NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 4 GENNAIO 2019

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

4 GENNAIO 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Di fatto,

ogni riserva sulla cultura è una posizione terroristica.

Roland Barthes, Miti d’oggi: critica cieca e muta

In: Tra virgolette. Dizionario di citazioni, Zanichelli, 1995, pag. 98

 

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Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com 

 

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SOMMARIO

Tech-gleba in una europa distrutta dall’élite finanziaria globale – una ricapitolazione                            

La NATO prepara un’ondata di attentati in Europa 1

Houellebecq: l’Europa non esiste, e la libertà sta finendo 1

Ong istruisce migranti: “Dobbiamo recitare la commedia, sono stupidi” 1

Un controdiscorso alternativo

FALLIRÀ PER IL DEBITO LA SECESSIONE LEGHISTA DEI RICCHI?               

L’Italia in mano al terzo settore

Le grandi manovre contro la grande manovra

La splendida inutilità dei bar

Fake news, lo Spiegel confessa: abbiamo mentito per anni 1

Presentazione 1

La storia segreta de L’Oréal 1

LA UE UCCIDE I GRECI (E ACCOGLIE I NEGRI) 1

Conflitto economico rovente: la lotta per i minerali delle terre rare 1

I rischi del settore finanziario non bancario. 1

La guerra al contante 1

Farcire 1

Dal 2018 al 2019 – Una rapida analisi di alcune prospettive 1

La Svezia sull’orlo della guerra civile 1

La Tv di Stato svedese: La Vergine Maria ha clonato se stessa e Gesu` era un Transessuale 1

La tv di Stato svedese: L’omicidio delle due ragazze in Marocco non ha nulla a che fare con l’Islam. 1

Mattarella e Bergoglio

IL MESSAGGIO TELEVISIVO DI MATTARELLA E L’ANGELUS DI BERGOGLIO.

L’ anno che verrà

I biologi: vaccini “sporchi”, con diserbanti e feti abortiti 1

Gli scienziati confermano: non ci si può spostare attraverso cunicoli spazio-temporali 1

 

 

EDITORIALE

Tech-gleba in una europa distrutta dall’élite finanziaria globale – una ricapitolazione

di Manlio Lo Presti – 4 GENNAIO 2018

 

Rispetto a questa riflessione di un anno fa, la situazione geopolitica ed economica in Europa è nettamente peggiorata.

 

Il 2019 sarà la trincea della difesa finale dei diritti civili e del lavoro in tutto il vecchio continente.

 

Se la resistenza fallirà, tutta l’Europa pioverà in una dittatura tecnetronica gestita dall’1 percento di super ricchi INDIFFERENTI sul destino di quasi 300.000.000 di cittadini TECH-GLEBA (una felice espressione del giornalista P. Barnard) che saranno ridotti in povertà e costretti ad indebitarsi con il credito al consumo da cui non usciranno più, in eterno ricatto e a breve sostituiti da ondate di 50.000.000  ciascuna di  pseudoimmigrati che sbarcheranno nella sacca razziale della ex-italia e della Grecia ormai distrutta e calpestata, in aperta violazione dei diritti umani.

 

Come ripeto da tempo, si tratta di una operazione a regia anglofrancotedescaUSA di cui le catene informative a loro libro paga non parlano, mentre il loro cannoneggiamento continua contro ogni piccola o grande azione della ex-italia per la quale non ci sono sconti, mentre le stesse, identiche, cose fatte da altri Paesi passano sotto silenzio!

 

Inoltre, abbiamo l’imbarazzante silenzio del Colle e de EL PAPA sui questi temi, mentre mitragliano e vaticinano sulla necessità di una accoglienza senza controllo e sulla necessità di un pareggio di bilancio anche a costo di provocare 2 o 3.000.000 di morti nella ex-italia.

 

L’asse infernale anglofrancotedescoUSA ha deciso che la martoriata penisola deve rimanere in un continuo stato di ebollizione caotica, impaurita dalle prossime ondate titaniche caldeggiate da gruppi politici la cui ferocia contro gli italiani è ossessiva, continuativa, immarcescibile, ininterrotta. Un atteggiamento da lettino dello psicanalista. Diciamo che la spinta maggiore è data dalla prospettiva di guadagni a nove zeri con la ripresa degli sbarchi (la riflessione di Goldman non sbaglia MAI) i cui incassi andrebbero allo stato teocratico, alle ONG, alle 8 mafie, ai partiti politici.

 

Incomprensibile – ma forse no – l’atteggiamento globalista delle organizzazioni sindacali nazionali contro questo governo.

 

Mi chiedo, come molti altri, dove erano quando:

 

  • è stata varata la legge Fornero,
  • la creazione di 12.000.000 di disoccupati
  • 000.000 di poveri assoluti,
  • 200.000 di bambini che possono cenare la sera,
  • Le improvvise epidemie dopo le immigrazioni fuori controllo (che hanno fruttato circa 12.000.000.000 di euro),
  • L’eliminazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che devono essere ricattati dalla precarietà, così non rompono i co…oni e subiscono,
  • La demolizione progressiva della sanità pubblica per FAR CONVOGLIARE TUTTO ALLE ASSICURAZIONI PRiVATE che hanno fiutato l’immenso affare (vedi le martellanti campagne pubblicitarie nei soli canali nazionali).

 

Cosa intendono fare i piani alti per scardinare l’attuale governo che ha svelato questo COLOSSALE gioco di bottega di cui pagheranno il contro solamente i cittadini italiani?

 

Questi i possibili passaggi:

 

  • continuare ad impoverire la popolazione che, per sopravvivere, sarà costretta a vendersi le case di proprietà a due soldi a “società immobiliari” i cui proprietari sono lesolite banche multinazionali di precisa origine etnica mediorientale, con sedi principali in Svizzera, Germania, Francia Belgio, il Lussemburgo (si, quello del bravo ragazzo ING. CAV. DOTT. N.H. Juncker che da lezioni di correttezza a tutti).

 

  • iniziare il processo di balcanizzazione del territorio nazionale italiano con l’attuazione della separazione del Nord, della Sicilia e della vendita della Sardegna alla Francia,

 

  • ripresa violenta delle immigrazioni con 5.000.000 di pseudoimmigrati per volta. Il loro primo sbarco avverrebbe in Sicilia e in Puglia (quella della pseudo xylella che ha deforestato immensi territori che adesso si è capito che serviranno da primo smistamento delle ridette ondate),

 

  • in caso di impreviste sacche di resistenza della popolazione, si riparte con una violentissima e sanguinolenta STAGIONE DELLE BOMBE su scuole, ospedali, autostrade, ponti (già fatto????), locali da ballo, concerti, metropolitane, autobus, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

 

P.Q.M.

 

 

Questa COVERT OPERATION consentirebbe il ricorso allo STATO D’EMERGENZA che bloccherebbe tutti i diritti civili e farebbe cadere la ex-italia sotto il comando di esperti, nominati ovviamente dall’asse infernale sopra accennato.

 

Un esperto dall’aria simpatica, appartenente ai circoli iperliberali mondiali, è presente da tempo in tutte, ripeto tutte, le rubriche di dibattito politico: bisogna preparare il terreno. Tutto deve sembrare ovvio e scorrevole.

 

Questi non sbagliano un colpo nelle tecniche di sovversione!

 

La penisola diventa apertamente l’ennesimo Stato apertamente coloniale (lo è implicitamente da due secoli) di impronta sudamericana, con depopolazione italiana ancora più grave, emigrazione, svendita delle ultime eccellenze aziendali ai soliti noti europei e mondiali, sostituzione etnica fino a 25.000.000 di nordafricani et similia …

 

Fuori da queste crude considerazioni prive di retorica che il sottoscritto e pochi altri cerchiamo di diffondere, esiste una titanica e pervasiva melassa pseudoinformativa concentrata su notizie inutili e fuorvianti per incattivire, impaurire e piegare la popolazione tramite la diffusione di una diversa percezione della realtà.

 

Diffidate da chi vi fa credere il contrario!

 

SVEGLIAMOCI! IL TOTALITARISMO STA PER UCCIDERCI …

 

Ne riparleremo molto molto molto molto presto

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

La NATO prepara un’ondata di attentati in Europa

RETE VOLTAIRE | 1 GENNAIO 2019

Numerose fonti provenienti da diversi Paesi ci segnalano che la NATO sta preparando attentati in Paesi dell’Unione Europea.

Durante gli «anni di piombo», ossia dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta, i servizi segreti della NATO hanno messo in atto la «strategia della tensione»: attentati sanguinari, attribuiti agli estremismi di destra e di sinistra, vòlti a creare un clima di paura e impedire così la formazione di governi di alleanza nazionale includenti i comunisti. Contemporaneamente, la NATO, che si proclamava paladina della democrazia, organizzò colpi di Stato o tentativi di colpi di Stato in Grecia, Italia e Portogallo.

I servizi segreti della NATO, formati da Stati Uniti e Regno Unito a partire dall’Ufficio per il Coordinamento Politico della CIA, rendevano conto soltanto a Washington e a Berlino, non a tutti i membri dell’Alleanza Atlantica. Questi servizi erano denominati stay-behind in quanto capaci di entrare in azione in caso d’invasione da parte dell’URSS; ne facevano parte i migliori specialisti della lotta anticomunista del Reich nazista.

Gli anglosassoni avevano creato servizi analoghi ovunque nel mondo, sia come consiglieri di governi filoamericani, sia in forma clandestina in Unione Sovietica e negli Stati a essa associati. Erano coordinati dalla Lega Anticomunista Mondiale. Nel 1975 tre commissioni USA sollevarono il velo su tali prassi: la Commissione Church al Senato, la Commissione Pike alla Camera e la Commissione Rockefeller alla Casa Bianca. Nel 1977 il presidente Jimmy Carter nominò a capo della CIA l’ammiraglio Stansfield Turner con il compito di ripulire i servizi segreti. Nel 1990 il presidente del Consiglio italiano, Giulio Andreotti, rivelò l’esistenza della branca italiana dei servizi segreti della NATO, Gladio. Ne seguì un gigantesco

Continua qui: http://www.voltairenet.org/article204569.html

 

Houellebecq: l’Europa non esiste, e la libertà sta finendo

Scritto il 02/1/19

 

L’Europa non esiste: è solo un incubo, dal quale ci sveglieremo. E La gamma di opinioni consentite, quelle cioè che le persone sono autorizzate a esprimere in pubblico, è in costante diminuzione.

 

Lo afferma uno scrittore di culto come Michel Houellebecq, il cui recente bestseller “Sottomissione”, che mette in guardia la Francia da una “conquista islamica”, è stato pubblicato il giorno del massacro di Charlie Hebdo. Houellebecq è stato a sua volta preso di mira per avere sostenuto verità impopolari, ricorda Paul Joseph Watson su “InfoWars”, in una nota tradotta da “Voci dall’Estero”. Lo scrittore sarebbe tra le vittime di «una sorta di dittatura esercitata dal politicamente corretto». Secondo Houellebecq, inoltre, non esiste alcun popolo europeo che possa dare vita ad alcuno Stato democratico: in una parola, riassume “Voci dall’Estero”, l’idea di Europa unita è stata semplicemente «un’idea stupida», rivelatasi mostruosa come un brutto sogno e destinata a svanire. Lo stesso Watson avverte: Houllebecq «suona un campanello d’allarme per la libertà di parola». In un pezzo scritto per “Harper’s”, lo scrittore francese denuncia lo strangolamento della libertà di opinione. «Gli americani non sono più disposti a morire per la libertà di stampa», scrive. Ma scusate, «quale libertà di stampa?». E aggiunge: «Fin da quando avevo dodici anni ho visto la gamma di opinioni consentite sulla stampa restringersi costantemente».

Lo stesso Houellebecq denuncia una nuova «battuta di caccia», in Francia, contro lo scrittore conservatore Éric Zemmour, autore di “The French Suicide”, che sostiene che la società francese sia stata fortemente danneggiata dal neoliberismo, dall’Islam e dall’ossequio al “politicamente corretto”.

 

 

Recentemente, ricorda Watson su “InfoWars”, proprio Zemmour «ha fronteggiato una marea di critiche per aver avvertito che in Francia era in corso una “colonizzazione al contrario”, dovuta ai decenni di immigrazione di massa, causata dal disprezzo di sé della nazione».

 

Nel 2002, aggiunge Watson, lo scrittore era stato addirittura portato in giudizio per odio razziale – e in seguito assolto – per avere dichiarato in un’intervista che l’Islam è «la religione più stupida». Inoltre, a periodi alterni, ha dovuto ricorrere a una scorta armata «dopo avere ricevuto minacce contro la sua vita da parte di terroristi islamici». Una storia che ricorda le gravissime intimidazioni

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2019/01/houellebecq-leuropa-non-esiste-e-la-liberta-sta-finendo/

 

 

 

 

 

Ong istruisce migranti: “Dobbiamo recitare la commedia, sono stupidi”

www.ilgiornale.it

I volontari insegnano ai migranti come recitare la parte delle vittime, come inventare storie strappalacrime e come recitare preghiere, un vero e proprio vademecum per ingannare gli agenti di frontiera

Nell’occhio del ciclone la “Advocates Abroad”, importante Ong che agisce nella Grecia settentrionale per dare assistenza a rifugiati o presunti tali.

Ciò che in tanti sospettavano ha trovato esplicita conferma grazie ad un video che riprende in modo inconsapevole il direttore esecutivo dell’associazione, Ariel Ricker. La donna, con grande nonchalance, spiega dettagliatamente al suo interlocutore come ingannare ed impietosire la polizia di frontiera, tramite il racconto di traumi mai accaduti e persecuzioni inventate di sana pianta.

Le immagini sono state divulgate dalla documentarista giornalista canadese Lauren Southern, e gettano nuova luce su quanto sta accadendo in questo momento in Europa.

“Dico loro che dobbiamo recitare la commedia, che tutto questo è teatro.”, spiega il direttore esecutivo, che regala una vera e propria lezione da seguire per esser accolti in Europa da rifugiati. “Il loro ruolo dev’essere quello di rifugiato traumatizzato, perché questi Easo (il personale che si occupa di interrogare i sedicenti profughi) sono fottutamente stupidi. Tutto ciò che sanno è solo quello che c’è scritto sul loro manuale, che spiega cos’è un rifugiato traumatizzato e le sue caratteristiche. Quindi noi addestriamo le persone a fingere quelle caratteristiche.”

Una vera e propria scuola di arte drammaturgica, a cui in tanti dicono di credere o fanno finta di credere per convenienza. “Loro (cioè gli agenti di frontiera), devono tener conto dell’atteggiamento delle persone, capire se sono emotive o

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ong-istruisce-migranti-dobbiamo-recitare-commedia-sono-1601949.html

 

 

 

 

UN CONTRODISCORSO ALTERNATIVO


Arcadia
 – 2 GENNAIO 2019 – R. Quaglia

 

Per tutti coloro ai quali il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica pare incompleto o comunque insoddisfacente, ecco un contro-discorso alternativo.

Video qui: https://youtube.com/watch?v=4Ik9VIW0xvA

 

 

https://comedonchisciotte.org/forum-cdc#/discussion/100498/r.-quaglia-un-contro-discorso-alternativo.

 

 

 

 

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

FALLIRÀ PER IL DEBITO LA SECESSIONE LEGHISTA DEI RICCHI?

di Pino Aprile – 3 gennaio 2019 – CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

San Contratto! Ora pro nobis: «La riforma delle autonomie regionali è nel contratto di governo, siamo tutti impegnati a realizzare l’autonomia rinforzata nel migliore dei modi. Ci sono stati referendum plebiscitari… Ma ci muoveremo nel binario costituzionale».

Parole del primo ministro Giuseppe Conte. E mettono i brividi, perché ‘sto “Contratto” pare prtevalere sulla Costituzione. Le intenzioni di Conte e altri del governo saranno (forse) le migliori. Ma di quelle è lastricato l’inferno. E provo a spiegare la ragione del pessimismo:

1 – a) Se capita che vinca quello con la fionda, se ne parla nei millenni; la regola è che vince il più forte. E la forza, oltre l’esperienza nell’uso a favore di pochi delle regole democratiche e delle istituzioni, è tutta dalla parte della Lega, che entrata nel governo con il 17 per cento dei voti (il M5S il doppio), agisce e incassa come fosse il padrone di casa che tollera un ospite fastidioso e temporaneo. Nella partita per l’Autonomia “rinforzata” (già detta “regionalismo differenziato”, o “federalismo solidale” …, non sanno più come chiamarla, per nasconderne la vera natura: Secessione con furto della cassa comune), la Lega parte vincente, perché ha dalla sua:

  1. b) l’identificazione con il territorio;
  2. c) il blocco economico-imprenditoriale più solido e vorace (di soldi pubblici) del Paese;
  3. d) la condivisione dell’obiettivo da parte dei presidenti di Regioni pur concorrenti fra loro e persino apparentemente agli antipodi: il veneto e leghista Zaia mal sopporta il pigliatutto leghismo lombardo, rappresentato da Fontana, una sorta di segnaposto; ed entrambi in teoria sarebbero contro il presidente piddino dell’Emilia Romagna, Bonaccini. Nei fatti, chiedono le stesse cose e insieme;
  4. e) idem le rappresentanze territoriali dei diversi partiti che sarebbero, sulla carta, incompatibili. I referendum la Lega li ha fatti in concorrenza con il M5S del Nord e i pentastellati hanno scritto il “quesito” (volete più soldi?) di quello lombardo; centrodestra del Nord tutto a favore; il Pd pure, prima in ordine sparso, con dichiarazioni di suoi esponenti settentrionali, poi i consiglieri regionali Pd di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con documento congiunto, chiedono che l’Autonomia dei ricchi sia “prioritaria”, per il governo. E usano quasi le stesse parole della Lega nel “Contratto”;
  5. f) il Sud, tutti zitti, salvo alcuni parlamentari del M5S: per la senatrice Paola Nugnes, meglio che cada il governo, e non il Paese. I dirigenti meridionali Pd silenti e acquattati; i presidenti di Regione pure: un paio (Pittella in Basilicata e Oliverio in Calabria) hanno qualche problemino personale che li distrae, diciamo così (ma erano stati zitti pure prima); il pugliese Emiliano seguirebbe la via delle Regioni del Nord, il campano De Luca, ne era tentato, ma fortunatamente ha cambiato idea. Detta all’ingrosso: politica ed economia del Nord ci sono e coese; quelle del Sud no e pochi fanno poco;
  6. g) gli imprenditori del Sud cominciano a capire la fregatura e, a partire da Confindustria di Napoli, si fanno sentire (pochi e tardi). Quindi, il Sud diviso e debole, il Nord compatto e forte.

2 – a) «Ci sono stati referendum plebiscitari», dice Conte e non può ignorarli. I plebisciti, da noi, hanno brutta fama: da quelli di annessione al monarchia/repubblica. In Lombardia, si sono astenuti più del 60 per cento degli aventi diritto e a votare è andato il 38,33 per cento, dei quali quasi il 4 ha votato contro; più le schede nulle e le bianche, l’Autonomia è stata chiesta, di fatto, da un lombardo su tre: mi pareva che la definizione di plebiscito dicesse altro. In Veneto ha a votato il 57,2 degli aventi diritto: contrari, schede nulle e bianche, circa il 2,5 per cento; vuol dire che uno ogni due ha detto sì. “Plebiscito”?

  1. b) la Consulta ha detto che questo genere di referendum non ha alcun valore e non

 

Continua qui: https://pinoaprile.me/2019/01/03/articolo-sul-corriere-del-mezzogiorno-fallira-per-il-debito-la-secessione-leghista-dei-ricchi-di-pino-aprile/

 

 

 

 

 

 

 

L’Italia in mano al terzo settore

Federica Francesconi 01 01 2019

 

L’Italia oggi è in mano al Terzo settore, quello “no profit”, che fa già ridere così, senza aggiungere battute al vetriolo. Il Terzo settore è una grande mangiatoia dalla quale attingono un po’ tutte le metastasi anti-Stato per crescere e attecchire sul territorio: mafie italiane, partiti e partitini per sistemare la propria clientela, immigrazione clandestina e piccole e medie imprese che con l’immigrazione clandestina fanno profitto.

 

Non è un caso se l’indegno inquilino del Colle ieri abbia delirato sperticandosi in lodi verso il Terzo settore, dipinto come il fantastico mondo della bontà e della solidarietà. Certi squallidi personaggi che occupano cariche di rilievo nazionale, al soldo dell’Internazionale sorosiana, immaginano, e lavorano sin da ora per realizzare il progetto, un futuro distopico dove lo Stato e le amministrazioni locali si ritireranno del tutto dalla gestione dei pubblici servizi a favore del Terzo settore, a detta degli squallidi sponsorizzatori del privato buono, solidale, ma soprattutto mangiatore di risorse pubbliche. Lo Stato, specie se amministrato da governi che non rientrano nelle simpatie dei poteri forti, è concepito da costoro come una zavorra di cui disfarsi. Ogni giorno rimbalzano sulla stampa notizie di inchieste giudiziarie sul cattivo operato di cooperative e altri tipi di imprese No profit. Presidenti di cooperative vengono inquisiti e qualche volta sbattuti in galera per malaffare, ma il no profit è buono. Non passa giorno in cui non si venga a conoscenza di casi di malagestione dell’accoglienza dell’immigrazione clandestina. Soldi pubblici che finiscono nel buco nero delle cooperative bianche e rosse. Ma il No profit è solidale.

Ritengo criminale promuovere il Terzo settore a scapito del settore pubblico. Il pubblico proprio perché parzialmente sotto il controllo dei cittadini, deve gestire i servizi essenziali per i cittadini, che non possono finire nelle mani di imprenditori senza scrupoli

 

Continua qui: https://www.facebook.com/1165264657/posts/10215270292248331/

 

 

 

Le ‘grandi manovre’ contro la ‘grande manovra’ e tante altre belle metafore di fine anno

© FotoC0

29.12.2018 – Alessio Trovato

 

E non è neppure colpa dei 5 Stelle o della Lega. Quella coperta lì è sempre stata corta. Ma anche al povero Tria che gli vuoi dire? Ieri in Commissione Bilancio, quella della manovra finanziaria, finalmente l’ha detto: “Finora mi avete massacrato, mi fate almeno rispondere o no?”. La vittima sacrificale che finalmente tira fuori i denti…

D’altra parte, dite la verità, per quanto ognuno capisca perfettamente le ragioni del ghepardo, chi non fa il tifo per la gazzella quando il felino le ha già piantato le grinfie alle chiappe e cerca di risalire lungo la schiena per arrivare alla presa finale del collo? Una bella zoccolata sui denti proprio sul più bello — tutti la sognano. Ecco, io tifo Tria. Perché è l’agnello sacrificale, anzi, la gazzella sacrificale, con ghepardi, iene ridens e pure coccodrilli in agguato tra Roma e Bruxelles. E l’altro giorno, per la prima volta, l’ho sentito finalmente tirare la zoccolata che bramavo da tanto e a qualcuno sono già saltati i canini con l’acquolina e tutto:

Non dico che sia tutta colpa vostra (ref: Governo precedente) ma il sentiero stretto, che c’è anche adesso, non ha portato a niente, perchè il debito sta là e il problema di evitare la procedura sul debito deriva da quello che avete lasciato a maggio, e di una manovra basata su clausole di salvaguardia che era impossibile da portare avanti“. Bravo Giovanni! Fracchia che si trasforma nella Belva Umana, il Dr. Jekyll che finalmente tira fuori Mr. Hyde! Deciso, io voto Tria — la gazzella che prima di schiattare tira la cornata dritto nella pupilla del predatore.

Ma è così — la politica economica in Italia questo è, una coperta corta. O copri la testa, e ti si ghiacciano i piedi, o copri i piedi e muori di polmonite uguale se il freddo è tanto, perché qualcosa fuori resta sempre. Rannicchiare non ti puoi rannicchiare, qua i sacrifici veri non li vuole fare nessuno — Cgil, Cisl e Uil in comunicato congiunto hanno scritto: “Una legge di bilancio sbagliata, miope, recessiva che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale. Siamo pronti alla mobilitazione unitaria che culminerà con una grande manifestazione nazionale a gennaio”. Gennaio, dopo le feste. Cioè prima non si lavora perchè ci sono le feste poi non si lavora perché facciamo sciopero, così poi l’Italia va meglio.

A Cgil, Cisl e Uil evidentemente piacevano le finanziarie del PD, quelle sì aiutavano i deboli e rilanciavano. L’Acli invece ha detto (Acli è l’acronimo di Associazioni Criestiane dei Lavoratori Italiani, perchè in Italia le esigenze dei lavoratori cristiani sono diverse da quelle degli agnostici per dire), dicevo i lavoratori cristiani (?!), hanno detto che la legge di Bilancio è molto

 

Continua qui:

https://it.sputniknews.com/opinioni/201812297028063-Governo-manovra-bilancio-finanziaria-proteste-sindacati-Tria-approvazione-legge-commissione-M5S-Lega-Salvini-Di-Maio-NATO-Nugnes-Acli-Cgil-Cisl-Uil-Ncc-Roma-proteste/

 

CULTURA

La splendida inutilità dei bar

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Per carpire il sovrasensibile soffio che vivifica le righe di Bar non deve mancare un certo intrinseco fiuto per il bello: Bar non è un libro per tutti – e questo, senz’altro, non è un demerito. Come anticipa il titolo, l’opera di Donato Novellini – pubblicata quest’anno da Giometti & Antonello – è ambientata tra i bar, specialmente tra i bar della Lombardia e del Veneto – rifugi in una steppa lentamente pettinata da una postideologica modernità che custodisce, quali cimeli impolverati, atmosfere e caricature veterosovietiche.

In questi oltreluoghi ritagliati, un prodigioso “fanciullo orfico” illustra le sue esperienze meta-alcoliche rappresentando in caleidoscopiche riflessioni un memorabile, jüngeriano “realismo magico d’avvinazzati”. Ogni bar è esibizione di splendida inutilità, fenomenologia di figuranti bizzarri, talvolta teneri, altre rozzi, vecchi e giovani, poetici, romantici e post-romantici. L’amore dentro i bar è visione di misteriche mistress dello spirito velate dietro atteggiamenti che difendono nella inadeguatezza della vita una incorrotta grazia.

Ci sono in questi bar complicità che deragliano in coriandoli mentre l’alchimia dell’inganno apparecchia eterne verità nella finzione – abazia d’equivoci per eludere il reale. Così, una scollatura in cui si penetra furtivi guardando senza guardare, un effluvio di carne nelle parti alte delle cosce sono il pretesto per la poesia e due gambe troppo belle fanno scrivere perfino chi non vorrebbe – o almeno fanno bere, questo è certo. Ma anche il fatalismo e l’orgoglio, “la consapevolezza d’essere male in arnese col mondo”, tutto questo c’è nei bar. E c’è l’ammaliante nichilismo di una inarrivabile barista che passandosi una mano tra i lunghi capelli neri, afferma sommessamente di preferire i cani agli umani, lasciando così di stucco il suo affezionato pubblico.

Ci troviamo in questi bar anche la malinconia nostalgica di donne introverse che hanno perduto nel tempo e nei ripetuti gesti, negli ammiccamenti abbozzati della giovinezza ogni foggia:

triangoli di carne capovolti nelle guance, dov’erano sorrisi e batuffoli rosa di spensieratezza ora cipiglio, come se la felicità dipendesse dal sorriso che riesci a portarti appresso. La resa a ciò che mai più tornerà, null’altro che un presidio di ricatti.

Le parole del libro sono scrigni che salvaguardano gli aneliti più autentici, finanche quelli più selvaggi, puri, che non scendono a patti con nessuna giornata internazionale dei diritti, con nessun dover essere, dover pensare, dover dire e scrivere e amare. Si tratta della vita che precorre il concetto, della via che dalla carne conduce a un inchiostro sensibile e magari all’alcol – ma vale decisamente anche il contrario giacché – scrive l’autore – non si beve per scrivere, si scrive per bere, smantellando ogni retorica e ricollocando la dionisiaca bevanda sul trono delle Muse che precedono metafisicamente gli umani segni e tutte quante le parole: si scrive per bere, sì – e solo così

 

Continua qui: https://www.lintellettualedissidente.it/letteratura-2/bar-donato-novellini-giometti-antonello/

 

CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

Fake news, lo Spiegel confessa: abbiamo mentito per anni

Scritto il 04/1/19

Fake news, lo Spiegel confessa: abbiamo mentito per anni, grazie a un reporter sleale che inventava le notizie

 

Comprereste un’auto usata da quest’uomo? Battuta spesso usata per colpire politici già screditati. Ma l’uomo in questione, stavolta, ha venduto ben più che rottami di automobili: ha spacciato notizie interamente false, per anni. Se n’è accorto un collega, che l’ha denunciato. Lui s’è difeso con le unghie, fin quasi a far licenziare il rivale. Poi è crollato, ammettendo tutto. E gettando nello sconforto lo “Spiegel”, cioè il settimanale più letto in Germania, di cui era una delle penne di punta. Un principe del giornalismo contemporaneo, con parecchi premi prestigiosi alle spalle. Perché ha mentito ai lettori e all’editore per così tanto tempo? Amara confessione: era perseguitato dalla paura di essere considerato un fallito. Nel mondo di oggi, dominato dalla competizione esasperata del neoliberismo, per di più in salsa severamente teutonica, può accadere questo: nel giro di pochi giorni l’eroe diventa un mostro di ipocrisia, un bugiardo patologico, un cialtrone, e infine una vittima. Il suo nome è Claas Relotius, 33 anni, ora disoccupato. Fino a ieri era una star del giornalismo europeo, cioè la grande stampa che declassa il web come regno delle “fake news” e chiama “populisti e sovranisti” i politici non amici, non alleati e non soci dell’editore.

Un vero e proprio psicodramma, per il pubblico tedesco (sempre così pronto a bacchettare i vizi altrui). Sembra il replay dello scandalo dei diesel taroccati dalla Volkswagen per mascherarne le emissioni: ma i tedeschi non erano quelli ligi alle regole? Non esattamente, spiega l’imprenditore veneziano Fabio Zoffi, poliedrico “venture capitalist” con sede a Monaco di Baviera: il sistema tedesco è efficiente (incluso il welfare) perché gode di un robustissimo sostegno pubblico, ancorché occulto. Il primo a spiegarlo fu il solito guastafeste Paolo Barnard: grazie a un cavillo formale non vengono conteggiati nel debito pubblico i miliardi che ogni anno il governo di Berlino riceve dalla Kfw (istituto di credito per la ricostruzione, l’equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti), così come i cospicui deficit delle Regioni. Morale, riassume Zoffi: il debito reale della Germania non è il “virtuoso” 80% del Pil sbandierato dalla Merkel, ma circa il 287% (cioè più del doppio del vituperatissimo debito pubblico italiano).

Beninteso: non è che sia sbagliato, investire a deficit. Il problema, precisa Zoffi, è che la Germania fa – di nascosto – quello che agli altri proibisce tassativamente di fare. Fino al caso estremo della Grecia, ridotta in miseria a causa del debito ritenuto eccessivo. Un massacro sociale – tagli feroci, licenziamenti – da cui i greci non si sono ancora ripresi. La Grecia quasi non esiste più: aziende e infrastrutture (porti, aeroporti) se l’è mangiate la Germania, mentre gli ospedali sono senza medicine per i bambini. Ma non c’erano solo tedeschi nella cabina di regia dell’operazione Troika: sul fronte greco, al Fmi operava l’ineffabile Cottarelli, mentre Mario Draghi (alla guida della Bce) proveniva dalla Goldman Sachs, cioè la banca d’affari che aveva manovrato il bilancio di Atene fino a spingere il paese verso la catastrofe. Ora invece è il potere tedesco a pagare dazio, per una volta, con un danno d’immagine rilevante: merito del talentuoso Claas Relotius, che – per fare sempre bella figura – non ha resistito alla tentazione di inventarle di sana pianta, le sue storie.

Una vicenda penosa, riassunta da Kate Connolly sul “Guardian”. «La rivista tedesca “Der Spiegel” è precipitata nel caos dopo aver rivelato che uno dei suoi migliori giornalisti ha falsificato storie per anni», scrive il quotidiano inglese. Il mondo dei media «è sconvolto dalle rivelazioni su Claas Relotius», giornalista già vincitore di prestigiosi premi, che secondo il settimanale tedesco «ha inventato storie e protagonisti» in almeno 14 dei suoi 60 articoli apparsi sulle edizioni cartacee e online. E attenzione: «Anche altri giornali potrebbero essere coinvolti». Relotius, che ha rassegnato le dimissioni dopo avere ammesso la frode, scriveva per lo “Spiegel” da sette anni e aveva vinto numerosi premi per il suo giornalismo investigativo, tra cui il premio della “Cnn” come “Giornalista dell’Anno” nel 2014. E ora aveva vinto anche il premio tedesco “Reporterpreis” (Reporter dell’anno) per la sua storia su un bambino siriano. I giudici lo avevano elogiato per «la leggerezza, la poesia e la rilevanza» del suo servizio. «E’ però emerso che tutte le fonti del suo reportage erano quantomeno nebulose, e che molto di ciò che ha scritto era inventato».

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2019/01/fake-news-lo-spiegel-confessa-abbiamo-mentito-per-anni/

 

 

 

 

Presentazione

I mass media di regime si sgretolano, i giornali vendono sempre meno copie, mentre l’“informazione” televisiva viene ignorata dal pubblico, escluso i pochi drogati dalle vicende gossippare-partitiche; i giornalisti-coccodè, ossatura di tale sistema di disinformazione in piena decadenza, attribuiscono la loro disfatta all’uso d’internet come veicolo d’informazione privilegiato, permettendo a chi vuole informarsi sul serio, di cercare, trovare e comprendere ciò che gli serve per capire la realtà. E il primo fatto che veniva compreso dal pubblico su internet, è che l’“informazione” cosiddetta “seria”, quella su carta stampata e quella diffusa dai sistemi redio-televisivi in possesso solo a partiti (corrotti) e a pochi miliardari (ancor più corrotti), è solo una puzzolente fuffa propagandistica, mera e lercia disinformazione atlantista.

Ed è questo che fa infuriare i chierichetti del sistema mediatico di regime, dopo aver perso il monopolio dell’informazione che detenevano quando c’erano solo la carta (straccia) stampata e la TV ipnotista di regime. Quindi, essi per reazione ricorrono alla mera repressione, attuata dai vari sodali del regime vigente, nonostante si siano riempiti bocca, e tasche, per anni con paroloni su libertydemocracyprivacy e free information right. Tutta fuffa, appunto.

E l’unico strumento per difendersi resta la capacità di avere un minimo di autonomia finanziaria. Null’altro serve in questa realtà.

Hanno spacciato per anni, decenni, la menzogna sulla fine della Rivoluzione del 1917, della stagnazione del Comunismo e della superiorità dell’America di Dallas e dell’Uomo da sei milioni di dollari’. Hanno utilizzato di tutto, dai Rambo ai politico-giornalisti perdenti e baffuti complottardo-rettilian-forzanovisti, pseudo-russofili sempre presenti nelle TV di regime, per fare credere che l’URSS e il Blocco del Comecon fossero defunti e finiti.

E’ bastato crederci, a tali favole, assieme alla frottola economico-sociale del reganian-tathcherismo, facendo ingoiare in un incubo clownesco l’occidente e buona parte del mondo cosiddetto ‘sviluppato’. Ora, visto che si può fare una ‘comparazione’, è meglio iniziare a fare pulizia e capire come gli occidento-comunisti si siano prestati a tale suicidio. Infatti, per esempio si vedano le varie casupole editrici ex-picciste, una volta potenti, ma oggi scomparse o ridottesi a vendere online i testi pubblicati 20-30 anni fa, quando avevano ancora mezzi e idee; anche se tali ripubblicazioni avvengono in modo oculato e accuratamente selezionato, evitando di pubblicare testi e opere che potrebbero dispiacere ai padroni e sicofanti dell’America e plebaglia intossicata. Oggi, difatti, tali case editrici residuali, ripubblicano testi nasueantemente allineati alla vulgata attuale della democracyfilia e della sovietofobia strettamente di scuola anglosassone, di cui, difatti, piccisti e palmiro-berlingueriani furono alla polena ieri, come oggi sono la polena della russofobia di marca anglosassone in Italia. Una russofobia che accompagna coerentemente il percorso politico-umano di questi intellettuali ex-piccisti, tanto da divenire dei perfetti neocon, dichiarati o mimetizzati. Perciò, escluse un paio (nel senso proprio di due), eccezioni, quando vedete nomi di ‘expert’ ex-piccisti su libri, testi, documenti, DVD, pagine web, ecc., evitate di spendervi soldi, costoro riprendono nel seno più grottesco ciò che Gramsci scriveva su fordismo e americanismo. Non mi dispiace che questa banda sia sparita o stia sparendo, mi dispiace che non ci sia nulla che riprenda un filo spezzato, neanche sul piano editoriale e pubblicistico, basilare oggi; e inoltre, a dieci anni dalla morte del bertinottismo, non si vede un lavoro coerente e complessivo in tal senso. E quell’area politico-ideologica ora viene oggi occupata da mostri e mostriciattoli, sciamani satanisti e deviati sionistico-transgenderisti, crociati zozzobruni ed altro pattume umano

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Anche per questo, il banner del sito, qui sopra, presenta la sequenza Marx-Engels-Lenin-Stalin-Mao-Fuura Kafuka (protagonista dell’anime Sayonara Zetsubou Sensei [Addio Professor Disperazione]), il cui “prologo inizia con Kafuka passeggiare tra gli alberi in fiore, tutta allegra, quando di colpo si trova davanti Nozomu (Zetsubou) impiccato. L’incontro tra un uomo che vede tutto sotto una luce negativa, e una ragazza che vede tutto sotto una luce positiva”. E sia così, l’ottimismo della perseveranza, perché altrimenti ci resteranno solo le ceneri del cretinismo movimentista scemo (scemo, ovvero senza testa), dopo l’alleanza servile coll’imperialismo sionista-statunitense (almeno dal 1991) e relative salmerie islamiste e fasciste (neo o vetero), da una parte, e sinistrismo e antifà di rito sorosano dall’altra; mentre piddiotismo e berlusconismo sono acquattati, pronti a ritornare alla ribalta grazie al probabile fallimento del cretinismo ‘gialloverde’.

Tornando a quanto detto sopra, Putin cerca di restaurare il meglio dell’URSS, quella dagli anni ’60 ai primi anni ’80, quando contrastando l’imperialismo, riuscì a scacciarlo da varie regioni del mondo (Cuba, Africa, Nicaragua, Asia del Sud-Est, Asia del Sud-Ovest). Perciò, ora, come allora, bisognava trovare qualsiasi mezzo e strumento per ostacolare, fermare, denigrare e distruggere questo processo di sfida all’imperialismo. In Italia, la CIA e la NATO trovarono diversi volenterosi sostenitori tra i sopravvissuti del PCI, prima e dopo l’autoaffondamento, figlia legittimi di quella fase berlingueriano che vide nell’assecondare l’atlantismo, la via italiana alla resa al nemico. Berlinguer tracciò, sulla scia teorica del gramscismo, la via per passare in modo operativo dal partito-impresa dal blando socialismo neoturatiano degli anni ’70-’80, all’impresa-partito democraticista e filoamericano che negli anni ’90-2000 divenne l’amministratore filo-imperialista di un sistema economico-sociale nazionale totalmente subordinato agli USA e ai suoi delegati dell’UE. Una volta concluso tale percorso di transgenderizzazione della socialdemocrazia berlingueriana nel cretinismo ideologico hollywwodiano, non poteva che emergere il pagliaccio definitivo che affossasse l’esperienza nata nel 1921 tramutandola nella controfigura millennial della camarilla ottocentesca fatta di amici, sodali e complici, mentre si adattava strategicamente l’Italia al ruolo di definitivo valvassino della NATO-USA. Un percorso fattuale, oltre che ideologico, ripreso e portato avanti anche da chi, a parole e solo a parole, criticava tale processo prima di andare esso stesso al governo.
Detto ciò, sempre il banner qui sopra indica l’ottimismo sul futuro, che già comincia a formarsi davanti a noi, ma lontano da noi, fuori dall’occidente autonominatosi Eden umanitario (almeno per chi può permetterselo con denaro sonante). Riassumendo, mai credere alla fuffa criptoimperialista dei berlinguerini, con o senza baffoni posticci da filorussi della CIA.

Perciò allacciandomi al discorso sulle ex-case editrici, e quindi passando al concreto, ho aperto una pagina su Patreon una su Paypal per poter raccogliere risorse da utilizzare per:

  1. Poter aggiornare e mantenere le pagine web, siti e blog che gestiscono; soprattutto dopo aver dovuto chiudere vari blog, soprattutto il noto blog che avevo su wordpress dal 2011 (e che aveva totalizzato oltre 11 milioni di visualizzazioni), e il più vecchio sito che avevo creato nel 2000.
    2. Poter realizzare dei lavori originali,non traduzioni, da realizzare in formato .PDF e rendere disponibili all’utenza sulla piattaforma Patreon.
    3. Avere la possibilità di disporre materiale sia per realizzare le elaborazioni in formato .PDF che per realizzare quanto segue;
    4. Poter cercare di produrre, su carta stampata, almeno due o tre testi, dei libri, probabilmente di Storia militare, ma anche un paio, in realtà già pronti, sulle interferenze delle agenzie di intelligence occidentali contro la Siria e sul pensiero e l’azione geopolitica di Vladimir Putin.

Si tratta di testi proposti a varie case editrici, ma da cui non ho mai avuto risposte. Questo spiega anche perché non verranno riproposti e messi on-line testi e documenti che avevo tradotto e pubblicato. Ora faranno parte del corpo dei due-quattro testi a cui ho lavorato e a cui lavorerò. Ho già raccolto il materiale necessario. Sarà solo questione di tempo, oltre che di costo della stampa. Infatti, voglio ricorrere al tipografo, e non ai servizi di stampa online. Ma qui però, dovrò disporre ovviamente delle risorse necessarie per poter ricorrere alla classica tipografia. In cambio, chi contribuirà apprezzando il mio lavoro, potrà ricevere una copia dei testi alla cui stampa contribuirà, al solo costo delle spese di spedizione. Lo stesso discorso vale per i testi in formato .PDF a cui lavoro, di carattere anch’essi geostorico e storico-militare.

Ovviamente, non trattandosi di opere a stampa, sarà molto più agevole produrli e metterli a disposizione dell’utenza.

Purtroppo, il precedente blog SitoAurora è stato costretto a chiudere su pressioni esterne. Se volete contribuire alla persistenza e alla difesa almeno di questo blog, sopra ne avete l’indicazione.

 

http://aurorasito.altervista.org/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia segreta de L’Oréal

di Thierry Meyssan

Nella notte del 3 febbraio 2004], il gigante della cosmesi, l’Oréal, ha annunciato la ristrutturazione del suo capitale. Scompare quindi la holding di controllo fondata da Eugène Schueller durante la seconda guerra mondiale. Il fondatore del gruppo era anche uno dei grandi finanziatori del nazismo francese e del complotto dell’organizzazione di destra conosciuta con il nome di Cagoule. Alla liberazione, la società e i suoi affiliati stranieri si adoperarono per dare asilo ai criminali in fuga. Oggi l’ereditiera del gruppo, Liliale Bettencourt, è diventata la donna più ricca di Francia. La storia del gruppo mette in luce il volto nascosto della politica francese contemporanea.

RETE VOLTAIRE | PARIGI (FRANCIA) | 19 MARZO 2006

 

In memoria di Marx Dormoy, Victor Basch, Jean Zay, Georges Mandel e Jean Moulin

 

In un breve comunicato, diffuso la notte del 3 Febbraio 2004, L’Oréal, il gigante della cosmesi, ha annunciato la ristrutturazione del suo capitale. La famiglia Bettencourt e il gruppo Nestlé, che assieme detenevano la maggioranza de L’Oréal attraverso l’intermediazione della holding di controllo Gasparal, ora saranno i suoi diretti proprietari. Visto che questo gioco di prestigio è accompagnato da un impegno di conservazione dei titoli, i Bettancourt beneficeranno di una riduzione del 50% sulla tassa sul patrimonio. Grazie alle nuove disposizioni introdotte in loro favore nella “legge per l’iniziativa economica” del primo Agosto 2003 non saranno tenuti a pagare le spese per questa transazione [1].

L’Oréal è oggi stimata 43,6 miliardi di euro. I Bettencourt possiedono 11,99 miliardi; Nestlé 11,5 miliardi e i rimanenti 20,11 miliardi fluttuano in Borsa. Il patrimonio personale di Liliale Bettencourt, ereditiera del fondatore de L’Oréal, nel 2002 era stimato 17,2 miliardi di euro, rendendola così la persona più ricca in Francia.

Un’azienda che vuole accaparrarsi la Repubblica

L’Oréal è stata fondata nel 1907 da un piccolo imprenditore, Eugène Schueller, che nel 1928 assorbe Monsavon, le vernici Valentine, gli shampoo Dop e la rivista Votre Beauté. Approdato all’estrema destra, Schueller si fa conoscere per le sue teorie economiche sullo “stipendio proporzionale”: in una società libera dal capitalismo liberale e dai sindacati, gli operai avrebbero riscosso un triplo stipendio: un salario di attività, un salario familiare e uno di produttività.

Il 6 Febbraio 1934, in reazione ad un clamoroso scandalo politico-finanziario, le associazioni dei combattenti della Grande Guerra manifestano a Parigi, davanti alla Camera dei deputati, per ottenere le dimissioni del governo Daladier. Sotto la spinta dei fascisti, il raduno diventa un’insurrezione e cerca di rovesciare la Repubblica in favore del colonnello de La Rocque, che però rifiuta il ruolo che gli si voleva attribuire.

Ci furono altri tafferugli nelle settimane seguenti, compreso un tentativo di linciaggio di Léon Blum, durante il funerale di uno storico monarchico; ne consegue che il 18 Giugno il governo annuncia lo scioglimento delle leghe. Immediatamente un gruppo di militanti fascisti, per la maggior parte provenienti dalla XVII sezione dei Camelots du roi [2], rompe con il filosofo monarchico Charles Maurras e decide di passare alla clandestinità.

Fondano così l’Organisation secrète d’action révolutionnaire nationale (OSARN). Attorno a quest’organizzazione gravitano Eugène Deloncle, Aristide Corre, Jean Fillol, Jacques Corrèze, a cui presto si aggiungono Gabriel Jeantet, François Méténier e il dottor Henri Martin. Il colonnello De La Rocque mette in guardia i vecchi affiliati alle leghe contro l’infiltrazione di “gruppi di tradimento”, cioè fascisti che agiscono per conto di nazioni estere, come l’Italia o la Germania [3]. L’OSARN si struttura rapidamente in gruppi locali e in un sistema gerarchico fortemente suddiviso, in modo che al di fuori dei capi, i membri dell’organizzazione sono totalmente all’oscuro circa la sua grandezza, i suoi obbiettivi reali, i suoi mezzi e il sostegno che riceve. Alcune cellule del complotto, tra cui i Chevaliers du glaive [i Cavalieri del glavio], sono condotte a Nizza da Joseph Darnant e François Durand de Grossouvre, dove adottano un rituale e degli abiti ispirati al Klu Klux Klan. Sarà per questo che l’OSARN verrà chiamato dai monarchici “La Cagoule” [La buffa] [4].

Amico intimo di Eugène Deloncle, Eugène Schueller mette a disposizione il suo patrimonio per il complotto. Diverse riunioni dei gruppo dirigente si tengono negli uffici della sede de L’Oréal. Un gruppo di giovani, residenti nel dormitorio dei padri maristi (via Vaugirard104, a Parigi), frequenta i capi del complotto e si unisce ad alcune delle loro azioni, senza comunque aderire formalmente all’organizzazione. Si tratta di Pierre Guillan de Bénouville, Claude Roy, André Bettencourt e Robert Mitterand, fratellio di François, marito della nipote di Eugène Deloncle.

Fallimenti e divisioni sullo sfondo dell’antisemitismo

In un anno e mezzo, l’OSARN formalizza le sue relazioni con il governo di Benito Mussolini, poi con quello di Adolf Hitler. Per loro conto invia armi in Spagna, a Francisco Franco. In cambio ottiene considerevoli appoggi finanziari e logistici. L’organizzazione tenta un colpo di stato nella notte tra il 15 e il 16 Novembre, che però fallisce. L’indomani e durante le settimane seguenti il complotto vengono svelati tutti i suoi particolari: alcune perquisizioni permettono di scoprire nascondigli di armi in tutta la Francia. In totale sono ritrovate centinaia di mitragliatori, migliaia di fucili e uniformi, decine di migliaia di granate, centinaia di migliaia di munizioni, tutto proveniente dalla Francia o dalla Germania.

Il presidente del consiglio, Edouard Daladier, frena l’inchiesta quando si comincia a scoprire che l’OSARN ha degli affiliati tra gli ufficiali fino ad arrivare allo stato maggiore. In effetti, non è possibile decapitare l’esercito francese mentre la minaccia della guerra si fa sempre più reale. Il presidente ha torto, perché la guerra mondiale è effettivamente dichiarata e la Francia capitola.

“La communauté française”[la comunità francese], associazione segreta che saccheggiava i beni di ebrei e massoni. Alcuni dei responsabili furono Jacques Correze e Jean Fillol.

Se una parte dei “cagoulards”, ostili alla dominazione straniera, appoggia De Gaulle, la maggior parte di loro è entusiasta della vittoria del fascismo, diventando così collaborazionisti. Nel Settembre 1940, Eugène Deloncle e Eugène Schueller fondano il Movimento sociale rivoluzionario (il cui acronimo è MSR, che si pronuncia aime et sert [ama e servi]) con il sostegno dell’ambasciatore del Reich, Otto Abetz, e l‘approvazione personale del capo della Gestapo, Reinhardt Heydrich . Le riunioni della dirigenza del MSR si tengono negli uffici de L’Oréal (rue Royale 14 a Parigi).

Il programma dell’organizzazione riporta “Noi vogliamo costruire una nuova Europa in cooperazione con la Germania nazional-socialista e tutte le altre nazioni europee che non siano schiave del capitalismo liberale, dell’ebraismo, dei bolscevichi, e della massoneria (…) rigenerare la razza francese (…) obbligare gli ebrei rimasti in Francia a seguire leggi severe che impediscano loro di inquinare la nostra razza (…) creare un’economia socialista (…) che assicuri una giusta distribuzione delle risorse facendo aumentare gli stipendi e la produzione”.

Come prima applicazione di questo programma, Deloncle organizza un attentato esplosivo contro sette sinagoghe parigine, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 1941.

Inoltre, viene fondata un’organizzazione con l’aiuto di Theo Dannecker, membro dell’SS, delegato di Adolf Eichmann: la Communauté Française il cui scopo è “liberare completamente (la Francia) da questi fermenti di corruzione che sono gli ebrei e i massoni”. È questa l’organizzazione segreta che spesso organizza le spoliazioni di ebrei per rimpinguare le tasche dei suoi membri. Tra questi ultimi, c’è Jacques Corrèze e Jean Fillol, il sicario della “Cagoule”.

“Guillemot et Delamotte” editore parigino. In questo catalogo Adolf Hitler e Eugène Schueller vengono presentati fianco a fianco

Quanto al giovane André Bettencourt, egli diventa il padrone francese della PropagandaStaffel. È posto sotto la tripla tutela del ministro della propaganda, Joseph Goebbels, della Wehrmacht e della Gestapo. Ha il controllo su tutte le pubblicazioni francesi, sia collaborazioniste che naziste. È lui stesso che dirige La Terre française [La terra francese], una pubblicazione esplicitamente nazista destinata alle famiglie di campagna e che consiglia vivamente la rieducazione degli intellettuali decadenti attraverso il ritorno forzato “alla terra che non inganna mai”. Assume l’agronomo Réné Dumont. Per altro Bettencourt offre regolarmente a Schueller le colonne dei suoi giornali.

La soluzione Bettencourt

Il 15 Febbraio 1941, sotto richiesta delle SS, il MSR di Deloncle si fonde con i Rassemblement national populaire (RNP) di Marcel Déat. Il padrone dell’Oréal, Eugène Schueller, diventa il punto di riferimento economico. Il suo libro, La révolution de l’économie [La rivoluzione dell’economia] è una tra le opere di riferimento per il fascismo francese. Il 15 Giugno 1941, nel suo discorso al congresso dell’organizzazione al Palais de la Mutualité, invoca una “rivoluzione preliminare che purifichi e corregga” e che “dovrà essere violenta, si dovrà semplicemente fucilare velocemente cinquanta o cento personalità conosciute”.

Il 22 Giugno 1941, il Reich attacca l’Unione Sovietica. Deloncle e Schueller decidono di creare la Légion des volontaires français (LVF) [Legione dei volontari francesi], comandata da Jacques Corrèze per combattere il comunismo sul fronte orientale. Tutti i suoi membri giurano fedeltà al Führer.

Attraverso quest’organizzazione armata cercano di eliminare Pierre Laval, loro avversario politico, e il loro alleato e rivale Marcel Déat. Il 27 Agosto 1941, in occasione di una cerimonia di partenza di un contingente della LVF per il fronte russo, organizzano un doppio attentato durante il quale Laval e Déat rimangono feriti.

«La Terre Française», pubblicazione nazista francese diretta da André Bettencourt.

Il 20 Dicembre 1941 André Bettancourt, informato delle discussioni in atto a Berlino, scrive nell’editoriale di Natale de La terre française: “Un giorno, tra trent’anni, nonostante tutto, gli ebrei immagineranno di poter vincere la partita. Erano riusciti a mettere le mani su Gesù e l’avevano crocifisso. Sfregandosi le mani, si erano detti – che il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli. Sapete bene in che maniera quel sangue è caduto e continui a cadere ancora. Bisogna che si avverino le prescrizioni del libro eterno”.

Ed infatti qualche giorno dopo la Conferenza di Wansee mette a punto la “soluzione finale”: milioni di persone saranno sterminate nel più gran segreto.

Al termine dei conflitti interni al movimento nazi-fascista, è Deloncle che cade in disgrazia. Eugène Schueller allora il 18 Marzo 1942 si precipita all’ambasciata del Reich per svincolarsi dal suo amico. Il colloquio è depositato negli archivi tedeschi.

Interviene l’OSS

La battaglia di Stalingrado inverte il corso degli eventi. Ormai il Reich non è più invincibile. André Bettencourt si riavvicina al suo amico François Mitterand che esercita diverse funzioni a Vichy e dove condivide l’ufficio con Jean Ousset, responsabile del movimento giovanile della Legione Française dei combattenti di Joseph Darnand. Entreranno allora a far parte della resistenza all’interno del Mouvement National des prisonniers de guerre et déportés (MNPGD) [Movimento nazionale dei prigionieri di guerra e deportati] la cui attività è stata riconosciuta ufficialmente solo quarant’anni più tardi dall’amministrazione Mitterand, ma sulla quale gli storici s’interrogano ancora.

Alla fine del 1942, André Bettencourt è inviato da Eugène Schueller in Svizzera ad “arianizzare” la società Nestlé, di cui il proprietario dell’Oréal è diventato uno degli azionari maggiori. Approfitta della trasferta per incontrare Allen Dulles e Max Schoop dei servizi segreti statunitensi (OSS). Nel 1944 questi gli concedono 2,5 milioni di franchi dell’epoca. Non si sa nulla, ancora oggi, di come questa somma sia stata impiegata.

Eugène Deloncle è assassinato. Ma i crimini dei cagoulard non si fermano neppure quando gli alleati sbarcano in Normandia. Il 10 Giugno 1994 Jean Fillol guida la divisione delle SS a Ouradour-sur-Glane (Haute Vienne) dove i soldati compiono numerose atrocità e dove 644 abitanti vengono massacrati.

Ne valeva a pena…

Alla liberazione i cagoulard di Londra salvano i cagoulard di Vichy. Grazie alla testimonianza di André Bettencourt e François Mitterand, Eugène Schueller è scarcerato con la motivazione che aveva partecipato alla resistenza. L’Oréal diventa il rifugio dei vecchi amici. François Mitterand è il direttore della rivista Votre Beauté e André Bettencourt è eletto direttore del gruppo. Con l’aiuto dell’Opus Dei, una confraternita cattolica franchista, Henri Deloncle (fratello di Eugène) ingrandisce l’Oréal-Spagna dove assume Jean Fillol. Quanto a Jacques Corrèze, diventa il padrone di L’Oréal-Stati Uniti. Nel 1950, André Bettencourt sposa Liliale, l’unica figlia di Eugène Schueller.

André Bettencourt

André Bettencourt ha avuto una brillante carriera. Giornalista, ha fondato nel 1945 il Journale agricole [Il giornale agricolo], per i vecchi lettori de La terre française. La sua carriera politica l’ha condotto più volte al Parlamento e al Governo. Ha quindi potuto riprendere le sue vecchie attività diventando segretario di Stato per l’informazione (1954-55), posto creato dal suo amico François Mitterand nel 1948 e tramite cui entrambi forgeranno la stampa francese contemporanea. I due uomini sono inseparabili, al punto che nel 1986 quando Mitterand diventato socialista e presidente della Repubblica deve coabitare con un’assemblea di destra, non sa se eleggere André Bettencourt come primo ministro. Ma temendo il ritorno dei fantasmi del passato, si astiene. Ciò nonostante, il passato rimane presente.

 

http://www.voltairenet.org/article160658.html

 

 

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

LA UE UCCIDE I GRECI (E ACCOGLIE I NEGRI)

www.maurizioblondet.it

Consiglio d’Europa: “Picchi di Hiv, boom di disturbi mentali, sanità pubblica sull’orlo del collasso. L’austerità in Grecia viola i diritti umani”

Allarmante report del Consiglio d’Europa svela gli effetti delle misure di austerity sulla popolazione greca

Il 4 luglio scorso il Commissario Ue Pierre Moscovici annunciava senza nascondere un leggero autocompiacimento: “Alla fine dei tre programmi di salvataggio la Grecia è di nuovo un Paese normale dell’Eurozona”. Solo pochi giorni prima, il 29 giugno, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović aveva concluso la sua missione in Grecia. Tre giorni fa è stato diffuso il report del suo viaggio e il responso è spietato: le misure di austerità attuate da Atene su ”richiesta” della Troika hanno integrato una violazione dei diritti umani. Dal 2010 al 2018 lo Stato ellenico ha beneficiato (si fa per dire) di 288,7 miliardi di aiuti da parte di Commissione Ue, Fmi e Bce, vincolati all’approvazione di quindici pacchetti di austerità da parte del Governo greco.

Secondo Moscovici, “le vaste riforme condotte hanno gettato le basi per una ripresa sostenibile”, consentendo alla Grecia di essere “di nuovo un Paese normale”. Per capire quanto sia “normale” la vita dei cittadini greci dopo l’iniezione violenta di austerità, in particolare nelle fasce più deboli della popolazione, bastano alcuni dati ben riassunti dall’indagine svolta dalla Commissaria Mijatović del Consiglio d’Europa, la principale organizzazione (estranea alle istituzioni di Bruxelles) in difesa dei diritti umani, democrazia e Stato di diritto.

Proviamo a metterli in fila: in sei anni il numero dei senzatetto è quadruplicato, passando da 11mila a 40mila; i furti di elettricità da parte di cittadini impossibilitati a pagare le bollette sono aumentati di quasi il 1000% dal 2008 al 2016; il sistema sanitario greco è gravemente sottofinanziato, con una spesa sanitaria pubblica di circa il 5,2% del PIL, molto inferiore alla media UE del 7,5%; più della metà dei greci nel 2017 soffriva di problemi di salute mentale, con stress, insicurezza e delusione tra le cause più citate; i suicidi sono aumentati del 40% tra il 2010 e il 2015, con la mortalità per suicidio arrivata al tasso medio annuo del 7,8%, rispetto all’1,6% prima della crisi; il finanziamento degli ospedali pubblici è diminuito più della metà dal 2009 al 2015.

In pratica, uno scenario apocalittico. Secondo Mijatović, in Grecia l’austerità ha messo a rischio in particolare il diritto alla salute e il diritto all’istruzione. Quanto al primo, è stata paralizzata “la capacità del sistema sanitario di rispondere ai bisogni della popolazione, aumentando allo stesso tempo le necessità di cure”. E aggiunge: “Come ha rilevato la Panhellenic Medical Association, il sistema sanitario è sull’orlo del collasso”.

L’impatto delle misure economiche restrittive ha avuto effetti devastanti anche sulla salute mentale dei cittadini greci, “notevolmente deteriorata, con la depressione particolarmente diffusa a causa della crisi economica”. Non solo: “Di conseguenza, la maggior parte degli ospedali psichiatrici è sovraffollata, il che contribuisce al deterioramento delle condizioni all’interno di queste strutture”. I rapporti studiati dalla commissaria per i diritti umani indicano anche che dal 2010, anno dell’inizio del periodo di austerity, il numero di ricoveri forzati è “aumentato drammaticamente”: la maggior parte di questi pazienti è fatta da persone disoccupate, ex uomini d’affari poi finiti in bancarotta o genitori che non sanno più come sfamare i propri figli, scrive Mijatović. Pazienti che, beninteso, in precedenza non hanno mai mostrato segni di insanità mentale.

Il Commissario ha poi rilevato come nel corso degli anni più difficili siano stati segnalati “picchi nei tassi di HIV e di tubercolosi tra i consumatori di droghe” dopo il taglio di un terzo dei finanziamenti ai programmi di assistenza per i giovani a rischio. In sintesi, conclude Mijatović, le misure d’austerità e le loro conseguenze concrete sulla popolazione “minano il diritto alla salute sancito dall’articolo 11 della Carta sociale europea, di cui la Grecia è parte”.

Un capitolo a parte è poi dedicato all’istruzione, altro diritto che i tagli al bilancio pubblico hanno messo a rischio. Le risorse destinate al Ministero dell’Istruzione greco sono state ridotte da 5.645 milioni di euro nel 2005 a 4.518 milioni di euro nel 2017. “Pertanto, i tagli al bilancio hanno gravemente colpito il personale docente, che è stato significativamente ridotto, così come la retribuzione degli insegnanti pur vedendo esteso il loro orario di lavoro”. La crisi economica ha avuto un impatto negativo, secondo il Consiglio d’Europa, sulla qualità dell’istruzione e sull’apprendimento. La commissaria, in più parti del suo report, si dice “particolarmente preoccupata” per le condizioni della popolazione greca. Per fortuna, a Bruxelles c’è chi ritiene ad Atene e dintorni la vita sia tornata alla normalità.

 

https://www.maurizioblondet.it/la-ue-uccide-i-greci-e-accoglie-i-negri/

 

 

 

ECONOMIA

Conflitto economico rovente: la lotta per i minerali delle terre rare

3 Gennaio 2019 DI WAYNE MADSEN

strategic-culture.org

Proprio come [per] la corsa all’oro della California tra il 1848 e il 1855, il Klondike canadese dal 1896 al 1899 e quella dell’Australia occidentale degli anni ’90 del 1800, il mondo sta vivendo una frenesia per ottenere i diritti minerari alla ricerca dell’oro attuale, cioè i minerali delle terre rare. Utilizzati per componenti di batterie per veicoli elettrici, telefoni cellulari, televisori a schermo piatto, chiavette USB, macchine fotografiche, missili a guida di precisione, magneti industriali, turbine eoliche, pannelli solari e altri oggetti high-tech, i minerali delle terre rare sono diventati il tipo di materia prima ricercata, come lo erano uranio e plutonio erano durante l’inizio dell’era atomica.

I minerali delle terre rare non sono di facile pronuncia allo stesso modo dell’oro, dell’argento e del platino. Per esempio, l’ossido di ittrio e l’europio, mentre sembrano poco importanti, sono ciò che fornisce la tonalità rossa nei televisori a colori.

Le nazioni di tutto il mondo stanno lottando per garantirsi riserve contenenti minerali di terre rare. La Cina, dove attualmente si trova un terzo dei minerali di terre rate del pianeta, ha severamente limitato l’esportazione dei minerali ad alleati e competitori. Una delle più grandi riserve conosciute di terre rare è il giacimento di Bayan Obo, nella Mongolia Interna cinese.

Le restrizioni all’esportazione della Cina hanno messo in moto le nazioni in tutto il mondo per missioni di ricerca, al fine di garantirsi sia le riserve di minerali di terre rare conosciute, che quelle non sfruttate. Uno di questi filoni principali di minerali di terre rare è stato scoperto ad Est-Sud nell’Oceano Pacifico. Le stime indicano che la regione oceanica profonda contiene il doppio delle terre rare rispetto a quelle trovate in Cina.

Alcuni di questi giacimenti si trovano in zone sottomarine geologicamente attive, dove i condotti vulcanici del fondale profondo emettono minerali di terre rare dalle espulsioni di lava e gas caldi. La scoperta che la regione del Pacifico meridionale è ricca di terre rare ha condotto le nazioni europee, tra cui la Francia e la Gran Bretagna, le quali mantengono colonie nella zona, a rivendicare la loro influenza coloniale. La Francia, ad esempio, è reticente a concedere ulteriore autonomia o indipendenza alla Nuova Caledonia, dove è previsto un referendum per l’indipendenza l’8 novembre, alla Polinesia francese e a Wallis e Futuna. Allo stesso modo, la Gran Bretagna ha mostrato un rinnovato interesse per le Isole Pitcairn, dove continua a vivere una manciata di discendenti degli ammutinati dell’HMS Bounty.

Nel 2015, l’Australia ha represso l’autogoverno dell’isola di Norfolk, trasformando l’isola in una municipalità ibrida del Nuovo Galles del Sud e dell’Australian Capital Territory (n.d.T.Territorio della Capitale Australiana). La Nuova Zelanda ha posto il veto sulle ambizioni di due dei suoi “Stati associati” indipendenti – le Isole Cook e Niue – per la piena adesione alle Nazioni Unite. Per queste potenze coloniali, non importa ciò che si trova al di sopra del mare –le località insulari – ma cosa si trova sotto il mare, all’interno dei confini marittimi dei territori, e si tratta proprio dei minerali di terre rare.

Con lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, sono state scoperte riserve di terre rare in Groenlandia, un territorio “autonomo” della Danimarca. Le mosse del governo della Groenlandia per cercare l’indipendenza dalla Danimarca e permettere alle compagnie cinesi di estrarre minerali di terre rare hanno incontrato una dura opposizione da parte della Danimarca, degli Stati Uniti e della NATO.

Altri Paesi che possiedono depositi significativi di terre rare includono India, Russia, Vietnam, Malesia, Sudafrica, Australia, Canada, Brasile e Stati Uniti. Queste nazioni, così come la Cina, hanno tutte diversi livelli della necessaria forza politica, economica e militare per proteggere le loro riserve di terre rare.

Tuttavia, alcune nazioni in via di sviluppo, dove sono state scoperte terre rare, sono candidate allo sfruttamento spietato delle multinazionali, alcune sotto la direzione dei governi, per garantire i diritti esclusivi di estrazione mineraria. In effetti, la Toyota, che ha una stretta relazione con il governo giapponese, ha acquistato una miniera di terre rare in Vietnam per garantirsi tali diritti di esclusività.

Il Giappone potrebbe non doversi preoccupare del Vietnam come sua principale fonte di terre rare. All’inizio di quest’anno, un deposito di circa 16 milioni di tonnellate di ossidi minerali di terre rare è stato scoperto nei fanghi del fondale marino, situati a 1150 miglia a sud-est di Tokyo. Il deposito conteneva molte delle terre rare dalle quali dipende il settore dell’elettronica di consumo giapponese: l’ittrio, il disprosio, il terbio e l’europio.

In Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la columbite-tantalite, un minerale utilizzato nella fabbricazione di chip semiconduttori, è un bene così richiesto, per il quale i signori della guerra rivali, alcuni agenti per conto di attori esterni, tra cui Ruanda, Uganda, Israele, Giappone, Cina e Stati Uniti si combattono l’un l’altro per il controllo dell’estrazione e dell’esportazione del minerale.

Il Rwanda Mines, Petroleum e Gas Board ha firmato un accordo nel 2017 con un’importante azienda giapponese per l’estrazione di terre rare, per la prospezione e l’estrazione di terre rare, oltre al tungsteno, in Ruanda. Tuttavia, il Presidente ruandese Paul Kagame è noto per aver sostenuto i ribelli Tutsi nella RDC (Repubblica Democratica del Congo), che sfruttano le miniere di terre rare nelle province del Kivu meridionale e settentrionale e inviano i minerali rubati in Ruanda. Ci sono stati tentativi di ridurre il commercio dei “minerali di conflitto” nella regione dei Grandi Laghi in Africa, ma è stato tutto inutile.

Attualmente, le imprese statunitensi e cinesi stanno muovendo una guerra per l’influenza politica ed economica per l’accesso alle riserve di litio, cassiterite e cobalto nella RDC.

Accanto alla RDC, nel Burundi devastato dalla guerra civile, è stata scoperta nel 2017 una “vena principale” di altissima qualità di minerali di terre rare. Il Burundi, che un tempo era una colonia tedesca, ha visto la tedesca Thyssen Krupp intervenire per sfruttare le risorse minerarie. Thyssen Krupp ha anche iniziato a costruire un impianto di lavorazione in Burundi. Il governo tedesco è stato attaccato da gruppi per i diritti umani che lo accusano di appoggiare l’impresa mineraria tedesca, nota come Progetto Gakara, anche se il Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è stato eletto in modo dubbio per un terzo mandato. I gruppi imprenditoriali tedeschi si sono opposti alla tesi, secondo cui se la Germania non estraesse le terre rare del Burundi, lo farebbe la Cina.

Il governo francese non sta concentrando solo le sue attività di estrazione di terre rare nella sua tradizionale sfera di influenza francofona in Africa – Marocco, Burkina Faso, Niger, Madagascar, Guinea – ma più lontano, compresa la ricerca di attività minerarie di joint venture in Kazakistan.

Negli Stati Uniti, il Pentagono ha riconosciuto l’importanza delle terre rare per scopi militari. Il Defense Logistic Agency’s Strategic Materials Department ha il compito di assicurare una fornitura continua di terre rare agli appaltatori della difesa degli Stati Uniti. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti tiene traccia delle scoperte e delle attività minerarie per le terre rare in tutto il mondo, grazie a un contributo costante di informazioni, provenienti dalla Central Intelligence Agency e dalla National Security Agency. L’amministrazione Trump si è mossa per rendere accessibili a società private le aree faunistiche federali, i parchi nazionali e altri territori degli Stati Uniti alla prospezione e all’estrazione di terre rare, con grande disappunto degli ambientalisti e delle amministrazioni tribali dei nativi americani.

Nella fretta di allentare la dipendenza dalle esportazioni di terre rare cinesi, che sono state in ogni caso limitate da Pechino, le nazioni e le aziende di tutto il mondo hanno messo in marcia una competizione spietata per acquisire una posizione dominante nel mercato delle terre rare. Ciò che sta al vertice dell’interesse dei raccoglitori di informazioni economiche, sono riferimenti in e-mail, videoconferenze, telefonate, fax e documenti finanziari a termini quali europio, terbio, disprosio, ittrio, samario e altre terre rare.

Poiché il mondo diventa più dipendente dall’high-tech e dall’ “Internet delle cose”, consistenti di computer, telefoni cellulari, elettrodomestici, televisori, sistemi di sicurezza, automobili, ecc., la guerra economica per il controllo dei minerali delle terre rare si intensificherà. Esiste l’estrema possibilità che il conflitto economico possa trasformarsi in conflitti a fuoco, come è già avvenuto nella RDC.

Fonte: https://www.strategic-culture.org/

Linkhttps://www.strategic-culture.org/news/2018/10/05/hot-economic-warfare-scrambling-for-rare-earth-minerals.html

5.10.2108

https://comedonchisciotte.org/conflitto-economico-rovente-la-lotta-per-i-minerali-delle-terre-rare/

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

I rischi del settore finanziario non bancario

it.sputniknews.com

In un workshop organizzato a New York dalla Federal Reserve e dalla Banca d’Italia su “Post crisis financial regulation: Experiences from the two sides of the Atlantic”, si è cercato di analizzare la situazione del sistema finanziario globale per capire se sia effettivamente sotto controllo o se vi siano ancora seri rischi e minacce di instabilità.

In un workshop organizzato a New York dalla Federal Reserve e dalla Banca d’Italia su “Post crisis financial regulation: Experiences from the two sides of the Atlantic”, si è cercato di analizzare la situazione del sistema finanziario globale per capire se sia effettivamente sotto controllo o se vi siano ancora seri rischi e minacce di instabilità.

Potrebbe sembrare strano, ma i documenti e gli interventi dei rappresentanti della nostra banca centrale sono stati i più precisi e concreti.

Vi è una lunga lista di nuovi e pericolosi rischi che, dieci anni dopo la Grande Crisi, dovremo ancora affrontare.

Prima di tutto vi è la vulnerabilità del “settore finanziario non bancario” che comprende una marea di istituzioni, quali le SIM, i gestori del risparmio, i fondi di investimento, gli hedge fund e altri organismi variamente propensi alla speculazione. Questi, di fatto, operano nell’intermediazione finanziaria come se fossero vere e proprie banche, senza, però, essere sottoposti alle regole e ai controlli bancari.

Come sappiamo, dove le regole sono poche o mancanti, purtroppo, si fa strada il “sistema ombra”.

Secondo il Financial Stability Board, l’organismo di controllo istituito dai governi e dalle banche centrali per cercare i rimedi agli sfaceli del 2008, gli intermediari finanziari non bancari alla fine del 2016 avevano asset, gli attivi, pari a 160.000 miliardi di dollari! Rispetto al livello del 2008 sono cresciuti una volta e mezzo, mentre gli attivi del sistema bancario sono rimasti più o meno gli stessi.

Alcuni dei rischi succitati sono simili a quelli che devono affrontare anche le banche: quelli legati alla liquidità necessaria per far fronte alla scadenza dei titoli e al rapporto di indebitamento, cioè alla leva finanziaria, il cosiddetto leverage.

Vi sono poi dei rischi derivanti dalla natura stessa del sistema finanziario non bancario, come l’utilizzo esagerato del sistema automatico di compravendita di titoli attraverso dei supercomputer che operano con logaritmi matematici sofisticatissimi. Il cosiddetto high frequency trading (hft). Sono meccanismi che possono far “detonare” l’intero sistema finanziario.

Al riguardo è stato ricordato ciò che accadde lo scorso febbraio quando un’innocua notizia circa l’aumento dei salari negli Usa portò al tracollo di Wall Street. Simili situazioni possono creare vendite a raffica fino a provocare un vero e proprio contagio e a mettere in discussione la stessa solidità degli intermediari finanziari.

Un’altra ragione di grande preoccupazione, secondo la Banca d’Italia, è data dalla forte crescita negli Stati Uniti del mercato dei cosiddetti collateralized loan obligation, cioè strumenti di debito emessi su un portafoglio di obbligazioni e altre forme di debito. Dal 2008 a oggi sono cresciuti del 130% per un totale di 600 miliardi di dollari.

Da qualche tempo, inoltre, sulla scena degli operatori finanziari è apparso un nuovo e più grave rischio legato alla digitalizzazione e ai profondi cambiamenti nella tecnologia che mette nuovi organismi, che operano fuori del sistema bancario, e grandi imprese tecnologiche digitali, la cosiddetta FinTec, in condizioni di offrire servizi di natura bancaria.

Sulla questione si è completamente in alto mare. Senza parametri e regole. Il sistema bancario, purtroppo, sta vivendo una crescente e pericolosa dipendenza dai gestori, i provider, di servizi para bancari e para finanziari.

In questi campi la proposta condivisibile della Banca d’Italia è applicare il corretto principio di “stesso business, stesso rischio, stesse regole”.

Non indifferenti sono le eccessive differenze nazionali nella realizzazione delle cosiddette riforme, creando così un’ulteriore frammentazione dei sistemi finanziari. Si ha la sensazione che finora sia stata persa l’occasione per una regolamentazione unitaria della finanza a livello globale, lasciando così mano libera a chi, invece, vorrebbe cancellare regole e controlli.

Non si può, quindi, che concordare con la Banca d’Italia quando afferma che” ogni volta che le regole e i controlli sono stati deboli, si sono visti rischi eccessivi ed è aumentata la leva finanziaria, portando spesso a repentine svolte recessive nel ciclo finanziario”.

Speriamo che tale appello non venga lasciato cadere perché, altrimenti, presto o tardi la storia ci presenterà un conto molto salato.

https://it.sputniknews.com/opinioni/201812267010485-rischi-finanze-banche/

 

 

 

 

La guerra al contante

2 Gennaio 2019 DI BILL WILLERS

counterpunch.org

Nel momento in cui ogni battitura sulla tastiera diventa parte del registro permanente di ciascuno, quando dispositivi elettronici tracciano ogni mossa di chiunque, la possibilità di pagare in contanti per una transazione finanziaria potrebbe essere il solo atto non schedato possibile, a meno che, ovviamente, non sia stato registrato da una delle onnipresenti videocamere di sicurezza.  Ma ovunque ci sono segni che anche per quest’ultima libertà sia stato pianificato l’oblio. Da molte parti sembra che si converga verso un sistema monetario globale nel quale ogni compravendita, dal castello alle caramelle, sarà registrata all’interno del crescente archivio di ogni individuo. Il trucco è stato preparare il pubblico un passo alla volta, alla maniera delle rane bollite in acqua riscaldata gradualmente.

“Non c’è nulla, comunque, nelle teorie monetarie standard che richieda che le transazioni siano anonime per il fisco o le forze dell’ordine.” Kenneth Rogoff, 2014

Nel 2014, l’economista di Harvard Kenneth Rogoff (vincitore nel 2011 del Deutche Bank Prize ed ex economista in capo per l’FMI) ha scritto ‘Costs and Benefits to Phasing Out Paper Currency’ (Costi e Benefici dell’Eliminazione Progressiva del Denaro Cartaceo) nel quale scrive “La moneta cartacea facilita le transazioni anonime, aiuta a nascondere attività dal governo in una maniera che potrebbe aiutare agenti finanziari ad aggirare leggi, regole e tasse…. [E] il denaro elettronico, in teoria, può essere tracciato dal governo”. Il 78% della moneta circolante negli Stati Uniti è rappresentata da biglietti da $100, e percentuali simili di piccolo/grosso taglio si vedono in Giappone e UE. Che le banconote di grosso taglio siano la moneta preferita dal crimine – traffico di droga, riciclaggio, evasione fiscale – è diventato l’argomento principale per liberarsene in favore della moneta elettronica. Nel 2017, Rogoff pubblicò un libro sulle sue teorie, The Curse of Cash (La Maledizione del Contante). Altri economisti autorevoli, per esempio l’ex Segretario al Tesoro Lawrence Summers hanno similmente sostenuto l’abbandono del contante. Le discussioni si sono focalizzate generalmente solo sui biglietti di grosso taglio, $100, $50, forse $20. Eppure, Rogoff ha scritto chiaramente che “Il denaro fisico dovrebbe diventare tecnologicamente obsoleto”.

Il contante è il nemico perché la privacy è il nemico, e la privacy è il nemico perché rende il controllo del governo più difficile. Ma la filosofia di una società senza contante, così come è espressa, si pone contro il quarto emendamento della costituzione degli Stati Uniti, visto che sarebbe pressoché impossibile trovare un esempio più limpido di ‘perquisizione irragionevole” come l’accesso garantito a tutte le transazioni finanziarie personali da parte del governo. E scambi elettronici veramente anonimi non avrebbero alcun valore per gli ispettori governativi, come Rogoff asserisce chiaramente: “Una moneta elettronica fiat anonima ha tutti gli inconvenienti di una moneta cartacea nel facilitare evasione e attività illegali”.

CRIPTOVALUTA/BITCOIN

 

Nessuna delle crittovalute è veramente decentralizzata. Sono infatti controllate dai miners (minatori), che possono praticamente riscrivere la storia a piacimento”.

Nicholas Weaver, International Computer Science Institute, UC Berkeley, 2018.

La crittovaluta è una forma di “denaro” al di fuori del sistema delle banche centrali e delle carte di credito, basata sulla tecnologia blockchain. Le transazioni finanziarie sono crittografate in maniera tale che, in teoria, l’identità personale rimane sconosciuta. La prima crittovaluta, Bitcoin (BTC), fu introdotta nel 2009 da un’entità anonima, ‘Satoshi Nakamoto’. Bitcoin è ancora la cripto più conosciuta, anche se ne sono state introdotte molte altre. Qualsiasi motore di ricerca vi darà velocemente più informazioni di quante chiunque non sia un tecnomaniaco vorrebbe sapere, ma il punto qui è che le crittovalute affermano di essere “…esterne all’influenza di banche centrali e governi”. Comunque, Bitcoin è pseudonimo, piuttosto che anonimo, nel senso che i proprietari non sono identificati come persone, ma come indirizzi Bitcoin. Ma la supposizione ampiamente condivisa che nessuna autorità possa collegare un indirizzo bitcoin al proprietario umano è dubbia a dir poco. Si presume che lo stesso IRS (fisco statunitense, NdT) usi software per tracciare i Bitcoin.

Il valore in dollari del BTC ha fluttuato all’impazzata. Il 2 gennaio 2016 valeva $375. Nemmeno due anni dopo, il 17 dicembre 2017, raggiunse $19.783. Mentre scrivo, vale al di sotto di $3.800. Stime per il futuro del Bitcoin variano dalla pretesa che si trovi ormai in una ‘spirale di morte’ a ‘istituzioni finanziarie ancora rialziste’. Ma nonostante le oscillazioni di valore, osservazioni sul campo lo mostrano vivo e vegeto, mentre diviene sempre più accettato all’interno della comunità degli affari ed ora in Ohio è possibile pagare le tasse statali in Bitcoin, usando terzi per trasferire BTC in dollari.

Ma ecco la fregatura: mentre il Bitcoin viene esibito come una scappatoia allo scrutinio del governo (nessuno ha localizzato/verificato l’entità ‘Satoshi Nakamoto’), è verosimile che sia invece creazione di interessi governativi, una specie di lusinga per gli sprovveduti. Come suggerisce Nicholas Weaver di Berkeley UC in un’intervista appropriatamente intitolata “il Bitcoin è una cazzata”, i minatori di portafogli Bitcoin potrebbero essere qualunque individuo o collettivo. Quanto sarebbe magistralmente scaltro per una struttura di potere governativa introdurre un nuovo sistema per via di un mitologico rivoluzionario e farlo passare per un modo molto informato per fregarla. Il Grande Fratello al suo meglio.

 

BANCHE CENTRALI, L’FMI, FINCH

 

Le banche centrali si precipiterebbero in soccorso offrendo una moneta digitale totalmente anonima? Certamente no. Farlo sarebbe una manna per i criminali”. Christine Lagarde, Direttore FMI, novembre 2018.

Con questo in mente, considerate che Christine Lagarde, Direttore del Fondo Monetario Internazionale, il 14 novembre 2018, tenne un discorso intitolato: “Vento di cambiamento: Il Caso per una Nuova Valuta Digitale al Fintech Festival di Singapore. La sua presentazione agli speculatori in tecnologia finanziaria del Nuovo Mondo fu una promozione per la creazione da parte delle banche centrali di un sistema di moneta digitale.

Il denaro stesso, affermò, sta cambiando nella ‘rivoluzione fintech’, nella quale i clienti si aspetteranno che la moneta sia conveniente, facile da usare, economica, sicura, integrata con i social media e disponibile per l’uso da persona a persona, compresi i micropagamenti. E, ovviamente, sottolineò, protetta contro criminali e occhi curiosi. E “Lasciatemi essere più specifica: le banche centrali dovrebbero emanare una nuova forma di moneta digitale? (grassetto nel testo originale) Che ruolo rimarrà per il contante in questo mondo digitale? Lagarde chiese retoricamente, “già si vedono cartelli nelle vetrine che dicono ‘non si accetta contante’. La domanda di contante diminuisce – come mostrano recenti lavori dell’FMI. E fra dieci, venti, trenta anni chi starà ancora scambiando pezzi di carta? La moneta elettronica risponde a ciò che la gente esige e ciò che l’economia richiede.” (corsivo nell’originale).

Riguardo al problema della privacy individuale, Lagarde provò a dimostrare che la moneta elettronica fornisce maggiore sicurezza e tranquillità per i consumatori, ma quando dovette ammettere che un reale anonimato personale non può essere permesso, la sua tesi crollò per chiunque fosse già scettico: “Le banche centrali si precipiterebbero in soccorso offrendo una moneta digitale totalmente anonima? Certamente no. Farlo sarebbe una manna per i criminali.” Che fare? La soluzione della Lagarde è di cercare un compromesso, una via di mezzo fra privacy e integrità finanziaria. Nella via di mezzo dell’FMI le identità delle persone non sarebbero divulgate a terzi o governi “…a meno che la legge non dovesse richiederlo” (corsivo dell’autore).

Due giorni prima del discorso della Lagarde, l’FMI aveva postato sul proprio sito una copertura dettagliata del problema, ‘Fare Luce sulla Valuta Digitale della Banca Centrale”.

 

RIFORMA/RESETTAGGIO FINANZIARIO GLOBALE

“Preparatevi per una moneta mondiale”

The Economist, January 9, 1988

I visionari del 1998 avevano in mente il 2018 per l’istituzione dell’attesa moneta mondiale, chiamata “fenice” ai fini della discussione. Furono inaccurati  sulla data, ma i trent’anni passati hanno avviato il mondo verso una conclusione che sarà fondamentalmente di omogeneizzazione e controllo, e la gente sta andando ciecamente in questa direzione come un gregge di lemming. La Banca Mondiale spinge per transazioni senza contante e lo stesso fa un collettivo di entità governative e private conosciuto come The Better Than Cash Alliance (Coalizione ‘Meglio del Contante’), fondata dalla Citi Foundation, Gates Foundation, Mastercard, Visa e U.S. Capital Development Fund. Nel 2015 Il Gruppo Bilderberg discusse l’implementazione del controllo elettronico e il denaro elettronico ne era l’elemento motore. La BBC riferisce che ormai gli acquisti elettronici sono più comuni di quelli in contanti e la Svezia è già quasi completamente senza contante, mentre le critiche al sistema si concentrano sulle difficoltà degli anziani piuttosto che sulle potenzialità orwelliane di un controllo governativo totale. Migliaia di svedesi si stanno facendo microchippare per facilitare le transazioni senza carta di credito.

Il dollaro statunitense è stato la valuta di riserva mondiale sin da Bretton Woods nel 1944, ma recentemente, ovunque da Forbes al Wall Street Journal a vari libri, girano voci sul declino del dollaro e il bisogno di una riforma monetaria globale, un resettaggio. Come sarebbe chiamata una moneta mondiale o come dovrebbe essere sostenuta non è così cruciale quanto la questione di bandire qualsiasi scambio finanziario invisibile agli occhi del governo. La valuta elettronica immaginata dalla Lagarde diventerebbe l’unica opzione possibile. Rogoff l’ha chiarito a dicembre 2018: “Al momento, la vera domanda è se e quando i regolamenti internazionali estirperanno i sistemi costruiti privatamente, che sono costosi per i governi da tracciare e monitorare”. Il sistema che l’FMI sta pianificando sarebbe una fortezza elettronica contro qualsiasi minaccia. Qualsiasi indizio di ribellione jeffersoniana sarebbe rilevato in embrione e velocemente abortito.

Come ha detto Rahm Emanuel: “Una crisi seria non deve mai andare sprecata.  Ciò che voglio dire è che è una opportunità per fare cose che prima non pensavi di poter fare.” Grazie a messaggi su fronti multipli distribuiti nel tempo e a disincentivi istituzionali ad usare il contante, l’opinione pubblica ha accettato le transazioni elettroniche. Fare l’ultimo passo, cioè rendere il sistema senza contanti assoluto, richiederebbe semplicemente una crisi finanziaria improvvisa, magari fabbricata, che causi stress sufficiente a indurre l’opinione pubblica a pretendere che il governo corregga la situazione. Perchè quella correzione non dovrebbe essere elettronica e senza contanti? Data la direzione delle cose in questi anni passati, sembrerebbe la cosa naturale da farsi.

Fonte: www.counterpunch.org/

Linkhttps://www.counterpunch.org/2018/12/14/the-war-against-cash/

14.12.2018

https://comedonchisciotte.org/la-guerra-al-contante/

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Farcire

far-cì-re (io far-cì-sco)

SIGNImbottire con un ripieno, specialmente detto di vivande; riempire

dal francese farcir, che è dal latino farcire ‘conficcare, riempire, farcire, rimpinzare’.

Scoprire che, pur attraverso percorsi non immediati, una parola che usiamo come strumento quotidiano era usata in latino alla stessa maniera dà un piacevole senso di continuità coi propri avi, che in questo caso ha un gusto culinario.

Va detto: in latino ‘farcire’ aveva significati più ampi del farcire italiano. Era innanzitutto un introdurre, un conficcare, quindi un riempire, e solo riguardo alle vivande prendeva il significato che ci è meglio noto. In italiano l’equilibrio si ribalta: il farcire culinario diventa il centro, e ha usi figurati satelliti. Peraltro giunge a noi nel Settecento dopo essere stato a lungo conservato in francese (farcir è attestato nel XII secolo), secondo alcuni attraverso una mediazione piemontese.

Abbiamo quindi un verbo che significa imbottire un cibo con un ripieno; e l’imbottitura del farcire non va solo a riempire il vuoto di una cavità (come quella lasciata dal nocciolo nelle olive farcite alla messinese), potendo anche imporre uno spessore aggiunto (come nei panini farciti che quasi non entrano più in bocca, o nelle torte farcite che torreggiano). Con una suggestione che sa ancora del generale significato latino, quindi, il farcire non è solo un riempire, perché s’infila anche in ciò che non è vuoto, ritornando ad essere l’ancestraleconficcare: la forza con cui si caccia l’ultima fetta di provola nella schiacciata richiama quella del boscaiolo che spacca la legna col cuneo.

Questo grande imbottire si fa facilmente figurato – e qui si corrono dei rischi. Perché spesso il farcire viene usato come sinonimo di ‘disseminare’: ma se parliamo di un discorso farcito o infarcito di volgarità o di riferimenti dotti non stiamo evocando un costellare aereo, un disseminare aperto, ma stiamo figurando un discorso come un bignè che si squarcia da quanto ripieno ha, di volgarità o di dottrina. È una parola intensa, vicina all’inzeppare (anche se la zeppa è un riempitivo insignificante), all’impinzare (etimologicamente simile visto che verte sul conficcare); ma la sua cifra unica è che pone un grande accento sul ripieno, sulla farcia o farcitura, il vero valore aggiunto della ricetta e del verbo. Insomma, del racconto farcito di battute la parte che pregustiamo sono le battute.

Parola pubblicata il 02 Gennaio 2019

 

https://unaparolaalgiorno.it/significato/F/farcire?utm_source=newsletter&utm_medium=mail&utm_content=parola&utm_campaign=pdg

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Dal 2018 al 2019 – Una rapida analisi di alcune prospettive

3 Gennaio 2019

thesaker.is

 

L’anno 2018 passerà alla storia come un punto di svolta nell’evoluzione dell’ambiente geostrategico del nostro pianeta. Di questo esistono molte ragioni e non le elencherò tutte, ma ecco alcune di quelle che, personalmente, considero più importanti:

L’Impero ha vacillato. Diverse volte.

Questo è probabilmente lo sviluppo più importante dell’anno: l’Impero Anglo-Sionista ha minacciato a destra e a sinistra e ha compiuto passi ancora più inquietanti, ma, alla fine, ha dovuto fare marcia indietro. In effetti, l’Impero è in ritirata su molti fronti, ma elencherò solo alcuni dei più importanti:

  1. La Corea del Nord: ricordate tutte le grandiose minacce fatte da Trump e dai suoi burattinai neoconservatori? L’amministrazione aveva addirittura annunciato che avrebbe inviato bentre (3) portaerei nucleari, con i relativi gruppi da battaglia, davanti alle coste della Corea del Nord, mentre Trump aveva minacciato di “distruggere totalmente” la Corea del Nord. Alla fine, i Sudcoreani avevano deciso di occuparsene loro, avevano aperto un canale diretto di comunicazione con il Nord, e tutto il tintinnar di spade degli Stati Uniti si era risolto in una vampata di aria calda.
  2. La Siria nel mese di aprile: era stato il periodo in cui Stati Uniti, Francia e Regno Unito avevano deciso di attaccare la Siria con missili cruise per “punire” i Siriani del presunto utilizzo di armi chimiche (una teoria fin troppo stupida per essere discussa). Dei 103 missili effettivamente lanciati, 71 erano stati abbattuti dai Siriani. La Casa Bianca e il Pentagono, insieme ai loro fidati organi di informazione controllati dai Sionisti, avevano dichiarato che l’attacco era stato un grande successo, ma avevano fatto la stessa cosa anche durante l’invasione di Grenada (una delle peggiori operazioni offensive della storia militare) o dopo l’umiliante sconfitta di Israele da parte di Hezbollah nel 2006 e quindi la cosa è relmente di scarso significato. La verità è che questa operazione è stata un totale fallimento militare e che non ha avuto alcun seguito (almeno per ora).
  3. L’Ucraina: abbiamo passato quasi tutto il 2018 in attesa di un attacco Ukronazi contro il Donbass, attacco che non si è mai verificato. Ora, sono sicuro che qualcuno sosterrà che la giunta nazista di Kiev non aveva mai avuto simili intenzioni, ma chiunque abbia anche solo una conoscenza approssimativa di ciò che è successo in Ucraina quest’anno sa che queste sono stupidaggini: il regime ha fatto praticamente di tutto per portare a termine un attacco, tranne l’ultimo passaggio: ordinarlo veramente. L’aperta minaccia di Putin, secondo cui un attacco del genere avrebbe avuto “gravi conseguenze per lo stato ucraino in quanto tale,” ha probabilmente avuto un ruolo chiave nel dissuadere l’Impero. Oh, certo, gli Ukronazi potrebbero benissimo attaccare a gennaio o in qualsiasi altro momento, ma il fatto è che, nel 2018, non hanno osato farlo. Ancora una volta, l’Impero (e i suoi seguaci) hanno dovuto fare un passo indietro.
  4. La Siria nel mese di settembre: questa volta, era stata l’ipostasi israeliana dell’Impero che aveva innescato una grossa crisi, quando gli Israeliani avevano nascosto i loro cacciabombardieri dietro la scia di un turboelica russo Il-20, con la conseguente perdita dell’aeromobile e dell’equipaggio. Dopo aver dato agli Israeliani la possibilità di uscirne puliti (cosa che, prevedibilmente, non avevano fatto, dopo tutto sono Israeliani), i Russi ne avevano avuto abbastanza e avevano fatto arrivare ai Siriani sistemi avanzati per la difesa aerea, per le contromisure elettroniche e per il coordinamento interforze durante le operazioni belliche. Come tutta risposta, gli Israeliani (che avevano minacciato di distruggere subito qualsiasi S-300 consegnato ai Siriani) hanno dovuto, in pratica, porre fine ai loro attacchi aerei contro la Siria (beh, non completamente, di attacchi del genere ne hanno eseguiti altri due: uno totalmente inefficace e uno in cui i pazzi Sionisti si sono nuovamente nascosti dietro un aereo, ma, in questo caso, non uno, ma DUE aerei civili(più  avanti ulteriori informazioni su quest’ultima, folle azione dei Sionisti). L’Impero arretrava ancora.
  5. La Siria a dicembre: apparentemente stanco di tutte le lotte intestine tra i suoi consiglieri, Trump, alla fine, ha ordinato un ritiro completo degli Americani dalla Siria. Ora, naturalmente, dato che qui si tratta degli Stati Uniti, dobbiamo aspettare e vedere cosa accadrà realmente. E’ in corso anche una danza kabuki molto complessa fra Russia, Turchia, Stati Uniti, Israele, Iran, Kurdi e Siriani per stabilizzare la situazione risultante dal completo ritiro degli Stati Uniti. Dopo tutti gli anni passati a dire che “Assad il mostro se ne deve andare“, è abbastanza divertente vedere come le potenze occidentali stiano gettando la spugna, una dopo l’altra. Questo comporta anche l’ovvia domanda: se “La città sulla collina, l’unica superpotenza del pianeta, il faro del mondo libero e la nazione indispensabile” non può nemmeno aver ragione di un governo e di un esercito siriano così indeboliti, che cosa può riuscire a fare questo esercito (oltre a fornire ad un pubblico americano credulone dei polpettoni hollywoodiani)?
  6. Diverse sconfitte minori: troppe da contare, ma comprendono il fiasco Khashoggi, il fallimento della guerra nello Yemen, il fallimento della guerra in Afghanistan, il fallimento della guerra in Iraq, l’incapacità di rimuovere Maduro dal governo del Venezuela, e la graduale perdita di controllo su un numero crescente di paesi dell’UE (Italia), le ridicole buffonate di Nikki Haley al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’incapacità di radunare le risorse intellettuali necessarie per avere un incontro reale e proficuo con Vladimir Putin, la disastrosa guerra commerciale con la Cina, ecc. Ciò che tutti questi eventi hanno in comune è che sono il risultato dell’incapacità degli Stati Uniti di portare a termine qualcosa, in modo compiuto. Lungi dall’essere una vera superpotenza, gli Stati Uniti sono in declino a tutto campo e la cosa principale che ancora dà loro lo status di superpotenza è l’armamento atomico, proprio come la Russia negli anni ’90.

Tutti i problemi interni derivanti dalle lotte intestine delle élites statunitensi (di fatto: la banda Clinton contro Trump e i suoi Deplorabili) peggiorano solo le cose. Già solo la sequela, apparentemente infinita, di dimissioni e/o licenziamenti dall’amministrazione Trump è un segno molto importante dello stato di avanzato collasso in cui si trova la politica statunitense. Le élites non si scannano fra loro quando le cose vanno bene, lo fanno quando tutto va a rotoli. Il detto “la vittoria ha molti padri ma la sconfitta è orfana” ci ricorda che quando una banda di malfattori comincia a perdere il controllo della situazione, [questa] si trasforma rapidamente in “ognuno per sé“, tutti incolpano tutti per i problemi e nessuno vuole trovarsi accanto a quelli che passeranno alla storia come i patetici falliti che avevano rovinato tutto.

Per quanto riguarda poi le forze armate degli Stati Uniti, queste sono sempre state molto brave ad uccidere una gran quantità di persone,  sopratutto civili, come sempre, ma non sono riuscite ad ottenere nessun risultato effettivo, almeno se si comprende che lo scopo della guerra non è solo uccidere la gente, ma è la “continuazione della politica con altri mezzi“. Facciamo un’analisi comparativa di ciò che hanno fatto Russia e Stati Uniti in Siria.

L’11 ottobre, Putin aveva dichiarato in un’intervista a Vladimir Soloviev, sul canale televisivo Russia1 quanto segue: “Il nostro obbiettivo è stabilizzare l’autorità legittima e creare le condizioni per un compromesso politico.” Tutto qui. Non aveva detto che la Russia avrebbe cambiato da sola il corso della guerra, ancora meno che avrebbe vinto la guerra. Il (molto piccolo!) contingente russo in Siria ha raggiunto questi obiettivi primari in pochi mesi, una cosa che l’Asse-della-Gentilezza non è stato capace di raggiungere dopo anni, e i Russi lo hanno fatto con una piccola parte delle capacità militari a disposizione di Stati Uniti/NATO/UE/CENTCOM/Israele nella regione. Infatti, i Russi hanno dovuto creare rapidamente tutto un sistema di logistica di cui prima non disponevano, a causa della postura militare russa puramente difensiva (la proiezione di forza della Russia può arrivare al massimo a 500-1000 km. dal confine russo).

In confronto, gli Stati Uniti stanno combattendo la cosiddetta GWOT (Guerra Globale al Terrore) sin dal 2001, e l’unico risultato è che i terroristi (di diversa estrazione) sono diventati più forti, controllano più territorio, hanno ucciso più persone e, generalmente, sembrano mostrare una notevole capacità di sopravvivenza e anche di crescita, nonostante (o grazie) la Guerra al Terrore. Come direbbe Putin, cosa ci si può aspettare da “gente che non conosce la differenza tra l’Austria e l’Australia”?

Personalmente, mi aspetto che si prendano tutti i meriti della vittoria e se ne vadano.

Che è poi esattamente quello che hanno fatto gli Stati Uniti.

Almeno questo è quello che stanno dicendo ora. La situazione potrebbe nuovamente cambiare di 180 gradi.

Per quanto riguarda l’Afghanistan, gli Stati Uniti vi sono rimasti più dei Sovietici. Non è questa una chiara indicazione che i leader statunitensi sono *ancora più* incompetenti dei gerontocrati sovietici dell’epoca della “stagnazione”?

Il fallimento di sottomettere o anche solo di contenere la Russia

Il discorso di Putin del 1 marzo davanti all’Assemblea Federale Russa è stato veramente un momento storico: per la prima volta, dopo la decisione dell’Impero di far guerra alla Russia (una guerra che è, all’incirca, per l’80% di informazione, per il 15% economica e solo per il 5% cinetica, ma che può diventare cinetica al 95% in un’ora o giù di lì!), i Russi hanno deciso di far capire in modo chiaro agli Stati Uniti che la loro strategia era stata completamente sconfitta. Credete che questa sia un’esagerazione? Ripensateci. Su cosa si basa la potenza militare statunitense?

 

Quali sono i suoi componenti principali?

  • Potenza aerea (supremazia aerea)
    • Armi da lancio remoto a lunga gittata (balistiche e ipersoniche)
    • Portaerei
    • Difesa antimissile (almeno in teoria!)
    • 800-1000 (dipende dai conteggi) basi in tutto il mondo

 

Il dispiegamento di ciò che è senza dubbio il più sofisticato sistema di difesa aerea del mondo, supportato da quelle che probabilmente sono anche le più formidabili capacità di guerra elettronica (EW) attualmente esistenti, ha  creato  quello che i comandanti USA/NATO chiamano “La capacità della Russia di negare accesso/ed area (A2/AD)” che, a detta di questi comandanti USA/NATO, potrebbe manifestarsi nel Mar Baltico, nel Mediterraneo Orientale, in Ucraina, in Siria e altrove (potrebbe comparire sull’isola di La Orchila in Venezuela nel 2019). Inoltre, in termini qualitativi, la potenza aerea tattica russa è più recente e come minimo equivalente, se non superiore, a tutto quello che possono garantire i velivoli tattici USA o NATO. Mentre l’Occidente in generale, e specialmente gli Stati Uniti, hanno un numero molto maggiore di velivoli, questi sono per lo più di generazioni più vecchie, e i diversi incontri tra aerei multiruolo russi e americani avvenuti nei cieli siriani hanno dimostrato che i piloti statunitensi preferiscono abbandonare il campo quando fanno la loro comparsa i Su-35S russi.

Il dispiegamento (già nel 2018!) del missile ipersonico Kinzhal ha reso l’intera flotta di superficie degli Stati Uniti praticamente inutile per un attacco contro la Russia. Che si tratti di portaerei o anche di cacciatorpediniere, incrociatori, navi d’assalto anfibie, navi da combattimento litoranee (per lo più sfortunate), navi da trasporto, ecc. ora queste sono tutte pesci in barile, che i Russi possono affondare indipendentemente da qualsiasi difesa aerea che queste navi, o quelle della scorta, possano avere.

Allo stesso modo, il dispiegamento di armi balistiche nucleari intercontinentali pesanti, come il Sarmat e il velivolo planante a rientro ipersonico Avangard hanno reso completamente inutili tutti i sistemi anti-balistici americani. Lasciatemelo ripetere: TUTTI i sistemi ABM statunitensi, inclusi i miliardi spesi per la ricerca e lo sviluppo, sono stati resi completamente inutili.

[Nota a latere: qui è importante chiarire una cosa: nessuno dei nuovi sistemi d’arma russi fornisce alcun mezzo per proteggere i Russi da un attacco nucleare (o convenzionale) statunitense. Il loro “unico” compito è fare in modo che i leaders statunitensi non credano mai ai sogni che stanno inseguendo fin dai tempi delle “Star Wars” di Reagan, che cioè potrebbero, in qualche modo, sfuggire al secondo attacco di rappresaglia (contrattacco) russo, se decidessero di colpire la Russia. In verità, anche senza il Sarmat o l’Avangard, la Russia aveva già missili più che sufficienti (terrestri, aviolanciati e marini) per spazzare via gli Stati Uniti con un contrattacco di rappresaglia, ma i politici e gli strateghi statunitensi hanno iniziato ad inseguire la chimera della difesa missilistica anti-balistica, nonostante sia abbastanza chiaro che un tale sistema non può funzionare (qualche “perdita” potrebbe essere accettabile con le armi convenzionali, ma poche “perdite nucleari” sono più che sufficienti per far pagare un prezzo terribile ad ogni attaccante abbastanza pazzo da pensare che uno “scudo” con un’efficacia del 90% o addirittura del 98% sia sufficiente per rischiare un attacco ad una superpotenza nucleare). Potreste quindi affermare che queste nuove capacità russe (inclusi i missili tattici Iskander a (più)corto raggio) siano una sorta di “distruttori di illusioni” o di “rammenta realtà” che faranno scoppiare la bolla delle illusioni statunitensi sui rischi di una guerra contro Russia. Si spera che non abbiano mai un uso diverso.]

Infine, il dispiegamento da parte della Russia di una nuova generazione di missili avanzati e a lunghissima gittata ha dato alla Russia l’enorme vantaggio di poter “raggiungere” qualsiasi obiettivo statunitense (sia truppe che infrastrutture), in tutto il mondo, Stati Uniti compresi, (una cosa che, attualmente, non è quasi mai menzionata dai media occidentali).

Ora, date un’occhiata alla lista precedente sulle componenti chiave della potenza militare degli Stati Uniti e vedete come tutto sia stato, in pratica, trasformato in anticaglie.

Quella che abbiamo qui è la classica situazione in cui, da un lato, i pianificatori militari di una nazione hanno commesso degli errori strategici fondamentali, che hanno portato alla scelta definitiva del tipo di forza militare che il paese avrebbe avuto per almeno due, o forse tre decenni, mentre, dall’altra parte, gli strateghi hanno preso le decisioni giuste, che hanno permesso loro di sconfiggere una forza militare dotata di un budget per la difesa circa dieci volte più grande. La conseguenza più grave di questa situazione per gli Stati Uniti è che ora servirà loro almeno un decennio (o più!) per riformulare una nuova strategia di pianificazione per le proprie forze armate (a volte i sistemi d’arma moderni impiegano decenni per essere progettati, sviluppati e distribuiti ai reparti). La sfortunata Zumwalt, l’F-35, la portaerei Gerald R. Ford (CVN 78), sono tutti esempi osceni su come spendere miliardi di dollari e ritrovarsi poi con i principali sistemi d’arma sull’orlo del disastro, una cosa che indebolisce ulteriormente le forze armate degli Stati Uniti.

C’è una semplice ragione del perché gli Stati Uniti erano diventati una superpotenza nel 20° secolo: non solo il continente americano era protetto da enormi oceani, ma la Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale erano state combattute lontano dagli Stati Uniti: tutti i potenziali concorrenti degli Stati Uniti si erano ritrovati con le economie nazionali completamente distrutte, mentre gli Stati Uniti non avevano perso nemmeno una fabbrica o un laboratorio di ricerca/progettazione. Perciò gli Stati Uniti sono stati in grado di utilizzare la loro immensa base industriale per rifornire quello che era, in pratica, un mercato mondiale con merci che solo gli Stati Uniti potevano costruire e consegnare. Eppure, nonostante questi enormi vantaggi, gli Stati Uniti hanno passato quasi tutta la loro esistenza a castigare un paese indifeso dopo l’altro, per garantirsi la piena sottomissione e il rispetto delle richieste dello Zio Shmuel (la variante anglo-sionista dello Zio Sam). Alla faccia dell’essere “indispensabili,” suppongo …

Grazie ai globalisti, la base industriale statunitense è sparita. Grazie ai Neoconservatori e alla loro arroganza, gli Stati Uniti sono, in un modo o nell’altro, in guerra con la maggior parte dei paesi chiave del pianeta (specialmente se ignoriamo l’esistenza di élites compradore supportate e gestite dagli Stati Uniti). La sottomissione infinitamente stupida e autodistruttiva degli Stati Uniti nei confronti di Israele ha portato ad una situazione in cui attualmente gli Stati Uniti stanno perdendo il controllo del Medio Oriente ricco di petrolio, che avevano controllato per decenni. Infine, con la scelta di cercare di sottomettere alla volontà dell’Impero sia la Russia che la Cina, i Neoconservatori sono riusciti a spingere questi due paesi ad un’alleanza di fatto (in realtà una relazione simbiotica) che, lungi dall’isolarli, allontana gli Stati Uniti dalla “centralità degli eventi” in termini di sviluppo economico, sociale e politico (primo e più importante, la massa continentale euroasiatica e il progetto OBOR [la Nuova Via della Seta]).

 

Prospettive dell’Impero per il 2019: problemi, problemi e ancora più problemi

Beh, il 2018 è stato un anno eccezionalmente brutto e pericoloso, ma il 2019 potrebbe rivelarsi ancora più pericoloso per i seguenti motivi:

* A meno che gli Stati Uniti non cambino rotta politica e rinuncino alla russofobia suicida di Obama e di Trump, un confronto militare tra Russia e Stati Uniti è inevitabile. La Russia si è ritirata il più lontano possibile, non c’è nessun altro posto dove possa ritirarsi e quindi non lo farà. Non ho alcun dubbio che se gli Stati Uniti avessero effettivamente preso di mira le unità russe in Siria (cosa che, a quanto sembra, era voluta da Bolton, ma che Mattis, pare, abbia categoricamente respinto), i Russi avrebbero contrattaccato non solo contro i missili USA, ma anche contro i loro vettori (in particolare le navi). Ho saputo da una fonte attendibile che, nella notte dell’attacco, un MiG-31K russo armato con un missile Kinzhal era in volo pronto a colpire. Grazie a Dio (e, forse, grazie a Mattis) questo non è successo. Ma, come avevo scritto nel mio articolo “Ogni clic ci avvicina al bang!“, ogni volta che la Terza Guerra Mondiale non scoppia dopo un attacco americano in Siria, la cosa incoraggia i Neoconservatori a riprovarci, sopratutto per il fatto che “Assad, il mostro che deve andarseneo” rimane al potere a Damasco, mentre, uno dopo l’altro, se ne vanno tutti i politici occidentali che avevano decretato che Assad se ne sarebbe dovuto andare.

  • È abbastanza evidente come gli Israeliani siano diventati, in modo terminale e probabilmente anche suicida, completamente pazzi. La loro piccola acrobazia con l’Il-20 russo era già stata un disastro di proporzioni immense che, in un paese normale, avrebbe portato alle immediate dimissioni dell’intero Gabinetto. Ma non in Israele. Dopo essersi nascosti dietro un turboelica militare russo, hanno deciso di sottrarsi alla vista degli S-300 siriani nascondendosi dietro dueaerei civili! Guardate voi stessi:

VIDEO QUI: https://youtu.be/_8ld0IzhMWw

* Non penso che valga la pena di discutere qui sul fatto che Israele è l’ultimo stato apertamente razzista del pianeta, o che i leaders israeliani sono pazzi, immorali, folli e, in generale, maniaci completamente fuori di testa. O lo avete capito da soli o siete senza speranza. Ciò che è importante qui non è quanto siano malvagi gli Israeliani, ma quanto siano stupidi e totalmente avventati. In poche parole, questo è il modo in cui funziona: gli israeliani sono malvagi, stupidi e completamente deliranti, ma hanno in tasca tutti i politici degli Stati Uniti, il che significa che, indipendentemente da quanto folli e disdicevoli possano essere le azioni degli israeliani, la “nazione indispensabile” li proteggerà sempre e, se necessario, li coprirà (p.e. la USS Liberty o, per quel che importa, l’11 settembre). Al momento, non c’è nessuno nella classe politica americana con qualche possibilità di essere eletto che oserebbe fare qualcosa di diverso dal venerare in modo automatico qualsiasi cosa facciano gli Israeliani (o gli Ebrei, per quel che vale). Il vero motto degli Stati Uniti non è “Noi crediamo in Dio“, ma “non c’è luce tra gli Stati Uniti e Israele” (un ulteriore motivo per cui gli Stati Uniti non sono una vera superpotenza: in realtà non sono nemmeno sovrani!).

*L’impero ha alcuni problemi importanti in Europa. In primo luogo, se gli Ukronazi protetti dagli Stati Uniti trovassero mai il coraggio (o la disperazione) per attaccare il Donbass o la Russia, il caos risultante inonderebbe l’UE con un numero ancora maggiore di rifugiati, molti dei quali sarebbero personaggi sgradevoli e decisamente pericolosi. Inoltre, i sentimenti anti-UE stanno diventando molto forti in Italia, in Ungheria e, per ragioni diverse, anche in Polonia. La Francia è sull’orlo di una guerra civile (non questa volta, la mia sensazione è che i Gilets Jaunes finiranno per perdere lo slancio), ma, la prossima volta (che sarà prima piuttosto che dopo), l’esplosione porterà probabilmente al rovesciamento del regime francese a guida CRIF [Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebree di Francia] e ad una massiccia reazione anti-statunitense.

*In America Latina, l’Impero ha avuto un grosso successo nel rovesciare tutta una serie di leader patriottici e indipendenti. Ma ciò che ora manca è la capacità di far funzionare economicamente e politicamente in modo soddisfacente questi regimi filoamericani. Sorprendentemente, nonostante la massiccia campagna di sovversione degli Stati Uniti e i grossi errori politici commessi, l’amministrazione Maduro è rimasta al potere in Venezuela e sta lentamente, ma con molta risolutezza, cercando di cambiare rotta e mantenere il Venezuela sovrano e indipendente dagli Stati Uniti. Il problema chiave degli Stati Uniti in America Latina è che gli Stati Uniti hanno sempre governato usando l’élite compradora locale. Gli Stati Uniti hanno avuto molto successo in questi tentativi, ma non sono mai riusciti a convincere le masse latinoamericane della loro benevolenza e questo è il motivo per cui la parola “yankee” rimane un insulto in tutti i paesi latino-americani.

*In Asia, la Cina sta offrendo ad ogni colonia statunitense un modello di civiltà alternativo, che si fa sempre più attraente man mano che la Repubblica Popolare Cinese diventa più potente ed economicamente vincente. Si scopre che il solito mix di arroganza, superbia e ignoranza che aveva permesso ai paesi anglosassoni di dominare l’Asia sta perdendo la sua forza e che il popolo asiatico sta cercando delle alternative. In verità, gli Stati Uniti non hanno assolutamente nulla da offrire.

Il punto è che non solo gli Stati Uniti non sono in grado di imporre la propria volontà a paesi che sono considerati “alleati degli Stati Uniti” (se il NorthStream dovesse mai andare in porto, e penso che ciò avverrà, allora sarebbe la prima volta che i leaders europei avranno detto ad un presidente degli Stati Uniti di andare a quel paese, anche se non con le stesse parole), ma gli USA, ovviamente, non hanno alcun tipo di progetto da offrire alle altre nazioni. Sì,  “MAGA” è bello e carino, ma non ha molta attrattiva per gli altri paesi, a cui non interessa davvero il MAGA …

Conclusione sotto forma di proverbio russo

 

C’è un detto in russo “meglio fare una fine orribile (che dover vivere) un orrore senza fine” (лучше ужасный конец чем ужас без конца). Non c’è dubbio che il declino dell’Impero Anglo-Sionista continuerà nel 2019. Quella che non cambierà, tuttavia, è la capacità degli Stati Uniti di distruggere la Russia in un attacco nucleare. Perché, non sbagliatevi, tutto ciò che le nuove armi russe forniscono è la capacità di punire (vendicarsi contro) gli Stati Uniti per un attacco contro la Russia, ma non la capacità di impedire (prevenire) un simile attacco. Se i Neoconservatori decidessero che un olocausto nucleare è preferibile ad una perdita di potere negli Stati Uniti, allora non c’è nulla che si possa fare per impedire loro di recitare la loro sordida versione del Götterdämmerung. Ho, di recente, dovuto trascorrere alcuni giorni a Boca Raton, dove a molti rappresentanti della nuova “aristocrazia” americana piace soggiornare e posso dirvi due cose: a loro la vita sorride e, sicuramente, non hanno intenzione di rinunciare al loro status privilegiato di “leaders del pianeta”. E se qualcuno cercasse di sottrarglielo, non ho alcun dubbio che queste persone reagirebbero con un’esplosione rabbiosa di furore disperato, come aveva fatto Sansone. Quindi, l’unica domanda rimane questa: saremo noi (l’umanità) in grado di portar via il bottone nucleare a questa classe di parassiti senza dar loro la possibilità di premerlo, o no?

Non lo so.

Sarà quindi una fine orribile o un orrore senza fine?

Non so neanche questo.

Ma quello che so è che l’Impero sta scricchiolando in tutte le sue giunture e che il suo declino, nel 2019, continuerà ad accelerare.

Link: https://thesaker.is/from-2018-to-2019-a-quick-survey-of-a-few-trends/
03.01.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

 

https://comedonchisciotte.org/dal-2018-al-2019-una-rapida-analisi-di-alcune-prospettive/

 

 

 

La Svezia sull’orlo della guerra civile

www.maurizioblondet.it

l consigliere per la sicurezza internazionale Olle Fjordgren vede la Svezia come un treno merci che si sta per schiantare su una parete rocciosa.

“Abbiamo praticamente gettato la spugna e i criminali hanno preso il potere. In questo momento non abbiamo nulla contro cui opporci e non vedo come invertire questa tendenza “, ha detto al blog di notizie Ingrid & Maria.

Già nel 2013, la Svezia era in una guerra civile a bassa intensità che i criminali stavano vincendo, secondo Fjordgren. Ora, cinque anni dopo, hanno vinto in molte aree che a suo avviso sono giustamente chiamate no-go zone.

La riluttanza politica nell’ammettere quanto le cose stanno andando male , in combinazione con incapacità e ignoranza, ha portato la Svezia a essere molto vicina a diventare uno stato fallito.

La società gioca con regole vecchie e obsolete. La polizia pattuglia in modo tradizionale, mentre il lato opposto, i criminali, agiscono con regole completamente diverse.

Secondo lui, la ricetta contro questo è zero tolleranza come per il modello di New York. Il potere giudiziario deve rendere incapaci queste persone pericolose di scendere nelle strade, questo è l’unico modo per affrontare i problemi.

Il pietoso modello a base, di coccole, caffè e focacce, non e` stato efficace. Spetta agli stessi residenti delle no go zone, smettere di drogarsi e abbandonare la loro vita criminale. Ognuno è responsabile per se stesso.

Se continua così, Olle Fjordgren vede solo un possibile sviluppo: la guerra civile. Potrebbe iniziare nelle no go zone, o quando gli svedesi ne avranno finalmente abbastanza e decideranno che non c’è altra via d’uscita che una rivolta armata.

Sottolinea che non è troppo tardi, anche se l’orologio ha raggiunto i cinque minuti a mezzanotte. I politici devono prendere coraggio e smettere di mettere i propri interessi prima di tutto.

I politici devono essere pronti ad agire risolutamente se vogliamo avere la minima possibilità di interrompere questi sviluppi, conclude.

Fonte

Da leggere anche:

La tv di Stato svedese: L’omicidio delle due ragazze in Marocco non ha nulla a che fare con l’Islam

Oltre a pubblicare un articolo riguardo al fatto che il selvaggio omicidio delle due ragazze scandinave “non aveva nulla a che fare con l’Islam”, hanno anche dichiarato che la condivisione del video dell’omicidio è illegale, avvisando gli svedesi di non condividere il video in quanto punibile con fino a quattro anni di reclusione.

La tv di Stato svedese: L’omicidio delle due ragazze in Marocco non ha nulla a che fare con l’Islam

La Tv di Stato Svedese: La Vergine Maria ha clonato se stessa e Gesu` era un Transessuale

La Tv di Stato Svedese: La Vergine Maria ha clonato se stessa e Gesu` era un Transessuale

https://www.maurizioblondet.it/la-svezia-sullorlo-della-guerra-civile/

 

 

 

 

La Tv di Stato svedese: La Vergine Maria ha clonato se stessa e Gesu` era un Transessuale

Pubblicato da neovitruvian

La nascita di Gesù, che si celebra il giorno di Natale, avvenne senza che avesse un padre biologico. La SVT di proprietà statale, tuttavia, ha risolto il mistero di questa nascita miracolosa.

Gesù o la Vergine Maria potrebbero essere stati transessuali,. Gesù è nato femmina? SVT chiede e crede di aver trovato supporto per questa teoria nella scienza.

L’affermazione di SVT non ricalca il racconto biblico della nascita verginale, o che Maria fosse rimasta incinta di Giuseppe o di qualcun altro. Il canale di sinistra, ovviamente di parte, ha lanciato una teoria più moderna sul tema:

Un fenomeno noto come partenogenesi. Si verifica tra alghe, pesci e rane e sta a significare che un embrione si sviluppa senza fertilizzazione. La progenie diventa quindi geneticamente identica alla madre – il che significa che deve avere lo stesso sesso.

Poiché sia ​​il nome che il pronome di Gesù sono descritti come maschi nelle Scritture, si può anche concludere che Gesù fosse un travestito / transessuale secondo il canale.

SVT teorizza anche su un’altra possibilità – che Maria era un uomo che viveva da donna e che con la partenogenesi ha dato alla luce Gesù, che era quindi anch’esso un uomo.

Come Maria abbia ottenuto i suoi genitali femminili e il suo utero per far sviluppare e dare alla luce il piccolo bambino Gesù, SVT non lo spiega.

Un’analisi corrispondente della relazione di Maometto con Aisha di 6 anni durante Eid al-adha o il Ramadan non è molto probabile.

Fonte

https://neovitruvian.wordpress.com/2018/12/27/la-tv-di-stato-svedese-la-vergine-maria-ha-clonato-se-stessa-e-gesu-era-un-transessuale/

 

 

 

 

La tv di Stato svedese: L’omicidio delle due ragazze in Marocco non ha nulla a che fare con l’Islam

neovitruvian.wordpress.com

La copertura della tv di stato SVT del duplice omicidio della ventiquattrenne Louisa Vesterager Jespersen e della ventinovenne Maren Ueland da parte degli islamisti in Marocco ha scatenato un furore di critiche.

Oltre a pubblicare un articolo riguardo al fatto che il selvaggio omicidio delle due ragazze scandinave “non aveva nulla a che fare con l’Islam”, hanno anche spinto la narrativa che la condivisione del video dell’omicidio è illegale, avvisando gli svedesi di non condividere il video in quanto punibile con fino a quattro anni di reclusione.

Decine di spettatori si sono lamentati del fatto che SVT fosse più preoccupata delle persone che condividevano il video dell’uccisione, piuttosto che degli orribili omicidi. Inoltre, hanno omesso di menzionare l’esecuzione in stile ISIS (decapitazione), riportando invece che le morti sono avvenute per “ferite al collo”.

Alcuni che hanno deciso di guardare il video hanno ammesso che hanno fatto la scelta sbagliata, rammaricandosi di averlo visto.

L’editorialista Svenska Dagbladet di Ivar Arpi ha dichiarato sulla sua pagina Facebook:

“Ho guardato il filmato che è stato distribuito. Quello in cui uno di loro le taglia la testa. Vorrei poter dimenticarmi di averlo visto. Per un po ho sentito la responsabilità come giornalista di guardare i filmati che Daesh ha pubblicato. Eppure, questo era molto peggio. È il peggiore che abbia mai visto. Mi perseguiterà “, ha anche definito gli assassini come” bestie “.

SVT ha sottolineato che l’Islam “non ha nulla a che fare con gli omicidi. La risposta su Twitter è stata come ci si aspetterebbe.

Un utente di Twitter ha dichiarato: “Per riassumere la copertura di SVT dell’attacco terroristico musulmano in Marocco e dei guerrieri di Daesh: 1) Sarai mandato in prigione se diffondi il video sulla decapitazione, nazista razzista! 2) I guerrieri Daesh sono tornati a casa in Svezia 3) Sono morte per ferite da coltello 4) L’omicidio in Marocco non ha nulla a che fare con l’Islam! ”

L’ex leader democratico della Svezia Anders Klarström ha twittato: “Gli omicidi in Marocco e i media PC: in primo luogo, i media falsi cercano di mettere a tacere la brutale esecuzione in Marocco. Quando le persone iniziano a condividere le immagini di ciò che è successo, vengono minacciate con anni di prigione “.

“Sai che sei in Svezia quando gli assassini di Daesh ricevono benefici, alloggio e identità protetta, ma le persone che pubblicano video su ciò che hanno fatto possono ottenere quattro anni di carcere”, ha twittato un’altra persona.

“Gli assassini hanno già ricevuto un lavoro alla SVT?”, Ha detto un altro.

Fonte

https://neovitruvian.wordpress.com/2018/12/27/la-tv-di-stato-svedese-lomicidio-delle-due-ragazze-in-marocco-non-ha-nulla-a-che-fare-con-lislam/

 

 

 

POLITICA

Mattarella e Bergoglio

Gianfranco La Grassa 03 01 2019

 

Mattarella e Bergoglio mi sembrano entrambi due Papi: uno civile e l’altro religioso. Parlano nello stesso modo, sia come contenuti che come forma espressiva. Ieri ho letto su “La Verità” due buoni articoli (Belpietro e Capezzone) che, con molto “rispetto”, mettevano in luce la sostanza delle affermazioni mattarelliane al di là dell’“arrotondamento” di posizioni, che nella sostanza sono le stesse dei vertici UE e dei loro seguaci italiani, i piddini (e, per il 90%, anche i forzaitalioti).

 

Di fronte a questi due articoli, molto precisi e di sostanziale netto disaccordo con il presdelarep, si resta allibiti di fronte al coro di approvazioni (più o meno calde) da parte di tutti i partiti politici, governativi e di opposizione. Questo conferma che non c’è un solo movimento politico affidabile in Italia. Certamente, i più contestabili sono quelli all’opposizione, sbracati rispetto al discorso in oggetto; ivi compresa una Meloni che è in via di progressivo peggioramento e di sempre maggiore vicinanza alla cloaca denominata F.I.

 

Anche una parte dei “5 stelle” (vedasi Fico sempre più sparato verso il Pd) sollecita la nausea. Comunque, anche i cosiddetti populisti hanno pienamente mostrato la corda. Occorre ben altro e ancora nulla si vede all’orizzonte. Più si tarda a prendere atto che occorre una vera inversione di rotta, in specie nella politica internazionale e contro ogni forma di “politicamente corretto” (ma senza più alcun rispetto, nemmeno formale), e più andremo alla deriva. “I pannicelli caldi fanno la piaga purulenta”.

 

Bisogna incidere in profondità il bubbone infetto e poi spremere e spremere per far uscire il pus, subito dopo disinfettando con forte fregagione e usando soluzioni chimiche assai energiche.

 

https://www.facebook.com/1535134691/posts/10213577397739355/

 

 

 

 

 

 

IL MESSAGGIO TELEVISIVO DI MATTARELLA E L’ANGELUS DI BERGOGLIO.

UNA PARTITA A PING PONG TRA DUE VECCHI FILIBUSTIERI

Danilo Bonelli 01 01 2019

 

Chissà chi due ha fatto la parte del ragionier Ugo Fantozzi e chi quella del geometra Filini…..batti Santo Padre…..no….batti prima lei Presidente…..e la partita è cominciata.

Ma sicuramente i due avevano preventivamente concordato ogni parola per far combaciare alla perfezione i loro melliflui interventi.

E se il bianco del Quirinale – che non è un vino ma quello smunto di Mattarella – pigia il tasto del “volontariato per sconfiggere nazionalismi e xenofobie”, dall’altra sponda del Tevere l’usurpatore argentino ribatte con la pace a senso unico.

Ormai il volontariato è entrato a pieno titolo nell’economia nazionale, tanto che lo si definisce terzo settore….vale un sacco di miliardi, ha un peso nell’occupazione, è di fatto un ramo imprenditoriale parallelo a quello produttivo con un indotto vasto e ramificato.

A breve ci quantificheranno quanti punti di PIL vale il volontariato ma di certo sappiamo che esso ha da tempo smarrito ogni suo senso di spontaneismo umanitario per assumere un’impronta di valenza aziendale….ma per alimentarlo occorre la materia prima, rappresentata dagli immigrati….e il cerchio così si chiude.

Ma ecco che dal Cupolone di piazza San Pietro arriva puntuale l’altro rintocco della campana vaticana, con Bergoglio che rilancia l’appello alla pace.

Però stavolta il messaggio clericale prima ancora che dal Papa viene spiegato da uno dei suoi apostoli terreni, da quell’Andrea Riccardi Presidente della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro del governo Monti, che ai microfoni di RAI 1 ha accuratamente illustrato come la visione della “pax clericale” coincida con la remissione ai violenti e agli invasori, con la resa alla sopraffazione, con la rinuncia aprioristica alla difesa e con la vocazione a soccombere per poi riceverne il merito in un’altra vita…..facendo intendere con chiarezza che questa sarà la prossima missione di quel partito dei cristiani al quale il Vaticano sta lavorando.

Tuttavia c’è un piccolo particolare che sfugge a tutta questa pletora di architetti della pace…ed è che nel frattempo anche gli italiani hanno aperto gli occhi quanto basta per capire che la litania dei buoni sentimenti è sempre l’anticamera della sottostante fregatura…. accà nisciun è fess, direbbero gli amici partenopei … e nessuno è buono senza un suo preciso tornaconto, tanto meno i preti ed i cosiddetti cattolici impegnati in politica.

 

https://www.facebook.com/100003288967951/posts/2020248968094716/

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ANNO CHE E’ APPENA INIZIATO E CHE VERRA’

Michele Dell’Edera 01 01 2029

 

Ho letto nei giorni scorsi un titolo di un “famoso” quotidiano che diceva: “Non se ne può più dei piagnistei del Sud”.

La prima reazione che ho avuto è stata quella che ti viene sempre di pancia, quella che sale su senza che neanche ti impegni più di tanto: la rabbia.

La solita rabbia che prende noi meridionali quando un giorno si e l’altro pure sei preso nel fuoco incrociato dei luoghi comuni e dell’arte del far diventare le vittime i veri colpevoli. E allora ti viene voglia di protestare, di mettere in risalto quanto sei offeso, di cercare di far capire, anche ai meridionali infatuati dai nuovi conquistadores, che forse è meglio capire ciò che è stato o non è stato fatto al sud e per il sud nel corso di questi decenni e nel corso di questi ultimi mesi.

A riflettere bene però, se vogliamo cambiare qualcosa e vogliamo che l’anno appena iniziato sia migliore di quello che si è chiuso, dobbiamo cominciare a pretendere ciò che ci è dovuto e non più solo segnalare ciò che non va.

Partiamo dal primo presupposto: il nostro Paese ha una Costituzione, questa va applicata, non può essere più un fatto che rientra solo “negli auspici” (gergo politichese che odio). La Costituzione della Repubblica Italiana va applicata, non solo nella scellerata parte che ci obbliga al “pareggio di bilancio”, ma in tutte le sue ben più nobili parti.

Cominciando dal suo articolo 2 che recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Non ci può essere una Repubblica che sostiene i cittadini in base al PIL della loro regione e al loro gettito fiscale. Non ci può essere una Repubblica che “investe” risorse dove “conviene” non dove c’è bisogno. Non ci può essere una Repubblica che non aspiri a rendere “uguali” tutti i suoi cittadini e a concedere loro tutto il necessario (servizi – infrastrutture – istruzione  – sanità – opportunità), nel luogo in cui si trovano per poter competere, ma soprattutto per poter dire, con pari dignità, di essere italiani, europei, mediterranei. Non prima gli italiani, ma prima l’uomo, con la sua dignità e il suo valore in quanto persona.

“La Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Quante volte, ogni santissimo giorno, questo principio viene tradito ?

Tra l’altro il famoso mantra: “prima gli italiani”, mi fa venire in mente una domanda semplice semplice: “Quali italiani ?”

Quelli del SUD in che percentuale hanno diritto di vedere soddisfatti i “diritti” garantiti dalla Costituzione ? Ci siamo infilati in una spirale che vede, per assurdo, politica, media, intellettuali, cittadini, preoccupati per il futuro dei “fratelli” più ricchi e non per quelli che da sempre vengono considerati una zavorra.

Ci siamo presi le nostre colpe di meridionali e ce le continuiamo a prendere:

Non essere capaci di pretendere delle politiche che portino il sud al passo del Paese

Non aver mai preteso di poter scegliere una classe dirigente veramente in grado di modificare le sorti del nostro territorio

Aver sempre accettato le mance che le segreterie politiche hanno di tanto in tanto concesso a questo a quel territorio senza mai un disegno di sviluppo, sempre con un disegno, nella migliore delle ipotesi, di tappare questa o quella falla…

Aver sempre accettato che diagnosi e cura per questa terra siano decise da altre parti, in modo paternalistico e sempre come una concessione che la parte più ricca del Paese concede alla parte improduttiva dello stesso (per restare nei luoghi comuni).

Abbiamo concesso di venire a dirci che il reddito di cittadinanza (misura che non mi fa impazzire) sia stato concesso a “quella parte del Paese che non ci piace” (ha detto un importante esponente leghista del governo), a noi praticamente…

Abbiamo concesso alla criminalità e al malaffare di parlare a nostro nome e a far emergere questo lato del sud e non i mille altri lati positivi (complice anche una certa stampa)

Non abbiamo sostenuto mai abbastanza le centinaia di vittime di mafia e soprattutto chi lotta (e muore) contro le mafie, per altro quasi tutti meridionali

Non stiamo ancora valorizzando le grandi esperienze amministrative e di gestione del territorio presenti al Sud, una su tutte: Napoli.

Abbiamo concesso di distruggere il nostro essere mediterranei e aperti alle contaminazioni da secoli. Abbiamo fatto distruggere il modello Riace.

Stiamo facendo consumare le grandissime risorse naturali della Sicilia senza che essa ne abbia vantaggi.

Abbiamo sempre accettato la nostra presunta “minorità”. Una litania che nelle nostre famiglie spesso spinge (per disperazione) i giovani ad andare a cercare fortuna lontano.

Concediamo che strade, autostrade e ferrovie siano ancora una specie di regalo che ci viene concesso e non un diritto in un Paese che si dice uguale.

Che i nostri pendolari viaggino ancora in condizioni subumane

Stiamo accettando che opere tipo: Tampa Rossa, TAP, Cerano, Ilva, l’eolico e il fotovoltaico selvaggio, le decine di centrali a carbone, a gas e altro ancora siano considerati gli investimenti dello Stato a favore del Sud e non il consumo del territorio meridionale a favore di chi è veramente energivoro e non solo.

Accettiamo supinamente assurde classifiche stilate da quotidiani che non sono la Bibbia, e che ci relegano sempre e comunque agli ultimi posti, guardando solo ai risultati e non a quanto viene investito sui nostri territori, rispetto a quelli virtuosi.

Subiamo supinamente l’attacco alle nostre Università e alla nostra cultura senza alzare mai una voce in dissenso.

Mi fermo qui, anche se riprenderò questi discorsi anche a breve. Qui non si tratta più di lamentarsi, segnalare, sperare.

L’anno che verrà non ispira in me “una speranza”, ma determinazione: O lavoro a pretendere che per questa terra e i suoi abitanti siano garantiti i diritti previsti dalla Carta Costituzionale, oppure non avrebbe senso un qualsiasi tipo d’impegno.

O coloro i quali sono che fanno politica (per me me a sinistra) capiscono che mettere mano a risolvere la “questione dello svantaggio procurato al meridione”, oppure non ha senso pensare di lavorare a progetti general generici.

Un campo che vuole combattere per abbattere le diseguaglianze non può non vedere o far finta di non vedere che quella tra nord e sud è una diseguaglianza che viene sancita giorno dopo giorno, anno dopo anno, con leggi di investimento inique e mai attente al sud. Purtroppo, al Sud ci sono ultimi più ultimi di altri, proprio grazie a queste politiche.

Andiamo quindi oltre la denuncia, passiamo alla proposta e pretendiamo risposte, altrimenti “l’Anno che verrà” sarà un altro anno che è passato.

 

Buon Anno !

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2153358984685902&id=100000354650017

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

I biologi: vaccini “sporchi”, con diserbanti e feti abortiti

Scritto il 03/1/19

Vaccini “sporchi”, con tracce di diserbante e Dna umano ricavato da feti abortiti. E vaccini anche inutili, cioè privi delle necessarie sostanze immunizzanti. E’ esplosiva la denuncia di Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, sulla scorta delle analisi effettuate su vaccini somministrati ai bambini italiani. Risultati-choc, quelli che D’Anna ha presentato in esclusiva a Franco Bechis, direttore del quotidiano “Il Tempo”. «In alcuni casi la prova scientifica ha dato l’esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d’arte. In altri no». Per due di questi, aggiunge Bechis, gli esiti delle analisi biologico-genomiche sono stati «clamorosi e preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole». In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, «si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia». Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati «per migliaia di vaccinazioni inutili». In assenza dell’antigene necessario, infatti, «chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino». Nel secondo referto di laboratorio, analisi e contro-analisi che riguardavano un altro vaccino multivalente (difterite, tetano, pertosse ed epatite B) è stata rilevata «la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal Dna umano)», sia pure in dosi microscopiche, eppure «potenzialmente dannose per la salute dell’uomo».

Pubblicati su riviste scientifiche internazionali, questi risultati – spiega lo stesso Bechis il 23 dicembre sul “Tempo” – porteranno a un esposto che verrà presentato all’Agenzia italiana del Farmaco, alla sua “madre” europea (l’Ema), ai Nas dei carabinieri e alle competenti procure della Repubblica. Tanto per cominciare, Vincenzo D’Anna non è ostile ai vaccini: «Come tutti i biologi – premette – credo nella utilità delle vaccinazioni, sono un pro-vax». E le analisi appena svolte non volevano controllare l’efficacia dei vaccini, ma soltanto verificare «la qualità della realizzazione dei prodotti messi in commercio». Ed e lì che sono arrivate le sorprese: le analisi «hanno rilevato decine di impurità in più lotti». Al momento, rivela D’Anna, «sono state individuate 43 sostanze improprie, nel senso che lì non si sarebbero dovute trovare». Ovvero?  «Anticrittogamici, diserbanti, glifosato, antibiotici, antimalarici». Spiega il presidente dei biologi italiani: «Un antibiotico non deve stare in un vaccino. Un antimalarico neppure. Come un erbicida». Nelle analisi, aggiunge, si è trovata «tutta una serie di inquinanti che lì non dovrebbero esserci». Si parla di nanogrammi, precisa D’Anna: nanoparticelle. Ma attenzione: «Non si tratta di sostanze ingerite, ma iniettate», quindi interamente assorbite. «E in alcuni casi (ad esempio l’alluminio) non smaltibili».

Precisa ancora D’Anna: «Non è nostro compito accertare né la nocività, né la tossicità dei materiali». Però, aggiunge, da quelle analisi è venuto fuori altro, «come l’assenza del virus della rosolia, che in sé potrebbe configurare una frode in commercio». Infatti, «migliaia di bambini che si sono vaccinati con quel lotto non sarebbero coperti verso la rosolia». Altra sorpresa sconcertante: «Sono state rilevate quantità improprie di Dna fetale». Com’è possibile? Lo spiega il biologo: «I virus vengono fatti replicare per fare le dosi occorrenti su materiale fetale da aborto, oppure su uova di galline. Ed è per quello che trovi i diserbanti o il glifosato, gli anticrittogamici e gli antiparassitari». Inutile aggiunge che, in un vaccino, quelle tracce «non dovrebbero esserci». Domanda Bechis: ma non c’è statoun esame pubblico di laboratorio su quelle dosi? La risposta: «Lei l’ha visto? Ne conosce i risultati?». Purtroppo, dichiara D’Anna, «c’è una aporìa giuridica», un vicolo cielo procedurale. «I test sul prodotto finito non sono obbligatori per il produttore. Li dovrebbero fare le strutture statali che proteggono la salute dei cittadini. Ma io non le ho mai viste», aggiunge D’Anna, «anche perché qualsiasi risultato è tenuto segreto un po’ come la ricetta della Coca Cola, per evitare che qualche concorrente copi la formula industriale di produzione del vaccino».

Ma cosa sarebbe accaduto, domanda Bechis, se nei laboratori di Stato fossero emersi i clamorosi risultati che stiamo citando? «Avrebbero dovuto chiamarsi il produttore dei vaccini e chiedere spiegazioni», risponde D’Anna. «Certo dovrebbero chiedere come fanno ad esserci gli anticorpi della rosolia, se non c’è l’antigene». Per quanto riguarda il vaccino per tetano e difterite, non sono stati trovati quattro distinti “tossoidi” (cioè antigeni proteici) come dovrebbe essere, ma una sola macromolecola fatta da queste quattro proteine (relative a tetano, pertosse, difterite, epatite) “denaturate” dalla presenza di un conservante come la formaldeide. «Questa macromolecola precipita al fondo della provetta e, attaccata con tripsina, non risponde». E’ un comportamento anomalo, chiarisce D’Anna: «Dovrebbero esserci le quattro proteine dei vaccini previsti che, se attaccate con tripsina, dovrebbero sciogliersi. Questo non accade, e quindi nella macromolecola non ci sono solo proteine. Faremo un esposto all’Aifa e all’Ema – aggiunge il biologo – per capire se sono a conoscenza di queste cose».

Insiste D’Anna: «Anche tutto fosse lecito e innocuo, come minimo bisognerebbe informarne le autorità e i cittadini che usano i vaccini». Secondo problema: «In questi vaccini è stato riscontrato un numero significativo di peptidi (cioè frammenti corti di sequenze di aminoacidi) di origine batterica, probabilmente provenienti da batteri “avventizi” che contaminano le colture. A questi – prosegue il biologo – si aggiungono 65 sostanze chimiche contaminanti, 35% note, (finora abbiamo replicato i risultati su un solo lotto, l’unico disponibile tramite le farmacie su tutto il territorio italiano da oltre un anno), di cui 7 sono tossine chimiche». Anche questi composti, spiega D’Anna, «devono essere confermati nella struttura da uno studio con standard di controllo». E quindi «bisogna che le agenzie ripetano queste analisi, facciano i controlli e rendano pubblici sia i risultati che il loro giudizio». I biologi italiani non si tirano indietro: per il 25 gennaio a Roma, D’Anna anuncia un grande convegno, dal titolo “Vaccinare in sicurezza”, con la partecipazione di scienziati stranieri e italiani, tra i quali Giulio Tarro (da poco insignito negli Usadel premio di miglior virologo). Obiettivo: premete sulle autorità per avere la certezza che i vaccini somministrati ai bambini siano “puliti” e sicuri.

Vaccini “sporchi”, con tracce di diserbante e Dna umano ricavato da feti abortiti. E vaccini anche inutili, cioè privi delle necessarie sostanze immunizzanti. E’ esplosiva la denuncia di Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, sulla scorta delle analisi effettuate su vaccini somministrati ai bambini italiani. Risultati-choc, quelli che D’Anna ha presentato in esclusiva a Franco Bechis, direttore del quotidiano “Il Tempo”. «In alcuni casi la prova scientifica ha dato l’esito che ci attenderebbe: vaccini prodotti a regola d’arte. In altri no». Per due di questi, aggiunge Bechis, gli esiti delle analisi biologico-genomiche sono stati «clamorosi e preoccupanti, perché i campioni prelevati da diversi lotti tutto sembravano meno che essere confezionati secondo le regole». In un caso, quello del vaccino da impiegare per morbillo, rosolia, parotite e varicella, «si è rilevata la totale assenza degli antigeni del virus della rosolia». Quegli stessi lotti sarebbero quindi stati utilizzati «per migliaia di vaccinazioni inutili». In assenza dell’antigene necessario, infatti, «chiunque sia stato vaccinato può prendersi la rosolia esattamente come non avesse mai visto un vaccino». Nel secondo referto di laboratorio, analisi e contro-analisi che riguardavano un altro vaccino multivalente (difterite, tetano, pertosse ed epatite B) è stata rilevata «la presenza di sostanze che non dovevano esserci (ad iniziare dal Dna umano)», sia pure in dosi microscopiche, eppure «potenzialmente dannose per la salute dell’uomo».

Pubblicati su riviste scientifiche internazionali, questi risultati – spiega lo stesso Bechis il 23 dicembre sul “Tempo” – porteranno a un esposto che verrà presentato all’Agenzia italiana del Farmaco, alla sua “madre” europea (l’Ema), ai Nas dei  carabinieri e alle competenti procure della Repubblica. Tanto per cominciare, Vincenzo D’Anna non è ostile ai vaccini: «Come tutti i biologi – premette – credo nella utilità delle vaccinazioni, sono un pro-vax». E le analisi appena svolte non volevano controllare l’efficacia dei vaccini, ma soltanto verificare «la qualità della realizzazione dei prodotti messi in commercio». Ed e lì che sono arrivate le sorprese: le analisi «hanno rilevato decine di impurità in più lotti». Al momento, rivela D’Anna, «sono state individuate 43 sostanze improprie, nel senso che lì non si sarebbero dovute trovare». Ovvero?  «Anticrittogamici, diserbanti, glifosato, antibiotici, antimalarici». Spiega il presidente dei biologi italiani: «Un antibiotico non deve stare in un vaccino. Un antimalarico neppure. Come un erbicida». Nelle analisi, aggiunge, si è trovata «tutta una serie di inquinanti che lì non dovrebbero esserci». Si parla di nanogrammi, precidsa D’Anna: nanoparticelle. Ma attenzione: «Nn si tratta di sostanze ingerite, ma iniettate», quindi interamente assorbite. «E in alcuni casi (ad esempio l’alluminio) non smaltibili».

Precisa ancora D’Anna: «Non è nostro compito accertare né la nocività, né la tossicità dei materiali». Però, aggiunge, da quelle analisi è venuto fuori altro, «come l’assenza del virus della rosolia, che in sé potrebbe configurare una frode in commercio». Infatti, «migliaia di bambini che si sono vaccinati con quel lotto non sarebbero coperti verso la rosolia». Altra sorpresa sconcertante: «Sono state rilevate quantità improprie di Dna fetale». Com’è possibile? Lo spiega il biologo: «I virus vengono fatti replicare per fare le dosi occorrenti su materiale fetale da aborto, oppure su uova di galline. Ed è per quello che trovi i diserbanti o il glifosato, gli anticrittogamici e gli antiparassitari». Inutile aggiunge che, in un vaccino, quelle tracce «non dovrebbero esserci». Domanda Bechis: ma non c’è stato un esame pubblico di laboratorio su quelle dosi? La risposta: «Lei l’ha visto? Ne conosce i risultati?». Purtroppo, dichiara D’Anna, «c’è una aporìa giuridica», un vicolo cielo procedurale. «I test sul  prodotto finito non sono obbligatori per il produttore. Li dovrebbero fare le strutture statali che proteggono la salute dei cittadini. Ma io non le ho mai viste», aggiunge D’Anna, «anche perché qualsiasi risultato è tenuto segreto un po’ come la ricetta della Coca Cola, per evitare che qualche concorrente copi la formula industriale di produzione del vaccino».

Ma cosa sarebbe accaduto, domanda Bechis, se nei laboratori di Statofossero emersi i clamorosi risultati che stiamo citando? «Avrebbero dovuto chiamarsi il produttore dei vaccini e chiedere spiegazioni», risponde D’Anna. «Certo dovrebbero chiedere come fanno ad esserci gli anticorpi della rosolia, se non c’è l’antigene». Per quanto riguarda il vaccino per tetano e difterite, non sono stati trovati quattro distinti “tossoidi” (cioè antigeni proteici) come dovrebbe essere, ma una sola macromolecola fatta da queste quattro proteine (relative a tetano, pertosse, difterite, epatite) “denaturate” dalla presenza di un conservante come la formaldeide. «Questa macromolecola precipita al fondo della provetta e, attaccata con tripsina, non risponde». E’ un comportamento anomalo, chiarisce D’Anna: «Dovrebbero esserci le quattro proteine dei vaccini previsti che,  se attaccate con tripsina, dovrebbero sciogliersi. Questo non accade, e quindi nella macromolecola non ci sono solo proteine. Faremo un esposto all’Aifa e all’Ema – aggiunge il biologo – per capire se sono a conoscenza di queste cose».

Insiste D’Anna: «Anche tutto fosse lecito e innocuo, come minimo bisognerebbe informarne le autorità e i cittadini che usano i vaccini». Secondo problema: «In questi vaccini è statoriscontrato un numero significativo di peptidi (cioè frammenti corti di sequenze di aminoacidi) di origine batterica, probabilmente provenienti da batteri “avventizi” che contaminano le colture. A questi – prosegue il biologo – si aggiungono 65 sostanze chimiche contaminanti, 35% note, (finora abbiamo replicato i risultati su un solo lotto, l’unico disponibile tramite le farmacie su tutto il territorio italiano da oltre un anno), di cui 7 sono tossine chimiche». Anche questi composti, spiega D’Anna, «devono essere confermati nella struttura da uno studio con standard di controllo». E quindi «bisogna che le agenzie ripetano queste analisi, facciano i controlli e rendano pubblici sia i risultati che il loro giudizio». I biologi italiani non si tirano indietro: per il 25 gennaio a Roma, D’Anna annuncia un grande convegno, dal titolo “Vaccinare in sicurezza”, con la partecipazione di scienziati stranieri e italiani, tra i quali Giulio Tarro (da poco insignito negli Usa del premio di miglior virologo). Obiettivo: premete sulle autorità per avere la certezza che i vaccini somministrati ai bambini siano “puliti” e sicuri.

 

http://www.libreidee.org/2019/01/i-biologi-vaccini-sporchi-con-diserbanti-e-feti-abortiti/

 

 

 

 

 

Gli scienziati confermano: non ci si può spostare attraverso cunicoli spazio-temporali

it.sputniknews.com

Nuovi studi sul modello teorico dei cunicoli spazio-temporali hanno indotto i fisici ad affermare che i ponti di Einstein-Rosen sono troppo instabili per essere attraversati e usati per spostarsi da un punto all’altro dello spazio.

Uno scienziato del RUDN (Università russa dell’amicizia fra i popoli) e i suoi colleghi brasiliani hanno messo in dubbio l’utilizzo di cunicoli spazio-temporali stabili come portali per attraversare lo spazio-tempo. I risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla rivista Physical Review D.

I cunicoli spazio-temporali (o ponti di Einstein-Rosen) ricorrono spesso nella fantascienza. Si tratta di un tunnel sui generis che collega due punti fra loro distanti nello spazio (o addirittura due universi) attraverso una perturbazione dello spazio-tempo. Teoricamente lungo questo tunnel è possibile passare da un punto all’altro dello spazio senza percorrere la lunga distanza fra di loro. Roman Konoplya, fisico del RUDN, ha valutato le possibilità di tale viaggio interstellare.

“La nostra speranza nell’esistenza di questi corpi celesti insoliti si basa sullo stretto rapporto tra le equazioni di Einstein e i cunicoli spazio-temporali. Tuttavia, affinché questi cunicoli siano percorribili e non collassino a causa di effetti gravitazionali, la forza repulsiva applicata sulla stretta area del cunicolo dev’essere incredibilmente elevata”, spiega.

Solitamente i fisici teorici propongono due soluzioni per il problema della forza repulsiva: la concentrazione di materia oscura o quella di fluttuazioni nel vuoto di campi quantistici attorno all’area in questione. Entrambe le soluzioni sono piuttosto insolite e richiedono una buona dose di fantasia e ottimismo.

Nel 2011 scienziati greci e tedeschi hanno scoperto che la forza repulsiva può essere spiegata senza l’introduzione di nuovi campi o di inusuali sostanze.  Secondo i loro calcoli, la repulsione si può ottenere semplicemente grazie a modifiche quantistiche alla teoria tradizionale di Einstein sulla base della teoria delle stringhe nota come teoria Einstein-Gauss-Bonnet (EGBd). Se il cunicolo spazio-temporale è stabile rispetto a piccole fluttuazioni dello spazio e del tempo, esso può diventare un modello teorico promettente.

“In passato studi di colleghi stranieri hanno evidenziato che è possibile ottenere tale stabilità. Ma noi abbiamo confermato che secondo la teoria di Einstein il cunicolo è assai instabile in virtù delle modifiche quantistiche. Dunque, un sistema instabile non può esistere in natura poiché qualsiasi reazione con l’ambiente circostante porterebbe alla sua distruzione. Dal punto di vista matematico questo si esprime con un’infinita crescita della deviazione inizialmente trascurata del sistema dall’equilibrio statistico. Sfortunatamente, ciò significa che non abbiamo ancora in teoria un modello di cunicolo spazio-temporale su cui tutti concordiamo”, conclude Konoplya.

https://it.sputniknews.com/mondo/201901047048613-scienziati-non-ci-si-puo-spostare-attraverso-cunicoli-spazio-temporali/

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