RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 27 MAGGIO 2022

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 27 MAGGIO 2022

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Noi non abbiamo né la forza né le occasioni di tradurre in atto tutto il male che andiamo progettando

VAUVENARGUES, Riflessioni e massime, Snsoni, 1949, pag. 130

 

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SOMMARIO

L’EX GOLDMAN SACHS SENZA MASCHERINA TRA GLI STUDENTI DI UNA SCUOLA
Il potere globale preveggente: ci prepara al vaiolo
“Faccio come Draghi”. A scuola senza mascherina scrive alla Preside, la lettera esemplare fa il giro del web
“Come ripararsi da un attacco nucleare”: il documento pubblicato dal ministero, cosa sta succedendo
Francia: beccato riccone pedofilo che “imprigionava” quattordicenni
Il Pentagono ha stilato un contratto per la “Ricerca COVID-19” in Ucraina 3 mesi prima che il COVID-19 esistesse ufficialmente
Una base militare verrà costruita in un’area protetta con i fondi del Pnrr
Noi insegnanti e studenti a marcire dentro le aule a 30°
MA…SONO I FRATELLI DE REGE? NO! SONO STANLIO E OLIO? NO!  SONO UOLTER E BERLINGUER
Turchia: ai ferri corti con Grecia… e USA
Il programma militare nucleare ucraino
Soros e l’Open Society. Un libro per conoscere i falsi filantropi
Il DATAISMO – L’Umanità ridotta a numeri
STRAGE DI CAPACI, DIA PERQUISISCE LA REDAZIONE DI “REPORT”
Golpe in Ucraina. YouTube rimuove incredibilmente la famosa ammissione della Nuland
ESPERTO MILITARE USA: LA RUSSIA SEGNERA’ ANCORA VITTORIE IN DONBASS, PERCHE’ DEVE ADATTARSI AL NUOVO GIOCO DELLA NATO
Klaus Schwab: “Annientare il dissenso manipolando le menti, orientare l’opinione pubblica con uniche narrazioni”
Neonati uccisi e traffico di organi in Ucraina
Putin a Draghi: Usa e UE mettono a rischio la sicurezza alimentare globale
Come il coronavirus ha influito sulla situazione economica mondiale.
LA RIFORMA DRAGHI DEL FISCO GARANTIRÀ IL FALÒ DEL RISPARMIO
LA LINGUA SALVATA
«Questa è gente laureata e non sa scrivere in italiano»: il concorso in magistratura è un disastro
La ripresa porta precarietà: come cambia il mercato del lavoro
Texas: “Queste stragi sono fatte apposta” (c’era stata l’esercitazione prima)
Stragi nelle scuole USA, il problema vero non è nelle armi
Biden comanda al Giappone: riarmi “drasticamente”
Uno degli amabili studiosi di Kant di Azov.
Vaiolo delle scimmie, lo strano allarmismo dei media – dottor Paolo Gulisano

 

 

EDITORIALE

L’EX GOLDMAN SACHS SENZA MASCHERINA TRA GLI STUDENTI DI UNA SCUOLA

Ricerca di Manlio Lo Presti 27 05 2022

La galleria di immagini reperibili in gran numero sulla rete dimostra che costui non ha alcuna considerazione degli altri ai quali impone regole con una insistenza che rasenta l’ossessione autistica,complice anche la fortissima pressione di un rappresentante degli interessi dei colossi farmaceutici presente nel suo dicastero. Una coabitazione forzata con colui che egli non è riuscito a cacciare grazie alle sue titaniche protezioni farmaceutiche internazionali, oltre a quelle dei soliti noti: Soros e Gates fra i più famosi.

Non è la prima volta che costui dimostra una sovrana indifferenza, che sfocia perfino nel disprezzo, delle regole rituali e di buone pratiche iniziando dal dispregio per la bandiera dimostrato al momento del suo insediamento nel cortile d’onore del Quirinale. Il cerimoniere lo ha dovuto trascinare davanti alla bandiera per i dovuti onori! (cfr: https://youtu.be/dKHKEKtppl8 Governo, Draghi sbaglia cerimoniale e non si ferma davanti al tricolore)

 

FONTE IMMAGINE: https://www.meteoweb.eu/2022/05/draghi-scuola-senza-mascherina-foto/1795504/

I segnali di strafottenza si moltiplicano mano a mano che la sottomissione o la furbesca accondiscendenza dei parlamentari e dei componenti del suo governo aumenta.  Tutti tacciono. I giornaloni-e-le-tv-dalla-parte-giusta non ne fanno il minimo cenno tranne il sole23ore che riporta una foto qui sotto, ma parla d’altro, ovviamente!

FONTE IMMAGINE: https://www.ilsole24ore.com/art/mario-draghi-studenti-non-abbiate-paura-futuro-AEm1kIaB

La vicenda, che ha l’antico, stantio e ammuffito sapore della ipocrisia degli italici levantini, avrebbe poca importanza ma costituisce uno dei segnali che dimostrano la infondatezza di una favolistica di regime che ha imperniato tutto sulla mascherina. Benché inutile, è stata imposta perché, a detta del dott. Villani del CTS, “indossarla costituiva un segnale” (cfr. https://twitter.com/michele_arnese/status/1314060248978722816).

Aggiungiamo anche il  bruttissimo segnale diffuso con l’apposizione del segreto di stato e con il divieto di effettuare autopsie sui morti. Perché? (cfr. http://documenti.camera.it/leg18/dossier/testi/ES0322.htm?_1646114841385).

Costui, probabilmente, tende a confondere il decisionismo con l’arroganza. E’ un tratto comportamentale rintracciabile prevalentemente tra coloro che sono abituati a prendere decisioni senza contraddittorio, senza un confronto costruttivo perché considerato faticoso ed una perdita di tempo che rallenta la rapidità della filiera corta del processo decisionale.

Il soggetto “decisionista” è incapace di misurare le proprie scelte dopo una attenta mediazione fra visioni differenti. Egli ha fretta!  Si muove con i codici praxeologici della operatività assertiva che non ammette repliche. Abbiamo avuto altri esempi illustri fra i quali il penultimo amministratore delegato della ex Fiat, alcuni dirigentoni-proconsoli di Telecom, Finmeccanica, ecc.

A volte però la sicumera di costoro provoca errori e gaffes come nel caso della scuola senza mascherina. Essi si sentono onnipotenti. Essi viaggiano in uno spazio siderale abissalmente avulso dal comune sentire, dal buonsenso che è, sorprendentemente, una qualità quasi assente in questo tipo di personaggi. Il buonsenso ben temperato consente di evitare incidenti di percorso ma diventa efficace se accompagnato da una profonda volontà di prestare ascolto e trarre frutto dalle opinioni altrui, specialmente dei collaboratori di cui essi si circondano come fosse una piccola corte regale, ma di cui non ascoltano una sola parola! Un classico esempio di esperti mai consultati è quello dei servizi segreti che redigono rapporti giornalieri che storicamente non sono tenuti in alcuna considerazione se non dopo i fatti avvenuti, ovviamente!

Qualcuno argutamente ha fatto ricordare la leggendaria scena del Marchese Onofrio del Grillo impersonato dal bravissimo Alberto Sordi nel momento in cui dice apertamente “io sò io e voi non siete un ca@@o”.  (cfr: https://www.youtube.com/watch?v=7MDY-8DVqjs )

Costui ,quindi, è il prodotto sedimentato di una sequenza storica della ex-italia che non ha nulla di democratico. Un Paese dove gli apparati dello Stato considerano come un nemico il cittadino che chiede chiarimenti, consigli e soprattutto l’erogazione di un servizio che viene pagato anticipatamente e profumatamente con oltre il 65% di percussione fiscale! Il cittadino è un suddito tanto è vero che le forze dell’ordine pronunciano il becero acronimo A D.R. – A Domanda Risponde facendo immediatamente capire chi comanda facendo sentire la persona un imputato che va sottoposto a sospettosi interrogatori ancorché innocente. (cfr: https://www.wallstreetitalia.com/procedura-penale-a-domanda-risponde/ ). Ma questo è un dettaglio in un Paese dove – tra un ritardo e un altro – chiunque può essere carcerato per un anno e senza alcuna motivazione apparente! 

L’attuale capo del governo merita le attenzioni di un valente erpetologo.

Nel frattempo, impari in fretta a portare rispetto ai cittadini (ripeto cittadini) che non sono né sudditi né schiavi.

E’ LA STRAFOTTENZA, BELLEZZA! 

 

 

 

IN EVIDENZA

Il potere globale preveggente: ci prepara al vaiolo

Dalla   Spagna una notizia:

La Difesa ha già custodito due milioni di vaccini contro il vaiolo dal 2019

Il Ministero della Difesa ha stretto un accordo dal luglio 2019 con l’Agenzia spagnola per i medicinali e i prodotti sanitari “per la custodia e la gestione del deposito statale strategico di 2.000.000 di dosi di vaccino ACAM 2000 contro il virus del vaiolo, per svolgere la sua somministrazione nel processo di vaccinazione”. Secondo fonti del ministero, l’AEMPS eroga alla Difesa 100.560 euro all’anno per la custodia di questi vaccini, investimento che sarà in vigore fino al 2023.  [….] Accordo firmato dall’esecutivo di Pedro Sánchez  tre anni prima dei primi contagi in Spagna del cosiddetto ‘virus delle scimmie’

https://elcierredigital.com/salud-y-bienestar/201841643/defensa-custodiaba-desde-2019-dos-millones-vacunas-contra-viruela.html

Regno Unito:

La Sanità inglese ha cambiato i testi sulla pericolosità del vaiolo delle scimmie

Alcuni giorni fa il National Health Service (NHS) del Regno Unito ha modificato la sua  pagina Monkeypox  per alterare la narrativa in alcuni modi chiave.

In primo luogo, hanno rimosso un paragrafo da  “Come si ottiene Monkeypox?”  sezione.

Fino a pochi giorni fa,  secondo i link archiviati , la pagina Monkeypox diceva questo, riguardo alla trasmissione da persona a persona [enfasi aggiunta]:

È molto raro contrarre il vaiolo delle scimmie da una persona con l’infezione perché  non si diffonde facilmente tra le persone .

…questo è stato ora completamente rimosso.

In secondo luogo, hanno rimosso questo paragrafo, che era presente almeno fino a  novembre 2021  (e forse molto più recentemente, non ci sono archivi tra novembre e maggio) [enfasi aggiunta]:

[Monkeypox] è di solito una malattia lieve che  migliorerà da sola senza trattamento . Alcune persone possono sviluppare sintomi più gravi, quindi i pazienti con vaiolo delle scimmie nel Regno Unito vengono curati in ospedali specializzati.

Il nuovo paragrafo “trattamento” recita [di nuovo, corsivo aggiunto]…

Il trattamento per il vaiolo delle scimmie mira ad alleviare i sintomi. La malattia è generalmente lieve e la maggior parte delle persone guarisce in 2-4 settimane […] Potrebbe essere necessario ricoverare in un ospedale specializzato, in modo che i sintomi possano essere curati e  per evitare che l’infezione si diffonda ad altre persone .

Quindi, rimuovono che “migliorerà da solo” e rafforzano ancora l’idea di diffondere la malattia nonostante sia stata descritta come “molto rara” fino alla scorsa settimana.

Aggiungono persino una riga sull’autoisolamento, che non è mai stata menzionata prima:

poiché il vaiolo delle scimmie può diffondersi se c’è uno stretto contatto, dovrai essere isolato se ti viene diagnosticato.

Infine, ora includono un avvertimento che puoi contrarre Monkeypox mangiando carne poco cotta, che senza dubbio alimenterà anche la narrativa anti-carne (oh, aspetta,  lo è già ).

Per riassumere, qui la storia viene riscritta un po’.

Prima, il vaiolo delle scimmie  “non si diffondeva facilmente tra le persone” . Ora lo fa.

Prima, il vaiolo delle scimmie  “va meglio da solo senza trattamento” . Ora non lo farà.

È presto per dire che Monkeypox sarà il “nuovo Covid”, e forse questo lancio si bloccherà e sarà dimenticato in un paio di settimane, ma non c’è dubbio che finora stiano prendendo alcuni suggerimenti dal playbook di Covid.

In Italia, idem:

UNA MANINA ALL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ HA MODIFICATO/RIMOSSO INFORMAZIONI SUL VACCINO ANTIVAIOLOSO

manina

Fino al 19 maggio 2022 (https://web.archive.org/web/20220519095018/https://www.epicentro.iss.it/vaiolo/) (vedi immagini allegate), nella pagina dell’ISS dedicata al vaiolo, erano presenti le seguenti frasi:

 

  • La vaccinazione antivaiolosa garantisce una elevata immunità contro il vaiolo per 3-5 anni, dopodiché il livello di protezione decresce.”; lasciando intendere che la vaccinazione non può dare un’immunità per tutta la vita (per ovvie ragioni e a differenza dell’immunità naturale).
  •            “il vaccino ha molti effetti collaterali”

 

Oggi (https://www.epicentro.iss.it/vaiolo/) ci siamo accorti che entrambe le frasi sono state completamente rimosse.

 

 

Ma la campionessa m0ndiale di preveggenza è Hillary

 

– Hillary Rodham Clinton + Piano di vaccinazione contro il vaiolo – 2003

hillary-2003

 

https://www.govinfo.gov/content/pkg/CHRG-108shrg84743/html/CHRG-108shrg84743.htm[Forwarded from ℕℝ ℚ ⭐️⭐️⭐️]

 

Perché tutto questa  preveggenza sul ritorno di un virus dichiarato estinto da mezzo secolo?

Il dottor Paolo Gulisano,  medico,  meravigliandosi dello strano allarmismo dei media sul vaiolo delle scimmie, ha indicato un altro caso di preveggenza del Potere:

 

Nel settembre del 2019  tre mesi prima dell’arrivo del Covid-19, la FDA, la Food and Drug Amministration americana che autorizza i farmaci, approvò un vaccino contro il vaiolo e il vaiolo delle scimmie. Perché nel 2019, a quarant’anni dalla scomparsa di questa malattia, l’industria farmaceutica sentì l’impellente bisogno di mettere a punto un tale preparato, anziché dedicare i propri sforzi a malattie meno virtuali come l’Epatite C, la Tubercolosi, la Malaria ? La giustificazione della FDA fu la seguente:  “sebbene la malattia del vaiolo naturale non sia più una minaccia globale, la diffusione intenzionale di questo virus altamente contagioso potrebbe avere un effetto devastante. L’approvazione odierna riflette l’impegno del governo degli Stati Uniti per la preparazione attraverso il supporto per lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci, terapie e altre contromisure mediche.”

Insomma viene sviluppato un vaccino per una malattia estinta, che teoricamente non servirebbe a nulla, se non per difendere la popolazione in caso di “diffusione intenzionale”, ovvero di una guerra biologica.    Si sa che del vaiolo, scomparso dal pianeta, rimasero due ceppi, conservati in due laboratori di massima sicurezza, uno a Mosca, e l’altro a Washington. Se il vaiolo umano tornasse, sappiamo con certezza la sua provenienza”.  Almeno questo.

Insomma ci vogliono inoculare il vaiolo, progetto che covano almeno dal 2003, e preparano la “narrativa” per la prossima campagna del terrore, che ha lo scopo di obbligare ad una copertura vaccinale del  100 per 100.  Non si dica che non siete stati avvertiti .

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-potere-globale-preveggente-ci-prepara-al-vaiolo/

 

 

“Faccio come Draghi”. A scuola senza mascherina scrive alla Preside, la lettera esemplare fa il giro del web

Davide Tutino è un docente di storia e filosofia che sin dalla prima ora si è reso protagonista di gesti di disobbedienza civile e onestà intellettuale contro la narrativa e la normativa della cosiddetta emergenza Covid. Come riporta R2020, “Tutino, dopo una e-mail di avvertimento inviata alla sua dirigente scolastica, si è presentato nell’istituto in cui lavora senza mascherina. Tra le motivazioni del gesto non solo il fatto che l‘Italia sia rimasto l’unico paese europeo ad imporla ad alunni e lavoratori, ma anche l‘esempio fornito dal Presidente del Consiglio, che pochi giorni fa si è presentato in una scuola a Sommacampagna, in provincia di Verona, lasciandosi fotografare senza mascherina in mezzo a centinaia di alunni costretti a indossarla”. Ecco il suo messaggio.

“Domani saranno 3 giorni che mi presento a scuola senza maschera, dalle ore 8 alle ore 15. Il ministro dell’Istruzione ammette che l’obbligo di maschera non ha valore sanitario ma educativo. È un bavaglio culturale, un cappio del pensiero, una mordacchia contro la parola. Faccio appello ai mezzi di informazione, ai parlamentari, alle forze politiche, ai movimenti di resistenza, perché tolgano il bavaglio da sé stessi e dai nostri ragazzi. La disobbedienza civile che sto portando avanti fa seguito alla lettera che ho inviato alla mia scuola, e che riporto qui di seguito”. Davide Tutino si firma poi come professore “illegittimamente demansionato per dissidenza politica, Rappresentante del Sindacato Fisi, tra i fondatori del gruppo di azione nonviolenta Resistenza Radicale, nonché del Comitato di Liberazione Nazionale”. Nella sua precedente lettera, scriveva così…

FONTE: https://www.ilparagone.it/senza-categoria/tutino-a-scuola-senza-mascherina/

 

 

 

 

“Come ripararsi da un attacco nucleare”: il documento pubblicato dal ministero, cosa sta succedendo

Un piano con tanto di regole da rispettare in caso di eventi con “armi o agenti di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare”. Quindi, in sostanza, di attacco nucleare. Questo il contenuto di una circolare inviata in queste ore dal ministero della Giustizia ai giudici, un documento di una dozzina di pagine all’interno del quale vengono specificiati i comportamenti da adottare in caso di grave pericolo. Un testo che, da solo, non significa niente, ma che ha allarmato non poco i destinatari, visto che in tanti anni di lavoro non avevano mai visto un documento del genere.

FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/come-ripararsi-da-un-attacco-nucleare-il-documento-pubblicato-dal-ministero-cosa-sta-succedendo/

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Francia: beccato riccone pedofilo che “imprigionava” quattordicenni

A conferma del complottismo di più bassa lega, che ritiene i miliardari siano spesso satanici pedofili, la Francia è scossa da uno scandalo enorme nei pieni alti del potere:

Jacques Bouthier, 75 anni, una delle più grandi fortune in Francia, presidente del gruppo di intermediazione assicurativa Assu 2000 è in detenzione provvisoria: è stato incriminato sabato per “tratta di esseri umani” e “stupro su minore”.

A metà marzo una donna di 22 anni si è rivolta alla polizia per sporgere denuncia. Ha spiegato di essere stata “prigioniera” per cinque anni di un uomo ricco che l’ha violentata da quando ne aveva 16. La giovane ha assicurato di vivere in uno degli appartamenti di Jacques Bouthier.

Secondo la sua versione, l’imprenditore, giudicandola “troppo vecchia” dopo qualche anno, le avrebbe chiesto di “trovare” un’altra ragazza che la sostituisse. La giovane ha quindi contattato una ragazza di 14 anni che viveva in uno squat. Alla polizia, la denunciante ha fornito un video, elemento centrale d’accusa in questa causa, dove Bouthier viene filmato in un letto con la minorenne assoldata.

L’imprenditore, che sapeva dell’esistenza di questo video, è sospettato di aver messo a punto un piano di rapimento e sequestro in una banda organizzata per cercare di recuperare le immagini e costringere la giovane a lasciare il Paese. Per questo si sarebbe avvalso dell’attiva complicità di due dipendenti, un ex membro del GIGN – l’unità di elite della gendarmeria francese – ora impiegato presso i Rotschild, di nome Christian Giroud, oltre che la donna che lo aveva messo in contatto con il denunciante oltre alla propria stessa moglie: “Era a conoscenza delle azioni del marito da anni ed è coinvolta nell’associazione a delinquere messa in atto da quest’ultimo per recuperare il video che lo incriminava”.

Così, dal 21 maggio, Jacques Bouthier è stato incriminato e posto in custodia cautelare con l’accusa ufficiale di “tratta di esseri umani ai danni di un minore e tentato”, “stupro di un minore di età superiore ai 15 anni”, “uso della prostituzione di un minore” , “violenza sessuale su minore di età inferiore ai 15 anni”, “associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di sequestro di persona in banda organizzata” e “possesso di immagini pedopornografiche”. Altre cinque persone sono state incriminate e poste in custodia cautelare.

Gli inquirenti hanno anche scoperto che almeno sette giovani donne, minorenni o giovani adulte, si sono succedute in questo appartamento. Tutti erano in disaccordo con le loro famiglie o in una situazione precaria. L’indagine è stata affidata alla brigata dei minori di Parigi.

Jacques Bouthier dirige Assu 2000 dal 1975, anno della sua fondazione. Con un patrimonio stimato in 160 milioni di euro, si è piazzato, secondo la rivista Challenges, al 487° posto nella classifica delle principali fortune della Francia nel 2020.

Non basta :

Damien Abad, nuovo ministro per la Solidarietà e le Disabilità, 42 anni, lui stesso un handicappato, ex parlamentare europeo, è stato accusato da due donne di averle stuprate, una nel 2010 e l’altra nel 2011.

Secondo Mediapart, il partito di Borne e del presidente francese Emmanuel Macron, “La République en Marche”, sarebbe stato a conoscenza delle accuse già in precedenza e avrebbe deciso comunque di indicare Abad come ministro.

Ma fatti del genere debbono essere tanto frequenti, che è nato un “Observatoire des violences sexistes et sexuelles en politique”, fondato da femministe (ovviamente) ma anche da ex dipendenti di senatori. Nel novembre 2’021 questo Osservatorio ha pubblicato un appello su Le Monde, firmato da 285 donne, cui era chiesto “al mondo politico […] di dare l’esempio” e hanno invitato i leader dei partiti politici a rimuovere dalle liste “i candidati sessisti e i responsabili della violenza” e gli “autori di violenze sessuali e di genere” dalle vita. L’Osservatorio ha indetto una manifestazione pubblica ed ha chiesto le dimissioni del ministro Abad.

E’ da vedere l’effetto che fa su Macron e il suo governo. Il politico di sinistra François #Bayrou ha parlato di frattura tra popolazione e potere: “questo governo dovrà affrontare le peggiori crisi conosciute dalla Francia dal dopoguerra”

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/francia-beccato-riccone-pedofilo-che-imprigionava-quattordicenni/

 

 

 

Il Pentagono ha stilato un contratto per la “Ricerca COVID-19” in Ucraina 3 mesi prima che il COVID-19 esistesse ufficialmente

Il mondo ha iniziato a sentire parlare per la prima volta di un nuovo coronavirus all’inizio di gennaio 2020, con segnalazioni di una presunta nuova malattia simile alla polmonite che si è diffusa a Wuhan, in Cina. Tuttavia, il mondo non conosceva il Covid-19 fino a febbraio 2020, perché è stato solo l’11 di quel mese che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente chiamato la nuova malattia da coronavirus Covid-19.

Quindi, essendo questa la verità ufficiale, perché i dati del governo degli Stati Uniti mostrano che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DOD) ha assegnato un contratto il 12 novembre 2019 a Labyrinth Global Health INC. per la “ricerca COVID-19”, almeno un mese prima della presunta comparsa del nuovo coronavirus e tre mesi prima che fosse ufficialmente soprannominato Covid-19?

I risultati scioccanti, tuttavia, non finiscono qui. Il contratto aggiudicato nel novembre 2019 per la “Ricerca COVID-19” non solo doveva svolgersi in Ucraina, ma faceva parte di un contratto molto più ampio per un “Programma di riduzione della minaccia biologica in Ucraina” .

Forse spiegando perché Labyrinth Global Health ha collaborato con EcoHealth Alliance di Peter Daszak e Metabiota di Ernest Wolfe sin dalla sua formazione nel 2017.

La documentazione nel sito originale:

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-pentagono-ha-stilato-un-contratto-per-la-ricerca-covid-19-in-ucraina-3-mesi-prima-che-il-covid-19-esistesse-ufficialmente/

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Una base militare verrà costruita in un’area protetta con i fondi del Pnrr

 

 

 

Noi insegnanti e studenti a marcire dentro le aule a 30°

Federica Francesconi 27 05 2022

FONTE IMMAGINE: https://www.meteoweb.eu/2022/05/draghi-scuola-senza-mascherina-foto/1795504/

Per 5 ore con lo straccio sul muso, simbolo della dittatura tecnosanitaria.

Lui, il lucertolone incappucciato, senza lo straccio con il suo ghigno malefico ben visibile a ricordarci quanto siamo schiavi ed imbecilli.

Perché io so’ io e voi nun siete un ca…

 

FONTE: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10224053933553874&id=1165264657

 

 

 

MA…SONO I FRATELLI DE REGE? NO! SONO STANLIO E OLIO? NO!  SONO UOLTER E BERLINGUER

Gaetano Immè 26 05 2022

 

Ma lasciate perdere sta prefica di Veltroni, a proposito ma voi lo sapete chi è stato, chi era Veltroni, l’aedo di tutti quelli che gli hanno regalato un immeritato potere?

Veltroni è figlio di un dirigente della Rai, anzi della fu Eiar, la Rai fascista, a quei tempi era un ricco sfondato, parlo del dopo guerra, e Vittorio ebbe tre figli, di cui uno debosciato, Walter, detto “Uolter”, cacciato a pedate dal Liceo Tasso, ma dentro di lui rodeva l’astio del fallito, le frustrazioni lasciano il segno nel carattere.

Così lui che fa?

Segue il Pci, ma, pusillo, diceva” Io comunista? Mai!”, ma segue anche l’odore deI soldi e la sua vera passione, ossia trovare e seguire solo chi gli può garantire il successo per esibirlo come lenimento alle sue frustrazioni.

Eccola l’occasione!

Lei è la figlia dell’Ambasciatore polacco presso la Santa Sede e, piatto ricco “me ce ficco” il suocerino” lo introduce nelle ovattate stanza di “ oltre tevere” dove lui fa pappa e ciccia con la Cei, i bavosi cardinali che il suo Pci intanto vogliono accusare di avere ucciso Emanuela Orlandi una quattordicenne pedicellosa , perché, sosteneva la Sciarelli, quelli erano vecchi bavosi che per un sbirciatina alla fica avrebbero pagato oro…

Insomma “l’inutile” improvvisamente torna molto utile al Pci/Pds o quello che cacchio era nel 2008/2009 e allora da Sindaco di Roma “Uolter”, il geniaccio, che fa?

Regali, stratosferici

A chi?

Ma al Vaticano, no?

Coi suoi soldi o con quelli del Pci?

Uolter si, ma proprio idiota no, furbo, una volpe dal cervello di un sorcio ed eccolo il grande sindaco di Roma a fare voto di scambio coi soldi pubblici del Comune di Roma

E giù regali al Vaticano, ma mica robetta, eh?

No, no, roba grossa, ad esempio ha sventrato la collina del Gianicolo per ricavarci un megaparcheggio che serve solo il Vaticano e poi, non contento, vai con cinque, dico cinque, bei contrattoni tagliola sui “derivati finanziari” che hanno sventrato il Comune di Roma e prodotto un danno che ancora deve essere richiesto dalla Corte dei Conti

Intanto a forza di mega regali al Vaticano, ecco la Cei dire di sì a Uolter e lui eccolo Segretario dell’Ulivo ( i grandi paraculi!) e al Lingotto ecco l’Ulivo – ossia i vecchi mangiaprete comunisti a culo e cammisa con i pipparoli del popolino delle parrocchie –  e poi, dopo quattro mesi, via di corsa a “ Uascinton” a baciare e leccare la pantofola del guerrafondaio Obama….

Beh, diciamo che solo Uolter e egli eredi di Enrico Berlinguer posso ancora avere la faccia per esaltare Enrico Berlinguer

Uolter perché “è fico” rimpiangere Berlinguer ma senza mai dirne il motivo, rimpiangerlo, così, nel vago, “ah…quando c’era lui!” lo dicevano però anche i gerarconi fascistoni di Mascellone e allora?

Gli eredi perché Berlinguer Enrico è stato l’unico uomo politico italiano che è riuscito a lasciare in eredità ai suoi figli e nipotini beni dello Stato Italiano, ad esempio la RAI3, ad esempio l’Università di Siena e di Roma ed alche altre.

Cosa ha fatto Enrico Berlinguer di tanto eclatante per l’Italia?

Niente di niente, anzi ha collaborato attivamente a uccidere Moro, già perché ancora nessuno mi ha spiegato come sia stato possibile che, ufficiosamente, Berlinguer si sia riunito con Violante, Tatò e un altro dirigente del Pci lo stesso giorno ( 16 marzo ’78) in cui rapirono Moro, alle ore 16 a Botteghe Oscure dove, senza che nessuno lo sapesse, il Pci decise la linea della così detta fermezza e poi perché ufficialmente il suo Pci il rapimento di Moro non se lo è filato per niente, salvo riunire il Comitato centrale sull’argomento, ma solo il 18 aprile del ’78 quando ormai il destino di Moro era segnato, ma “ dopo” che Napolitano era ritornato dagli Usa, gli ordini bisogna prenderli per via gerarchica, no?

Il marchesino sardo ha anche il grande immenso merito di avere creato le Brigate Rosse, sorte dai movimenti autonomi proprio per contestare che dopo Longo, il Pci fosse guidato da un mezzo nobile e che nemmeno aveva fatto la Resistenza!

E così Enrico aveva creato un ufficio, diretto da un suo fidato collaboratore, dove venivano “infiltrate” le Brigate Rosse, ossia il Pci sapeva benissimo tutte le azioni criminali che le BR voleva compiere, ma non conveniva denunciarli….Enricuccio, Enricuccio…..

Poi però quando Enricuccio contava che le B.R. avrebbero ammazzato quell’infamone do Sossi che aveva sventrato il Pci, a ottobre del 74 le B.R. lasciano il Pci  e seguono  “ altri”

Ah…quando c’era lui!

La questione morale?

Oggi non mi va di ridere.

FONTE: https://www.facebook.com/gaetano.imme/posts/10216949872219338

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Turchia: ai ferri corti con Grecia… e USA

(Ricordare Padre Paisios…)

da DWN:

La Turchia ha annunciato una nuova offensiva su larga scala contro i curdi in Siria: che sono “terroristi” per nkara, a alleati contro il governo siriano per gli Stati Uniti, da loro armati, pagati e addestrati.

L’azione militare lungo il confine meridionale inizierà presto, ha affermato lunedì il presidente Recep Tayyip Erdogan. L’obiettivo è creare una zona di 30 chilometri per combattere le “minacce terroristiche” della regione. La Turchia descrive le milizie curde in Siria e Iraq come terroristi. L’obiettivo principale delle missioni sono le aree da cui provengono gli attacchi alla Turchia, ha detto il presidente senza entrare nei dettagli. La Turchia ha lanciato un’offensiva contro i curdi nella zona di confine con la Siria nel 2018 e da allora ha una presenza militare nella regione.
Le milizie curde menzionate sono alleate delle forze statunitensi in Siria. La valuta nazionale turca, la lira, è scesa in modo significativo dopo che i piani di invasione sono diventati noti .

Contesto: agli Stati Uniti si sono schierati con Atene come mai prima

Sullo sfondo delle minacce di invasione c’è la crescente lotta per il potere della Turchia contro la Grecia, ma ora la Grecia ha ottenuto l’aiuto degli Stati Uniti:

Venerdì 20, numerosi media hanno riferito di un incidente straordinario. Due caccia turchi non solo sono penetrati nello spazio aereo greco – evento che si verifica regolarmente da anni e che ha messo a dura prova i rapporti tra i due paesi – ma gli aerei si sono diretti anche verso la base americana vicino alla città di Alexandroupolis – un avvertimento dimostrativo e un segnale di insoddisfazione per la Grecia e gli USA.

L’esercito americano mantiene lì una base che ha assunto un’importanza strategica col conflitto in corso; attraverso Alexandroupolis l’equipaggiamento militare può essere trasportato via terra fino al confine ucraino in poche ore.
L’apoerta provocazione è sicuramente la risposta turca, e la segnalazione della profonda irritaziome, dopo l’evento straordinario avvenuto a Washington: il 16 maggio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ricevuto il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis alla Casa Bianca. Mitsotakis ha affermato che le relazioni tra i due paesi sono “ai massimi storici”. Questo non vale solo per la cooperazione militare, ma anche per il commercio e gli investimenti.

Notare: durante l’incontro, la Grecia ha esteso di altri cinque anni un accordo sulla cooperazione militare con gli USA. Gli Stati Uniti utilizzeranno diverse basi militari in Grecia da dove le forze armate statunitensi potranno operare sia nel Mediterraneo che nel Mar Nero e anche portare attrezzature al confine ucraino. Dal punto di vista della Grecia, una maggiore presenza dell’esercito americano è una garanzia di sicurezza contro la Turchia, che negli ultimi anni ha commesso numerose violazioni dello spazio aereo greco.

L’amministrazione Erdogan sta anche rivendicando territorialmente aree ricche di risorse a sud di Cipro e nell’Egeo, il che ha portato in passato a massicce tensioni nel Mediterraneo orientale. Ankara è arrivata persino a concordare una divisione territoriale del Mediterraneo orientale con il governo parziale della Libia, che dipende dagli aiuti turchi, sebbene le aree colpite siano in gran parte di proprietà della Grecia.

Durante la sua visita nella capitale degli Stati Uniti, il capo del governo greco si è rivolto anche a entrambe le camere del Congresso degli Stati Uniti, un raro privilegio per gli ospiti stranieri. L’occasione era l’anniversario dell’inizio della rivoluzione d’indipendenza contro l’Impero Ottomano 200 anni fa, che la Grecia aveva celebrato l’anno scorso. Una commemorazione al Congresso degli Stati Uniti era stata posticipata di un anno a causa della pandemia. Anche questa occasione è significativa, in quanto ricorda la tirannia dei turchi nell’Europa sudorientale.

Mitsotakis ha pronunciato il discorso su invito della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. La lettera di invito di Pelosi affermava che nella “lotta tra le forze della democrazia e dell’autocrazia” si attendeva con impazienza di ascoltare il “messaggio di valori democratici” di Mitsotakis.

È un raro onore per gli ospiti stranieri parlare in entrambe le camere del Congresso proprio in quel luogo, il Campidoglio degli Stati Uniti. Secondo il parlamento degli Stati Uniti, negli ultimi dieci anni ci sono stati dieci discorsi di questo tipo, l’ultimo a marzo del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e prima ancora nell’aprile 2019 del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Mitsotakis è stata la prima volta che un capo del governo greco si è rivolto a entrambe le camere del Congresso.

Mitsotakis aveva anche chiesto la fine della divisione di Cipro e affrontato le tensioni con la vicina Turchia. L’invasione turca e la successiva divisione di Cipro 48 anni fa è una ferita aperta che continua a ferire, ha affermato. Cipro è stata divisa in una parte greco-cipriota più ampia a sud e una parte turco-cipriota più piccola a nord da un colpo di stato greco e un intervento militare turco nel 1974.

“Questo problema deve essere risolto, in conformità con il diritto internazionale e in linea con le pertinenti decisioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu.” Nessuno può e mai accetterà una soluzione a due stati per l’isola. Mitsotakis alludeva alla Turchia senza nominare il paese vicino – Ankara chiede una soluzione a due stati per Cipro.

Mitsotakis ha anche sollevato la questione dei sorvoli recentemente significativamente più frequenti di caccia turchi sulle isole greche nell’Egeo orientale. “Voglio essere molto chiaro qui: non accetteremo atti di aperta aggressione che violi la nostra sovranità ei nostri diritti territoriali.” Ciò esclude anche i sorvoli: questi devono fermarsi immediatamente.

La calma nella regione è particolarmente importante perché la NATO si sta attualmente concentrando sul sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa. L’ultima cosa di cui l’alleanza ha bisogno è un’ulteriore instabilità sul suo fianco sud-orientale. Rivolgendosi a parlamentari e senatori, Mitsotakis ha affermato che dovrebbero tenerne conto al momento di decidere sulla vendita di armi nella regione del Mediterraneo orientale, un chiaro riferimento alla Turchia. Perché attualmente stanno provando di nuovo ad acquistare jet da combattimento statunitensi e stanno effettivamente cercando di ricattarli con un veto contro Svezia e Finlandia che aderiscono alla NATO .

Erdogan su Mitsotakis: “Per me non esiste più”

Gli avvertimenti di Mitsotakis contro i piani turchi ora hanno delle conseguenze: “Avevamo concordato con lui di non coinvolgere terzi nella nostra disputa”, ha detto lunedì Erdogan in una conferenza stampa in vista di Mitsotakis e delle controversie nel Mediterraneo, per esempio, ha visitato gli Stati Uniti la scorsa settimana e ha parlato al Congresso e ha messo in guardia dal fornirci F-16 (jet da combattimento).” Erdogan ha dichiarato: “Non esiste più per me. Non acconsentirò mai a un incontro con lui”.

Gli Stati Uniti hanno interrotto la consegna prevista di jet F-35 alla Turchia nel 2019 dopo che l’esercito turco si è procurato il sistema di difesa missilistica S-400 russo. La Turchia ha successivamente modificato la richiesta di acquisto sull’F-16.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/turchia-ai-feri-corti-con-grecia-e-usa/

 

 

Il programma militare nucleare ucraino

Secondo Laurence Norman, giornalista del Wall Street Journal, il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Rafael Grossi, avrebbe affermato al forum di Davos che nella centrale ucraina di Zaporižžja ci sono 30 tonnellate di plutonio e 40 tonnellate di uranio arricchito.

Il tasso di arricchimento dell’uranio non è specificato. L’uranio arricchito fino al 5% può essere utilizzato solo per fini civili; può servire a fabbricare armi solo a partire dall’80%.

Il 19 febbraio 2022 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, aveva annunciato agli esponenti della Nato che l’Ucraina intendeva denunciare il Memorandum di Budapest (1994) per potersi dotare di armi nucleari di fronte alla Russia.

Il 21 febbraio 2022 il presidente Vladimir Putin aveva fatto riferimento a un programma nucleare ucraino affermando che: «La sola cosa che manca [all’Ucraina] è un sistema di arricchimento dell’uranio. Ma è una questione tecnica che non rappresenta un problema insormontabile per l’Ucraina».

Il 24 febbraio 2022 la Russia ha attaccato l’Ucraina, specificando che agiva nel quadro del diritto internazionale.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article217079.html

 

 

 

CULTURA

Soros e l’Open Society. Un libro per conoscere i falsi filantropi

Da qualche giorno in libreria c’è un libro utile: Soros e l’Open Society, edito da Arianna. L’ha scritto un nostro collaboratore, Roberto Pecchioli, E’ una puntuale ricostruzione della vita e delle opere – finanziarie e politiche- di uno dei grandi protagonisti del nostro tempo, il miliardario globalista George Soros. Finanziere senza scrupoli, autore del drammatico attacco alla lira nel 1992, gran tessitore delle rivoluzioni “colorate” filo occidentali in collaborazione con il National Endowment for Democracy (NED) emanazione della CIA, dominus dell’Open Society Foundation, Fondazione per la Società Aperta, che ha distribuito nel tempo oltre 30 miliardi di dollari per le cause che piacciono alla gente che piace.

Immigrazione, aborto, eutanasia, teoria gender, liberalizzazione delle droghe, privatizzazione del mondo e delle istituzioni internazionali, controllo sui movimenti politici e sul sistema di comunicazione attraverso il metodo più sicuro: il denaro. Follow the money, segui il denaro, è l’incipit del saggio di Roberto Pecchioli, che abbiamo intervistato per i nostri lettori.

Innanzitutto, perché questo libro? Nel panorama editoriale mancava un testo che parlasse di un personaggio e di un mondo che determina molta parte della nostra vita, ma non è un governo, un leader politico o ideologico e nemmeno un maestro di pensiero. George Soros è uno di quegli uomini che – a colpi di miliardi- cambiano il mondo, il modo di pensare di milioni di persone. Incarna un tipo umano nuovo: la casta dei miliardari “filantropi”, sociopatici pericolosi, i padroni del mondo. Soros, ma anche Bill Gates, e altri, ai vertici di grandi fondazioni familiari, Ford, Rockefeller, Carnegie. Tutti impegnati sul versante antinatalista: Warren Buffet ha versato oltre mezzo miliardo di dollari a Planned Parenthood, la più grande organizzazione abortista del mondo. Dietro di lui Jeff Bezos, Bloomberg, e naturalmente Soros. La chiamano “salute riproduttiva”.

Nel libro ripercorri la vita e la giovinezza di Soros e ricostruisci i legami con il gruppo Rothschild, l’approdo alla London School of Economics e l’influenza di Karl Popper, il teorico della Società Aperta. E’ così importante quel periodo per il giovane Soros? Fu determinante. Figlio della borghesia ebraica di Budapest, il giovane Gyorgy Schwartz cambiò cognome per volontà del padre per dissimulare le origini ebraiche. Approdò a Londra dove studiò nell’università della Società Fabiana, l’élite imperiale il cui simbolo è il lupo vestito in pelle d’agnello. Lì si innamorò di un concetto e di un nome, Società Aperta.

Che cosa significa Società Aperta? Per Karl Popper, maestro di Soros, è il liberismo economico assoluto – la privatizzazione del mondo- innestato in una società materialista e consumista in cui gli uomini perdono ogni riferimento etico, tradizionale, spirituale. E’ il dominio dell’economia e la mercantilizzazione della vita. Aperta solo per chi è d’accordo, però. Chi non crede nella società aperta non ha diritti. “Non si può essere tolleranti con gli intolleranti”. Ma chi stabilisce chi sono gli uni e gli altri?

 Quando nasce in Soros l’idea della Fondazione? Come agisce e, in concreto, che cosa fa? Approdato in America, arricchito con la speculazione finanziaria, Soros fonda nel 1979 l’Open Society e finanzia studenti di colore nel Sudafrica dell’apartheid, la futura classe dirigente. Ecco l’intelligenza e la lungimiranza di Soros: capisce che si vince sul terreno culturale e dell’incorporazione delle menti più brillanti nel progetto globalista. Negli anni Ottanta è attivissimo nell’Europa Orientale e nell’URSS in funzione anticomunista. Forma molti che avrebbero costituito il nerbo dei governi post comunisti e partecipa al banchetto sulle spoglie dell’URSS che sarebbe durato sino all’ascesa di Putin. Negli anni Novanta, diventato uno degli uomini più ricchi del mondo, il nemico degli Stati nazionali attacca la sterlina, la lira e le valute delle “tigri asiatiche” ed è al centro delle azioni che avrebbero portato alla violenta deposizione di Milosevic in Serbia.

L’attacco speculativo alla sterlina e alla lira sono le più note imprese finanziarie di Soros. Che cosa avvenne? Era il 1992, c’era il cosiddetto serpente monetario e Regno Unito e Italia erano i vasi di coccio. Soros vendette allo scoperto miliardi di sterline, sostenuto dalle banche americane, costringendo l’Inghilterra a uscire dal sistema. All’ operazione non fu estranea la parte dell’anglosfera contraria all’avvicinamento all’Europa, sostenitrice dell’alleanza storica con gli Stati Uniti. In Italia le cose andarono peggio: dopo l’insuccesso di un’asta del Tesoro- la Banca d’Italia non poteva intervenire dopo lo scellerato divorzio tra Tesoro e istituto di emissione imposto dal ministro Andreatta nel 1981- la lira venne attaccata con violenza enorme. Non solo Soros; in molti approfittarono per esportare capitali affossando la nazione. Ciampi, governatore di Bankitalia, prosciugò le riserve nel vano tentativo di resistere. Un giochetto da sessantamila miliardi. Intanto, sul panfilo Britannia i gioielli delle Partecipazioni Statali venivano venduti a prezzo di saldo – la lira valeva ben poco- agli stessi che avevano ispirato Soros nell’attacco alla nostra valuta. Sul panfilo c’era anche Mario Draghi, all’epoca direttore generale del Tesoro. Proprio in questi giorni Soros ha elogiato l’azione politica di Draghi, in particolare sulla guerra in Ucraina.

Scrivi che Soros, anziché essere considerato nemico della nazione, ebbe addirittura una laurea honoris causa a Bologna. La consegnò un altro protagonista della politica e della finanza, Romano Prodi. Nel 1992 l’esito dell’operazione di Soros e della sconsiderata reazione di Ciampi fu la manovra “lacrime e sangue” con il prelievo forzoso del sei per mille sui conti correnti di Giuliano Amato, sopravvissuto alla mattanza del sistema politico con l’operazione Mani Pulite. Amato, attuale presidente della Corte Costituzionale, è membro dell’ECFR, Consiglio Europeo per le Relazioni Estere, una creatura di George Soros.

Allora Soros è davvero il grande burattino globale… No, è uno degli esponenti di un sistema di dominio il cui scopo è la privatizzazione del mondo.  E’ un simbolo, il capofila di alcuni straricchi il cui progetto è cambiare alla radice la creatura umana a fini di potere. Il loro non è un progetto economico – possiedono tutto e fanno parte dell’oligarchia che crea il denaro- bensì un’idea di dominio totale sull’uomo attraverso la sua riconfigurazione. Resettano l’homo sapiens– le sue credenze, la religione, la comunità, le identità e le appartenenze – fanno una tabula rasa morale, culturale, valoriale, su cui edificano un colossale dispositivo di potere privato.

Concretamente, come si dispiega quel potere? Soros conta moltissimo nell’ONU, nella Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, così come Bill Gates e Big Pharma sono padrone dell’OMS che sta imponendo un pezzo di governo mondiale attraverso la dittatura sanitaria. Il globalismo sta tirando le reti gettate da anni da personaggi come Soros, bestia nera degli Stati nazionali, della sovranità e soprattutto dei principi e valori della civiltà europea e occidentale.

Chi è finanziato da Soros? Come sceglie, e quali sono le cause che sostiene? La sua è una vera e propria galassia che distribuisce direttamente oltre un miliardo di dollari annui, presente in quattro continenti. Ha fondato un’università a Budapest, ora a Vienna perché il governo magiaro ha cacciato Soros. Finanzia campagne e gruppi favorevoli all’ aborto libero, alla legalizzazione delle droghe, alle teorie omosessualiste e gender. Fu il primo a sostenere l’eutanasia con il cosiddetto Progetto Morte. Le somme che ha donato a queste cause ammontano a miliardi di dollari. E’ tra i massimi finanziatori del Partito Democratico americano. Ovunque sostiene movimenti, associazioni, gruppi orientati a sinistra.  In Italia sono stati finanziati da Soros il Partito Radicale e Più Europa. Emma Bonino è dirigente internazionale dell’Open Society. Possiede un’importante agenzia di stampa e in Italia ha co- finanziato un progetto giornalistico volto a modificare il linguaggio da usare sull’ immigrazione.

Qual è il ruolo di Soros nel sostegno all’immigrazione? Tu stesso hai pubblicato rapporti sull’argomento; il tuo lavoro mi è servito nelle ricerche sul libro. Soros è uno dei maggiori finanziatori delle ONG (alcune dirette da suoi collaboratori storici) che agiscono in appoggio alle rotte migratorie clandestine. Queste associazioni, Open Arms, Sea Watch e altre, favoreggiano apertamente gli scafisti e i mercanti di carne umana. Hanno bisogno di somme enormi per mantenere navi, droni, elicotteri e aerei d’appoggio. Soros è il più munifico ufficiale pagatore. Le strutture di cui dispongono sono costosissime e la longa manus del sedicente filantropo è la più generosa.

  1. Alla gente sfuggono le motivazioni di tanto attivismo. Non è certo la filantropia il movente di Soros; perché un impegno così grande sul fronte migratorio? L’uomo plasmato dall’iperclasse globalista è un essere che va dominato; non deve pensare, sentirsi parte di una comunità, è privo di principi morali e non deve porsi domande di senso. Deve limitarsi a lavorare per consumare con l’intermezzo di piaceri triviali, indifferente ai legami, alla famiglia, alla comunità, fluido, liquido, cangiante, secondo la volontà dei padroni della Società Aperta. Infine scomparire se vecchio, debole, malato. Il nemico è l’uomo radicato, consapevole, figlio di una storia e di una comunità, deciso a trasmettere la sua civiltà alle future generazioni. E’ il ritratto dell’umanità europea e cristiana di ieri. Va decostruito, resettato, cancellato. Ogni mezzo vale: il più radicale è la sostituzione etnica, ma servono egregiamente allo scopo il femminismo estremista e la cultura della cancellazione. Soros e altri mettono il denaro, scuotono l’albero e raccolgono i frutti. L’esito è l’umanità sradicata, senza idee, senza passato e indifferente al futuro: una specie zoologica d’allevamento.
  2. D. Il quadro è quello che io e altri tratteggiamo da tempo. Mi sembra però che tu individui qualcosa di ulteriore. Parli della presa di possesso delle istituzioni internazionali da parte di Soros, Gates e degli altri membri del circolo dei miliardari. Effettivamente la realtà è da incubo. Questi signori hanno in mano il mondo attraverso il controllo e la proprietà della tecnologia, della finanza, delle istituzioni internazionali. Le ONG sono uno strumento di questo potere; vige il sistema delle porte girevoli. I dirigenti occupano di volta in volta le poltrone di vertice delle fondazioni private e poi passano alle istituzioni transnazionali. Sempre gli stessi, tutti formati al liberismo economico e al radicalismo libertario. L’attuale presidente dell’Open Society, Lord Malloch Brown, fu ministro laburista inglese ed ex vice segretario dell’ONU. Nel gioco dei quattro cantoni, chissà perché, Soros c’entra sempre. Come nei colpi di Stato, nelle rivoluzioni “colorate”, in Ucraina nel 2004 e nel 2014, in Egitto, persino Birmania e Montenegro. L’elenco potrebbe continuare, ricordando che Soros è anche proprietario terriero e azionista di banche in Colombia.

E in Europa? Numerosi membri della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono o sono stati dirigenti della galassia Soros, che conta molto nelle istituzioni dell’UE e ha numerosi europarlamentari “amici”. Del suo Consiglio Europeo per gli Affari Esteri abbiamo accennato. Tutto si tiene se si segue il denaro e si scopre da chi sono finanziate, volute e imposte le politiche migratorie, i “nuovi diritti”, la banalizzazione delle dipendenze, la decomposizione della famiglia e del tessuto comunitario. Io stesso non immaginavo di imbattermi in un potere tanto esteso, ramificato e provvisto di mezzi. Soros è un protagonista di primo piano nella privatizzazione del mondo e nella costruzione di un’umanità manipolata dall’oligarchia finanziaria e tecnologica, alleata con l’apparato di potere politico, economico e riservato degli Usa e dell’Occidente. Dimenticavo: George Soros è tra gli ispiratori del Forum di Davos, quelli del Grande Reset e dello slogan “non avrai niente e sari felice”. Ha 92 anni, è all’ultimo tratto della vita. Tuttavia la sua creatura gli sopravvivrà e uno dei suoi figli, Alexander, è in pista per continuare il lavoro del padre.

Per chi vuole capire la realtà, George Soros e l’Open Society è un libro da leggere come un romanzo. Al di là della figura di Soros, non crederete più che il mondo sia un giardino di miliardari filantropi e che il bene comune sia l’obiettivo dell’immenso dispositivo di potere privato, il dominio globale dell’oligarchia tecno finanziaria.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/soros-e-lopen-society-un-libro-per-conoscere-i-falsi-filantropi/

 

 

Il DATAISMO – L’Umanità ridotta a numeri

Salvatore Licciardi – 24 05 2022

Sacrofano giugno 2021

FONTE: https://www.facebook.com/slicciardi2/posts/5343831032296033

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

STRAGE DI CAPACI, DIA PERQUISISCE LA REDAZIONE DI “REPORT”

Strage di Capaci, Dia perquisisce la redazione di “Report”È stata perquisita la redazione di Report e la casa del giornalista Paolo Mondani. L’ordine è stato disposto dalla Dia di Caltanissetta, su mandato della Procura Nissena. Si cercano atti riguardanti l’inchiesta “La bestia nera” andata in onda ieri sera su Rai 3. La notizia è stata resa nota su Facebook dal conduttore del programma giornalistico Sigfrido Ranucci. “Il motivo – scrive il giornalista e vicedirettore delle Terza rete – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc”.

Ranucci sostiene che da parte della redazione ci sia “massima collaborazione. Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure”. Intervistato dall’Ansa, il conduttore commenta la perquisizione. “Il collega – chiosa – aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti”. Ranuncci spiega poi che “il decreto di perquisizione riporta la data del 20 maggio, cioè tre giorni prima della messa in onda del servizio. Non è un atto ostile nei nostri confronti. Ovviamente abbiamo messo al corrente l’ufficio legale, l’ad Fuortes e il nostro direttore”.

Il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca comunica la perquisizione eseguita dalla Dia nei confronti di “un giornalista che non è indagato”, punta a “verificare la genuinità delle fonti. La perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta dal giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario. Sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni – aggiunge De Luca – circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese da Alberto Lo Cicero”, prima come confidente e poi come collaboratore di giustizia, che avrebbero permesso di “evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina”.

Le dichiarazioni di Lo Cicero, osserva De Luca, “sono totalmente smentite dagli atti acquisiti da questa procura sia dagli archivi dei carabinieri, sia nell’ambito del relativo procedimento penale della Procura di Palermo. Il riscontro negativo emerge dalle trascrizioni delle intercettazioni ambientali fatte nei confronti del Lo Cicero, prima della sua collaborazione, nonché da tutti i verbali di sommarie informazioni e di interrogatorio dallo stesso resi prima dei su indicati eventi”. De Luca precisa anche che “Alberto Lo Cicero sia nel corso delle conversazioni intercettate, che nel corso degli interrogatori da lui resi, al pubblico ministero e ai carabinieri, non fa alcuna menzione di Stefano Delle Chiaie”.

Intanto, il presidente della Federazione nazionale della stampa, Beppe Giulietti, si augura che “auspica che a nessuno venga oggi in mente di molestare Report e la sua redazione”. Giulietti scrive su Twitter. “Dopo la puntata su Capaci – sottolinea – sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trent’anni, sono riusciti a restare in una ben protetta oscurità”. Giulietti annuncia anche che “questa mattina saremo nella redazione di Report per decidere iniziative a tutela delle fonti e del segreto professionale. Intanto chiediamo alla Rai di mettere a disposizione i suoi legali a tutela redazione”.

In una nota la Fnsi, sostiene che “le perquisizioni nella redazione di Report e a casa dell’inviato Paolo Mondani ripropongono l’urgenza di approvare norme più efficaci a tutela delle fonti e del segreto professionale dei giornalisti. Più volte la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ribadito che gli effetti di ingerenze di questo tipo nell’attività di chi fa informazione equivalgono ad un attacco al diritto dei cittadini ad essere informati, ma in Italia sembra che questo monito nessuno voglia ascoltarlo”. Secondo il sindacato unitario dei giornalisti, “quanto accaduto questa mattina ai colleghi di Report è inaccettabile perché, nonostante la dichiarata disponibilità a collaborare con gli inquirenti, è stata disposta anche l’acquisizione di copie dei dati presenti su computer e telefoni. La Federazione nazionale della stampa italiana è al fianco del conduttore Sigfrido Ranucci e di tutta la redazione di Report ed è pronta a sostenere, insieme con l’Usigrai, tutte le iniziative che i colleghi riterranno necessario intraprendere a difesa del proprio lavoro e del diritto di cronaca. L’auspicio è che quanto accaduto possa spronare governo e parlamento a trovare finalmente il modo di intervenire per rafforzare la tutela delle fonti e il segreto professionale, come primo tassello di un sistema di regole che consenta di fermare la rovinosa caduta che l’informazione di questo Paese sta facendo registrare nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa”.

FONTE: https://opinione.it/politica/2022/05/24/lia-faldini_strage-capaci-dia-report-rai-3-mondani-ranucci/

Golpe in Ucraina. YouTube rimuove incredibilmente la famosa ammissione della Nuland

Il ruolo degli Stati Uniti nel golpe del 2014 che ha portato al potere i nazionalisti in Ucraina durante i famigerati giorno dell’Euromaidan è ormai acclarato non ci sono più dubbi. Tuttavia sono ancora in corso manovre per ‘sfumare’ per così dire la posizione di Washington visto che quel colpo di Stato rappresenta uno dei passaggi che hanno poi portato alla tragica situazione attuale dove una Russia praticamente costretta spalle al muro, ha dato avvio alla sua operazione militare per smilitarizzare e denazificare il regime di Kiev.

La cosiddetta ‘pistola fumante’ che dimostra il coinvolgimento degli Stati Uniti nel colpo di Stato del 2014 a Kiev è stata rimossa da YouTube dopo otto anni. Era la versione più completa della conversazione intercettata e trapelata tra l’allora Assistente Segretario di Stato Victoria Nuland e Geoffrey Pyatt, l’allora ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, dove i due funzionari statunitensi discutono su chi comporrà il nuovo governo, con ampio anticipo rispetto al rovesciamento del presidente ucraino eletto democraticamente Viktor Yanukovich. Il cui governo fu cui abbattuto con un violento golpe giunto a compimento il 21 febbraio del 2014.

 

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti non ha mai negato l’autenticità del video e ha persino chiesto scusa all’Unione Europea perché Victoria Nuland affermava testualmente: “Fuck the EU”.

I media mainstream all’epoca preferirono – per ovvi motivi – concentrarsi quasi esclusivamente su quell’osservazione, ignorando intenzionalmente il reale significato e le conseguenze dell’interferenza degli Stati Uniti negli affari interni dell’Ucraina.

Il portale di giornalismo Consortium News si è reso conto della rimozione del video che è stato incorporato in numerosi articolo dedicati al rovesciamento di Yanukovich.

Adesso appare così:

A suscitare più di qualche dubbio è la tempistica della rimozione del video. I media mainstream sin dall’inizio dell’operazione russa in Ucraina hanno fatto di tutto per confondere le acque, evitare accuratamente di di menzionare le cause dell’attuale conflitto, inclusa l’espansione della NATO verso est, le proposte di trattato avanzato da Mosca lo scorso dicembre, la guerra civile nel Donbass e il colpo di Stato del 2014 a Kiev che ha portato alla rivolta del Donbass e alla violenta repressione da parte del governo golpista.

Il golpe è infatti il punto di partenza per comprendere quanto accade oggi. La rimozione del video è coerente con l’occultamento di tutte le informazioni che si allontanano dalla narrativa forzata e fuorviante degli eventi in Ucraina, inclusa l’eliminazione di qualsiasi menzione del colpo di Stato ispirato, sostenuto e foraggiato dagli Stati Uniti.

La trascrizione

La BBC il 7 febbraio 2014, 14 giorni prima della defenestrazione di Yanukovich, ha pubblicato una trascrizione della conversazione Nuland-Pyatt. Consortium News l’ha riproposta.

Ecco la traduzione in italiano:

Nuland: Cosa ne pensi?

Pyatt: Penso che siamo in gioco. Klitschko [Vitaly Klitschko, uno dei tre principali leader dell’opposizione] è ovviamente l’elettrone complicato. Soprattutto l’annuncio della sua nomina a vice-primo ministro, e hai visto alcuni dei miei appunti sui problemi del matrimonio in questo momento, quindi stiamo cercando di capire in fretta a che punto siamo. Ma penso che la tua argomentazione con lui, che dovrai fare, penso che sia la prossima telefonata che vuoi organizzare, sia esattamente quella che hai fatto a Yats [Arseniy Yatseniuk, un altro leader dell’opposizione]. E sono contento che tu l’abbia messo sul punto in cui si inserisce in questo scenario. E sono molto contento che abbia detto quello che ha detto in risposta.

Nuland: Bene. Non credo che Klitsch debba entrare nel governo. Non credo sia necessario, non credo sia una buona idea.

Pyatt: Sì. Credo che… per quanto riguarda il fatto che non entri nel governo, lasciatelo fuori a fare i suoi compiti politici e così via. Penso solo che, in termini di avanzamento del processo, vogliamo tenere insieme i democratici moderati. Il problema sarà Tyahnybok [Oleh Tyahnybok, l’altro leader dell’opposizione] e i suoi uomini e sono sicuro che questo fa parte dei calcoli del [Presidente] Yanukovych.

Nuland: [Penso che Yats sia l’uomo con l’esperienza economica e di governo. Ha bisogno di Klitsch e Tyahnybok all’esterno. Deve parlare con loro quattro volte alla settimana. Penso solo che Klitsch entrerà… sarà a quel livello per lavorare per Yatseniuk, non funzionerà.

Pyatt: Sì, no, credo che sia così. OK. Bene. Vuoi che organizziamo un incontro con Yatseniuk? Vuoi che organizziamo una telefonata con lui come prossimo passo?

Nuland: Da quella telefonata ho capito – ma dimmelo tu – che i tre stavano andando alla loro riunione e che Yats avrebbe offerto in quel contesto una… conversazione tre più uno o tre più due con te. 

Pyatt: No. Penso che… Voglio dire che è quello che ha proposto, ma penso che, conoscendo la dinamica che c’è stata tra loro, in cui Klitschko è stato il capobranco, ci metterà un po’ a presentarsi a qualsiasi riunione abbiano organizzato e probabilmente starà parlando con i suoi uomini a questo punto, quindi penso che rivolgersi direttamente a lui aiuti la gestione della personalità tra i tre e vi dia anche la possibilità di muovervi velocemente su tutte queste cose e di metterci dietro prima che si siedano tutti insieme e lui spieghi perché non gli piace.

Nuland: Ok, bene. Sono contento. Perché non lo contatti e vedi se vuole parlare prima o dopo?

Pyatt: Ok, lo farò.

Nuland: Ok… un’altra cosa per te, Geoff. [Non ricordo se te l’ho detto, o se l’ho detto solo a Washington, che quando ho parlato con Jeff Feltman [Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Politici] questa mattina, aveva un nuovo nome per l’uomo delle Nazioni Unite, Robert Serry, te l’ho scritto stamattina?

Pyatt: Sì, l’ho visto.

Nuland: OK. Ha ottenuto che sia Serry che il [Segretario Generale delle Nazioni Unite] Ban Ki-moon siano d’accordo sul fatto che Serry possa arrivare lunedì o martedì. Sarebbe un’ottima cosa, credo, per contribuire a incollare questa cosa e far sì che l’ONU contribuisca a incollarla e, sai, a mandare a fanculo l’UE.

Pyatt: No, esattamente. E penso che dobbiamo fare qualcosa per far sì che rimanga unito perché si può essere abbastanza sicuri che se inizia a prendere quota, i russi lavoreranno dietro le quinte per cercare di silurarlo. E ancora una volta, il fatto che questo sia in circolazione in questo momento, sto ancora cercando di capire perché Yanukovych (confuso) lo abbia fatto. Nel frattempo è in corso una riunione della fazione del Partito delle Regioni e sono sicuro che a questo punto ci sia una vivace discussione all’interno del gruppo. Ma in ogni caso, se ci muoviamo in fretta… Quindi lasciatemi lavorare su Klitschko… Vogliamo cercare di ottenere qualcuno con una personalità internazionale che venga qui e ci aiuti a gestire questa cosa. L’altra questione è una sorta di contatto con Yanukovych, ma probabilmente ci riorganizzeremo domani per vedere come le cose iniziano ad andare al loro posto.

Nuland: Su questo punto Geoff, quando ho scritto la nota [il consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente degli Stati Uniti, Jake] Sullivan mi ha risposto con un VFR [direct to me], dicendo se avessi bisogno del [vicepresidente degli Stati Uniti, Joe] Biden… Quindi Biden è disponibile.

OK. Ottimo. Grande, grazie.

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-golpe_in_ucraina_youtube_rimuove_incredibilmente_la_famosa_ammissione_della_nuland/45289_46412/

 

 

 

ESPERTO MILITARE USA: LA RUSSIA SEGNERA’ ANCORA VITTORIE IN DONBASS, PERCHE’ DEVE ADATTARSI AL NUOVO GIOCO DELLA NATO

Rosanna Spadini 24 05 2022

La NATO ha alzato la posta inondando l’Ucraina di armi pesanti e cercando di prolungare il conflitto, afferma Scott Ritter, analista militare ed ex ufficiale dell’intelligence della Marina statunitense.

In una recente intervista con Sputnik ha affermato che se la Russia è “in grado di ottenere una sorta di vittoria dimostrabile sul campo di battaglia di così ampia scala che l’inevitabile sconfitta dell’Ucraina si gioca davanti alla comunità europea, ciò metterebbe un freno al provvedimento di armi [dall’Occidente] in un esercizio futile”. La resa dell’esercito ucraino, della Guardia nazionale e dei neonazisti ad Azovstal può essere considerata una vittoria di questo tipo?

Scott Ritter : È una vittoria importante. È una vittoria strategica, ma non è la vittoria sulle armi occidentali di cui stavo parlando. È stata una vittoria statica, ottenuta dopo aver guidato i difensori sottoterra. Quella fu la seconda metà della battaglia. Non è stata una battaglia contro le forze ucraine che erano state addestrate ed equipaggiate, soprattutto, con questa nuova ondata di assistenza militare. Ora quella battaglia ha luogo. Penso che con quello che stiamo vedendo in Donbass vediamo la potenziale formazione di diversi calderoni che hanno il potenziale di circondare molte migliaia di truppe ucraine. Questa è la vittoria che penso che potrebbe cambiare le sorti in termini di plasmare o influenzare l’opinione pubblica in Europa e altrove.

Sputnik: il 21 maggio Biden ha firmato un pacchetto di aiuti militari da 40 miliardi di dollari all’Ucraina. La fornitura di nuove armi potrebbe cambiare le regole del gioco per Kiev?

Scott Ritter : Non è possibile, è un punto di svolta. Ciò non significa che l’Ucraina vinca la partita. Ma la Russia ha iniziato l’operazione militare speciale con un numero limitato di truppe e con obiettivi chiaramente definiti che erano stati progettati per essere raggiunti con questo numero limitato di truppe.

Oggi la Russia ha ancora lo stesso numero di truppe e gli stessi obiettivi. Ma invece di andare contro l’esercito ucraino come esisteva all’inizio del conflitto, ora sta affrontando un esercito ucraino che è supportato da un pacchetto di armi che da solo quasi corrisponde al budget della difesa per la Russia in tutto un anno. Penso che il budget della difesa per la Russia nel 2021 fosse di circa 43 miliardi di dollari.

Questo pacchetto che è stato appena fornito corrisponde quasi a quello e quando lo si aggiunge a ciò che è già stato fornito durante i primi cinque mesi del 2022, sono 53 miliardi di dollari . Sono quasi 10 miliardi di dollari in più di quanto la Russia spenda per la totalità delle sue forze armate in un anno. Questo cambia il gioco. Ancora una volta, il pacchetto da 40 miliardi di dollari non è solo armi . Gran parte è supporto umanitario e poi qualche altro supporto finanziario. Ma è ancora… La quantità di denaro che viene fornita in termini di armi, è molto.

Anche gli Stati Uniti e la NATO stanno fornendo supporto di intelligence in tempo reale agli ucraini. Questo è un punto di svolta. E i paesi della NATO hanno ora fornito all’Ucraina una profondità strategica che risale alla Polonia e alla Germania, dove le basi vengono utilizzate per addestrare le forze ucraine sulle nuove armi che vengono fornite.

Il gioco è cambiato. Oggi è un gioco completamente diverso rispetto a quello iniziato il 24 febbraio. L’operazione militare speciale della Russia continua ad operare utilizzando le risorse che erano state assegnate sulla base di una capacità militare esistente il 24 febbraio. Quella capacità militare, quella realtà militare è cambiata. Le capacità della Russia no. Quindi è un gioco diverso. Non significa che la Russia perderà, ma significa che probabilmente la Russia dovrà adattarsi per affrontare questa nuova realtà.

Possiamo sederci qui e attaccare il pacchetto da 40 miliardi di dollari . Possiamo dire che molte di queste sono vecchie armi. Possiamo dire che gli ucraini non sono addestrati su alcune di queste armi , che mantenere le armi sarebbe difficile, che la Russia potrebbe essere in grado di interdire alcune di queste armi prima che arrivino sul campo di battaglia. E tutto ciò è vero. $ 40 miliardi sono molti soldi e comprano molte armi. Questo è un sacco di interdizione. E non credo che la Russia abbia dimostrato di poter ottenere tutto. Abbiamo visto alcune di queste armi moderne apparire in prima linea, il che significa che la Russia non le sta interdicendo.

Sputnik: Potrebbe per favore fornire la sua prognosi su come potrebbe evolversi la situazione militare dopo la caduta di Azovstal? Riuscirà la Russia ad accerchiare 8.000-15.000 forze armate dell’Ucraina nella direzione Slavic-Kramatorsk?

Scott Ritter : Bene, prima con l’ultima parte della tua domanda. Utilizzando le mie capacità con una serie incompleta di dati, credo che la Russia stia raggiungendo i suoi obiettivi operativi dichiarati sul campo di battaglia nel Donbass, compreso il potenziale di accerchiare decine di migliaia di forze ucraine. E alcuni di questi accerchiamenti stanno avvenendo mentre parliamo, specialmente vicino a Severodonetsk per ottenere alcune altre aree. Quindi credo che la Russia sia sul punto di ottenere alcune importantissime vittorie sul campo di battaglia che favoriranno immensamente i suoi obiettivi di fase due di liberare il Donbass dalle forze ucraine.

Non abbiamo appreso della seconda fase dell’operazione militare speciale fino alla fine di marzo, quando la Russia ha improvvisamente detto, va bene, la fase uno è finita. Ora iniziamo la fase due. Quindi ora, per valutare la fase uno, dobbiamo dire, bene, allora quali erano gli obiettivi della fase uno – e ha detto la Russia – gli obiettivi erano plasmare il campo di battaglia. Questo è quello di raggiungere l’obiettivo di liberare il Donbass e altri obiettivi non dichiarati ma ovvi come garantire un approvvigionamento idrico per la Crimea ed è per questo che vediamo la testa di ponte di Kherson, la creazione di un ponte terrestre tra la Crimea e il Donbass e la Federazione Russa. Ed è lì che vediamo il viaggio lungo la costa dell’Azov. Questi fanno parte, credo, del pacchetto di liberazione del Donbass.

E apparentemente entro marzo, metà marzo, fine marzo, la Russia credeva di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi durante la fase uno, il che significa che avevano plasmato il campo di battaglia, avevano distrutto sufficienti capacità militari ucraine o l’avevano neutralizzata al punto che ora poteva concentrarsi su una battaglia di successo nella fase due, incentrata sul Donbass.

E la fase due è progettata per completare i compiti, i compiti militari di liberare il Donbass, creare il ponte terrestre e garantire l’approvvigionamento idrico per la Crimea. E questa sembra un’importante vittoria militare. E questo è. Ma ora torniamo alla fase uno. Perché la Russia ha detto che oltre a raggiungere i suoi aspetti territoriali di questa vittoria, aveva altri due compiti militari, la de-nazificazione e la smilitarizzazione, e questi compiti militari erano stati fatti per raggiungere. E questa è la parte veramente importante, un obiettivo politico.

Gli obiettivi della Russia in questa cosa – ed è quello che ha detto la Russia, un’Ucraina non NATO permanentemente neutrale, collegata agli obiettivi strategici che sono stati delineati dalla Russia. Credo che il 17 dicembre, quando hanno fornito due bozze di trattati, uno per gli Stati Uniti e uno per la NATO, che dicevano che la Russia trova la situazione esistente in Europa come NATO e Russia inaccettabile e va oltre la semplice Ucraina, oltre la semplice dicendo no all’espansione verso est della NATO. E include che la NATO deve collaborare con la Russia per ridefinire l’aspetto della sicurezza europea e che il nuovo quadro di sicurezza europeo deve includere il ritiro della NATO alle linee 1990-1997. Ora, questi sono gli obiettivi dichiarati della Russia.

E ora abbiamo il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin che parla di usare questo conflitto per infliggere una sconfitta strategica alla Russia infliggendo così tante vittime che la Russia si indebolisce al punto che non potrà mai più svolgere un’operazione come questa in Europa.

Questo è un obiettivo completamente diverso da quello che dicevano gli Stati Uniti all’inizio . E la NATO è coinvolta in quell’obiettivo. Quindi il punto è che quando la Russia finirà la fase due, dovrà comunque confrontarsi con un’Ucraina ostile che è più strettamente collegata alla NATO oggi di quanto non lo fosse quando è iniziato il conflitto. E con una NATO che non è disposta a ribaltare e accettare le richieste della Russia riguardo a un nuovo quadro di sicurezza europeo in cui entrambe le parti possano vivere in pace insieme, ma piuttosto che si concentra sulla distruzione della Russia e dell’Ucraina attraverso continue operazioni di combattimento senza sosta. Il che significa che è meglio che la Russia abbia in mente una fase tre perché questa guerra non sarà finita quando finirà con la fase due.

FONTE: https://www.facebook.com/rosanna.spadini/posts/5763869303641195

 

Klaus Schwab: “Annientare il dissenso manipolando le menti, orientare l’opinione pubblica con uniche narrazioni”

Annientare il dissenso. Il patron del World Economic Forum sforna un altro libro, un ricettario di banalità con un’unica «narrazione»: le crisi vanno colte e questa sarà il volano della svolta green. Intanto Volodymyr Zelensky in t-shirt arringa i ricconi in video.

Annientare il dissenso. I complotti, tra i tanti lati negativi, ne hanno almeno uno positivo: sono interessanti, talvolta persino divertenti. I piani per la conquista del mondo stilati dalle società segrete nel corso della Storia – per quanto malvagi – risultano comunque affascinanti, ricco materiale per documentari e libri inchiesta. Ebbene, le idee di Klaus Schwab, fondatore del World economic forum e teorizzatore del Grande Reset, non hanno nemmeno questo pregio. Anzi, sono di una banalità sconcertante. A ben vedere, non si tratta nemmeno di complotti, perché Schwab non fa mistero di nulla, mette tutto nero su bianco in pagina, espone la sua visione del mondo e i suoi progetti di cambiamento epocale in libri che hanno larghissima diffusione.

È come se l’uomo nascondesse le sue trame in piena luce: i suoi tomi sono talmente noiosi che viene da abbandonare la lettura dopo un paio di pagine, dunque comprendere che cosa egli abbia in mente è veramente un’impresa. Pagina dopo pagina bisogna farsi forza, impedire agli occhi di chiudersi e cercare di farsi largo tra le montagne di fuffa che Schwab accumula senza rimorsi.

Ciò è particolarmente valido per l’ultimo volume firmato assieme al ricercatore Thierry Malleret, appena arrivato nelle librerie italiane e intitolato La grande narrazione (Franco Angeli). È il seguito de Il Grande Reset e, se possibile, è ancora più terrificante. Secondo gli autori si tratta di «una chiamata all’azione collettiva e individuale».

La tesi centrale è velocemente esposta nella prima pagina, e le quasi 200 restanti sono del tutto inutili. Schwab spiega che «se vogliamo assicurare un futuro migliore all’umanità, il mondo deve essere più resiliente, più equo e più sostenibile».

Come vedete, nulla di diverso rispetto a ciò che si può leggere quotidianamente nei media cosiddetti mainstream. E in effetti il tomo è una specie di condensato delle amenità prevalenti, in qualche modo l’autore cerca di tracciare i confini del «pensiero unico», fornendo una leggerissima impalcatura ideologica ai vari predicatori politicamente corretti.

L’intero saggio è pervaso da una stomachevole esibizione di buoni sentimenti. Schwab disegna i contorni di una umanità che vive in pace, rispetta l’ambiente, rimette in equilibrio la bilancia della giustizia sociale, risponde compatta alle varie crisi che si manifestano. È il proverbiale «paradiso in Terra» che tutti i progressisti e gli gnostici rivoluzionari propongono dall’inizio dei tempi. A tratti, la variazione sul tema fornita da Schwab è grottesca, ad esempio quando suggerisce di tenere «corsi di empatia» per stimolare l’umana solidarietà o annientare il dissenso.

Sotto questa patina appiccicosa, tuttavia, emergono gli aspetti inquietanti.

Il primo è il principio cardine del Grande Reset: «Il cambiamento è sempre doloroso, quindi dovremmo approfittare del fatto che siamo in una congiuntura critica per attuare le misure necessarie che possono correggere la maggior parte delle cose che sono andate male per tanti anni in passato». Insomma, si tratta di sfruttare le crisi, se non di provocarle allo scopo di imprimere svolte fondamentali all’umanità. Le catastrofi possono agevolare la realizzazione della Quarta rivoluzione industriale (quella tecnologica e digitale), poiché «più grande è il problema e più grave è la minaccia, maggiore è la spinta a cooperare per trovare una soluzione».

Piccolo inconveniente: Schwab parla spesso di cooperazione, ma il fine di tale cooperazione lo ha già deciso lui (o chi per lui), e non c’è possibilità di discussione. Bisogna, senza se e senza ma, compiere la svolta green, rendere l’intero sistema sostenibile: «I cambiamenti «verdi» necessari in tutto il sistema economico […] costituiscono, di fatto, l’unica storia di crescita possibile, perché una storia di crescita a lungo termine a elevate emissioni di carbonio non è più attuabile».

Sostenibilità, dunque. Il concetto è di travolgente brutalità: «La sostenibilità è normalmente definita come la capacità di soddisfare i nostri bisogni senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i loro». Cristallino: il sistema basato sul desiderio e il soddisfacimento di bisogni per lo più indotti deve restare in piedi, semplicemente bisogna ricalibrare gli esseri umani in modo che il banchetto duri più a lungo, e anche le generazioni future abbiano il loro posto a tavola. Tocca adattarsi, insomma, rinunciare a qualcosa e abituarsi agli choc. Bisogna essere resilienti, perché «la pandemia ha amplificato l’importanza della resilienza: la capacità di prosperare anche in periodi di avversità e di riprendersi da circostanze difficili». Tradotto, resilienza è la capacità di subire in silenzio, senza lamentarsi.

Tra i principali nemici che il simpatico Klaus cita nel libro ci sono, non a caso, populisti e no vax.

«Il populismo tende a essere negativo per la sostenibilità: esiste una forte correlazione tra populismo e scetticismo climatico; il populismo porta al potere i demagoghi, che poi offrono soluzioni troppo semplificate a problemi complessi». Quanto ai critici del regime sanitario, «i potenti movimenti anti scienza prolungano la fase di lento declino della pandemia di Covid ostacolando sia la salute pubblica sia, in modo più sostanziale, la nostra capacità di andare avanti all’unisono».

In che cosa consiste, alla fine dei conti, la proposta di Schwab? In un generico progressismo ammantato di nobili istanze sul benessere collettivo e individuale, che nella realtà diviene una spinta incontrastabile a tagliare le emissioni e realizzare la svolta verde e ad aumentare la presenza della tecnologia nelle nostre vite.

Per illustrare questo vasto programma (già in corso di applicazione), Schwab interroga decine di esperti in tutto il mondo, molti dei quali appartenenti all’universo liberal. Costoro sono utili a costruire la «grande narrazione» che sta al centro della nuova opera del capo del Wef. Seguendo la lezione dei filosofi del linguaggio che pensano di ridisegnare la realtà cambiando le parole, Schwab spiega che «sta emergendo un nuovo mondo (non una «nuova normalità») i cui contorni saranno in gran parte definiti dai discorsi che si svilupperanno per tracciare la strada da seguire». Come incantesimi, le narrazioni permettono di conquistare le menti, di orientare l’opinione pubblica, e di mettere in pratica il cambiamento senza usare il pugno di ferro.

Annientare il dissenso. Del funzionamento di questo metodo abbiamo avuto numerose prove durante la pandemia: si costruisce un discorso prevalente, e lo si impone alla popolazione.

Annientare il dissenso. Chi lo contrasta (i già citati populisti e no vax) va demonizzato e marginalizzato. Sta funzionando così anche con la guerra in Ucraina, ed è interessante che Schwab proprio ieri abbia ospitato a casa sua, a Davos, Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, in effetti, ha dimostrato di maneggiare con destrezza il potere della narrazione. Per l’occasione, Zelensky ha chiesto di aumentare le sanzioni alla Russia e di bloccare l’acquisto di petrolio. Soprattutto, ha invitato i presenti a Davos a «prendere parte alla ricostruzione» del suo Paese. E ha concluso con una frase a effetto: «Spero che ognuno di voi potrà svegliarsi al mattino chiedendosi: cosa posso fare per l’Ucraina oggi?». Domanda interessante, a cui si può anche cambiare verso, formulandola dal punto di vista di Schwab.

Dato che le crisi servono a velocizzare il cambiamento, forse occorre chiedersi: «Che cosa può fare l’Ucraina per la Quarta rivoluzione industriale e la svolta green?». di Francesco Borgonovo – La Verità

FONTE: https://raffaelepalermonews.com/klaus-schwab-annientare-il-dissenso-manipolando-le-menti-orientare-lopinione-pubblica-con-uniche-narrazioni/

 

 

 

DIRITTI UMANI

Neonati uccisi e traffico di organi in Ucraina

Secondo quanto riferito dalla BBC, in Ucraina esiste un traffico di cellule staminali e organi che vengono prelevati da neonati uccisi. Alcune madri ucraine hanno raccontato che nel 2002 in una clinica di Kharkiv si sono viste portare via, subito dopo la nascita, i loro bambini, poi dichiarati morti in base a motivazioni non attendibili. Ai genitori non è stato per altro permesso di vedere le salme.

Nel 2003, per ordine delle autorità, molti corpi di neonati sepolti nel cimitero di un ospedale sono stati riesumati. È emerso che i neonati avevo subito il prelievo degli organi e presumibilmente anche delle cellule staminali. Secondo quanto afferma un’organizzazione non governativa ucraina, fra il 2001 e il 2003 per gli stessi motivi potrebbero essere stati uccisi più di 300 neonati. Nel frattempo, persino il Consiglio d’Europa sta indagando su tali casi.

  1. È la Commissione a conoscenza di tali casi? Le risulta che le cellule staminali e gli organi provenienti dall’Ucraina siano stati introdotti negli Stati membri? Può la Commissione confermare che esiste un traffico di organi e cellule staminali?
  2. Il Consiglio d’Europa ha assicurato all’Ucraina il proprio sostegno per far luce su quanto accaduto. Intende anche la Commissione offrire il proprio sostegno alle autorità ucraine?
  3. È la Commissione a conoscenza di casi analoghi in altri Stati europei? In caso affermativo, in quali paesi?
  4. È stato anche riferito di un traffico di cellule staminali in Ucraina prelevate da feti abortiti. Può la Commissione darne conferma?
  5. Qualora venisse confermata l’esistenza di un traffico di cellule staminali e organi, intende la Commissione prendere provvedimenti per porre fine a tale commercio?

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-6-2007-2644_IT.html

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/neonati-uccisi-e-traffico-di-organi-in-ucraina/

 

 

 

ECONOMIA

Putin a Draghi: Usa e UE mettono a rischio la sicurezza alimentare globale

Putin ha assicurato a Draghi che la Russia è determinata a “continuare a garantire forniture ininterrotte di gas all’Italia ai prezzi fissati nei contratti”

Putin a Draghi. Guerra in Ucraina, crisi energetica e sicurezza alimentare globale al centro della telefonata tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi e il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Secondo quanto fa sapere il Cremlino, dando notizia del colloquio tra i due, Putin ha assicurato a Draghi che la Russia è determinata a “continuare a garantire forniture ininterrotte di gas all’Italia ai prezzi fissati nei contratti”.

Mosca è quindi tornata a chiedere la revoca delle sanzioni. Affermando che sono state le restrizioni imposte da Ue e Stati Uniti a “esacerbare” i problemi nel campo della sicurezza alimentare globale. Nel colloquio telefonico avuto con il premier Mario Draghi, secondo quanto riferito dal Cremlino, “Vladimir Putin ha sottolineato che la Federazione russa è pronta a dare un contributo significativo al superamento della crisi alimentare attraverso l’esportazione di cereali e fertilizzanti, a condizione che le restrizioni politicamente motivate siano revocate dall’Occidente“.

Gli ucraini “ostacolano” l’apertura di corridoi umanitari per la partenza “di navi civili” cariche di grano dai porti del Mar d’Azov e del Mar Nero, ha poi accusato il presidente russo.

Sicurezza alimentare globale

Sulla questione della sicurezza alimentare globale, il presidente russo che ha assicuraro che Mosca “è pronta a dare un contributo significativo al superamento della crisi alimentare attraverso l’esportazione di cereali e fertilizzanti. A condizione che le restrizioni politicamente motivate siano revocate dall’Occidente”.

“Notando l’infondatezza delle accuse alla Russia” sul tema della fornitura di prodotti agricoli ai mercati mondiali, si legge in una nota del Cremlino, “Putin ha richiamato l’attenzione sul fatto che le difficoltà sorte sono collegate, tra le altre cose, alle interruzioni delle catene di produzione e della logistica, nonché alla politica finanziaria dei paesi occidentali durante la pandemia di coronavirus. La situazione è stata esacerbata dalle restrizioni anti-russe imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea”.

Le autorità russe sono al lavoro per stabilire condizioni di vita “pacifiche” nelle città “liberate” del Donbass. La regione contesa dell’Ucraina orientale, ha infine dichiarato il presidente russo. La notizia è stata data da ADNKRONOS

FONTE: https://raffaelepalermonews.com/putin-a-draghi-usa-e-ue-mettono-a-rischio-la-sicurezza-alimentare-globale/

 

 

 

Come il coronavirus ha influito sulla situazione economica mondiale.

Per farvi capire la “scala” di ciò che sta accadendo, Record di fallimenti nel 2020:

  1. Victoria’s Secret ha dichiarato fallimento.
  2. Zara ha chiuso 1.200 negozi.
  3. la Chapelle ha chiuso 4.391 negozi.
  4. Chanel ha interrotto la produzione.
  5. Patek Philippe ha interrotto la produzione.
  6. Rolex interrompe la produzione
  7. Nike ha un debito totale di 23 miliardi di dollari, preparandosi per il secondo round di licenziamenti.
  8. La palestra di Gold ha dichiarato fallimento
  9. Il fondatore di Airbnb afferma che la pandemia ha causato la cancellazione di 12 anni di sforzi in 6 settimane.
  10. Starbucks annuncia che chiuderà 400 negozi.
  11. Nissan Motor Co. potrebbe chiudere negli Stati Uniti
  12. La più grande compagnia di autonoleggio (Hertz) ha dichiarato fallimento – possiede Thrifty e Dollar
  13. La più grande azienda di autotrasporti ha dichiarato bancarotta: possiede 4.000 camion.

[E tanti altri…]

@liberaveritas✨

FONTE: https://t.me/infonesh/139915

 

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

LA RIFORMA DRAGHI DEL FISCO GARANTIRÀ IL FALÒ DEL RISPARMIO

La riforma Draghi del fisco garantirà il falò del risparmioL’obiettivo di Mario Draghi è giungere a un’aliquota omogenea unica di tassazione (Dual income tax) che possa azzerare in breve tempo i redditi estranei all’attività d’impresa: redditi da immobili, finanziari e risparmio. Per attuare il piano per l’Italia, voluto da Ue e Goldman Sachs, deve varare una riforma fiscale che punisca come redditi di natura finanziaria dividendi, interessi e plusvalenze. Ovvero una tassazione tale da creare un prezzo di fuga da investimenti e compravendite nel settore immobiliare, che scoraggi la compravendita di ogni bene sottoposto a registrazione (anche auto e barche usate), che elimini ogni vantaggio fiscale su chi investe in titoli di Stato o in titoli che un tempo garantivano venisse preservato il capitale.

Fine ultimo di questa logica è bruciare il risparmio degli italiani, trasformando il gruzzoletto accantonato in una sorta di reddito anomalo che consente al contribuente di avvantaggiarsene per condurre una vita più tranquilla e agiata, soprattutto nei periodi di congiuntura negativa. Per giungere a questo stravolgimento della politica fiscale impostata dai padri costituenti, Draghi deve iniettare nella visione politica ed economica del Paese l’idea che, il risparmio e l’investimento immobiliare costituiscono un vantaggio anomalo e privilegiato per chi ne beneficia. Sostenendo che solo il reddito da lavoro ha una base di legittimità quando tassato e, soprattutto, riveniente da attività a norma Ue.

Di fatto, sul banco degli imputati c’è il risparmio individuale, come anomala forma di finanziamento alle singole scelte di vita e d’impresa, e partendo dal presupposto che l’erogazione del credito dovrebbe essere del solo sistema bancario, scongiurando che il singolo accantoni per realizzare obiettivi o futuri godimenti. Una riforma fiscale figlia d’una visione oscura, soprattutto poco nota ai partiti che sostengono la maggioranza di Super Mario. Una riforma che trasforma il cittadino in un debitore a vita verso banche e fisco, sradicando nella mentalità delle future generazioni il concetto di risparmio e investimento. In sintesi, Mario Draghi propone una riforma che fa minimo comun denominatore della visione gesuita e dei suggerimenti di Goldman Sachs.

Così finisce sul banco degli imputati il risparmio individuale, e tutte le libertà personali a esso connesse, che hanno permesso alle passate generazioni il lecito arricchimento e l’acquisizione di patrimoni, e senza limitazioni di censo. Sconvolge che con questa visione devastante di fisco e risparmio sia schierato gran parte del mondo intellettuale, finanziario e dei media. Ritengono progresso che il risparmio diventi elettronicamente collettivo, e non più il gruzzoletto che il singolo individuo accantona per costruire qualcosa: di fatto, la riforma del fisco s’ispirerebbe al modello economico globalista gesuita con modalità gradite alla finanza, che spinge sulla moneta unica elettronica mondiale. Ma questo salto nel vuoto, si spera reversibile con i futuri governi, sta cadendo solo sulla testa di noi italiani: in Francia e in Germania ben si guardano dall’ulteriormente tassare gli immobili o azionare politiche che brucino il risparmio individuale, o che scoraggino compravendite immobiliari o di auto.

Oggi la Banca centrale europea rimpiazza il vecchio contante con la moneta elettronica: di fatto fa sparire le passività delle banche, trasformando gli operatori di credito in una sorta di banda d’alchimisti, in grado di fabbricare un controvalore alle merci. Ma una riforma del fisco che colpisca risparmi e immobili spingerà la gente a nascondersi, per attraversare questo periodo nefando, dietro valute tradizionali, metalli preziosi e criptovalute garantite (quelle basate su reali depositi auriferi esteri) per gli acquisti di tutti i giorni. È evidente che il mondo sia diviso tra chi crede che il risparmio sia una valore sociale collettivo o il patrimonio frutto del sacrificio dei singoli che, comunque, serva a creare ricchezza per la società.

Quello che non si giustifica è che, l’intera classe politica italiana stia seguendo il cane pastore gesuita Draghi al pari del gregge narrato in “Via dalla pazza folla”: le pecore vengono tutte spinte giù dalla scogliera e muoiono in mare o sbattendo sugli scogli. È utile ricordare che la riforma del controllo del risparmio italiano fa parte da anni delle richieste di Commissione europea e Bce. L’Ue aveva vincolato la riforma del fisco e quella del controllo del risparmio all’erogazione di aiuti: ovvero il Pnrr prevede una stretta sull’uso che gli italiani fanno del proprio gruzzoletto.

Una vera discriminazione verso il lavoro e il risparmio italiano, e sembra nessun parlamentare voglia osare difendere i sacrifici del Belpaese. Ma nulla di nuovo, da almeno dieci anni Bce e Ue parlano di “danno al sistema bancario” creato dai soldi che gli italiani avrebbero occultato sotto il mattone: il “Paradiso domestico” italiano (equivalente interno dei “Paradisi fiscali” esteri) ammonterebbe ancor oggi secondo stime dell’Abi a 150 miliardi di euro. Draghi ha oggi più leve perché il falò del tesoro italiano sia visibile nell’intero pianeta, e la riforma fiscale impedirà che gli italiani continuino a usare il salvadanaio per futuri mattoni e terreni.

FONTE: https://www.opinione.it/politica/2022/05/24/ruggiero-capone_mario-draghi-riforma-fiscale-ue-bce-goldman-sachs/

 

 

LA LINGUA SALVATA

«Questa è gente laureata e non sa scrivere in italiano»: il concorso in magistratura è un disastro

Roma, 23 mag – Il concorso in magistratura di quest’anno è stata una vera e propria debacle. Temi redatti «in un italiano primitivo, senza alcuna logica argomentativa, quasi non valutabili», e molti altri «privi dei requisiti minimi, pieni di refusi ed errori concettuali e di diritto». Questo il quadro preoccupante che emergerebbe dalla correzione delle prove scritte dell’ultimo concorso in magistratura. Insomma, non una grande pubblicità per la magistratura italiana che ha già diversi problemi da risolvere.

I numeri del concorso

Il concorso di quest’anno sicuramente non lascerà un bel ricordo. I risultati sono già tra i peggiori di sempre. Gli elaborati consegnati si attestano sui 3.797, il numero più alto degli ultimi anni. Ma la quantità non fa la qualità e la commissione ne ha giudicati idonei appena 220, pari al 5,7%. Per fare un paragone, agli scritti del concorso 2018 era risultato idoneo il 9,7%, a quello del 2017 il 18%, a quello del 2016 il 13%, a quello del 2015 il12,6%. Un fallimento per il quale rimarranno scoperti , ancora prima dell’orale, 90 dei 310 posti banditi dall’allora ministro Alfonso Bonafede nel lontano 2019.

Le parola del presidente dell’Associazione nazionale magistrati

Durissimo il commento di Luca Poniz, sostituto procuratore a Milano, già presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) e membro della commissione di concorso. Un «livello non adeguato» dei candidati, aggravato da «una grande povertà argomentativa e povertà linguistica, molto spesso temi che ricalcano schemi preconfezionati, senza una grande capacità di ragionamento, una scarsa originalità, poca consequenzialità e in alcuni casi errori marchiani di concetto, di diritto, di grammatica». Una bocciatura pesantissima, che mette in questione le fondamenta dell’istruzione italiana: «Trovare candidati del concorso in magistratura che non sanno andare a capo è un problema molto serio, io l’ho imparato in terza elementare».

Un disastro annunciato?

A pesare sul concorso sono state anche le modalità inedite. Gli scritti si sono, infatti, svolti a luglio 2021, a ben due anni di distanza del bando, con le regole “speciali” previste dalla normativa anti-Covid: non più una sola sede di concorso – alla fiera di Roma – ma addirittura sei (Bari, Bologna, Milano, Rimini, Roma e Torino), con due prove invece di tre (diritto penale e civile, mentre amministrativo non è stato sorteggiato) e la metà del tempo a disposizione per svolgerle (quattro ore invece di otto), con la richiesta – esplicitata nello stesso bando – di elaborati “sintetici”.

Michele Iozzino

FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/concorso-magistratura-234297/

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

La ripresa porta precarietà: come cambia il mercato del lavoro

25 05 2022

Stando alle parole del premier, ci troveremmo in una fase di ripresa, con una disoccupazione in rapida diminuzione, il rilancio dell’occupazione e, udite udite, una ripresa dei contratti a tempo indeterminato. Onore al vero, ci ha pensato lo stesso Draghi a smorzare subito i toni, sottolineando che, in un quadro di previsioni pessimistiche (guerra, inflazione, sanzioni, etc.), questi dati andrebbero un po’ presi con le pinze. Tocca a noi, nostro malgrado, spegnere sul nascere ogni possibile, facile entusiasmo. Diamo uno sguardo ai dati ISTAT sul mercato del lavoro per comprendere come la crisi abbia rappresentato l’ennesima mazzata per i lavoratori e si stia configurando come un ulteriore tentativo per alterare regole e rapporti di forza.

L’intervento di Draghi parte sottolineando come il tasso di disoccupazione, a marzo 2022, si attestasse all’8,3%, quasi due punti percentuali in meno rispetto a due anni fa, quando eravamo nel pieno della tempesta pandemica. Già questa lettura si presta ad una facile obiezione: il tasso di disoccupazione è calcolato come il rapporto tra disoccupati – coloro che non hanno un lavoro ma ne stanno cercando uno – e la forza lavoro, data dalla somma di occupati e disoccupati. Come è ampiamente documentato, negli ultimi due anni abbiamo assistito a una drastica riduzione nel numero degli attivi. Ciò significa che molte persone hanno proprio smesso di cercare un lavoro, consapevoli di non trovarlo, uscendo dal computo dei disoccupati e contribuendo, di conseguenza, alla diminuzione del tasso di disoccupazione. La contro-obiezione a questa critica potrebbe tuttavia risiedere nella recente riduzione dei tassi di inattività, tornati nel 2022 poco al di sopra dei livelli del 2019.

Ma proseguiamo e veniamo al dato più interessante: il premier Draghi continua la sua riflessione decidendo di soffermarsi su una finestra temporale molto ristretta e molto precisa, il periodo intercorso tra febbraio 2022 e marzo 2022, indicando che l’occupazione è cresciuta di 122mila unità in un solo mese. Per iniziare, il dato è almeno parzialmente errato, come possiamo vedere dalla tabella sottostante: l’aumento cui fa riferimento Draghi riguarda la sola occupazione dipendente, mentre l’occupazione complessiva è aumentata, nello stesso arco temporale, di 81mila unità (e non di 122mila), per effetto di un crollo del lavoro autonomo (meno 41mila unità). Ma c’è dell’altro: Draghi sottolinea come l’aumento occupazionale, a marzo, abbia principalmente riguardato i contratti a tempo indeterminato (+103mila unità), con un ruolo marginale per la crescita del lavoro a termine (+19mila unità). Purtroppo, basta allargare l’orizzonte all’ultimo anno, e non all’ultimo mese, per comprendere come, a differenza di quanto ci racconta il Governo dei migliori, la crisi abbia moltiplicato la precarietà: se si analizza la variazione dell’occupazione rispetto a marzo 2021, la crescita dei contratti a termine si attesta a 430mila unità, mentre i nuovi contratti a tempo indeterminato si fermano a +312mila unità. Se poi volessimo guardare pure i dati rispetto a marzo 2020 e ci concentriamo sui lavoratori dipendenti (che hanno trainato la ripresina occupazionale), i dati ISTAT sono cristallini. Tra marzo 2020 e marzo 2022 si contano 535mila dipendenti in più: di questi il 97% è a termine (516mila) e appena il 3% (18mila) a tempo indeterminato.

Fonte: https://www.istat.it/it/files//2022/05/CS_Occupati-e-disoccupati_MARZO_2022.pdf.

Si tratta di dati che vanno ovviamente letti alla luce della drammatica caduta occupazionale registrata nel 2020 e ricordando che il 2021 si è chiuso con un livello di occupazione inferiore di 555mila unità rispetto al periodo pre-pandemico. Se, da un lato, la tutt’altro che sostenuta ripresa post-2020 ci sta lentamente riportando sui livelli occupazionali del 2019, dall’altro dobbiamo registrare come la crisi abbia giocato un ruolo di ‘ricomposizione’ dell’occupazione, segnando un ulteriore salto di qualità nel passaggio dal lavoro stabile a quello precario.

In questa partita, il governo Draghi ha giocato un ruolo centrale: sotto la pressione di Confindustria, l’esecutivo ha infatti sospeso fino al settembre 2022 il decreto Dignità, un provvedimento insufficiente e meno che parziale ma che, tuttavia, rappresentava un freno minimo alle assunzioni a tempo determinato. Con la sospensione di tale decreto, le imprese non hanno nemmeno più l’obbligo di spiegare le ragioni delle loro assunzioni a tempo determinato.

La crisi, come abbiamo più volte detto, non colpisce tutti allo stesso modo e rappresenta una ghiotta occasione per cambiare le regole del gioco e per strappare gli ultimi brandelli di stato sociale e di tutele per i lavoratori, facendo diventare il lavoro a termine la nuova normalità. Ecco che proprio quest’anno registriamo in Italia il record storico per gli occupati a tempo: a febbraio erano 3 milioni e 175mila, un numero mai raggiunto prima da quando ISTAT raccoglie il dato. Non è poi un caso se nel nostro Paese abbiamo salari al palo da decenni, oltre 3 milioni di lavoratori e lavoratrici poveri, i più bassi tassi di occupazione e i più alti tassi di part-time involontario d’Europa. Con il bene stare di chi detta le regole del gioco.

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_ripresa_porta_precariet_come_cambia_il_mercato_del_lavoro/11_46399/

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Texas: “Queste stragi sono fatte apposta” (c’era stata l’esercitazione prima)

Corriere della Sera: Ancora una strage in una scuola Usa, uccisi 19 bimbi e un adulto. Biden: «Ora agire sulle armi»

STRAGE DI BAMBINI IN UNA SCUOLA ELEMENTARE DEL TEXAS CIRCA OTTO ORE FA

Almeno 19 bambini tra i 7 e i 10 anni e due adulti sono stati uccisi in una sparatoria alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, martedì pomeriggio, Secondo il Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas e la polizia locale, l’assassino è un diciottenne di nome Salvador Ramos.
Questa ennesima “follia a stelle e strisce” arriva dopo 3 giorni dalla strage di Bufalo, nello Stato di New York, perpetrata da un’ altro diciottenne, Payton S. Gendron, che è costata la vita a tredici persone, massacrate in un Supermercato.

Fonte:
https://www.cnn.com/us/live-news/texas-elementary-school-shooting-05-24-22/index.html

Secondo il gen. Usa McInerney, queste sparatorie sono false flag, operate da persone disturbate usate, se non coltivate, da organi deviati della polizia federale usa, per fare questi attentati.
Il motivo?
Far cancellare il II. Emendamento: “Diritto a portare le armi” per ogni cittadino. Esso è l’ultima ratio della democrazia: impedisce di fatto ogni svolta autoritaria/golpe in USA: se in un paese tutti sono armati il golpe è impossibile, o troppo rischioso….
Proprio ieri era stato annunciato che i militari sarebbero stati inviati a controllare ad es. le scuole.

Come sempre in questi casi di false flag, c’era stata la simulazione-esercizio di preparazione.

Come per preparare l’avvento del Covid “Event 201”, come la simulazione precedente all’allarme per vaiolo delle scimmie, come

scuola-killer

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/texas-queste-stragi-sono-fatte-apposta/

 

 

 

Stragi nelle scuole USA, il problema vero non è nelle armi

La risposta comune all’ennesima sparatoria di massa provocata da un giovane armato è la solita polemica sulla libera circolazione delle armi negli Stati Uniti. Ma è una visione riduttiva, che non coglie tutti i fattori implicati. Negli autori di queste carneficine emerge una profonda disperazione, una mancanza di senso che spinge alla morte. Ed è su questo che si dovrebbe iniziare a riflettere.

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La nuova strage di bambini in Texas per mano di un 18enne armato di tutto punto penetrato nella scuola elementare Robb di Uvalde, non può lasciare indifferenti e spinge a chiedersi quale sia la causa del ripetersi di queste sparatorie di massa. Purtroppo sembra un rito inutile che si ripete a ogni strage, visto che passati i giorni del lutto e delle polemiche politiche nulla cambia in attesa della prossima sparatoria.

Uno dei motivi di questa inutilità sta nel fatto che si reagisce sempre dando per scontata la risposta: la colpa è delle armi che negli Stati Uniti circolano liberamente, e quindi è della lobby delle armi che impedisce al Congresso di intervenire per limitarne o proibirne la possibilità di acquisto. Da ieri tutte le testate giornalistiche sono piene di queste analisi che dicono tutte la stessa cosa. Ma è davvero così? O ci sono altri fattori da tenere in considerazione e che alla lunga sono molto più determinanti delle armi?

In effetti, la tesi “è tutta colpa delle armi” è fortemente riduttiva, per una serie di fattori, non ultimo il fatto che «è l’uomo che uccide, non la sua spada», come ricordava Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata della pace del 1984. Bisogna perciò più realisticamente guardare all’uomo, al suo cuore e alle sue motivazioni piuttosto che alla sua spada o fucile automatico.

Lasciamo pure stare il fatto che il possesso personale delle armi negli Stati Uniti affonda le radici nelle origini, che pongono la libertà e la proprietà privata a fondamento dell’identità americana. Ci sono altri dati relativi alla diffusione e all’uso delle armi che fanno dubitare che questa sia la causa vera del problema. Anzitutto gli Stati Uniti non sono l’unico paese dove c’è ampia possibilità di avere armi in casa. Il Canada solo due anni fa ha posto dei limiti vietando l’acquisto di fucili d’assalto, ma fino ad allora sparatorie di massa sono stati eventi molto rari. In molti altri paesi, inoltre, procurarsi armi è molto facile in modo più o meno legale – pensiamo, per non allontanarci troppo, a Messico e Venezuela – ma non c’è questo fenomeno seppure la violenza sia molto diffusa. Peraltro, il fatto che – come dice un rapporto dell’FBI pubblicato nei giorni scorsi e citato dalla BBC – dall’inizio della pandemia da Covid-19 siano raddoppiati gli attacchi armati di privati cittadini smentisce una relazione diretta tra disponibilità di armi e sparatorie di massa (nello stesso periodo le armi non sono raddoppiate). Piuttosto dovrebbe porre qualche domanda sulle conseguenze che hanno avuto certe politiche di gestione della pandemia.

Certo, è innegabile che avere armi a disposizione renda più facile e drammaticamente più efficace l’azione di chi in cuor suo ha deciso di rovesciare su degli innocenti la propria rabbia. Ma questo sarebbe un fattore decisivo se tali stragi fossero d’impeto. Ovvero una reazione immediata a un presunto torto subito, come accade ad esempio per le liti stradali (omicidi per un sorpasso subito o per un parcheggio “rubato”) o per gli omicidi passionali (un marito che scopre la moglie con l’amante): in questi casi ovviamente un’arma pronto uso fa la differenza.
Ma le sparatorie di massa di cui parliamo sono stragi attentamente pianificate, preparate accuratamente per giorni e settimane, addirittura annunciate in alcuni casi sui social media. Vuol dire che chi ha queste intenzioni ha anche tutto il tempo di procurarsi le armi necessarie in qualche modo, anche illegale. E di fronte a questa determinazione anche se non ci fossero le armi potrebbe usare un altro mezzo: ad esempio potrebbe lanciarsi con un’auto a tutta velocità contro la folla all’ingresso o all’uscita della scuola.

Torniamo allora all’uomo, al suo cuore, alla sua mente. Che cosa spinge ad atti così tremendi? Non pretendiamo di avere una risposta esaustiva, tanto il mistero del male è impossibile da esplorare compiutamente. Però possiamo notare alcuni fattori che tornano in gran parte di queste sparatorie di massa. Il primo elemento è proprio la scuola, certamente il luogo più colpito: in dieci anni, dall’attacco del dicembre 2012 alla scuola elementare Sandy Hook (Connecticut) con 27 morti, sono state ben 9 le sparatorie all’interno delle scuole, praticamente una all’anno. Ex studenti della stessa scuola, in gran parte, che in quell’ambiente sentono di aver subito delle ingiustizie, hanno accumulato frustrazioni, si sono scoperti dei falliti: come Salvador Ramos, il 18enne protagonista dell’attacco di ieri. Il “sogno americano” per costoro è diventato un incubo.

Altro fattore, la giovane età: a parte un caso, tutti i protagonisti degli assalti alle scuole dal 2012 a oggi vanno dai 15 ai 25 anni. E tutti avevano situazioni familiari complicate, genitori divisi, assenti, storie di abusi, e ovviamente anche problemi psicologici o psichiatrici. Giovani, soli, infelici, disperati. E suicidi: già, perché ognuno di loro o si è suicidato dopo aver sparato o si è lasciato uccidere dalla polizia. Tutti hanno ucciso volendo morire loro stessi: quasi un ultimo, disperato, tentativo di sperimentare una compagnia, almeno nella morte.

Mettere sotto controllo le armi; impedire che possano andare in mano a persone già segnalate per problemi mentali; prevenire manifestazioni estreme non abbandonando a se stesse persone problematiche, può certo aiutare a limitare i danni, forse ad evitare alcune tragedie, ma è pur sempre un intervento sui sintomi.
Quello che è necessario è però andare alla radice del male: c’è bisogno di un senso per vivere, anzitutto, un incontro che corrisponda alle esigenze vere del cuore. Ma è un tesoro sempre più raro da trovare in una società che pretende di costruirsi senza o addirittura contro Dio. È su questo anzitutto che si dovrebbe riflettere.

FONTE: https://lanuovabq.it/it/stragi-nelle-scuole-usa-il-problema-vero-non-e-nelle-armi

 

 

 

Biden comanda al Giappone: riarmi “drasticamente”

In funzione anti-Cina, ovviamente.

E il Giappone obbedisce. “Ho espresso la mia determinazione a rafforzare drasticamente le capacità di difesa del Giappone”, ha detto lunedì il primo ministro giapponese Fumio Kishida dopo un vertice con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Tokyo. La spesa per gli armamenti sarà aumentata di conseguenza.

Finora, il Giappone ha seguito la politica di difesa ridottissima imposta proprio dalla potenza vittoriosa USA dopo la seconda guerra mondiale, che prevedeva solo lo sviluppo di relativamente poche forze armate per difendere il Paese e impediva fin dall’inizio un significativo riarmo o addirittura espansione militare.

Apparentemente, Washington ora ha sempre più bisogno del Giappone come potente vassallo nella regione in vista della sua lotta per il potere strategico contro la Cina. L’esercito degli Stati Uniti ha decine di migliaia di soldati in Giappone e una delle sue portaerei è persino di stanza permanente a Yokohama.

Biden e Kishida hanno deciso di espandere e approfondire la cooperazione in materia di sicurezza e difesa tra i due stati. Entrambi i paesi hanno deciso di “lavorare a stretto contatto” per contrastare la posizione sempre più dominante della Cina che “viola il diritto internazionale”, ha affermato la Casa Bianca. Gli alleati hanno anche deciso di lavorare a stretto contatto contro il programma nucleare della Corea del Nord.

Iniziativa economica per l’”Indo-Pacifico”

Biden sta girando per l’Asia allo scopo di mettere insieme una alleanza anti-cinese. Militare ed economica. Con l’accordo quadro noto come “Indo-Pacific Economic Framework” (IPEF), che comprende anche Giappone, Australia, India e altri nove paesi, gli Stati Uniti vogliono creare un contrasto permanente alla crescente influenza economica della Cina nella regione. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dato il via all’iniziativa lunedì a Tokyo.

Giappone, Australia e India sono anche membri del gruppo “Quad” istituito dagli Stati Uniti contro la Cina. L’Australia è membro del patto AUCUS, militare, anch’esso diretto contro la Cina e composto da USA, Australia e Gran Bretagna.

Tuttavia, l’IPEF non è un vero e proprio accordo di libero scambio e non ci sono piani per abbassare i dazi con cui gli Usa limitano le importazioni da questi paesi “amici” dell’ASIA : il governo degli Stati Uniti a quanto pare non vuole prendere un simile impegno dopo tutto. A Tokyo, Biden s’è detto convinto che l’Ipef avrebbe portato alla regione “vantaggi concreti” – che non sono ancora stimabili.

Vogliono “lavorare insieme per creare un ordine economico che assicuri crescita sostenibile, pace e prosperità nella regione indo-pacifica negli anni a venire”, ha affermato Kishida, adottando in pieno la “lingua di legno” orwelliana dettata dall’Occidente. Con l’IPEF, la potenza protettrice del Giappone – gli Stati Uniti – vogliono collaborare con i paesi partner asiatici per affrontare “nuove sfide” come garantire catene di approvvigionamento sicure. E vogliono anche collaborare più strettamente sugli standard per il commercio digitale, l’energia pulita e la lotta alla corruzione. Tuttavia, i dettagli non sono ancora chiari. Seguiuranno.

Ci sono dubbi sul fatto che l’IPEF possa diventare un’alternativa credibile ai grandi accordi di libero scambio regionali, dai quali gli Stati Uniti si sono discostati, mentre la Cina vuole parteciparvi. A gennaio, ad esempio, è entrato in vigore il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), il più grande blocco commerciale del mondo. I suoi membri includono Giappone, Corea del Sud e Cina. Inoltre, c’è l’accordo di libero scambio Transpacific Partnership (TPP). Da quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo sotto il predecessore di Biden, Donald Trump, i restanti undici membri hanno continuato l’accordo come CPTPP.

Poche settimane fa, due ministri giapponesi di alto rango hanno descritto l’IPEF come praticamente privo di significato e hanno invitato gli Stati Uniti a partecipare agli accordi di libero scambio esistenti nella regione.

I critici vedono il fatto che l’IPEF non riguarda il miglioramento dell’accesso al mercato come un ostacolo alla conquista di altri paesi del sud-est asiatico che vogliono aumentare le proprie esportazioni verso la nuova iniziativa. Oltre a USA e Giappone, la nuova iniziativa comprende anche Australia, Brunei, India, Indonesia, Corea del Sud, Malesia, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.

Cina: il governo degli Stati Uniti gestisce la divisione della regione

La Cina aveva criticato aspramente l’IPEF anche prima del suo annuncio ufficiale. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha descritto il progetto come un altro strumento utilizzato dal governo degli Stati Uniti per dividere i paesi dell’Asia orientale e sudorientale e costringerli effettivamente a unirsi agli Stati Uniti o alla Cina.

“Gli Stati Uniti stanno cercando di accelerare la ripresa economica globale o si stanno impegnando in disaccoppiamento economico, stallo tecnologico, interruzioni della catena di approvvigionamento industriale e un’aggravante crisi della catena di approvvigionamento?” , ha affermato Wang, citando il South China Morning Post . “Alcuni anni fa gli Usa hanno lanciato la guerra commerciale contro la Cina, che ha portato gravi conseguenze per il mondo e per gli stessi Usa. Le intuizioni che ne derivano sono profonde. Gli Stati Uniti dovrebbero conoscere questi errori e correggerli invece di ripeterli”.

Wang ha proseguito: “La ‘Strategia indo-pacifica’ è venduta dagli Stati Uniti all’insegna della ‘libertà e apertura’, ma riguarda la creazione di cricche e piccoli circoli con l’obiettivo di trasformare il vicinato cinese e contenere la Cina, con il paesi del sud-est asiatico che fungono da ‘pedine’ per l’egemonia degli Stati Uniti”, ha affermato il ministro degli Esteri in un incontro con il suo omologo pakistano.

“I fatti dimostreranno che la cosiddetta ‘strategia indo-pacifica’ è in definitiva una strategia per fomentare discordia, confronto e distruzione della pace. Non importa come sia confezionato, alla fine fallirà”.

Durante il viaggio di Biden, in Asia, ha fatto scalpore un “lapsus” rivelatore del decrepito presidente: ha promesso che

Gli Stati Uniti difenderebbero Taiwan se attaccati dalla Cina, afferma Joe Biden

Joe Biden ha affermato che gli Stati Uniti interverrebbero militarmente per difendere Taiwan se venisse attaccata dalla Cina: “Sì, abbiamo un impewgno a farlo”; ha asseverato. Subito, da Washington, il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki ha dovuto dire che Bikden “s’era espresso male” .

“Il presidente non stava annunciando alcun cambiamento nella nostra politica, né ha preso la decisione di cambiare la nostra politica”, ha detto Psaki durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. “Il nostro rapporto di difesa con Taiwan è guidato dal Taiwan Relations Act”.

Il Taiwan Relations Act del 1979 afferma che gli Stati Uniti forniranno armi a Taiwan per mantenere una capacità di autodifesa sufficiente. Non dice che gli Stati Uniti interverrebbero militarmente per proteggere Taiwan in caso di attacco cinese.

Si tratta di voce dal sen fuggita: lo stesso imperativo al Giappone di riarmarsi dice che gli Usa stanno mettendo le basi per una guerra contro Pechino.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/biden-comanda-al-giappone-riarmi-drasticamente/

 

 

 

 

Uno degli amabili studiosi di Kant di Azov.

Hilary Lille 22 05 2022

FONTE IMMAGINE: https://www.facebook.com/hilary.lille/posts/10159798795882863

 

FONTE: https://www.facebook.com/hilary.lille/posts/10159798795882863

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Vaiolo delle scimmie, lo strano allarmismo dei media – dottor Paolo Gulisano

Una malattia estremamente rara, il vaiolo delle scimmie, sta conquistando le prime pagine dei quotidiani. Il vaiolo è eradicato dal 1980. Un nuovo vaccino, in caso di sua diffusione intenzionale (leggasi: guerra batteriologica), è stato annunciato nel 2019. Il vaiolo delle scimmie è una delle tante zoonosi e i casi sono pochi. Perché questo allarme?

Si è aperta a Ginevra la 75esima Assemblea Mondiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fino al 28 maggio i rappresentanti di tutti i 194 stati membri dell’OMS e diversi capi di Stato si incontreranno per la messa a punto dell’agenda dei prossimi due anni. L’organizzazione dichiara che “in un mondo minacciato da conflitti, iniquità, crisi climatica e pandemie, la settantacinquesima sessione dell’Assemblea mondiale della sanità sottolineerà l’importanza di costruire un pianeta sano e pacifico sfruttando scienza, dati, tecnologia e innovazione”.

La sessione di quest’anno dell’Assemblea della Salute sarà incentrata sul tema “Salute per la pace, pace per la salute” e sarà anche caratterizzata dalla nomina del prossimo Direttore Generale che, salvo sorprese dallo scrutinio segreto, dovrebbe vedere la conferma per altri cinque anni dell’attuale Direttore Generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus indicato come candidato da diversi Stati membri e unico candidato proposto. L’Executive Board dell’Oms durante la sua ultima sessione a gennaio scorso lo ha infatti già indicato per la carica di direttore generale che ricoprirebbe così per la seconda e ultima volta, secondo gli attuali statuti. Sarà dunque il discusso esponente politico a dettare le linee guida della sanità mondiale, che si vorrebbe sempre più centralizzata, e decisiva nei confronti delle scelte sanitarie di ogni Stato.

Ma questa Assemblea si svolge anche nell’attuale surreale clima di allarme sulla Monkeypox, il vaiolo delle scimmie, una rarissima malattia che da qualche giorno è ascesa ai vertici dell’attenzione mediatica. Sono ancora allo studio l’epidemiologia, le manifestazioni cliniche e il sequenziamento dei virus. Il vaiolo umano è stato completamente eradicato oltre quarant’anni fa. Era una malattia infettiva altamente contagiosa e spesso fatale. Una persona infettata da vaiolo sviluppa tipicamente un’eruzione cutanea caratterizzata da pozzi in rilievo sul viso e sul corpo. Il virus del vaiolo si diffondeva attraverso la saliva e le goccioline delle vie respiratorie o per contatto con le lesioni cutanee. Il virus poteva essere diffuso anche attraverso altri fluidi corporei.

Il vaiolo è stato dichiarato ufficialmente estinto dall’OMS nel 1980, e il merito fu attribuito alla vaccinazione. Di fatto, è l’unica malattia completamente eradicata dal vaccino. Ora, negli ultimi giorni è esplosa una vera e propria bolla mediatica riguardo al vaiolo delle scimmie. Una delle centinaia di zoonosi esistenti. In modo incredibile sta diventando una nuova emergenza sanitaria. Incredibile, perché ci sono malattie infettive molto più gravi e diffuse. L’Epatite C e la Tubercolosi provocano ciascuna ogni anno un milione e mezzo di morti nel mondo. E sono malattie per le quali non c’è vaccino. Il vaiolo delle scimmie è una malattia rarissima e se colpisce l’uomo provoca febbre, mal di testa, dolori muscolari e debolezza. Sintomi molto simili ad una influenza o alle ultime varianti di Covid. Eppure se ne parla come un’emergenza, come una minaccia incombente, come la pandemia prossima ventura.

Ma questa volta non ci sarà da attendere a lungo perché venga la soluzione al problema, la liberazione dal male. Nel settembre del 2019 infatti, tre mesi prima dell’arrivo del Covid-19, la FDA, la Food and Drug Amministration americana che autorizza i farmaci, approvò un vaccino contro il vaiolo e il vaiolo delle scimmie. Perché nel 2019, a quarant’anni dalla scomparsa di questa malattia, l’industria farmaceutica sentì l’impellente bisogno di mettere a punto un tale preparato, anziché dedicare i propri sforzi a malattie meno virtuali come l’Epatite C, la Tubercolosi, la Malaria o altro ancora? La giustificazione della FDA fu la seguente:  “A seguito del Programma globale di eradicazione del vaiolo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato l’eradicazione della malattia naturale del vaiolo nel 1980. La vaccinazione di routine della popolazione americana fu interrotta nel 1972 dopo che la malattia era stata eradicata negli Stati Uniti e, di conseguenza, un’ampia percentuale degli Stati Uniti, così come la popolazione globale, non ha immunità”, affermò Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research della FDA. “Pertanto, sebbene la malattia del vaiolo naturale non sia più una minaccia globale, la diffusione intenzionale di questo virus altamente contagioso potrebbe avere un effetto devastante. L’approvazione odierna riflette l’impegno del governo degli Stati Uniti per la preparazione attraverso il supporto per lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci, terapie e altre contromisure mediche.”

A tre anni di distanza, dopo il Covid, queste dichiarazioni risultano quantomeno inquietanti: viene sviluppato un vaccino per una malattia estinta, che teoricamente non servirebbe a nulla, se non per difendere la popolazione in caso di “diffusione intenzionale”, ovvero di una guerra biologica. Ma se il virus è estinto come può essere propagato? In realtà del virus del vaiolo, scomparso dal pianeta, rimasero due ceppi, conservati in due laboratori di massima sicurezza, uno a Mosca, e l’altro a Washington. Se il vaiolo umano tornasse, sappiamo con certezza la sua provenienza. Ma intanto, può essere utile alla strategia del terrore dei microrganismi anche il vaiolo delle scimmie. E se questo fosse un problema, o meglio fatto diventare tale, c’è già la soluzione, dal 24 settembre 2019. D’altra parte c’è chi lo ripete da tempo, come Mario Draghi: siamo entrati nell’era delle pandemie. Una via l’altra.

Paolo Gulisano

FONTE: https://lanuovabq.it/it/vaiolo-delle-scimmie-lo-strano-allarmismo-dei-media

 

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