NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 8 NOVEMBRE 2019

http://opinione.it/cultura/2019/11/04/gustavo-micheletti_fascista-antifascista-ennio-flaiano-mino-maccari-social-network-valori-liberali/

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 8 NOVEMBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Non vi meritate Liliana Segre

Augusto Bassi – 6 novembre 2019

Non sono il figlio di Liliana Segre.

Ma a voi che usate una donna di 89 anni – con quel numero sul braccio, 75190,

impresso sulla carne di una bambina –

a voi che la usate come arnese, come piede di porco ideologico, come strumento di potere,

a voi dico: merde.

A voi che cercate riparo dietro la sottana del martirio, sfruttando le sofferenze di una sopravvissuta al male assoluto

per poter odiare impunemente dalla parte del bene

e poter punire, zittire, marchiare con un numero,

chi vi disprezza dalla parte della ragione, a voi dico: VIGLIACCHI!

http://blog.ilgiornale.it/bassi/2019/11/06/non-vi-meritate-liliana-segre/

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

Assedio a Fort Ilva. 1

Yitzhak Yosef, rabbino capo d’Israele, ha chiamato i neri “scimmie” 1

Veneziani: dementi, credete che Nero sia meglio di Negro? 1

La Segre dovrebbe arrabbiarsi con chi l’ha usata?. 1

È una trappola politica la mozione sul razzismo 1

Matteo Salvini e i suoi troppi ‘coglioni’ 1 

Il diversivo Segre

Liberalismo dell’obbligo. 1

L’aumento degli obblighi 

The End

Qual è il significato delle balene nell’arte cristiana? 1

LA CHIESA, BERGOGLIO, SALVINI E IL CARDINALE. 1 

Tabaccaio cinese a Roma

Difficile cammino di Roma capitale

Affidi Bibbiano, fine lavori commissione: “Organismo sano”, insorge il centrodestra 1 

Bibbiano organismo sano

Ma quale razzismo: serve una Commissione straordinaria sulla povertà. 1

IL CAPO DI BLACKWATER COMPRA DITTA DI ARMAMENTO UCRAINA. 1

ENNIO FLAIANO, I FASCISTI E GLI ANTIFASCISTI SEDICENTI 1 

Nuevas escolios a un texto imlpìcito

ControTv, in diretta: Chiesa e Mazzucco aggirano YouTube 1 

Oltre Bibbiano: il Sistema che attraversa l’italia e le famiglie

“DISTRUGGERE LA RAZZA BIANCA” (sue conseguenze) 1 

Sapelli: salvare l’Ilva, è il nostro ultimo gioiello strategico

Arcelor Mittal, ecco la bomba sociale e ambientale sull’ex Ilva 1 

La follia dell’austerità 

Il capolacoro FCA-PEUGEOT porta la firma di Marchionne 

Questo sedicente “governo”

Unicredit dice addio a Mediobanca: venduto sul mercato l’8,4%. 1

Ecco la scomoda verità sul fallimento del Banco di Napoli 1 

I servizi segreti tedeschi interrogano i migranti in Italia

Riapre il “campo profughi Italia”. 1

Disastri e ipocrisia nell’accoglienza dei migranti: “Così non distinguiamo più l’ospite dal nemico” 1

LICENZIATI ILVA E WHIRLPOOL: PER GLI 007 È ALLARME GUERRA CIVILE. 1

Personaggio. 1

Governatore della California rifiuta disegno di legge perché “non promuove abbastanza l’aborto” 1

Lo studioso del gender ammette: “Mi sono inventato tutto” 1

Arrestato per mafia ex assistente di una parlamentare di Italia Viva 1

Non solo Boschi. Anche Fico sta zitto sulla deputata che ha assunto un mafioso 1

«Uccidiamo Salvini»: l’ultima di don De Capitani, il “prete rosso” che semina odio (video) 1 

Rabbia 

Sistema politicamente corretto

Reggio Calabria ricorda la rivolta popolare del 1970 e i suoi protagonisti 1

 

 

EDITORIALE

Assedio a fort Ilva

Manlio Lo Presti – 8 novembre 2019

Da giorni l’attenzione dei canali stampa e televisivi è focalizzata sulla vicenda dell’Ilva. Tutti ne parlano ma è da notare che, come solitamente accade, non è partita la sceneggiata del linciaggio di gruppi politici contro altri. Tutto questo, peraltro, nel silenzio assoluto delle organizzazioni sindacali molto attente alla gestione della propria base.

Ho notato che i toni usati dagli invitati di tutti i partiti e sindacati sono pacati e questo mi desta un sospetto: che tutti sono collusi, che tutti sono a conoscenza dei fatti ma fanno finta di gestire un’emergenza.

Tutti gli argomenti riguardanti l’Ilva: inquinamento, malattie tumorali, problemi amministrativi, ecc. sono stati da sempre un argomento al tavolo della Regione Puglia e dei governatori di turno, dei governi tempo per tempo in carica, ma nessuno ha intrapreso azioni decisive.

Perché?

 

  1. Da sempre, il nostro Paese non ha una politica industriale con pianificazione di medio e di lungo periodo: costa molto e i suoi tempi di realizzazione sono troppo lunghi rispetto alle tornate elettorali;
  2. L’assenza di visioni di futuro lascia spazio ad una emergenza continua dove vengono affrontati i problemi che sono sul punto di esplodere, nella più famigerata logica distruttiva del fate-presto;
  3. Agendo all’ultimo momento, la soluzione è quasi sempre la peggiore “ma non si poteva fare di meglio”.

 

 

Tutto ciò premesso

 

Un mio retropensiero mi fa ipotizzare che la notizia professionalmente e cinicamente bombardata a ripetizione del licenziamento di 15.000 lavoratori con la chiusura delle acciaierie sparse in Italia, renderà accettabile una soluzione successiva meno cruenta spacciandola per la migliore possibile, considerata la situazione che andava profilandosi, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

Per dirla fuori dai denti, questa banda di criminali cocainomani ai vertici del nostro Paese avranno faranno passare il licenziamento di 5.000 addetti come la migliore soluzione per non spegnere gli impianti, con conseguente catastrofico acquisto di acciaio tedesco di minore qualità e ad un prezzo quadruplicato!

Adesso fanno vedere che stanno trafficando, contrattando, negando, affermando, elaborando nei tavoli di lavoro, accordo si, accordo no.

Sembra una recita a soggetto (il copione è sempre lo stesso da quasi settanta anni) e di scarsa qualità.

I franco-indiani di Arcelor rimarranno e tutto riprenderà come prima, con i politici e i sindacati che tireranno un sospiro di sollievo, con 5.000 addetti buttati al macero, ma vuoi vedere se fossero stati 15.000!!!!!!!!!!!!

E daje a pensare alle prossime sfide elettorali in Emilia e Romagna che hanno la priorità assoluta rispetto al collasso

 

  • Morale (bambini sodomizzati ed elettrificati di Bibbiano, Forteto, ecc.)
  • Economico, collasso Ilva, Alitalia, svendita FCA ai francesi, Unicredito, Generali, BNL ai francesi Forse l’acciaio ai germanici);
  • Sociale (denatalità, scuola al collasso, fuga di italiani istruiti con loro sostituzione con africani e pakistani quasi sempre incolti il cui linguaggio è la violenza e la rabbia contro l’uomo bianco);
  • Istituzionale: che fine ha fatto la miserabile vicenda delle guerre fra giudici dentro il Consiglio Superiore della Magistratura?

 

della ex-italia.

 

Avremo quindi il solito pateracchio figlio della logica dell’ultimo-momento-fate-presto.

 

P.Q.M.

 

Avremo altri danni alla nostra economia volutamente massacrata dall’alto comando anglofrancotedescoUSA-UE che stavolta, potrebbe portare la ex-italia ai livelli dei Paesi latinoamericani e/o della Grecia.

 

Lo scopo?

 

 

Mi rendo conto di essere un disco rotto per averlo ripetuto molte volte:

 

far diventare l’Italia il deposito razziale dell’Europa con schiavi che costano poco,

fanno guadagnare CON IL GIRO D’AFFARI DELLA COSIDDETTA accoglienza

e che saranno la platea elettorale del Pd e dei suoi sodali di governo,

mentre i pensionati, i malati, i disabili, i minori che non possono votare devono morire

con aborti ed eutanasia di massa,

prossimamente finanziati dalle assicurazioni sanitarie e dalle farmaceutiche!

 

 

Facciamoci tutti tanti auguri ….

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Yitzhak Yosef, rabbino capo d’Israele, ha chiamato i neri “scimmie”

La Lega Antidiffamazione: “Assolutamente inaccettabile”. Non è la prima volta che le sue parole finiscono al centro di polemiche

By Silvia Renda – 22 marzo 2018                            RILETTURA – CHI SONO I RAZZISTI?

Il rabbino capo d’Israele ha chiamato i neri “scimmie” durante il suo sermone settimanale. I commenti di Yitzhak Yosef sono stati definiti “assolutamente inaccettabili” dalla Lega Antidiffamazione, un’organizzazione di New York dedicata alla lotta contro l’antisemitismo e il razzismo.

Il rabbino ha usato un termine ebraico spregiativo per definire le persone di colore, prima di utilizzare la parola “scimmia”, secondo le riprese pubblicate dal sito Ynet.

 

Yosef rappresenta gli ebrei sefarditi di Israele di origine mediorientale

 

Continua qui:

https://www.huffingtonpost.it/2018/03/22/yitzhak-yosef-rabbino-capo-disraele-ha-chiamato-i-neri-scimmie_a_23392358/

 

 

 

 

Veneziani: dementi, credete che Nero sia meglio di Negro?

Scritto il 07/11/19

 

Ieri mi ha fermato un africano per vendermi qualcosa e mi ha detto “Fratello bianco”. Io gli ho risposto: «Ma come ti permetti?». Lui è rimasto allibito, pensando che ce l’avessi col fratello, invece ho proseguito: «A me, bianco non me l’ha mai detto nessuno», alludendo alla mia carnagione scura. Lui ha sorriso e mi ha detto: «Io però sono n., tu sei solo scuro». Non posso pronunciare la parola perché è vietata dalla polizia culturale e l’algoritmo la censura e l’inquisizione poi sospende il blog. Detesto la retorica di dire nero anziché n., sapendo che l’insulto è nell’aggettivo che può accompagnarlo o nel tono, non certo nella parola n. E mi piace che sia stato lui a dirlo. Ma si rendono conto, i retori dell’integrazione, che nero è sempre stata – salvo per i fascisti, i preti e la nobiltà nera – una connotazione negativa? Nera è la morte, il lutto e la sfortuna. Nero anzi noir è l’horror, nera è la cronaca dei delitti, nero è il lavoro sfruttato e l’evasione (ma il rosso in bilancio è peggio). Nero è il buio, nero è l’uomo cattivo dell’infanzia, nera è la giornata disastrosa. Nero è il tempo brutto, il gatto che porta male, il corvo funesto e l’abito dello iettatore.

Nero è il futuro negativo, nera è la maglia della vergogna, nero è il volto dell’incazzatura, nera è la minaccia: ti faccio nero. Nera è l’anima del malvagio. Possibile che con questi precedenti si celebri come un progresso la promozione del n. a nero? Peggio di nero, c’è solo la definizione di uomo di colore, come se lui fosse un pagliaccio variopinto e noi degli esseri incolori. Due offese in un colpo solo. Più rispetto per i n., i chiari e i chiaroscuri. Quanto al calcio, io ricordo da bambino i cori e le battute degli spalti. Si accanivano contro qualunque calciatore della squadra opposta avesse uno spiccato tratto distintivo: se era pelato, se era troppo alto o troppo basso, se aveva la barba o era grassottello, se parlava in campo o se si agitava, se era nero, mulatto o rosso di capelli. Di quei cori puerili e di quelle frasi cretine non se ne faceva però un titolo di telegiornale, una campagna antirazzismo, non si istituiva una commissione o un processo, non si denunciava allarmati il ritorno di Hitler…

Un crimine, un furto, un’aggressione, lo spaccio di droga non destano reazioni così decise, sanzioni così drastiche e pubblico raccapriccio come una parola scema fuori posto pronunciata in tema di colore della pelle. Se fai un commento, una battuta sul tema ti giochi il lavoro, la tua reputazione, il tuo posto in squadra, molto più che se hai compiuto veri reati

Bisogna saper distinguere le cose gravi dalle cose sciocche; è molto più nociva l’abitudine di criminalizzare chiunque dica una parola sconveniente adottando la teoria demente che si comincia così e poi si finisce ai campi di sterminio. Chi prende sul serio una stupidaggine è più stupido di chi la pronuncia, o peggio è in malafede perché vuole speculare sull’incidente per criminalizzare l’intera area di chi non la pensa come lui. Salvateci dal politicamente corretto, fa più danni dell’idiozia episodica di una battuta, che viene reiterata proprio perché ha una risonanza immeritata che la moltiplica e la rende importante, quando era solo una stupida battuta.

(Marcello Veneziani, “Più rispetto per i n.”, da “La Verità” del 5

 

Continua qui: https://www.libreidee.org/2019/11/veneziani-dementi-credete-che-nero-sia-meglio-di-negro/

 

 

 

 

La Segre dovrebbe arrabbiarsi con chi l’ha usata?

Antonio Angelini – 1 novembre 2019

Liliana Segre è una donna del 1930, Senatrice a vita. Testimone diretta dell’olocausto degli ebrei, una delle pagine più brutte della storia assieme ad altri terribili genocidi. È ovvio che nessuna persona di buon senso possa non essere d’accordo con una mozione che sia contro il razzismo o l’antisemitismo.

Se più di 90 senatori si sono astenuti (ricordiamo che al Senato della Repubblica l’astensione equivale a voto contrario) un motivo ci sarà. Oppure credete che ci siano un centinaio di razzisti antisemiti eletti dal popolo italiano alla camera alta?

Evidentemente questa mozione per la istituzione di una commissione parlamentare contro il razzismo e l’antisemitismo contiene altro tra le righe. Anzi nasconde altro tra le righe. Così usiamo i termini giusti.

Iniziamo a chiederci se davvero sia necessaria una Commissione parlamentare contro il razzismo e l’antisemitismo? Mi pare che siano valori condivisi da tutti in parlamento e fuori. Inoltre ho letto che una altra mozione contro razzismo e antisemitismo è stata presentata nella stessa giornata da altri e bocciata dalla sinistra e 5 stelle. Perché?

Non è che per caso dietro una facciata giusta si nasconda il desiderio incolmabile di una certa classe dominante che i social, colpevoli secondo il PD di aver fatto perdere consenso ed elezioni, possano essere imbavagliati? Quando sento contemporaneamente Marattin proporre il documento di identità per aprire un profilo social e non chiedere invece nessun documento a chi entra in Italia da un barcone, mi viene in mente che per il PD e anche per i 5 Stelle il colpevole delle disfatte elettorali sia stato trovato. Il social medi!!  Al quale il cittadino ricorre per informarsi in mancanza di una stampa e tv credibile (e lo dico con il tesserino da giornalista in tasca) . Stampa ormai sempre più sputtanata dai social media e considerata ormai dai più come arma di distrazione di massa. Pensate a quanto debbano essere incavolati i grandi burattinai:” ma come ci abbiamo messo 20 0 30 anni ad uniformare la quasi totalità dei media al pensiero unico che ci ha permesso di portare avanti la globalizzazione (portatrice di povertà e disoccupazione nel mondo occidentale) e non abbiamo pensato che la globalizzazione ci avrebbe portato i social media che sputtanavano l’informazione tradizionale.  come se un virus potentissimo avesse però portato con sé l’antivirus senza accorgersene.

Analizzando la mozione scopriamo che portava con sé la lotta contro l’odio e l’hate Speech. Come ci racconta la rivista “left”. (ne ho presa dal web una a caso di sinistra)

“Già lo scorso anno la senatrice Segre aveva manifestato la preoccupazione per le analogie tra l’Italia fascista e quella sempre più razzista di oggi e aveva annunciato l’esigenza di creare una commissione che controllasse il crescente fenomeno dell’hate speech, sia dentro che fuori dalla rete. La Commissione conterà venticinque componenti: Liliana Segre presidente, un vice e due segretari e si occuperà di vigilare e proporre iniziative riguardo al controllo dei fenomeni di intolleranza, razzismo, istigazione all’odio e violenza basati su etnia, religione, provenienza, orientamento sessuale

Continua qui: http://blog.ilgiornale.it/angelini/2019/11/01/la-segre-dovrebbe-arrabbiarsi-con-chi-l-ha-usata/

 

 

 

È una trappola politica la mozione sul razzismo

La maggioranza non ha cercato l’accordo per linciare il centrodestra

di Franco Bechis

1 NOVEMBRE 2019

C’è una buon a dose di malafede e di ideologia politica (sempre legittima se riconosciuta) nel linciaggio collettivo cui è stato sottoposto ieri il centrodestra per il semplice fatto di essersi astenuto in Senato sulla mozione di maggioranza a prima firma Liliana Segre per proporre «l’istituzione di una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza». A parte il fatto banale per cui astenersi non è opporsi, al voto del Senato sulla stessa identica questione c’erano non una, ma quattro mozioni diverse. E tre sono state bocciate con il no di tutti quelli che oggi si indignano: una di Forza Italia, una della Lega e una di Fratelli di Italia. Tutte e tre avevano premesse un po’ diverse, ma poi portavano a costituire la stessa identica commissione con qualche avvertenza per altro di buon senso, perché in strumenti-bandiera di questo tipo che di solito contano come un fico secco c’è il rischio però di farsi prendere la mano e con la scusa dell’odio o del razzismo limitare severamente libertà di espressione più che consentite dalla nostra Costituzione.

Ora la libertà di pensiero e politica è così importante, che non si può accettare il linciaggio andato in scena ieri su media e agenzie. Così come è inaccettabile che qualche genio salti su in parlamento apostrofando con insulti stupidi più ancora che razzisti un deputato Pd come Emanuele Fiano che si accusa di essere ebreo. Bene, sono ebreo anche io fiero delle mie origini anche se sono stato educato e sono cresciuto da cattolico osservante. E quindi fischio e darei un bel scappellotto a chi in una giornata così ha avuto la bella idea di dire sciocchezze su Fiano. Ma quel linciaggio scientifico per l’astensione sulle mozioni è ben più grave di qualche scemata urlata anche in aula. Perché questo sì è atto illiberale che getta ombre pesanti su chi ha controfirmato e dato sostegno alla mozione della Segre. Gli slogan anche buonisti che debbono andare bene per tutti esistono nelle dittature, non nelle democrazie liberali, ed è dittatura imporre con tanta violenza il pensiero unico a chicchessia, poi linciandolo perché non vi aderisce. È anche segno di malafede, perché li avesse avuta buona non avrebbe imposto slogan da prendere o lasciare, ma avrebbe cercato un accordo con le minoranze ( si rispettano anche quelle parlamentari) per giungere a un testo condiviso, se questo era

Continua qui:

https://www.iltempo.it/politica/2019/11/01/news/commissione-razzismo-trappola-politica-centrodestra-astensione-liliana-segre-antisemitismo-odio-emanuele-fiano-sionista-1233843/

 

 

 

 

 

Matteo Salvini e i suoi troppi ‘coglioni’

www.globalist.it

David Grieco – 1 aprile 2019           RILETTURA – L’ODIO DI SINISTRA CONTINUA …

Questa è dunque l’Italia dei coglioni che danno del coglione agli altri. Ma quanti possono essere questi italiani coglioni? Riflessioni sul video di Verona

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini con senatori della Lega in Senato dopo il voto

Da quasi un anno ormai, il Governo della Demenza e della Propaganda sta cercando di convincerci che gli italiani sono ignoranti, razzisti e fascisti peggio di qualunque altro popolo al mondo.
Parliamo di italiani che purtroppo esistono, intendiamoci. Ma stiamo parlando della feccia della nostra società.
Il video che mostra il giovane con la barba e il cane da combattimento al guinzaglio che a Verona fa il saluto romano ripetendo come un mantra “Salvini uno di noi!” e decide poi di minacciare una poliziotta (cioè una “dipendente” dello stesso ministro degli interni) apostrofandola come “cogliona!”, va mostrato nelle scuole. Se questo ominide fosse veramente un rappresentante del popolo di cui parla Salvini, dall’Italia si potrebbe soltanto fuggire.
Anche a Pisa in questi giorni è stato segnalato un episodio orrendo ai confini della realtà.
Una dottoressa italiana, di madre ugandese, ha risposto a un annuncio di affitto di un appartamento dove era stato specificato “per italiani”. “Sono italiana ma sono un po’ scuretta. Potrebbe essere un

 

Continua qui: https://www.globalist.it/politics/2019/04/01/matteo-salvini-e-i-suoi-troppi-coglioni-2039532.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il diversivo Segre

Angela Maria – 6 11 2019

 

“Mentre ci fanno perdere tempo a litigare sulla commissione della signora Segre:

 

1) Fiat venduta ai Francesi. Addio auto italiane. Previsti per il nuovo gruppo, risparmi per 3,6 miliardi. Dove chiuderanno i siti produttivi?

 

2) Alitalia finirà in mano a Lufthansa. Addio compagnia di bandiera italiana.

 

3) ILVA di Taranto chiuderà su volontà del Governo. Addio acciaio italiano. Dovremo acquistare acciaio da Francia e Germania.

 

4) Finmeccanica e Fincantieri stanno per passare a Francesi e Tedeschi.

 

5) Tassa sulla plastica nel Paese che ha inventato la plastica e che è uno dei maggiori produttori al mondo. Decine di aziende, non essendo più competitive, chiuderanno a breve e verranno acquistate dalle loro concorrenti francesi e tedesche.

 

6) Tasse aumentate per chi lavora. Se la tua azienda ha un’auto ti tasso (nuova tassa sulle auto aziendali).

 

Ti rendo la vita impossibile finché non accetti di vendere al tuo concorrente estero.

 

Però se lavori in nero ti do un bel premio col reddito di cittadinanza.

 

Peggio di una guerra perduta.”

(cit. Alessandra Attili)

 

https://www.facebook.com/1647469164/posts/10218927103602402/

 

 

 

Liberalismo dell’obbligo

05 novembre, 2019

I tempi di crisi sono tempi di contraddizioni. Non fa eccezione il tempo presente, incatenato a un modello antropologico proiettato verso l’inesistente – il «progresso», il futuro – e perciò condannato a fissare sempre più in alto l’asticella delle sue promesse per giustificare la distruzione che semina nell’esistente. La contraddizione più macroscopica, quella logica, è nello scarto ormai osceno tra gli scopi dichiarati e gli esiti conseguenti. Lì si annida l’arsenale apologetico della colpevolizzazione delle vittime, della coazione a ripetere, dello scadimento di parola e pensiero nel bar-bar degli slogan, delle emozioni a comando, degli appelli all’irrazionalismo onirico delle «visioni» e dei «sogni» e di altri numeri già descritti altrove.

Chi viola la logica viola la realtà. Il principio di non contraddizione non si dimostra né si contesta perché il suo postulato è il dato – ciò che è dato, non ciò che è prodotto o interpretato – dell’esperienza di tutti (sensus communis). E chi viola la realtà, violando tutto ciò che è reale, non può che trovare asilo in un’immaginazione malata perché inconsapevole, nella credenza che le cose, come nella cosmogonia biblica, si creino e si avverino perché ripetute dai giornali, dai manifestanti, dagli hashtag, dai pappagalli dell’accademia e delle istituzioni.

Se il risultato è alienato e contraddittorio, non può non esserlo la teoria a monte, quella in cui si celebra la «libertà» dei tempi moderni e venturi già nell’etimo dei suoi miti corollari: il liberalismo politico, il liberismo economico, le liberalizzazioni dei servizi, la libera circolazione di merci, capitali e persone, la libertà dei costumi e del sesso che deve scardinare ogni cosa, anche i vincoli della biologia, l’Occidente libero, la crociata contro un passato corrotto

Continua qui: http://ilpedante.org/post/liberalismo-dell-obbligo

 

 

 

L’aumento degli obblighi

Lisa Stanton 6 11 2019

 

“L’aumento degli obblighi, come l’aumento delle tasse, è una mossa da disperati, di chi non sapendo come cambiare la realtà si illude di incarcerarla nelle proprie fantasie. E a sentire con quanto pathos si promuovono le nuove catene, sempre sotto la scure di piaghe «epocali» e di «emergenze» che incombono, vien da chiedersi come abbia mai fatto la civiltà a resistere e anzi a svilupparsi fino all’altro ieri, immersa com’era in un disordine anarcoide dove le persone – pensate! – potevano scegliere.

L’aumento degli obblighi è anche un aumento della sfiducia, di chi si rinchiude nella gabbia rancorosa della propria eccezione e da lì scruta i suoi simili e si convince, in un crescendo paranoico di paura, che utilizzerebbero ogni briciola di libertà loro concessa per darsi alla superstizione, alla crapula e alla scelleratezza. Se la comunità è degli uomini, chi disprezza gli uomini disprezza la comunità, che infatti si incrina nella morsa delle nuove costrizioni. Le crepe del patto sociale si incrociano, da un lato tra chi non sa governare le conseguenze dei propri fallimenti e chi, disgustato e sfuggente, li deve subire, dall’altro tra i governati stessi addestrati a cercare il «colpevole» tra le proprie fila: lo statale, il vecchio, lo straniero, l’odiatore, l’analfabeta-funzionale, la mamma pancina, l’idraulico mascherato.

Questo ultimo aspetto porta alla luce un’altra contraddizione ancora più spericolata, quella in cui il pretesto di rendere la comunità più coesa assoggettandola a regole condivise trae invece origine dalla disgregazione della comunità e anzi la alimenta, facendo dell’obbligo e dalla sanzione una ripicca, un’arma che ciascuno si illude di puntare contro i propri fantasmi subendone invece il rinculo. È una contraddizione che si assapora vieppiù considerando le apologie dell’obbligo che serpeggiano tra gli obbligati, dove è diventato costume negare l’arbitrio e il pericolo dei nuovi vincoli in quanto, in fondo, non farebbero che istituzionalizzare una scelta, un’inclinazione o un’opinione che si crede di avere sempre coltivato. Ecco allora quelli che tanto loro (loro) pagavano già il cappuccino con la carta gold, loro (loro) facevano già tutte le vaccinazioni, anche quelle raccomandate, loro (loro) già non credevano nell’omeopatia, loro (loro) già non seguivano gli estremisti (?) censurati dal web o dal costituendo Ministero dell’Amore, loro (loro) usavano già nome e cognome su Facebook, loro (loro) registravano già le fatture sul gestionale della Buffetti. Si assiste così a un prodigio, quello in cui la libertà dei singoli serve a negare la libertà di tutti, con un’inversione logica e morale che fino a ieri era davvero difficile immaginare e in cui invece muore oggi l’idea stessa di comunità, pervertitasi alla miseria di una proiezione narcisistica del proprio sé, cioè al suo contrario.”

Definitivo Il Pedante. Chi non ha capito sinora, non capirà mai più.

 

https://www.facebook.com/100000248554468/posts/2755562137795378/

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

“The End”

This is the end
Beautiful friend
This is the end
My only friend

The end
Of our elaborate plans
The end
Of everything that stands
The end
No safety or surprise
The end
I’ll never look into your eyes
Again

Can you picture what will be
So limitless and free
Desperately in need of some stranger’s hand
In a desperate land

Lost in a Roman wilderness of pain
And all the children are insane
All the children are insane
Waiting for the summer rain, yeah

There’s danger on the edge of town
Ride the king’s highway, baby
Weird scenes inside the gold mine
Ride the highway west, baby

Ride the snake, ride the snake
To the lake
The ancient lake
Baby

The snake is long, seven miles
Ride the snake
He’s old
And his skin is cold

The west is the best
The west is the best
Get here, and we’ll do the rest

The blue bus is callin’ us
The blue bus is callin’ us
Driver, where you taking us

The killer awoke before dawn, he put his boots on
He took a face from the ancient gallery
And he walked on down the hall
He went into the room where his sister lived, and…then he
Paid a visit to his brother, and then he
He walked on down the hall, and
And he came to a door…and he looked inside
“Father?” “Yes, son.” “I want to kill you.”
“Mother, I want to…”

C’mon babe

C’mon baby, take a chance with us
C’mon baby, take a chance with us
C’mon baby, take a chance with us
And meet me at the back of the blue bus
Doin’ a blue rock
On a blue bus
Doin’ a blue rock
C’mon, yeah

Fuck, fuck-ah, yeah
Fuck
Fuck
Fuck, fuck
Fuck, fuck, fuck, yeah
C’mon, yeah, c’mon, yeah
Fuck me, baby, fuck yeah
Fuck, fuck, fuck, yeah!
Fuck, yeah! C’mon, baby
Fuck me, baby, fuck, fuck, yeah
Whoa, whoa, yeah, fuck, baby
C’mon, yeah, huh, huh, huh, huh, yeah
All right

Kill, kill, kill, kill, kill, kill

This is the end
Beautiful friend
This is the end
My only friend, the end

It hurts to set you free
But you’ll never follow me
The end of laughter and soft lies
The end of nights we tried to die

This is the end

https://www.youtube.com/watch?v=VScSEXRwUqQ

 

 

 

 

Qual è il significato delle balene nell’arte cristiana?

 

Jim Haberman | The University of North Carolina at Chapel Hill

 

Daniel R. Esparza | Nov 05, 2019

Spoiler: non riguarda solo Giona

Gli artisti italiani del Rinascimento non avevano particolare familiarità con l’aspetto e le abitudini delle balene. Identificare il mostro marino biblico della storia di Giona era spesso difficile. A volte la ritenevano una sorta di drago marino, di pesce gigantesco o anche di delfino mostruoso, e quindi la maggior parte delle rappresentazioni delle balene nell’arte rinascimentale (e medievale) non era molto fedele. Spesso troviamo delle balene con grandi zanne, proboscidi come quelle degli elefanti o addirittura corni.

Ad ogni modo, il fatto che la narrazione biblica affermi che Giona venne ingoiato da una balena venendone rigettato tre giorni dopo veniva sempre letto in modo allegorico, richiamando Cristo nel sepolcro e la sua resurrezione dopo tre giorni. In questo senso, le balene rappresentavano sia la morte che la speranza della resurrezione nella vita eterna.

Come accade spesso, però, la Bibbia non era l’unica fonte di ispirazione a cui ricorrevano gli artisti cristiani.

Secondo il classico di George Ferguson Signs and Symbols in Christian Art, le leggende antiche raccontavano storie di marinai che confondevano il grande corpo di una balena con un’isola. Le navi

Continua qui:

https://it.aleteia.org/2019/11/05/significato-delle-balene-nellarte-cristiana/?utm_campaign=NL_it&utm_source=daily_newsletter&utm_medium=mail&utm_content=NL_it

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

LA CHIESA, BERGOGLIO, SALVINI E IL CARDINALE

Mauro Mellini – 06.11.2019

 

 

Da tempo mi capita di domandarmi se la Chiesa di Papa Bergoglio sia la stessa di quella dei suoi predecessori, di quella di Pio XII, di Pio X, di Benedetto XVI, di Pio IX, di Leone XII etc. etc. Tutti con la loro dose di infallibilità che li avrebbe assistiti proclamando come dogmi tutto ed il contrario di tutto.

Non è che io logori il mio già abbastanza esaurito cervello per cercare la soluzione del problema dell’infallibilità degli opposti. Fatti loro. E per me sono una questione di scena. Tanto una cosa è certa: se c’è questa perentoria e contraddittoria infallibilità, basterà evocare il contrario dei miei pensieri ed eccone l’esempio.

Ma le cose si complicano. Ora viene fuori che ad essere, se non “infallibile”, ma Cristiano Cattolico Apostolico Romano figlio prediletto o quasi della Chiesa è o sarà presto Matteo Salvini. Non lo ha detto Salvini stesso, non lo ha detto nemmeno il suo padrino Berlusconi.

Lo ha detto un Cardinale di Santa Romana Chiesa, uno che molto ha contato e molto conta: Sua Eminenza il Cardinale Ruini.

Bisognerà tendere una mano a questo caro figliolo ha detto Sua Eminenza.

Ecco la risposta a chi si era permesso di criticare quell’andare a parlare ai comizi con il rosario, pronunziando giaculatorie e mandando casti bacetti verso il Cielo.

E’ cambiato Salvini o è cambiata la Chiesa?

Diciamo che il Papa non è più lo stesso e che Salvini ha molto dei capataz del Sud America con i quali Bergoglio era abituato ad usare la sua e l’altrui infallibilità.

Molti cattolici “cristianos viejos” come si diceva una volta in Ispagna e quindi dalle parti di Francesco, avranno in cuor loro protestato udendo di essere inquadrati nelle schiere del novello Goffredo di Buglione (BU …). E le proteste si sono fatte e si faranno sentire.

Zitti voi! Ne volete sapere più del Cardinale?

Chi sa come ci sarà rimasto l’altro Matteo, che giaculatorie e rosari li

Continua qui: http://www.lavalledeitempli.net/2019/11/06/la-chiesa-bergoglio-salvini-cardinale/

 

 

 

 

 

Tabaccaio cinese a Roma

Ruggiero Capone – 7 novembre 2019

Nella rapina a Roma è morto un malavitoso di lungo corso. In molti credono il tabaccaio cinese lo abbia disarmato con mosse d’arte marziale. Quindi rivolto l’arma verso l’aggressore, esplodendo il colpo ferale.

C’è solo una tecnica che potrebbe permettere il disarmo d’un avversario armato di pistola.

La difesa (che diventa attacco) parte con un veloce fendente di savate a mano aperta, per poi bloccare la mano armata con una leva di ju jtsu (l’arma non va sottratta bensì va rivolta verso l’aggressore che la impugna) contemporaneamente necessita far cadere il malintenzionato colpendone le ginocchia con un calcio.

È un combinato di tecniche estremo, che può concedersi solo l’esperto che quotidianamente s’allena su imprevisti da strada…non è roba da palestre confederate Coni.

E non è detto che vada a buon fine. Se ne deduce che il tabaccaio cinese è stato sia coraggioso che fortunato.

https://www.facebook.com/ruggiero.capone?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARDCKQgPSGmLWB59bLrI3Z2YxPA1OiKhkKLQ_JWETGx2G0ufic74w8qseViKtAUNbWFzH8ZrsB1hdfMI&hc_ref=ART6IzpJjJDYsNGW7d0xNEtpkQArAYDL9diP0nntz-0dWVS3MThb_zz5qrioo2P6_Pw&fref=nf

 

 

 

 

 

Difficile cammino di Roma capitale

www.donzelli.info

Quando si parla di Roma – come esempio per antonomasia di una realtà urbana complessa e stratificata, sintesi del difficile cammino delle metropoli in Europa e nel mondo – spesso si cade nella trappola dei luoghi comuni, della visione stantia di una città che non c’è più, dell’inconsapevolezza di come cambiano i cittadini e dove si spostano.

 

Oggi, nell’era della connettività universale, una volta che ci si è allontanati dai percorsi più battuti, a Roma si può avere la sensazione di fare un salto nel buio e, un po’ come accadeva ai navigatori del XV secolo (loro sì, per colpa di mappe inesatte), di imbattersi in nuove terre, piene di problemi ma anche di potenzialità.

 

Il volume – costruito come un percorso che si snoda attraverso una dettagliata serie di mappe a colori – traccia una geografia delle disuguaglianze tra i quartieri della capitale in un confronto inedito e prezioso con le altre tre principali città metropolitane italiane: Milano, Napoli e Torino. Gli autori, mossi da un grande rigore scientifico e da una forte passione civile, ci restituiscono la complessità sociale e spaziale della capitale, mostrandone le tante sfaccettature

 

Continua qui:

 

Il Libro: https://www.donzelli.it/libro/9788868439880

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Affidi Bibbiano, fine lavori commissione: “Organismo sano”, insorge il centrodestra

Per la Lega la relazione è “non completa e non esaustiva”. Fratelli d’Italia chiede più dati

Affidi Bibbiano, fine lavori commissione: “Organismo sano”, insorge il centrodestra

 

one. Le proposte della commissione tecnica, in sintesi, sono “migliorare l’omogeneità di intervento della rete che gestisce il sistema della tutela minorile, sostenere i professionisti e le famiglie affidatarie (anche attraverso la formazione), promuovere la figura dell’esperto giuridico e, infine, incoraggiare un autocontrollo sistematico che consenta di rilevare eventuali scostamenti degli standard”.

Nello specifico, sui fatti di Bibbiano Limonta ha spiegato che, pur aspettando gli esiti delle indagini giudiziarie, “risultano estranei e incompatibili con l’attuale impianto normativo vigente”.

“Mi si dice ciò che emerso dall’inchiesta è stato solo ‘un raffreddore’, un’espressione allucinante”, attacca Gabriele Delmonte della Lega. “Non potendo leggere la relazione- ha spiegato- ci basiamo su scarni titoli e dichiarazioni di intenti, spero che siate entrati più nel merito perchè da una commissione tecnica avrei voluto leggere risposte concrete

Continua qui: https://www.bolognatoday.it/cronaca/bibbiano-affidi-minori-relazione-regione.html

 

 

 

 

 

Bibbiano: organismo sano

Lisa Stanton – 6 novembre 2019

Sugli affidi sono finiti i lavori della commissione tecnica Regionale sui minori: “L’organismo è sano nonostante alcuni raffreddori”. Così Giuliano Limonta, presidente della commissione introdotta dalla giunta Bonaccini dopo i fatti di Bibbiano e la scottante inchiesta “Angeli e Demoni” sui reati commessi in Emilia e legati alle procedure di affido di minori.

Le elezioni sono alle porte e la parola d’ordine è sopire.

Non si era espresso diversamente il Presidente del Tribunale di Bologna qualche mese fa, quando a seguito di un’indagine interna aveva assicurato che il sistema giudiziario sugli affidi aveva lavorato bene e verificato poche irregolarità.
Intanto, nonostante il giudizio del Tribunale e della Commissione a guida PD-5stelle, in questi mesi un centinaio di bambini sottratti e non ancora scomparsi sono stati restituiti ai propri genitori.
Mi aspetto che tra un paio d’anni, nel silenzio generale, vengano archiviate anche le indagini.
Se non ci sarà una dura contestazione popolare nella regione ancor prima del voto, gli emiliani si saranno meritati una plastictax tale da mettere in ginocchio un settore industriale florido in E.R.

https://www.facebook.com/lisa.stanton111?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARC-DdIGf3vffkp2ClrkooHdcypfhdCQZYCWZTI3dAnMXz3QGO5jk3w4JqK5L70i9vzB-TAUX7KFx9z_&hc_ref=ARSVeWkPvX5hHfzOqJblzNxpBkswqdvajeCBY8iYsATr2JwJ-tnQh1_JMJeugf6oESU&fref=nf

 

 

 

 

 

 

Ma quale razzismo: serve una Commissione straordinaria sulla povertà

Cristianp Puglisi – 4 novembre 2019

Secondo un rilevamento dell’Eurostat in Italia il 30% dei cittadini disabili con limitazioni funzionali è a rischio povertà. Ma, nel belpaese, anche i bambini non se la passano bene: secondo dati di Save the Children negli ultimi dieci anni il numero dei minori in condizioni di povertà assoluta è triplicato, raggiungendo quota 1,2 milioni e passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018. E i loro genitori? Anche per loro la situazione è tutt’altro che florida. Stando a una recente indagine in Italia il 12% dei lavoratori è a rischio indigenza: cioè una persona su sette, contro una media europea del 9,4%. In base ai dati dell’ultimo rapporto dell’INPS, inoltre, 4,3 milioni di rapporti di lavoro su 14 milioni, vale a dire il 28%, prevedono una retribuzione oraria inferiore ai nove euro lordi, al di sotto delle soglie minime.

Una situazione, quella della povertà in Italia, che ormai oltre dieci anni dallo scoppio della grande crisi non riguarda più solo le aree colpite da problematiche croniche: anche nella ricca Milano sta dilagando il malessere economico, come testimonia anche il rapporto “La povertà nella Diocesi ambrosiana” dell’Osservatorio diocesano. Gli assistiti con cittadinanza italiana, spesso persone con un impiego e una vita sociale apparentemente normale, continuano ad aumentare.

IMPIEGATI, PADRI SEPARATI, GIOVANI: LA MISERIA DIFFUSA DI UN PAESE CHE FA FINTA DI NULLA

La miseria, dunque, nella crisi fattasi sistema, è ovunque e non più solo nelle sacche di marginalità: è nei volti tirati degli impiegati che non riescono, con il loro stipendio, a far fronte alle spese quotidiane; è nella disperazione dei padri separati e delle mamme sole che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena; è nella disillusione dei giovani e meno giovani cronicamente disoccupati e costretti a vivere da mantenuti alle spalle dei propri genitori, umiliati e feriti nello spirito e nella mente. La povertà, pur se celata dal velo di dignità della ormai ex classe media, pur se nascosta con vergogna dietro le porte di appartamenti residenziali e villette in cui, un tempo, regnava il benessere, è condizione ormai acquisita e diffusa in un’Italia sempre meno solidale e sempre più egoista. Un’Italia in cui addirittura il mettere al mondo un figlio è diventata la seconda causa di impoverimento.

Solo qualche anno fa questa situazione sarebbe stata considerata folle. Oggi è quasi la normalità. Perché, bisogna ammetterlo, la persistenza di quella che viene ancora chiamata “crisi” ha piegato la voglia di reagire degli italiani, che sembrano voler andare avanti facendo finta di nulla. Fingendo che la miseria che li ha investiti, in realtà, non

Continua qui: http://blog.ilgiornale.it/puglisi/2019/11/04/ma-quale-razzismo-serve-una-commissione-straordinaria-sulla-poverta/

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

IL CAPO DI BLACKWATER COMPRA DITTA DI ARMAMENTO UCRAINA

Maurizio Blondet  7 Novembre 2019

La  “Motor Sich” è  una impresa ucraina  che fabbrica motori  per aerei ed elicotteri,  oltre che installazioni  per turbine a gas.  Residuato sovietico  di quando aveva come cliente Mosca, la Motor Sich è definita “strategica” dal neo-presidente ucraino Zelensky. Ovviamente  l’importante azienda è  finanziariamente al collasso.

Adesso si è fatto avanti un compratore importante:  l’americano Eric Prince.  Il  nome dovrebbe  dirci qualcosa: Prince  è il padrone  della più grande e  famigerata ditta di mercenari al mondo,  un tempo nota come Blackwater (oggi “Academi”) , i cui dipendenti  – usati al tempo che scorte per  i funzionari del Dipartimento di Stato nell’Irak occupato  – si macchiarono di delitti  contro l’umanità,   massacrando civili per divertimento, il 16 settembre 2007..

 

I civili massacrati da Blackwater (16 settembre 2007)

 

https://www.brookings.edu/articles/the-dark-truth-about-blackwater/

Più  recentemente, aprile 2019,  Eric  Prince ha proposto a finanziatori e  politici, fra cui ricchi venezuelano esiliati, un piano per   uccidere  il dittatore del Venezuela Maduro, mettendo insieme un corpo di 5 mila mercenari.

Ora Prince vuol comprare la Motor Sich  ucraina, ufficialmente per sottrarla alla Cina, interessata all’acquisto. Si  è fatto avanti quasi ufficialmente su mandato di Trump, di cui  – apprendiamo – è ascoltatissimo consigliere-ombra. Del resto sua sorella, Betsy DeVos,  l’attuale ministra della Pubblica Istruzione che Trump s’è scelta.

La quale Betsy  è moglie di Dick DeVos, erede delle fortune di Amway, una mega-ditta di vendite dirette (prodotti Avon, Herbalife eccetera) che ha  profitti sui 9 miliardi di dollari.  Con questo matrimonio, si sono unite “le potenze finanziarie della destra religiosa americana radicale” (Jeremy Scahill) , da cui viene  anche Erik Prince, di

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/il-capo-di-blackwater-compra-ditta-di-armamento-ucraina/

 

 

 

 

 

CULTURA

ENNIO FLAIANO, I FASCISTI E GLI ANTIFASCISTI SEDICENTI

di Gustavo Micheletti04 novembre 2019

 

Ennio Flaiano

 

Ci sono due modi d’intendere il significato del termine fascista: in senso proprio, è chi ha fatto parte di un movimento o di un partito politico che è stato attivo in Italia dal 1919 al 1945, o di altri partiti che si sono, anche successivamente, ad esso dichiaratamente e fondatamente ispirati. In senso esteso, chi si comporta e pensa di avere diritti che non è disposto a riconoscere agli altri, di poter esercitare sul prossimo prepotenze o soprusi, anche mentre guida, nonché varie forme di violenza per ridurlo in una condizione di sottomissione.

Nella prima accezione è abbastanza semplice riconoscere coloro che meritano tale appellativo, dato che sono essi stessi a fornire buoni motivi per farsi riconoscere, autoproclamandosi tali. Nella seconda accezione non è sempre altrettanto facile. I fascisti in senso esteso sono infatti presenti nella società in modo trasversale, attraversano vari gruppi e classi, si mimetizzano in genere piuttosto bene tra gli altri cittadini e talora s’indignano se vengono apostrofati con un simile appellativo.

Non necessariamente i fascisti in senso esteso si proclamano tali in senso proprio; così come chi si autoproclama fascista in senso proprio non necessariamente lo è anche in senso esteso. A volte quelli propriamente detti sono solo nostalgici d’un’età svanita, altre volte persone che semplicemente non riescono a digerire alcuni aspetti dell’epoca in cui vivono, oppure una specie di mitomani un po’ rancorosi, che non hanno tuttavia necessariamente quelle prerogative caratteriali e morali che contraddistinguono invece i fascisti in senso esteso. Questi, pur identificandosi talora con i fascisti in senso proprio, sono reperibili in tutti gli schieramenti ideologici e politici, persino tra coloro che si autoproclamano antifascisti.

Del resto, qualsiasi autoproclamazione può sollevare legittime perplessità. Così come non possiamo fidarci a priori di chi si autoproclama intelligente, o buono, o onesto, ed anzi quest’atteggiamento può indurci a una certa fondata diffidenza, per le stesse ragioni non possiamo fidarci di chi si autoproclama fascista o antifascista. Così come chi si proclama fascista potrebbe infatti esserlo in uno dei due sensi, ma non nell’altro, perché ci sono fascisti in senso proprio che non lo sono tuttavia in senso esteso, e viceversa; allo stesso modo non è infrequente imbattersi in antifascisti in senso proprio che non lo sono tuttavia in senso esteso, o viceversa, anche se quest’ultimo caso è decisamente più raro.

Quando Mino Maccari disse al suo amico Ennio Flaiano la famosa frase: “i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”, utilizzò la prima ricorrenza del termine fascisti in senso esteso, e la seconda, accoppiandola con gli antifascisti, in senso proprio. Il paradosso apparente che ne scaturì doveva probabilmente alludere all’irrilevanza di simili autoproclamazioni. Flaiano, per non averla mai rinnegata, quella frase finì poi per vedersela attribuita, e dato che ne

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http://opinione.it/cultura/2019/11/04/gustavo-micheletti_fascista-antifascista-ennio-flaiano-mino-maccari-social-network-valori-liberali/

 

 

 

Nuevos escolios a un texto implícito I

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Di Nicolás Gómez Dávila

 

«Il pensiero reazionario irrompe nella storia come grido ammonitorio della libertà concreta, come spasmo d’angoscia di fronte al dispotismo illimitato a cui giunge chi si ubriaca della libertà astratta».

Pubblicati in originale nel 1986, quasi dieci anni dopo gli Escolios a un texto implícito, i Nuevos escolios, anch’essi composti da due tomi, in grande continuità con gli scritti precedenti toccano un’ampia varietà di temi filosofici e teologici così come questioni di letteratura, arte ed estetica, costituendo un’opera letteraria che privilegia lo stile e il tono.

Al centro della serrata critica gomezdaviliana troviamo ancora la modernità, il progresso, la Chiesa postconciliare, il mondo accademico e le derive gnostiche del pensiero. Sempre presente è l’avversione per la democrazia: «un’ingenuità se non fosse la maschera di una bestemmia».

Avversione che, in questi tempi di vuote retoriche e spudorati populismi, rimane attuale: «avere ragione, secondo il democratico, significa gridare con il coro più nutrito». Ma quelle di Gómez Dávila non sono lezioni di vita, né tantomeno valutazioni morali sui comportamenti umani. I suoi aforismi si avvicinano di più al discorso artistico-poetico che non al discorso morale, a una filosofia come “estetica dell’esistenza”. Cercare l’unità del suo pensiero così come tentare di individuare una coerenza sistematica, sono sforzi inutili.

L’opera gomezdaviliana, sostiene Franco Volpi, «si presenta come un recinto chiuso: non esiste passo razionale o deduzione logica che serva ad entrare. L’unica maniera di farlo è lanciarsi al suo interno. Comprendere, in questo caso, è davvero una questione di empatia».

Traduzione di Loris Pasinato
Introduzione di Alfredo Abad
Postfazione di Gloria Gasparin

pagine:150
anno:2019

 

https://www.gogedizioni.it/prodotto/nuevos-escolios-a-un-texto-implicito/

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

ControTv, in diretta: Chiesa e Mazzucco aggirano YouTube

Scritto il 04/11/19

 

Attenti a quei due: da anni sfidano il mainstream, smontando le sue leggende, e non hanno ancora smesso di impensierire il Grande Fratello. Tant’è vero che, non appena la nuova iniziativa è finita su una pagina Facebook con oltre 40.000 contatti, la segnalazione è stata trasmessa in automatico solo a 9.000 follower. Già si annusano guai in vista, ipotizza Massimo Mazzucco, titolare della pagina stranamente “filtrata”: il mitico algoritmo di Zuckerberg sospetta che il suo nome, unito a quello di Giulietto Chiesa, possa essere sinonimo di grane? Del resto, quello è il sistema che dispensa sonni tranquilli al cittadino, magari invitandolo a rifugiarsi nel politically correct come nel caso del polverone attorno alla commissione Liliana Segre. Sacrosanto condannare chi insulta i reduci della Shoah, beninteso: purché questo poi non venga usato per silenziare chiunque la pensi diversamente, sui temi più disparati. «Vale anche per il revisionismo: un conto è oltraggiare i reduci, un altro è avere idee differenti sulla storia. Proibirle non è forse contrario alla libertà di parola tutelata dalla Costituzione?». E poi: «Perché la versione ufficiale dovrebbe essere obbligatoria solo per la Shoah, di cui si stabilisce il numero di vittime senza mai interrogarsi sulle vere cause del nazismo e sui sostenitori occulti di Hitler?». A quel punto, dice Mazzucco, si emani una verità ufficiale su ogni altro tema, e buonanotte a tutti.

Mala tempora currunt? Ragione in più per accedere a un’altra verità, magari trasmessa in diretta e neppure su YouTube, strumento che soffre della stessa “sindrome da bavaglio” che affligge Facebook. Si chiama “Contro.tv” l’emittente-pirata che Mazzucco sta mettendo in piedi, insieme a Giulietto Chiesa. Missione: creare una smart-tv che trasmetta in diretta, dando la sua versione dei fatti. Tra i primissimi test, in questa fase ancora sperimentale (in chiaro, accessibile a tutti), una puntata sulla presunta uccisione di Al-Baghdadi in Siria: fotocopia dell’altra spettacolare esecuzione, quella di Bin Laden nel 2011, in realtà morto dieci anni prima, secondo fonti attendibilissime. La scommessa? Fare il controcanto al mainstream televisivo, in tempo reale. “Contro Tv” è una piattaforma in web-streaming libera e aperta a tutti. Attenzione: «Funziona con una tecnologia che ci protegge dalla censura dei grandi distributori (Youtube, Facebook)». Il cantiere è avviato, presto funzionerà regolarmente. Ci si deve iscrivere, certo, ma il costo è simbolico: 1 euro al mese. Si ha diritto a ricevere la diretta in streaming, a rivedere le trasmissioni, a partecipare alla chat “live”. Servizio completo, agli abbonati, con anteprime in esclusiva. Chi vuole, può fare anche di più: per i supporter, 3 euro al mese oppure 36 all’anno. Tutta la verità, al prezzo di una pizza. Minimo sforzo, per evitare la pubblicità e la censura dei grandi broadcaster web.

Le prime avvisaglie, in Italia, si ebbero con il video-blog “ByoBlu” di Claudio Messora, di punto in bianco escluso dalla mini-pubblicità distribuita da Google. Ora siamo al dilagare del bavaglio: il nuovo “sport” di Facebook consiste nell’oscurare pagine che non gli piacciono (ieri quelle di CasaPound e Vox Italia, domani chissà). Impegnato ogni sabato in video-chat su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, Mazzucco confida: la libertà oggi garantita dal web era inimmaginabile, prima del Duemila. Finalmente, tutti possono dire quello che vogliono. E dato che non è possibile far tacere miliardi di persone, il gioco diventa: imporre loro un pensiero unico. In Italia, sono diventati milioni gli esponenti dell’area civica “critica”, cittadini che ormai usano solo il web per informarsi. Per contro, il 90% dei social media è invaso da foto delle vacanze e video di simpatici gattini. Il social network più amato dagli italiani è YouTube: ed ecco che, puntualmente, Google scoraggia la diffusione dei video più scomodi. Tanto vale, allora, crearsi una propria applicazione alternativa e indipendente: è quello che hanno pensato,Mazzucco e Chiesa, nel varare il progetto “Contro Tv”. Idea ambiziosa, certo, anche perché a farla da padrone è proprio YouTube: il video-social

 

Continua qui: https://www.libreidee.org/2019/11/controtv-in-diretta-chiesa-e-mazzucco-aggirano-youtube/

 

 

 

 

 

DIRITTI UMANI

Oltre Bibbiano: il Sistema che attraversa l’Italia e le Famiglie
Le Riforme possibili

8 novembre 2019, ore 9.00 – 17.00
presso l’Ambasciatori Palace Hotel, Via Veneto, 62 – Roma

 

Cosa sono gli Stati Generali sulla Tutela dei Minori?

Vincenza Palmieri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare: «Una pietra miliare nel cammino per promuovere concrete Tutele e Garanzie per i Diritti delle Famiglie e dei Minori. Un momento e un luogo per far Rete, tra tutti coloro che hanno l’interesse massimo sull’argomento. Ma soprattutto uno spazio necessario che ci dobbiamo concedere, perché ne hanno bisogno la nostra intelligenza e la nostra emozione: un’indispensabile chiamata a raccolta di tutti noi che abbiamo qualcosa da dire al riguardo. Dopo 20 anni di lavoro e di bambini di cui ci siamo presi cura, è fondamentale.

Non esiste evento più urgente di questo: basti pensare alle decine e decine di Associazioni che hanno aderito all’iniziativa, oltre a quanti l’hanno patrocinata e sostenuta. Soprattutto è urgentissimo per le migliaia di bambini che chiedono, inascoltati, giustizia.

Va benissimo quello che sta accadendo in questo momento in Italia: manifestazioni di piazza, convegni, articoli, pubblicazioni, trasmissioni televisive e radiofoniche; e ne vogliamo ancora di più. Tutto ciò che sta accadendo in questi mesi è entusiasmante, interessante; e la parola d’ordine deve essere #ancoradipiù. Ma – oltre a persistere – deve portare ad una svolta».

Gli Stati Generali, allora, sono diventati un momento di coalizione, più forte di ogni Governo. Tra i tecnici, gli operatori, gli esperti, i giornalisti, le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni, i genitori.

Come già più volte affermato, la questione va ben oltre Bibbiano e ben oltre l’oggi.

Quando parliamo di Bibbiano, di abuso diagnostico, di filiera, in realtà stiamo parlando di Garanzie per i Minori inesistenti. I Garanti per l’Infanzia e l’Adolescenza sono silenti, i Governi non legiferano, le forze politiche si attaccano reciprocamente e ne hanno fatto una questione di partito.

500.000 bambini affidati ai Servizi Sociali non abitano certo tutti a Bibbiano.

50.000 fuori famiglia, 450.000 attraversano “la Filiera” muovendo gran parte del mercato economico nazionale.

È il mondo parallelo della Giustizia Italiana. Dove povertà, non conoscenza, impotenza, isolamento e paura si perdono nelle commistioni di potere.

Gli Stati Generali, dunque, non sono solo un convegno, ma l’occasione per essere presenti tra coloro che hanno l’interesse massimo nella Tutela dei Minori e l’autorevolezza, l’esperienza per poter dire qualcosa al riguardo.

All’evento, infatti, insieme alla Presidente Vincenza Palmieri, parteciperanno tra gli altri: il Presidente Anpef (Associazione Nazionale Pedagogisti Familiari) Pierluigi Bonici, l’Avvocato Francesco Miraglia, l’Avvocato Francesco Morcavallo, l’Avvocato Carlo Taormina, il giornalista de “La Verità” Francesco Borgonovo, la Senatrice Enza Blundo, la Consulente Onu Daniela Salvati, il Presidente Upf Italia (Federazione Universale per la Pace) Carlo Zonato, il Presidente della Fidu (Federazione Italiana Diritti Umani) Antonio Stango, il Vice Presidente Nazionale Moige (Movimento Italiano Genitori) Elisabetta Scala, il Giudice Onorario Prof.ssa Stefania Petrera e la Vice Presidente Wfwp (Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo) Maria Gabriella Mieli.

Oltre ai relatori, porteranno la loro testimonianza alcune famiglie che sono state attraversate dal “sistema“.

Al termine, previsto per le ore 17.00, sarà possibile attardarsi oltre la conclusione dell’evento per le numerose interviste previste e programmate, nonché per i meeting con le Associazioni aderenti e le Famiglie.

Quest’ultime porteranno con sé i dossier della propria storia di genitori e figli strappati, che saranno raccolti dai Pedagogisti Familiari e rappresenteranno la testimonianza da portare all’attenzione di Legislatori e Governi, non solo dei Media.

«Gli Stati Generali – conclude la Prof.ssa Palmieri – non vogliono essere un punto di arrivo ma un fondamentale punto di raccordo per continuare a progettare Tutele e Garanzie per i Minori: un momento in cui, dopo aver vissuto in questi mesi la denuncia, la rabbia e la piazza, i “Generali” dei Diritti Umani possano, nell’unione, essere istituzionalmente incisivi e risolutivi.

Perché le sottrazioni – la violenza più grande che si possa infliggere ad una famiglia e ad un bambino – non possono essere parte di uno Stato e una Costituzione basati sul lavoro e sulla Famiglia».

Info e accreditamento: ufficiostampa.inpef@gmail.com Tel. 06-5811057 Cell. 329 9833862

 

https://www.imolaoggi.it/2019/11/05/stati-generali-sulla-tutela-dei-minori-roma-8-novembre/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“DISTRUGGERE LA RAZZA BIANCA” (sue conseguenze)

Maurizio Blondet  6 Novembre 2019  145 commenti

Un manifestino in giro per la città con la scritta: “Essere bianchi è OK”: qualche congiurato l’ha incollato. La polizia di Oklahoma City sta cercando il colpevole, passibile di crimine d’odio.

Troppo tardi dunque il canadese Christopher Dummitt, professore associato di storia presso la Trent University di Peterborough, autore di in fluentissimi saggi con cui “dimostrava” che i sessi, come le razze, non hanno nulla di biologico ma sono “costrutti culturali”  –  confessa che le sue teorie erano dettate da ideologia e politicamente corretto e senza fondamento scientifico.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/studioso-gender-ammette-mi-sono-inventato-tutto-1779566.html

Troppo tardi. Ormai non sono più “gli attivisti” fanatici delle università e snowflakes ad adottare l’idea che “dire  che il sesso è una realtà biologica è crimine d’odio”, perché discrimina i trans. Ormai è la polizia che bracca chi, clandestinamente, sostiene che non c’è niente di male ad essere bianchi. Ciò equivale a odiare i negri, a farli sentire inferiori. Ormai l’aberrazione ideologica è diventata “ordine costituito”.

Non si è infatti pentito Noel Ignatiev, il teorico di questa ideologia: anche la  razza (ancor più del sesso)  non  è biologica, ma un “costrutto culturale”: Ignatiev ha scritto un libro famoso – Come gli  irlandesi sono diventati bianchi  –   in cui “dimostra” come gli immigrati irlandesi, dapprima non accettati  come “bianchi” dagli americani  wasp –  lo sono “diventati”  mettendosi a fare violenze ai poveri negri e  sostenendo la schiavitù. In tal modo gli irlandesi sono  stati

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ECONOMIA

Sapelli: salvare l’Ilva, è il nostro ultimo gioiello strategico

Scritto il 07/11/19

Secondo una scuola di economisti neoliberali, non abbiamo più bisogno delle produzioni nazionali, perché l’acciaio si può acquistare, come qualsiasi altra commodity, sul mercato internazionale. Questa posizione sottovaluta però un fattore importante. L’acciaio è una materia prima lavorata, con differenti gradi di perfezione. Grazie al lascito della grande industria siderurgica nazionale di proprietà pubblica, gli acciai piani di Taranto sono di altissima qualità, tra i migliori al mondo. E in un paese caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese, questi sono venduti per circa il 70% a copertura del fabbisogno nazionale. Di fatto le imprese metallurgiche, meccaniche e affini italiane possono acquistare questo acciaio di altissima qualità a un prezzo inferiore rispetto a quello dell’oligopolio internazionale. Quindi la chiusura dell’ultimo impianto a ciclo integrato rimasto in Italia sarebbe oltremodo grave: verrebbe meno uno dei pochi fattori che consentino alla nostra piccola e media impresa di resistere.

Trovare una soluzione è molto difficile, anche perché il problema dell’ex Ilva risale nel tempo. Abbiamo visto avvicendarsi sentenze e provvedimenti con una lettura della responsabilità giuridica delle imprese che, se nel diritto anglosassone comporta sanzioni, nel caso di Taranto (con l’interpretazione che si è data del decreto legislativo 231 del 2001) ha comportato l’esproprio senza alcun processo degli stabilimenti che erano stati acquisiti dalla famiglia Riva e i sequestri di parte della produzione al posto delle multe. Tutto questo ha poi portato a quel provvedimento, certamente inconsueto in uno Stato di diritto, noto come “scudo penale” per Arcelor Mittal, in cambio delle bonifiche ambientali e dei necessari cambiamenti alla produzione. Il tira e molla su questo provvedimento, che ha avuto come protagonisti i 5 Stelle, ora ha indotto il gruppo franco-indiano a prendere la decisione a tutti ormai nota. Non credo che Arcelor Mittal a quel punto abbia poi voglia rimettersi in campo, perché le sono state fatte delle promesse che non sono state mantenute.

Bisognerebbe trovare degli altri azionisti privati che subentrassero. Ho in mente per esempio Arvedi, che svolge le stesse produzioni utilizzando delle tecnologie che riducono altamente la possibilità di inquinamento. La

 

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Arcelor Mittal, ecco la bomba sociale e ambientale sull’ex Ilva

di Luigi Pereira

e colpe del governo? “Non disinnescare la bomba ambientale e unire una bomba sociale”. E’ questo il commento del segretario della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, sulla decisione del gruppo Arcelor Mittal sull’ex Ilva di Taranto

Arcelor Mittal InvestCo Italy lascia l’Italia. Impatto economico per il nostro Paese: meno 1,4% di Pil, ossia quanto pesa l’ex Ilva nella produzione industriale italiana.

L’azzeramento dell’Ilva comporta la perdita di 3,5 miliardi di Pil e di 1 miliardo di investimenti all’anno, ha calcolato il Sole 24 Ore.

Più di 10mila i posti di lavoro a rischio.

“Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare la bomba ambientale e unire una bomba sociale”. Così ha commentato il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli la decisione del gruppo Arcelor Mittal.

Ma che cosa ha deciso il gruppo sull’ex Ilva di Taranto?

Ha fatto sapere ai commissari straordinari dell’Ilva di voler rescindere l’accordo per l’acquisizione delle attività di Ilva Spa e delle controllate stabilito nell’intesa del 31 ottobre. Am ha chiesto ai commissari di assumersi la responsabilità delle attività Ilva e dei dipendenti a Taranto entro 30 giorni.

L’eliminazione dello scudo penale per gli ex manager e i provvedimenti del Tribunale di Taranto sono per la società tra le ragioni che giustificano il recesso.

Dopo un vertice con il premier Conte, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli (M5s), fa sapere che “il governo non consentirà la chiusura dell’Ilva”. A Mittal, che sarà convocata immediatamente, dirà che “non ci sono presupposti giuridici per il recesso dal contratto”.

“Il Contratto – ha affermato ArcelorMittal nel comunicato – prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere

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https://www.startmag.it/energia/arcelor-mittal-ecco-la-bomba-sociale-e-ambientale-sullex-ilva/?ct=t(RSS_EMAIL_CAMPAIGN)

 

 

 

La follia dell’austerità

Lorenzo Franzoni – 7 NOVEMBRE 2019

Le politiche di austerità stanno contraddistinguendo le scelte economiche globali da almeno un decennio a questa parte: tanto da parte dei Paesi avanzati, quando da parte di quelli in via di sviluppo. Spesso, su suggerimento di istituti internazionali operanti nel settore finanziario: fra questi, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale ed altri protagonisti.

Questi medesimi protagonisti del panorama economico hanno sovente spinto, attraverso prestiti e consulenze, numerosi Stati ad intraprendere dei percorsi da loro medesimi studiati ed architettati. Itinerari che hanno contemplato riduzione del debito pubblico, progressivo smantellamento dello Stato sociale (col fine del risparmio erariale e dell’avanzo di bilancio), privatizzazioni del settore statale (puntando sulla competitività aziendale, sulla logica mercantilista dell’esportazione e così via).

Tuttavia, considerando il lasso di tempo principiato con la crisi dei mutui sub-prime negli Stati Uniti, nel 2007-2008, ed il successivo allargamento delle maglie della crisi stessa a tutto il mondo, l’austerità non ha svolto una funzione benefica, laddove esercitata. Un’evidenza politicamente difficile da ammettere, per ovvie ragioni, ma culturalmente dibattuta. Recentemente, un long read su “Project Syndacate” a firma di Isabel Ortiz (Columbia University, direttrice dell’Ilo e dell’Unicef) e Matthew Cummins (economista presso le Nazioni Unite e l’Unicef) ha nobilitato ulteriormente questa critica, a maggior ragione in quanto partente dai dati e dalle proiezioni del Fondo monetario internazionale. Ossia, da uno di quegli istituti che ha promosso le succitate inefficaci politiche economiche. Tuttavia, occorre in questo senso fare un piccolo passo indietro.

Il meeting di Fmi e Banca mondiale a Washington DC

Dal 14 al 20 ottobre 2019 si è tenuta presso la capitale degli Stati Uniti, Washington DC, la riunione annuale degli esperti e studiosi del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, i quali si erano già incontrati in primavera per una discussione di medesimo stampo. Questi meeting sono volti all’analisi dell’andamento economico globale, secondo gli strumenti ed i calcoli forniti da tali istituti: indi per cui, sono anche emblematici delle idee e delle azioni di politica economica che coloro che ne fanno parte considerano le più fruttifere ed applicabili.

Le conferenze, che sono proseguite per circa una settimana, hanno visto le relazioni di diversi nomi importanti: primo fra tutti, Gita Gopinath, capo economista del Fmi e portatrice, a nome dell’istituzione che rappresenta e per cui lavora, di una determinata visione economica. Una prospettiva, un orizzonte di senso che si radica nel paradigma liberista: l’infatuazione del Fondo per la riduzione del debito e per la competitività privatistica ne sono palesi estrinsecazioni. Non incidentalmente, la medesima Gopinath, nell’aprile del 2019, ha aspramente criticato la Modern Money [Monetary] Theory, contemplante maggiore intervento statale in economia, calmieramento finanziario da parte delle Banche centrali (magari con tassi di interesse negativi sul mercato azionario), deficit-spending, ri-definizione del debito pubblico, esercizio della politica monetaria e di cambio in sinergia con quella fiscale, ed altre misure di tal fatta. Misure non contemplabili dalla chief economist, perché

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https://it.insideover.com/economia/la-follia-dellausterita.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect

 

 

 

 

 

 

Il capolavoro Fca-Peugeot porta la firma di Marchionne

Massimo Bordin 5 11 2019

 

Oggi Riccardo Ruggeri sostiene su La Verità, che il capolavoro Fca-Peugeot porta la firma di #Marchionne anche se questo costerà la chiusura di TUTTI gli stabilimenti italiani nel medio-lungo periodo.

 

Quando Marchionne passò a miglior vita feci un post contro di lui che si distingueva in mezzo a lacrime ed elogi ovunque. La cosa mi spiacque perché molti che stimo scoprii in quella occasione essere grandi estimatori di Marchionne.

 

Io Marchione invece non lo stimavo manco per il cazzo, e direi che quest’ultima analisi me lo conferma in toto.

 

Mettetela giù come volete, ma non mi risulta che per salvare il brand i tedeschi ed i loro managers abbiano chiuso gli stabilimenti in Germania per trasferirli fuori. Che se ne vada a fare in culo Fca! Che me ne frega se il brand si salva? Le fiat mi facevano cagare il cazzo anche quando erano italiane, figuriamoci ora che le faranno operai americani e francesi.

 

Chi ha consentito a case come Ferrari e Lancia e Alfa di diventare Agnelli-Elkann andrebbe impiccato.

 

Spero di essere stato chiaro (segnalate questo post: c’è la parola “impiccato”. Quelli dell’odio, cioè i buoni, se la fanno nelle braghe dalla felicità a usare fb come una clava e a decontestualizzare ogni singola parola. Leggi: di fb non me ne frega nulla!!!)

 

https://www.facebook.com/1537779950/posts/10219729283012730/

 

 

 

 

 

QUESTO SEDICENTE “GOVERNO”

Gabriella Bartalena 6 11 2019

 

QUESTO SEDICENTE “GOVERNO” STA FACENDO SOLTANTO DANNI ANCHE CONTINUANDO GLI ERRORI DEL VECCHIO GOVERNO COME IL PAZZESCO REDDITO DI CITTADINANZA CONFUSO E PREMIANTE PER TROPPI MARIUOLI.

 

I COSTI PER LE ACCOGLIENZE SONO STRATOSFERICI, SOMMANO A CIRCA SETTE MILIARDI ANNUI, ANCHE LE PENSIONI A QUOTA 100 SEPPURE UMANAMENTE GIUSTE, APPREZZABILI, CONDIVISIBILI, SENZA MODIFICHE DI GRADUALITA’ CI STANNO DANNEGGIANDO, PER NON PARLARE DELLA PAZZESCA POLITICA INDUSTRIALE DOVE IL FUGGI-FUGGI DELLE DITTE È GIUNTO AL PAROSSISMO.

 

ANCORA PIU’ INCREDIBILE È

 

LA PRETESA DI FAR PAGARE TUTTI CON LE CARTE DI CREDITO QUANDO SAPPIAMO PERFETTAMENTE CHE BEN L’OTTANTA PER CENTO DELLA.GENTE NON LE HA.

 

I VECCHI SONO IL 50% APPENA APPENA SANNO USARE I VECCHI TELEFONINI, COME MAI NON SE NE RENDONO CONTO?

 

10 MILIONI DI VECCHI POVERETTI CON PENSIONCINE CONTRIBUTIVE CHE NON RAGGIUNGONO I 700 EURO MESE, VEDENDO   I REDDITI DI CITTADINANZA, LE SPESE PER GLI OSPITI MIGRANTI, LE SUPERPAGHE DI POLITICI, GIUDICI, DIRIGENTI, SINDACALISTI, SEMPRE DI PIU’ SI DISPERANO.

 

MA POI DOVER SUBIRE L’INGIURIA DELL’AUMENTO DI UN CENTESIMO AL GIORNO E’ IL COLMO.

CHE DIRE POI DEGLI OSPEDALI SVUOTATI DI PERSONALE CON LISTE DI ATTESA ANCHE DI ANNI PER SEMPLICI VISITE MENTRE AGLI OSPITI SI GARANTISCONO ANCHE LE PROTESI ODONTOIATRICHE OLTRE IL NON FARE FILE E USARE GRATIS I MEZZI PUBBLICI.

 

CHE PENSARE POI DEL FATTO CHE LO STATA PAGA I SUOI FORNITORI ANCHE DOPO DUE ANNI DALLE FORNITURE FACENDO FALLIRE I FORNITORI E TALVOLTA SPINGENDOLI A GESTI INSANI.

 

SE AGGIUNGIAMO UNA GIUSTIZIA LENTISSIMA E INCOMPRENSIBILE, NON CI POSSIAMO STUPIRE SE LA GENTE TENTA VIE NUOVE PER SFUGGIRE A QUESTA VERA E PROPRIA TRAPPOLA.

 

SE POI PENSATE CHE AMAZON ULTRAMILIARDARIA PAGA 160.000 EURO L’ANNO DI TASSE E UN POVERO OPERAIO A BASSA RETRIBUZIONE NE PAGA IN MEDIA 8.000 (RITENUTE) CADONO LE BRACCIA DEL TUTTO.

 

AGGIUNGETE CHE I GIOVANI CHE NON HANNO SANTI IN PARADISO NON TROVANO UNO STRACCIO DI LAVORO E GLI TOCCA SCAPPARE ALL’ESTERO, MENTRE TANTI MIGRANTI VENGONO SFRUTTATI IN LAVORI AL NERO PAGATI TRE O QUATTRO EURO, OPPURE VANNO NELLE COOP CHE GLI DANNO QUATTRO SOLDI MA ALMENO HANNO L’I.N.A.L. E L’I.N.P.S. MENTRE GLI OSPITI NON REGISTRATI PERCHE’ IGNOTI AI CONTROLLORI SONO ANCORA PIU’ MALTRATTATI DALLA SITUAZIONE E DAGLI SPECULATORI.

 

NON È CHE TUTTE LE COLPE SIANO DI QUESTO ULTIMO GOVERNO, PERO’ LORO NON CE LA FARANNO MAI E POI MAI AD USCIRE FUORI DAL FANGO. ILVA, ALITALIA, POZZI SENZA FONDO FAREBBERO SCAPPARE ANCHE RE MIDA CHE TUTTO CIO’ CHE TOCCAVA DIVENTAVA ORO. IN ITALIA AL CONTRARIO DIVENTA CACCA ANCHE L’ORO ZECCHINO CON QUESTO MODO DI GESTIRLA.

 

LA GENTE LO VEDE, LO CAPISCE, OGNI GIORNO ANDIAMO SEMPRE PEGGIO.

 

https://www.facebook.com/100037431454838/posts/149113656346349/

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Unicredit dice addio a Mediobanca: venduto sul mercato l’8,4%

Decisione in linea “con la strategia di cessione degli asset non strategici”. Leonardo Del Vecchio diventa il primo azionista di Piazzetta Cuccia

Luca Sablone – Mer, 06/11/2019 – 21:43

Unicredit vende sul mercato l’intera quota dell’8,4% che detiene in Mediobanca: stando ai prezzi attuali in Borsa, il valore totale sarebbe di circa 800 milioni di euro.

Considerando la chiusura del titolo a Piazza Affari a 10,78 euro per azione, l’incasso dovrebbe essere tra i 785 e gli 805 milioni; la plusvalenza lorda dovrebbe attestarsi attorno ai 50 milioni di euro sulla base del valore per azione detenuta a bilancio 2018 (pari a 9,89 euro per azione). Leonardo Del Vecchio diventerà così il primo azionista di Piazzetta Cuccia. A questo punto non è assolutamente da escludere una mossa da parte della Delfin, fino a oggi secondo maggior azionista subito dopo Unicredit, che potrebbe acquistare la quota lasciata sul mercato da Mustier per arrivare al 20% della quota azionaria di Mediobanca. Tra i principali soci di Mediobanca si segnalano Mediolanum con il 3,3%, Edizione (famiglia Benetton) con il 2,1%, Fin.Priv con l’1,6% e Fininvest 1%.

La decisione

In una nota diramata dall’istituto guidato dal manager francese Jean Pierre Mustier, si legge che la decisione è “in linea con la strategia di cessione degli asset non strategici“. Unicredit ha tenuto a precisare di “essere impegnata nel sostengno dell’economia reale dei suoi diversi mercati” e contestualmente che “i ricavati della vendita saranno reinvestiti nello sviluppo delle attività dei propri clienti“.

Negli ultimi tre mesi ha guadagnato poco meno del 25% e nell’ultimo

 

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Ecco la scomoda verità sul fallimento del Banco di Napoli

24, novembre, 2018

 

Un interessante articolo che ci fa capire bene le dinamiche della spoliazione del banco di Napoli, ad opera di uomini che si credeva pilastri delle istituzioni. Queste notizie non passano attraverso i TG nazionali, sarebbe un terremoto politico, e nemmeno nei salotti pomeridiani delle stesse reti, quelli devono solo mantenere la giusta distrazione delle masse con i gossip di pseudo artisti della stessa TV. Buona lettura. di PROFONDO SUD di G. Cervero – 18 giugno 2017

 

Ciampi, Fazio, Draghi

 

ABCnews, proseguendo nella sua inchiesta sugli abusi che lo stato cosiddetto italiano perpetra criminalmente ai danni di Napoli e del Sud da 154 anni a tutt’oggi, si occupa ora di un fatto particolarmente ignobile

Cioè del modo delittuoso con cui il Banco di Napoli, di gran lunga la più importante banca del Mezzogiorno e storicamente il primo istituto bancario sorto nella penisola (dal 1463) è stato recentemente sottratto Vediamolo dunque, scusandoci per l’esposizione spesso necessariamente tecnica e charte proprio dall’origine dell’affaireal Sud con danno particolarmente grave per questo terrritorio e la sua popolazione.

I crediti falsamente “inesigibili”…

Intorno al 1980 la Cassa per il Mezzogiorno, nel quadro dei suoi programmi per il Sud, ebbe ad assegnare a numerose aziende vari lavori, impegnandosi a versare loro i corrispondenti finanziamenti.

E in questo quadro chiese al Banco di Napoli di anticipare intanto a dette aziende quei fondi, come prestiti che sarebbero stati rimborsati appena la Cassa per il Mezzogiorno avrebbe loro versato materialmente quei finanziamenti.

E in effetti il Banco di Napoli erogò a quelle imprese circa 7 miliardi di lire con pressoché 40.000 pratiche creditizie.

Sennonché il 6 agosto 1984 la Cassa per il Mezzogiorno, come per caso, venne soppressa di colpo con decreto del presidente della repubblica dell’epoca, Sandro Pertini…

Sicché non poté erogare a quelle aziende i fondi che aveva loro garantito, e che erano stati intanto anticipati dal Banco di Napoli come prestiti.

Quelle aziende si vennero quindi a trovare nella situazione di dover rimborsare al Banco di Napoli quei crediti coi propri mezzi.

E al riguardo l’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e il ministro del tesoro Carlo Azeglio Ciampi espressero la convinzione che quelle aziende non erano in grado di rimborsarli, per cui li dichiararono senz’altro “crediti inesigibili”.

E in base a questa dichiarazione – che era in realtà del tutto falsa poiché

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IMMIGRAZIONI

I servizi segreti tedeschi interrogano i migranti in Italia

Roberto Vivaldelli
6 novembre 2019

Altro che accoglienza indiscriminata e porti aperti. La Germania continua a condurre interrogatori sui migranti in Italia e a Malta. Come conferma il ministro dell’Interno tedesco, rispondendo a un’interrogazione presentata dalla Linke, i servizi segreti interni tedeschi, insieme ad alcuni agenti di polizia, continuano a recarsi in Italia e a Malta su ordine di Berlino al fine di interrogare i migranti che sbarcano sulle nostre coste. “L’obiettivo – riporta Agenzia Nova, che cita l’interrogazione del ministro del governo di Angela Merkel –  è valutare la sussistenza di possibili rischi di spionaggio o estremismo nel quadro dell’autorizzazione di sicurezza obbligatoria, prerequisito per l’avvio di una procedura di asilo in Germania”.

Secondo quando riferito dal ministro Horst Seehofer, gli interrogatori si baserebbero sul regolamento di Dublino. Gli agenti della BfV e della polizia tedesca si sarebbero presentati come impiegati del governo tedesco nei nostri centri di accoglienza, “impiegando per ciascun profugo tra le tre e le quattro ore” di interrogatorio “con alcune pause”. Alla BfV è affidato il compito di registrare i dati personali essenziali delle persone per cui risultino preoccupazioni in materia di sicurezza. Secondo la deputata della Linke Gokay Akbulut, tuttavia, l’impiego del BfV all’estero rappresenterebbe un’anomalia.

Allarme per la fuga dei jihadisti dalla Siria

L’iniziativa del governo tedesco conferma i timori per il possibile arrivo sul suolo europeo di jihadisti infiltrati e possibili minacce per la nostra sicurezza nazionale. Come ha riportato Chiara Giannini su Il Giornale, la recente offensiva turca in Siria ha fatto crescere la preoccupazione in Europa, ma soprattutto in Italia, dove fonti vicine all’intelligence fanno sapere che il rischio dell’arrivo di ex miliziani dell’Isis, soprattutto attraverso i canali migratori, si fa sempre più alto. I canali usati da eventuali combattenti in fuga potrebbero essere proprio quelli migratori, transitando dalla Turchia e arrivando fino in Tunisia o Libia, dove

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https://it.insideover.com/migrazioni/i-servizi-segreti-tedeschi-interrogano-i-migranti-in-italia.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect

 

 

 

 

Riapre il “campo profughi Italia”

Andrea Indini – 31 ottobre 2019

Il nostro Paese sta tornando ad essere considerato il campo profughi d’Europa. Non è solo l’impennata di sbarchi registrata nelle ultime settimane a farcelo dire. Ci sono diversi atteggiamenti all’interno del governo e in seno all’Unione europea che stanno mettendo a nudo la pericolosa inversione di rotta impressa dal Conte bis.

A rompere gli argini, dopo la batosta elettorale in Umbria, è stata la decisione del governo di inchinarsi a piedi di una Ong francese, la Sos Mediterranée, e di far attraccare la Ocean Viking, nave battente bandiera olandese, nel porto di Pozzallo per farvi sbarcare i 104 immigrati clandestini che ha a bordo. Una presa di posizione netta a favore delle organizzazioni non governative che incoraggia gli scafisti in un momento in cui continuano gli sbarchi non accennano a diminuire. Dall’inizio del mese, tanto per dare un’idea al lettore, si sono registrati 1.854 arrivi di immigrati contro i 1.007 di tutto ottobre 2018. E ancora: a settembre gli stranieri arrivati sulle nostre coste sono stati 2.498 contro i 947 arrivati nello stesso periodo dell’anno scorso.

Il problema è che il governo giallorosso non intende mettere un freno a questa nuova ondata di immigrati. Anzi, sembra seriamente intenzionato a riproporre quelle politiche buoniste messe in campo dai governi Letta, Renzi e Gentiloni e che hanno portato il Paese al collasso mentre gli ultrà dell’immigrazione si arricchivano con il business dell’accoglienza. Le linee guida illustrate nelle scorse ore dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, davanti alla commissione antimafia della Camera, sono di mettere mano, “nel giro di poco”, ai decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini quando sedeva al suo

 

Continua qui: http://blog.ilgiornale.it/indini/2019/10/31/riapre-il-campo-profughi-italia/

 

 

 

 

 

 

Disastri e ipocrisia nell’accoglienza dei migranti: “Così non distinguiamo più l’ospite dal nemico”

Dal 2015 le ondate migratorie si sono intensificate, facendo traballare l’impianto economico e politico di un’ Ue disunita. Intervista a Raffaele Simone, a partire dal suo saggio “L’ospite e il nemico”

di Cristiano Sanna   –   Facebook: Cr.S. su Fb   Twitter: @Crikkosan

Chi ci siamo messi in casa, alla fine? Hospes oppure hostis? Le parole latine che contengono le radici di quelle usate in italiano sia per definire chi si possa definire ospite che nemico ci riportano al centro della questione che sta agitando le cronache sociali e politiche non solo italiane, ma dell’Europa unita tutta, a proposito di gestione dei migranti. Delle paure che il loro arrivo genera in uno scenario di crisi e di percezione di scarso funzionamento del welfare, del modo in cui l’accoglienza e la spartizione dei migranti fra i vari Paesi membri dell’Ue somiglia sempre di più ad un tutti contro tutti, un tavolo di gioco d’azzardo dove l’hospes (ma ospiti non sono solo loro, siamo anche noi che diamo ospitalità) viene messo in palio per cinico

 

Continua qui: https://notizie.tiscali.it/interviste/articoli/l-ospite-e-il-nemico-intervista-simone/

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

LICENZIATI ILVA E WHIRLPOOL: PER GLI 007 È ALLARME GUERRA CIVILE

di Ruggiero Capone05 novembre 2019

 

Un importante dirigente dell’Economia non vorrebbe esporsi mediaticamente ma, fuori onda, ci rivela che il Governo starebbe lavorando perché i licenziamenti all’Ilva non avvengano contemporaneamente a quelli dei dipendenti della Whirlpool. Perché un’informativa dei servizi di sicurezza avrebbe allertato, all’indomani delle agitazioni Whirlpool per evitare i licenziamenti, l’Esecutivo circa i rischi d’eversione interna da parte di disoccupati, licenziati e gruppi d’italiani che non accetterebbero di pagare i vari costi sociali. Infatti concordano le dichiarazioni di Carlo Calenda (gruppo Siamo Europei) e del leghista Gian Marco Centinaio circa l’imminente (e non procrastinabile) chiusura dell’Ilva di Taranto. Dfsfdf – fdf

Di fatto questo governo ha azionato un combinato disposto che consente (legalmente) alla ArcelorMittal di disimpegnarsi dall’Ilva, ed alla Whirlpool di poter chiudere e licenziare circa sei mesi dopo la fine dell’Ilva. Calenda ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “Lo scudo penale è stato rimosso – riporta il Fatto – perché a un certo punto il Partito Democratico, dopo aver messo lo scudo penale, ha deciso di compiacere Barbara Lezzi e 15 senatori del Movimento 5 Stelle, quindi noi rischiamo di perdere la più grande acciaieria europea, il più grande impianto del Mezzogiorno, il più grande investitore da 4,2 miliardi da 40 anni a questa parte”.

Intanto il dirigente dell’Economia ci spiega che “le parole di Giuseppe Conte che ritiene ‘inaccettabile la posizione di ArcelorMittal, il Governo vuole mantenere livelli occupazionali’ sono solo una recitazione, teatro per tenere buoni gli animi, l’Ilva chiude e non riaprirà più, anche perché i tedeschi eviteranno che l’Italia torni ad avere la prima

 

Continua qui:

 

http://opinione.it/economia/2019/11/05/ruggiero-capone_governo-licenziamenti-dismissione-ilva-whirlpool-arcelormittal/

 

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Personaggio

per-so-nàg-gio

Persona importante; persona (anche animale) che è rappresentata o agisce in un’opera d’arte; persona che si distingue

dal francese personnage, derivato di personne, voce dotta ripresa dal latino persona ‘maschera, individuo, ruolo’, dall’etrusco phersu ‘maschera’.

Questa parola è per certi versi misteriosa: abbraccia una varietà insolita di significati, che a ben vedere non è scontato che siano contigui, e ha un suffisso problematico perché, oltre a rivelarci che si tratta di un prestito dal francese, ci dice poco. È ancora più insolito (o forse no?) che la chiave per comprendere il personaggio riposi nell’uso più familiare, quasi gergale, che ne facciamo.

Al collega piace fare il personaggio. No, ma che bello, c’è anche lei?, è un personaggio! Oh, hai visto chi è passato?, che personaggio che è. In questi sensi ‘personaggio’ vale per persona che si distingue per un modo particolare di pensare, di agire, di mostrarsi — non solo stravagante. Non è necessariamente una persona importante, è una persona che però, in qualche maniera, rileva.

Quando prendiamo in prestito personnage dal francese siamo già a metà del Cinquecento, e sono almeno tre secoli che oltralpe circola. È naturalmente un derivato della persona latina, ma inizialmente senza riferimenti teatrali: emerge in un orizzonte ecclesiastico, descrivendo un ruolo di rilievo, un dignitario percettore di benefici — che

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https://unaparolaalgiorno.it/significato/personaggio?_et=eyJ0eXAiOiJKV1QiLCJhbGciOiJIUzI1NiJ9.eyJzdWIiOnsidSI6ImxvcHJlc3RpbWFubGlvQGdtYWlsLmNvbSIsImMiOiIxZjg2NjQxYmM1MmNhZTA0In0sImV4cCI6MTU3MzQzOTM3N30.OQk8T2r5ijH4ygvdXkCqsl4eS4CZG6EulVK35EotIGc

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Governatore della California rifiuta disegno di legge perché “non promuove abbastanza l’aborto”

1 Ottobre 2019

 

All’inizio di quest’anno, è stato presentato un nuovo disegno di legge nello stato della California, che ha sollevato preoccupazioni sul fatto che agli studenti dalla settima alla dodicesima classe ( dai 12 ai 17 anni), sarebbero state fornite informazioni sulla “salute” sessuale e riproduttiva da alcuni centri locali.

Sorprendentemente, il disegno di legge è stato bocciato dal governatore Gavin Newsom; ma la motivazione è davvero scioccante.

Newsom infatti, ha respinto il disegno di legge perché non promuoveva abbastanza l’aborto.

Nella sua lettera di veto, spiega che in passato aveva sostenuto un disegno di legge simile che richiedeva che le linee telefoniche per contrastare la violenza domestica fossero riportate sulle carte d’identità degli studenti.

Riguardo però l’attuale proposta di legge, ha detto che caricare le scuole del fardello di indagare tra i vari centri quelli cui affidare i propri studenti per i servizi di “salute” riproduttiva, sarebbe stato negativo. Perché?

Perché alcuni di questi centri potrebbero non essere disposti a praticare o promuovere l’aborto.

“Ci sono molti centri in questo stato che si rifiutano di dare alle donne informazioni su tutte le loro opzioni di assistenza sanitaria riproduttiva, e non sono convinto che le scuole abbiano le competenze

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https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/governatore-della-california-rifiuta-disegno-di-legge-perche-non-promuove-abbastanza-laborto/

 

 

 

 

 

 

 

Lo studioso del gender ammette: “Mi sono inventato tutto”

Christopher Dummitt, professore canadese della Trent University e autore di alcuni importanti saggi sul gender, ammette i propri errori: “Faccio mea culpa”

Roberto Vivaldelli – Mar, 05/11/2019 – 13:53

Christopher Dummitt, professore associato di storia presso la Trent University di Peterborough

 

Parliamo del docente canadese Christopher Dummitt, professore associato di storia presso la Trent University di Peterborough, autore di due libri: The Manly Modern: Masculinity in the Postwar Years (Vancouver 2007) e Contesting Clio’s Craft: New Directions and Discussates in Canadian History (London, 2009). Il primo, in particolare, è definito “il primo grande libro sulla storia della mascolinità in Canada” e “si rivolge a studiosi e studenti di storia, studi di genere e studi culturali“, nonché ai “lettori interessati alla storia e alla costruzione sociale del genere“. Il “genere” inteso dunque come una costruzione sociale e culturale, in una visione dei sessi in cui nulla è determinato: anche il corpo e la biologia sarebbero sottoposti all’agire umano, secondo una prospettiva post-moderna e costruttivista.

Ora Dummitt, ideologo del gender e docente di fama, ammette di essersi profondamente sbagliato. In un articolo intitolato Confessioni di un costruttivista sociale pubblicato su Quillette e tradotto da Le Pointe, il professore osserva che, inizialmente, “molte persone non erano della mia opinione. Chiunque – quasi tutti – non fosse pratico delle

 

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http://www.ilgiornale.it/news/mondo/studioso-gender-ammette-mi-sono-inventato-tutto-1779566.html

 

 

 

 

 

 

POLITICA

Arrestato per mafia ex assistente di una parlamentare di Italia Viva

Antonello Nicosia è accusato di fare da messaggero dei boss

4 NOVEMBRE 2019

Antonello Nicosia e Accursio Dimino sono due dei destinatari del fermo emesso dalla Dda di Palermo eseguito dal Ros dei carabinieri e dal Gico della Guardia di Finanza – che riguarda 5 persone nell’ambito dell’operazone “Passepartout”. Ad entrambi i pm del capoluogo siciliano contestano il reato di associazione mafiosa. Per altri tre l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i pubblici ministeri Nicosia avrebbe veicolato all’esterno messaggi provenienti da mafiosi detenuti nei penitenziari sparsi nella Penisola. Accessi quest’ultimi che avvenivano grazie al suo ruolo di direttore dell’Osservatorio internazionale dei diritti umani, onlus che si occupa della difesa dei diritti dei detenuti, nonché di assistente parlamentare. Cariche da insospettabile, ma sarebbe stato in stretto contatto con boss, a partire dal superlatitante Matteo Messina Denaro.

Nicosia, 48 anni, di Sciacca, nel novembre scorso è stato inoltre eletto nel Comitato Nazionale dal XVII Congresso di Radicali Italiani. Nella sua pagina Facebook si indica quale Osservatorio internazionale dei Diritti umani Onlus. Ma in passato è stato anche assistente parlamentare giuridico-psicopedagogico alla Camera dei deputati, in particolare della ignara deputata eletta tra Leu e passata tra le fila di Italia Viva Giuseppina Occhionero. In virtù anche di questo ruolo sottolineava che riusciva ad accedere più agevolmente negli istituti penitenziari assieme ai parlamentari. La deputata Giuseppina Occhionero – che non è indagata – dovrebbe essere sentita nei prossimi giorni dai pubblici ministeri del capoluogo siciliano. Nicosia oltre che essere

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https://www.iltempo.it/cronache/2019/11/04/news/arrestato-mafia-antonello-nicosia-assistente-parlamentare-giuseppina-occhionero-italia-viva-renzi-matteo-messina-denaro-radicali-operazione-passepartout-portaborse-1234355/

 

 

 

 

 

 

 

 

Non solo Boschi. Anche Fico sta zitto sulla deputata che ha assunto un mafioso

mercoledì 6 novembre 2019 – di Francesco Storace

Fico stavolta si è imbavagliato da solo.

Neanche lui dice una parola sul gravissimo caso della deputata eletta con Leu e ora con Renzi, Giusy Occhionero.

Il presidente della Camera non solo non pronuncia una parola

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https://www.secoloditalia.it/2019/11/non-solo-boschi-anche-fico-sta-zitto-sulla-deputata-che-ha-assunto-un-mafioso/

 

 

 

 

«Uccidiamo Salvini»: l’ultima di don De Capitani, il “prete rosso” che semina odio (video)

sabato

Uccidere Salvini è cosa buona e giusta. La vede così don Giorgio De Capitani, prete noto alle cronache per le sue numerose uscite sconcertanti, tra le quali anche quella in cui augurava un ictus a Silvio Berlusconi. Ora l’oggetto dei suoi strali è il ministro dell’Interno, che per lui andrebbe fatto fuori. «Se è lecito uccidere chi minaccia la nostra vita, allora io ho il diritto di uccidere Salvini. Infatti, mi senti minacciato da lui perché ci sta rubando la democrazia», ha detto don de Capitani ai microfoni della Zanzara su Radio 24.

 

«Io elogio chi uccide Salvini»

 

Le parole del prete, che a suo tempo definì i militari italiani

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https://www.secoloditalia.it/2019/06/uccidiamo-salvini-lultima-di-don-de-capitani-il-prete-rosso-che-semina-odio-video/

 

 

 

 

RABBIA

 

Il governo sta giocando col fuoco. Conte sa benissimo che non può obbligare la Arcelor Mittal ad acquisire l’Ilva. I suoi strilli assomigliano pateticamente al ruggito del topo.

Giovanni bernardini 6 11 2019

 

Renzi parla di “cordate alternative” e neppure si chiede se può esistere un imprenditore che voglia acquisire una azienda che perde miliardi, correndo per di più il rischio di trovarsi sul banco degli imputati, messo sotto accusa da magistrati ideologizzati.

Alla vertenza ILVA si somma la vertenza Whirpool. I posti di lavoro a rischio, se si tiene conto dell’indotto sono decine di migliaia.

Si aggiunga che neppure la nazionalizzazione appare un’ipotesi percorribile. A parte il fatto che peserebbe come un macigno sui conti pubblici sono le regole europee ad impedirla: si configurerebbe come “aiuto di stato”.

I tentativi di addossare la colpa di tutto a Salvini sono pietosi prima ancora che miserabili. Se ha avuto una colpa Salvini è stata quella di aver subito forse più del necessario i ricatti dei 5 Stelle. Poteva far cadere il governo a Giugno invece  che ad agosto. La situazione non sarebbe cambiata: PD, M5S e Italia Viva hanno LORO, ORA eliminato lo scudo legale dando alla Arcelor l’occasione per defilarsi. Sono LORO i responsabili.

Del resto, i 5 Stelle sono CONTRO l’ILVA, sognano un’Italia senza acciaierie, lo gridano ai quattro venti da dempre, in tutte le occasioni. E, dal loro punto di vista, hanno ragione. Se si vogliono davvero azzerare le emissioni di CO2 entro 10 anni (come ha detto il geniale Zingaretti) come si può essere a favore delle acciaierie?

Ma stiano attenti i vari Conte, Di Maio, Zingaretti, Renzi. Qui si tratta del posto del lavoro, della produzione di ricchezza, della sopravvivenza di moltissime famiglie. Non bastano quattro stronzate sparate nei TG a sistemare le cose.

L’unica speranza è un cambio di rotta e di governo, il prima possibile. Solo libere elezioni possono permetterlo. L’alternativa potrebbero essere scoppi di rabbia pericolosissimi per la convivenza civile.

 

https://www.facebook.com/100000697543272/posts/2808174795882411/

 

 

 

 

 

Sistema politicamente corretto

Pierluigi Poletto 6 11 2019

 

A ciclo periodico, il sistema politicamente corretto ci butta una Greta, un Balotelli,

una Segre

Fascismo

Surriscaldamento

Razzismo

Pericoli imminenti

E il popolino si nutre di queste immense cazzate

Mentre l’Ilva chiude

Mentre un artigiano dopo l’altro chiude

Mentre Equitalia pignora una casa

dopo l’altra

Mentre le banche si imboscano i soldi di Bruxelles e dei piccoli risparmiatori

Mentre i viadotti crollano

Mentre si chiudono le scuole pur di non ripararle

Mentre il reddito di cittadinanza si è rivelato per quello che abbiamo sempre saputo

Mentre le Ong dettano legge ad uno Stato sovrano

Mentre nessuno va a protestare in Cina ma solo contro Trump

Mentre ieri, 4 Novembre, è passato senza quasi nessun riferimento su media o giornali ai nostri eroi della Prima Guerra mondiale

 

Ma il pericolo è il rigurgito di Fascismo

Questa gente

mi provoca il rigurgito

 

(Dario Simonetti)

 

https://m.facebook.com/groups/205841130044852?view=permalink&id=472464483382514

 

 

 

 

 

STORIA

Reggio Calabria ricorda la rivolta popolare del 1970 e i suoi protagonisti

domenica 14 luglio 18:44 – di Antonio Pannullo

 

Oggi si è rinnovato l’appuntamento con una delle pagine più dolorose e nel contempo, più esaltanti della storia di Reggio Calabria: i Moti del 1970. Giuseppe Agliano, Presidente del “Comitato 14 luglio”, che raggruppa Associazioni, Movimenti e Partiti della Destra reggina che da sempre si adoperano affinché questa ricorrenza non cada nell’oblio e per tenere sempre vivo e attuale lo spirito di quei fatti, dà appuntamento all’anno prossimo, quando cadranno i 50 anni della rivolta, rivolta che causò ben 5 vittime, per le quali oggi le associazioni hanno deposto una corona di fiori.

Il governo mandò i carri armati a Reggio Calabria

Sulla rivolta di Reggio Calabria del 1970 sono stati scritti libri, saggi, fatti documentari e servizi giornalistici, ma forse nessuno ha inquadrato veramente quelli che furono i motivi della più lunga rivolta sociale italiana, e quella più determinata, che costrinse il governo a mandare l’esercito nella città calabrese. Convenzionalmente si stabilisce nel 14 luglio l’inizio della rivolta, perché effettivamente è il giorno in cui la città insorse dopo il comizio del missino Natino Aloi e del sindaco Dc Battaglia, ma avvisaglie c’erano state anche nelle settimane precedenti. Se dovessimo indicare la data che dette il via alla sacrosanta rivolta popolare, diremmo certamente il 17 gennaio di quell’anno, quando la Dc in una riunione a Roma, si espresse per Catanzaro capoluogo, soluzione vista con favore anche da Psi e Pci. Dopo le prime contestazioni, anche da parte dei Dc calabresi, ci fu una parziale marcia indietro, e la Dc disse che nessuna decisione definitiva era stata presa, preferendo rinviare il problema a dopo le elezioni amministrative e regionali del 7 giugno, dove il Msi arrivò solo quarto, dopo Dc, Pci e Psi. E il primo luglio si annunciò la convocazione del consiglio regionale a Catanzaro per il 13 luglio successivo. Il sindaco e il Msi annunciarono la mobilitazione davanti a

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