NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 6 MARZO 2020

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 6 MARZO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Tu sei il compito.

Nessun allievo in vista, da nessuna parte.

FRANZ KAFKA, Aforismi di Zürau, Adelphi, 2004, pag. 36

 

 

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 Precisazioni

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

Gli Usa dietro al Covid? Vietti: solo un idiota può escluderlo

È stata la Germania a infettare l’Europa, inguaiando l’Italia

Coronavirus, scovato in Germania il primo caso di contagio in Europa

Storia di Ilaria Capua, la virologa messa alla gogna da Pm e giornali

Breaking: il presidente dell’Ordine dei biologi italiano ha affermato che il coronavirus reperito in Lombardia sembra influenzale

I “padroni del discorso”

BAGNAI: LA CNN CI METTE AL CENTRO DEGLI INFETTATI. LA COLPA DI UNA CATTIVA LOTTA POLITICA

Migranti in fuga, l’Unione europea sotto ostaggio di Erdogan: “Pensavano bluffassi”

Barnard: Darpa, Berkeley e coronavirus. Che coincidenze…

Profughi trattati come merce di scambio, a Lesbo muore l’umanità dell’Ue

Coronavirus, Italia in crisi: regalare soldi a tutti è la soluzione (M. Mori)

L’OPERAZIONE INTESA-UBI

Militarizzare le crisi: l’élite occidentale imparerà dalla Cina

  1. ECCEZIONE PER GRETA, INTERVIENE AL PARLAMENTO EUROPEO

Big Pharma ringrazia il coronavirus, “previsto” da Bill Gates

Breve sintesi di alcune influenze asiatiche migrate dagli animali all’uomo: quelle precedenti (1957 e 1968) furono assai funeste, al contrario del Covid-19

 

IN EVIDENZA

Gli Usa dietro al Covid? Vietti: solo un idiota può escluderlo

Scritto il 28/2/20

 

Chi considera cospirazionista e inverosimile l’idea che l’epidemia del Covid-19 possa essere stata causata dagli Stati Uniti è un idiota che non sa quel che dice. Basteranno ai più testardi i due articoli accademici citati in fondo per dimostrarlo. Come possiamo distinguere un’epidemia “naturale” da un attacco biologico? Data la natura degli attacchi biologici, che normalmente non lasciano prove, stando alle prove, solitamente non possiamo: quindi è sciocco dire che, senza prove, è fantasiosa l’eventualità che si tratti di un attacco biologico.

 

Come con gli incendi dolosi dobbiamo considerare i moventi, l’opportunità, la capacità, l’occasione, i precedenti, la natura dell’evento e la mentalità del sospettato, ma a maggior ragione, perché chi appicca un incendio lascia comunque molte più tracce del suo gesto. Quando avvengono degli incendi sospetti nessuno dice che è complottista affermare che potrebbero essere stati degli allevatori o degli speculatori edilizi a causarli: perché lo stesso, e a maggior ragione, non dovrebbe valere per le epidemie, quando si tratta di epidemie particolarmente sospette? L’epidemia del Covid-19 è molto sospetta: proprio poco prima del Capodanno cinese, proprio nella metropoli al centro della Cina (tra costa ed entroterra, tra Nord e Sud), proprio in un paese attaccato economicamente dagli Stati Uniti, che cercano di fermarne l’economia a ogni costo (disposti per questo a sacrificare la loro stessa crescita economica) e di gettare discredito sul suo governo.

 

Ma procediamo con ordine e consideriamo i sette punti elencati precedentemente: movente, capacità, occasione, opportunità, precedenti, natura dell’evento e mentalità del sospettato. 1. Movente: Gli Stati Uniti hanno un ottimo movente per diffondere epidemie in Cina, dal momento che è evidente a tutti come cerchino in ogni modo di frenare la crescita economica cinese: ciò che non si ottiene coi dazi si ottiene con le epidemie. 2. Capacità: Gli Stati Uniti hanno la capacità di farlo: sono molti i laboratori statunitensi che

 

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È stata la Germania a infettare l’Europa, inguaiando l’Italia

Scritto il 06/3/20

 

Se qualcuno non aveva ancora capito che l’Europa unita non esiste, a spiegarglielo ora provvede il coronavirus: di fronte all’emergenza sanitaria, un peso massimo come l’Italia viene lasciato completamente solo. Da Bruxelles, nessuna indicazione su come affrontare l’epidemia in modo coordinato. Ma c’è chi fa peggio: la Germania. Sarebbero stati proprio i tedeschi a infettare il resto del continente. O almeno: è tedesco il primo caso conclamato di coronavirus in Europa, ben prima del famigerato focolaio di Lodi. Ma a Berlino si sono ben guardati dal segnalarlo: e così il virus si è diffuso, estendendosi ovunque, ma lasciando alla sola Italia il ruolo pubblico dell’untore. Lo afferma Marco Pugliese, in una ricostruzione sul “Sussidiario”: potrebbe essere stato un 33enne tedesco ad avere diffuso il coronavirus in Europa. Però Berlino ha taciuto le informazioni e l’Italia ne sta pagando il prezzo. La notizia mette in imbarazzo «sua maestà la Germania». E così, «il paese più affidabile per antonomasia, in Europa, si scopre nudo». Attenti: «Mentre in Italia si litigava riguardo a quarantene e selfie in ristoranti cinesi, in Germania si consumava il fatto che avrebbe dato origine all’epidemia di coronavirus destinata a stravolgere il Belpaese».

Il “paziente zero”, un uomo di 33 anni, il 20 e il 21 gennaio aveva partecipato ad un meeting a Shanghai, insieme a una collega. «La donna, in Germania dal 19 al 22 gennaio, era asintomatica. Accusò primi malori il 26 gennaio, proprio durante il volo di ritorno in Cina, e risultò positiva al virus 2019-nCov». La donna, continua Pugliese sul “Sussidiario”, informò tempestivamente i colleghi tedeschi della sua positività. Ma nel frattempo l’uomo, reduce da una breve influenza, era già rientrato al lavoro: «Fu trovato positivo, anche se ormai asintomatico». Oltre a ciò, il 28 gennaio risultarono positivi altri tre impiegati dell’azienda. «Il caso creò scalpore, per il fatto che fossero presenti soggetti privi di sintomi». Secondo Pugliese, è proprio questo «l’episodio chiave all’origine della diffusione europea». Osserva il giornalista: «Le sequenze genetiche del coronavirus ottenute dalla ricerca italiana non sono ancora numerose, ma attestano una certezza: non è colpa degli italiani se l’infezione si è diffusa». Una mappa genetica pubblicata da “nextrstrain.org” evidenzia inoltre come lo stesso caso tedesco «potrebbe essere stato all’origine di una catena di contagi, ed essere collegato a molti casi in Europa e in Italia».

Le infezioni in Messico, Finlandia, Scozia e Italia, e perfino i primi casi in Brasile, appaiono geneticamente simili al focolaio di Monaco, aggiunge il “Sussidiario”. «Uno scenario totalmente capovolto, rispetto a quello narrato nell’ultimo periodo». E qui è intervenuta la grande manipolazione: la Germania ha comunicato il tutto «con una certa furbizia, giocando con le parole». Il primo contagio è stato infatti descritto come “unicum scientifico”, abilmente veicolato come “scoperta di contagio asintomatico”. «Vero, ma eludendo si trattasse d’un focolaio». Poi, tramite il ministro della salute, Berlino «ha parlato di pandemia, ma descrivendo il tutto come “problema

 

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Coronavirus, scovato in Germania il primo caso di contagio in Europa

Redazione — 5 Marzo 2020

 

Sarebbe un uomo di 33 anni, tedesco, il primo europeo ad aver contratto l’infezione da Coronavirus e ad averla trasmessa. Ad annunciarlo in una lettera pubblicata sul New England Journal of Medicine del 5 marzo sono stati alcuni medici tedeschi: l’uomo aveva febbre alta e aveva manifestato sintomi respiratori già il 24 gennaio, ma le sue condizioni erano migliorate e per questo era potuto tornare al lavoro già tre giorni dopo, il 27 gennaio. Secondo quanto ricostruito dagli autori della lettera, il ‘paziente zero’ aveva partecipato ad un meeting a Monaco di Baviera il 20 e 21 gennaio assieme ad una collega proveniente da Shanghai e che era rimasta in Germania fino al 22, senza alcun sintomo.

 

 

La stessa però ha iniziato a sentirsi male durante il volo di ritorno in Cina, dove

 

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Storia di Ilaria Capua, la virologa messa alla gogna da Pm e giornali

Piero Sansonetti — 6 marzo 2020

 

Sapete chi è Ilaria Capua, no? In questi giorni si parla molto di lei perché è considerata, nel mondo, la più importante virologa italiana. Mario Monti la volle con sé in Parlamento e lei fu eletta alle elezioni del 2013. Ieri ha rilasciato una lunga intervista all’Ansa nella quale ci spiega per filo e per segno come funziona questo dannato virus, da dove è partito, in quanti ceppi diversi si presenta, per quali porte è entrato in Europa e in America, e ci ha anche tranquillizzato sul fatto che gli untori non siamo noi italiani.

Oggi Ilaria Capua vive in Florida, dove è direttrice di un dipartimento universitario. Un giornale scientifico degli Stati Uniti l’ha messa nell’elenco dei 50 studiosi al top della scienza mondiale. Probabilmente, nel campo della virologia, è la numero uno in Europa.

Qualcuno potrebbe chiedersi: perché è andata via dall’Italia, dove, oltretutto, era deputata? Per una ragione semplice: è caduta vittima di un linciaggio giornalistico-giudiziario, qualcuno potrebbe pensare persino che si sia trattato di un complotto, comunque è stata una congiura infame. È finita indagata per reati che avrebbero potuto portarla all’ergastolo, è stata riempita di fango fino al collo e ancora di più, è stata costretta a dimettersi dal Parlamento, la sua reputazione è stata fatta a pezzettini piccoli piccoli, e quando

 

 

Continua qui: https://www.ilriformista.it/storia-di-ilaria-capua-la-virologa-messa-alla-gogna-da-pm-e-giornali-57547/2/

 

 

 

 

 

 

Breaking: il presidente dell’Ordine dei biologi italiano ha affermato che il coronavirus reperito in Lombardia sembra influenzale

senza attinenze con il virus cinese e diciamo nazionale (circolerebbero due virus diversi). Che sta succedendo?

1 MARZO 2020 DI MITTDOLCINO

 

Era solo influenza? Affaritaliani.it riprende la clamorosa notizia

Riprendiamo un intervento di ieri di Dagospia, secondo cui Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine Italiano dei biologi ha affermato che il virus reperito ed analizzato in Lombardia sembrerebbe NON aver nulla a che spartire con quello cinese; anzi sembrerebbe un virus “para-influenzale“, addirittura endemico, DIVERSO da quello diciamo cinese e anche nazionale, che infatti NON emerge altrove in Italia. Che tale affermazione sia reale e non inventata è confermato indirettamente dal quotidiano online milanese Il Sussidiario, vicino a Comunione e Liberazione, ossia vicino al cuore del potere lombardo, che però cerca nel mentre di versare acqua sul fuoco.

… l’equipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano ha isolato un nuovo ceppo del Covid-19 detto “italiano Ebbene, sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra-concimate con fanghi industriali del Nord!! …

[Dagospia, 29 FEB 2020 15:22]

Se prendessimo per buone le tesi ricavabili dalle affermazioni di D’Anna tutto, sembrerebbe tornare: dalla prof. Capua che diceva che il virus si trovava perchè “veniva cercato”, al fatto che i casi lombardi sono presenti in numero anomalo rispetto a quelli del resto dell’Europa e d’Italia; e anche con la versione del capo del laboratorio di virologia dell’ospedale Sacco, Gismondo,  colei che sembra averlo analizzato in prima persona il virus, la quale affermava che si trattatava di un virus simil-influenzale e non di una piaga (solo per

Continua qui:

https://www.mittdolcino.com/2020/03/01/breaking-il-presidente-dellordine-dei-biologi-italiano-il-coronavirus-reperito-in-lombardia-sembra-influenzale/

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

I “padroni del discorso”

Massimo Mazzucco Pubblicato: 25 Febbraio 2020

In questi giorni di panico generalizzato si parla molto dell’influenza che ha la televisione sui nostri comportamenti. È evidente a tutti che se in televisione si parla insistentemente di un certo argomento, quello diventa automaticamente l’argomento più importante nella mente dei cittadini.

Se in televisione si parla costantemente di virus, di contagio e di persone in quarantena, è chiaro che la gente corre dappertutto a cercare mascherine e saccheggia i supermercati per prepararsi ad una eventuale prigionia in casa propria.

Una riprova di questo la si può avere facendo un semplice “test al contrario”: fino alla scorsa settimana, i telegiornali ci martellavano il cervello con le crisi isteriche di Renzi. Renzi era dappertutto: esco dal governo, non esco dal governo, faccio la crisi, faccio soltanto mezza crisi, ne parlo ma non la faccio, eccetera eccetera. E naturalmente gli italiani si preoccupavano di quello: oh Dio, Renzi farà la crisi? Renzi non la farà? Renzi la farà solo metà? Ora che è arrivato il coronavirus, Renzi ha perso le prime pagine dei telegiornali, e di colpo il problema non esiste più. (Almeno un piccolo regalo questo coronavirus ce l’ha fatto).

Questa è la dimostrazione palese che sono loro a decidere di cosa dobbiamo preoccuparci e di cosa no. Giustamente, qualcuno li chiama “i padroni del discorso”.

Qui però si apre il vero quesito: questi “padroni del discorso” sono dei signori in carne ed ossa, con un nome ed un cognome precisi, oppure c’è qualcosa di più sottile che determina questa dinamica di controllo mentale della popolazione?

Nella prima ipotesi ci sono dei signori con nome e cognome, che ogni mattina alzano un telefono e mandano i loro diktat alle redazioni di tutti i telegiornali. “Mi raccomando, oggi parlate insistentemente di X e di Y, ed evitate

 

Continua qui: https://www.luogocomune.net/27-media/5454-i-padroni-del-discorso

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

BAGNAI: LA CNN CI METTE AL CENTRO DEGLI INFETTATI. LA COLPA DI UNA CATTIVA LOTTA POLITICA

5 MARZO 2020

Alberto Bagnai interviene al Senato, presentando la vergognosa infografica della CNN che mostra l’Italia al centro mondiale del contagio per Coronavirus, quasi che la piccola Codogno fosse in grado di espandere la malattia sino in Cina o negli USA.

Perché questo è successo?

Perché siamo indicati come gli appestati?

Perché senza voler essere polemici, la comunicazione è stata fatta male, ci si è all’inizio battuti “Contro il razzismo” con le iniziative “Abbraccia un cinese” ed altre amenità simili che alla fine si sono dimostrate controproducenti.

Questo perché in Italia la guerra di parte, e di partito, è sempre stata vista superiore alla salvaguardia del Paese e dei suoi interessi. Il motto è sempre stato “Vinca il mio partito, anche se l’Italia deve morire o mi devo piegare ad altri”, e questi sono i risultati.

 

Buon ascolto e ringraziamo Inriverente per l’appoggio tecnico.

VIDEO QUI: https://youtu.be/CgC-H1B7BQw

https://scenarieconomici.it/bagnai-la-cnn-ci-mette-al-centro-degli-infettati-la-colpa-di-una-cattiva-lotta-politica/

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Migranti in fuga, l’Unione europea sotto ostaggio di Erdogan: “Pensavano bluffassi”

Umberto De Giovannangeli — 3 Marzo 2020

 

Siria, l’Europa ai piedi del “Gendarme” turco. La guerra a Idlib, nel nord della Siria, tra le armate turche e l’esercito siriano lealista non ha soluzione di continuità. I morti e feriti, nei due campi, si contano ormai a centinaia. Il “Sultano” di Ankara, è schierato con le milizie sunnite siriane nella zona di Idlib, dove vivono tre milioni e mezzo di oppositori al regime di Assad. Tra loro jihadisti radicalizzati da 9 anni di guerra, repressione e morte. Un milione sta cercando di scappare in Turchia. Ma qui vivono già 3 milioni e 700mila profughi. Erdogan non ne vuole altri. Così li lascia partire verso la Grecia. E ciò nonostante nel 2016 abbia promesso di tenerli in Turchia in cambio di 6 miliardi di euro pagati dall’Europa. Dopo l’uccisione di 34 soldati turchi avvenuta la settimana scorsa al confine tra Siria e Turchia, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, lamentando un mancato appoggio europeo, ha deciso di aprire le frontiere e lasciar passare le centinaia di migliaia di profughi siriani verso l’Europa.

«Da quando abbiamo aperto i nostri confini è aumentato il numero di migranti diretti in Europa. Presto saranno milioni», ha detto minaccioso Erdogan in un discorso a membri del suo partito (Akp) ad Ankara. «L’Europa credeva che stessimo bleffando, ma quando abbiamo aperto le porte i telefoni hanno ricominciato a squillare», ha aggiunto. E fonti che arrivano da Bruxelles parlano già di nuovi aiuti finanziari promessi alla Turchia. Un portavoce della Commissione Europea ha precisato, comunque, che venerdì c’è stato un primo contatto telefonico tra la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen e il presidente Erdogan: «Ci atteniamo all’accordo Ue-Turchia su profughi e migranti e ci aspettiamo che Ankara onori i suoi impegni». Ma il “Sultano” imbraccia l’“arma” dei migranti per alzare la voce e il prezzo del ricatto: «Sono tornati a chiedermi

 

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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Barnard: Darpa, Berkeley e coronavirus. Che coincidenze…

Scritto il 25/2/20

 

Sapete chi conosceva tutto, fin dall’inizio, del coronavirus? Berkeley, L’università della California. E chi ha pagato gli studi? La Darpa, cioè la branca del Pentagono specializzata in armi sperimentali, chimiche e batteriologiche.

 

Lo afferma Paolo Barnard, su Twitter, rompendo un silenzio che dura da quasi un anno: il grande giornalista ha infatti interrotto nel maggio 2019 l’aggiornamento del suo seguitissimo blog. Ma ora, di fronte alla catastrofe economica causata dal nuovo virus, non riesce a trattenersi. E avanza un sospetto: possibile che siamo di fronte a semplici coincidenze? «La diffusione del coronavirus in Italia è stata di stimolo per Paolo Barnard per tornare a scrivere», premette “Come Don Chisciotte”, che in un post unisce gli ultimi sei tweet dal profilo del cofondatore di “Report”, poi tornato in televisione con Gianluigi Paragone. Ecco il primo tweet: «Il n-Corona è stato studiato per anni da Cara Brook, “Miller fellow” alla Uc Berkeley (fonte “eLife”). Salta fuori che i fondi per lo studio vengono dal Darpa: Defense Advanced Research Projects Agency (Us, dipartimento della Difesa), il laboratorio di armi più sofisticato del mondo».

Nel secondo tweet, Barnard si pone due domande: «Perché Darpa finanzia la “zoonosis” bats-umani?», cioè lo studio sulla trasmissione del virus attraverso i pipistrelli. E poi: «Perché l’università più di sinistra e pacifista d’America accetta soldi dalla Difesa Usa?». Domande girate ai diretti interessati: la stessa Darpa e la biologa Brook, di Berkeley, direttrice delle indagini virologiche sui pipistrelli. «Scrivo alla Brook: muta. Scrivo al Darpa e il top delle communications, Jared Adams, mi risponde 3 volte mail fiume». Attenzione: «Sia io che Jared mettiamo la Brook in copia, ma lei sempre muta». L’episodio richiama altri precedenti, scrive Barnard: «Ricordate il macello successo a Google (i “Google walkouts”) perché Google aveva osato accettare un contratto dalla Difesa Usa? E Berkeley lavora con il più letale “lab” militare americano?». Non solo: «Due anni fa, la Supermicro infetta mezza Us (inclusi Amazon, Apple e Gov.) con chips nelle schede madri fatte in Cina e infettate dall’esercito cinese (fonte, “Bloomberg”). Oggi un n-virus che è già studiato da tempo dal Darpa attraverso la ‘brava’ Berkeley…».

Il fatto è, aggiunge Barnard, che questo virus «finisce a fare un macello a Wuhan, che è una Silicon Valley cinese». Ma per carità, chiosa Barnard, sarcastico: non vorremo mica tirare in ballo le teorie del complotto, vero? Meglio

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DIRITTI UMANI

Profughi trattati come merce di scambio, a Lesbo muore l’umanità dell’Ue

Mons. Vincenzo Paglia — 5 Marzo 2020

 

Lesbo finisce l’Europa, alle frontiere del Mediterraneo si arresta l’umanità. Migliaia e migliaia di profughi diventano merce di scambio nell’indifferenza generale e nella strumentalizzazione per fini geopolitici. Forse possiamo dire che il “Coronavirus” è stato capace di indebolire ancora di più le “difese immunitarie” della solidarietà, della giustizia, della libertà, della fraternità, dell’uguaglianza. L’Europa della modernità, l’Europa dei diritti dove è andata a finire? E stentiamo a riconoscere l’Europa della civiltà latina e cristiana, di fronte alle terribili immagini di un bambino (l’ennesimo!) morto in spiaggia o nella disumana situazione dei campi profughi. Come al solito i profughi vengono trattati quale merce di scambio: i bombardamenti costringono a fuggire dalla propria terra, chi apre le frontiere li tratta – insisto – proprio come merce di scambio e la Grecia diventa una porta per un’Europa arroccata. Certo, per i regimi è facile operare: non hanno Parlamenti cui rispondere. Per le democrazie è difficile agire, messe sottosopra dalla crisi economica, dalle opinioni pubbliche interne sollecitate da nazionalismi e rigurgiti xenofobi, dalla paura del Coronavirus che è la marcia in più a spingere per minacciare la chiusura delle frontiere.

Eppure, si potrebbe utilizzare uno spunto che è ci è stato offerto tre giorni fa da un’articolata analisi sul New York Times (International Edition) a proposito del Coronavirus. Ci sono due modalità per rispondere ad una “epidemia”, notava l’articolo. La prima modalità è quella dettata dal seguire la scienza medica di oggi, utilizzando le risorse sanitarie al meglio e le medicine nella maniera migliore e più efficace, mettendo in campo tutto quello che sappiamo in tema di igiene e prevenzione. E soprattutto senza panico e senza allarmismi. La seconda maniera è di tipo medievale: chiudiamo le frontiere esterne, isoliamo le aree interne di ogni singolo paese, fermiamo i commerci e gli scambi culturali, sociali, e di ogni tipo. D’istinto, molti la riterrebbero ancora una strada praticabile.

E l’analogia vale nel caso della nuova crisi migratoria cui stiamo assistendo, nella risposta comunque tardiva dell’Europa. Chiudiamo le frontiere, respingiamo i profughi o – peggio – disinteressiamoci di loro, preoccupati come siamo

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ECONOMIA

Coronavirus, Italia in crisi: regalare soldi a tutti è la soluzione (M. Mori)

Leonardo Pasquali – 5 Marzo 2020

Nella puntata odierna di Memento Mori, l’avvocato Marco Mori ha parlato dell’impatto economico del coronavirus proponendo come soluzione l’helicopter money, la consegna di denaro direttamente nei conti dei cittadini.

VIDEO QUI: https://www.money.it/Coronavirus-Italia-in-crisi                        VIDEO IMPORTANTISSIMO

Un accredito di soldi direttamente sui conti degli italiani per far fronte alle conseguenze economiche del coronavirus. Questa la proposta di Marco Mori.

Il coronavirus continua ad espandersi in Italia e i casi aumentano di ora in ora. L’impatto della COVID-19 sull’economia è uno degli argomenti di discussione più caldi. Soprattutto perché le istituzioni stanno riflettendo attentamente su quali misure apportare e le politiche espansive sono una di queste. Tuttavia, l’innalzamento del tetto di spesa pubblica è legato alla sovranità condizionata del Paese.

Helicopter money per aiutare l’economia contro il coronavirus

L’ipotesi dell’helicopter money, ventilata da Mori nell’ultima puntata di Memento Moriè già realtà in Cina e ad Hong Kong. Quest’ultimo l’ha definita come “un modo efficace per aiutare l’economia e soprattutto per sostenere le persone in difficoltà oppure quelle che sono costrette a rimanere in casa”. Sì, perché uno dei nodi è proprio questo, l’impossibilità di spostarsi dalle proprie abitazioni rende l’elicottero monetario una soluzione ideale.

Come riportato dal Washington Post, questo tipo di iniziative sono viste dagli analisti come uno strumento che anche le economie più grandi possono sfruttare per combattere gli effetti corrosivi del coronavirus sulle filiere e sulla richiesta dei consumatori. Va anche tenuto conto che i tassi d’interesse sono già stati ridotti e che i governi non hanno molte armi per innalzare la spesa

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FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

L’OPERAZIONE INTESA-UBI

2 Marzo 2020

di Mario Lettieri e Paolo Raimondi * 

Ben venga la fusione di Banca Intesa Sanpaolo con Ubi Banca. Finalmente una mossa di valenza strategica e internazionale, che si pone all’avanguardia anche del processo di consolidamento del sistema bancario europeo. Non può né deve essere un accordo per mettere delle pezze di appoggio a un sistema bancario italiano in difficoltà, com’è avvenuto in passato. L’operazione ci sembra limpida.
Si tratta di un’offerta pubblica di sottoscrizione (Ops) che l’Ubi Banca può accettare o rifiutare. A nostro avviso è un’opportunità da non perdere, che può giovare al paese.
La fusione farebbe nascere un player economico e finanziario che si porrebbe, per dimensioni, al settimo posto nell’Unione europea. Con oltre 1.100 miliardi di euro di risparmi gestiti e impieghi per 460 miliardi, conterebbe su circa 110.000 dipendenti, di cui 20.000 dell’Ubi Banca, che con i suoi 3 milioni di clienti è già il terzo istituto bancario d’importanza nazionale
L’operazione prevede un’offerta con uno scambio azionario pari a 4,9 miliardi di euro. In merito riteniamo che differenti valutazioni di prezzo non dovrebbero incidere sul risultato finale dell’operazione. Il nuovo istituto passerebbe da 44 a 48 miliardi di euro di capitalizzazione, subito dietro la francese Bnp Paribas, e aumenterebbe i propri ricavi da 18 a 21 miliardi, appena dietro la Deutsche Bank.
Banca Intesa è già il primo gruppo bancario italiano con quasi 12 milioni di clienti e circa 3.800 filiali in Italia. All’estero ha mille filiali con 7,2 milioni di clienti. Nel 2019 ha erogato 58 miliardi di crediti a medio e lungo termine, registrando un utile pari a 4,2 miliardi di euro.
Le due banche non hanno particolari problemi di gestione, sia in rapporto al livello dei rischiosi derivati otc sia per quanto riguarda i crediti non esigibili, i non performing loans. Ci sembra, entrambe hanno mantenuto nel tempo un rapporto positivo con il territorio e con i settori dell’economia reale. Sono anche molto attive a livello internazionale e in rapporto con le industrie italiane esportatrici.
Con la fusione, nel periodo 2021- 2023 si ipotizzano ulteriori 30 miliardi di euro di erogazioni di crediti per supportare l’economia italiana e maggiori finanziamenti per l’economia verde per ben 10 miliardi.
A fronte di queste previsioni positive, a farne le spese sarebbe l’occupazione poiché dovrebbero essere assunti solo 2.500 giovani a fronte di 5.000 uscite. Questa, purtroppo, è una negatività che l’intero sistema bancario mondiale sta soffrendo.
L’operazione riteniamo rientri nei desiderata e nell’ottica della Banca d’Italia,

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Militarizzare le crisi: l’élite occidentale imparerà dalla Cina

Scritto il 06/3/20

 

Dobbiamo risalire al tempo del nazismo e dello stalinismo, quasi un secolo addietro, per trovare esempi di controllo della popolazione tanto esteso e intenso come quelli che stanno avvenendo in Cina con la scusa del coronavirus. Un gigantesco panopticon militare e sanitario, che confina la popolazione costringendola a vivere rinchiusa e sottoposta a permanente vigilanza.

 

Le immagini della vita di ogni giorno in ampie zone della Cina che ci arrivano, non solo nella città di Wuhan e nella provincia di Hubei, dove vivono 60 milioni di persone, danno l’impressione di un enorme campo di concentramento a cielo aperto a causa dell’imposizione della quarantena per tutti gli abitanti. Città deserte dove transita soltanto il personale di sicurezza e sanitario. Si misura la temperatura a ogni persona che entra in un supermercato, nei centri commerciali e nei complessi residenziali. Se ci sono membri di una famiglia in quarantena, soltanto uno di loro ha il diritto di uscire ogni due giorni per comprare i viveri. In alcune città, quelli che non usano le mascherine possono finire in carcere. Si incoraggia l’utilizzo di guanti monouso e matite per premere i bottoni dell’ascensore. Le città della Cina sembrano città fantasma, fino al punto che a Wuhan quasi non si incontrano persone per la strada.

È necessario ribadire che la paura sta circolando a maggior velocità del coronavirus e che, a differenza di quel che si fa credere, «il principale assassino nella storia dell’umanità è stato ed è la denutrizione», come segnala una imperdibile intervista del portale “Comune-info”. La consuetudine abituale nella storia è stata porre in quarantena persone contagiate, mai si sono isolate in questo modo milioni di persone sane. Il medico e accademico dell’Istituto di Salute Globale della University College London, Vageesh Jain, si domanda: «Ha una giustificazione una reazione tanto drastica? Cosa accade con i diritti delle persone sane?». Secondo l’Oms, ogni persona contagiata dal coronavirus può contagiarne altre due, mentre un malato di morbillo può contagiarne tra le 12 e le 18. Per questo Jain assicura che oltre il 99.9% degli abitanti della provincia di Hubei non sono contagiati e che «la gran maggioranza della popolazione intrappolata nella regione non sta male ed è poco probabile che sia infettata». Il bollettino 142 del Laboratorio Europeo di Anticipazione Politica (Leap) fa questa riflessione: «La Cina ha scatenato un piano d’azione di emergenza di dimensioni senza precedenti dopo soltanto 40 morti su una popolazione di un miliardo e 200 mila persone, sapendo che l’influenza uccide in Francia 3 mila persone ogni anno».

Nel 2019 l’influenza ha ucciso 40 mila persone negli Stati Uniti. Il morbillo uccide

 

Continua qui:https://www.libreidee.org/2020/03/militarizzare-le-crisi-lelite-occidentale-imparera-dalla-cina/

 

 

 

 

 

 

  1. ECCEZIONE PER GRETA, INTERVIENE AL PARLAMENTO EUROPEO

5 Marzo 2020 di C. Alessandro Mauceri –

Greta Thunberg è di nuovo sulle prime pagine dei giornali. La piccola primadonna ambientalista ha parlato ieri al Parlamento europeo e alla Commissione europea. Un evento eccezionale. Degno di nota. A dire il vero, dopo la debacle della COP25 i cui risultati sono stati, se possibile, più deludenti delle ultime edizioni, la sua audience era un po’ calata.

A correre in suo aiuto è stata l’Ue: per ascoltare le sue parole sono state addirittura riaperte le porte del Parlamento europeo. Lo stesso che per contrastare la diffusione del corona virus aveva annullato circa 130 eventi a cui avrebbero dovuti prendere parte dai 6 ai 7mila partecipanti, tanto che il presidente David Sassoli aveva detto “Valutiamo quotidianamente la diffusione del Coronavirus, in stretta collaborazione con i servizi sanitari europei e le autorità nazionali. A seguito di questa valutazione, abbiamo deciso di aggiornare la nostra serie di misure precauzionali”.

Una decisione che ha scatenato non poche polemiche. Nuno Melo, deputato portoghese, ha condannato la decisione: in una lettera inviata a David Sassoli ha chiesto formalmente delucidazioni sul perché Greta dovesse essere considerata un’eccezione. Lo stesso ha fatto l’eurodeputata belga Hilde Vautmans, per la quale “Tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo.

Se il Parlamento europeo concede un’eccezione a Greta Thunberg, quest’istituzione non sarà presa sul serio”. É “assurdo che passi il messaggio che Greta sia al di sopra delle misure cautelative. Chiedo pertanto al presidente e agli organi predisposti di riconsiderare questa posizione insensata, assicurando un’uniformità di trattamento per la salute di tutti i cittadini europei, nessuno escluso!”, ha dichiarato la eurodeputata Simona Baldessarre.

Annullare eventi importanti per timore di contagio (come la visita di una ventina sindaci della Valtellina) e poi riunirsi per ascoltare la piccola ambientalista è stata dichiarata una scelta “incomprensibile” anche per l’eurodeputato Fulvio Martusciello.

Ma l’invito a parlare ha destato anche altri dubbi. Come mai a discutere di temi sull’ambiente non sono stati chiamati degli esperti “veri”? In Europa sono migliaia i ricercatori con alle spalle anni e anni di studi, ricerche, pubblicazioni, approfondimenti e analisi sull’impatto sull’ambiente delle scelte fatte dai governi centrali e dall’Ue. Solo poche settimane fa ad esempio un altro svedese Mans Nilsson, direttore esecutivo dello Stockholm Environment Institute (SEI), ha presentato all’UNEP http://productiongap.org una ricerca sul consumo di combustibili fossili: “Siamo in un buco profondo e dobbiamo smettere di scavare”, ha affermato spiegando di aver collaborato allo studio. “Nonostante più di due decenni di politiche sul clima, i livelli di produzione di combustibili fossili sono più alti che mai”. Ma non basta: secondo i ricercatori autori dello studio la tendenza è continuare a produrre il 150 per cento in più di carbone nel 2030 di quanto sarebbe necessario per limitare l’aumento delle temperature globali a 2°C e addirittura il 280 per cento in più rispetto all’obiettivo 1,5 °C. Situazione analoga con petrolio e gas, entrambi impostanti

Continua qui:https://www.notiziegeopolitiche.net/ue-eccezione-per-greta-interviene-al-parlamento-europeo/

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Big Pharma ringrazia il coronavirus, “previsto” da Bill Gates

Scritto il 26/2/20

 

Chi guadagna dalla diffusione della paura da contagio? I colossi farmaceutici privati quotati in Borsa. Per appurarlo basta osservare gli andamenti borsistici. Chi aveva puntato i propri investimenti, per fare un esempio, su trasporti aerei o aziende che fondano la propria attività sul turismo (migliaia i voli cancellati), è indotto a venderle e comprare azioni di istituti che mostrano di impegnarsi nel settore della ricerca di vaccini contro il virus. Le azioni di Vir Biotechnologies, ad esempio, fondata nel 2016, che sviluppa trattamenti per le malattie infettive, dall’inizio del 2020 ha visto il valore delle proprie azioni crescere del 97%, con conseguente impennata della capitalizzazione dell’azienda che è arrivata a ben 3 miliardi di dollari. L’offerta di azioni Vir è guidata da Goldman Sachs, Jp Morgan Chase, Cowen e Barclays. Le azioni sono negoziate su Nasdaq Global Select Market venerdì con il simbolo Vir. Come Vir, Inovio Pharmaceuticals, Moderna e Novavax. Quest’ultima ha registrato un rialzo del 113%. La Coalizione for Epidemic Preparedness Innovations, ente non profit pubblico-privato con sede in Norvegia, ha donato 11 milioni di dollari in finanziamenti alle prime due per incentivarle a sviluppare vaccini contro il coronavirus. Il Pirbright Institute per la prevenzione e il controllo delle malattie virali ha ricevuto cospicui finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

A pensar male si potrebbe ipotizzare che la capacità di assemblare virus in laboratorio (Sars 2002, Aviaria 2005, Suina 2009) a partire da modifiche a virus esistenti (uso privatistico delle applicazioni della scienza in mano a settori privati senza scrupoli) sia parte integrante della criminale strategia affaristica. Un po’ come è successo e succede con i virus informatici. Diffondi il virus, vendi l’antivirus… Forse non è a caso che a guadagnare da questo stato di cose ci siano, tra i partner di Vir Biotechnologies, la Bill & Melinda Gates Foundation… La Bill & Melinda Gates Foundation è partner di Inovio Pharmaceuticals, insieme a Darpa (Defence Advanced Research Projects Agency – Agenzia di ricerca militare progetti avanzati), di Novavax, Moderna (insieme a Darpa) e Vaxarta. Su un altro versante, però, la fondazione di Bill Gates

 

 

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STORIA

Breve sintesi di alcune influenze asiatiche migrate dagli animali all’uomo: quelle precedenti (1957 e 1968) furono assai funeste, al contrario del Covid-19

6 MARZO 2020 DI MITTDOLCINO

 

Prima di tutto chiamiamo il coronavirus con il suo nome: un tipo di influenza da virus, un po’ diversa da quelle annuali ma abbastanza ricorrente. Ci sono infatti due casi eclatanti di influenze asiatiche migrate dagli animali all’uomo, quella del 1957 e del 1968: entrambe fecero, si stima, oltre 1 milione di vittime nel mondo, quella del 1968 addirittura fino 2 milioni. In nessun caso ci fu il panico stile situazione attuale, per una influenza che appare all’acqua di rose rispetto alle precedenti, almeno nell’occidente. In Cina è difficile dirlo: là vige un regime comunista, senza checks & balances, ossia le notizie sono bellamente manipolate, dunque inutile spendere tempo a commentare i numeri cinesi.

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Entrambe le influenze furono una mutazione di un ceppo denominato prima H2N2 e poi H3N2 simile all’aviaria,in termini grossolani, in grado di attaccare l’uomo che si trovo di fronte ad una aggressione nuova, dunque l’alto numero di vittime. Fate conto che oggi il ceppo che fa riferimento all’H3N2 è oggi uno di quelli che circolano sistematicamente, causando maggiori ospedalizzazioni rispetto agli altri ceppi. Vi lascio alcuni link, sotto le immagini, in modo che possiate informarvi da soli, sappiate che è bene lo facciate responsabilmente, almeno eviterete inutili scene di panico.

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Oggi abbiamo invece il coronavirus, che sembrerebbe essere un virus nuovo, con recettori nuovi, di cui si conosce poco. Sembra però che la vulnerabilità sia più o meno la stessa dell’influenza: pazienti anziani e debilitati sono le principali vittime. In fondo l’influenza è anche una forma di pulizia del sistema: elimina prima di tutto i soggetti già malati, dunque bisogna preoccuparsi precisamente in tali termini anche del coronavirus, facendo presente che mai ci fu un panico così esasperato in Italia per una influenza dal dopoguerra.

In tale contesto ritengo scandaloso l’atteggiamento di una certa politica dei nostri giorni che, invece di fare gruppo di fronte ad una possibile epidemia, ha cercato di cavalcare l’attimo per prendere posizioni di governo: questo non si fa, c’è un’etica superiore che deve valere per tutti, da destra a sinistra, in alto ed in basso, nelle crisi si fa gruppo e basta. Non perdono ne perdonerò comportamenti atti a creare panico, li abbiamo visti tutti nelle scorse settimane, sia nella politica che nei media, che anche nei commenti. Sono certo che gli italiani non sono stupidi, sebbene troppo spesso come tali vengano trattati. Dunque, sapranno ostracizzare chi di dovere, mi sembra di aver visto dei sondaggi nelle scorse ore che andavano perfettamente in tale direzione (chi semina vento raccoglie tempesta).

Sappiate per altro che oggi ho capito cosa vuol dire sia farsi male da soli, che

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https://www.mittdolcino.com/2020/03/06/breve-sintesi-di-alcune-influenze-asiatiche-migrate-dagli-animali-alluomo-quelle-precedenti-furono-un-vero-disastro-al-contrario-del-covid-19/

 

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