , anche se elettroniche, non contengono questo obbligo m per cui tutta la questione della “Lotta al terrorismo” è una semplice ed assoluta farsa, tranne che non si voglia obbligare all’identificazione personale con presentazione dei documenti chi, per esempio, si compra un computer o un vestito un po’ bello…però questo non è previsto.

Insomma tutta la vicenda del contante è solo un DAZIO DEMAGOGICO pagato a forze politiche che non sanno fare altro se non REPRIMERE LA LIBERTÀ DELLE PERSONE. Gente effettivamente inutile, che dovrebbe andare a lavorare, se ne è capace….

Vi presentiamo il video del senatore Alberto Bagnai che, estremamente seccato, presenta la questione.

VIDEO QUI: https://youtu.be/n2HE9AZTQyI

FONTE:https://scenarieconomici.it/contante-lo-sapete-che-la-bce-ha-scritto-al-governo-con-7-motivi-contro-la-limitazione-delluso-del-cash-il-governo-se-ne-frega-della-bce-e-dei-cittadini/

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Se il Fisco si inventa il “caffettometro”

Il poeta inglese Thomas Eliot disse di aver misurato la sua vita a cucchiaini di caffè. Ma lui non abitava in Italia, e non avrebbe mai immaginato che circa due-tre grammi di polvere avrebbero dato il via a un nuovo mostro del Fisco, il Caffettometro.

Il poeta inglese Thomas Eliot disse di aver misurato la sua vita a cucchiaini di caffè.

Ma lui non abitava in Italia, e non avrebbe mai immaginato che circa due-tre grammi di polvere avrebbero dato il via a un nuovo mostro dell’ormai mitologico Fisco nostrano, ovvero il Caffettometro. Già: perché non bastava lo Spesometro o il Redditometro, ma anche dentro una semplice tazzina da bar arriva il naso dell’Agenzia delle Entrate per monitorare l’attività di ristorazione. E il senso è sempre lo stesso: tu, contribuente, hai sbagliato. Per carità: c’è chi sbaglia apposta. Ma per provarlo, dice una sentenza della Cassazione del 2018, «la presenza di scritture contabili formalmente corrette non esclude la legittimità dell’accertamento analitico-induttivo del reddito d’impresa… è consentito all’ufficio dubitare della veridicità delle operazioni dichiarate…». Ecco, in questo caso secondo il Fisco per una tazzina di caffè ci vogliono 8 grammi precisi di polvere, considerato che 2-3 appunto cadono a colpa dello sfrido (chi era costui?). E il Caffettometro – vero mostro anche lessicale – non mente. Ancor più, poi, nel recentissimo caso di un bar di Lucca, il cui proprietario è stato accusato di aver omesso 122mila euro di incassi, adducendo il fatto che i suoi dipendenti si ristoravano tra un momento di lavoro e l’altro con più di un caffè a turno. Impossibile, no? Per fortuna questa volta è intervenuta la Commissione Tributaria locale dandogli ragione: «Non è fatto notorio – ha scritto – che nelle aziende sia consentita solo una pausa caffè. Il parametro adottato è privo della dignità logica». E il risultato è che l’Agenzia delle Entrate è stata condannata a pagare 4mila euro di spese legali. Però, state certi, sarà per un’altra volta, perché certi mostri in Italia non si arrendono mai. Al limite fanno giusto una pausa. Caffè.

FONTE:https://www.ilgiornale.it/news/politica/se-fisco-si-inventa-caffettometro-1874652.html

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Le pandemie prossime venture 

Il Presidente dell’OMS sull’evoluzione della (falsa) pandemia: “Il peggio deve ancora arrivare. La nuova normalità sarà convivere con il virus”.
Un tempo ci si doveva guardare le spalle da ciarlatani e imbonitori come Vanna Marchi, oggi da presunti uomini di scienza saccenti ed esaltati il cui passatempo preferito è fare previsioni giocando alla roulette russa.
Ma perché la mia anima è dovuta rinascere in un’epoca di debosciati, degenerati e falsi profeti?

FONTE:https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10219723841104269

 

 

 

COVID1984: a metà giugno si ammaleranno i genitori

“Gli effetti degli assembramenti della movida li vedremo a metà giugno, quando si ammaleranno i genitori”. Questo almanaccava a fine maggio Pierluigi Lopalco, epidemiologo di Stato. Ieri, 28 giugno, 22 morti e 174 nuovi contagi. Minimi storici da febbraio. La scienza infallibile e gli scienziati-divinità. Ed ora aspettiamo ansiosi ad ottobre la seconda ondata di pandemia che falcidierà il Sud.
Qualche giorno fa nel mio comune di residenza ho incontrato un vecchio conoscente, il quale si congratulava con me per la forma e l’umore sempre grintoso mantenuti durante la quarantena. “Come hai fatto?” “Semplice” gli ho risposto “Zero psicosi da contagio, zero paura per i contatti sociali, zero condizionamento da terrorismo mediatico”. Insomma, zero pippe mentali.
Il segreto è essere centrati, non lasciarsi trascinare dalla corrente del nuovo culto religioso Covid-19, che sta sradicando le vecchie strutture e i vecchi paradigmi per piantarne di nuovi, ancora più malati, ancora più distopici. Alla corrente distopica resisterà solo chi negli anni ha costruito un proprio centro interiore.
Tutti gli altri verranno spazzati via come ramoscelli dal vento della paura, dell’indolenza e dalla viltà.

FONTE:https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10219712673585088

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

La rivoluzione digitale e la schematizzazione del dissenso

« Possiamo comprendere l’impatto sociale dello sviluppo di nuove reti di comunicazione e informazione solo se mettiamo da parte l’idea intuitivamente plausibile secondo cui i mezzi di comunicazione servirebbero a trasmettere contenuti simbolici, ma lasciando le relazioni tra individui fondamentalmente immutate. Dobbiamo riconoscere, invece, che l’uso dei mezzi di comunicazione implica la creazione di nuove forme di azione e interazione nel mondo sociale, di nuovi tipi di relazioni, e di nuovi modi di rapportarsi agli altri e a se stessi. ››

(Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità) 

Qualsiasi scelta reca con sé delle conseguenze. Al di là dell’impatto che una decisione può produrre, ogni atto umano è tale in quanto detiene la capacità di generare reazioni da parte di chi ascolta. Prendendo per vero tale assunto di base, secondo quali direttive l’apparato informativo conferisce un’impostazione coerente al ruolo sociale che è tenuto a ricoprire? Nell’epoca dell’informazione istantanea e multimediale emerge con chiarezza la propensione da parte del sistema informativo di creare indirizzi di pensiero prestabiliti, all’interno dei quali far confluire filoni di interpretazioni precostruiti.

J. Thompson in “Mezzi di comunicazione e modernità” (1998), nel tentativo di delineare un quadro rappresentativo della realtà informativa esistente nelle nostre società, giunge all’elaborazione del concetto di “quasi-interazione mediata“. Trattasi di un approccio inedito largamente diffuso in gran parte dei mass media che reca con sé innovazioni capaci di capovolgere l’approccio unilaterale che da sempre ha caratterizzato il sistema informativo occidentale.

Tale interazione, mediante l’utilizzo del progresso digitale, della condivisione di contenuti multimediali e dell’espansione di nuove tecnologie consente il capovolgimento del tradizionale paradigma informativo unidirezionale, generando un apparato comunicativo che vede il protagonismo degli utenti, i quali si spogliano del ruolo passivo che ha sempre caratterizzato il pubblico dei mass media e adottano una funzione più attiva nel processo di informazione di massa.

Tale processo se da un lato viene presentandosi come il conferimento di una forma di pluralismo a vantaggio della massa di ascoltatori e utenti dei media, dall’altro reca con sé una serie di criticità proprie della rivoluzione digitale e della natura del sistema informativo occidentale. Il cambiamento di cui si fa promotore tale approccio si esplica mediante il mutamento da un approccio tradizionale fortemente centralizzato ad un’innovativa struttura comunicativa reticolare caratterizzata da una forte pervasività lungo le sue venature, capace talvolta di influenzare l’opinione pubblica e di offrire una narrazione degli eventi non in linea con la realtà. All’opinione pubblica viene conferita dunque l’illusoria possibilità di divenire il centro di tale processo, nella convinzione di esser partecipe e protagonista del più ampio processo informativo. Talvolta il dissenso, per via della sua naturale necessità di essere espresso, viene incanalato in direzioni previste e precostituite.

Alla luce di tale necessità, l’industria dell’elaborazione dell’opinione pubblica mette in campo diverse strategie di produzione di  interpretazione della questione pubblica. Tale dimensione è finalizzata in ultima analisi alla capitalizzazione del dissenso, intesa come monetizzazione dell’insoddisfazione del pubblico rivolta alle quesioni di pubblico dominio. Le condizioni sociali dei nuovi paradigmi comunicativi offrono panorami relazionali che, seppur inediti, rispecchiano i tradizionali rapporti di forza esistenti nelle comunità occidentali. In tale ottica, l’apparato informativo altro non è che una diversa codificazione dei rapporti di potere.

« Il potere non unifica e non livella le differenze né verso l’alto, né verso il basso; il potere divide e oppone. Il potere è nemico giurato e soppressore della simmetria, della reciprocità e della mutualità ›› (Z. Bauman, Le sorgenti del male, 2013).

Foucault riteneva che la più generale concezione di potere dovesse essere ripensata come una serie di rapporti e di conflitti perpetui mirati ad accumulare quote sempre maggiori di egemonia. Trattasi di un processo contrassegnato da indirizzi di lotta perpetua, alla luce dei quali la stessa pace non può che essere interpretata come una sorta di guerra silenziosa. Al netto di tali considerazioni, è facile immaginare come qualsiasi atto informativo sia mirato ad alimentare tali contrasti, nella direzione della più ampia lotta per il potere. Lotta che necessita di esprimersi anche mediante il sistema informativo. Marcuse in “L’uomo a una dimensione” ritiene che il capitalismo sia riuscito a contenere le sue contraddizioni, i suoi squilibri e le sue diseguaglianze mediante l’elaborazione di un sistema sociale pervasivo dotato di una sistematica eliminazione del pensiero critico. In tale contesto di “desublimazione repressiva” il pensiero umano viene sostituito da sistematiche strategie di intrattenimento e disinformazione. Gli studi sulla sociologia della comunicazione annoverano diverse tecniche relative all’approccio informativo di massa. In particolare, due specifiche strategie emergono nel più ampio spettro dell’economizzazione dell’insoddisfazione sociale. La prima riguarda la saturazione comunicativa, consistente in un’offerta perenne e sistematica di informazioni mirate al sovraccarico dell’attenzione individuale. La saturazione concentra in sé un numero assai elevato di notizie al fine di distogliere la concentrazione su determinati avvenimenti. Il numero ingente di news offerte su argomenti talvolta ritenuti “superflui” viene elaborato nell’intento di attirare l’attenzione su un versante parallelo ai nuclei di informazione più scomodi o soggetti ad “insabbiamento“. La seconda strategia è la creazione di pilastri di interpretazioni fra loro contrari, mirati alla creazione di un’antinomia fra filoni di opinioni elaborate dai mass media sulla base delle tematiche più popolari. La creazione di contrapposizioni di opinioni pre-elaborate segue la direzione della manipolazione del giudizio, secondo cui tali pilastri di interpretazioni devono necessariamente essere distanti da una presa di coscienza della problematica reale. La costruzione di un’impalcatura di giudizio dell’opinione pubblica deve adempiere alla creazione delle condizioni necessarie a distogliere l’attenzione della massa di ascoltatori. In tale contesto, ai fini del consolidamento delle opinioni dominanti, si possono collocare interventi mediatici quali la presa di posizione di personaggi famosi al grande pubblico, campagne mediatiche e pubblicitarie, flash mob.

Ai fini della nostra analisi, per comprendere la genesi del dissenso è utile fare riferimento alle tesi sulla “disobbedienza civile” di Hannah Arendt ove notiamo come tale  disobbedienza, al contrario della disobbedienza rivoluzionaria, sia mirata alla messa in campo di manifestazioni aventi l’obiettivo di contestare determinate questioni, le quali possono essere espresse individualmente senza necessariamente far riferimento a istanze rivoluzionarie. Il rischio della nozione arendtiana della disobbedienza risiede nel fatto che, pur rimanendo nella dimensione della contestazione, il dissenso, esprimendosi talvolta individualmente e senza particolari ambizioni rivoluzionarie, può sfociare in un mantenimento dello status quo e nel suo rafforzamento. Ed è in tale ottica che si inserisce la moderna comunicazione di massa, ove cioè la possibilità di contestare risulta fine a sé stessa nella misura in cui tutte le spinte di dissenso spontaneo vengono interiorizzate dalle medesime dinamiche produttrici della contestazione, le quali mantengono il loro potere e conferiscono sistematicamente al pubblico un elementare quota di partecipazione al dibattito pubblico.

« Questa società cambia tutto ciò che tocca in una fonte potenziale di progresso e di sfruttamento, di fatica miserabile e di soddisfazione, di libertà e di oppressione›› (Herbert Marcuse, La tolleranza repressiva, 1968).

Stuart Hall, caposcuola dei Cultural Studies britannici, mediante una prospettiva di ispirazione marxista, sostiene che i moderni media permettono l’emergere di un foro pubblico in cui vengono discussi i problemi della società, ma che tuttavia esso può venire abilmente controllato e manipolato per rispondere agli interessi di specifici settori posti al vertice della stratificazione sociale. È chiaro dunque che il panorama informativo relativamente alla soglia di progresso a cui giunto palesi innumerevoli contraddizioni. L’apparato informativo va inteso come una sovrastruttura collocata al vertice dei nostri sistemi sociali. Da esso si diramano le nostre opinioni, punti di vista e osservazioni. Supporre l’assenza di contrasti e di lotte finalizzate alla conquista di quote di potere da parte dei soggetti che operano al suo interno è quanto mai utopico. L’industria informazionale, forte della sua natura unidirezionale, seppur mascherata da un pluralismo irrisorio, necessità di essere inquadrato nel più ampio dibattito sul potere e sui rapporti di forza esistenti all’interno della società. «La prima condizione necessaria per godere la libertà è la conoscenza di sé stessi, e tale auto-conoscenza è impossibile senza l’auto-confessione ›› (Karl Marx, Dibattiti sulla libertà di stampa, 1842)

FONTE:http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/la-rivoluzione-digitale-e-la-schematizzazione-del-dissenso/

 

 

 

 

DIRITTI UMANI

L’odio dei politicamente corretti

Andrea Indini – 28 giugno 2020

Me ne sono tenuto alla larga il più possibile, tanto lo considero un dibattito stucchevole. Siamo usciti da un’emergenza sanitaria senza precedenti per poi trovarci impantanati in un surreale braccio di ferro tra l’ottusità della dittatura del politicamente corretto e il dono dell’intelletto che, di questi tempi, mi sembra manchi davvero a tanti. Il caso Floyd, l’afroamericano ammazzato da un poliziotto nelle strade di Minneapolis, è stata la miccia per far esplodere un odio che covava sotto da tanto tempo. L’odio contro il buon senso. Così dobbiamo assistere ai raid di un manipolo di scalmanati, che la prof di storia boccerebbe seduta stante, e al moralismo perbenista di chi si fa più censore della censura dittatoriale. E, scherzo del destino, a finire impallinato finisce uno dei boss del politicamente corretto, mister Mark Zuckerberg, colpevole di non essere abbastanza censore. Che mondo assurdo!

GETTY_20200620194538_33164692

 

Verrebbe da chiedere: là fuori c’è ancora qualcuno normale? C’è ancora chi pensa che, se facciamo vedere Aladdin o il Libro della Giungla ai nostri figli, non li cresciamo come pericolosi razzisti? C’è ancora chi ritiene carta straccia l’articolo di Variety in cui bolla come “film scorretti” capolavori come Indiana Jones o Forrest Gump? C’è ancora chi strabuzza gli occhi nel vedere i colossi dei prodotti di bellezza fare a gara per far sparire dai propri magazzini le creme sbiancanti? Secondo me siamo rimasti davvero in pochi. O, per lo meno, in pochi siamo disposti a far sentire la nostra voce. Forse perché sappiamo che a dire l’ovvio ci si becca le accuse peggiori. E così ci ritroviamo, ormai ogni giorno, subissati da notizie folli. L’ultima in ordine temporale? I Simpson, cartone nato dall’abile matita di Matt Groening per deridere il politicamente corretto, hanno fatto sapere che “non useranno più attori bianchi per doppiare personaggi non bianchi”Ma ciucciati il calzino, direbbe Bart e, facendo spallucce, si attaccherebbe alla bomboletta spray per scrivere sul muro della scuola “Il preside fa schifo”. Se lo facesse su Facebook o su Tik Tok, il comitato studentesco lo impallinerebbe tacciandolo di essere un fomentatore d’odio. Lo stesso capo d’accusa mosso nelle ultime ore contro Zuckerberg.

Su Facebook c’è odio? Non più di quello che c’è a un semaforo verde con le macchine congestionate e immobili nel traffico delle sei di pomeriggio. Su Facebook c’è libertà di espressione? Per carità! Apriamo gli occhi una volta ogni tanto. Accusano i vertici del social network di non fare abbastanza censura per fermare l’hate speech. Ma vi assicuro che su tutti i social, come anche i motori di ricerca, la censura c’è eccome. Ne sa qualcosa il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che quando ha scritto che, se le proteste fossero degenerate in disordini e saccheggi, avrebbe dovuto mandare l’esercito a fermare i rivoltosi. L’hanno bollinato come un odiatore. Oggi giorno, ormai, tutto puzza di razzismo. E chi è più puro epura i meno puri. Si arriva persino a riscrivere il passato e a prendersela con le statue. A Milano, per esempio, questa furia iconoclasta è arrivata a prendersela con Indro Montanelli, con le femministe in prima linea ad accusarlo di stupro. Follia! E che dire di Winston Churchill bollato come un razzista o Cristoforo Colombo a cui addossano lo sterminio degli nativi americani.

Ma come siamo arrivati a questo punto? È il risultato di anni di campagne nefaste in cui, a tutela delle minoranze più starnazzanti, si faceva a pezzi la normalità. È anche il risultato di innumerevoli (e strapagate) commissioni internazionali contro l’odio che non sono diventate altro che tribunali del popolo pronti a ghigliottinare chi la pensa diversamente da loro. Sono gli estensori del politicamente corretto che si dilettano mentre il popolo, quello vero, fa fatica a tirare a fine mese. Negli Stati Uniti sono stati molto bravi a incanalare la protesta e mettere in difficoltà Trump che, altrimenti, avrebbe rivinto le elezioni a mani basse. “Già prima che scoppiasse la pandemia, mi ero reso conto che ci trovavamo in un momento rivoluzionario in cui ciò che sarebbe stato impossibile o addirittura inconcepibile in tempi normali non solo era divenuto possibile, ma forse anche assolutamente necessario”, ha azzardato a dire tempo fa uno squalo come George Soros. “Poi – ha ammesso – è arrivata il Covid-19, che ha sconvolto radicalmente la vita delle persone e imposto una condotta di vita molto diversa. Si tratta di un evento senza precedenti che probabilmente non si è mai verificato in questa combinazione”.

Ora, fermiamoci un istante e chiediamoci: a chi giova questa folle crociata in nome del politicamente corretto? E soprattutto: siamo sicuri che fa il bene della nostra morente società occidentale? O, come ha profetizzato un gigante come Michel Houellebecq, alla fine di questa pandemia “tutto sarà lo stesso. Solo un po’ peggiore”?

FOTE:http://blog.ilgiornale.it/indini/2020/06/28/lodio-del-politicamente-corretto/

 

 

 

ECONOMIA

La battaglia sul MES

La battaglia sul MES, se non si fosse capito, ha una valenza puramente simbolica: 30-40 miliardi sono briciole a fronte delle necessità di finanziamento dell’Italia, e comunque parliamo di una cifra che un paese come il nostro, in regime di sovranità monetaria, non avrebbe alcun problema a reperire sui mercati o direttamente dalla propria banca centrale a tasso zero.
Anzi, anche oggi, con l’euro, l’Italia potrebbe tranquillamente reperire quella stessa cifra sui mercati (per quanto al tasso più penalizzante fissato dalla BCE, ma questo fa ovviamente parte del disegno): basti ricordare che a una recente asta dei BTP quinquennali, il tesoro ne ha emessi 14 miliardi a fronte di una richiesta di più di 100 miliardi. Ci sarebbe bastato soddisfare la richiesta che c’era per avere da subito più liquidità di quella offerta dal MES.
E allora perché il governo non l’ha fatto? Perché altrimenti tutta la narrazione sul MES sarebbe crollata. Il messaggio che si vuol far passare – “il futuro della sanità pubblica italiana dipende dalla linea di credito del MES” – è quello secondo cui l’Italia sarebbe spacciata senza l’aiuto finanziario dell’Europa.
Come abbiamo visto, non è affatto vero. Anche col cappio dell’euro, l’Italia potrebbe tranquillamente reperire quei soldi – proprio perché sono relativamente pochi – con le normali aste collocamento dei titoli di Stato; e a maggior ragione potrebbe farlo – a tassi di interesse molto più convenienti e senza subire il ricatto della BCE – nel momento in cui recuperasse la propria sovranità monetaria.
Ma questo il popolo non deve capirlo. Oggi, nel momento in cui il consenso nella popolazione italiana per l’euro e la UE è ai minimi storici, è fondamentale per le oligarchie economico-finanziarie nostrane – di cui il PD è il braccio armato politico – rinsaldare l’ideologia del vincolo esterno, secondo cui l’Italia sarebbe spacciata senza l’Europa, quando ormai dovrebbe essere chiaro che è vero l’esatto opposto.
Il dibattito sul MES – orchestrato ad arte, come detto, attraverso un’asfissia finanziaria auto-indotta dal governo – serve solo a questo. Non ha nulla a che vedere con i soldi in sé, e men che meno, ovviamente, con la salvaguardia del sistema sanitario nazionale, picconato proprio dal PD, su richiesta dell’Europa, nell’ultimo decennio.

FONTE:https://www.facebook.com/thomasfaziofficial/posts/155972812697034

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Lotta al contante, ecco il vademecum che smonta le teorie dei fans

 

 posted by 

Troppo spesso ritornano, sono gli sciacalli del contante.Ronzano attorno all’idea che un’economia senza contanti sia più moderna ed efficiente, ma soprattutto più pulita e meno corrotta.
Ovviamente i dati smentiscono questa tesi ed anzi confermano che laddove il contante è meno utilizzato, abbondano le frodi, non solo allo Stato, ma anche ai cittadini.

La moda della lotta al contante

La lotta al contante torna in voga un Governo sì e uno no, l’ultimo della serie è il governo degli onesti e dei disonesti messi assieme su diktat di Beppe Grillo.

Infatti anche “l’avvocato del popolo” prova a fregare gli italiani.

La pretesa è la lotta all’evasione fiscale ed alla corruzione.
Peccato però che si tratti della solita balla colossale che tale rimane indipendentemente da quante volte ci ripetano che non lo è.

Ormai abbiamo perso il conto di tutte le volte che siamo tornati sull’argomento.
Ce lo saremmo risparmiato, ma sollecitati dall’entrata in campo della paladina della verità, giornalista d’inchiesta di cui non facciamo il nome, per non generarle pubblicità, con questo virgolettato: “Il contante serve ai corrotti, agli evasori e al lavoro nero”, non ci siamo potuti risparmiare.

In realtà il libro di Economia spiegata facile affronta in modo più completo rispetto all’esiguo spazio dato da un articolo e basterebbe a chiarire il grande equivoco, ma abbiamo deciso di riproporre questo intramontabile evergreen per tutti coloro che avessero ancora dei dubbi.

Ogni volta cerchiamo nuovi argomenti e soprattutto dati a supporto della falsità delle teorie anti cash per non essere costretti a ripeterci.
Forse chissà, vale ancora la pena continuare a condurre quest’opera di informazione.

Ecco quindi un veloce prontuario di alcune argomentazioni che vi torneranno certamente utili durante i vostri confronti con chi invece pensa che il contante sia dannoso.
Per altre informazioni vi rimandiamo ai precedenti articoli sul nostro blog e su scenarieconomici.it


La questione dei diritti del cittadino

Non ripeteremo la solfa sui diritti violati che tutti ripetono.
Sì, è vero, l’uso del contante risponde ad un diritto inalienabile dei cittadini di spendere i propri soldi come meglio credono.

Che cquesto diritto possa essere utilizzato per compiere dei misfatti non implica che sia corretto metterlo in discussione.
Infatti per lo stesso principio dovremmo abolire quasi tutti i diritti civili, a cominciare al diritto alla libertà, inclusa quello di movimento.

Solo con il confino in una cella saremo sicuri che il cittadino non potrà commettere reati, inclusi quelli involontari.


E se poi mi bloccano il conto corrente o la carta prepagata?

Scandalo-Wirecard

 

Wirecard blocco dei conti

Ad

Investi 250€ su Amazon, lavora da casa e potresti creare un secondo stipendio!stocksinvestment2020.com

fonte: Il sole 24 Ore

 

Wirecard pagamenti in contante respinti

Quotidiano di Bari

 

Banche chiuse in Grecia

– Il Fatto Quotidiano

 

Grecia conti bloccati limite al contante

– Il Sole 24 Ore

 

Blocco del contante a Cipro

– Today


 

Le principali frodi avvengono con il denaro elettronico

La lotta al contante in nessun caso si è dimostrata efficace contro i reati fiscali e le truffe.
Lo dimostrano gli studi scientifici e le statistiche.
Una delle tante è quella proposta dalla CGIA di Mestre che lo dimostra.

Nonostante l’Italia abbia il limite all’utilizzo del contante più basso d’Europal’evasione fiscale non sembra averne risentito. Anzi, dall’analisi elaborata dall’Ufficio studi della CGIA, emerge un dato sorprendente: c’è pochissima correlazione tra la soglia limite all’uso di cartamoneta imposta per legge e il rapporto tra la base imponibile Iva non dichiarata e il Pil, vale a dire l’evasione fiscale.

Il diffusissimo uso del contante è correlato al fatto che in Italia ci sono quasi 15 milioni di unbanked – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – ovvero di persone che non hanno un conto corrente presso una banca. Un record non riscontrabile in nessun altro paese d’Europa. 

… molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca. Del resto, i vantaggi economici non sono indifferenti, visto che i costi per la tenuta di un conto corrente sono in Italia i più elevati d’Europa”

scarica lo studio


Studio CGIA di Mestre sui limiti al contante

Sintesi dello studio della CGIA di Mestre sul rapporto tra uso del contante e l’economia sommersa

 

uso del contante


 

L’elusione fiscale permette di aggirare le norme sull’evasione

Come dimostra un nostro recente articolo, l’Olanda da sola sottrae 50 miliardi ai “partners” europei. Che si tratti di un problema di scontrini fiscali o della circolazione dei contanti?

Se il problema fossero i contanti non esisterebbero i paradisi fiscali in Europa.
L’elusione fiscale è una sorta di evasione a norma di legge sfruttando le leggi comunitarie che non prevedono una fiscalità comune ai Paesi europei.
È risaputo ed è scontato.

Per tali ragioni non c’è alcuna necessità di trasferire in valigette milioni di contanti nei paradisi fiscali come l’Olanda o il Lussembrugo.
Credete forse che la FCA (l’ex FIAT), la Mediaset o la Ferrero trasferiscano fondi neri all’estero? No, è sufficiente trasferirci la sede fiscale.

E ancora dobbiamo ripeterlo per l’ennesima volta; Apple, Facebook, Google, ecc. transano la vendita dei loro prodotti in contanti?
Eppure sono tra i maggiori evasori in Italia.

Credete che le Ferrari e gli yatch degli evasori vengano pagati in contanti?
Sempre che non esistano Ferrari e Yatch da 1.999€…

La questione del contante spesso viene legata alla necessità dello Stato, non soltanto di fare rispettare le leggi, ma anche di far quadrare i conti.

Il Vaticano non paga l’ICI. Che si tratti di un problema di contante?

Evasione fiscale - dal libro di economia spiegata facile

 

Beh, ma visto che con i poteri forti non se ne viene fuori, proviamo con il popolo delle PMI… Che dite, andrà meglio?

“La fattura elettronica fa flop: a oggi, infatti, risulta recuperato solo un miliardo di Iva evasa. Un risultato lontano anni luce da quanto annunciato dal Ministero dell’Economia che stimava maggiori incassi per 4 miliardi nel 2019 proprio grazie all’introduzione della nuova fatturazione. Addirittura, un anno fa dal Festival dell’Economia di Trento, Laura Castelli – allora sottosegretario dell’Economia e oggi vice ministro – dichiarava che nei primi tre mesi dell’anno la fattura elettronica aveva già permesso di recuperare 1,5 miliardi di euro.”

la fattura elettronica è stata un flop

fonte: Business Insider

Un miliardo; cioè lo 0,7 x 1.000 del PIL.
Una cifra faraonica, non c’è che dire…

Quanto sarà costato alle aziende adeguarsi agli standard fiscali?


Le truffe bancarie avvengono con il contante?

Eh già, questa è una buona domanda. Perché la garanzia di sicurezza per i cittadini e di trasparenza verso lo Stato è prevista che debba passare per le banche…

Truffe bancasrie sui mutui

Credete che sia un caso isolato?

Vediamo come sta andando negli USA, esempio citato tra i più virtuosi nell’uso del denaro elettronico.


Il caso delle truffe bancarie.
Forse dovremmo abolire il contante…

Nei grafici che seguono vediamo l’andamento al rialzo delle frodi negli U.S.A. che mettono a confronto il primo quadrimestre degli anni dal 2015 al 2020.

 

fonte: Infogram

 

Crack Wirecard

Il Sole 24 Ore


L’abolizione del contante è impossibile
Ecco perché

Ma c’è una questone che ci meravigliamo di essere i primi e al momento gli unici a sollevare: la questione giuridica!
Ciò che nessuno ha mai detto è che l’abolizione del contante nell’eurozona è semplicemente impossibile.
Lo dice la logica prima, lo conferma il punto di vista giuridico.

L’Euro è una moneta a valore legale prevista dai trattati che sono sovranazionali.

L’Italia, adottando l’Euro si è privata della sovranità monetaria.
Essa comprende anche la gestione delle politiche monetarie che è passata dal Ministero del Tesoro (via Banca d’Italia) alla BCE (art. 128 A e B del Trattato di Lisbona).

Non soltanto. La BCE è un organo indipendente anche dal Parlamento europeo, oltre che dai Parlamenti nazionali, come dimostra la querelle sul quantitative easing tra la banca centrale europea e il Bundeshtag.
Infatti se da un punto di vista formale la Germania aveva sollevato la questione di proporzionalità nell’acquisto di Titoli da parte della BCE, adducendo che stesse infrangendo i trattati, nella pratica si è dovuta adeguare ed ingoiare il rospo.

Pertanto non è più il legislatore che decide le politiche monetarie, ma bensì l’organo sovranazionale della BCE che in teoria non avrebbe ruoli politici.

Quindi, per quanto uno Stato presumibilmente possa ancora battere una moneta parallela (o complementare che si voglia), esso potrà vincolare a mezzi di pagamento elettronici soltanto quella.
Non l’euro.

Anche perché, se lo Stato italiano vietasse l’uso del contante, violerebbe diritti che rimarrebbero inalienabili negli altri Paesi europei, pertanto non potrebbe vietare la libera circolazione del contante proveniente da flussi di mercato o turistici, tanto per fare due esempi.

Ecco perché si tratta di una colossale idiozia.
Se adotti l’euro, devi sottostare alle regole europee.


Insomma abolire il contante è fascista e impossibile, con buona pace della paladina della verità di cui all’inizio.
Volete proprio sapere chi è?
Massì, ve lo dico:

Milena Gabanelli partecipa alla truffa della lotta al contante

Anche Milena Gabanelli è a favore dell’abolizione del contante. Una truffa ai danni del cittadino e una campagna mediatica basata su falsità

“Il contante serve ai corrotti, agli evasori e al lavoro nero”.

Mica a gente perbene come le banche e l’alta finanza:

Dati sull'evasione fiscale

Il contante non si può abolire

Multare il contante applicando una tassa extra alle transazioni in cash, come proposto da Romano Prodi?
Temiamo (si fa per dire) che valga lo stesso discorso.
Che poi si tratterebbe di armonizzare i sistemi di pagamento, visto che la tassa occulta se mai è quella che le banche applicano alle transazioni elettroniche per via delle commissioni…

Infatti gli unici Paesi cashless, cioè senza contanti, sono due che si trovano fuori dall’eurozona; quindi possono applicare una politica monetaria sovrana.
Sono Svezia e danimarca.

Perché il contante sparisca in Italia, l’avvocato del popolo italiano dovrebbe riuscire a mettere d’accordo tutti gli Stati aderenti all’eurozona.
Sarebbe per Giuseppe Conte una bella prova del suo prestigio politico a livello internazionale.

FONTE:https://scenarieconomici.it/lotta-al-contante-ecco-il-vademecum-che-smonta-le-teorie-dei-fans/

 

Da oggi Pos obbligatorio per i commercianti: ecco cosa diceva Di Maio nel 2014…

ilparagone.it

Facciamo un salto indietro. Fate finta che oggi non sia il primo luglio del 2020 e che Di Maio non sia al governo. Ripeschiamo un suo vecchio post dalla sua pagina Facebook, è datato 30 giugno 2014. Scrive Di Maio: “Io sto con i commercianti. Da oggi il Pos sarà obbligatorio per commercianti e artigiani. Tutte le attività commerciali per Legge dovranno adeguarsi. Premesso che non sono un tifoso della carte di credito e dei bancomat: più i nostri soldi saranno virtuali, maggiore è la probabilità che banche e agenzia finanziarie ci speculino con interessi, commissioni e aggi. L’obiettivo di questa norma potrebbe essere anche nobile, ma il Governo si è chiesto quanto costerà ai commercianti e artigiani adeguarsi? Dalle stime in mio possesso oltre 600 euro l’anno in media solo per il noleggio del dispositivo! A questo va aggiunta la commissione sulla transazione che in alcuni casi supera anche l’1% della cifra del pagamento. Di questi tempi…”. E così via. Di Maio, dunque, se la prendeva con questi brutti e cattivi del governo che facevano questa legge sul Pos. E oggi?

Facciamo un salto in avanti e torniamo al presente. È il 1° luglio 2020, sono passati 6 anni da quel post, e Di Maio è al governo con il Pd e con Renzi. E indovinate cosa succede? Il POS diventa obbligatorio da oggi, 1° Luglio 2020, per tutti gli esercenti che ancora non lo hanno reso disponibile ai clienti. In questa giornata scatta anche il nuovo limite per i pagamenti in contanti che come stabilito dal decreto Fiscale relativo alla Legge di Bilancio, scende a quota 2.000€. Più moneta digitale e meno contanti, dunque.

Una novità che era stata stabilità già precedentemente all’arrivo della pandemia da COVID-19 e che cerca di limitare l’uso del contante incentivando quello dei pagamenti digitali che divengono così più facilmente tracciabili assieme allo scontrino elettronico. È stato stimato che un POS costa all’esercente 2.000 euro in media all’anno (con punte di 5.400 euro) e che impatta per circa il 2% sul guadagno effettivo di un’attività, mentre i costi complessivi variano notevolmente se si considera che vanno da 460 a 9.180 euro.

Per gli esercenti possedere il Pos ha dei costi elevati. Questo va detto. E va considerato anche che obbligare i commercianti e professionisti a utilizzare il Pos rischia di portare a un aumento dei prodotti venduti e delle prestazioni andando così a trasferire i costi sul cliente. Ma a quanto ammontano i costi delle commissioni in questione? La percentuale varia in base alla banca, al tipo di contratto stipulato, ma anche al tipo di Pos utilizzato. Devono essere tenute presenti 4 voci di spesa per chi ha un pos: il costo di installazione del Pos a domicilio; il canone mensile di noleggio (tra i 15 ai 45 euro al mese in base al contratto, all’hardware e alla connessione internet); il costo fisso per transazione che le banche applicano all’esercente (e questo è il punto su cui si dovrà lavorare: al momento è in media di 10 centesimi e sui pagamenti inferiori a 10 euro può pesare fino all’1% sull’incasso) e infine il costo percentuale per transazione: dipende dal tipo di carta e dal circuito usati.

Si va dallo 0,5 al 2,5%, come certificano su firstonline. Detto questo, è abbastanza scontato sottolineare come questi costi siano a carico del commerciante o del professionista e non del cliente che paga con carte di credito, carte di debito o bancomat. I clienti infatti non sono infatti soggetti ad alcuna commissione di possesso o di transazione. Le singole transazioni effettuate con l’utilizzo di pagamenti elettronici non hanno alcun costo al momento dell’effettuazione della transazione. La “fregatura” è tutta per chi è costretto per legge a tenere il Pos. Ma, come si diceva all’inizio, se i commercianti decidessero di ammortizzare questo costo rincarando i prezzi, ecco qua che la “fregatura” è di nuovo tutta del cliente.

 

ilparagone.it

01.07.2020

FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/pos-obbligatorio-cosa-diceva-di-maio/

 

 

BTP Futura: le 3 cedole del titolo sotto i riflettori

3 Luglio 2020

Le cedole del BTP Futura sotto i riflettori: attenzione ai tassi minimi garantiti

Le cedole del BTP Futura verranno comunicate ai risparmiatori nella giornata di oggi, venerdì 3 giugno.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha fornito un orario specifico per la pubblicazione dei tassi minimi garantiti, per cui questi ultimi potrebbero fare irruzione sul mercato in qualsiasi momento.

Conoscere le citate cedole del BTP Futura sarà fondamentale per iniziare a studiare la convenienza del titolo che il MEF ha dedicato solo ed esclusivamente agli investitori retail. Qualche dettaglio sui tassi è già stato anticipato da fonti interne al Tesoro.

Cedole BTP Futura: il meccanismo step up spiegato

Durante le emissioni del BTP Italia gli investitori attendono con ansia la pubblicazione della cedola minima sulla base della quale scelgono se investire o meno. A questo tasso iniziale fa seguito poi un tasso cedolare definitivo, mai inferiore rispetto a quello minimo.

Un meccanismo, questo, fatto proprio anche dal nuovo titolo di Stato riservato al retail ma con un profonda differenza: il BTP Futura non è stato dotato di una sola cedola, ma di tre cedole step up nominali semestrali calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel corso del tempo.

Per i primi 4 anni verrà dunque applicato un tasso cedolare fisso, che aumenterà una prima volta nei successivi tre anni e poi ancora per una seconda volta negli ultimi tre anni di vita del titolo (10 complessivi). Volendo schematizzare:

  • Anni 1-4: tasso 1
  • Anni 5-7: tasso 2
  • Anni 8-10: tasso 3

Questi tassi, ossia le cedole del BTP Futura, verranno comunicati (come per il BTP Italia), in due soluzioni. Nella giornata di oggi, venerdì 3 luglio, saranno rese note le cedole minime, mentre quelle definitive verranno rivelate al termine dell’emissione, venerdì 10 luglio.

A quanto ammonteranno?

Secondo Davide Iacovoni, capo della direzione del debito pubblico del ministero dell’Economia, già la prima cedola del BTP Futura offrirà un interesse significativo.

Nel corso di un intervento a Radio24, l’uomo ha sottolineato la natura difensiva di questo titolo di Stato, la cui emissione prenderà il via lunedì 6 luglio. La sequenza crescente delle cedole step up permetterà di limitare eventuali flessioni di prezzo che potrebbero verificarsi a fronte di un aumento dei tassi di interesse.

“a differenza di un BTP a cedole fisse, per il quale la riduzione di prezzo sarebbe più elevata”.

Secondo una recente analisi di Money.it, le cedole del BTP Futura potrebbero essere così strutturate:

  • 1,80%: anni 1-4
  • 1,90%: anni 5-7
  • 2,00%: anni 8-10

Al momento però queste sono soltanto delle semplici previsioni. Come anticipato i tassi minimi di questa edizione verranno comunicati nella giornata odierna, mentre per le cedole definitive del BTP Futura bisognerà aspettare venerdì prossimo.

FONTE:https://www.money.it/BTP-Futura-cedole-tassi-minimi-garantiti-novita

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Spunta l’esposto contro il governo: “Uccisi malati in terapia intensiva”

Il ricercatore Paquale Bacco, insieme al virologo Giulio Tarro e al magistrato Angelo Giorgianni, presenteranno un esposto contro il Governo e faranno ricorso alla Corte di Giustizia europea per le misure adottate durante la pandemia

Insieme al virologo Giulio Tarro ed al magistrato Angelo Giorgianni, il medico ricercatore Paquale Bacco presenterà una denuncia presso la procura della Repubblica di Roma ed un ricorso alla Corte di Giustizia europea contro i provvedimenti presi dal Governo di Giuseppe Conte durante l’apice della pandemia in Italia.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza

I tre esperti lo faranno attraverso la loro associazione “L’Eretico” cui fanno parte già circa 2mila medici e giuristi. Nell’esposto, come si legge in una nota stampa, si mettono in evidenza una serie di aspetti della malagestione dell’emergenza Covid-19 in Italia, in particolare sotto il profilo medico-scientifico, epidemiologico e giuridico.

Approcci diagnostici sbagliati, cure inappropriate, misure di contenimento del contagio e di sicurezza scriteriate, in vigore ancora oggi: per gli esperti dell’Eretico sono stati calpestati i diritti dei cittadini tutelati dalla Costituzione italiana e in sede internazionale” scrivono Tarro, Bacco e Giorganni nella nota.

Noi abbiamo ucciso le persone anche se in buona fede perché si era dinanzi ad una situazione nuova, ma in terapia intensiva è stata applicata una cura sbagliata. Si diceva di non utilizzare gli antinfammatori che ora invece sono alla base della nuova terapia, non veniva utilizzata l’eparina ed è stata effettuata la ventilazione profonda. Io ho visto le basi dei polmoni di pazienti Covid, durante le autopsie, ed erano completamente ustionate perché l’ossigeno puro mandato ad una certa pressione ha creato una vera e propria ustione. Poi si creavano le tromboembolie perché l’ossigeno non circolava in quanto i polmoni erano occlusi. I medici hanno seguito le linee guida del governo utilizzando un protocollo completamente sbagliato. È stato come curare un diabetico con lo zucchero.” ha dichiarato a ilGiornale.it Pasquale Bacco.

Non è finita. Sotto accusa, nell’esposto, c’è anche l’uso delle mascherine, “per il quale lo stesso ministero della Salute prevede possibili controindicazioni“, e la somministrazione del vaccino. Il comitato legale dell’associazione “L’Eretico” ha già predisposto il modulo che i cittadini potranno utilizzare per chiedere al proprio datore di lavoro (o al dirigente scolastico, in caso di scuole) “di assumersi la responsabilità civile e penale per gli eventuali danni alla salute derivanti dall’uso del dispositivo. Un modulo analogo è stato preparato per l’assunzione di responsabilità del medico o del pediatra di libera scelta nei confronti del paziente (e dell’Asl nei confronti del medico) laddove sia disposta la somministrazione di un vaccino obbligatorio. Il consenso informato del paziente è richiesto per legge: eventuali controindicazioni derivanti dalla cura devono essere indicate dal medico perché il paziente possa decidere se accettare o meno la cura e i suoi possibili danni” scrivono gli associati. I moduli sono stati pubblicati sul sito dell’associazione ed “è possibile scaricarli gratuitamente” come fa sapere Bacco.

La cosa più brutta – ha concluso il medico legale è che nessuno ha chiesto scusa, ora è un dato che sono state applicate le terapie sbagliate e nessuno ha detto ‘Abbiamo sbagliato’“.

FONTE:https://www.ilgiornale.it/news/cronache/bacco-abbiamo-ucciso-persone-terapia-intensiva-1874356.html

 

 

 

UNA NOTIZIA-BOMBA PASSATA SOTTO SILENZIO

Sarà una conseguenza della pandemia, ma è passata quasi sotto silenzio o non colta nella sua reale portata (almeno nei commenti) la notizia del sequestro nel porto di Salerno di un’enorme quantità di droga sintetica (ben 14 tonnellate!), ufficialmente timbrata Daesh (Isis), commercializzata dalle mafie italiane e destinata soprattutto al largo mercato europeo delle discoteche e al circuito delle movide.
Il fatto evidenzia eloquentemente il ruolo strategico svolto in particolare da Cosa Nostra e dalla ‘Ndrangheta sia per il finanziamento del truce “Stato islamico”, sia – contestualmente – per la creazione di condizioni che hanno reso l’Italia una “regione privilegiata” a lungo salvaguardata, come alleata-ombra, da iniziative terroristiche islamiste. Direi che ad un siffatto ruolo strategico dobbiamo sia la strana “salvezza” dell’Italia dal terrorismo islamista, sia il prezzo che si è pagato per ottenerla: e cioè la ben probabile alleanza occulta tra le strutture della sicurezza nazionale (“servizi segreti”?) e le mafie.
Il che, oltre tutto, consente di spiegare il perché delle lunghe, interminabili latitanze di grandi boss, quali quella di Salvatore Riina nel passato e di Matteo Messina Denaro nel presente. Risulta, pertanto, in pieno confermata l’ipotesi da me avanzata in opere quali “STORIA DELLA MAFIA” (Roma, Newton Compton) e “GLOBALMAFIA” (Milano, Bompiani) che – seppure già vendute in varie centinaia di migliaia di copie – sono ancora lontane dall’aver conseguito pieno e riconosciuto successo nei media, nell’opinione pubblica e nelle decisive aree politiche del nostro Paese. Per una volta, mi concedo un’amara soddisfazione.

FONTE:https://www.facebook.com/giuseppecarlo.marino/posts/3548960825131376

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Francia: il primo ministro si è dimesso. Si cerca nuovo governo

Il primo ministro francese ha rassegnato le dimissioni assieme a tutto il governo, ma perché? L’accaduto

Francia: il primo ministro si è dimesso. Si cerca nuovo governo

Il primo ministro di Francia, Edouard Philippe ha rassegnato le proprie dimissioni e lo ha fatto aprendo le porte a un nuovo rimpasto di governo.

La notizia è stata confermata pochi minuti fa dall’Eliseo e ha spinto immediatamente a chiedersi il perché di questa decisione. I motivi delle dimissioni, secondo alcuni potrebbero avere a che fare con le ultime elezioni municipali.

Francia, perché le dimissioni adesso? I motivi

Dopo le dimissioni del primo ministro, il presidente Macron si è messo subito a lavoro per cercare un nuovo governo, forse in dirittura d’arrivo la prossima settimana, entro mercoledì 8 luglio, giorno in cui si terrà il primo Consiglio dei ministri utile. Il diretto successore di Philippe invece potrebbe essere nominato già nelle prossime ore.

Al momento in cui si scrive non sono state fornite informazioni ufficiali in merito ai motivi che hanno spinto il primo ministro di francia a lasciare il governo, eppure secondo il quotidiano le Figaro la scelta sarebbe stata concordata da Philippe e Macron nella mattinata odierna.

Il tutto dopo le ultime elezioni municipali, dove i verdi hanno letteralmente trionfato spingendo i media transalpini a teorizzare un imminente rimpasto di governo volto a cavalcare questo trend.

Come precisato dall’Eliseo poco fa, le dimissioni del primo ministro di Francia hanno avuto effetto immediato.

FONTE:https://www.money.it/Francia-dimissioni-primo-ministro-motivi-perche-nuovo-governo

Ecco i nostri capi! I 18 uomini d’oro della Merkel che hanno in pugno la UE (e l’Italia)

Semplicemente ciò che abbiamo sempre detto. L’Unione europea non esiste, non c’è mai stata e  andrebbe chiamata per quello che nei fatti è: un’ ‘Unione’ a trazione tedesca. Da ieri la cancelliera Angela Merkel ha fatto l’ingresso trionfale come presidente di turno del Consiglio dei capi di stato e di governo dell’Ue. il sito politico.eu ha confezionato in onore di questo, un ampio reportage dedicato ai 18 alti dirigenti tedeschi da cui la Merkel si fa circondare. In pratica, con questo speciale ‘document-ario’ figura il ritratto dei 18 “most powerful Germans” e viene dimostrato quanto l’Ue sia davvero sotto controllo tedesco. Il team dei super-dirigenti gode di “ampi poteri e controlla ogni fascicolo.”

Tra questi spicca la figura di Michael Hager, capo di gabinetto esecutivo del vicepresidente Valdis Dombrovskis, che supervisiona l’operato di Paolo Gentiloni, commissario Ue per l’Economia.

Il Politico parla di Hager come «l’uomo le cui dita sono in ogni torta». Lui è infatti un importante punto di riferimento per la Cdu di Angela Merkel e per il partito gemello, la Csu della Baviera. «Il suo compito è di trasmettere le priorità del Ppe (Partito popolare europeo) alla Commissione, mantenendo stretti rapporti con gli altri due vicepresidenti della Commissione, Frans Timmermans e Margrethe Vestager.

Tanto per intenderci, quando a marzo, racconta Italia Oggi da cui abbiamo ripreso le informazioni, il commissario italiano Gentiloni, ha dato sostegno pubblico alla richiesta italiana di mettere insieme i debiti attraverso gli eurobond, Hager ha bocciato all’istante la proposta, dichiarando che l’Ue non deve impantanarsi in un dibattito ideologico».

Non meno «potenti» di Hager sono Bjorn Seibert e Jens Flosdorff, rispettivamente capo di gabinetto e consigliere per la comunicazione di Ursula von der Leyen. Entrambi hanno preso parte alla stesura della bozza del Recovery Fund.

Ovviamente l’Europa deve curare con attenzione gli interessi del suo paese dominatore, dunque, dal momento che i rapporti con la Cina sono un punto chiave della Merkel (il mercato cinese è fondamentale per l’economia tedesca orientata all’export) la questione è inserita nel programma dell’agenda nei prossimi sei mesi. Ma nessuna preccupazione per la cancelliera, circondata dai suoi ‘super-scagnozzi’.

Per la vicenda cinese infatti la Merkel sa già di poter contare su: Michael Clauss e Susanne SzechKoundouros, rispettivamente ambasciatore tedesco presso l’Ue e la sua vice, Sabine Weyand, che è a capo del Dipartimento del commercio, uno dei più importanti della Commissione Ue, donna dal carattere schietto e duro, nota come «poliziotto cattivo». Dulcis in fundo troviamo Gunnar Wiegand, per quattro anni negoziatore degli accordi commerciali tedeschi con Pechino.

Si può notare facilmente la strategia utilizzata dalla Germania di disporre al fianco dei commissari Ue più in vista, un proprio dirigente di fiducia.

Christina Canenbley, vice capo di gabinetto della Vestager, responsabile dell’Antitrust Ue; Renate Nikolay, capo di gabinetto di Vera Jourovà, commissaria Ue per la trasparenza, incaricata di contrastare le fake news; David Me Allister, capo del comitato per gli affari esteri presso il Parlamento europeo, nonché del gruppo che deve monitorare le future relazioni tra Ue e Regno Unito, da sempre membro della Cdu, con stretti legami personali con la Merkel.

Sono invece 5 i nomi -riportati dal giornale Italia Oggi- che sotto vario titolo, tengono sotto controllo il Parlamento Ue di cui l’italiano David Sassoli è presidente:  Bernd Lenge (comitato per il Commercio), Monika Hohlmeier (Bilancio), Klaus Welle (segreteria generale), Daniel Caspary (capo del gruppo Cdu), Manfred Weber (capo del gruppo Ppe).

A volte i fatti sono così eloquenti che si commentano da soli. Questa è una di quelle.

FONTE:https://www.ilparagone.it/attualita/ecco-i-nostri-capi-i-18-uomini-doro-della-merkel-che-hanno-in-pugno-la-ue-e-litalia

 

Il Primato Nazionale torna in edicola e demolisce il razzismo antibianco di Black lives matter

Il Primato Nazionale mensile in edicola

Roma, 3 lug – Hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’uccisione di George Floyd per mano di un agente della polizia di Minneapolis. Così come sono diventati virali i video in cui gli attivisti di Black lives matter hanno messo a ferro e fuoco diverse città degli Stati Uniti. Senza contare le numerose statue di figure del passato europeo che sono state vandalizzate o abbattute: da Cristoforo Colombo al generale confederato Robert Lee, da Winston Churchill a Indro Montanelli, fino a Karl Marx e Voltaire, quasi nessuno è sfuggito all’accusa di essere stato un «razzista» o uno «schiavista». E tutta la stampa allineata, nutritasi per decenni di autorazzismo antibianco, non ha perso tempo a incensare i rivoltosi e a inginocchiarsi in segno di sottomissione alla nuova teologia «antirazzista». Ecco, è questo l’«Occidente senza testa» di cui parla il nuovo numero del Primato Nazionale.

Alle origini del razzismo antibianco

Di fronte al risentimento della comunità afroamericana e alla recrudescenza dell’odio di sé che anima i globalisti europei, il Primato Nazionale ha tentato di articolare delle analisi lucide e di fornire risposte efficaci. Chi era veramente George Floyd? Come nasce e di che ideologia si alimenta il movimento Black lives matter? Esiste effettivamente un problema «razzismo» nelle società occidentali? Come si può contrattaccare a questo furore antirazzista senza finire nelle secche del perbenismo borghese da «gendarme delle aiuole»? A tutti questi interrogativi hanno risposto Valerio Benedetti e Adriano Scianca nel ricco focus di questo mese. Anche perché, come ha spiegato il direttore nel suo editoriale, «non è il caso di erigere delle nuove Termopili ai giardinetti. È semmai più interessante coglierne i fermenti di lunga durata che torneranno a covare sotto la cenere in attesa di nuove campagne eclatanti. Questi fermenti hanno a che fare con quella che si è soliti chiamare “decostruzione”, che è una cosa molto più seria di quanto non sospettino molti dei vandali incappucciati che stanno agendo in suo nome in giro per il mondo. Da questi fermenti ci viene lanciata una sfida. Raccogliamola e contrattacchiamo, quindi».

Gli approfondimenti del Primato Nazionale

Ma il nuovo numero del Primato Nazionale, come sempre, è ricco di approfondimenti e contenuti originali su tematiche che spaziano dalla storia all’economia, dagli esteri alla filosofia, dalla letteratura alle tante rubriche di autorevoli penne del sovranismo italiano. Si parte con un’inchiesta di Francesca Totolo sulla sfida lanciata da Trump allo strapotere dei social network per arrivare fino a una stimolante intervista di Fabrizio Vincenti al generale Marco Bertolini, ex comandante della «Folgore» che ha da poco pubblicato il suo libro Militarmente scorretto (Eclettica).

  • Puoi acquistare la tua copia del Primato Nazionale anche in versione digitale (clicca QUI)

E in mezzo ci sono un’analisi puntuale e spietata del caso Palamara o «magistratopoli» (A. Spezzaferro), una chirurgica demolizione della leggenda metropolitana sugli «italiani indebitati» (F. Burla), un utile contributo sulla tanto discussa legge sull’omotransfobia (E. Perucchietti), un approfondimento sull’epopea dell’America confederata (G. Damiano), un vivido affresco della scuola ai tempi del Ventennio fascista (C. Soldato) e tanto altro. Tra cui, ovviamente, non potevano mancare i contributi di Vittorio SgarbiSimone Di StefanoCaio MussoliniAlessandro MeluzziDiego FusaroMatteo Brandi e tante altre firme di punta della cultura non conforme italiana. Da segnalare, infine, l’esordio di Time-O, il fumetto realizzato da Ferrogallico e Pubble che uscirà a puntate sul Primato Nazionale a partire da questo numero e che proseguirà nei mesi a venire. Una graphic novel distopica che ci mostra un futuro inquietante ma purtroppo possibile. E, forse, neanche troppo remoto.

Elena Sempione

FONTE:https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/primato-nazionale-mensile-demolisce-razzismo-antibianco-black-lives-matter-161782/

L’ORO VENEZUELANO A GUAIDO’ E NON A MADURO.

Decisione della BoE rilancia l’avversario del regime di Caracas

 

3 LUGLIO 2020 posted by Giuseppina Perlasca

La vicenda dell’oro venezuelano depositato presso la Bank of England é giunto al termine, come ci informa The Guardian.

IL giudice del tribunale commerciale di Londra , ha dichiarato giovedì che la banca incaricata dal governo Maduro di gestire e vendere l’oro venezuelano, Zaiwalla & Co non aveva alcun  diritto di accedere al prezioso metallo. “Il governo di Sua Maestà riconosce Guaidó in qualità di presidente costituzionale ad interim del Venezuela e, deve seguire, non riconosce Maduro come presidente ad interim costituzionale del Venezuela”, questa è la decisione.

“Qualunque sia la base per il riconoscimento, il governo di Sua Maestà ha riconosciuto inequivocabilmente Guaidó come presidente del Venezuela. Ne consegue necessariamente che il governo di Sua Maestà non riconosce più Maduro come presidente del Venezuela … Non c’è spazio per un riconoscimento di Guaidó come presidente de jure e di Maduro come presidente di fatto “.

Sarosh Zaiwalla, senior partner di Zaiwalla & Co, in rappresentanza del Banco Central de Venezuela, ha dichiarato che i suoi clienti si appelleranno e che contestano la sentenza del tribunale che “ignora completamente la realtà della situazione sul campo”.

Inoltre ha affermato che la sentenza ritarderà l’invio di denaro per aiutare il popolo venezuelano. “Il governo di Maduro ha il completo controllo del Venezuela e delle sue istituzioni amministrative e solo lui può garantire la distribuzione degli aiuti umanitari e delle forniture mediche necessarie per combattere la pandemia di coronavirus”.

Questo è un buon colpo per l’oppositore al governo di Maduro Juan Guaido’, scivolato un po’ nell’ ombra dopo che l’esercito si era schierato in massa al fianco del bolivariano Maduro. La decisione britannica infatti da un lato rafforza le sue pretese di  legittimità, dall’altro, se confermata in appello, gli può fornire ampi strumenti finanziari per incidere direttamente nella vita dei suoi concittadini, permettendogli di riacquistare un po’ dello smalto perduto.

FONTE:https://scenarieconomici.it/loro-venezuelano-a-guaido-e-non-a-maduro-decisione-della-boe-rilancia-lavversario-del-regime-di-caracas/

 

 

 

LA COMPLICE DEL PEDOFILO VIP JEFFREY EPSTEIN ARRESTATA DALL’FBI.

Ghislaine Maxwell rischia di andare nella stessa prigione del milionario

 

 posted by 

 

Ghislane Maxwell, rampolla della famiglia di editori inglesi è sospettata complice del noto milionario e pedofilo Jeffrey Epstein è stata arrestata nel New England con l’accusa di favoreggiamento per i reati di prostituzione e di violenza su minori a suo tempo contestati a Epstein. Numerosi testimoni ancora viventi hanno affermato che lei fosse presente in numerose occasioni, se non praticamente a tutte in cui il defunto milionario abusava, o faceva abusare dai suoi ricchi amici, ragazzine minorenni anche con soli 14 anni di età.

Nonostante Queste accuse le fossero state mosse da lungo tempo lei si muoveva ancora tranquillamente a piede libero tra gli Stati Uniti e l’Europa. Ora il sostituto procuratore federale Audrey Strauss ha emesso un mandato di cattura a suo carico e l’ha fatta arrestare nel New Hampshire.  Ghislane aveva ancora a disposizione numerosi conti correnti milionari, alcuni con anche oltre 20 milioni depositati, Dai quali risulta che in passato vi siano stati numerosi scambi In entrambe le direzioni tra lei e Jeffrey Epstein.

Il suo arresto porterà sicuramente e ad un forte nervosismo nel jet set mondiale, soprattutto fra quelli che frequentavano Epstein, come il principe Andrea d’Inghilterra ritratto in foto con lei e con la giovanissima Virginia Roberts Giuffré, all’epoca sedicenne

 

Ora dovrà essere portata in una prigione Federale, e la scelta è fra la prigione Federale di Brooklyn e quella di Lower Manhattan, la stessa nella quale si è suicidato in modo molto misterioso Epstein, fatto per il quale sono indagate due guardie carcerarie. Un secondo suicidio  in carcere sarre un fatto assolutamente eccezionale e sospetto.

FONTE:https://scenarieconomici.it/la-complice-del-pedofilo-vip-geoffrey-epstein-arrestata-dallfbi-ghislaine-maxwell-rischia-di-andare-nella-stessa-prigione-del-milionario/

 

 

 

POLITICA

SARA CUNIAL EROINA MANCATA CHE INCAPPA PURE NEL SATANISMO

PER NOSTRA FORTUNA ESISTE UNA CONTRO-INFORMAZIONE DI QUALITÀ

Nei giorni scorsi ho dato spazio a Sara Cunial, a Stefano Montanari e Antonietta Gatti, eccetera. C’è una serie di persone che dicono le cose giuste e che vanno prese in considerazione. Trovo utili, preziosi e molto divertenti i video realizzati da personaggi svegli e originali, oltre che curiosi e bene informati, poco importa se spesso in duro contrasto fra di loro, come ad esempio il Greg, Morris San, Luigi La Delfa di TeleSmunto che lavorano con ammirevole passione e coraggio per dirci come la pensano, come vanno le cose, coprendo le incredibili lacune, le manchevolezze e le omertà di tutte le reti televisive ufficiali.

E continuerò a farlo ben volentieri. Trattasi ormai di una necessità. Svolgono un compito indispensabile e una mole di lavoro formidabile. Si tratta dopotutto di esponenti del giornalismo investigativo alternativo, gente che merita rispetto e che non è affatto collusa col sistema corrotto che ci domina. La mia speranza è che continuino a produrre informazione intelligente senza pestarsi troppo i piedi fra loro. Le critiche eventuali si fanno ma con un minimo di garbo.

IN TUTTI C’È QUALCOSA DA PRENDERE

Ascolto volentieri anche il generale Antonio Pappalardo, baldanzoso siculo carico di entusiasmo e di coraggio, uno che dimostra coi fatti che si può e si deve essere giovani anche a 73 anni, contrariamente a quanto afferma il Greg, che a parte queste sue improprie critiche a Pappalardo -se le poteva risparmiare o almeno potere mantenere il dovuto rispetto-, io continuo a seguire. Ascolto ovviamente pure gli altri, ascolto avvocati come Polacco, economisti come Malvezzi, politici come Paragone, polemisti e svegliabaucchi come Vittorio Sgarbi, e un po’ tutti i personaggi di rilievo operanti su youtube.

OGGI SI PARLA DELL’ONOREVOLE SARA CUNIAL

Man mano che i giorni passano in questa convulsa estate di emergenza, le incongruenze finiscono per venire a galla. Il caso più eclatante è quello di Sara Cunial. Non è che da grande personaggio da esaltare sia di colpo diventata una cocente delusione, ma poco ci manca. Chiaro che intendo esprimermi anche su questo.

DURA REQUISITORIA DI PAPPALARDO

Avevo sentito le critiche di 4 giorni fa del generale Pappalardo alla giovane bellunese. Ti abbiamo invitata al nostro congresso e non mi hai nemmeno risposto. Sarei venuto volentieri a Firenze ma non mi hai invitato. Stai prendendo uno stipendio abusivo niente male come tutti i parlamentari. 25000 euro al mese non sono una bazzecola e col gruppo misto te li prendi tutti interi, che vuoi di più dalla vita? Sbaglio o non sei molto diversa da Salvini e dalla Meloni che, pur avendo la possibilità di cacciare questo governo e questo presidente, dichiarando semplicemente per iscritto che erano abusivi e incostituzionali, non lo hanno fatto. Tu sei esattamente come loro. Tutti legati più o meno alle poltrone. Questo diceva in sintesi il generale.

GUIDO GHERI E STEFANO MONTANARI

E ieri arriva il video di Luigi La Delfa a conferma dei sospetti che lui stesso aveva già manifestato su TeleSmunto in anticipo sugli altri, a proposito della Cunial. Ne parla infatti, in una intervista a Stefano Montanari, Guido Gheri, noto disk jockey fondatore di Radio Studio54, una emittente conosciutissima in tutta la Toscana.

Guido Gheri

LA NUOVA LUCE NON RISPLENDE ABBASTANZA

Sentiamo Guido Gheri. Mi sbaglierò, ma non credo di sbagliarmi, di solito non mi sbaglio. Scusa Stefano, ti posso fare una domanda scomoda. Cerca di capire quello che ti voglio dire. C’è una persona che in una stanza delle istituzioni ha fatto due memorabili interventi. Tutti hanno detto: Ecco la Nuova Luce. Io, a questa persona avevo chiesto una intervista e mi ha risposto con un Guarderò. Mentre era a Firenze, ospite di imprenditori che le hanno chiesto di far presenziare Gheri Guido, lei ha risposto No. Gheri Guido lo voglio incontrare in piazza. Ci sono andato e mi sono messo gli occhiali a specchio. Vedevo che spesso incrociava il suo sguardo col mio. Forse pensava che io mi inchinassi e mi calassi le brache per andare a chiederle una intervistina. L’ho completamente ignorata.

BOCCIATURA GENTILE MA DECISA DA PARTE DI STEFANO MONTANARI

Stefano Montanari

Mi hanno detto che dietro di lei c’è una ex-sinistroide incallita che ha già cominciato a fare dichiarazioni contro questo e contro quello, contro il fascismo, il nazismo. Tu pensi che sarà la Nuova Politica da votare? Stefano Montanari: No, no, no. No perché ha sbagliato. Ha sbagliato a fondare un Movimento che spezza ancora di più un determinato fronte. No, non è la persona giusta. Se vorrà cambiare rotta potrà essere utile, ma non così. Non in questa maniera.

GHERI GUIDO: MI BASTA E AVANZA

Senti Stefano, chiuso. Mi basta e avanza. È che io avevo preso le distanze già da una settimana quando avevo saputo alcune cose. Poi ieri ho sentito amici comuni i quali mi hanno detto che lei sta cercando di imbacuccare molte persone per bene del tuo livello, scienziati, dottori, professori, perché vuole sfruttare la loro immagine sana e pulita per fare questo partito che a me mi sta già allarmando. E io stesso mi ero sbilanciato anche troppo dicendo Ecco la Nuova Luce che tutti noi stavamo aspettando. Montanari: No, non è quella lì.

UNA NUOVA LUCE ASSAI RIDIMENSIONATA

A questo punto, due parole le voglio dire pure io. Non posso giudicare le persone sulla base dei loro discorsi, per quanto appassionati e coraggiosi essi siano. Occorre sempre scavare nel profondo e ottenere delle conferme.
Più è alto il livello delle premesse e delle aspettative che si creano e più alta la delusione che si prova davanti a un tradimento. Il famoso discorso della gente inaffidabile che parla bene e razzola male. Trovo l’opinione di Stefano Montanari assolutamente realistica e garbata, e la condivido. La Sara è una persona umana con pregi e difetti, non una dea, non una eroina ma nemmeno un mostro. Se si trattava di un gioco, ha mosso male le sue pedine. Avrà modo di rifarsi se vuole.

SARA CUNIAL INCAPPA NEL SATANISMO

Chiarito tutto? Ogni cosa tranquilla e a posto? Nemmeno per sogno. Mi arriva in questo istante l’ottimo l’articolo Satanismo Arte e Politica di Gianmarco Landi, da cui prendo qualche stralcio. Non è che piova sul bagnato ma qualcosa di molto peggio e compromettente. L’eroina della lotta parlamentare alle vaccinazioni obbligatorie Sara Cunial, mentre era intenta a fare rete, così come recita lo slogan della sua prima importante manifestazione politica, è incappato nelle maglie del Satanismo.

RISPUNTA IL PECCATO ORIGINALE DEI 5 STELLE

Il fatto grave è nelle risposte scabrose da lei date per giustificare le presenze della Visionary Art alla manifestazione. Leggetele sulla sua pagina Facebook e rabbrividite! A volerle bene potremmo scorgere il “peccato originale” di tutti i 5 Stelle giunti in Parlamento un po’ per caso, cioè una superficialità nell’affrontare certi temi che li contraddistingue per essere molto spesso ignari di quello che dicono e fanno, e perciò facilmente strumentalizzabili dalle élite.

ECLISSI, TESCHI E CONTENUTI FUNEREI IN UN EX-MATTATOIO

La Convention R2020 di martedì 30 giugno ha visto un parterre di buone eccellenze, con idee e indirizzi politici di ancora migliori principi, ma sui contenuti artistici che fanno da sfondo al dibattito, proprio non ci siamo, anzi, credo che peggio non si potesse scegliere! Cosa c’entrano le eclissi, la pittura rituale, i teschi, i morti, e una specifica “Arte che serve a non avere paura della morte” come ci dice l’on. Cunial su Facebook, rispetto alla lotta al Transumanesimo del Nuovo Ordine Mondiale? La location scelta per la Convention è pure un ex mattatoio, e perciò questi sprazzi di rituali artistici e occultisti sono ancora più fuori luogo.

DEVOZIONE AL SATANISMO TRA LE DONNE CLINTON

L’onorevole difende i suoi amici “artisti”, i quali esprimono avanguardismi in stile obamiano “Yes We Can”. Il Satanismo che più ci riguarda è quello che investe le élite culturali del Partito Democratico americano, al cui humus rivestono grande importanza le figure del regista hollywoodiano Underground Kenneth Angaer, e del suo amico Anton Szandor LaVey, fondatore nel 1961 della Chiesa di Satana, quella di cui sono notoriamente devote le donne di casa Clinton, tanto che Chelsea si scambia auguri pubblicamente con la chiesa satanista come tutti noi un segno di pace in Chiesa a Natale.

 

LEGAME TRA RADICALI DEM, SATANISMO E NEW AGE

Chelsea Clinton (notare la croce rovesciata)

Il nesso in realtà sarebbe tra Democratici di area Radical e Satanismo, e qui giova considerare che nel 1966 il californiano LaVey fondò nella capitale della cultura Hippy e New Age, cioè San Francisco, la sede principale della Chiesa di Satana, diffondendo questo culto prima negli Stati Uniti e, successivamente, in tutta Europa, con particolare riguardo alla Francia e alla Germania durante il periodo della cosiddetta Controcultura, ovviamente a beneficio solo di un’élite di sessantottini di buona famiglia e dei loro discendenti.

PROFONDA INFLUENZA DI SAUL ALINSKY NELLA CULTURA AMERICANA

Saul D. Alinsky

Irrompe in questi anni la figura del militante e grande satanista Saul Alinsky, ideologo del radical–comunismo, figlio di immigrati russi, che lavorò a lungo a fianco dei comunisti prodigandosi come raccoglitore di soldi per le Brigate Internazionali comuniste. Alinsky definì Lucifero come il primo rivoluzionario e ribelle, rendendogli il merito di essersi ribellato a Dio, con ciò profilando l’idea di etica pubblica satanista, dove nessun limite è riconosciuto all’uomo, ivi compreso quello di non fare del male agli altri esseri umani, il cui valore della vita non ha valore di per sé, come è nell’ambito della dottrina cristiana.

TUTTA LA DEMOCRAZIA AMERICANA È ALTERATA DALLE IDEE DI ALINSKY

Alinsky è l’ideologo del radicalismo e il suo Rules for Radicals (1971) è la bibbia per camuffare in America i marxisti “agitprop”. Alinsky fu un guru del Sessantotto dalla cui ideologia sono venuti fuori permeati ed intrisi tutti i dirigenti del Partito Democratico e i leader dei movimenti di sinistra attuale. Le idee di Alinsky sono state utilizzate dalla sinistra Usa nei centri urbani e nei campus universitari, e questo uomo divenne così influente che molti giornalisti scrivono che la democrazia americana è stata totalmente alterata dalle idee di Alinsky.

ASPETTI INQUIETANTI DEL SATANISTA RUSSO

L’ideologo dedicò il suo famoso libro a Lucifero, e tutti i satanisti, anche in ambito finanziario, culturale o del giornalismo, lo considerano un modello di approccio alla realtà e alle masse, ed è questo l’aspetto più inquietante di Alinsky, il quale vedeva proprio in Lucifero il primo vero radical della storia a cui un leader deve tendere per elevarsi.

GLI OBAMA E I CLINTON FORTEMENTE LEGATI A QUESTA IDEOLOGIA

Obama ha seguito gli insegnamenti di Alinsky come organizzatore di comunità e portatore di luce, sin da quando era a Chicago, e tutta la campagna presidenziale del 2008 di Obama è stata influenzata dal sistema di Alinsky. Hillary Clinton si laureò con una sua tesi di laurea su Alinsky, nel 1968, dal titolo “C’è solo la lotta: un’analisi del modello di Alinsky “. Hillary Clinton si considerava esattamente come Obama una discepola di Alinsky, con cui lei stessa ha intrattenuto rapporti epistolari per molti anni. Nel 1965, quando entrò al Wellesley College, la Clinton ebbe come compagna di camera la giovane lesbica Eleanor Dean Acheson e fu lei ad aprire ad Hillary le porte della politica nel Partito Democratico, infatti Eleanor era la nipote di Dean Acheson, il Segretario di Stato del presidente Truman, quello che lanciò la bomba atomica, entrambi esponenti di spicco dell’universo radical nei Dem, nonché antesignani dello slancio mondialista.

Eleanor Dean Acheson

SATANISMO GNOSTICO STILE ROTHSCHILD, SOROS, CLINTON E OBAMA

Di cosa parliamo quindi? Da un punto di vista storico e sociologico, il satanismo oggi può essere definito come l’adorazione o la venerazione, tramite pratiche ripetute di tipo culturale o liturgico, del personaggio chiamato Satana nella Bibbia. Esso può anche intendersi in 3 modi differenti, che non saprei quale definire l’uno più raccapricciante dell’altro.
Il primo satanismo è l’archetipo di uno stato di coscienza superiore dell’uomo (Satanismo gnostico), a cui dovrebbero essere affiliati personaggi come Soros, Hillary, Obama, i membri importanti della famiglia Rothschild e di altre famiglie della mafia finanziaria khazara (pagani da 1300 anni travestiti da ebrei o cristiani).

SATANISMO RAZIONALISTA DI BILL E MELINDA LA QUALE SFOGGIA AL COLLO LA CROCE ROVESCIATA

Poi abbiamo il Satanismo assimilabile a quello delle divinità a tutti gli effetti (Satanismo luciferiano e spirituale), cioè come un’entità spirituale preternaturale, ed è questo il caso di molti intellettuali puri, nonché di alcuni personaggi del Mondo dello Spettacolo e dell’informazione.
Il terzo modo di essere satanisti è quello che tende verso l’ateismo materialista (Satanismo razionalista), ed è quello più diffuso nelle cerchie meno importanti delle élite, che non hanno avuto accesso alle sapienze segrete più elevate, e che ha il risvolto evidente di una ideologia antioccidentale e anticattolica in particolare modo inserita in ambito filosofico scientista. Quest’ultima categoria di satanismo dovrebbe interessare molto l’on. Cunial, anche perché è quella della croce rovesciata, simbolo anticlericale della corrente satanica di gradimento dei coniugi Gates, con la signora Melinda che la sfoggia bellamente al collo mentre perora vaccinazioni di massa per tutti i bambini del Mondo.

Melinda Gates (notare anche qui la croce rovesciata)

C’È ANCHE LA FORMA PIÙ DEGENERE DI SATANISMO, COME QUELLA DEGLI ARTISTI CHE LA CUNIAL CI PROPONE

Tuttavia il satanismo peggiore è quello ignorante insito nell’uso e nell’abuso della cultura, magari con uso di droghe e quant’altro di eccessivo, e che abbia in sé una visione dissacrante e radicalmente distruttiva dei valori tradizionali occidentali, esattamente come quello della compagnia di ‘artisti’ che la Cunial ci propone, deludendoci, mortificandoci e disilludendoci sulle concretezze delle sue buone intenzioni.

CHE ESISTA O NO, DIO È L’ASTRAZIONE COMUNE DEL BENE, VALORE DA DIFENDERE

Chiunque minimizzi gli effetti che certe dissacrazioni ‘artistiche’ hanno nell’animo di alcuni esseri umani al potere, sedicenti esseri superiori, fa il gioco di queste entità malefiche, e tutto ciò prescinde dal fatto che qualcuno si ponga su un piano di avversario rispetto a Dio. Dio potrà esistere o meno, ciò è una credenza o un’opinione, ma dal punto di vista di ogni persona per bene Dio costituisce per certo un’astrazione comune del Bene che bisogna difendere ad ogni costo politico. Non è un’opinione, per me è un dogma di fede cieca verso il futuro del genere umano.

VIDEO “R2020″  DA VEDERE CON ATTENZIONE

https://www.valdovaccaro.com/sara-cunial-eroina-mancata-che-incappa-pure-nel-satanismo/

AUTENTICO SUICIDIO POLITICO

Ho soltanto riportato i punti essenziali dell’articolo di Gianmarco Landi. Per quanto aperti di mente si possa essere, questo è un autentico suicidio politico, oltre che una enorme perdita di immagine. Se la Cunial voleva tagliare i ponti con la gente e infliggere una mazzata alla sua credibilità, non poteva fare una scelta peggiore di questa. C’è a questo punto da chiedersi che tipo di persone la circondino e la condizionino. Il fatto gravissimo è che dietro una magnifica esposizione di valori e di coraggio portata avanti in parlamento, ci sia la compresenza di questa vomitevole e angusta ideologia. Un gravissimo danno ai buoni principi e a tutti coloro che li sostengono in modo genuino e coerente.

Valdo Vaccaro

Di seguito il commento di Meluzzi:

VIDEO QUI: https://youtu.be/19aDuF1fcqI

FONTE:https://www.valdovaccaro.com/sara-cunial-eroina-mancata-che-incappa-pure-nel-satanismo/

 

Ma quale potenza di fuoco? Dalla lotta al contante agli immigrati, tutte le balle del Governo Conte

Andrea Pasini – 29 giugno 2020

Potenza di fuoco. Quante volte durante il lockdown abbiamo sentito queste tre parole, uno slogan divenuto il mantra dell’autocrate di Volturara Appula Giuseppe Conte. Mentre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è assopito al Quirinale, qualcuno provi a svegliarlo, l’azzeccagarbugli pugliese in diretta su Facebook e a reti unificate, in preda al delirio che l’onnipotenza delle telecamere dona, ha sparso sulla penisola il suo personale auto da fé. Ma facciamo un passo indietro. Era inizio aprile, in piena emergenza Covid-19, ed il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, annuncia il decreto per garantire liquidità alle imprese, alle partite Iva e alle famiglie. Un decreto da 30 miliardi, eppure da via XX settembre, dichiarano con il gioco delle tre carte che: “Complessivamente mobilitiamo fino a 750 miliardi di risorse garantite dallo Stato”. Jackpot. Filippo Burla dalle colonne de Il Primato Nazionale, in quesi giorni, ha inquadrato la situazione: “La liquidità non è erogata gratis et amore Dei, ma sotto forma di prestiti. Si parla così di garanzie al 100% per affidamenti fino a 25mila euro, che scendono al 90% per cifre superiori. Percentuali indubbiamente notevoli, ma che non necessariamente faranno rimettere in moto il meccanismo della trasmissione del credito: garanzia non significa obbligo. Perché il meccanismo si riavvii servirebbe, quantomeno, che via fosse una qualche forma di domanda. Lecito chiedersi da parte di chi, ad aziende chiuse e con un mercato (sia interno che estero) ancora bloccato e che non si sa quando potrà finalmente ripartire”.

Tra una task force e l’altra in questa landa desolata si è trovato il tempo per fare tutto meno che aiutare gli italiani. Andiamo alla corte del Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova che in pompa magna aveva annunciato la manovra sudore e lacrime (della Bellanova, chiaro, ma anche un po’ le nostre) per regolarizzare circa 600mila immigrati clandestini. Applausi degli inginocchiati al buonismo. Ma a distanza di qualche settimana volete sapere quante richieste sono state registrate? Meno di 10mila domande. Se il ministro Bellanova fosse coerente avrebbe già rassegnato in silenzio le proprie dimissioni. Meno di 10mila richieste di regolarizzazione, con il racket che la sta facendo evidentemente da padrone e con il rischio di aumento del lavoro in nero. Dove sono finiti tutti i lavoratori irregolari di cui il Ministro blaterava, come se i nostri imprenditori agricoli fossero tutti degli sfruttatori di manodopera in nero?. In dissolvenza la voce di Emilio Fede, che figura di …

Bugie che fanno male, perché colpisco in pieno viso il popolo italiano, come quando è emerso che il Governo sapeva già del coronavirus dallo scorso 5 gennaio. Come quando il 27 gennaio davanti alla tribuna aristocratica di Lilli Gruber Conte dichiarò: “Siamo prontissimi. L’Italia è il Paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia”. Le nefande accuse all’Ospedale di Codogno che fanno il palio con i 4,3 miliardi da destinare ai Comuni italiani “resi” misura straordinaria quando invece erano soldi dovuti e già a bilancio. Il Mes fatto passare come provvedimento votato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni una bella panzana a reti unificate. Il tutto in un mistico cambio di idee, Mes sì, Mes no. Eurobond forse, trasformando il Recovery fund come totem da abbracciare. Ed è qui l’occasione per ribadire che il Meccanismo europeo di stabilità è austerità e austerità significa Troika. All’articolo 12 del Mes si legge: “Può fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto. Tali condizioni possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite”. Al punto 13? Si sottoscrive “un protocollo d’intesa – “memorandum” – che precisi le condizioni contenute nel dispositivo di assistenza finanziaria” e la cui redazione è affidata “alla Commissione europea di concerto con la BCE e, laddove possibile, insieme all’FMI”. Sentite il tintinnio delle manette? Voglio incarcerare gli italiani.

Chiudiamo andando al centro della battaglia di questi giorni, la lotta sfrenata contro il contante. In Italia 325mila clienti SisalPay, del circuito Wirecard, si sono visti le loro carte congelate. La tecnologia, ancora una volta in questo campo, si dimostra fallibile. E ribadiamolo la lotta al contante non è fatta per eliminare l’evasione, ma per controllarci. Quando nel mirino verranno messi i paradisi fiscali allora potremmo riparlarne. www.IlGiornale.it

FONTE:http://blog.ilgiornale.it/pasini/2020/06/29/ma-quale-potenza-di-fuoco-dalla-lotta-al-contante-agli-immigrati-tutte-le-balle-del-governo-conte/

 

 

 

Siamo MES malissimo

PER LEGA E GRILLINI RIOTTOSI IL MECCANISMO DI STABILITA’ E’ IL GUINZAGLIO DA METTERE AL COLLO DELL’ITALIA, DA STRINGERE O ALLENTARE SULLA BASE DELL’AMICIZIA CON BRUXELLES, DEL RISPETTO DEI PATTI COMUNITARI E DELL’EVENTUALE ARRIVO O MENO DEI SOVRANISTI A PALAZZO CHIGI (VISTI COME IL FUMO NEGLI OCCHI DA ANGELA MERKEL)
L'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi

FONTE:https://www.facebook.com/rosanna.spadini/posts/3593103164051164

 

Fratelli d’Italia: le ragioni di un’ascesa

Questa analisi “salvinicentrica” da parte del grosso dei mass media è legata al fatto che la Lega di Matteo Salvini, dal 3% ereditato dall’ultima gestione bossiano-maroniana, è balzata sopra il 30%, il che lo rende un fenomeno di interesse politologico; nel nostro caso ci si è soffermati sul Carroccio – ma le nostre riflessioni partono già dai primi anni ottanta, quando esistevano soltanto le leghe regionaliste nell’Italia settentrionale, da cui nascerà prima la lista unica regionalista Alleanza Nord (1989), poi la Lega Nord (1991) – per i legami intellettuali di lungo corso con diversi settori politico-militanti radicalismo di destra (la redazione del mensile milanese Orion di Maurizio Murelli o la destra intellettuale di stampo etno-identitario) e della nouvelle droite legata al filosofo Alain de Benoist.

Fratelli d’Italia, invece, sembrava rimanere sullo sfondo, in secondo piano, come una sorta di ‘scopiazzatura’ ora del leghismo salviniano ora del Front national francese, dove una donna come Giorgia Meloni, Marine Le Pen, occupa lo spazio centrale da noi occupato dal Carroccio. Ma ora questo partito nazional-conservatore italiano, erede in parte di Alleanza nazionale, del vecchio Msi-Destra nazionale ma capace di attrarre parte di quella “destra sociale” che non si era riconosciuto sta gradualmente ascendendo nei consensi, passando dal 4% di inizio legislatura a circa il 10,6% nel dicembre 2019, fino a una quota consolidata attorno al 15% a metà 2020. Avremo anche noi, come si chiedono alcuni giornali, una pre- mier donna di destra? È il caso di analizzare l’ascesa di Fratelli d’Italia, le similitudini e le differenze con la Lega, i suoi legami con il populismo occidentale liberista e le ambiguità, come nel partito di Salvini, in politica estera.

Con piacere dunque presentiamo un nuovo paper dell’Osservatorio Globalizzazione, ad opera del sempre attento storico Matteo Luca Andriola, che più volte ci ha guidato alla scoperta delle radici politico-cuturali degli sviluppi interni alla Destra italiana ed europea. Nel paper Andriola analizza i riferimenti culturali di Fratelli d’Italia, le sue radici politiche, la capacità del partito di Giorgia Meloni di unire la riscoperta della cultura politica della destra sociale a un graduale superamento del post-fascismo e a un crescente ancoraggio alle nuove tendenze della cultura conservatrice e liberale internazionale.

FONTE:http://osservatorioglobalizzazione.it/progetto-italia/fratelli-ditalia-giorgia-meloni-ascesa-fdi/

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°