RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 19 FEBBRAIO 2020

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RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

19 FEBBRAIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

  • Lei è un assassino?
  • Sono un soldato.
  • Né l’uno né l’altro. Lei è un garzone di bottega che è stato mandato dal droghiere ad incassare i sospesi.

(L’ex colonnello Kurtz-Marlon Brando al capitano-Martin Sheen incaricato di ucciderlo)

Nel film APOCALYPSE NOW, 1979, Francis Ford Coppola regista

 

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Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

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Il blog non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse. Nulla su questo blog è pensato e pubblicato per essere creduto acriticamente o essere accettato senza farsi domande e fare valutazioni personali. 

 

Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressoché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com 

La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

Nuova versione del terrorismo per decimare gli umani: le epidemie al posto delle bombe?

La generazione del Gender X e la sessualità fluida

PREVISTO IL CORONAVIRUS? I segreti di KOONTZ

Marlon Brando e Apocalypse Now: come nasce un’icona del cinema

ULISSE, IL MITO IMMORTALE IN UNA MITICA MOSTRA

Giovanardi: “Crollo demografico e martellante propaganda Lgbt”

Perché l’inevitabile vittoria della Siria a Idlib preoccupa l’Europa?

Croce ed Einaudi, la religione liberale antitotalitaria

Le strane morti di Adriano Olivetti e Mario Tchou. Il ruolo della CIA

Dalla Grecia alla Spagna: non alzare la testa, non alzare i salari

Bomba per l’OPEC: al via nuova ridistribuzione del mercato mondiale del petrolio

Blockchain, JP Morgan e il futuro del mondo bancario

Open Arms, la difesa di Matteo Salvini: «Rischio 15 anni per nave spagnola in acque maltesi?»

Brexit: fine dei permessi di lavoro non altamente qualificati

L’amaro ricatto delle pensioni: flessibilità in cambio di tagli

QUARANTENA

Quando il Forum di Davos si preparava a una pandemia di coronavirus

Brexit, cosa prevede accordo di ’divorzio’

L’irresponsabilità dei responsabili

Ecco cosa che c’è da sapere sulla clinica pro-gender

Chip e semiconduttori. Il (nuovo) piano di Trump per fermare Huawei

 

 

EDITORIALE

Nuova versione del terrorismo per decimare gli umani: le epidemie al posto delle bombe?

Manlio Lo Presti – 18 febbraio 2020

Spariscono nel nulla tutti coloro che vogliono fare chiarezza sui tanti punti oscuri sulla epidemia cinese. Scompaiono giornalisti, militari, medici, stranieri ficcanaso. Lavorano da tre anni scienziati di Harvard assoldati dalla Cina.

Ben 2.500 cinesi – molti dei quali provenienti dalla zona di Wuhan – ritornano in Toscana sotto il silenzio generale.

Nessuno conosce se le procedure di controllo sono state applicate, mentre il governatore dice che non bisogna esagerare per evitare comportamenti razzisti. UNA DICHIARAZIONE DELLE AUTORITA’ CONSOLARI CINESI E’ SUFFICIENTE!!!!!

Da notare che NESSUN CANALE INFORMATIVO PRINCIPALE ne ha parlato mentre continua il martellamento per uno o due pseudo-infettati segregati in qualche ospedale e di cui non si conosce il nome.

Nomi e cognomi delle persone, località, orario del crimine ecc.

sono invece riportati ripetutamente in caso

di violenza di genere, di episodi “fascisti”, di razzismo, di populismo,

ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

 

Poiché non considero nessuno stupido fino a prova contraria,

  • o la questione virus Wuhan è una montatura alla Kubrick,
  • o il neomaccartismo buonista globalista non ammetterà MAI di essere la causa della imminente pandemia nel nostro territorio con l’esistenza di cinesi infetti che però e SOPRATTUTTO SONO IMMIGRATI.

La mancanza di chiarezza persiste sulla vera entità del numero dei migranti-paganti in Italia. Nessuno parla. Nessuno dice la percentuale di migranti-paganti che arrivano con i barchini di notte per tutta la lunghezza delle nostre rive, mentre Google Maps riesce a vedere il quadrante del nostro orologio da polso, la configurazione delle case, dei negozi, ecc. – a beneficio della Agenzia delle Entrate che può colpire chirurgicamente.

Per costoro i satelliti NATO, NSA, CIA, ECHELON, FIVE EYES funzionano perfettamente per il controllo totalitario tecnetronico di massa, per il controllo dell’invasione di MIGRANTI-PAGANTI il sistema non esiste!

Vogliono resuscitare fantasmi e paure del medioevo da affrontare con rituali satanisti e neopagani inquadrati in una dottrina teologica sincretista sagacemente e servilmente costruita da EL PAMPERO, solerte collaborazionista immigrazionista globalista, insediato dal penultimo presidente USA – Nobel per la pace e guerrafondaio con 26 conflitti in corso – come da direttive esecutive del superclan planetario pedofilo satanista antropofago.

La II Guerra Civile Americana continua.

La III Guerra Mondiale continua …

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

La generazione del Gender X e la sessualità fluida

19 Febbraio 2020 DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

 

Quando si pensa al mondo Lgbt, sorge immediata l’immagine di minoranze discriminate, bullizzate, e per questo carenti di diritti civili. Strano però che i cosiddetti diritti civili delle famiglie “arcobaleno” siano poi sponsorizzati proprio da alcune delle lobby più potenti del pianeta, che lungi dall’essere deboli e discriminate, finiscono per disporre di una potenza mediatica capace di condizionare la politica e la società civile. Su questo bisognerebbe riflettere…

Ad esempio George Soros, oltre a finanziare Ong e migrazioni di massa, con la sua Open Society Foundation, ha foraggiato  associazioni per la promozione dei diritti Lgbt in tutto il mondo, compresa l’Arcigay italiana.

Ma proprio nel mondo governato dal finanzcapitalismo a schierarsi a favore delle nozze gay è una lista sterminata di 379 aziende, tra cui: Amazon, Apple, AT&T, Cablevision, Cisco, Cloudflare, Comcast, Cox, DirecTV, Dropbox, eBay, EA, Facebook, Google, Groupon, HP, Intel, Intuit, Microsoft, Orbitz, Pandora, Qualcomm, Twitter, Verizon e Zynga. Imprese grandi e piccole che hanno stilato un documento comune e l’hanno inviato ai nove «saggi» della Corte Suprema. La richiesta: le coppie gay e lesbiche devono avere il diritto di sposarsi, non solo per una questione di giustizia, dicono, ma anche perché questo riconoscimento non potrà che apportare benefici al mondo delle imprese.

Gender e non più gender dunque… sembra essere il tema del giorno anche in Italia.

Ha iniziato Elly Schlein, il nuovo volto della new left, diventata vicepresidente della regione ER, quando ha detto: «Ho amato uomini e donne. Ora sto con una ragazza». Non ci interessa granché conoscere la vita sessuale della “sardina”, quello che appare strano è che interessi a lei divulgarla urbi et orbi. Pubblicità progresso??

Promettente icona della politica radical chic, ha tutti i requisiti per appartenere alla sinistra che difende i diritti cosmetici, dimenticandosi di quelli sociali, uno a caso il lavoro. Giovane, ambientalista, immigrazionista, globalista.  Già parlamentare europea dal 2014, a Bruxelles si inserisce nella lista ambita degli amici di George Soros, il potente speculatore fondatore della Open Society, condividendo in toto il pacchetto completo del nuovo umanesimo filantropico.

Poi si festeggia San Valentino al Liceo “Laura Bassi” di Bologna, nel segno di Drag Queen e preservativi, dove viene proposta un’assemblea di istituto dedicata all’amore e alla sessualità nel 2020, con una serie di incontri per “sfatare” alcuni “miti, tabù e tanta disinformazione” e in cui non poteva mancare, ovviamente, la “gay sex education”.

 

Il programma della giornata era stato divulgato da giorni. “La partecipazione ad almeno una delle attività è obbligatoria”, e gli studenti avevano diverse scelte a disposizione, in palestra si poteva seguire la storia e l’esibizione delle Drag Queen; in Aula Magna invece è andata in scena l’educazione sessuale “dalla teoria al preservativo” a cura

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/la-generazione-del-gender-x-e-la-sessualita-fluida/

 

 

 

 

 

PREVISTO IL CORONAVIRUS? I segreti di KOONTZ

Maurizio Blondet  18 Febbraio 2020

 

Ricevo questa provocazione da una lettrice:

Gentile Blondet, mi pacerebbe conoscere la sua valutazione o l’autore (edizione del romanzo 1981 quando ancora il lab di Wuhan non esisteva) era un visionario oppure trattasi di un vero “agente segreto” (nel suo “Gli Adelphi della dissoluzione” Ed. ARES, nella parte finale il misterioso interlocutore allerta di come proprio leggendo i “romanzacci” si trovano per chi sa cercare gli scenari organizzati dagli ingegneri sociali artefici occulti del nuovo mondo)

e se la realtà sembra desunta dai romanzi …. i link degli articoli pubblicati su Nature sono “scienza” mentre l’articolo  di cui il link sottostante è quello che è, cioè opinioni dell’articolista.

https://it.businessinsider.com/una-ricerca-del-2015-descrive-la-creazione-di-un-virus-dal-coronavirus-di-pipistrello-un-senatore-usa-la-cina-certifichi-che-2019-ncov-non-e-una-bio-arma/

Cordialità!

 

“La sostanza si chiama Wuhan-400 perché sviluppata nei loro laboratori nella città di Wuhan…”

 

“Attorno al 2020 una malattia simile a una grave polmonite si diffonderà nel mondo …”

 

Certo i passi del libro che la lettrice mi allega sono impressionanti per preveggenza:  Koontz  è dotato di qualità preternaturali o di amici  nello USAMRIID, il laboratorio delle bio-armi  da cui uscì  per esempio l’antrace “armato” che fu spedito, dopo l’11 settembre, a senatori democratici americani,  come minaccia diretta  e il “consiglio” di star zitti sui mandanti del mega-attentato?

Orbene, la lettrice non mi sopravvaluti come complottista.  Posso

 

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/previsto-il-coronavirus-i-segreti-di-koontz/

 

 

 

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Marlon Brando e Apocalypse Now: come nasce un’icona del cinema

Apocalypse Now crea un’atmosfera unica anche grazie all’incredibile interpretazione di Marlon Brando, personaggio unico e irripetibile nel suo genere

Di Teresa Nannucci – 5 Luglio 2019

 

 

Tra tutti gli elementi che hanno fatto entrare Apocalypse Now nella storia del cinema mondiale, tra i primi da citare c’è certamente Marlon Brando che con la sua interpretazione ha reso il Colonnello Walter E. Kurtz una vera e propria icona della degenerazione della natura umana di fronte all’indicibile orrore. Robert Duvall nei panni di Bill Kilgore arriva al cospetto dell’immondo fortino di Kurtz dopo aver letteralmente galleggiato sulla melma che costituisce per la maggior parte le rive del fiume Saigon, anch’essa simbolo delle difficili e immonde esperienze della guerra del Vietnam. Uscendo dall’acqua che scorre e addentrandosi nella giungla, il percorso continua a essere difficile per Kilgore, per il quale il colonello Kurtz diventa sempre più una chimera da inseguire, impressione confermata dalla modalità in cui il granitico colonnello si svela agli ospiti. La grande peculiarità del personaggio centrale della vicenda è mutuata dall’originale letterario protagonista di Cuore di tenebra di Joseph Conrad, ma la forte connotazione di Kurtz è data anche dai traumi vissuti nello scontro vietnamita, che il volto di un Marlon Brando non più giovanissimo ha arricchito di molto spessore.

Marlon Brando ha saputo creare una connessione irripetibile con il personaggio del colonnello Kurtz

La trasformazione che il personaggio di Marlon Brando ha subito nei presupposti diegetici di Apocalypse Now assume in prospettiva le sembianze di una sorta di cassa di risonanza per la trasformazione sofferta da parte dell’attore stesso. L’uomo giovane e forte che ha fatto sognare intere generazioni in Un tram che si chiama desiderio sembra avere poco a che fare con la figura monolitica e imbolsita che ha animato le ultime sue produzioni (basti pensare ad alcuni spot pubblicitari non esattamente gratificanti). Se va individuato un punto di svolta nella travagliata vita di Marlon Brando, una sorta di punto di non ritorno, il personaggio del colonnello Kurtz potrebbe sicuramente aver avuto un ruolo in questo processo: granitico, immobile, mai del tutto rivelato, dallo sguardo imperscrutabile, il corpo di Marlon Brando per Apocalypse Now pare davvero scolpito

 

Continua qui: https://www.cinematographe.it/rubriche-cinema/focus/marlon-brando-apocalypse-now-come-nasce-icona-cinema/

 

 

 

 

 

ULISSE, IL MITO IMMORTALE IN UNA MITICA MOSTRA

di Dalmazio Frau – 18 febbraio 2020

 

Devo a mio padre l’amore per Odisseo, Ulisse principe di Itaca, colui che prese la fortificata Ilio con l’astuzia e non con le armi.

Ulisse dall’arco ronzante, il vagabondo che discese nell’Ade, amante di maghe e di ninfe immortali, il viaggiatore eterno che sfidò il canto ammaliante delle Sirene, il giocoliere scaltro che accecò il ciclope che non onorò la legge sacra dell’ospitalità. È Ulisse il simbolo dell’uomo che va in cerca della Conoscenza ultima, dell’avventura che lo spinge sempre un po’ più in là, al limite del vuoto e oltre quelle colonne d’Ercole che conducono ad altri mondi. Odisseo che miete la propria sanguinosa vendetta su coloro che hanno cercato di usurpare il suo trono e la sua sposa è il mito che non perisce e che continua dal più remoto passato sino al nostro futuro perché senza Ulisse l’uomo sarebbe stato diverso, non avrebbe avuto i sogni e le esplorazioni che hanno forgiato l’Occidente e non avremmo avuto l’arte e le meraviglie dell’età classica, di quella medievale, della Rinascenza né dei tempi più recenti. Persino l’Ulisse di James Joyce non sarebbe mai esistito, ma fortunatamente un cantore cieco che conosciamo come Omero, ci ha donato una delle più splendide leggende dell’umanità, che ritorna in questi giorni in una grande e originale mostra, molto ricca nella propria offerta al pubblico, ai Musei di San Domenico di Forlì.

Ulisse. L’arte e il mito resterà aperta sino al 21 giugno prossimo e condurrà i visitatori lungo le rotte perdute negli oceani del tempo e sui mari del Fato, lungo le quali veleggiò Odisseo, in un viaggio fantastico, in un mosaico scintillante di arte pittorica e di scultura, ma anche di libri, suppellettili e oggetti d’arredo, in modo da dare una visione il più completa possibile di un mito ancestrale e fondante del nostro mondo. Sono i mille volti del più enigmatico, e spesso anche simpatico, degli eroi, perché Ulisse è in fondo, anche se un semidio, il prototipo dell’uomo che osa con le proprie forze andare là dove nessuno mai aveva avuto il coraggio di avventurarsi prima. Egli vince la paura dell’ignoto con l’intelligenza ed il coraggio, non con la forza bruta come Achille.

L’imponente mostra forlivese è stata realizzata in virtù di importanti prestiti giunti sia da musei italiani, sia internazionali, con un sontuoso e pregevole allestimento supportato in gran parte dalla Cassa dei Risparmi di Forlì. Un buon modo di reinvestire denaro in operazioni artistiche d’alto profilo dunque, a dimostrazione di come l’economia abbia un’importanza capitale nella Cultura, coadiuvato dall’attenta opera dei cinque curatori: Gianfranco Brunelli, Francesco Leone, Fernando Mazzocca, Fabrizio Paolucci e Paola Refice.

Nelle dieci sale, tra le oltre duecentocinquanta opere uniche che si possono vedere, vi sono la Penelope dei Musei Vaticani e l’Afrodite callipigia proveniente dal Museo archeologico di Napoli, ma anche un arazzo secentesco, prestito del Quirinale, il tutto sostenuto dall’inconfondibile voce di Vittorio Gassman che recita ovviamente il XXVI canto dell’Inferno di Dante. Nella navata centrale, poi, dell’ex chiesa di San Giacomo, come emersa dalle nebbie dei secoli, campeggia il relitto della più antica nave greca mai ritrovata e qui esposta per la prima volta, proveniente dal Museo archeologico di Gela insieme a una rutilante danza di anfore e di statue, sculture e dipinti delle antiche civiltà mediterranee che sfumano nelle miniature

Continua qui:

http://opinione.it/cultura/2020/02/18/dalmazio-frau_ulisse-l-arte-e-il-mito-musei-di-san-domenico-forl%C3%AC-domenico-di-jacopo-di-pace-il-beccafumi-guercino/

 

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Giovanardi: “Crollo demografico e martellante propaganda Lgbt”

di Carlo Giovanardi14 FEBBRAIO 2020

 

Come ha reagito l’Italia ai terrificanti dati che registrano un crollo demografico che ci porta sulla via dell’estinzione? L’amara risposta è: con un bombardamento del mondo dello spettacolo, della politica e della scuola tutto teso ad evidenziare il bello dell’amore usa e getta in qualsiasi combinazione uomo-uomo, donna -donna o uomo-donna.

Lo ha fatto Benigni in Eurovisione al Festival di San Remo stravolgendo il testo del Cantico dei Cantici, lo ha fatto il neo eletto presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini nominando Vice presidente Elly Schlein che si è affrettata a dichiarare che dopo amori con uomini e donne adesso si è stabilizzata definitivamente con una fidanzata donna, lo ha fatto il Liceo Laura Bassi di Bologna, celebrando San Valentino con seminari obbligatori gestiti dal mondo Lgbt e Pride ed esponenti del Pd come il consigliere comunale di Bologna Federica  Mazzoni.

Come si concilia questo martellante clima eterofobo con i principi e i valori della nostra Costituzione e di un concetto di famiglia in cui ci sia spazio anche per la responsabilità, la stabilità e i sacrifici inevitabili per accogliere, istruire ed educare i figli?

La risposta del Centro Destra, quando avevo la delega nel governo Berlusconi è stata quella di varare un Piano nazionale della famiglia, quella composta da un uomo e da una donna.

La risposta al crollo demografico del mondo Lgbt è la rivendicazione

Continua qui: https://loccidentale.it/san-valentino-giovanardi-crollo-demografico-e-martellante-propaganda-lgbt/

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Perché l’inevitabile vittoria della Siria a Idlib preoccupa l’Europa?

18 02 2020

I progressi dell’esercito siriano a Idlib preoccupano l’Europa, in quanto dovrebbe ricevere migliaia di terroristi che stanno perdendo il loro rifugio nel paese arabo

Ann Linde, ministro degli esteri svedese, ha invitato l’Unione europea (UE) ad aumentare le pressioni sul governo del presidente siriano Bashar al-Assad per l’operazione antiterroristica che sta conducendo nella provincia di Idlib (nord-ovest Siria).

In un messaggio pubblicato ieri sulla sua paginaFacebook, Linde ha affermato che “la pressione deve essere aumentata”, nel tentativo di fermare il fuoco in questaa provincia e “prevenire” l’esodo dei gruppi armati in Turchia e poi in Europa.

Il cancelliere svedese ha definito “orribili” gli attacchi delle forze siriane lanciati contro le postazioni terroristiche, sebbene abbia taciuto sui crimini commessi dai terroristi a Idlib, come l’uso dei civili come scudi umani .

Le osservazioni di Linde sono arrivate dopo un incontro con le sue controparti dell’UE a Bruxelles (Belgio), lo stesso giorno in cui il blocco della comunità ha accettato di aggiungere otto imprenditori

 

Continua qui:

 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-perch_linevitabile_vittoria_della_siria_a_idlib_preoccupa_leuropa/82_33141/

 

 

 

 

 

 

 

CULTURA

Croce ed Einaudi, la religione liberale antitotalitaria

di Redazione – 16 febbraio 2020

 

Anno di pubblicazione: 2020

Per gentile concessione dell’autore, un estratto da “Croce ed Einaudi. Teoria e pratica sul liberalismo”, libro di Giancristiano Desiderio, uscito da poco per Rubbettino. Per una settimana, tutte le sere, sul nostro sito troverete un’anticipazione, un piccolo boccone del libro appena uscito.

Ecco la settima e ultima puntata.

Nella storia della cultura italiana vi sono vicende di uomini e di idee molto citate ma molto poco davvero conosciute. La celebre polemica tra Benedetto Croce e Luigi Einaudi sul rapporto tra liberismo e liberalismo è una di queste. Tutt’altro, infatti, che un duro scontro polemico senza volontà d’intendersi, la polemica fu una civilissima discussione tra i due maggiori interpreti della cultura liberale italiana che ancora oggi, se conosciuta a partire dai testi e dal contesto, è in grado per noi abitanti del terzo millennio di essere un punto di riferimento per schiarire e ingagliardire il concetto di libertà (…).

La discussione tra Croce ed Einaudi, dunque, non è una disputa su una dottrina ma è uno schiarimento del pensiero in vista della riconquista della libertà civile (…). Il problema che si agita nelle loro pagine è quello dei totalitarismi: uno ce l’hanno già sulla testa e sanno bene che non è conciliabile con la libertà e la dignità umana, l’altro non è presente politicamente ed economicamente ma sanno bene che un domani non lontano potrebbe farsi avanti in modo

Continua qui: https://www.nicolaporro.it/croce-ed-einaudi-la-religione-liberale-anti-totalitaria/

 

 

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Le strane morti di Adriano Olivetti e Mario Tchou. Il ruolo della CIA

www.madrerussia.com

Purtroppo, gli anni della Guerra Fredda in Italia sono stati caratterizzati dalla propaganda statunitense, interessata ad occultare agli italiani le malefatte combinate dai servizi segreti degli Stati Uniti, il tutto a favore di una narrazione storica falsa e stereotipata, stracolma di zone d’ombra fatte di stragi, di omicidi, di “incidenti” dolosi sempre privi di colpevoli, di persone scomparse nel nulla.

Adriano Olivetti nacque a Ivrea l’11 aprile 1901. Era il figlio di un imprenditore di religione ebraica, Camillo Olivetti, e di Luisa Revel, di religione valdese. Non ricevette alcuna educazione religiosa (anche se era riuscito a procurarsi un certificato di battesimo valdese per sfuggire alle leggi razziali fasciste); solo nel 1934, in vista del secondo matrimonio, si convertì al cattolicesimo.1

Nel 1925, dopo essersi laureato in chimica industriale, si recò negli Stati Uniti al seguito di Galileo Ferraris, lo scienziato che scoprì il campo magnetico rotante, in qualità di assistente e traduttore, tornando a Ivrea con le idee chiare: fondare la prima azienda italiana di macchine da scrivere. Così entrò nel 1926 nella fabbrica paterna ove, per volere di Camillo, fece le prime esperienze come operaio. Divenne direttore della società Olivetti nel 1932, anno in cui lanciò la prima macchina da scrivere portatile chiamata MP1, e divenne presidente della Olivetti nel 1938.2

Si oppose al regime fascista. L’antifascismo di Adriano Olivetti si era già espresso immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere di Giacomo Matteotti nella manifestazione che promosse, insieme al padre, al teatro Giacosa di Ivrea nel 1924.

Partecipò con Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini e altri alla liberazione di Filippo Turati.3 Con la famiglia Levi, Adriano fu tra i protagonisti della rocambolesca fuga: ospitato prima dai Levi nella loro casa di Torino, Turati raggiunse poi Ivrea. Fece tappa nella notte in casa di Giuseppe Pero, dirigente della Olivetti, per ripartire al mattino seguente in una macchina guidata da Adriano che raggiungerà Savona, dove li aspettava Sandro Pertini con cui l’esule si imbarcò per la Corsica per poi raggiungere la Francia e Parigi. Come abbia potuto Adriano Olivetti non essere coinvolto nell’inchiesta fascista che seguì alla fuga di Turati ancora oggi non è chiaro. Si possono formulare due ipotesi: una, che riguarda la fortuna o la superficialità delle indagini; l’altra, riguardante eventuali rilevanti appoggi in grado da avergli fatto evitare di essere indagato e poi condannato.

Dal 1931 la Questura di Aosta (dalla quale l’imprenditore necessitava la certificazione di appartenenza alla razza ariana a causa delle origini del padre ebreo) definì il giovane Adriano Olivetti come “sovversivo”.4 Adriano Olivetti venne poi nominato Direttore generale e, parallelamente all’assunzione di responsabilità nella fabbrica di Ivrea, decise per opportunità, di mostrare maggiore prudenza nei confronti del regime fascista. Quindi sposò Paola Levi, sorella di Gino, con rito civile.1 La moglie lo convinse a trasferire la casa da Ivrea a Milano, dove ebbe modo di entrare in contatto con l’intellighenzia che lo avvicinò in seguito all’architettura, all’urbanistica, alla psicologia e alla sociologia. Ebbe ancora problemi con il regime quando il fratello di Gino e Paola Levi, Mario (che lavorava alla Olivetti), fu fermato alla frontiera con la Svizzera con un’auto carica di manifesti e volantini del movimento politico “Giustizia e Libertà”. Riuscì a fuggire, ma la conseguenza fu che Gino Levi e il padre furono arrestati, rimanendo per circa due mesi in carcere.

Per difendere il suocero e il cognato, Adriano Olivetti spese

Continua qui: http://www.madrerussia.com/le-strane-morti-di-adriano-olivetti-e-mario-tchou-il-ruolo-della-cia/

 

 

 

 

 

Le strane morti di Adriano Olivetti e Mario Tchou. Il ruolo della CIA

17.02.2020

 

Che sia iniziato come scherzo, provocazione, iperbole o idea business non lo sapremo mai, sta di fatto che l’idea di una giovane designer di San Francisco sta facendo il giro del mondo – mascherine mediche compatibili con il Face ID della Apple. A che cosa potrebbero servire?

L’idea è stata lanciata il sabato appena scorso dalla giovane designer Danielle Baskin, che con un tweet ha proposto l’idea di stampare mascherine mediche con la propria immagine di modo da poter sbloccare il riconoscimento facciale degli iPhone (Face ID), e al tempo stesso continuare a proteggersi.

“Ho realizzato questo servizio che stampa il tuo volto su di una maschera N95, in modo da poter proteggere le persone dalle epidemie virali pur essendo in grado di sbloccare il telefono”.

​Il tweet rimanda ad un sito web che promette di stamparti una mascherina personalizzata a partire da una tua foto anche se, la stessa Baskin incalzata dai commentatori, ha in seguito riconosciuto che il riconoscimento facciale è ancora in fase di sperimentazione. Al tempo stesso ogni mascherina costa ben 40 dollari. D’altra parte, tutti sanno che le mascherine N95 sono di fatto monouso perché dopo un certo limite di utilizzo diventano inefficaci.

Nonostante tutte queste obiezioni, il tweet è già divenuto virale.

Oltre all’interesse sono piombate però, come del resto prevedibile, anche parecchie critiche. Alcune incentrate sulle finalità chiaramente lucrative che avrebbe l’iniziativa, per altro sfruttando un contesto

Continua qui:

https://it.sputniknews.com/mondo/202002178740289-come-sbloccare-il-riconoscimento-facciale-iphone-indossando-una-mascherina-anti-coronavirus/

 

 

 

 

 

ECONOMIA

Dalla Grecia alla Spagna: non alzare la testa, non alzare i salari

coniarerivolta – 14 febbraio 2020

 

Puntuale come le sciagure, cieca e premonitrice come Tiresia, è arrivata l’ammonizione della Banca Centrale Spagnola al neo insediato governo progressista di Spagna. Il nuovo esecutivo una settimana fa, circa, ha varato l’aumento del salario minimo e si appresta, nelle intenzioni, a modificare almeno in parte le contro-misure del lavoro varate dai precedenti governi dopo la drammatica crisi che ha coinvolto la Spagna e l’Europa intera. Noi stessi abbiamo appena fatto in tempo a sottolineare l’ostilità istituzionale nel quale l’esecutivo rosso-viola si sarebbe trovato ad agire, che la prima intimidazione è giunta.

Preservare innanzitutto la competitività delle merci nazionali, dice il governatore del Banco de España, che tradotto significa tenere i salari bassi. Se già l’approvazione dell’aumento del salario minimo avrebbe già rischiato di far scattare la molla dell’inflazione, è la messa in discussione delle riforme liberiste del mercato del lavoro che preoccupa il Governatore Pablo Hernández de Cos. Egli ha così voluto mettere in guardia l’esecutivo dal tornare a una contrattazione centralizzata e di settore, abbandonando la contrattazione aziendale introdotta dal precedente governo di centro destra. C’era da aspettarselo, ma crediamo sia giusto spiegare la logica di questo intervento, perché esso rivela quale sia il modello di crescita che ispira tutte le politiche europee e, in generale, quale sia il modello di “cooperazione” tra gli Stati e di relazioni sociali al loro interno. E questa logica ha almeno due facce che meritano di essere indagate: quella che guarda alla strategia di crescita e quella che guarda all’idea di distribuzione del reddito. Proviamo a muoverci in un circuito in cui, partendo dai rilievi della Banca Centrale Spagnola, passeremo per la crescita dell’economia, la distribuzione del reddito e torneremo alle parole del Gobernador.

Per iniziare, diamo un brevissimo sguardo a pochi dati che ci aiuteranno a tracciare il contesto nel quale ci muoveremo. Il tasso di disoccupazione in Spagna era pari al 15,3% nel 2018 e al 13,9% nel 2019, secondo solo a quello della Grecia (rispettivamente 19,3% e 17,3%), più del doppio della media europea (6,8% e 6,3%) e superiore persino a quello italiano (10,6% e 10%). In Spagna ci sono ben più di 3 milioni di disoccupati. Lo scoppio della Grande Recessione, inoltre, ha imposto un’accelerazione alle riforme del mercato del lavoro spagnolo, iniziate già nel 1994. Se infatti si guarda all’indice di protezione del mercato del lavoro calcolato dall’OCSE si può notare una flessione del 14% solo tra il 2010 e il 2013. Si tratta di una riduzione enorme, che completa una caduta complessiva da un livello pari a 3,65 nel 1994 al 2,31 del 2013. Peggio (per i lavoratori) ha fatto solo l’Italia, che a suon di riforme del mercato del lavoro è passata da 3.76 a 2.34 nello stesso periodo. Campioni di flessibilizzazioni e campioni di disoccupazione! Ispirate e richieste da tutte le istituzioni internazionali e comunitarie, le riforme del mercato del lavoro spagnolo hanno comportato, ad esempio, più facilità nel licenziare, si è stipulato un nuovo contratto a tempo

 

Continua qui: https://coniarerivolta.org/2020/02/14/dalla-grecia-alla-spagna-non-alzare-la-testa-non-alzare-i-salari/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bomba per l’OPEC: al via nuova ridistribuzione del mercato mondiale del petrolio

19.02.2020

 

Il Brasile non entrerà a far parte dell’OPEC e intende aumentare notevolmente l’estrazione di greggio.

Questo è un duro colpo per i membri dell’OPEC+ i quali hanno già perso una quota di mercato significativa a favore dei petrolieri americani e norvegesi. Se i brasiliani inizieranno ad espandersi, sarà inutile ridurre ulteriormente le forniture. Sputnik cerca di capire quale scenario futuro è più vantaggioso per la Russia

Alla nostra maniera, alla maniera del Brasile

Il Brasile non intende né aderire all’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio né partecipare all’accordo per limitare le estrazioni, ha detto dichiarato Benito Albuquerque, ministro dell’energia e delle attività estrattive. “Non vogliamo restrizioni, vogliamo aumentare la nostra produzione”, ha aggiunto.

Secondo quanto dichiarato, il governo desidera aumentare la produzione di greggio e gas in modo da guadagnarsi un posto tra i primi 5 Paesi al mondo per esportazione di risorse energetiche (al momento il Brasile è nono).

“Questo intento esclude l’adesione all’OPEC o ad altre organizzazioni e gruppi di produttori di petrolio e di gas”, ha dichiarato Albuquerque.

È degno di nota il fatto che sia stato lui ad annunciare alla fine dello scorso anno che il Brasile era pronto a negoziare con l’OPEC per entrare nel cartello. Poco prima, a ottobre, il presidente brasiliano Bolsonaro aveva dichiarato che il ministro saudita dell’energia e l’attuale leader dell’OPEC, il principe Abd al-Aziz bin Salman, avevano ufficiosamente invitato il Brasile ad aderire all’organizzazione. “Mi piacerebbe molto che il Brasile entrasse a far parte dell’OPEC”, aveva annunciato Bolsonaro.

Tuttavia, la compagnia petrolifera nazionale Petrobras e molti membri del governo si opposero. Ad esempio, il ministro dell’economia Paulo Guedes dichiarò che “la strategia brasiliana consiste nell’eliminazione dei cartelli, nell’integrazione in un’economia globalizzata e nella creazione di prosperità per tutti i popoli, senza ricorrere a cartelli contro gli altri”.

Stando a quanto dichiarato da Benito Albuquerque, le relazioni con l’OPEC saranno oggetto di discussione durante la sua visita in Arabia Saudita a luglio.

Nel frattempo, il Brasile sta aumentando le sue estrazioni di greggio. Nel 2019 il Paese ha già raggiunto un livello record: oltre 3 milioni di barili al giorno. Albuquerque promette che la produzione giornaliera raddoppierà nell’arco di un decennio e raggiungerà i 7 milioni di barili entro il 2030.

Secondo gli analisti della Rystad Energy, quest’anno le esportazioni brasiliane

Continua qui:

https://it.sputniknews.com/economia/202002198746546-bomba-per-lopec-al-via-nuova-ridistribuzione-del-mercato-mondiale-del-petrolio/?utm_source=push&utm_medium=browser_notification&utm_campaign=sputnik_it

 

 

 

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Blockchain, JP Morgan e il futuro del mondo bancario

 

di Giuseppe Masala

 

Fare le cose vecchie in modo nuovo, questa è innovazione.


Joseph Alois Schumpeter

La notizia più importante riguardante il mondo bancario di questi giorni è quella che annuncia [la fusione tra l’unità blockchain della banca americana JP Morgan e la start up ConsenSys. Ancora non si hanno informazioni specifiche su come avverrà questa fusione ne sulle finalità della stessa, ma è il segno evidente che il mondo delle banche si sta aprendo a questa nuova tecnologia chiamata Distributed Ledger Technology.

La JP Morgan – banca americana di primaria importanza nel mondo finanziario – già un anno fa aveva annunciato la costituzione di una società, Quorum, che ha come obbiettivo di gestire i pagamenti interbancari, attraverso una dApps di Ethereum Blockchain che è stata chiamata Interbank Information Network.

Per capire quanto sia importante l’introduzione della tecnologia blockchain e dei tokens nel settore dei pagamenti interbancari bisogna chiarire brevemente come ha funzionato il settore fino ad ora. I pagamenti tra diverse banche vengono effettuati non direttamente ma attraverso un intermediario chiamato Camera di Compensazione (Claring House) ovvero delle società che nell’enorme flusso di danaro in entrata e in uscita tra banche tengono i conti e in un determinato momento

 

Continua qui: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-blockchain_jp_morgan_e_il_futuro_del_mondo_bancario/29296_33112/

 

 

 

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Open Arms, la difesa di Matteo Salvini: «Rischio 15 anni per nave spagnola in acque maltesi?»

Il leader della Lega su Facebook dalla sua lettura della nuova inchiesta a suo carico per aver bloccato lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms: «Indicazione Pos non spettava all’Italia»

Redazione

LUNEDÌ 17 FEBBRAIO 2020

ROMA – «Si vede che era un attacco preventivato al ministro che difendeva l’Italia e gli italiani. Nessuno verrà processato in Spagna e a Malta, chi rischia il processo? Matteo Salvini, ma è normale?». Il leader della Lega su Facebook da la sua lettura della nuova inchiesta a suo carico per aver bloccato lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms. «Oggi viene presentata una mia memoria difensiva in Giunta al Senato per un altro caso di sequestro di persona, secondo l’accusa, stavolta è la nave ong spagnola Open Arms – spiega Salvini -. Dovrei essere processato perché una nave spagnola che ha raccolto immigrati in acque maltesi e ha chiesto un porto sicuro in Spagna e a Malta, non in Italia che non c’entrava niente. La Spagna ha concesso un porto sicuro a Madrid ma il comandante della ong ha detto di no ed è venuto in Italia e io per aver bloccato quello sbarco devo giustificarmi e rischio un altro processo, altri 15 anni di carcere? Ma vi rendete conto? Per una nave spagnola in acque maltesi».

Salvini: «Indicazione Pos non spettava all’Italia»

L’indicazione del Pos (place of safety – porto sicuro) spettava alla Spagna o a Malta (e non certo all’Italia) e il comandante della nave ha deliberatamente rifiutato il Pos indicato successivamente da Madrid, perdendo tempo prezioso al solo scopo di far sbarcare gli immigrati in Sicilia, come già aveva fatto nel marzo 2018, ricavandone un processo per violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questo il leader della Lega ed ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, riporta nella sua memoria depotitata in Giunta per le autorizzazioni del Senato sul caso della nave mercantile battente bandiera spagnola e affittata dalla ong Pro-Activa Open Arms. Domani la Giunta si riunirà e il presidente, Maurizio Gasparri, presenterà la sua proposta.

Salvini nella memoria sottolinea che Open Arms ha chiesto il Pos all’Italia la sera del 2 agosto ma non poteva ricadere sullo Stato italiano l’onere di una risposta di competenza di altri Stati. Open Arms – secondo l’ex ministro – poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l’obbligo di accoglierla. Per questo motivo Salvini

Continua qui: https://www.diariodelweb.it/politica/articolo/?nid=20200217-545838

 

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Brexit: fine dei permessi di lavoro non altamente qualificati

Luciana Grosso – 18 febraio 2020

 

 

Addio agli immigrati in Uk per lavori non altamente specializzati: nel Regno Unito posto Brexit potranno entrare legalmente solo gli immigrati con alte qualifiche e buoni curricula, mentre i Lavoratori poco qualificati saranno verosimilmente respinti.

 

Funzionerà così l’immigrazione nei desiderata del governo conservatore che sta realizzando Brexit e chiudendo le frontiere inglesi.

 

Il governo ha esortato i datori di lavoro a non cercare “manodopera a basso

 

Continua qui: https://it.businessinsider.com/brexit-fine-dei-permessi-di-lavoro-non-altamente-qualificati/

 

 

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

L’amaro ricatto delle pensioni: flessibilità in cambio di tagli

coniarerivolta – 5 FEBBRAIO 2020

 

Il 27 gennaio si è tenuto un incontro istituzionale tra sindacati, governo e INPS, primo di una serie di appuntamenti – già calendarizzati a febbraio e marzo – finalizzati ad elaborare una nuova riforma delle pensioni. Ad oggi, al netto di casi particolari come “Opzione donna”, le pensioni di inabilità e la residuale pensione di anzianità (riservata a coloro che, al 31 dicembre 2011, potevano far valere determinati requisiti anagrafici e contributivi), sono previste tre modalità di pensionamento per la maggior parte dei lavoratori dipendenti: quota 100, la pensione di vecchiaia e la cosiddetta pensione anticipata.

  • Con ‘Quota 100′, in via sperimentale fino alla fine del 2021, è possibile accedere al pensionamento con almeno 62 anni di età e 38 di contributi.
  • Quanto alla pensione di vecchiaia, è necessario distinguere tra chi aveva già anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e chi ha iniziato a versare i contributi dopo tale data. Quanto ai primi, essi possono accedere alla pensione di vecchiaia se hanno almeno 67 anni di età (da adeguare agli incrementi della speranza di vita) e 20 di contributi. Quanto ai secondi, essi, oltre ai requisiti che abbiamo appena elencato, devono aver maturato un montante contributivo tale da far sì che l’importo della prima rata di pensione sia non inferiore a circa 687 euro (pari all’assegno sociale moltiplicato per 1,5). Infine, sempre per quel che riguarda i lavoratori dipendenti che hanno iniziato a versare a decorrere dal 1° gennaio 1996, è possibile andare in pensione con 70 anni di età e con almeno 5 anni di contribuzione effettiva (al netto, cioè, dei contributi figurativi, quelli non derivanti da attività lavorativa).
  • Per quel che riguarda la pensione anticipata, tutti i lavoratori possono accedervi con un requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi, se uomini, e 41 anni e 10 mesi, se donne. Inoltre, i lavoratori che hanno versato il loro primo contributo dopo il 1° gennaio 1996 (e che prima avevano zero contributi), possono accedere alla pensione anticipata con 64 anni di età (da adeguare, a decorrere dal 2021, agli incrementi della speranza di vita) e 20 di contribuzione effettiva, a patto che la prima rata di pensione sia pari, almeno, a 1.282,37 euro (assegno sociale moltiplicato per 2,8).

Il tavolo sindacati-governo-INPS è stato aperto a seguito del lancio di una proposta da parte dei sindacati confederali, volta a superare la rigidità dei criteri di accesso anagrafico alla pensione che verranno automaticamente ripristinati con l’esaurirsi dell’opzione ‘Quota 100’.

Quota 100, la misura voluta dal governo Lega-5stelle, terminerà infatti nel 2021. Dal 2022, dunque, sic rebus stantibus, tornerebbe l’età pensionabile – necessaria per avere diritto alla pensione di vecchiaia – fissata dalla legge Fornero a 67 anni (e 20 anni di contributi) e destinata lentamente ad aumentare in modo automatico oltre quella soglia nel caso di aumenti della speranza di vita (Legge Sacconi-Tremonti del 2010). Dal 2022, quindi, si verificherebbe uno scalone

 

Continua qui: https://coniarerivolta.org/2020/02/05/lamaro-ricatto-delle-pensioni-flessibilita-in-cambio-di-tagli/

 

 

 

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

QUARANTENA

di Giuseppe Gardenghi – Enciclopedia Italiana (1935)

 

Periodo di segregazione e di osservazione, al quale vengono sottoposte persone e cose ritenute in grado di portare con sé i germi di malattie infettive esotiche. Si applica alle provenienze per via di mare, ed è il caso più comune (quarantena marittima), ma non il solo; si ha anche una quarantena fluviale o lacuale e una quarantena di terra. Un tempo le provenienze infette o sospette (si trattava di solito della peste, che recava maggiori danni e destava più vivi allarmi) erano d’ordinario respinte senza discriminazione alcuna, con gravi conseguenze per il commercio e spesso con dispregio delle ragioni di umanità. Siffatta condizione durò per quasi tutto il Medioevo come norma e poté verificarsi in seguito, benché sempre più raramente, e, per eccezione, anche in tempi molto vicini. Comunque, è merito incontestabile della Repubblica veneta (alla quale fin dal 1347 si doveva l’elezione di tre “savi” o provveditori di terra, che poi si trasformarono in magistrati di sanità) di avere, nella prima metà del sec. XV, istituito una vera e propria polizia sanitaria marittima, confinando i navigli infetti o sospetti nei canali di Fisolo e Spignon, tra il porto di Malamocco e Poveglia, e le persone nell’isola di Santa Maria di Nazareth, detta Nazarethum. Ivi nel 1422 (secondo la cronaca del Sanudo) si era ridotto a ospedale un convento di eremitani soliti a ricevere i pellegrini infermi, che giungevano di Terrasanta. E già nel 1403 quell’isola era destinata al ricovero e all’osservazione dei malati o sospetti di peste provenienti per via

Continua qui: http://www.treccani.it/enciclopedia/quarantena_%28Enciclopedia-Italiana%29/

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Quando il Forum di Davos si preparava a una pandemia di coronavirus

RETE VOLTAIRE | 6 FEBBRAIO 2020

Meno di due mesi prima dell’epidemia di coronavirus, cominciata a inizio dicembre 2019 a Wuhan (Cina), si è svolta un’esercitazione del Forum di Davos, in cooperazione con il Johns Hopkins Center for Health Security e la Bill & Melinda Gates Foundation.

L’esercitazione, avvenuta a New York il 18 ottobre 2019, era esplicitamente finalizzata a pianificare la reazione delle società transnazionali e dei governi a un’epidemia di coronavirus.

All’esercitazione hanno partecipato 15 leader mondiali, fra cui i responsabili ufficiali della Cina e degli Stati Uniti della lotta contro le epidemie.

Latoya Abbott, responsabile delle situazioni di rischio del gruppo alberghiero statunitense Mariott International.
Sofia Borges, vicepresidente della Fondazione delle Nazioni Unite.
Brad Connett, presidente del gruppo Henry Schein, primo produttore mondiale di materiale medicale.
Christopher Elias, responsabile dello Sviluppo globale della Bill & Melinda Gates Foundation.
Tim Evans, ex direttore del dipartimento Salute della Banca Mondiale.
George Gao, direttore del Centro cinese di controllo e prevenzione delle malattie.
Avril Haines, ex direttrice aggiunta della CIA ed ex consigliera per la Sicurezza nazionale del presidente Barack Obama.
Jane Halton, ex ministra australiana della Sanità, amministratrice di ANZ (Banca d’Australia e di Nuova Zelanda).
Matthew Harrington, direttore di Edelman, la più importante

 

Continua qui: https://www.voltairenet.org/article209163.html

 

 

 

 

Brexit, cosa prevede accordo di ’divorzio’

(AdnKronos) – L’accordo di ’divorzio’ tra Regno Unito e Unione europea è costituito da due documenti: l’accordo di recesso vero e proprio, che definisce i termini dell’uscita di Londra dalla Ue; e la dichiarazione politica, che indica le linee guida del futuro rapporto post Brexit. Gran parte dell’accordo di recesso, il ’Withdrawal Agreement’, è stato negoziato nel 2018 dall’ex primo ministro Teresa May.

Le modifiche ottenute da Boris Johnson dopo la sua nomina a premier riguardano essenzialmente le disposizioni speciali per l’Irlanda del Nord, l’unico confine di terra tra Regno Unito e Ue. Ecco di seguito i principali punti contenuti nei due documenti.

DIRITTI DEI CITTADINI

L’accordo di recesso tutela i diritti degli oltre 3 milioni di cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna e del milione di britannici che vivono nei Paesi dell’Unione. In breve, questi cittadini potranno continuare per il resto della loro vita a lavorare, studiare e ricevere i benefici dello stato sociale del Paese nel quale hanno scelto di risiedere

ACCORDO FINANZIARIO

Regno Unito e Unione europea hanno concordato, dal punto di vista finanziario, di “onorare gli impegni reciproci assunti” mentre la Gran Bretagna era membro della Ue. Le autorità di Londra hanno stimato che il ’divorzio’ costerà alle casse britanniche circa 36 miliardi di euro;

PERIODO DI TRANSIZIONE

In base all’accordo di recesso, dopo la Brexit, avrà inizio un periodo di transizione che terminerà alla fine del 2020. Questo periodo, nel quale gli attuali assetti rimarranno invariati, servirà a Londra e Bruxelles per negoziare i termini della loro futura partnership politica e commerciale. Anche se il premier Johnson ha ripetutamente escluso la possibilità di proroghe, il periodo di transizione potrà essere esteso con un accordo entro giugno di quest’anno. Il massimo periodo di proroga terminerà alla fine del 2022.

CONFINE IRLANDESE

Quella del confine tra Irlanda del Nord (che fa parte del Regno Unito) e Repubblica d’Irlanda (membro Ue) è stata probabilmente la questione più controversa del difficile negoziato tra Londra e Bruxelles. Le attuali disposizioni sostituiscono la cosiddetta clausola del ’backstop’, più volte rifiutata dal Parlamento britannico in sede di ratifica dell’accordo. Lo scopo è di garantire il duplice obiettivo di preservare la pace sull’isola irlandese, mantenendo aperto il confine

Continua qui:

http://www.internationalwebpost.org/contents/Brexit,_cosa_prevede_accordo_di_%E2%80%99divorzio%E2%80%99_15951.html#.Xkz0VWhKjIU

 

 

 

 

 

 

POLITICA

L’irresponsabilità dei responsabili

16 FEBBRAIO 2020

Il terriccio è pronto: i “responsabili” stanno per fare la loro comparsa. Sì, di nuovo. Quasi come se non se ne fossero mai andati. Al sistema paese, stampa in primis, non piacciono. Se uno legge i giornali e parla con i cittadini italiani se ne accorge subito: non piacciono per niente. Ma “i responsabili”, sin dal primo governo Berlusconi, sono divenuti una sorta di corollario di ogni legislatura. Funghi stagionali di cui fanno man bassa gli abili raccoglitori. Spuntano alla bisogna quando si tratta di mettere una toppa: i numeri tentennano e loro si presentano sull’attenti. L’opinione pubblica li demonizza. La politica, almeno in un primo momento, li divinizza e se ne serve. Poi, dopo averli sfruttati, li affonda. Se un “responsabile”, nelle fasi convulse che interessano la tenuta di un esecutivo, si affacciasse su piazza Venezia, inneggiando al Duce, verrebbe comunque idolatrato in quanto portatore sano di “responsabilità”, che grazie al parlamentarismo è divenuta un sinonimo di “pezza”. Qualcosa da mettere per coprire un buco che può essere ricucito, in realtà, solo dalle urne.

Il sistema paese – dicevamo – li rifiuta da subito. La politica ci mette un po’, ma l’esito è in fin dei conti lo stesso: grazie per il servizio svolto e arrivederci. Ma se la politica volesse davvero abbandonare questa

Continua qui: https://loccidentale.it/lirresponsabilita-dei-responsabili/

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Ecco cosa che c’è da sapere sulla clinica progender

di Veronica Mameli13 FEBBRAIO 2020

 

La clinica londinese Tavistock, che fa parte del Servizio di Sviluppo dell’Identità di Genere (Gender Identity Development Service- Gids), specializzata nel trattamento della cd. disforia di genere e nel mutamento di sesso nei bambini, finanziata peraltro dal servizio sanitario nazionale, continua ad essere al centro di dispute e allarmi in merito al suo operato.

Ciò che salta all’occhio sulla base dei dati pubblicati dalla stessa struttura sanitaria è il numero di bambini che si sono sottoposti all’intervento di riattribuzione del sesso in soli tre anni, che è cresciuto esponenzialmente.

I dati mostrano infatti che il numero dei giovani pazienti è aumentato di oltre trenta volte in un decennio: dai 77 iniziali ai 2.590 di oggi. Proprio negli ultimi anni si è in particolare passati da 649 bambini, cui è stata diagnosticata la disforia di genere nel biennio 2014-2015, al numero esorbitante di ben 2.364 bambini nel biennio 2018-2019.

Più di qualche preoccupazione al riguardo è stata sollevata non solo dai genitori dei giovani pazienti ma anche dagli stessi esperti. Il Telegraph inoltre riporta inoltre che all’interno della clinica vi sono state ben 35 dimissioni in soli tre anni, tra cui diversi psicologi che avvertono sulle diagnosi “eccessive” di disforia di genere fra bambini. Non solo, gli psicologi hanno pure dichiarato di non essere stati in grado di esaminare adeguatamente i pazienti in quanto condizionati dal

 

Continua qui: https://loccidentale.it/ecco-cosa-che-ce-da-sapere-sulla-clinica-pro-gender/

 

 

 

 

 

 

 

 

Chip e semiconduttori. Il (nuovo) piano di Trump per fermare Huawei

 Francesco Bechis – 18 02 2020

 

Una modifica della normativa per impedire la vendita di semiconduttori e chip a Huawei. Ecco il piano del Dipartimento del Commercio Usa per frenare l’avanzata cinese sul 5G

Esteri, Difesa, Commercio. Uno dopo l’altro, i principali Dipartimenti dell’amministrazione Trump si stanno muovendo per mettere alle strette Huawei, il colosso della telefonia mobile cinese accusato di spionaggio per conto del Partito comunista cinese (Pcc). Dopo il duro affondo alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco dei titolari dei dipartimenti di Stato e Difesa, i segretari Mike Pompeo e Mark Esper, che hanno definito Huawei “un cavallo di Troia” di Pechino nella rete 5G, ora, secondo indiscrezioni di Reuters, è il turno del dipartimento del Commercio di Wilbur Ross.

Il ministero di Constitution Avenue starebbe elaborando un piano per impedire l’acquisto da parte di aziende cinesi di chip prodotti con componenti di fabbricazione statunitense. Nello specifico, i funzionari del dipartimento stanno studiando una modifica della “Foreign direct product rule”, la normativa introdotta nel 2010 che prevede una serie di rigidi controlli su tutti i prodotti tecnologici fabbricati all’estero e soggetti allo scrutinio della Ear (Export administration regulations).

Nel mirino del bureau oggi c’è, fra le altre, la compagnia di Taiwan Tsmc, il più grande produttore di chip e semiconduttori al mondo. Perché? Semplice: più del 10% delle vendite globali di Tsmc, che nel 2019 sono ammontate a 35 miliardi di dollari, provengono da Hi-Silicon, azienda produttrice di chip sussidiaria di Huawei. Un colpo a Tsmc, è il ragionamento del governo americano, può rallentare considerevolmente gli investimenti in ricerca e sviluppo di Huawei e delle sue aziende satellite.

Tra le opzioni al vaglio del dipartimento di Ross c’è l’introduzione dell’obbligo per le aziende che usano equipaggiamento statunitense di richiedere una licenza al governo americano prima di vendere chip a Huawei. Non è la prima volta che il gigante tech di Taiwan viene preso di mira dagli Stati Uniti nella contesa globale per il 5G. Già a

 

Continua qui: https://formiche.net/2020/02/huawei-trump-chip-semiconduttori/

 

 

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