RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI  2 MARZO 2022

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 

2 MARZO 2022

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Di tutti i pericoli dovremo occuparci solo di quello climatico: ma questo non è riduzionismo? Non si riduce così la vita a mera sopravvivenza?

MARCELLO VENEZIANI, La cappa, Marsilio, 2022, pag. 28

 

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SOMMARIO

Capire il nazismo ucraino
La Guerra, ovvero l’alibi per la riforma del catasto e la supertassazione degli immobili?
Fiat iustitia pereant immundi
SUPER GREEN PASS PER SEMPRE, MA SOLO PER GLI ITALIANI!
RAND Corporation ha sollecitato la creazione degli orrori che stai vedendo in Ucraina
Possiamo soffocare la NATO, perché hai così paura? PUTIN
“I soldati americani in Danimarca sono una ‘estensione logica’ della cooperazione NATO”, afferma il primo ministro danese
Sara Reginella – Come i media hanno occultato per 8 anni i massacri in Donbass e la nazificazione dell’Ucraina
Il versetto di propaganda della CIA: la manovra di Putin nel “contesto
Spread, Isis, Covid: se la guerra russa mette fine alla farsa
Tg2 e giornalisti “D’assalto”, o da saldo. La tragicomica vicenda del finto bombardamento
La CINA ha cumulato riserve strategiche di petrolio. Probabilmente sapeva dell’attacco russo…
Cina, “ordine di massima priorità: fate scorta di gas, petrolio, mais e orzo”. La prospettiva di una guerra mondiale
Le società europee maggiormente coinvolte nel business con la Russia
“L’esclusione di Mosca farà crollare lo Swift: finalmente”
USA/NATO sono in preda a un desiderio di morte demoniaco e il mondo intero è minacciato
L’oscillazione strategica della Russia spinge NATOstan – in breve
Chomsky: La spinta degli Stati Uniti al “regno supremo” alimenta il conflitto in Ucraina
Green pass e vaccino, il sospetto-choc di Andrea Crisanti: “Arma politica, ecco il vero obiettivo”
L’eugenetica e il risveglio dei mostri dormienti

 

 

IN EVIDENZA

Capire il nazismo ucraino

In Occidente, i media affermano che l’agenda russa di “denazificare” l’Ucraina è infondata. Allo stesso tempo, l’opinione pubblica nei paesi occidentali è totalmente alienata dalla realtà ucraina, tendendo a credere solo a quanto riportato dai media egemonici.

Il risultato di ciò è una forte disapprovazione per l’atteggiamento russo basato sulla menzogna che non c’è traccia di nazismo nell’Ucraina contemporanea. In questo senso, è urgente che un’informazione di qualità sia diffusa al pubblico occidentale per evitare il proliferare di bugie sulla realtà ucraina.

Su quasi tutti i canali televisivi e giornali occidentali, il nazismo ucraino viene messo in discussione con i peggiori argomenti possibili: Zelensky è ebreo e lo stato ucraino è democratico. Questo tipo di pensiero superficiale impedisce un’analisi dettagliata della situazione catastrofica di Kiev a partire dal Maidan, quando, con un colpo di stato, una giunta antirussa prese il potere e istituzionalizzò un’ideologia razzista e antirussa, che rimane fino all’attuale giorni.

Quando si parla di “nazismo ucraino” non stiamo dicendo che Kiev è una copia contemporanea della Berlino di Hitler, ma che l’elemento neonazista è un punto fondamentale dell’Ucraina post-2014. Il colpo di stato di Maidan è stato apertamente sostenuto e finanziato dalla NATO come un modo per minare qualsiasi influenza russa nell’ambiente strategico di Mosca.

L’obiettivo era quello di fare dell’Ucraina uno stato fantoccio, comandato da Washington, ponendo fine a ogni legame con la Russia. Non c’era solo l’obiettivo di annientare le relazioni politiche, economiche e diplomatiche tra Kiev e Mosca, ma anche di eliminare i legami culturali, etnici, religiosi e linguistici tra le due nazioni.

Da allora sono stati attuati piani anti-russi. I russi etnici sono stati perseguitati negli ultimi otto anni, anche attraverso lo sterminio sistematico in alcune regioni. La lingua russa è stata criminalizzata in intere città dove la popolazione non parla ucraino. Gli scismi nella Chiesa ortodossa sono stati sostenuti per formare una “chiesa nazionale” ucraina dal Patriarcato di Mosca.

Ma la domanda rimane: come è stato possibile se ucraini e russi sono popoli così vicini? Molti ucraini parlano russo e sposano russi etnici, oltre al fatto che la maggior parte della popolazione del Paese segue la Chiesa ortodossa. Allora come è stato possibile avviare una politica razzista di tale successo?

Questa era certamente una delle maggiori preoccupazioni dei pianificatori di Maidan. E la risposta sta nell’elemento nazista, che è stato molto ben elaborato da  Arsen Avakov , ministro dell’Interno durante il governo Poroshenko. Avakov ha avviato un processo di strumentalizzazione delle milizie neonaziste che avevano sostenuto Maidan, rendendo questi gruppi estremisti punti chiave nella difesa del nuovo regime ucraino.

In Occidente, a causa dell’ignoranza collettiva sulla storia slava, molte persone pensano che il razzismo nazista fosse limitato agli ebrei, ma in realtà l’odio anti-russo è stato una delle più grandi locomotive della seconda guerra mondiale, avendo portato Hitler alla decisione irrazionale di invadere e cercare di annettere l’URSS. Questo sentimento è vivo in queste milizie neonaziste, che sono letteralmente pronte a tutto per annientare i russi, essendo molto più fanatiche nelle loro convinzioni razziste rispetto alle forze armate ucraine.

Gruppi come il Battaglione Azov, C14 e le milizie armate di partiti di destra come Pravyy sektor e Svoboda operano liberamente in Ucraina e sono i principali responsabili dello sterminio dei russi etnici nel Donbass. Questi gruppi agiscono con più violenza e utilizzando attrezzature più sofisticate rispetto alle stesse forze armate ucraine, essendo il vero volto della brutalità anti-russa di Kiev. In quanto neonaziste, queste milizie non hanno ostacoli nel rispettare l’obiettivo del governo di distruggere qualsiasi legame tra russi e ucraini, essendo così i principali alleati dell’era Maidan.

In un rapporto di Freedom House del 2020, “Una nuova ascesa eurasiatica di estrema destra”, si afferma che l’estrema destra è uno degli elementi più forti e influenti nella società ucraina odierna, essendo una forza politica sofisticata, altamente professionale e visibile. In altre parole, quelli che sarebbero gruppi urbani violenti e criminali in altre parti del pianeta sono stati convertiti da Kiev in una forza armata parallela pro-Maidan.

L’ispirazione per questo modello di azione viene dal nazismo originario: la Schutzstaffel (SS) era una delle più grandi forze politiche armate tedesche negli anni ’30 e ’40, ma il gruppo non faceva parte delle forze armate tedesche, ma una milizia paramilitare strumentalizzata dal governo a parte le truppe ufficiali.

C’era un importante obiettivo strategico con questo: mentre l’esercito tedesco era comandato dal governo, le SS combattevano per il partito nazista e per Hitler, cioè, se la Germania si fosse arresa, le SS avrebbero dichiarato guerra all’esercito tedesco. Questo tipo di sistema militare “a doppio scudo” è lo stesso che ha implementato Kiev: se un giorno verrà eletto un governo filo-russo, le milizie neonaziste dichiareranno guerra a Kiev e saranno abbastanza forti da sconfiggere il governo truppe allo stesso modo in cui le SS erano più forti delle forze armate tedesche.

È necessario notare che questi gruppi operano non solo nell’ambito della forza militare, ma anche in quello culturale, fomentando l’odio antirusso tra i comuni ucraini. L’esaltazione di Stepan Bandera (leader nazionalista antisovietico ucraino che ha collaborato con la Germania nazista) ne è uno dei sintomi.

Prima del Maidan, Bandera era un nome come tutti gli altri nella storia ucraina, ma finì per essere ricordato e venerato come un eroe nazionale dai neo-nazisti e dai politici anti-russi. Allo stesso modo, questi gruppi vandalicizzano parrocchie e monasteri della Chiesa ortodossa russa e sono responsabili del consolidamento di una mentalità ucraina del tutto ostile alla Russia, che sta gradualmente permeando la popolazione locale.

L’Ucraina è infatti governata da un ebreo e la struttura del potere del Paese è infatti pubblicamente “democratica”, nonostante sia internamente autoritaria e corrotta. Ma l’elemento nazista non è in questi aspetti, ma nella struttura di protezione dello Stato ucraino post-Maidan, che è sostenuto da una coalizione nazionale di milizie neonaziste il cui obiettivo è semplicemente quello di perseguitare e uccidere i russi, indipendentemente da chi sia al potere a Kiev.

Non importa a queste milizie se il Presidente della Repubblica è un ebreo – ciò che conta è che i russi muoiono, il che favorisce sia i neonazisti che i politici filo-NATO che proteggono. In altre parole, gli argomenti dei media occidentali per negare le affermazioni di Putin sul nazismo ucraino sono deboli e superficiali.

Mosca ha ragione nella sua preoccupazione di denazificare l’Ucraina. È una misura che dovrebbe essere adottata in coalizione da diversi paesi. In tutto il mondo il nazismo è “condannato”, ma solo quando giova all’Occidente.

L’esperienza politica più vicina al nazismo dei giorni nostri è stata vista e pacificamente tollerata dai governi liberali che si dichiarano difensori dei diritti umani e della democrazia. La Russia semplicemente non è più disposta a sopportare i crimini commessi dai neonazisti contro il suo popolo e non c’è niente di sbagliato in questa decisione.

Lucas Leiroz  è ricercatore in Scienze Sociali presso l’Università Federale Rurale di Rio de Janeiro; consulente geopolitico. InfoBrics , 2022.

Puoi effettivamente partecipare agli sforzi globali per paralizzare la capacità di genocidio della cabala criminale organizzata del Deep State, godendo allo stesso tempo della libertà sanitaria, boicottando definitivamente Big Pharma .

FONTE: https://geopolitics.co/2022/02/26/understanding-ukrainian-nazism/

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

La Guerra, ovvero l’alibi per la riforma del catasto e la supertassazione degli immobili?

Febbraio 28, 2022 posted by Guido da Landriano

 

Ora, capisco che nella maggioranza di governo e nella Commissione il moto sia ormai diventato “Armiamoci e partite”, e nella vana attesa di vedere le menti più lucide, come Speranza, arruolarsi come volontario della Legione Ucraina, vorrei amabilmente ricordare che anche in parlamento ci sono un paio di lanciamissili Katiuscia mirati non però sul popolo ucraino, ma direttamente sugli italiani, sotto forma di riforma del Catasto e delega fiscale.

Proprio oggi si sarebbe dovuta discutere, in teoria, la famosa delega fiscale voluta dal Governo Draghi che, al suo interno, conteneva la delega per la revisione del catasto che sarebbe dovuta essere senza costi aggiuntivi… fino al 2026. Quindi una sorta di missile, ma a scoppio ritardato, sotto forma di tassa patrimoniale, e puntato contro le case degli italiani. Per fortuna gli eventi a cavallo del 17 febbraio, con il governo sotto per quattro volte su emendamenti a DL, hanno consigliato un rinvio che dovrebbe portare la discussione a marzo. Sarebbe curioso, ma non troppo, che il governo cogliesse la distrazione, e la scusa, del conflitto a oriente per lanciare la sua arma strategica che, ricordiamolo, si muove in coordinamento con i desiderata di Bruxelles e della Germania. Oltre alla delega fiscale c’è anche la scottante questione del MES che dobbiamo approvare e per il quale si giunge proprio ora alle fasi cruciali, come ci ricorda Liturri. Il MES rinforzato dovrebbe diventare “L’agenzia Europa per il Debito” creata per gestire il nostro default in modo ordinato, per gli altri, e disastroso per noi, con conseguenze che non sarebbero dissimili (a parte ovviamente i morti) dalle distruzioni portate dai russi in Ucraina. Del resto che questa debba assorbire, secondo il governo, il nostro debito per poi strozzarci lo dice perfino Giavazzi. Un altro missile strategico che bisogna disinnescare, non approvare, proprio perché la situazione bellica ha cambiato il quadro generale. Vi immaginate se dopo Caporetto, invece che ordinare armi e munizioni per l’esercito sconfitto, ci fossimo messi a fare la lesina?

Queste sono le due minacce per l’Italia pari alle sanzioni russe. Poi restiamo sempre in attesa che il Ministro Speranza colga il meglio del proprio coraggio e si arruoli per il bene dell’Ucraina. Avremo o un ministro eroe, o un migliore ministro.

FONTE: https://scenarieconomici.it/la-guerra-ovvero-lalibi-per-la-riforma-del-catasto-e-la-supertassazione-degli-immobili/

 

 

 

Fiat iustitia pereant immundi

01 marzo, 2022

Volendo azzardare un commento su ciò che sta accadendo nel nostro Paese, non si saprebbe davvero da che parte incominciare. Forse dalla più urgente, da quella torpida sensazione di normalità che fa da sfondo agli eventi, da quell’ipnosi molle in cui la tragedia sfugge e sprofonda. Mentre spirano venti di guerra a oriente getto uno sguardo sulle macerie della guerra che imperversa da due anni in casa nostra, e raccolgo detriti a caso.

La scuola. Ragazzini bullizzati dalle maestre (!) perché non si sono lasciati iniettare una fiala, o per lo stesso motivo esclusi dall’aula. Altri messi ai domiciliari su segnalazione anonima, cioè privati della libertà personale senza processo come non si poteva più fare da circa ottocento anni. Perché c’era l’habeas corpus – c’era.

I docenti. Una settimana fa ha parlato in televisione un professore di medicina. Non so che abbia detto, ma il giorno dopo l’università per cui lavora ha fatto sapere al metamondo di Twitter che le parole del docente «non rappresentano il pensiero dell’istituzione» e ha annunciato «ulteriori azioni». Gli internauti gaudenti rilanciavano con frizzi e lazzi sul cognome del malcapitato, che richiama un ortaggio. In questo alato scambio sarebbe dispiaciuto incunearsi per chiedere che cosa mai fosse il «pensiero dell’istituzione». Da quando esiste, dove è codificato? Non penso nell’articolo 33 della Costituzione (anzi) ma neanche nella lunga storia degli atenei, dove fino a ieri pensavano le persone fisiche, non quelle giuridiche. Se durante la peste del Trecento i dottori delle università (non le università) dibattevano liberamente sui rimedi, oggi invece è la scienza che parla per gli scienziati. Sì, ma allora chi parla per la scienza? Mistero.

Il lavoro. Sempre a scuola, una professoressa ha scritto al suo preside che anche ai colleghi molestatori o violenti è riconosciuta una parte dello stipendio nel periodo di sospensione. Un ex ministro della giustizia ha ricordato che anche agli ergastolani è consentito lavorare e guadagnarsi il pane. I giudici amministrativi lombardi si sono giustamente chiesti perché sospendere una psicologa che lavora coi pazienti soltanto in remoto. Già, perché? E perché chi ha già certi anticorpi deve prendere una medicina per sviluppare quegli anticorpi? E perché il «consenso scientifico globale» che vige a Como non vale più a Chiasso? E perché una puntura conta più di un esame di Stato? Perché sì, perché «va fatto e basta». Perché sarà vero, l’acqua non scorre a monte e sei mesi fa non eri ancora nato. Ma io sono il lupo, tu l’agnello.

La democrazia. Pare che il presidente del Consiglio abbia intimato ai parlamentari di «garantire i voti» necessari per approvare le decisioni del Governo. Solita genitura invertita: l’esecutivo, cioè l’organo «che è atto a eseguire» (così il dizionario Gabrielli), dà ordini al legislativo che gli dovrebbe dettar legge, su mandato degli elettori. Ma siccome un mandante deve per forza esserci, allora chi detta i compiti all’esecutore? Altro mistero.

Ora, ragionando a freddo, non è plausibile che un tale sfascio si sia consumato in così pochi mesi, né che un malanno e qualche decreto abbiano tirato giù da soli un edificio messo in piedi nei secoli. No, i muri dovevano già essere crepati da tempo, da molto tempo e forse fin dall’inizio, sicché il crollo era atteso da tutti, temuto da pochi, salutato da molti. E poi il sole continua a sorgere, il latte arriva sugli scaffali e la televisione trasmette dibattiti e giochi a premi. Il vecchio Orwell ci credeva davvero, che in Germania, in Russia e altrove non regnassero che apatia, arretratezza e terrore e che lì nessuno osasse screziare il grigio della dittatura con una canzone o un sorriso. E noi con lui. Perciò no, non può esserci un regime. Se c’è un filo di luce – almeno per me, almeno finché dura – i tempi non possono essere bui.

Ovviamente non si ignorano sofferenze e violenze, si ascoltano certe storie in famiglia e le si legge sui giornali, e certi metodi mai visti prima se non nei libri di storia. Ma per questo c’è l’ipnotico più gagliardo, quello che normalizza ogni abominio: la giustizia. Va bene perché è giusto così. E lo si può dire ovunque, con l’esaltata soddisfazione di un Savonarola laico o con gli occhi bassi di chi si sforza di ingoiare una lezione dura, ma necessaria. Storditi dalle stupidaggini del progresso crediamo davvero che gli aggeggi materiali ci assegnino una palma anche morale sugli avi, sicché non ci vergogniamo di chiedere una lacrima ai ragazzini che oggi non possono salire sull’autobus perché settant’anni fa, in un altro Paese, qualcuno ci poteva salire purché occupasse i sedili sul retro.

Sarebbe facile dimostrare more mathematico che se l’ingiustizia produce i delitti, la giustizia aizza le stragi. Perché la prima è punibile, la seconda impunita. La prima opera nei limiti dell’obiettivo, la seconda non ha limiti né obiettivi se non sé stessa, né remore, né censori. «Non avete pietà», dice Aglaja al principe Myškin, «ma solo giustizia: perciò siete ingiusto», riassume fulmineo Dostoevskij. E Nostro Signore, che di un tribunale fu la vittima più innocente («nos legem habemus»), non ha mai speso una parola di lode per gli zelanti à la Javert, mentre al contrario chiamava «beati i perseguitati a causa della giustizia» e prometteva loro il regno dei cieli. Di persecuzione e giustizia parla anche la storia di san Paolo. Prima dell’incontro con Dio era appunto un persecutore «irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge», ma da convertito visse non più «con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede» (Fil 3,6.9). La giustizia può perseguire ma se perseguita è altro, è la maschera di un’ingiustizia.

Quindi, che cosa è giusto? Come si spezza il cerchio dei relativi, quello che ci fa piangere per la signora Parks che tornava dal lavoro (sì, era scientifico anche allora) e non per il cinquantenne con prole che oggi al lavoro proprio non può andarci? Tra i tesori spazzati via dalla barbarie moderna c’è sicuramente lo sforzo millenario di agganciare l’etica, e quindi le leggi, a una norma che trascenda i suoi autori e la preservi dall’assurdo di ancorarsi a sé stessa. Se oggi si urla «o-ne-stà!» nelle piazze, sette secoli fa Tommaso d’Aquino metteva all’ultimo gradino della gerarchia delle leggi lo jus civile codificato dai sovrani. Sopra stavano lo jus gentium comune a ogni popolo e la lex naturalis, l’innata disposizione morale dell’anima (sinderesi) che intuisce la lex aeterna con cui Dio ha ordinato il mondo. L’insubordinazione dei gradi inferiori produce arbitrio e violenza.

L’appiattimento di questa necessaria complessità nella dimensione puntiforme dell’ultimo codicillo vergato dall’ultimo burocrate dà la misura di un deserto odierno che è, nell’ordine, spirituale, culturale e morale. Se la giustizia eterna collassa su quella degli uomini, le prescrizioni di quest’ultima mimano i decreti divini: non devono addurre ragioni se non quelle pasticciate e sibilline di un mistero a cui bisogna chinarsi e promettono una salvezza che nel dominio terreno può essere solo quella della sopravvivenza, del comodo e della vanagloria a spese del prossimo. È dall’istituzione di questa pochezza che si è arrivati dove siamo arrivati: ad accettare l’ingiusto perché non c’è altra giustizia; a parlar d’altro persino dai pulpiti perché non c’è a chi rispondere, né sopra né dopo; a convivere con l’assurdo e l’abnorme perché non c’è norma, e quindi neanche il normale.

FONTE: http://ilpedante.org/post/fiat-iustitia-pereant-immundi

SUPER GREEN PASS PER SEMPRE, MA SOLO PER GLI ITALIANI!

26 02 2022

 

 

di Gianni Lannes

L’italiano contagia, ma lo straniero no. Niente tampone o quarantena per gli stranieri che arrivano in Italia, mentre ai lavoratori italiani con 50 anni e passa d’eta’, privi di passaporto digitale (previa triplice siringatura) e’ precluso il lavoro. Il tutto in palese violazione degli articoli 1, 2, 3, e 4 della Costituzione repubblicana italiana, ovvero dei dettami fondamentali dello Stato di diritto.

Alla prova inequivocabile dei fatti, il green pass semplice o rafforzato non ha alcuna valenza scientifica o sanitaria, bensi’ solo una funzione coercitiva, punitiva e di controllo sociale del gregge nostrano lobotomizzato a puntino. Se non fosse realmente una tragedia infinita, sarebbe una triviale farsa in salsa tricolore. Nel Belpaese al peggio del politicume inetto, sembra non esserci piu’ fine. Infatti, il post comunista Speranza (qualificato come gia’ assessore all’urbanistica di Potenza), dalla poltrona ministeriale del dicastero dell’insanita’, ha annunciato un’ordinanza che rinnovera’ l’obbligo di indossare le inutili e pericolose mascherine carnevalesche in tutti i luoghi al chiuso che non siano le abitazioni private.

Disgustoso servilismo mescolato all’analfabetismo funzionale al sistema di dominio terracqueo? Nel frattempo, ieri 25 febbraio 2022, il consiglio dei ministri presieduto da mister Britannia ha prorogato lo stato di cosiddetta emergenza per altri 3 mesi, contraddicendo lo stesso Draghi e tutto il cucuzzaro covidiota dei crassi politicanti da baraccone made in Italy, con annessi televirologi d’accatto, pennivendoli nostrani e carabinieri che invece di stanare criminali di calibro mafioso e stupratori seriali, danno la caccia ai pensionati che giocano a briscola nei bar. Insomma, nello stivale italico vanno in onda da ben due anni, soltanto barzellette intercontinentali che espongono al pubblico ludibrio mondiale la nostra maltrattata patria.

C’e’ un giudice almeno a Berlino?

Riferimenti:

https://www.triesteprima.it/cronaca/covid-nuova-ordinanza-speranza-viaggi-tamponi.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=green+pass

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=covid

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=draghi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=speranza

FONTE: http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/02/super-green-pass-per-sempre-ma-solo-per.html

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

RAND Corporation ha sollecitato la creazione degli orrori che stai vedendo in Ucraina

Nel 2019, il tentacolo della RAND Corporation del complesso di carri armati “Think” del Congresso industriale militare statunitense “Intelligence” ha pubblicato un rapporto in cui affermava di aver “condotto una valutazione qualitativa delle” opzioni che impongono costi “che potrebbero sbilanciare e sovraestendere la Russia”.

Ecco una delle “opzioni che imponevano i costi”, quella che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva rifiutato, ma nel 2019 RAND si stava preparando per un cambio di regime in casa: “Fornire aiuti letali all’Ucraina”.

In questo modo, ha affermato RAND, “sfrutterebbe il più grande punto di vulnerabilità esterna della Russia. Ma qualsiasi aumento delle armi militari statunitensi e dei consigli all’Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per aumentare i costi per la Russia per sostenere il suo attuale impegno senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi”.

Finora la calibrazione sembra essere OK, poiché non si è ancora verificato un “conflitto molto più ampio”. Ma i membri del Congresso/Parlamento, i trafficanti di armi e gli entusiasti curiosi stanno spingendo per questo negli Stati Uniti, in altre nazioni della NATO e in Russia. L’idea di poter “calibrare” adeguatamente queste cose è stata smentita migliaia di volte. La disgustosa arroganza del rapporto RAND che raccomanda l’aumento delle minacce militari e nucleari alla Russia illustra come le persone cieche possano essere di fronte ai rischi che stanno creando.

Quindi, sì, è meraviglioso avere i media corporativi statunitensi improvvisamente contro una guerra ea sostegno delle proteste, e in sintonia con le vittime. Si sarebbe potuto pensare che i media statunitensi fossero incapaci di queste cose dopo tutti questi anni e tutte queste guerre. Ma ricorda che un rapporto dal suono piacevole sulle “opzioni che impongono costi” era un piano per rischiare l’omicidio di bambini piccoli in Ucraina.

E, sì, i criminali che gestiscono il governo e l’esercito russo sono, abbastanza sorprendentemente, responsabili della loro criminalità.

Ne è responsabile anche il governo ucraino che ha scelto di affrontare la violenza con la violenza, dopo aver ampiamente avviato l’aumento della violenza nel Donbass la scorsa settimana.

Ma i passi che il governo degli Stati Uniti, il governo ucraino e gli alleati della NATO hanno intrapreso negli ultimi mesi, anni e decenni per arrivare a questo punto, il rifiuto di soddisfare le richieste russe perfettamente ragionevoli, la militarizzazione sempre crescente: quei governi rimangono responsabili di anche quelle cose.

Il rapporto RAND sperava in proteste non violente in Russia. Il fatto che i russi che ora protestano contro il loro governo per le sue ultime atrocità stiano facendo ciò che RAND sperava non significa che stiano facendo la cosa sbagliata. Significa solo fare attenzione alla manipolazione del risultato.

Se il governo degli Stati Uniti è in grado di orchestrare un colpo di stato a Kiev nel 2014, in cui anche la gente comune ha avuto – come sempre – rimostranze legittime, e poi cancellare quella storia quasi interamente entro otto anni, allora può anche orchestrare l’esito di una rivoluzione russa, qualcosa che ha tentato senza successo nel 1919 e da allora ha tentato, qualcos’altro che ha effettivamente cancellato dai libri di storia.

David Swanson è un autore, attivista, giornalista e conduttore radiofonico. È direttore di WorldBeyondWar.org e coordinatore della campagna per RootsAction.org . I libri di Swanson includono War Is A Lie . Scrive su DavidSwanson.org e War Is a Crime.org . Conduce Talk Nation Radio . Seguilo su Twitter: @davidcnswanson e FaceBook . Leggi altri articoli di David .

FONTE: https://dissidentvoice.org/2022/02/rand-corporation-urged-creation-of-the-horrors-youre-seeing-in-ukraine/

 

 

Possiamo soffocare la NATO, perché hai così paura? PUTIN

Vladimir Putin lo ha detto virtualmente, in risposta a una preoccupazione sollevata per l’accerchiamento “soffocante” della NATO attorno al confine con la Russia.

Questo è in piena congruenza con la sua precedente dichiarazione di distruggere la gente dell’Antico Ordine delle Parole con le sue “mani nude”, per aprire la strada a un “mondo multipolare”, che ora sta iniziando a manifestarsi .
Putin ha anche espresso la sua soffocante esperienza di 7 anni con Obama. Nonostante le sue frustrazioni nel portare la Russia a intervenire militarmente in Siria, e aggiungendo alla sua freddezza di artista marziale cintura nera, ha persino invitato quest’ultimo a visitare la madrepatria, durante il suo imminente ritiro.

In precedenza, la Russia ha stanziato risorse rilevanti per studiare come contrastare l’abitudine del “cambio di regime” dell’Occidente.
La Russia studia come neutralizzare efficacemente le rivoluzioni colorate
L’Accademia di stato maggiore delle forze armate russe ha lavorato sull’argomento dalla fine del 2014 ed è ora pronta a sviluppare un complesso manuale per contrastare le “rivoluzioni colorate”, riporta mercoledì il quotidiano russo Kommersant.
Uno dei suoi scopi è definire le minacce più considerevoli alla sicurezza russa fino al 2020 e elaborare una serie unificata di tattiche per rivelare, prevenire e contrastare la tecnica dell’uso delle “rivoluzioni colorate” per facilitare il cambio di regime, il quotidiano cita le sue fonti al ministero della Difesa come detto.
Gli esperti lavoreranno anche sul metodo del “soft power” (impatto senza contatto sul potenziale nemico), operazioni asimmetriche e misure per rafforzare il sistema politico russo e la cultura politica dei politici, dei dipendenti pubblici, degli uomini d’affari e di altri residenti del Paese.
La scorsa settimana il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha detto ai giornalisti al forum politico Army-2015 che i militari sponsorizzeranno un grande progetto di ricerca sui colpi di stato condotti attraverso proteste di massa – le cosiddette “rivoluzioni colorate” – per prevenire il ripetersi delle situazioni che la Russia ha affrontato in 1991 e 1993.
“Alcuni dicono che i militari non dovrebbero essere coinvolti nei processi politici, mentre alcuni dicono l’esatto contrario. Ordineremo uno studio sul fenomeno delle rivoluzioni colorate e sul ruolo dei militari nella loro prevenzione”, ha poi affermato il ministro.
Possibili modi e mezzi per contrastare il “soft power” e le “rivoluzioni colorate” sono stati all’ordine del giorno del forum.
Il forum ha concluso che le “rivoluzioni colorate” stanno ora prendendo forma di risse armate e si stanno sviluppando secondo le regole dell’arte della guerra, il che rende necessaria la partecipazione del ministero della Difesa alla ricerca metodologica.
Inoltre, i partecipanti alla discussione sono giunti anche alla conclusione che i paesi occidentali hanno intensificato i loro tentativi di imporre le loro “ricette per trasformazioni interne” ad altre nazioni, senza tener conto né delle tradizioni nazionali né delle peculiarità nazionali.
Il termine “rivoluzioni colorate” si riferisce a colpi di stato istigati dall’esterno e caratterizzati da disordini diffusi in paesi come Georgia, Ucraina, Tunisia o Egitto.
Si ritiene che siano condotti con l’aiuto degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali, con i leader nominati che fungono da mezzo per promuovere gli interessi occidentali.
Questo fenomeno ha dato origine a un altro termine, “l’esportazione delle rivoluzioni colorate”. Denota il sostegno occidentale delle forze di opposizione per influenzare la politica interna.
https://geopolitics.co/2015/06/24/russia-studying-how-to-effectly-neutralize-color-revolutions/
Da questo studio, la strategia BRICS in corso di attuazione in questo momento è di conferire potere ad altri paesi economicamente e militarmente , in modo che non vengano facilmente sconfitti da attacchi esterni ibridi, in alcuni casi anche dai loro stessi presunti alleati, ad esempio manipolazione della valuta, rivoluzione colorata, processi canguri dell’ICC, ecc.
Su questa linea, Putin e Xi hanno invitato l’ASEAN del prossimo anno presidente, il presidente Duterte, a partecipare al Summit BRICS 2017, in qualità di osservatore. Questo invito si aggiunge alle numerose e continue visite lampo delle delegazioni d’affari cinesi nelle Filippine, alla ricerca di opportunità di investimento per sviluppare la campagna, ad esempio agricoltura, turismo, energia, infrastrutture e scambi culturali.

Entrambi i leader BRICS, Putin e Xi, riconoscono l’occasione d’oro e la necessità di sconfiggere l’influenza occidentale in questa parte molto strategica del Pacifico per indebolire ulteriormente il capacità della mafia Khazariana di condurre conflitti a migliaia di miglia di distanza dalle loro sale riunioni.
Le vertiginose importanti costruzioni e sviluppi infrastrutturali che si verificano nel continente eurasiatico, in America Latina e presto nel sud-est asiatico, aumenteranno solo con l’uso di nuove tecnologie e il previsto orientamento introspettivo del governo Trumpiano.

In caso contrario, Vladimir Putin ha già messo in guardia tutti sulla volontà russa di attraversare il ponte della terza guerra mondiale, se necessario.

Il discorso delle Nazioni Unite del 2015 di Putin sul “mondo multipolare” si sta realizzando
Quando Vladimir Putin è salito sul podio per parlare ai delegati presenti alla 70a Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York lo scorso settembre 28, 2015 la sensazione che stavamo per assistere a un momento seminale della storia era inevitabile.
E così è stato.
Il  discorsoil leader russo ha provveduto a consegnare ai delegati presenti, insieme a un mondo in attesa attraverso i media internazionali, equivaleva ad annunciare la nascita di un mondo multipolare, in cui Washington non avrebbe più goduto del primato incontrastato e dell’egemonia che aveva sin dal scomparsa dell’Unione Sovietica nel 1991.
Con un’accusa tagliente, Putin ha ricordato ai delegati la responsabilità di Washington e dei suoi alleati nella destabilizzazione del Medio Oriente dall’11 settembre e di come le loro azioni abbiano scatenato caos e crisi al punto da minacciare ora di ridurre l’intera regione a un stato di anarchia permanente. Il momento più potente del discorso è arrivato quando ha alzato lo sguardo dai suoi appunti e ha rivolto lo sguardo ai delegati internazionali riuniti, dopodiché, rivolgendosi direttamente al governo e all’establishment politico degli Stati Uniti, ha detto: “Ti rendi conto di quello che hai fatto?”
Era un j’accuse pronunciato sotto forma di una semplice domanda, che penetrava i muri della propaganda che erano stati eretti per nascondere la verità dell’eccezionalismo statunitense. La Russia non era più una potenza di secondo livello, confermava il discorso di Putin, ridotta al ruolo di spettatore mentre il mandato di Washington correva ovunque ritenesse opportuno. E non era più, in quanto rappresentante non ufficiale delle potenze emergenti altrimenti note come BRIC, disposta ad accettare un mondo in cui gli Stati Uniti, sostenuti dai loro alleati europei, trattassero il diritto internazionale e il principio di sovranità nazionale come un dono da elargire o rimosso come ritenuto opportuno piuttosto che un diritto universale e inalienabile.
… L’accumulo di equipaggiamento militare russo in Siria era quasi completo quando Vladimir Putin ha pronunciato il suo discorso all’ONU. Il dispiegamento era stato condotto con una velocità impressionante, cogliendo di sorpresa i governi occidentali e gli analisti militari. Questo non era lo sgangherato esercito russo privo di attrezzature avanzate e capacità di comunicazione durante il breve conflitto georgiano del 2008. Sette anni di intensivo potenziamento, addestramento e riorganizzazione avevano dato i suoi frutti con la Russia che ha dimostrato la capacità di proiettare una notevole forza militare migliaia di miglia oltre i suoi confini; questo nonostante le sfide legate non solo alla distanza, ma anche al fatto che stavano proiettando detto potere nel mezzo di una zona di conflitto.
Altrettanto impressionanti sono stati i preparativi fatti sotto forma di estensione delle basi aeree siriane esistenti dentro e intorno a Latakia per poter facilitare gli aerei e le attrezzature russe, e anche la creazione di un centro di intelligence congiunto in Iraq con iracheni, siriani e iraniani. Per quanto riguarda l’hardware militare coinvolto, andando avanti includerebbe alcuni degli aerei da combattimento più avanzati al mondo – l’SU34 e l’SU35 – e i sistemi di difesa antiaerea S300 e S400, riconosciuti come i più avanzati tra quelli attualmente esistenti.
https://www.rt.com/op-edge/367568-putins-un-speech-multipolar-world/
https://twitter.com/SputnikInt/status/800660027488935936
Possiamo solo sperare che l’intera popolazione americana finalmente rinsavisca e si renda conto che il resto del mondo non vuole la guerra in tutte le sue forme. Tutti vogliono solo vivere in pace e armonia gli uni con gli altri.
Il progresso economico individuale dissuaderà dall’unirsi alla guerra dei banchieri. Ecco perché questi terroristi finanziari devono rendere poveri tutti per limitare le sue scelte.
Ogni sostegno alla Piramide dei Cartelli deve quindi essere ritirato e tutti i parassiti Khazarian devono essere sterminati per porre finalmente fine al ciclo di violenza su questo pianeta.

Puoi effettivamente partecipare agli sforzi globali per paralizzare la capacità di genocidio della cabala criminale organizzata del Deep State, godendo allo stesso tempo della libertà sanitaria, boicottando definitivamente Big Pharma .

FONTE: https://geopolitics.co/2016/11/21/we-can-choke-nato-why-are-you-so-afraid-putin/

 

 

 

“I soldati americani in Danimarca sono una ‘estensione logica’ della cooperazione NATO”, afferma il primo ministro danese

Di Ron Ridenour – 18 febbraio 2022

Parte II di un’esclusiva CAM sulla storica cooperazione militare-intelligence USA-danese (vedi parte 1 qui)

Siamo stati svegliati dal ruggito degli F-16 che si esercitavano sopra la testa. Il giorno prima, il 10 febbraio, il governo socialdemocratico ha annunciato l’ennesima escalation delle sue misure di minaccia di guerra insieme al suo partner principale, gli Stati Uniti: il “Defense Cooperation Agreement” (DCA ). Implica più potenza militare dagli Stati Uniti Forse siamo stati svegliati dai festeggiamenti dei piloti di caccia danesi.

Per la prima volta nella storia della Danimarca, i suoi politici consentiranno alle truppe e alle macchine belliche statunitensi sul suolo continentale danese. Non ci sono state truppe straniere accolte in Danimarca da poco dopo la seconda guerra mondiale, a parte la tacita accettazione della Germania nazista, ed erano britanniche e sovietiche. [1]

https://lh4.googleusercontent.com/4At5-9qEr12wLna5bfRbJjX7Mz8Ene8wg2VaBblJJgcwAo24W1C6zUf33GCXM7AoR__m-MPqjtNbFHI-lHEiiVWGsy8ra2Pjoc-EicZsOlosVHbeluDHC4gou0nPEA
Il Segretario di Stato Jeppe Kofod, il Primo Ministro Mette Frederiksen e il Ministro della Difesa Trine Bramsen hanno presentato una visione sommaria della nuova strategia. [Fonte: headtopics.com ]

Gli autodefiniti leader socialdemocratici hanno affermato che avrebbero cercato di stringere un rapporto simile di cui gli Stati Uniti godono con la Norvegia, che ha ospitato esercitazioni di addestramento e aerei da guerra statunitensi e ha concordato che gli Stati Uniti costruiscano altre tre basi aeree e navali che utilizzeranno . E mentre andiamo in stampa, la Danimarca ha richiamato la sua fregata Esbern Snare lontano dalla pattuglia dei pirati nella baia di Guniea per unirsi alle navi della NATO che minacciano la Russia

I marines statunitensi della Fox Company, 2° Battaglione, 6° Reggimento Marine, parte della Marine Rotational Force - Europa partecipano a "Reindeer 2", un'esercitazione militare norvegese-statunitense a Setermoen, Norvegia, 29 ottobre 2019. REUTERS/Stoyan Nenov/File Foto
I marines statunitensi prendono parte a un’esercitazione di gioco di guerra (“Reindeer 2”) a Setermoen, Norvegia, il 29 ottobre 2019. [Fonte: migration.com ]
Rullante Esbern [Fonte: dr.dk ]

Il conflitto NATO con la Russia per l’Ucraina e la Crimea, iniziato nel 2013-14, è stato utilizzato da USA-NATO per ampliare la propria occupazione militare in diverse parti d’Europa con più basi aeree e navi da guerra nei porti.

Di recente, sia la Svezia che la Finlandia hanno espresso interesse ad aderire alla NATO, nonostante l’opinione della maggioranza sia contraria. Con più propaganda sotto falsa bandiera, l’opinione pubblica si sta rivolgendo maggiormente a destra e pro-NATO “per la sicurezza”. [2]

In questa fase del nuovo DCA, non ci deve essere una base militare statunitense e le armi atomiche non devono essere collocate qui durante il “tempo di pace”, che è ancora in vigore dal 1957 ( spiegato nella parte 1 ). Tuttavia, gli Stati Uniti avevano segretamente piazzato armi atomiche sulla loro colonia in Groenlandia .

Reattore nucleare
Il coperchio della nave a combustibile nucleare non sigillata di Camp Century in Groenlandia nel 1962. [Fonte: theguardian.com ]

Sebbene questo primo ministro abbia detto no alle armi atomiche, un altro potrebbe dire di sì. Non c’erano altre condizioni per le truppe statunitensi e il materiale bellico spiegate da questi leader. Quello che non hanno informato (o ricordato) al pubblico è che l’accordo della Danimarca con la NATO quando ha aderito per la prima volta era che le truppe straniere non sarebbero state ammesse sul suolo danese in tempo di pace.

Gli Stati Uniti, tuttavia, possono scegliere di interpretare il significato di “tempo di pace”. Inoltre, se un primo ministro qua o là dice di no agli Stati Uniti non significa che la superpotenza obbedirà agli interessi nazionali degli altri. Il Pentagono, come ha sottolineato l’editoriale dell’11 febbraio di Politiken , “Lo zio Sam in Danimarca”, non dice agli altri cosa possono fare (né lo fa la CIA).

L’ambasciatore russo in Danimarca, Vladimir Barbin, ha risposto ai media danesi che il suo paese vede il DCA come un confronto definitivo contro la sua sovranità e il suo popolo. Ha anche portato l’accordo del 1990 – “Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione nella Carta di Parigi in Europa” (OSCE) – firmato da 34 capi di stato, comprese le parti interessate alla DCA. L’ambasciatore ha affermato che questo accordo di cooperazione è ignorato dagli Stati Uniti, dalla NATO e in particolare da ciò che propone la Danimarca.

Una persona in giacca e cravatta Descrizione generata automaticamente con sicurezza media
Vladimir Barbin [Fonte: cphpost.dk ]

Joseph Gerson, presidente della Campagna per la pace, il disarmo e la sicurezza comune, ha scritto di questo accordo e di altri in Common Dreams . Ha dichiarato:

L’OSCE “ha inaugurato una nuova era in cui gli Stati hanno assunto un impegno senza precedenti per le libertà individuali interne, il governo democratico, i diritti umani e la cooperazione transnazionale”.

Sette anni dopo, è stato seguito dall’Atto istitutivo della NATO-Russia, che sanciva gli impegni per la parità di sicurezza e per non cercare la sicurezza a scapito della sicurezza dell’altro. E nella Carta della Sicurezza Europea dell’OSCE del 1999, i suoi Stati membri si sono impegnati “a non rafforzare la loro sicurezza a spese della sicurezza di altri Stati”.

Chi siamo - Comitato per una politica SANE USA-Cina
Joseph Gerson [Fonte: saneuschinapolicy.org ]

Alcuni membri del parlamento danese di orientamento socialdemocratico hanno espresso preoccupazione per il fatto che, se ci fosse una guerra tra Stati Uniti e Russia, la capitolazione della Danimarca agli Stati Uniti lo collocherebbe tra i primi obiettivi, specialmente in una guerra nucleare. Alcuni si chiedono perché le truppe statunitensi siano “necessarie” ora che non lo erano durante tutto il tempo in cui è esistita l’Unione Sovietica e quando c’erano molte guerre per procura, come contro il sud-est asiatico.

“Non vedo come questo sia nell’interesse della Danimarca”, ha interrogato il parlamentare di orientamento socialista Karsten Hoeng.

Karsten Honge - Wikipedia
Karsten Hoeng. [Fonte: wikipedia.org ]

Ci sono diversi riferimenti su un futuro presidente degli Stati Uniti, come Donald Trump, che è così irregolare che le sue politiche potrebbero portare i danesi in una situazione violenta indesiderata.

“Una bomba strategica nella politica danese”, ha detto Politiken. Il nuovo approccio pone la Danimarca “più vicino che mai alla cerchia ristretta degli alleati”. Anche se questo quotidiano, e tutti gli altri, ne sono contenti, ci sono un paio di possibili inconvenienti.

“Gli Stati Uniti difficilmente si discosteranno dal loro fermo principio di non confermare né smentire se ci sono armi atomiche su aerei e navi in ​​visita. Anche se lo facesse, cosa farebbe la Danimarca? Accettare tranquillamente armi atomiche sul territorio danese?”

Una persona in abito sorridente Descrizione generata automaticamente con scarsa sicurezza
Paul Schlüter [Fonte: wikipedia.org ]

Come hanno scritto i redattori, tale è stato il caso negli anni ’80 quando i socialdemocratici, allora più fedeli ai loro principi, hanno sollevato la questione con un primo ministro conservatore riguardo a una nave da guerra statunitense in visita sospettata di trasportare armi nucleari. Il primo ministro Paul Schlüter (1982-93) indisse un’elezione su quell’unica questione e vinse di nuovo.

L’articolo principale di Politiken è iniziato con “L’ammirato omaggio di Frederiksen agli Stati Uniti è vicino a superare la visione di Anders Fogh Rasmussen del migliore amico della Danimarca nel mondo e la sua fondamentale garanzia di sicurezza”.

Anders Fogh Rasmussen I Gabinetto - Wikipedia
Anders Fogh Rasmussen [Fonte: wikipedia.org ]

Si ricorda ai lettori che il premier di destra Rasmussen era considerato da molti un “cane da compagnia” per tutte le politiche statunitensi, in particolare militari e di guerra, mentre i socialdemocratici erano più indipendenti. Questo è cambiato negli ultimi due decenni. L’SD è stretto con gli Stati Uniti su tutto come lo sono sempre stati l’ala destra e i conservatori. Ora, sia la destra che la “sinistra” sono con gli Stati Uniti

La portavoce del partito socialdemocratico di Enhedslisten (rosso-verde), Eva Flyvholm, ha sollevato un termine poco sentito in Danimarca – “sovranità” – nella sua critica.

“La nuova strategia è una cosa importante in relazione alla sovranità danese. Gli americani avranno il controllo sulle attività e sui soldati che verranno. Voglio dire, non dovremmo stipulare un accordo del genere”.

Una delle fonti di Politiken , Henrik Breitenbauch, leader del Centro universitario di studi militari di Copenaghen e ricercatore presso il Consiglio atlantico pro-NATO, ha affermato che “la sovranità è sempre una questione di gradimento”. Dubito che qualsiasi presidente degli Stati Uniti accetterebbe una tale definizione per la sua sovranità.

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Henrik Breitenbauch [Fonte: atlanticcouncil.org ]

DR e Politiken hanno entrambi intervistato separatamente Peter Viggo Jakobsen, un importante esperto accademico militare. Vede vantaggi nel rompere la tradizione contro le truppe straniere sul suo territorio. “Vengono con soldi da spendere”, ha detto, e “la loro presenza avrà un effetto deterrente sulle intenzioni di qualsiasi potenza straniera di invadere la Danimarca”.

Peter Viggo Jakobsen
Peter Viggo Jakobsen [Fonte: sdu.dk ]

Quell’opinione può essere tradotta nel senso che, con tutta la propaganda demonizzante contro il presidente Putin, i militaristi americani “amanti della pace” ma più duri saranno un tale deterrente, anche se la Russia vede questo accordo come una provocazione contro i suoi interessi.

“Non c’è niente che possano fare al riguardo. La Danimarca accetterà anche che gli stessi Stati Uniti avranno giurisdizione legale su qualunque cosa i loro soldati commettano qui”, ha confidato Jakobsen.

Il corrispondente internazionale della Repubblica Democratica del Congo, Steffen Gram, ha affermato: “Questo qui è ristabilire la NATO, che molti erano in dubbio su ciò per cui la NATO potrebbe essere utilizzata dopo la Guerra Fredda”, un riferimento laterale a Donald Trump. Gram prevede che la crisi con la Russia “durerà a lungo”.

Steffen Gram | Udland | DOTT
Steffen Gram [Fonte: dr.dk ]

Il disperato governo socialdemocratico fabbrica la distrazione della minaccia di guerra

L’inaspettato annuncio del governo del nuovo “Accordo di cooperazione per la difesa” doveva essere pronto ad annunciare quando, il 31 gennaio, il governo socialdemocratico, sotto pressione, ha tenuto una conferenza stampa per annunciare una “nuova strategia per guidare la politica estera danese nel modo più grave crisi di sicurezza per l’Europa dalla Guerra Fredda.’”

Questa strategia è ritenuta necessaria semplicemente sulla base di una propaganda demonizzante infondata secondo cui “Putin” è pronto a invadere l’Ucraina. Arriva nel momento (per una coincidenza?) in cui il governo deve confrontarsi con quella che il Primo Ministro chiama la violazione “molto grave” dei segreti della sicurezza nazionale.

“Stiamo assistendo a una situazione molto preoccupante che si sta svolgendo al confine ucraino-russo… l’aggressione della Russia… ci mostra che non si può mai dare per scontata la pace o la libertà”, ha affermato il premier Frederiksen.

“La nuova strategia contiene cinque aree principali per la gestione della politica estera e di sicurezza: diplomazia dei valori, diplomazia della sicurezza, diplomazia climatica, diplomazia migratoria e diplomazia economica. Vogliamo rafforzare le nostre alleanze e partnership con i paesi e le società che condividono i nostri valori. Questo vale non da ultimo per gli Stati Uniti… il più importante alleato della Danimarca. La Nato e gli Stati Uniti sono i garanti della sicurezza della Danimarca”.

Non era previsto nulla di concreto. DR ha concluso con una clip di sei minuti su quanto sia “aggressiva” la Russia. Esperti militari affermano che la Danimarca sarà ancora più vicina agli interessi degli Stati Uniti (se possibile).

Bramsen aveva appena inviato quattro F-16 nel Baltico per “proteggerli” dai russi. Ha rilasciato un’intervista al settimanale Weekend Avisen in cui ha affermato: “Sostanzialmente richiede una comprensione della sicurezza in tutta la società: le minacce vivono ovunque e l’intera società deve essere consapevole”.

In altre parole: nessuna deviazione dal dominio USA/NATO; Russia, Cina e Iran devono trainare la linea.

Cinque giorni dopo, Bramsen perse il suo posto di guerra. Nell’arco di 24 ore a partire dalle ore 9:00 del 4 febbraio, con l’inizio della sessione del tribunale contro Findsen, altri eventi politici, militari e giuridici hanno avuto luogo in Danimarca, portando il mondo sull’orlo della più grande crisi dall’ottobre 1962 Crisi dei missili cubani. Eppure non ci sono proteste in questo Paese.

Il primo ministro Merete Frederiksen ha rimescolato tre ministeri. Il cambiamento più clamoroso è stata la rimozione dell’impopolare ministro della Difesa Trine Bramsen. È stata spostata a capo del nuovo ministero per l’uguaglianza dei trasporti. Non c’era alcuna spiegazione del motivo per cui i problemi di “uguaglianza” dovrebbero essere con i trasporti, né perché Bramsen è stato spostato giù per la scala del ministero.

L’Unione della Difesa, tuttavia, aveva accusato Bramsen di “aver distrutto la fiducia che unisce la difesa”. Ci sono stati diversi conflitti all’interno dell’esercito sotto la sorveglianza di Bramsen.

Il ministro delle imposte Morten Boedskov ha ricevuto il suo precedente lavoro, premiato per la sua “esperienza e affidabilità”.

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Il nuovo post di Morten Boedskov: la guerra. [Fonte: avisen.dk ] 

Il precedente ministro dei trasporti, Benny Engelbrecht, non ha ottenuto un altro incarico ministeriale. Enhedslisten aveva chiesto la sua rimozione per aver informato il Parlamento che il nuovo piano infrastrutturale da 25 miliardi di dollari del ministero era CO2 neutrale quando non lo era, come ha rivelato il giornale del settore degli ingegneri. “E per di più, quando la proposta è stata rivelata, Engelbrecht ha informato il Parlamento che i dati sulle emissioni di CO2 relativi al piano non esistevano. Tranne che l’hanno fatto, ed Engelbrecht è stato accusato di averli deliberatamente tenuti lontani dalle altre parti”.

La prima cosa che ha fatto il nuovo ministro della Difesa Morten Boedskov, a poche ore dalla sua nomina, è stata dire ai media che non vedeva alcun motivo per non inviare alcuni dei rimanenti “missili Stinger” della Danimarca in Ucraina, che ha acquistato dagli Stati Uniti negli anni ’90.

L’ambasciatore dell’Ucraina in Danimarca aveva detto ai media che l’esercito ucraino li voleva perché erano così efficaci nelle mani dei ribelli afgani. Appena tre giorni prima della sostituzione di Bramsen, aveva dichiarato che la Danimarca non disponeva di tali armi . La sua mancanza di conoscenze militari è una delle ragioni principali per essere spostata fuori.

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I missili Stinger danesi sono stati immagazzinati negli ultimi dieci anni. [Fonte: dr.dk ]

Sono stati gli estremisti jihadisti mujaheddin, incluso Osama bin Laden, a sparare “Stinger” donati dagli Stati Uniti contro gli aerei sovietici. Sono stati inviati per rovesciare il governo afghano guidato dai comunisti negli anni ’80.

Sfortunatamente per il nuovo ministro della Guerra, gli esperti militari tecnologici di Boedskov hanno scoperto che nessuno dei missili Stinger era abbastanza buono da usare. Il nuovo ministro della Guerra ha inviato due F-16 a Bornholm, l’isola più orientale della Danimarca, come “segnale” a Putin che non osava invadere la Danimarca.

Il presidente Joe Biden aveva appena ordinato al nuovo cancelliere tedesco Olaf Scholz di vietare il funzionamento della linea del gas Nord Stream 2 appena completata se “Putin intensifica la sua aggressione contro l’Ucraina”.

“Non ci sarà più nulla chiamato Nord Stream 2 se i russi invadono l’Ucraina”, ha detto Biden al mondo intero, puntando il dito contro un leader di quella che crede sia una colonia statunitense.

Mentre Scholz ha cercato di placare il presidente degli Stati Uniti assetato di guerra, non ha voluto dire in quali sanzioni la Germania si sarebbe impegnata. Più della metà dell’energia della Germania proviene dalla Russia e ha bisogno di più.

Quindi, l’ Occhio principale degli Stati Uniti all’interno dell’UE-Europa ha inviato il suo primo ministro Mette Frederiksen in Germania per dire a Scholz cosa poteva fare. Potrebbe comprare più mulini a vento danesi. Il pezzo di DR sulla sua visita sottolinea che il suo collega cancelliere socialdemocratico è caratterizzato da “alcuni critici” come “dolcemente addolcito” per la Russia .

Il cancelliere federale Olaf Scholz in conversazione con Mette Frederiksen, primo ministro danese.
Mette Frederiksen e Olaf Scholtz [Fonte: bundeseregiurung.de ]

Il governo danese si oppone al gasdotto, che corre lungo Bornholm, e il Primo Ministro ha sottolineato dopo il suo incontro con Scholz: “I rapporti della Casa Bianca sul Nord Stream 2 sono molto buoni”.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha visitato il presidente Putin a Mosca. Non ha minacciato sanzioni; voleva invece che l’Europa si impegnasse nel proprio dialogo con Russia e Ucraina e non fosse vincolata ai presidenti degli Stati Uniti. Anche il cancelliere Scholz ha in programma di visitare Putin.

Né la Francia né la Germania hanno minacciato le proprie sanzioni, anche se in quanto membri dell’UE fanno parte di eventuali sanzioni dell’UE. Quando il presidente George W. Bush invase l’Afghanistan e l’Iraq, i governi francese e tedesco si opposero alla guerra. Tuttavia, sono tornati dopo molte pressioni da Washington-Wall Street.

Sorprendentemente per molti lettori (e per me stesso all’epoca), il nuovo presidente russo nel 2001, Vladimir Putin, ha esteso una reale assistenza militare e di intelligence alla guerra di Bush in Afghanistan, e ha persino proposto che la Russia si unisse alla NATO. Bush ha preso il suo aiuto ma ha rifiutato la Russia all’interno della NATO.

Il presidente Vladimir Putin ha incontrato il cinese Xi Jinping a Pechino il giorno di apertura delle Olimpiadi invernali, anche se Stati Uniti e Danimarca hanno intensificato la loro affermazione non fattuale secondo cui la Russia si sta preparando a invadere l’Ucraina. L’affermazione si basa semplicemente sul fatto che la Russia ha truppe sulla propria terra vicino all’Ucraina, come se fosse un crimine di guerra e qualcosa che gli Stati Uniti non fanno mai. Gli Stati Uniti hanno centinaia di basi e centinaia di migliaia di truppe in decine di altri paesi.

Putin e Xi hanno rafforzato la loro alleanza: sostegno reciproco in merito all’aggressione NATO USA-Ucraina; opposizione all’incitamento degli Stati Uniti all’indipendenza di Taiwan dalla Cina; e incitamento e finanziamento di manifestanti di Hong Kong contro gli interessi della Cina.

Cina e Russia vogliono semplicemente che USA/NATO smettano di provocare le loro aree geografiche. La Russia potrebbe aumentare le sue esportazioni di tecnologia militare avanzata e combustibili energetici verso la Cina, e la Russia acquisterà più beni di consumo dalla Cina se USA/UE aumenteranno le sanzioni contro entrambi i paesi.

Xi e Putin esortano la Nato a escludere l'espansione mentre aumentano le tensioni in Ucraina | Xi Jinping | Il guardiano
Putin e Xi [Fonte: theguardian.com ]

Gli USA/UE avvertono queste due nazioni (il più grande territorio del mondo e la più grande popolazione) con sanzioni più severe. Si parla di cessare le esportazioni in Russia di microchip vitali e altre tecnologie; impedire transazioni economiche in dollari USA (magari confiscando i loro fondi in banche controllate dagli USA); e il congelamento del costoso collegamento del gas naturale Nord Stream 2 tra Russia e Germania.

Conclusione 

Quando l’attuale clamore geopolitico si placherà e la Russia non avrà invaso nessuno, gli aggressori occidentali affermeranno che la loro bellicosità ha dato i suoi frutti, avendo spaventato i mascalzoni Ruskies da un’invasione che non avevano mai pianificato. Riguarda l’invasione capitalista occidentale contro i concorrenti capitalisti di Russia e Cina, in particolare per quanto riguarda l’energia. Ci era stato insegnato che la natura del capitalismo è tutta una questione di competizione, ma l’Occidente ha cambiato le regole.

Nella mia mente, l ‘”Accordo cooperativo di difesa” emerge in un momento in cui la Danimarca desidera disperatamente mostrare a Big Daddy che lo sfortunato problema con uno o più informatori relativo allo spionaggio di qualsiasi cosa deve essere compensato.

Diversi media hanno criticato i servizi di intelligence per aver presupposto che siano al di fuori del “controllo democratico”. Editoriali ed esperti giuridici hanno criticato i leader del Defense Intelligence Service (FE) danese – l’equivalente della CIA – e del Danish Security and Intelligence Service (PET) – l’equivalente dell’FBI – per aver permesso che un maggiore potere gli andasse alla testa da quando hanno iniziato ricevere risorse extra in seguito agli attacchi terroristici negli Stati Uniti l’11 settembre 2001. (Vedi parte 1  Il capo dell’intelligence della difesa danese è incarcerato dal governo socialdemocratico, forse per proteggere i programmi di spionaggio statunitensi – CovertAction Magazine  )

Helle Thorning-Schmidt - Esperto di geopolitica | Altoparlanti Chartwell
Helle Thorning Schmidt. Il suo soprannome era “Gucci Helle” per tutti gli abiti firmati che indossava mentre spogliava i danesi della loro rete di sicurezza sociale e promuoveva la collaborazione con i guerrieri statunitensi sotto forma socialdemocratica. [Fonte: chartwellspeakers.com ]

I redattori di Politiken hanno esortato il governo a presentare al parlamento il rapporto d’indagine dei giudici in modo che possa determinare se FE ha tenuto informati i politici. Hanno anche proposto che al nuovo comitato danese di sorveglianza dell’intelligence (TET) siano conferiti poteri per interrogare i dipendenti di FE e accertare se rispettano la legge, cosa che fino ad ora non è stata possibile. Non è successo niente del genere.

Ci sono altre ironie in queste questioni: il tradimento dell’amicizia di lunga data della Danimarca con i paesi europei ei loro leader; il fatto che siano state le donne leader socialdemocratiche a sostenere attività di spionaggio illegale, a cominciare dalla prima donna che è diventata Primo Ministro, la socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt (2011-15).

Dopo le rivelazioni di Edward Snowden del 2013, ha abbracciato la sua “compagna” cancelliera Angela Merkel, assicurandole che la Danimarca non era e non sarebbe stata coinvolta nello spiarla. Per tutto il tempo ha mentito. Da giugno 2019, è stata la prossima PM socialdemocratica, Mette Frederiksen, e la sua ministra della guerra, Trine Bramsen, ad approfondire le attività di spionaggio per il loro stato padrone.

Questi cosiddetti “socialdemocratici” – che vengono definiti “socialisti” da Bernie Sanders e “comunisti” da Donald Trump e altri repubblicani di estrema destra – hanno venduto il loro paese all’impero statunitense.

Analizza: Selektiv nulltolerance kan ødelægge Trine Bramsens kamp mod svindel og magtmisbrug
Trina Bramsen, a sinistra, e Mette Frederiksen. [Fonte: berlinske.dk ]

L’anno scorso, quattro donne guidavano quattro dei cinque paesi scandinavi: due su tre sono socialdemocratiche e una rossoverde. L’unico maschio era il presidente conservatore della Finlandia, Süulí Väinämö Niinisto. Lo scorso ottobre, un socialdemocratico maschio, Jonas Gahr Stoere, ha assunto la carica di primo ministro norvegese. Ora è bloccato con l’accordo DCA che il premier conservatore Erna Solberg ha stretto con gli Stati Uniti. Tutti e cinque gli stati nordici sono nella NATO o cercano di esserlo.

Temo che anche l’idea generalmente accettata – che, se le donne diventassero leader, sarebbero più inclini alla diplomazia pacifica rispetto ai maschi più naturalmente aggressivi – sembri falsa. Lo stesso vale per entrambi i sessi di socialdemocratici e democratici: sono tanto assetati di potere ed entusiasti della guerra quanto quelli di destra.

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Il primo ministro Frederiksen e il presidente Trump alla riunione della NATO a Londra, dicembre 2019. Ha detto del suo colloquio con Trump: “Noi oscilliamo bene”. [Fonte:  alamy.com ]

Il filosofo John Stuart Mill scrisse nel suo discorso inaugurale del 1867  all’Università di St. Andrews . “Gli uomini cattivi non hanno bisogno di altro per raggiungere i loro scopi, di quello che gli uomini buoni dovrebbero guardare e non fare nulla”, ha scritto

Per molto tempo è stato normale tra la popolazione danese che la sovranità non fosse un problema, non un problema per la stragrande maggioranza. Sembra che loro, i media e gli accademici diano semplicemente per scontato che è meglio lasciare la “sicurezza nazionale” nelle mani della Casa Bianca, del Pentagono e di 17 servizi di intelligence attraverso l’Oceano Atlantico.

Tutto va in nome del “male necessario” e del detto comune: “Non ho niente da nascondere”. Tuttavia, con la questione DCA, sovranità è almeno una parola che alcune persone stanno iniziando ad articolare; e forse si svilupperà un movimento di opposizione.


  1. La Russia attaccò le truppe tedesche inviate ad occupare l’isola di Bornholm dopo la capitolazione ufficiale della Germania. Durante due giorni di bombardamenti e battaglie, alcuni danesi furono uccisi e feriti. Le forze russe sono rimaste lì per 11 mesi. 
  2. I valori della Danimarca e degli Stati Uniti, secondo il suo primo ministro socialdemocratico, come Chelsea Manning e Wikileaks/Julian Assange hanno rivelato al mondo:  Collateral Murder – Wikileaks – Iraq – YouTubeÈ necessario a tutti gli amanti della pace, della libertà di parola/di stampa ? -le persone che amano i valori umani, che amano i valori umani, si dichiarano con un vero sostegno per Julian Assange, che gli Stati Uniti/Regno Unito e la Danimarca vogliono vedere morto.

Unisciti al nostro messaggero Julian

Sarai più
di te stesso
Nella comunione sarai il tuo vero sé

Diventiamo di più
Quando integriamo ciò che Julian Assange ha rivelato
Quando diciamo no ai suoi boia

Non sei un’isola per te stesso
Sei te stesso
Quando siamo nelle mani l’uno dell’altro

(Scritto il giorno della presunta decisione dell'”Alta Corte” del Regno Unito (USA) di estradare Julian, lo stesso giorno in cui il mondo dovrebbe celebrare i diritti umani internazionali Giorno, 10 dicembre 2021.) 

FONTE: https://covertactionmagazine.com/2022/02/18/american-soldiers-in-denmark-is-a-logical-extension-of-nato-cooperation-says-denmarks-prime-minister/

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Sara Reginella – Come i media hanno occultato per 8 anni i massacri in Donbass e la nazificazione dell’Ucraina

25 02 2022

Sara Reginella, psicologa e autrice di “Donbass: la guerra fantasma nel cuore dell’Europa” ripercorre insieme a noi le vicende del Donbass e le ragioni dietro l’operazione bellica che si è prodotta in queste ore in Ucraina.  “Contro la nazificazione dell’Ucraina e contro Stefan Bandera che la popolazione del Donbass si è ribellata. Ed è giusto. Se torna il fascismo noi dobbiamo essere anti-fascisti sempre”, ha sottolineato Reginella.

“Le bandiere di Pravy Sektor – quella dei collaborazionisti ucraini nazisti – sventolava insieme alle bandiere europee nel dopo Maidan del 2014 e gli stessi battaglioni Azov, Aidar, Donbass… erano di matrice nazista e sono stati integrati nell’esercito. La popolazione del Donbass non si è opposta all’Ucraina, è una bugia dire questo, è stata una ribellione alla nazificazione che dal 2014 si è imposta in Ucraina”, ha proseguito.

“Come nascono le guerre? Fare la divisione tra buoni e cattivi è pericoloso. Vi invito ad uscire da questa logica e comprendere gli eventi che hanno portato a 8 anni di morti in quelle regioni”. E ancora: “La popolazione del Donbass soffre da 8 anni. La Russia è intervenuta in difesa di quel territorio contro l’espansionismo Nato che con le sue basi Nato ha accerchiato i confini russi”, ha proseguito.

Sui media occidentali e la manipolazione di questi anni sulla vicenda Reginella dichiarano: “O occultano le notizie o le mistificano manipolandole. Nella guerra del Donbass abbiamo visto entrambe. Perché ho deciso di raccontarlo questo conflitto? Perché quando nel 2014 è scoppiato è stato totalmente censurato. Ne sono venuta a conoscenza per caso da un contatto social e nessuno ne parlava. Sono andata lì per capire: ci dicono che viviamo in una democrazia e ci occultano una guerra. L’ho visto il fronte nel 2015 e nel 2016: tutte case distrutte, persone che coltivano l’orto fuori dalle case distrutte perché non volevano abbandonare la propria terra. Perché il dolore di questa popolazione non è interessata?”

Vi consigliamo la visione integrale dell’intervista per rompere il muro di gomma delle menzogne che in queste ore occupano i media mainstream italiani:

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-sara_reginella__come_i_media_hanno_occultato_per_8_anni_i_massacri_in_donbass_e_la_nazificazione_dellucraina/5496_45328/

Il versetto di propaganda della CIA: la manovra di Putin nel “contesto”

Non mi sento più al sicuro in questo mondo,
non voglio morire in una guerra nucleare,
voglio salpare verso una costa lontana
e vivere come un uomo scimmia

— Dalla canzone ” Apeman ” dei Kinks, 1970

Considerando la crisi simile a Chernobyl che sta ribollendo sull’Ucraina negli ultimi giorni, sorgono alcune domande come funghi di vapore dalle tempeste nelle teiere, vale a dire: Vladimir Putin si comporta come una “scimmia, uomo?”; questo laureato del WEF è davvero diventato un “canaglia”?; e anche il set della “moderazione dei contenuti” pensava che Putin fosse stato: “Horrors!” — ex-comunicato dalla Comunità di Davos più santa di te? Cosa sta succedendo davvero in Ucraina?

Secondo tutte le solite fonti dei media aziendali occidentali, l’“incursione” della Russia in Ucraina ha causato un notevole picco proteico nelle storie di “interesse umano”. Mentre le economie occidentali crollano, improvvisamente vediamo gli ucraini in fuga come immagini di noi stessi sfollati, con l’unica spiegazione offerta: perché Putin dovrebbe farlo? La vera risposta, ovviamente, è che Joe “Malarkey” Biden “fa questo” da un po’ di tempo ormai; in effetti, “Paese della carta di credito” Joe è stato molto probabilmente uno dei primi fan dell’ascesa di Putin al vertice della spazzatura oligarchica post-sovietica Non ho le “ricevute” qui per “dimostrare” questa affermazione, ma la voce intorno al fuoco ha è che Biden ha praticamente governato l’Ucraina dopo il colpo di stato di Maidan orchestrato dagli Stati Uniti d’America, sotto la guida di Barack O’Bushma. Alcuni cerchi dicono:

A merito di Obama, ha rifiutato di assegnare pubblicamente i sistemi d’arma all’Ucraina, affermando che un confronto militare diretto con la Russia era un “No Go, Bro” (Questa è una parafrasi della posizione di Obama, ma chiunque abbia un minimo di familiarità con la visione di Obama sulla Crimea di Putin -grab sa che Obama sapeva di essere già riuscito a farla franca con l’omicidio di “Maidan”, quindi ha smesso di mettere ulteriori impronte sul caso in questione, nel caso qualcun altro venisse a bussare…). Poi Donald J Trump ha fatto irruzione, immaginalo!, e si è quasi scatenato l’inferno. A parte questo, non è stato così. Regnava come al solito, con Paperino che ballava goffamente il valzer prima che le telecamere attivassero il suo aspetto, come se non stesse accadendo nient’altro al mondo.

Quindi la “cosa dell’Ucraina” va avanti da un po’ ormai, e diamo solo a Victoria “Nukeland” la sua giusta quota – ed equilibrata – un po’ di credibilità in questo spazio. Come Chrystia Freeland in Canada (eh?), “Yats è il nostro ragazzo” Nuland ha avuto tutto a che fare con il colpo di stato a Kiev nel 2014, e ora dirige le relazioni estere dell’U$ oggi “sotto Biden”. A proposito, per motivi di precisione, qualunque cosa significhi più, a meno che tu non sia un cecchino e non venga pagato per “uccidere”, il ruolo di Freeland nel colpo di stato ucraino del 2014 era probabilmente più “spirituale” di qualsiasi altra cosa; le sue attività attuali sono molto più viscerali – e visceralmente “contratte”. Non per divagare, ma la recente protesta dei camionisti canadesi è stata di gran lunga la più profonda della storia occidentale recente, oppure: i camionisti hanno sorvegliato la propria protesta e non hanno lasciato entrare nessun “agitatore”. Ci si chiede: Dove sono i livestreamer in Ucraina? Risposta rapida: “Livestream” in Ucraina significa essere uccisi a colpi di arma da fuoco, sia dagli invasori russi che dagli ucraini in stile neonazista. Putin non è un eroe, nel caso qualcuno fosse confuso. È solo un’altra élite che è stata colta dalla parte sbagliata di una certa situazione “finanziaria”. Ad oggi, almeno, non ci sono prove che Putin fosse collegato a Jeffrey Epstein e alla sua “Lolita Express”, quindi alcuni di questi cavilli morali potrebbero essere un po’, per non dire altro, ben oltre il regno della Ragione.

Da ottimista intrinsecamente stupido, come lo sono intrinsecamente tutti gli “ottimisti”, preferisco pensare che l’attuale kerfuffle ucraino non porterà all’annientamento nucleare della maggior parte della vita su questo pianeta; in effetti, è per questo che scrivo questo messaggio. Tuttavia, nel caso in cui sia improbabile, non voglio uscire senza una raffica, o una bella furia, tutta mia. Tutti “possiamo” questo pianeta su cui ci troviamo, indipendentemente dalla “fedeltà”. Siamo tutti qui Ora, e abbiamo una voce – tante voci! Il momento rivoluzionario potrebbe essere in corso ora e la mossa “folle” di Vladimir Putin sull’Ucraina potrebbe essere l’ultimo tentativo dell’élite di fermarlo: chi lo sa? Putin conosce le forze contro cui deve confrontarsi e forse il direttore del funerale Xi lo sosterrà, o forse no? In ogni caso, l’industria delle armi sta approfittando di questa crisi attuale, che ovviamente copre la caduta del regime COVID-19 che ha governato il nostro mondo per quasi due anni. Sì, COVID-19: Riesci a vederlo allontanarsi nello specchietto retrovisore?

Sono stato un po’ in stato di coscienza per un po’ ora; tuttavia, questo pezzo non è finito. Aggiungo una cosa che ho scritto e parlato in un forum Open Mic all’inizio di marzo 2014, che credo riveli la mia buona fede su questo problema dell’Ucraina. Non sono più “in contatto” con la mente che c’è dietro, se non altro perché avrei dovuto scavare il taccuino in quel “tempo” per trovare quali altri pensieri stavo pensando, ecc. Se hai letto fino a qui, per favore concedimi un po’ di più, nel nostro passato vissuto di recente…

Ucraina? Nyet: Mycraine! – Il punto di vista di un idiota del villaggio di Potemkin

Fiume Crimea, se tutto questo tintinnio di sciabole sull’Ucraina, il cesto del pane dell’ex Unione Sovietica, non è abbastanza per farmi venire l’emicrania! Ucraina — oof — il mio cranio! Tuttavia, con l’impacco freddo applicato alla testa, cercherò di analizzare questo granello di contesa attuale tra i nostri famosi ex rivali della Guerra Fredda, USA e Russia, che stanno ancora pavoneggiando le loro piume da Super-Chicken attraverso il Global Chicken Coop proprio qui e ora, all’inizio del 21° secolo. Iniziamo con la risposta U$.

Il segretario di Stato John Kerry ha “accelerato” la retorica etichettando l’apparente acquisizione da parte della Russia della repubblica autonoma ucraina della Crimea un “incredibile atto di aggressione”. Parole spaventose lì, Kerry! Finora, tuttavia, nessun colpo è stato sparato durante questo “incredibile atto di aggressione”.

E questa non è l’unica frecciata che Kerry ha tolto dal petto della Guerra Fredda. In Face the Nation Sunday, il segretario Kerry, diventato critico di moda, ha buttato giù questo “barbaro imbarazzo”:

“Nel 21° secolo non ti comporti semplicemente alla maniera del 19° secolo invadendo un altro paese con un pretesto completamente inventato.

Bene, sarò distrutto dalle armi di distruzione di massa su una barca Jonathan Swift se questa non è la cosa più dannata che John “W” Kerry avrebbe potuto dire! Nessuna parola dalla Russia se considerano o meno l’attuale escursione di Kerry a Kiev un’incursione, una provocazione, un’invasione o cosa.

Da parte loro, i due grandi stati di Brobdingnaggia sulla scena hanno tenuto una conversazione telefonica di 90 minuti sull’argomento. Secondo quanto riferito, il presidente Obama ha detto qualcosa del tipo “Vladimir, dobbiamo mettere fine a questo con Putin”. Ah, sì, Putinenda! In questo contesto, viene in mente a questo osservatore che il presidente Putin potrebbe segnare un grave colpo di pubbliche relazioni ambasciando la band femminile russa anti-Putin Pussy Riot per tutta la durata di questa crisi. Una mossa del genere darebbe sicuramente al Segretario “WMD” Kerry un vero “Curveball”. All’immancabile tavolo delle trattative , le Pussy Riotpotrebbe semplicemente cantare o dire: “Ecco il tuo vecchio zio Charley, signor Segretario!” – vedi se può “Slam Dunk!” quello fuori dal Parco. (Per chi non lo sapesse, “Uncle Charley” è il codice per “Curveball” nel baseball americano; in altre parole, è un campo malvagio, e se ci hai appena agitato, beh, lo zio Charley ha il tuo numero…) . A proposito, scusate la metafora mista, ma in Russia giocano più a basket che a baseball…

Nel frattempo, nella conferenza stampa di lunedì, Obama ha rilasciato un’altra audace dichiarazione di moda, dichiarando neo-conicamente che “la Russia è dalla parte sbagliata della storia su questo”. Bene, sarò un Obushma se questo non è “Vero!” C’è stato un significativo restringimento del Super-Power dopo il “Just Say No!” sniffare coca-cola negli anni ’80, quando Ronald Reagan definì infamemente l’ormai ex “Unione Sovietica” un “Impero del male”, un famigerato epiteto estratto con coraggio direttamente dal playbook di New Testament Hollywood. Che playbook: possiamo fare un grande applauso a Gesù, o almeno alla CIA?

Sfortunatamente, da allora ci siamo trasformati un po’, da Santo “Crociato incappucciato” a poliziotto stradale globale, schiaffeggiando sanzioni come i biglietti per il parcheggio. Naturalmente, la minaccia della “forza schiacciante” è ancora con gli Stati Uniti, quella cosa della visione “nuke-you-lar”. Almeno possiamo dire, alla luce del passaggio dalla Metafisica del puro male alla pragmatica di essere semplicemente dalla “parte sbagliata”, il luccichio speranzoso, forse, di un millesimo punto luce.

Ora, a nome del Congresso, il presidente della Camera John Boner (sic – intenzionalmente) ha fatto qualche cinguettio, paragonando in modo costruttivo il presidente russo a un “teppista”. Naturalmente, molti commentatori sono rimasti scioccati, e persino “timorosi”, dall’eloquenza concisa dell’oratore qui, dopo aver incasellato questo potenziale aspirante presidenziale come una sorta di neoprovincialista inadatto ai rigori retorici della più ampia scena internazionale. Au contraire, Mesdames et Messieurs! Un modo per “reprimere” quell’errata percezione, M Boner! Per inciso, guardando avanti, vorrei suggerire che il presidente della Camera Boner potrebbe ulteriormente “sex-up” il suo Street Cred riferendosi a se stesso come “J-Bo” d’ora in poi. Un ovvio slogan della campagna: “È l’ora del tè per J-Bo”.

In conclusione, credo che questa revisione delle principali dichiarazioni americane sulla crisi in corso sull’Ucraina non possa lasciare dubbi sul fatto che lo sforzo degli Stati Uniti in questa arena non sarà altro che sfumato: equo e sfumato. Grazie e dosvedanya !

Todd Smith vive, scrive e osserva il Brave New World Order a St. Louis. Può essere contattato all’indirizzo bartlebydick@yahoo.com . Leggi altri articoli di Todd .

FONTE: https://dissidentvoice.org/2022/03/the-cia-propaganda-verse-putins-ploy-in-context/

 

 

 

 

Spread, Isis, Covid: se la guerra russa mette fine alla farsa

«Candidate Putin al Nobel per la Medicina: in sole 48 ore ha debellato il Covid, facendolo sparire dalla faccia della Terra». Così recita un “meme” che sta circolando sul web, mentre la popolazione di Kiev assiste con angoscia alla guerra improvvisamente riesplosa nelle strade dopo la finta rivoluzione del 2014. Allora, i cecchini sparavano sulla folla inerme, perché venisse incolpato il morente governo filo-russo di Viktor Yanukovic, detronizzato dalle truppe “colorate” di Obama e Soros. In campo c’erano anche le milizie (con tanto di bandiera nazista) che in quei giorni bruciarono vivi i sindacalisti di Odessa, asserragliati nel loro palazzo e intenzionati a resistere a un golpe bianco che si stava drammaticamente tingendo di rosso. Riecco dunque la guerra classica, a rubare purtroppo la scena: il vecchio spettacolo orrendo (bombe, missili, cannonate) rispunta dopo due anni di guerra subdola, asimmetrica e mediatica, combattuta contro la popolazione mondiale – in particolare quella occidentale – in nome di una presunta emergenza sanitaria, con l’obiettivo di cambiare i connotati dell’umanità.

Oggi, gli analisi più onesti si sforzano di leggere gli eventi in termini tradizionalmente geopolitici riconoscendo le ragioni del risentimento russo, dopo il tradimento – da parte degli Usa – risalente ai tempi dei Bush: non era affatto previsto (anzi: era solennemente vietato) che la PutinNato venisse estesa ai Paesi Baltici, alla Polonia, a Romania e Bulgaria. Figurarsi poi all’Ucraina. Negli ultimi decenni, la Russia è stata costantemente accerchiata e attaccata: in Cecenia e nel Daghestan, in Georgia, in Siria. La minaccia – spesso affidata anche a manovalanza terroristica – ha scosso l’Armenia, si è introdotta in Kazakhstan; la stessa mano ha tentato di abbattere il regime bielorusso di Lukashenko, satellite di Mosca, fiero avversario della narrazione “pandemica”. Anni fa, in previsione delle Olimpiadi Invernali di Sochi, Vladimir Putin rivolse all’Occidente uno storico appello: mettere da parte il passato e provare a diventare veri amici, in una prospettiva di collaborazione senza precedenti. Obama rispose con il gelo, poi con il “regime change” a Kiev, mentre i tagliagole dello Stato Islamico, indisturbati, terrorizzavano la popolazione siriana.

Il blocco atlantico ha le carte in regola, per dettare le sue condizioni: dopo aver raso al suolo l’Iraq e l’Afghanistan, facendo volare lo jihaidsmo, gli “esportatori di democrazia” hanno distrutto un altro paese, la Libia, e assassinato l’ennesimo leader locale in grado di arginare i Fratelli Musulmani. Qualcosa del genere accadde anche in Egitto con la caduta del despota Mubarak, dopo il discorso incendiario di Obama. Ed era solo l’antipasto per arrivare all’altro bersaglio grosso: la Siria di Bashar Assad, figlio di Hafez Assad, un tempo alleato di Saddam Hussein e Muhammar Gheddafi. Una cancrena inarrestabile, quella del terrorismo pilotato, che invece è stata poi arginata proprio dalla Russia. Sempre il Cremlino – anche attraverso la Bielorussia – si è opposto alla dominazione Covid, denunciandone il carattere Kiev bombardamentigolpista e corruttivo. Lo stesso Putin si è distinto pure nello smascherare la distorsione politica messa in piedi, ancora una volta sulla base di menzogne, per trasformare la crisi ecologica del pianeta in un progetto autoritario, se non totalitario, cavalcato dalle élite finanziarie dell’Occidente.

Probabilmente mai, negli ultimi cent’anni, si era scesi così in basso: l’impero marittimo euro-atlantico, mercantilista e bellicista dietro il paravento della democrazia e della libertà (in casa propria), dopo le atomiche sui civili di Hiroshima e Nagasaki deve ancora scontare l’infame, sanguinosa menzogna dell’11 Settembre; e oggi parla attraverso l’ometto finito alla Casa Bianca nel 2020 in mezzo al colossale imbroglio del voto postale e dei software di Dominion. E’ esattamente il potere che ha trasformato la Cina nel paese-mostro della tessera a punti che misura la buona condotta del suddito, il potere che – d’intesa coi cinesi – ha trasformato un ipotetico virus (mai isolato biologicamente) in una micidiale arma di distruzione di massa: distruzione sociale, politica, economica, psicologica. E’ il potere che ieri usava lo spread e oggi il Tso, i lockdown, i coprifuoco, il Green Pass. Il potere che finge di idolatrare Greta, per imporre la sua legge possibilmente con le buone, ma – nel caso, come si è visto – anche con le cattive. Ora, in modo drammatico, le cannonate russe sembrano interrompere questa farsa mondiale, fondata sull’ipnosi. Nessuno azzarda previsioni precise, sugli eventuali sviluppi dell’improvviso cambio di copione. La sensazione, però, è che un’intera epoca stia letteralmente per crollare, in modo pericoloso e inevitabilmente rovinoso.

(Giorgio Cattaneo, 26 febbraio 2022).

FONTE: https://www.libreidee.org/2022/02/spread-isis-covid-la-guerra-russa-mette-fine-alla-farsa/

 

 

Tg2 e giornalisti “D’assalto”, o da saldo. La tragicomica vicenda del finto bombardamento

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Nella tragedia Ucraina ci vuole un po’ di farsa, e il nostro giornalismo d’assalto è riuscito a portarcela. Ebbene, hanno usato il videogame di War Thunder per presentare il bombardamento di Kiev, cercando l’effetto drammatico.

La cosa ha fatto un certo scandalo e qualcuno ha telefonato alla redazione del TG2 per avere spiegazioni, ottenendo i seguenti sproloqui:

La cosa ha fatto un certo scandalo e qualcuno ha telefonato alla redazione del TG2 per avere spiegazioni, ottenendo i seguenti sproloqui:

Dalla telefonata apprendiamo che:

  • il redattore alla domanda “Redazione Tg2? ” in prima battuta risponde NO, poi preso in castagna, risponde sì… A volte le domande sono troppo difficili e mettono in confusione;
  • Il redattore si presenta come un “Grande esperto” di controinformazione, che addirittura “Insegna all’università” e “Ha scritto libri”;
  • Inoltre ha passato “metà della sua vita in guerra” e ha visto bombardamenti dal vivo negli “Emirati Arabi” (davvero?) e in Afghanistan: quindi lui li sa riconoscere.

Insomma abbiamo il nostro Miles Gloriosus che però si confonde e non riconosce un videogioco da un vero bombardamento .. Che volete, sono quisquilie, del resto le sue argomentazioni sono fortissime tutte degne di grandi esperti.

Quando si vanta della sua conoscenza ricorda il Buon rag. Fantozzi… quello di “io tren’tanni fa sono stato nazionale di sci”…

La chiarezza della spiegazione è stata  invece chiara come quelle del Conte Mascetti, con scappellamento a destra, ma anche a sinistra:

Anche se, per la sua virile sicumera e per il bagaglio di esperienze che presenta come biglietto da visita, a tratti sembra anche il degno erede del mitico Manuel Fantoni: “Quindi mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana…”

Comunque una grande pagina di giornalismo della TV di di Stato, svolto con grande professionalità. Alla prossima l’attacco russo verrà mostrato con la foto di questi soldati russi, i Guardians.

La cosa divertente è che questa bufala pazzesca lanciata in primis da RAI2, è stata presa, usata e spammata generosamente (sino ad oggi nel TG4 delle 17) anche da Mediaset. Come non fidarsi ad occhi chiusi di Mamma RAI?

FONTE: https://scenarieconomici.it/tg2-e-giornalisti-dassalto-o-da-saldo-la-tragicomica-vicenda-del-finto-bombardamento/

 

 

 

 

ECONOMIA

La CINA ha cumulato riserve strategiche di petrolio. Probabilmente sapeva dell’attacco russo…

Febbraio 26, 2022 posted by Leoniero Dertona

 

Nonostante la crescita dei prezzi del petrolio quest’anno, la Cina ha fatto scorta di petrolio greggio, ignorando le richieste degli Stati Uniti di un rilascio coordinato globale dalle riserve strategiche, ha riferito Reuters venerdì, citando i dati degli operatori del settore.

La Cina ha accelerato i suoi acquisti di greggio subito dopo che Vladimir Putin ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino all’inizio di questo mese, secondo quanto informati da Reuters. Questo significa che la Cina sapeva e aveva provveduto per tempo ad acquistare le fonti energetiche, anche se nessuno conferma il legame fra notizie ed acquisti. certo che, comunque, rimane difficile spiegare i forti acquisti di Pechino in un momento in cui il prezzo era del 20% superiore ad appena un mese e comunque c’erano le prospettive di un calo legate all’aapprovazione del JPCOA con Teheran.

Un aumento cinese delle riserve di petrolio è sgradito all’amministrazione statunitense, che a novembre aveva convocato i principali paesi consumatori di petrolio per rilasciare il greggio dalle loro riserve strategiche nel tentativo di abbassare i prezzi del petrolio.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato alla fine di novembre che il Dipartimento dell’Energia rilascerà 50 milioni di barili di petrolio dall’SPR nel tentativo di abbassare i prezzi elevati della benzina in uno sforzo coordinato con altre grandi nazioni consumatrici di petrolio. Il rilascio dell’SPR dagli Stati Uniti sarà effettuato in parallelo con altre grandi nazioni consumatrici di energia, tra cui Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito, ha affermato la Casa Bianca in quel momento.

Alla fine del 2021, anche il Giappone e la Corea del Sud hanno dichiarato che presto avrebbero offerto petrolio dalle loro riserve strategiche. Il Giappone ha dichiarato di voler mettere all’asta a febbraio 629.000 barili di greggio dalle sue riserve nazionali, mentre la Corea del Sud prevede di rilasciare 3,17 milioni di barili di petrolio nel primo trimestre del 2022.

Dopo che il petrolio è salito a 105 dollari al barile sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina, giovedì il presidente Biden ha detto che potrebbe essere in arrivo un altra vendita delle riserve strategiche USA che, probabilmente, sarò seguita da quella di altri paesi.

“Stiamo lavorando attivamente con i paesi di tutto il mondo per elevare [valutare] un rilascio collettivo dalle riserve petrolifere strategiche dei principali paesi consumatori di energia. E gli Stati Uniti rilasceranno ulteriori barili di petrolio se le condizioni lo richiedono”, ha detto giovedì il presidente Biden, annunciando il secondo round di sanzioni contro la Russia per l’attacco all’Ucraina. Però l’unica soluzione sarebbe rilasciare un po’ di vincoli e facilitare l’estrazione USA.

FONTE: https://scenarieconomici.it/la-cina-ha-cumulato-riserve-strategiche-di-petrolio-probabilmente-sapeva-dellattacco-russo/

 

 

 

Cina, “ordine di massima priorità: fate scorta di gas, petrolio, mais e orzo”. La prospettiva di una guerra mondiale

02 marzo 2022

La Cina ha ordinato alle agenzie governative di dare massima priorità alla messa in sicurezza delle scorte energetiche e di materie prime del Paese. In particolare, i principali organismi di pianificazione economica dovranno spingere sulle agenzie di acquisto statali affinché facciano incetta sul mercato di petrolio, gas e minerali ferrosi, oltre che di orzo e mais, per prepararsi a qualsiasi evenienza derivante da un possibile prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina. L’agenzia di stampa internazionale Bloomberg afferma che le autorità non fanno alcun accenno al prezzo, lasciando intendere che il costo delle importazioni non è un tema al momento.

Pechino, dopo aver per la prima colta condannato esplicitamente l’operazione militare russa in Ucraina, conferma di guardare sempre con maggiore attenzione a quanto sta accadendo nel cuore dell’Europa: oltre 2.500 cittadini di nazionalità cinese sono stati portati fuori dall’Ucraina, come confermato dal portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, nel consueto briefing con la stampa. In precedenza la Cina aveva fatto sapere che ci sono circa 6.000 connazionali che vivono in Ucraina.

Lo scenario è quello di una guerra militare e finanziaria di lunga durata. Una prospettiva che inquieta anche gli operatori finanziari occidentali.  “Putin non vincerà mai in Ucraina. Lo dice la Storia. Negli ultimi cento anni un ucraino su tre è morto di fame per colpa di Stalin e per combattere Hitler. Diversamente da quasi tutti i Paesi europei, l’Ucraina troverà gente pronta a morire per la Patria. Basta che sia uno su quattro, ed ecco dieci milioni di soldati”, sottolinea il fondatore di Algebris Davide Serra in una intervista a La Stampa. Il finanziere genovese naturalizzato britannico spiega così l’attacco di Putin: “Il tema chiaro è il risentimento germogliato perché il Kgb ha perso la sua guerra nel 1989 allo sgretolamento dell’Unione sovietica. Putin vuole vendicare l’Urss. Per questo ha finanziato, o cercato di finanziare, le forze che potevano indebolire l’Europa. Dalla Le Pen ai No Vax. Poi è andato in panico perché, dopo che l’Ucraina ha cacciato i corrotti russi, lo stesso stava accadendo in Bielorussia e in Kazakhistan. Li stava perdendo. E allora ha attaccato Kiev. Temeva che la democrazia gli arrivasse in casa”.

Delle sanzioni dice che sono “durissime. Una versione nucleare delle ordinarie misure finanziarie. La banca centrale russa ha 650 miliardi di riserve ma, di queste, 400 sono in Germania. Bloccate. Vuol dire che non possono fermare la caduta del rublo, precipitato da 70 a 110 col dollaro. In altre parole, il russo medio s’è visto bruciare il 40 per cento del potere di acquisto di beni globali in una settimana. Mai visto”, “se 110 milioni di persone perdono quasi metà della ricchezza mangiano e comprano meno. E’ come una tassa. La tassa Kiev. La Russia non produce nulla a parte petrolio e gas. Non esiste manifattura domestica di beni di consumo. Oltretutto i russi ricordano bene quando fallirono nel 1998, e così hanno chiuso i mercati dei capitali. È vietato comprare dollari e li puoi rivendere solo allo Stato. Non c’è più conversione. Sei fregato. È una tassa sulla ricchezza del 40 percento!”.

FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/30669413/cina-ordine-massima-priorita-scorte-energetiche-materie-prime-prospettiva-guerra-mondiale.html

Le società europee maggiormente coinvolte nel business con la Russia

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Con l’aiuto di Bloomberg vi presentiamo l’elenco delle società europee con maggiori interessi in Russia che, quindi, verranno a sentire maggiormente. Capiete come i grandi gruppi europei siano strettamente legati alla Russia, e quali interessi siano in gioco.

  1. Total Energie TotalEnergies SE ha operazioni in Russia che rappresentano circa 1,5 miliardi di dollari del suo flusso finanziario  totale, ovvero circa il 5%. Possiede circa un quinto del produttore di gas Novatek, nonché ha grossi interessi nel progetto Yamal LNG, il più grande produttore russo di gas naturale liquefatto. Ha anche un 10% nel futuro sviluppo di Arctic LNG 
  2. Exxon Exxon Mobil Corp. detiene una partecipazione del 30% nel progetto Sakhalin 1, una joint venture di lunga data con Rosneft, oltre a società giapponesi e indiane. L’impresa petrolifera offshore nell’Estremo Oriente russo ha prodotto circa 227.000 barili al giorno l’anno scorso.
  3. Fortuna L’utility finlandese Fortum Oyj possiede 12 centrali elettriche in Russia che danno lavoro a circa 7.000 persone. Ha anche il più grande portafoglio eolico e solare della Russia, con una capacità superiore a 1,2 gigawatt.
  4. OMV OMV AG, la più grande azienda austriaca di combustibili fossili, deve affrontare potenziali danni su un prestito di 730 milioni di euro (820 milioni di dollari) al progetto Nord Stream 2. Ha anche una partecipazione del 25% nel gigantesco giacimento di gas naturale Yuzhno Russkoye, che genera circa un quinto della produzione dell’azienda, ovvero circa 100.000 barili di petrolio equivalente al giorno.
  5. Wintershall Wintershall Dea AG, che è di proprietà congiunta di BASF SE e della società di investimento LetterOne del miliardario russo Mikhail Fridman, ha partecipazioni in joint venture produttrici di gas in Siberia con Gazprom. Ha anche una partecipazione nel gasdotto Nord Stream dalla Russia alla Germania e ha fornito un prestito a lungo termine a Nord Stream 2 che ora è bloccato. 
  6. Engie La francese Engie SA ha una partecipazione in Nord Stream e ha fornito un prestito a Nord Stream 2. Uniper Uniper SE possiede una quota di maggioranza dell’83,7% nell’utility russa Unipro, è tra i finanziatori di Nord Stream 2 e ha operazioni sostanziali in Russia come la sua casa madre, Fortum.
  7. Gunvor La società commerciale Gunvor Group Ltd. detiene una partecipazione del 26% nel terminal di prodotti petroliferi OJSC Ust-Luga. Nel 2020, l’ultimo anno finanziario riportato, gli affari russi rappresentavano il 6% dei volumi totali di scambio di Gunvor. Trafigura Il trader ha acquistato una partecipazione del 10% in Vostok Oil, un vasto progetto controllato da Rosneft PJSC, nel 2020. Si prevede che Vostok consegnerà fino a 30 milioni di tonnellate di petrolio attraverso il Mare del Nord entro il 2024.
  8. Vitol Vitol Group detiene una partecipazione del 5% nell’impresa Vostok Oil gestita da Rosneft, che ha acquistato in consorzio con Mercantile & Maritime.
  9. Glencore L’unità agricola Viterra del gigante del commercio di materie prime Glencore Plc è un comproprietaria – insieme al gruppo VTB – del terminal del grano Taman sul Mar Nero. Glencore ha anche una quota dello 0,5% circa in Rosneft PJSC. Ha una partecipazione del 10% in En+ Group International PJSC, che controlla United Co. Rusal International PJSC, e un massiccio accordo di collaborazione con Rusal.
  10. Sucden La società francese gestisce quattro impianti di lavorazione della barbabietola da zucchero in Russia, con una capacità di produzione combinata di 800.000 tonnellate all’anno. i
  11. ADM Archer-Daniels-Midland Co. ha più di 430 dipendenti in Russia, con uffici in diverse città tra cui Mosca e San Pietroburgo. Ha anche una joint venture con Aston Foods lì.
  12. Cargill Cargill Inc. ha più di 2.500 dipendenti nel paese, con attività in tutto, dal commercio e frantumazione di semi oleosi alla lavorazione del pollame e agli ingredienti alimentari speciali.
  13. Louis Dreyfus Louis Dreyfus Co. ha un terminale di grano sul Mar d’Azov che può esportare 1,1 milioni di tonnellate all’anno e silos nell’entroterra. Bunge Bunge Ltd. possiede un molo nel poto di  Rostov, nonché un impianto di molitura  di semi oleosi, una raffineria e un’attività lavorazione del Voronezh.

FONTE: https://scenarieconomici.it/le-societa-europee-maggiormente-coinvolte-nel-business-con-la-russia/

 

 

 

EVENTO CULTURALE

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

“L’esclusione di Mosca farà crollare lo Swift: finalmente”

La clamorosa esclusione della Russia dal sistema Swift determinerà la fine stessa di quel sistema, che infatti era in programma. Lo Swift crollerà non appena l’Europa dovrà nuovamente acquistare il gas: dovrà avvalersi del sistema Cips (Cross-Border Interbank Payment System) che è parte integrante del Quantum Financial System. Non è una leggenda: il Qfs è già attivo, anche se per ora solo su certe transazioni, come per la “redemption” dei debiti. Ma si tratta di un’operazione complessa – finanziaria, militare e di intelligence – che avanza sotto traccia, da anni, e coinvolge persino il vero potere-ombra della Cina, ostile al partito comunista. Serviva un espediente per smantellare il sistema attuale e passare al Qfs? Eccolo: i lampi di guerra con la Russia, dove – tra l’altro – Putin ha raso al suolo i laboratori di livello 4, finanziati dall’Occidente, per produrre armi biochimiche e batteriologiche (ricordate l’ultima intervista di Bill Gates sulla pericolosità dell’eventuale “prossima” pandemia?).

Bene. Sappiate che, là in alto, riguardo al cuore del problema, i giochi sono già fatti: ora occorre solo una narrazione per spiegare al mondo che, da una certa data in poi, il sistema delle banche centrali non avrà più il potere di cui dispone oggi. Ci sarà un nuovo Swift, un nuovo Luca La Bellaparadigma. Naturalmente, dopo due anni di “emergenza sanitaria”, occorreva un diversivo: quindi una crisi, che non credo possa degenerare realmente, sul campo, estendendosi oltre l’Ucraina. In questo modo, oltretutto, viene esposto in modo palese il livello dei nostri media e dei nostri politici. E infatti poi servirà, in parallelo, anche un Quantum Voting System, per certificare seriamente l’attendibilità del voto. Tutti ricordiamo le modalità dell’elezione di Joe Biden, negli Usa. Ma pensiamo anche a Trudeau: chi pensate che l’abbia davvero votato? Il pulillo di Davos era uno dei personaggi più detestati, in Canada. Stesso dicasi per le ultime elezioni in Australia.

Quindi: se non cambiamo il sistema economico-finanziario, in mano ai gruppi che oggi controllano le banche centrali, rimarremo in una sorta di schiavitù moderna, legata alla moneta a debito. E se non cambiamo anche il sistema di votazione dei nostri rappresentanti, resteremo sottomessi ai soliti noti, eternamente finanziati da questa élite di potere. Prendiamo la politica italiana: è morta, letteralmente. Basti pensare alle ultime giravolte di Salvini e della Meloni, che ora tifano Ucraina, o a Di Maio che stanzia oltre 100 milioni di euro per “aiuti” destinati a trasformarsi in armamenti, mentre vasti strati dell’economia italiana sono sull’orlo del baratro. A parte il momento presente, però, il vero problema emergerà domani. Questa classe politica andrà interamente spazzata via. Certo, uno poi si domanda: come la ricostruisci, una società sana, quando milioni di persone ormai credono a tutto e si comportano come scimmiette ammaestrate?

(Luca La Bella, nel video “L’arte della guerra mediatica”, con Gianluca Lamberti sul canale YouTube “Facciamo Finta Che” il 28 febbraio 2022. Giornalista e acuto osservatore dell’attualità, La Bella è l’animatore del newsmagazine “Database Italia).

FONTE: https://www.libreidee.org/2022/03/lesclusione-di-mosca-fara-crollare-lo-swift-finalmente/

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

USA/NATO sono in preda a un desiderio di morte demoniaco e il mondo intero è minacciato

Non voglio sembrare iperbolico, ma sto iniziando a concludere che i pazzi nucleari che guidano la Nuova Guerra Fredda USA/NATO che hanno iniziato decenni fa non vedono l’ora di iniziare una guerra nucleare con la Russia. La loro ipocrisia e sete nichilista di morte e distruzione sono così estreme che mi sconcerta. Accusano la Russia di aver iniziato una Nuova Guerra Fredda quando l’hanno fatto decenni fa e da allora hanno spinto oltre i limiti. Ora si comportano scioccati dal fatto che la Russia, dopo molti anni di pazienza, abbia risposto in Ucraina.

Nel 2017, Oliver Stone ha rilasciato le sue interviste in quattro parti con il presidente russo Vladimir Putin.  Le interviste a Putin sono state condotte tra il 2015, l’anno dopo che gli Stati Uniti hanno progettato il colpo di stato in Ucraina che ha portato i nazisti al potere in quel paese al confine con la Russia, e il 2017. Stone è stato, ovviamente, picchiato per aver osato porre rispettosamente domande e ricevere risposte dal leader russo che i media americani hanno sempre indicato, come tutti i mitici spauracchi, come il nuovo Hitler intento a conquistare il mondo, quando sono gli Stati Uniti, non la Russia, ad avere oltre 750 basi militari nel mondo e ad attaccare Afghanistan, Iraq, Libia, Siria: l’elenco è infinito.

Nelle sue interviste a Putin, Oliver Stone, un uomo di verità e onore, permette agli spettatori di intravedere il vero Vladimir Putin e le questioni che lo riguardano come leader della Russia. Nel 2018 ho scritto di quelle interviste:

 . . . lui [Putin] fa punti concreti che dovrebbero suonare forte e chiaro a chiunque abbia familiarità con i fatti. Uno: che gli Stati Uniti hanno bisogno di un nemico esterno (“Lo so, lo sento.”). Secondo: gli USA hanno ideato il colpo di stato in Ucraina, al confine con la Russia. Tre: gli USA hanno circondato la Russia con truppe USA/NATO e basi armate di missili antibalistici che possono, come giustamente dice Putin a Stone, essere convertiti in poche ore in regolari missili nucleari offensivi puntati contro la Russia. Questa è un’affermazione fattuale e vera che dovrebbe far alzare in piedi con orrore qualsiasi persona equanime. Se la Russia avesse tali missili che circondano gli Stati Uniti da Cuba, Messico e Canada, quale americano lo troverebbe tollerabile? Cosa farebbero la CNN e il New York Timesdevi dire? Eppure queste stesse persone trovano prontamente impossibile vedere la legittimità nella posizione della Russia, ricorrendo a insulti e retorica illogica. La Russia è circondata da truppe e missili USA/NATO, eppure la Russia è l’aggressore.

Negli anni successivi a quelle interviste, USA/NATO hanno costantemente stretto il cappio intorno alla Russia, incluso alimentare gli attacchi ucraini al Donbass, uccidendo migliaia di persone, dichiarandosi innocente e senza aspettarsi risposta. Ora è arrivata la risposta.

Anche se non ho informazioni privilegiate, ho la sensazione che l’Impero d’Occidente stia pianificando/avviando contromisure molto più estreme delle sanzioni economiche altamente pubblicizzate. Mentre è vero, come hanno sottolineato molti commentatori come Ray McGovern e Pepe Escobar, che è in corso un cambio di paradigma e che i prepotenti USA/NATO un tempo dominanti devono ora fare i conti con l’alleanza sino-russa che ha inaugurato un cambiamento drammatico , tuttavia, come nei decenni passati, i cosiddetti leader degli Stati Uniti sono uno stupido gruppo guidato da demoni inestinguibili. Come dice McGovern:

Tuttavia, permangono indicazioni inquietanti provenienti dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici Victoria Nuland, Antony Blinken e Jake Sullivan secondo cui gli alti dirigenti dell’amministrazione (il leader nordcoreano del copyright Kim Jong Un) nella palude di Washington continuano a non capire.

Temo che non lo facciano e non lo faranno mai. Questo è ciò che mi spaventa. Sebbene sembri controintuitivo e del tutto irrazionale che queste persone stiano pianificando di utilizzare un qualche tipo di arma nucleare in questa situazione attuale, non ne sono così sicuro. Ovviamente hanno spinto la Russia a non avere altra alternativa che attaccare l’Ucraina, e ora che hanno raggiunto quell’obiettivo, mi sembra che alzeranno la posta. La diplomazia non è la loro strada; la violenza è.

Pepe Escobar ha appena scritto:

Ecco cosa succede quando un branco di iene cenciose, sciacalli e minuscoli roditori colpisce l’Orso: un nuovo ordine geopolitico nasce a una velocità mozzafiato.

Da una drammatica riunione del Consiglio di sicurezza russo a una lezione di storia delle Nazioni Unite tenuta dal presidente russo Vladimir Putin e la successiva nascita dei Baby Twins  – le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk – fino all’appello delle repubbliche separatiste a Putin affinché intervenga militarmente per espellere dal Donbass le forze di bombardamento e bombardamento ucraine sostenute dalla NATO, è stato un processo senza soluzione di continuità, eseguito a velocità di curvatura.

La goccia (nucleare) che (quasi) ha fatto traboccare il vaso – e lo ha costretto a balzare – è stata il presidente comico/ucraino Volodymy Zelensky, di ritorno dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco intrisa di russofobia, dove è stato salutato come un Messia, dicendo che la Budapest del 1994 il memorandum dovrebbe essere rivisto e l’Ucraina dovrebbe essere dotata di armi nucleari.

Come al solito, la sua analisi è corretta, ma potrebbe non cogliere l’indicibile natura della follia che spinge i disperati. Se coloro che guidano la politica estera degli Stati Uniti sentono che un nuovo ordine geopolitico sta nascendo “a una velocità mozzafiato” come risultato del trasferimento della Russia in Ucraina, allora sono capaci di atti estremi. E hanno tutti i principali media occidentali dietro di loro, che abbaiano la loro propaganda senza sosta.

Ci stiamo muovendo inesorabilmente verso una guerra globale che diventerà nucleare se non si presenterà rapidamente un movimento internazionale per fermarla. La maggior parte delle persone si lamenta del pensiero che una tale guerra metta fine a tutte le guerre, ma si rifiuta di analizzare i fattori che la portano. Sembra così inimmaginabile, ma succede passo dopo passo e molti passi sono già stati fatti e altri arriveranno presto. È così ovvio che la maggior parte non può vederlo, o non vuole. I principali media aziendali sono chiaramente parte della continuazione dell’operazione Mockingbird della CIA e coloro che ancora si affidano a loro per la verità sono fuori portata. Dobbiamo usare tutti i mezzi alternativi per dare l’allarme e assicurarci che l’incubo finale non si verifichi mai.

Forse l’iperbole è l’unico modo per farlo, perché potrebbe essere più vicino alla verità di quanto vogliamo credere.

Edward Curtin scrive e il suo lavoro appare ampiamente. È l’autore di Seeking Truth in a Country of Lies . Leggi altri articoli di Edward o visita il sito Web di Edward .

FONTE: https://dissidentvoice.org/2022/02/u-s-nato-is-in-the-grip-of-a-daemonic-death-wish-and-the-entire-world-is-threatened/

 

 

 

L’oscillazione strategica della Russia spinge NATOstan – in breve

“Non credi nel principio della sicurezza indivisibile? Bene. Ora dettiamo il ritmo della sicurezza”.

La storia registrerà che la nascita dei gemelli – le Repubbliche Popolari di Donetsk e Luhansk – solo poche ore prima del 22/2/22, è stata simultanea alla nascita del vero  mondo multipolare del 21° secolo .

Come i miei articoli hanno sottolineato ormai da alcuni anni, Vladimir Putin ha coltivato con cura il suo Sun Tzu interiore. E ora è tutto allo scoperto: “Lascia che i tuoi piani siano oscuri e impenetrabili come la notte, e quando ti muovi, cada come un fulmine”.

Il fulmine ha impiegato mesi per essere meticolosamente lucidato. Per parafrasare Lenin, che ha “creato l’Ucraina” (copyright Putin), abbiamo vissuto molti decenni solo in questi ultimi giorni. Tutto è iniziato con le richieste dettagliate di garanzie di sicurezza inviate agli americani, che Mosca sapeva sarebbero state respinte. Poi c’è stata la dichiarazione congiunta Russia-Cina all’inizio delle Olimpiadi invernali, che codifica non solo la partnership strategica ma anche i principi chiave del mondo multipolare.

Il culmine è stato uno straordinario discorso di quasi un’ora  alla nazione  da parte di Putin poco dopo la sessione dal vivo del Consiglio di sicurezza russo che ha deliberato sulla richiesta di indipendenza della DPR e della LPR ( ecco  una versione ridotta).

Poche ore dopo, in una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il rappresentante permanente russo Vasily Nebenzya ha spiegato con precisione perché il riconoscimento dei gemelli non seppellisce gli accordi di Minsk.

I gemelli hanno effettivamente dichiarato la loro indipendenza nel maggio 2014. Nel 2015 hanno firmato gli accordi di Minsk come una delle parti interessate. Teoricamente potrebbero anche tornare in Ucraina se Kiev decidesse di rispettare gli accordi, cosa che non accadrà mai perché gli Stati Uniti hanno posto il veto dal 2015. Inoltre, il popolo del Donbass non vuole essere soggetto a un regime che ospita neonazisti .

Come ha sottolineato Nebenzya,

“Vorrei ricordarvi che al momento della conclusione degli accordi di Minsk, LPR e DPR avevano già dichiarato l’indipendenza. Il fatto che la Russia lo abbia riconosciuto oggi non cambia la composizione delle parti degli accordi di Minsk, dal momento che la Russia non è una (…) Un’altra cosa è che gli accordi di Minsk sono stati a lungo apertamente sabotati dall’Ucraina sotto gli auspici dei nostri colleghi occidentali. Ora vediamo che molti colleghi vogliono firmare che gli accordi di Minsk sono morti. Ma non è così (…) Siamo ancora aperti alla diplomazia, ma non intendiamo permettere una nuova sanguinosa strage nel Donbass”.

Ed ecco il fattore decisivo, affrontando direttamente il sostegno imperiale all’uccisione di russi etnici nel Donbass:

“Il compito principale della nostra decisione [sul riconoscimento dell’indipendenza] era preservare e proteggere queste vite. Questo è più importante di tutte le tue minacce”.

Ecco qua: Responsibility to Protect (R2P), un concetto inventato dagli americani per lanciare guerre, usato dalla Russia per prevenirne.

Quella nullità certificata, il cancelliere tedesco Scholz, deridendo la definizione di Putin di un genocidio nel Donbass come “ridicolo”, è stata un fattore decisivo nella nascita del bambino vince. Putin, nel suo discorso alla nazione, si è particolarmente preso del tempo per dettagliare il massacro di Odessa:

“Non possiamo che rabbrividire quando ricordiamo la situazione a Odessa, quando le persone furono bruciate vive (…) E quei criminali che hanno fatto questo, non vengono puniti (…) Ma conosciamo i loro nomi e faremo di tutto per punirli (…) e per assicurarli alla giustizia”.

E la Cina?

Geopoliticamente, in termini eurasiatici, emergono due enormi interrogativi: il ruolo della CSTO e la risposta della Cina.

Se osserviamo l’articolo 19, capo VI della  carta CSTO , apprendiamo che,

“qualsiasi Stato che condivida gli obiettivi e i principi dell’Organizzazione ed è pronto ad assumere gli obblighi contenuti nella presente Carta e in altri trattati e risoluzioni internazionali efficaci nel quadro dell’Organizzazione può diventare un membro dell’Organizzazione”.

Ciò aprirebbe la porta ai gemelli, non appena avranno finalizzato tutti gli sforzi burocratici relativi a nazioni nuove e indipendenti, per richiedere l’adesione alla CSTO. Per inciso, il segretario generale della CSTO Pashinian è già andato a Mosca per discuterne.

La Cina è una proposta molto più complessa. Uno dei principi chiave della politica estera di Pechino è la lotta contro il separatismo, radicata nelle fondamenta della SCO. Quindi Pechino non può riconoscere i gemelli, o cosa significherebbe Novorossiya – sì, Putin ha pronunciato la parola magica – prima che lo faccia Kiev stessa o, una seria possibilità, si disintegri completamente.

Il ministero degli Esteri finora è stato estremamente cauto. Wang Yi ha ribadito “la posizione di lunga data della Cina secondo cui le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di tutti i paesi devono essere rispettate e gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite devono essere rispettati”.

Più avanti lungo la strada, presumibilmente dopo alcuni seri scambi tra Wang Yi e Lavrov, la Cina può sempre trovare una miriade di modi per aiutare ufficiosamente i gemelli, incluso il progresso della connettività correlata alla BRI e progetti di sviluppo sostenibile.

Quanto alla disintegrazione di Kiev, questa è direttamente collegata a Mosca che chiede l’immediato stop della mini-guerra lampo contro il Donbass, altrimenti si assumeranno tutte le responsabilità. Sì, i sostenitori del regime saranno braccati e puniti, con tanto di un possibile tribunale per i crimini di guerra. Non c’è da stupirsi che tutti i tipi di topi oligarchici/politici, grandi e piccoli, stiano scappando a Leopoli, in Polonia e nel Regno Unito.

L’effetto Monaco

L’intervento di tutti i 12 membri alla sessione del Consiglio di sicurezza, combinato con il discorso di Putin alla nazione, è stato materia di avvincente dramma geopolitico. Il linguaggio del corpo di Putin e lo sguardo nei suoi occhi hanno testimoniato l’immensa gravità del momento – e tutto è venuto alla ribalta quando ha intrapreso una breve lezione di storia nell’arco di un secolo.

Contenendo a malapena la sua rabbia per gli innumerevoli modi in cui la Russia è stata diffamata dall’Occidente, e senza fare prigionieri quando si parlava del comunismo, ciò che maggiormente si è distinto è stata la chiara interpretazione dell’insormontabile antagonismo tra le isole angloamericane e la civiltà Heartland – o lo scontro tra potenze marittime e potenze terrestri. Quel classico dell’Eurasia era il grosso della sua esposizione: il riconoscimento dei gemelli durò meno di tre minuti.

La  Conferenza sulla sicurezza di Monaco , lo scorso fine settimana, aveva reso tutto così esplicito. Monaco, per quanto terrificante fosse in termini di una congregazione di polli senza testa che si atteggiavano a aquile, almeno ha confermato che tutto è allo scoperto.

Il nemico è la Russia. L’espansione infinita della NATO – verso lo spazio – è contro la Russia. E poi abbiamo avuto una sfilata di minacce aggiuntive: nessun disarmo nell’Europa orientale, taglio dell’economia russa dall’UE, fine del Nord Stream 2, Ucraina nella NATO, ordine mondiale basato su “valori liberali universali”.

Monaco ha enunciato No Compromise Whatsoever, che era esattamente ciò che Putin, Lavrov, Patrushev e co. previsto, la retorica guerrafondaia che seppellisce qualsiasi discussione significativa su migrazione, inflazione, guerre informatiche, crisi energetica europea e, ovviamente, l’unica cosa che conta per il MICIMATT (complesso militare-industriale-congressuale-intelligence-media-accademia-think tank complex , come definito da Ray McGovern): mungiamo questo lotto Eurotrash per miliardi incalcolabili in nuovi contratti, isoliamo la Russia, distruggiamo il Nord Stream 2 per vendergli il nostro GNL ultra costoso, teniamolo al guinzaglio – per sempre.

Quindi in realtà non è nemmeno una guerra contro la Russia: l’Impero indebitato di $ 30 trilioni con un esercito sveglia semplicemente non poteva permetterselo. Per non parlare del freak out certificato nel caso in cui ricevano una telefonata da  Mr. Khinzal e Mr. Zircon  : spunto alla spettacolare esibizione russa di superiorità “militare e tecnica”, ipersonica e non – messa in scena, ironia dell’ironia, in sincronia con il circo di Monaco.

Quello che abbiamo qui è così zoppo: solo un racket da parte della malavita che non puoi rifiutare da infliggere all’UE.

Il ballo della Sicurezza Indivisibile

Il rabbioso spettacolo di Monaco “No Compromise”; la cripto-guerra lampo Ukro contro il Donbass, ordinata dagli imperi; e il ruolo della  Comunità per la mancanza di informazioni degli Stati Uniti  – un urlatore coniato da Andrei Martyanov – ha sigillato l’accordo per le deliberazioni del Consiglio di sicurezza e la decisione di Putin.

Considerando la stupidità ideologica dell’attuale banda di Bruxelles – Stoltenberg, von der Leyen, Borrell –, incapace di comprendere anche l’economia di base, resta il fatto che l’Ue senza l’energia russa è condannata. Martyanov sottolinea l’algoritmo: la Russia può permettersi la rottura con l’Europa. L’Europa non può. Gli Stati Uniti vogliono solo raccogliere. E non stiamo nemmeno parlando delle terribili ramificazioni in arrivo della crisi sistemica in tutto il NATOstan.

Anche se Mosca gioca un gioco molto lungo e calcolato, così com’è ciò non significa necessariamente che la Russia “vincerà” i gemelli mentre “perderà” l’Europa. L’oscillazione strategica della Russia sconcerta ripetutamente la combo atlantista. La comunità statunitense priva di intelligence prevedeva un'”aggressione” russa a giorni alterni, e lo è ancora. Invece hanno avuto i gemelli come le ultime repubbliche indipendenti del Sud del mondo.

Anche prima di Monaco, della cripto-guerra lampo di Ukro e del riconoscimento dei gemelli, Mosca aveva nuovamente avvertito che potrebbe rispondere con  “misure militari e tecniche”  per garantire la propria sicurezza dopo che USA e NATO hanno palesemente ignorato i punti chiave della sua proposta di un’architettura di sicurezza europea a lungo termine e invece problemi “scelti con cura” da un pacchetto.

Mosca non lascerà scappare gli americani dall’ormai famigerata  risposta russa di 10 pagine . Putin, rivolgendosi alla Stavka, aveva già  avvertito  “siamo in una situazione (…) in cui siamo costretti a risolverla”. Il che ci porta a quella che John Helmer ha abilmente qualificato come la  difesa della scatola nera della Russia . Il bello è che nessuno sa cosa c’è dentro la scatola nera.

Entrano, ancora una volta, le “misure tecnico-militari” che saranno “reciproche” (Putin) a ciò che USA e NATOstan stanno già schierando contro la Russia. Non saranno necessariamente implementati nel Mar Nero, nel Mar d’Azov, nello spazio aereo sopra il Donbass, nemmeno nel cyberspazio. Potrebbe essere ovunque, dal teatro siriano all’America Latina.

Sorpresa! Questo è ciò che riguarda l’ambivalenza strategica, l’ambiguità o, veniamo al ritmo, lo swing. Non credi nel principio della sicurezza indivisibile? Bene. Ora dettiamo il ritmo di sicurezza. Non smetterai di schierare armi nucleari fuori dal tuo territorio? Bene. Ecco un po’ di reciprocità. Non accetterai garanzie legalmente vincolanti della nostra sicurezza? Bene. Incontra le nostre misure “militari-tecniche”.

Adesso ballate, stronzi.

Pepe Escobar è un analista geopolitico, scrittore e giornalista indipendente

Puoi effettivamente partecipare agli sforzi globali per paralizzare la capacità di genocidio della cabala criminale organizzata del Deep State, godendo allo stesso tempo della libertà sanitaria, boicottando definitivamente Big Pharma .

FONTE: https://geopolitics.co/2022/02/24/russias-strategic-swing-drives-natostan-nuts/

 

 

 

 

POLITICA

Chomsky: La spinta degli Stati Uniti al “regno supremo” alimenta il conflitto in Ucraina

22 02 2022

Chomsky: La spinta degli Stati Uniti al "regno supremo" alimenta il conflitto in Ucraina

Intervista di CJ Polychroniou a Noam Chomsky

Il panico politico irrazionale è un fenomeno americano tanto quanto la torta di mele. Sorge spesso come risultato di una potenziale incapacità da parte dei poteri costituiti di controllare l’esito di sviluppi che possono porre sfide agli interessi dell’ordine socioeconomico esistente o allo status quo dell’ambiente geostrategico. L’era della Guerra Fredda la dice lunga su questo fenomeno, ma è evidente anche in periodi precedenti – ad esempio, il primo Red Scare sulla scia della prima guerra mondiale – e possiamo vedere chiari parallelismi nella situazione odierna con le reazioni L’Ucraina e l’ascesa della Cina a potenza mondiale. Nell’intervista che segue, l’intellettuale pubblico di fama mondiale Noam Chomsky approfondisce il fenomeno del panico politico irrazionale negli Stati Uniti, con un’enfasi sugli sviluppi attuali sul fronte della politica estera e sui pericoli di cercare di mantenere l’egemonia globale in un mondo multipolare .

CJ Polychroniou: La cultura politica negli Stati Uniti sembra avere una propensione all’allarmismo quando si tratta di sviluppi politici che non sono in sintonia con gli interessi economici, la mentalità ideologica e gli interessi strategici dei poteri forti. In effetti, dal panico anti-spagnolo della fine degli anni ’90 dell’Ottocento alla rabbia odierna per i problemi di sicurezza della Russia sull’Ucraina, e il ruolo crescente della Cina negli affari mondiali e tutto il resto, l’establishment politico e i media di questo paese tendono a rispondere in piena regola allarme per sviluppi che non sono in linea con gli interessi, i valori e gli obiettivi degli Stati Uniti. Può commentare questo particolare stato di cose, con particolare enfasi su ciò che sta accadendo oggi in relazione all’Ucraina e alla Cina?

Noam Chomsky: Verissimo. A volte è difficile da credere. Uno degli esempi più significativi e rivelatori è il quadro retorico del grande documento di pianificazione interna dei primi anni della Guerra Fredda, NSC-68 del 1950 , poco dopo “la perdita della Cina”, che scatenò una frenesia negli Stati Uniti Il documento ha posto le basi per un’enorme espansione del bilancio militare. Vale la pena ricordare oggi che le tensioni di questa follia stanno risuonando, non per la prima volta; è perenne.

Le raccomandazioni politiche di NSC-68 sono state ampiamente discusse negli studiosi, pur evitando la retorica isterica. Si legge come una favola: il male finale di fronte alla purezza assoluta e al nobile idealismo. Da una parte c’è lo “stato schiavo” con il suo “progetto fondamentale” e la sua intrinseca “coazione” a ottenere “l’autorità assoluta sul resto del mondo”, distruggendo tutti i governi e la “struttura della società” ovunque. Il suo ultimo male contrasta con la nostra assoluta perfezione. Lo “scopo fondamentale” degli Stati Uniti è assicurare ovunque “la dignità e il valore dell’individuo”. I suoi leader sono animati da “impulsi generosi e costruttivi e dall’assenza di cupidigia nelle nostre relazioni internazionali”, che è particolarmente evidente nei tradizionali domini di influenza degli Stati Uniti, l’emisfero occidentale,

Chiunque avesse familiarità con la storia e l’attuale equilibrio del potere globale in quel momento avrebbe reagito a questa performance con totale sconcerto. I suoi autori del Dipartimento di Stato non avrebbero potuto credere a quello che stavano scrivendo. Alcuni in seguito hanno dato un’indicazione di cosa stavano facendo. Il Segretario di Stato Dean Acheson ha spiegato nelle sue memorie che per irrompere nell’enorme espansione militare pianificata, era necessario “colpire la mente di massa del ‘alto governo'” in modi che fossero “più chiari della verità”. Anche l’influente senatore Arthur Vandenberg lo capì quando consigliò [nel 1947] che il governo doveva “spaventare a morte il popolo americano” per risvegliarlo dalla sua arretratezza pacifista.

I precedenti sono tanti, e in questo momento i tamburi battono con avvertimenti sul compiacimento americano e l’ingenuità sulle intenzioni del “cane pazzo” Putin di distruggere ovunque la democrazia e sottomettere il mondo alla sua volontà, ora alleato con l’altro “Grande Satana”, Xi Jinping.

Il vertice Putin-Xi del 4 febbraio, in occasione dell’apertura dei Giochi Olimpici, è stato riconosciuto come un evento importante per gli affari mondiali. La sua recensione in un importante articolo sul New York Times è intitolato “ A New Axis”, l’allusione non celata. La recensione riportava le intenzioni della reincarnazione delle potenze dell’Asse: “Il messaggio che Cina e Russia hanno inviato ad altri Paesi è chiaro”, scrive David Leonhardt. “Non faranno pressioni su altri governi affinché rispettino i diritti umani o tengano elezioni”. E con sgomento di Washington, l’Asse sta attirando due paesi dal “campo americano”, l’Egitto e l’Arabia Saudita, esempi stellari di come gli Stati Uniti rispettano i diritti umani e le elezioni nel loro campo, fornendo un massiccio flusso di armi a queste brutali dittature e partecipare direttamente ai loro crimini. Il Nuovo Asse sostiene inoltre che “un Paese potente dovrebbe poter imporre la sua volontà all’interno della sua dichiarata sfera di influenza. Il paese dovrebbe anche essere in grado di rovesciare un governo vicino più debole senza che il mondo interferisca”, un’idea che gli Stati Uniti

Venticinque secoli fa, l’Oracolo di Delfi emise una massima: “Conosci te stesso”. Vale la pena ricordare, forse.

Come nel caso di NSC-68, c’è metodo nella follia. Cina e Russia rappresentano una vera minaccia. L’egemone globale non li prende alla leggera. Ci sono alcune caratteristiche comuni sorprendenti nel modo in cui l’opinione pubblica e la politica degli Stati Uniti stanno reagendo alle minacce. Meritano qualche riflessione.

Il Consiglio Atlantico descrive la formazione del Nuovo Asse come un “cambiamento tettonico nelle relazioni globali” con piani davvero da far “girar la testa”: “Le parti hanno concordato di collegare più strettamente le loro economie attraverso la cooperazione tra la Belt and Road Initiative cinese e l’Eurasian di Putin Unione Economica. Lavoreranno insieme per sviluppare l’Artico. Approfondiranno il coordinamento nelle istituzioni multilaterali e combatteranno il cambiamento climatico”.

Non dobbiamo sottovalutare il grande significato della crisi ucraina, aggiunge Damon Wilson , presidente del National Endowment for Democracy. “La posta in gioco della crisi odierna non riguarda solo l’Ucraina, ma il futuro della libertà”, nientemeno.

Devono essere prese subito misure forti, afferma il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell: “Il presidente Biden dovrebbe usare tutti gli strumenti nella sua cassetta degli attrezzi e imporre sanzioni severe prima di qualsiasi invasione e non dopo che è avvenuta”. Non c’è tempo per indugiare con gli appelli in stile Macron all’orso furioso per moderare la sua violenza.

La dottrina ricevuta è che dobbiamo affrontare la formidabile minaccia della Cina e rimanere saldi sull’Ucraina, mentre l’Europa vacilla e l’Ucraina ci chiede di attenuare la retorica e perseguire misure diplomatiche. Fortunatamente per il mondo, Washington è incrollabile nella sua dedizione a ciò che è giusto e giusto, anche se è quasi da solo, come quando invade giustamente l’Iraq e strangola Cuba a dispetto di una protesta internazionale praticamente uniforme, per prenderne solo due da una pletora di esempi.

Ad essere onesti, l’adesione alla dottrina non è uniforme. C’è una deviazione, più forte all’estrema destra: Tucker Carlson, probabilmente la voce televisiva più influente. Ha detto che non dovremmo essere coinvolti nella difesa dell’Ucraina contro la Russia, perché dovremmo dedicare tutte le nostre risorse per affrontare la ben più terribile minaccia cinese. Dobbiamo chiarire le nostre priorità nella lotta contro l’Asse.

Gli avvertimenti sulla mobilitazione della Russia per invadere l’Ucraina sono stati un evento mediatico annuale dalla crisi del 2014, con rapporti regolari di decine o centinaia di migliaia di truppe russe che si preparano ad attaccare. Oggi, tuttavia, gli avvertimenti sono molto più striduli, con un misto di paura e ridicolo per il cosiddetto Mad Vlad, che Thomas Friedman del New York Times descrive come uno “psicodramma individuale, con un gigantesco complesso di inferiorità verso l’America questo lo lascia sempre a perseguitare il mondo con una scheggia sulla spalla così grande che è incredibile che possa passare attraverso qualsiasi porta”, o da un’altra prospettiva, il leader russo che cerca invano una risposta alle sue ripetute richieste di attenzione alle preoccupazioni espresse dalla Russia . Un’analisi di MintPress lo ha scoperto. Il 90 per cento degli articoli di opinione sui tre principali giornali nazionali ha adottato una posizione militante da falco, con una scarsa dispersione di interrogativi – un fenomeno familiare, come nei giorni precedenti l’invasione dell’Iraq e, di fatto, di routine quando lo stato ha pronunciato il parola.

Come nel caso della cospirazione sino-sovietica per ottenere “l’autorità assoluta sul resto del mondo” nel 1950, la parola ora è che gli Stati Uniti devono agire con decisione per contrastare la minaccia del Nuovo Asse al “governo globale” che viene salutato dai commentatori statunitensi, un concetto interessante su cui tornerò brevemente.

Il “cambiamento tettonico” non è un mito e rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti. Minaccia il primato degli Stati Uniti nel plasmare l’ordine mondiale. Questo vale per entrambe le aree di crisi, ai confini della Russia e della Cina. In entrambi i casi sono a portata di mano accordi negoziati: accordi regionali. Se verranno raggiunti, gli Stati Uniti avranno solo un ruolo accessorio, che potrebbero non essere disposti ad accettare anche a costo di infiammare scontri estremamente rischiosi.

In Ucraina, i contorni di base di un insediamento sono ben noti da tutte le parti; ne abbiamo discusso prima. Ripeto, il risultato ottimale per la sicurezza dell’Ucraina (e del mondo) è il tipo di neutralità austro-nordica che ha prevalso negli anni della Guerra Fredda, offrendo l’opportunità di far parte dell’Europa occidentale in qualunque misura essi scelsero, sotto ogni aspetto a parte dal fornire agli Stati Uniti basi militari, che sarebbero state una minaccia per loro così come per la Russia. Per i conflitti interni all’Ucraina, Minsk II fornisce un quadro generale.

Come osservano molti analisti, l’Ucraina non aderirà all’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) nel prossimo futuro. George W. Bush ha lanciato avventatamente un invito ad aderire, ma è stato immediatamente posto il veto da Francia e Germania. Sebbene rimanga sul tavolo sotto la pressione degli Stati Uniti, non è un’opzione. Tutte le parti lo riconoscono. L’astuto e competente studioso dell’Asia centrale Anatol Lieven commenta che “l’intera questione dell’adesione dell’Ucraina alla NATO è in realtà puramente teorica, quindi, per alcuni aspetti, l’intero argomento è un argomento sul nulla – da entrambe le parti, va detto, Russo così come l’Occidente”.

Il suo commento fa venire in mente la descrizione dello [scrittore argentino Jorge Luis] Borges della guerra delle Falkland/Malvinas: due uomini calvi che combattono per un pettine.

La Russia fa valere problemi di sicurezza. Per gli Stati Uniti, è una questione di alto principio: non possiamo violare il sacro diritto alla sovranità delle nazioni, da cui il diritto di aderire alla NATO, che Washington sa che non accadrà.

Da parte russa, un impegno formale di non allineamento difficilmente aumenta la sicurezza russa, non più di quanto la sicurezza russa sia stata rafforzata quando Washington ha garantito a Gorbaciov che “non un centimetro dell’attuale giurisdizione militare della NATO si estenderà in direzione orientale”, presto abrogata da Clinton, poi più radicalmente da W. Bush. Nulla sarebbe cambiato se la promessa fosse passata da un gentlemen’s agreement a un documento firmato.

L’appello degli Stati Uniti difficilmente raggiunge il livello di commedia. Gli Stati Uniti hanno un totale disprezzo per il principio che proclamano con orgoglio, come la storia recente conferma ancora una volta drammaticamente.

Per Washington, c’è una questione più profonda: un accordo regionale sarebbe una seria minaccia per il ruolo globale degli Stati Uniti. Questa preoccupazione è stata ribollente durante gli anni della Guerra Fredda. L’Europa assumerà un ruolo indipendente negli affari mondiali, come sicuramente può, forse lungo le linee golliste: l’Europa dall’Atlantico agli Urali, ripresa nel 1989 dalla difesa di Gorbaciov di una “casa comune europea”, un “vasto spazio economico dall’Atlantico al gli Urali”? Ancora più impensabile sarebbe la visione più ampia di Gorbaciov di un sistema di sicurezza eurasiatico da Lisbona a Vladivostok senza blocchi militari, abbattuto senza discussione nei negoziati 30 anni fa su un accordo post-Guerra Fredda.

L’impegno a mantenere l’ordine atlantista in Europa, in cui gli Stati Uniti regnano sovrani, ha avuto implicazioni politiche che vanno oltre la stessa Europa. Un esempio cruciale è stato il Cile nel 1973, quando gli Stati Uniti stavano lavorando duramente per rovesciare il governo parlamentare, riuscendo finalmente con l’instaurazione della dittatura assassina di Pinochet. Una delle ragioni principali per distruggere la democrazia in Cile è stata spiegata dal suo principale architetto, Henry Kissinger. Ha avvertito che le riforme sociali parlamentari in Cile potrebbero fornire un modello per sforzi simili in Italia e Spagna che potrebbero portare l’Europa su un percorso indipendente, lontano dalla subordinazione al controllo statunitense e al modello statunitense di capitalismo più duro. La teoria del domino, spesso derisa, non è mai stata abbandonata, perché è un importante strumento di governo.

Più o meno lo stesso vale nel confronto con la Cina. Come abbiamo discusso in precedenza , ci sono seri problemi riguardanti la violazione del diritto internazionale da parte della Cina nei mari vicini, anche se gli Stati Uniti, essendo l’unico paese marittimo che si rifiuta persino di ratificare la legge sul mare delle Nazioni Unite, non sono in una posizione forte per obiettare . Né gli Stati Uniti alleviano questi problemi inviando un’armata navale attraverso queste acque o fornendo all’Australia una flotta di sottomarini nucleari per rafforzare la già schiacciante superiorità militare degli Stati Uniti al largo delle coste della Cina. Le questioni possono e devono essere affrontate dai poteri regionali.

Come nel caso dell’Ucraina, tuttavia, c’è un aspetto negativo: gli Stati Uniti non saranno al comando.

Anche come nel caso dell’Ucraina, gli Stati Uniti professano il loro impegno di alto principio nel prendere la guida per affrontare la minaccia della Cina: il loro orrore per le violazioni dei diritti umani da parte della Cina, che sono senza dubbio gravi. Ancora una volta, è abbastanza facile valutare la sincerità di questa posizione. Un indice rivelatore è l’aiuto militare statunitense. Al vertice, in una categoria a parte, Israele ed Egitto. Sul record israeliano sui diritti umani, possiamo ora fare riferimento ai rapporti dettagliati di Amnesty International e Human Rights Watch, che esaminano i crimini di quello che descrivono come il secondo stato di apartheid al mondo. L’Egitto sta soffrendo sotto la dittatura più dura della sua storia tormentata. Più in generale, per molti anni c’è stata una sorprendente correlazione tra gli aiuti militari statunitensi e la tortura, i massacri e altre gravi violazioni dei diritti umani.

Non c’è più bisogno di indugiare sulla preoccupazione di Washington per i diritti umani che sulla sua dedizione al sacro principio della sovranità. Il fatto che queste assurdità possano anche essere discusse illustra quanto profondamente i voli retorici di NSC-68 permeino la cultura intellettuale.

Il docente della Hebrew University Guy Laron ce lo ricorda utilmente di un altro aspetto della crisi ucraina: la lunga lotta tra USA e Russia per il controllo dell’energia europea, ancora oggi nei titoli dei giornali. Anche prima che la Russia diventasse un attore, gli Stati Uniti cercavano di spostare l’Europa (e il Giappone) verso un’economia basata sul petrolio, dove gli Stati Uniti avrebbero avuto la mano sul rubinetto. Gran parte degli aiuti del Piano Marshall erano diretti a questo scopo. Da George Kennan a Zbigniew Brzezinski commentando l’invasione dell’Iraq (a cui si opponeva, ma riteneva potesse conferire vantaggi agli Stati Uniti con il previsto controllo sulle principali risorse petrolifere), i pianificatori hanno riconosciuto che il controllo sulle risorse energetiche potrebbe fornire una “leva critica” su alleati. Gli anni successivi videro molte lotte nel quadro della Guerra Fredda descritto da Laron, ora molto importante. L’Ucraina ha avuto un ruolo importante in questi scontri.

In tutto, la forma dell’ordine mondiale è stata ovviamente una preoccupazione trainante dei responsabili politici. Per la Washington del secondo dopoguerra, c’è solo una forma accettabile: sotto la sua guida. E deve trattarsi di una forma particolare di ordine mondiale: l’“ordine internazionale basato sulle regole”, che ha sostituito un precedente impegno per l’“ordine internazionale basato sull’ONU” stabilito sotto la guida degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale. Non è difficile discernere le ragioni della transizione nella politica e nei commenti di accompagnamento. Nell’ordine basato sulle regole, gli Stati Uniti stabiliscono le regole.

Lo stesso era vero nell’ordine basato sulle Nazioni Unite nei primi anni dopo la seconda guerra mondiale. Il predominio globale degli Stati Uniti è stato così schiacciante che le Nazioni Unite sono servite virtualmente come uno strumento della politica estera degli Stati Uniti e un’arma contro i suoi nemici. Non sorprende che le Nazioni Unite fossero molto apprezzate nella cultura popolare e intellettuale degli Stati Uniti, insieme all’ordine internazionale basato sulle Nazioni Unite, guidato da Washington.

Quella si è rivelata una fase transitoria. L’ONU iniziò a perdere il favore dell’elite statunitense, poiché barcollava fuori controllo con la ripresa di altre società industriali, ma in particolare con la decolonizzazione, che portò voci discordanti all’interno delle Nazioni Unite e anche in strutture indipendenti come il Movimento dei Paesi Allineati e molti altri — tutti molto vocali e attivi, sebbene di fatto esclusi dall’ordine internazionale dell’informazione dominato dalle società imperiali tradizionali.

All’interno delle Nazioni Unite c’erano richieste per un “Nuovo Ordine Economico Internazionale” che offrisse al Sud del mondo qualcosa di meglio di una continuazione della rapina su larga scala, dell’intervento violento e della sovversione di cui il mondo colonizzato aveva goduto durante il lungo regno dell’imperialismo occidentale. C’erano altre minacce, come un appello per un Nuovo Ordine Internazionale d’Informazione che avrebbe fornito qualche opportunità alle voci delle ex colonie di entrare nel sistema d’informazione internazionale, un quasi monopolio delle potenze imperiali.

I padroni del mondo hanno intrapreso vigorose campagne per respingere questi sforzi, un capitolo importante, sebbene in gran parte ignorato, della storia moderna, anche se non completamente; c’è un bel lavoro di esposizione e di analisi .

Un effetto degli sforzi dirompenti del Sud del mondo è stato quello di rivoltare la pratica e l’opinione dell’élite degli Stati Uniti contro l’ONU, non più un’agenzia affidabile del potere degli Stati Uniti come lo era stata nei primi anni della Guerra Fredda. Inoltre, le basi del diritto internazionale moderno nei pochi trattati delle Nazioni Unite che gli Stati Uniti hanno ratificato sono diventate del tutto inaccettabili con il passare degli anni, in particolare il divieto della “minaccia o dell’uso della forza” negli affari internazionali, una pratica in cui gli Stati Uniti sono lontani la guida. È convenzionale dire che gli Stati Uniti e la Russia si sono impegnati in guerre per procura durante gli anni della Guerra Fredda, omettendo il fatto che, con rare eccezioni, si trattava di conflitti in cui la Russia forniva supporto alle vittime dell’attacco statunitense. Tutti argomenti che dovrebbero avere molto più risalto.

In questo contesto, l ‘”ordine internazionale basato sulle regole” è diventato il pilastro privilegiato dell’ordine mondiale, e c’è molto fastidio quando la Cina chiede invece l’ordine internazionale basato sulle Nazioni Unite come ha fatto al rancoroso vertice Cina-USA del marzo 2021 in Alaska (mettendo da parte la sincerità di questi pronunciamenti).

È interessante vedere come si svolga il conflitto con la Cina nella politica e nel discorso degli Stati Uniti in altri ambiti. Un articolo in prima pagina sul New York Times è intitolato : “House approva Bill che aggiunge miliardi alla ricerca per competere con la Cina; Il voto avvia una lotta con il Senato, che ha diverse raccomandazioni su come gli Stati Uniti dovrebbero sostenere la loro industria tecnologica per affrontare la Cina”. Il nome ufficiale del disegno di legge è “The America Competes Act del 2022”, che significa “competizione” con la Cina.

Il passaggio del disegno di legge è stato acclamato dalla stampa di sinistra liberale: “La Camera ha dato al presidente Joe Biden un altro motivo per festeggiare venerdì con l’approvazione di un disegno di legge volto a rafforzare la competitività con la Cina”.

Il Congresso potrebbe sostenere la ricerca e lo sviluppo perché aiuterebbe la società americana, come sicuramente farebbe questo disegno di legge? Apparentemente no; solo perché “affronterebbe la Cina”. I repubblicani si sono opposti al disegno di legge come al solito, in questo caso perché ” concede troppo alla Cina “. I repubblicani si sono anche opposti a quelle che chiamavano iniziative di “estrema sinistra” come affrontare il cambiamento climatico. Il disegno di legge è stato deriso dal leader repubblicano della Camera Kevin McCarthy come il “disegno di legge sulle barriere coralline”. In che modo salvare l’umanità dall’autodistruzione aiuta a competere con la Cina?

Un commento a margine: Pramila Jayapal, presidente del Progressive Caucus, ha introdotto un emendamento al disegno di legge, un appello a rilasciare i quasi 10 miliardi di dollari del governo afgano detenuti nelle banche di New York, in modo da aiutare ad alleviare l’orrenda crisi umanitaria che sta affrontando la popolazione. È stato bocciato. Quarantaquattro Democratici si unirono alla brutalità repubblicana. Sembra che l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai con sede in Cina potrebbe pianificare aiuti, più della minaccia cinese.

Non si può negare che la Cina sia una superpotenza emergente di fronte agli Stati Uniti. Riportando uno studio del Belfer Center of International Affairs di Harvard, Graham Allison ha affermato inoltre che la cosiddetta trappola di Tucidide potrebbe portare a una guerra USA-Cina.

Non può succedere. Guerra USA-Cina significa semplicemente: game over. Ci sono questioni globali critiche su cui gli Stati Uniti e la Cina devono collaborare. O lavoreranno insieme, o crolleranno insieme, portando il mondo giù con loro.

Uno degli sviluppi più sorprendenti nell’arena internazionale oggi è che mentre gli Stati Uniti si stanno ritirando dal Medio Oriente e altrove, la Cina si sta muovendo ma con un approccio strategico e un’agenda generale diversi. Invece di bombe, missili e diplomazia coercitiva, la Cina sta espandendo la sua influenza con l’uso del “soft power”. In effetti, l’espansione degli Stati Uniti all’estero è sempre stata in modo schiacciante dipendente dall’uso dell’hard power e, di conseguenza, avrebbe lasciato dietro di sé i buchi neri solo dopo il suo ritiro. Fino a che punto, come qualcuno potrebbe sostenere, è questo il risultato di una giovane nazione ignorante della storia e con mancanza di esperienza negli affari globali (sebbene sarebbe difficile trovare esempi di imperialismo benigno)?

Non credo che gli Stati Uniti abbiano forgiato nuove strade nella brutalità imperiale occidentale. Basta considerare i suoi immediati predecessori nel controllo mondiale. La ricchezza e il potere globale britannici derivavano dalla pirateria (figure eroiche come Sir Francis Drake), depredando l’India con l’astuzia e la violenza, l’orrenda schiavitù, la più grande impresa di narcotraffico del mondo e altri atti simili. La Francia non era diversa. Il Belgio ha battuto i record di crimini orribili. La Cina di oggi non è affatto benigna nella sua portata molto più limitata. Sarebbe difficile trovare eccezioni.

I due casi da lei citati hanno caratteristiche altamente istruttive, messe in evidenza chiaramente, anche se non intenzionalmente, da come sono rappresentati. Prendi un articolo sul New York Times sulla crescente minaccia cinese. Il titolo recita: “Mentre gli Stati Uniti si ritirano dal Medio Oriente, la Cina si appoggia; espandendo i suoi legami con gli stati del Medio Oriente con ingenti investimenti infrastrutturali e cooperazione su tecnologia e sicurezza”.

Questo è accurato; è un esempio di ciò che sta accadendo in tutto il mondo. Gli Stati Uniti stanno ritirando le forze militari che per decenni hanno colpito la regione del Medio Oriente nel tradizionale stile imperiale. I cinesi malvagi stanno sfruttando la ritirata espandendo l’influenza della Cina con investimenti, prestiti, tecnologia, programmi di sviluppo. Quello che viene chiamato “potere morbido”.

Non solo in Medio Oriente. Il progetto cinese più ampio è l’enorme Belt and Road Initiative (BRI) che sta prendendo forma nell’ambito della Shanghai Cooperation Organization, che incorpora gli stati dell’Asia centrale, India, Pakistan, Russia, ora Iran, arrivando fino alla Turchia e con i suoi occhio all’Europa centrale. Potrebbe benissimo includere l’Afghanistan se riuscirà a sopravvivere alla sua attuale catastrofe. Gli aiuti e lo sviluppo cinesi potrebbero riuscire a spostare l’economia afgana dalla produzione di eroina per l’Europa, il fulcro dell’economia durante l’occupazione statunitense, allo sfruttamento delle sue ricche risorse minerarie.

La BRI ha ramificazioni in Medio Oriente, incluso Israele. Ci sono programmi di accompagnamento in Africa, e ora anche in America Latina, nonostante le strenue obiezioni degli Stati Uniti. Di recente, la Cina ha annunciato che sta rilevando gli impianti di produzione a San Paolo che Ford ha abbandonato e avvierà la produzione di veicoli elettrici su larga scala, un’area in cui la Cina è molto più avanti.

Gli Stati Uniti non hanno modo di contrastare questi sforzi. Bombe, missili, incursioni delle forze speciali nelle comunità rurali non funzionano.

È un vecchio dilemma. Sessant’anni fa in Vietnam, gli sforzi della contro insurrezione statunitense furono ostacolati da un problema che fu riconosciuto disperatamente dai servizi segreti statunitensi e dai consiglieri provinciali: la resistenza vietnamita – i Viet Cong (VC), nel discorso degli Stati Uniti – stavano combattendo una guerra politica, un dominio in cui gli Stati Uniti erano deboli. Gli Stati Uniti stavano rispondendo con una guerra militare, l’arena in cui sono forti. Ma ciò non ha potuto superare l’attrattiva dei programmi di VC presso la popolazione contadina.

L’unico modo in cui l’amministrazione Kennedy poteva reagire alla guerra politica del VC era il bombardamento delle aree rurali da parte dell’aeronautica americana, autorizzando la distruzione di napalm, colture e bestiame su larga scala e altri programmi per portare i contadini in campi di concentramento virtuali dove potevano essere “protetti”.” dai guerriglieri che gli Stati Uniti sapevano di sostenere. Le conseguenze le conosciamo.

In precedenza, il dilemma era stato spiegato dal Segretario di Stato John Foster Dulles, rivolgendosi al Consiglio di sicurezza nazionale sui problemi degli Stati Uniti con il Brasile, dove le élite, ha affermato, sono “come bambini, senza capacità di autogoverno”. Peggio ancora, nelle sue parole, gli Stati Uniti sono “irrimediabilmente molto indietro rispetto ai sovietici nello sviluppo di controlli sulle menti e sulle emozioni dei popoli non sofisticati” del Sud del mondo, anche delle élite istruite. Dulles si è lamentato con il presidente della “capacità comunista di ottenere il controllo dei movimenti di massa, … qualcosa che non abbiamo la capacità di duplicare. I poveri sono quelli a cui si rivolgono e hanno sempre voluto depredare i ricchi”.

Dulles non ha detto l’ovvio: i poveri in qualche modo non rispondono bene al nostro appello dei ricchi a depredare i poveri, quindi con grande riluttanza dobbiamo rivolgerci all’arena della violenza, dove dominiamo.

Non è diverso dal dilemma posto quando la Cina “si appoggia” al Sud del mondo “estendendo i suoi legami con vasti investimenti infrastrutturali e cooperazione su tecnologia e sicurezza”. Questo è un elemento centrale della minaccia cinese che sta suscitando tali paure e angosce.

Gli Stati Uniti stanno reagendo a questa crescente minaccia cinese nell’arena in cui è forte. Gli Stati Uniti, ovviamente, hanno un predominio militare schiacciante in tutto il mondo, anche al largo delle coste della Cina. Ma è in fase di miglioramento. Lo scorso dicembre, riferisce l’analista militare Michael Klare , il presidente Biden ha firmato il National Defense Authorization Act. Richiede “una catena ininterrotta di stati sentinella armati dagli Stati Uniti – che si estende dal Giappone e dalla Corea del Sud nel Pacifico settentrionale all’Australia, alle Filippine, alla Thailandia e a Singapore nel sud e l’India sul fianco orientale della Cina” – destinata a circondare la Cina.

Klare aggiunge che “abbastanza minacciosamente anche Taiwan è inclusa nella catena degli stati sentinella armati”. La parola “inquietante” è ben scelta. La Cina ovviamente considera Taiwan come parte della Cina. Così fanno gli Stati Uniti, formalmente. La politica ufficiale degli Stati Uniti una-Cina riconosce Taiwan come parte della Cina, con un tacito accordo che non verranno presi provvedimenti per cambiare con la forza il suo status. Donald Trump e il segretario di Stato Mike Pompeo hanno scalfito questa formula. Ora viene spinto sull’orlo. La Cina può scegliere se soccombere o resistere. Non soccomberà.

Questa è solo una componente del programma per difendere gli Stati Uniti dalla minaccia cinese. Un elemento complementare è quello di minare l’economia cinese con mezzi troppo noti per essere riesaminati. In particolare [agli occhi degli Stati Uniti], alla Cina deve essere impedito di avanzare nella tecnologia del futuro, estendendo di fatto il suo vantaggio in alcuni settori, come l’elettrificazione e le energie rinnovabili, le tecnologie che potrebbero salvarci dalla nostra corsa alla distruzione dell’ambiente che sostiene la vita.

Un aspetto di questi sforzi per minare il progresso della Cina è fare pressione su altri paesi affinché rifiutino la tecnologia cinese superiore. La Cina ha trovato un modo per aggirare questi sforzi. Stanno progettando di istituire scuole tecniche nei paesi del Sud del mondo per insegnare la tecnologia avanzata, la tecnologia cinese, che i laureati utilizzeranno poi. Ancora una volta, il tipo di aggressione che è difficile da affrontare.

L’influenza degli Stati Uniti sta chiaramente diminuendo nel sistema internazionale, ma non si raggiunge facilmente questa conclusione guardando l’attuale Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, che è ancora progettata attorno al principio della dottrina delle “due guerre”, anche senza dirlo espressamente. In questo contesto, si potrebbe sostenere che l’impero statunitense si stia indebolendo nel 21° secolo e che la fine dell’impero statunitense potrebbe non essere un evento pacifico?

Per molti anni è stato ampiamente previsto nei circoli di politica estera che la Cina è pronta a superare gli Stati Uniti e a dominare gli affari mondiali, una prospettiva dubbia, a mio parere, a meno che gli Stati Uniti non continuino nel loro attuale corso di autodistruzione, probabilmente accelerato con la prevista vittoria congressuale del partito negazionista a novembre.

Come abbiamo discusso in precedenza , per alcuni anni l’ex Partito Repubblicano è stato più accuratamente descritto come una “insurrezione radicale” che ha abbandonato la normale politica parlamentare, per prendere in prestito i termini degli analisti politici Thomas Mann e Norman Ornstein dell’American Enterprise Institute un decennio fa — quando l’acquisizione dell’insurrezione da parte di Trump non era ancora un incubo.

L’amministrazione Trump ha stabilito una dottrina delle due guerre in tutto tranne che nel nome. Una guerra tra due potenze nucleari può rapidamente sfuggire al controllo, il che significa la fine.

Un passo verso la totale irrazionalità è stato compiuto lo scorso 27 dicembre, forse in occasione del Natale, quando il presidente Biden ha firmato il National Defense Authorization Act, discusso in precedenza, rafforzando la politica di “accerchiamento” della Cina, essendo il “contenimento” obsoleto. Ciò include la formazione del Quad: Stati Uniti-India-Giappone-Australia, che integra l’alleanza AUKUS (Australia, Regno Unito, Stati Uniti) e i Five Eyes dell’Anglosfera, tutte alleanze strategico-militari che si confrontano con la Cina. La Cina ha solo un entroterra travagliato. Come discusso in precedenza, lo squilibrio militare radicale a favore degli Stati Uniti viene accresciuto da altri atti provocatori, che comportano grandi rischi. Apparentemente non possiamo abbassare la guardia con le potenze dell’Asse in marcia ancora una volta.

È fin troppo facile abbozzare una probabile traiettoria che è tutt’altro che una prospettiva piacevole. Ma non dobbiamo mai dimenticare la solita riserva. Non dobbiamo essere spettatori passivi, contribuendo così a un potenziale disastro.

FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-chomsky_la_spinta_degli_stati_uniti_al_regno_supremo_alimenta_il_conflitto_in_ucraina/82_45274/

 

 

Green pass e vaccino, il sospetto-choc di Andrea Crisanti: “Arma politica, ecco il vero obiettivo”

02 febbraio 2022

Un Andrea Crisanti controcorrente quello che critica l’obbligo vaccinale. Il professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova non usa mezzi termini per definire l’imposizione “un’arma politica”. “In una situazione come quella di prima l’obbligo è corretto – premette intervistato dal Fatto Quotidiano -. Ma se hai superato il 90 per cento hai raggiunto l’obiettivo”. Per Crisanti non è detto che valga la pena arrivare al 95 per cento, visto che si rischia di radicalizzare lo scontro nella società. E a quel punto subentra “un problema politico, non epidemiologico”, che nulla ha a che fare con la scienza.

“Io sarei rimasto al criterio epidemiologico. L’azione politica deve avere un obiettivo di sanità pubblica. È inutile che mi accanisco contro l’altro 10 per cento se i dati dicono che il 90 per cento basta. Bisogna valutare la risposta della società, c’è sempre il singolo che non si vuole vaccinare per le più diverse ragioni”.

FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/30333074/green-pass-vaccino-andrea-crisanti-sospetto-arma-politica-vero-obiettivo.html

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

L’eugenetica e il risveglio dei mostri dormienti

In questa presentazione consegnata agli atti del Day 6 dell’udienza del Grand Jury del Coronavirus organizzata dal Dr. Reiner Fullmich e dal suo team di avvocati internazionali, è stato chiesto al redattore capo della Canadian Patriot Review Matthew Ehret di presentare osservazioni che chiarissero le origini del quasi- scienza dell’eugenetica e il suo ruolo nella deformazione del 20° secolo.

Questo esercizio ha richiesto una breve panoramica di 1) come la scienza malthusiana del controllo della popolazione nacque in risposta alla diffusione dei concetti repubblicani di umanità e libertà alla fine del XVIII secolo, 2) come lo stesso Charles Darwin (sotto il controllo di Thomas Huxley ) ha preso le sue idee direttamente dal Saggio sulla popolazione di Malthus, e 3) come questo a sua volta si è espresso nella “nuova scienza” dell’eugenetica di Francis Galton.

Potrebbe essere difficile da credere, ma lo stesso Galton aveva affermato nel 1904 che la sua nuova scienza (un malthusianesimo riconfezionato) era sempre stata progettata per essere una nuova macroreligione che modellava la visione del mondo di una nuova élite manageriale post-cristiana:

[L’eugenetica] deve essere introdotta nella coscienza nazionale, come una nuova religione. Ha, infatti, forti pretese di diventare un religioso ortodosso, principio del futuro, poiché l’eugenetica coopera con i meccanismi della natura assicurando che l’umanità sia rappresentata dalle razze più adatte… Non vedo alcuna impossibilità che l’eugenetica diventi un dogma religioso tra gli uomini.

Dopo che un tentativo guidato dall’eugenetica di un nuovo ordine mondiale fu interrotto durante la seconda guerra mondiale, Sir Julian Huxley (nipote del bulldog di Darwin e lui stesso membro a vita e persino presidente della British Eugenics Society) guida una riorganizzazione del Grand Imperiale britannico strategia con l’intento di riconfezionare l’eugenetica sotto un nuovo nome ma con gli stessi effetti di quelli delineati in precedenza da Hitler. Questo è stato delineato più chiaramente nel manifesto di Julian del 1946 per l’UNESCO, dove ha detto:

Anche se è del tutto vero che qualsiasi politica eugenetica radicale sarà per molti anni politicamente e psicologicamente impossibile, sarà importante che l’UNESCO veda che il problema eugenetico sia esaminato con la massima attenzione e che la mente pubblica sia informata delle questioni a scommettere in modo che tanto che ora è impensabile possa almeno diventare pensabile.

Che forma ha assunto questo riconfezionamento dell’eugenetica nell’era del secondo dopoguerra?

Per rispondere a questo, dobbiamo rivedere quali organizzazioni e politiche messe in atto da Julian che hanno fatto deragliare quello slancio positivo della storia che era stato posto da Franklin Roosevelt e rianimato da John F. Kennedy, Enrico Mattei, Charles de Gaulle e altri grandi statisti durante tutto il anni ’60.

Un disclaimer per coloro confusi dalle affermazioni secondo cui Julian Huxley ha svolto un ruolo nell’istituzione dell’Organizzazione mondiale della sanità: mentre Julian ha creato l’UNESCO fungendo da primo direttore generale dal 1946 al 1948 e ha apertamente svolto un ruolo chiave nella creazione della Federazione mondiale di Mental Health nel 1948 insieme a un gruppo di psichiatri Tavistock, il suo ruolo di canale secondario nella creazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stato oscurato dai registri pubblici rendendo difficile stabilire prove fucili su questo punto particolare.

Questa presentazione ha utilizzato la ricerca pubblicata nella trilogia in 3 parti di Matt Ehret che presenta informazioni estese che il breve spazio della presentazione dal vivo non ha consentito di discutere.

Parte 1: Come l’impensabile è diventato pensabile: Eric Lander, Julian Huxley e il risveglio dei mostri dormienti

Parte 2: L’eugenetica, la quarta rivoluzione industriale e lo scontro di due sistemi

Parte 3: Da Russell e Hilbert a Wiener e Harari: le inquietanti origini della cibernetica e del transumanesimo

Ascolta l’intero evento di 4 ore qui.

Ascolta la presentazione di Matt su Bitchute qui

o Rumble qui

* Pubblicato per la prima volta su The Canadian Patriot

Matthew Ehret è il redattore capo della Canadian Patriot Review , Senior Fellow presso l’Università americana di Mosca, BRI Expert on Tactical talk , ed è autore di 3 volumi della serie di libri “Untold History of Canada” . Nel 2019 ha co-fondato la Rising Tide Foundation con sede a Montreal . Può essere contattato a: matt.ehret@tutamail.com
FONTE: https://dissidentvoice.org/2022/03/eugenics-and-the-awakening-of-sleeping-monsters/

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