NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 30 DICEMBRE 2019

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 30 DICEMBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

 

Esergo

Mi auguro che si faccia avanti una classe politica rinnovata che non viva nella paura.

Ho l’impressione che tutti vivano in una sorta di paura,

condizionati non capisco da che cosa.

Mi auguro che si facciano avanti degli uomini coraggiosi.

BETTINO CRAXI, L’ultima intervista, Aliberti, 2010, pag. 70

 

 

ANCORA TANTI AUGURI DI BUON 2020 A TUTTI!

 CON SIMPATIA ANCHE AI LETTORI CHE NON HANNO MAI DATO SEGNO DI SÉ

NÉ CON CONSIGLI,

NÉ CON CRITICHE,

NÉ CON SCAMBIO DI VEDUTE

 

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Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

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Le immagini e le foto presenti nel Notiziario, pubblicati con cadenza pressoché giornaliera, sono raccolte dalla rete internet e quindi di pubblico dominio. Le persone interessate o gli autori che dovessero avere qualcosa in contrario alla pubblicazione delle immagini e delle foto, possono segnalarlo alla redazione scrivendo alla e-mail redazionedettiescritti@gmail.com 

La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

La centrifuga mondialista e l’Homo Aequalis

Quella sera in Piazza Fontana: oltre “la strategia della tensione”

Perché Falcone e Borsellino saltarono in aria in quel modo

Oroscopo della verità 2020

Geopolitica applicata al 2019: un anno dopo

Rosa Rossa: quei simboli svelano la verità indicibile su Moro

Le privatizzazioni ci stanno riportando al Feudalesimo

Finanziarizzare la paura: dietro a Greta 118 trilioni di dollari

La cricca totalitaria delle bufale sul clima alterato dall’uomo

Ida Magli, l’antidoto al conformismo sull’Europa (e altro)

Chi ha fatto fuori Fioramonti?

 

 

 

EDITORIALE

La centrifuga mondialista e l’Homo Aequalis

Manlio Lo Presti – 30 dicembre 2019

 

Respingendo – a fatica – la melassa distorsiva e collosa dei buoni viatici e presunti rituali apotropaici, l’anno 2020 non presenta sufficienti indizi per il quali sarà migliore del 2019.

 

Le spinte sempre più violente dell’asse globalista atlantico continueranno a demolire qualsiasi ostacolo alla fluidità delle transazioni planetarie la cui premessa è quella di sagomare l’HOMO AEQUALIS

  • senza patria e/o un luogo che individua la propria identità e il proprio vissuto esistenziale e di esperienza individuale,
  • senza lingua nazionale,
  • senza cultura nazionale,
  • senza un sesso decifrabile per volere dell’impero quadrisex LGBT,
  • senza un lavoro stabile, senza redditi dignitosi esponendo i cittadini impoveriti ai ricatti più ignobili,
  • senza uno Stato sociale necessario per politiche culturali che sono alla base di una sana democrazia dei cittadini,
  • senza una sanità pubblica, trasferendo rapidamente il diritto di vita e di morte nelle mani dei colossi farmaceutici, delle compagnie assicurative, delle banche che gestiranno fondi pensione, polizze sanitarie e offriranno alle famiglie di coprire i costi dei suicidi di massa non terapeutici (guarda caso di coloro che non hanno reddito, dei malati e/o lungodegenti, dei colpiti da malattie rare costosissime). (1) Tale operazione eliminerebbe le bocche inutili (2). La recente assoluzione dell’esponente di “Nessuno tocchi Caino” è passata quasi sotto silenzio, ma va invece considerata come un importante e terribile precedente di cui si serviranno gli ideologi delle “bocche inutili” da eliminare come costi gestionali (3)
  • senza una religione ben decifrabile, in favore dell’avanzare di un sincretismo immigrazionista totalitario neomaccartista e – ad abundantiam – antifascista ecologista/sostenibile/verde ecc. ecc. ecc. sostenuta ossessivamente, immarcescibilmente, continuamente, ininterrottamente, martellantemente, mitragliantemente da EL PAMPERO insediato nello staterello di 44 kmq dagli atlantici esclusivamente il globalismo più sfrenato e sfacciato, con espertissima attenzione ai titanici guadagni (4)
  • senza politiche demografiche, in favore di ondate migratorie usate ad intermittenza e come strumento eversivo quando serve e come sostituzione di massa, ovviamente a danno dei popoli e degli Stati-bersaglio!

 

Realisticamente, non riesco a vedere spiragli che possano far sperare ad un miglioramento delle condizioni dei cittadini italiani.

Si tratta di realismo e non di pessimismo, come verrà immediatamente in mente a coloro che non curano le valenze semantiche in favore di:

  • pay tv
  • calcio
  • telecristo,
  • teleculi
  • cocaina a fiumi

 

TUTTO CIO PREMESSO

 

PREPARIAMOCI AD UN 2020 MOLTO MOLTO MOLTO MOLTO MOVIMENTATO …

 

P.Q.M.

 

Facendola finita con la retorica buonista politicamente corretta imperante, sarà urgentissimo e necessario rivedere e tarare una serie di azioni culturali e sociali che preparino alla sopravvivenza e anche alla resistenza contro la valanga genocida che verrà.

 

Buona resilienza a tutti!

 

NOTE

 

  • appaiono sempre di più nelle strade enormi cartelloni pubblicitari di casse da morto a basso costo come “proposta che il cliente non rifiuterà mai”.
  • fa pensare alla eliminazione di massa dei nutze Münde durante il nazismo e considerati costi immensi da banche e assicurazioni che rispettano la metrica del profitto
  • molto sincronizzate le campagne pubblicitarie televisive e a mezzo stampa di banche ma soprattutto di assicurazioni in favore delle polizze sanitarie private ammannite come un paradiso in terra, con donne e uomini sorridenti e felici
  • nel recente passato, le ong, case-famiglia, coop, vaticano, partiti e gruppi politici, le 8 mafie hanno incassato la bagattella di € 12.000.000.000 (dodicimiliardi): un motivo più che sufficiente per cercate con ogni mezzo di riprendere i flussi di migranti-paganti (quelli poverissimi non interessano nessuno, nemmeno le agguerrite “comunità di santi vari” tutte dedite allo smistamento pagato di migranti-paganti, appunto!)

 

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Quella sera in Piazza Fontana: oltre “la strategia della tensione”

12 Dicembre 2019 da Federico Dezzani

Twitter: @FedericoDezzani

 

A distanza di cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana, l’Italia è ancora sovrastata dalla stessa cappa di disinformazione: “la strategia della tensione” che, portata avanti dallo Stato o perlomeno da ampi settori dello Stato, avrebbe dovuto facilitare una “svolta a destra” della politica, fermando l’avanzata del PCI nel mondo bipolare della Guerra Fredda. La strage di Piazza Fontana fu invece l’inizio di una campagna destabilizzante contro l’Italia che, dalla Libia alla Somalia, stava guadagnando molte posizioni internazionali cavalcando il “terzomondismo”. Le bombe cessarono nei primi anni ‘90 perché, distrutti la Prima Repubblica e lo Stato imprenditore, non servivano più.

Quei sei mesi del 1969 che segnarono i 20 anni successivi

Il 12 dicembre di cinquant’anni il salone della centralissima Banca Nazionale dell’Agricoltura fu devastato da un ordigno esplosivo: 17 morti ed un’ottantina di feriti segnavano l’inizio dei cosiddetti “anni di piombo”. La strage di Piazza ha tre livelli di interpretazione: salendo dall’uno all’altro, ci si avvicina sempre di più alla verità.

 

  1. Il primo livello, presto abbandonato già in quegli anni, è quello della strage “anarchica”, compiuta dal ballerino e bakuninista Pietro Valpreda.
  2. Il secondo livello è quello della strage “nera” compiuta da Ordine Nuovo, avvalendosi di ampie connivenze negli uffici dello Stato, in primis l’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno con allora a capo Federico

 

Continua qui: http://federicodezzani.altervista.org/quella-sera-in-piazza-fontana-oltre-la-strategia-della-tensione/

 

 

 

 

 

 

 

Perché Falcone e Borsellino saltarono in aria in quel modo

Scritto il 24/7/19

 

Saltarono in aria, quei giudici, perché avrebbero fatto saltare per aria il sistema. «Con Falcone arriva il segnale della pace tra Stato e mafia, mentre con la strage di via D’Amelio in cui muore Borsellino si dà il via alle leggi che azzerano i poteri della magistratura». Sul blog “Petali di Loto”, il 19 luglio 2019 – anniversario della strage di via D’Amelio – Stefania Nicoletti richiama le analisi offerte nel corso degli anni dall’avvocato Paolo Franceschetti, con l’aiuto dell’allora collega Solange Manfredi. Già legale delle “Bestie di Satana”, Franceschetti ha dedicato studi coraggiosi al fenomeno dei delitti rituali (dal Mostro di Firenze in poi), tutti “firmati” in realtà da killer dediti a forme di esoterismo degenerate in occultismo criminale. Uomini protetti da forti coperture a livello istituzionale, a volte funzionale alla strategia della tensione o comunque alla manipolazione psicologica delle masse. «Esempio: l’individuo che viene arrestato non è mai un giudice, un politico, un notaio, un medico, un ufficiale, un docente universitario. E’ sempre un contadino semi-analfabeta, una povera madre presentata come pazza, un giovane drogato e sbandato. E’ il capro espiatorio perfetto, attraverso cui far sapere alla gente che è in buone mani e non corre pericoli, visto che il potere è pulito. Invece è vero esattamente il contrario».

Lo si è intuito, in modo atrocemente sanguinoso, osservando i retroscena inquinatissimi delle morti ravvicinate di Falcone e Borsellino. Dopo la seconda, in particolare, si cominciò a parlare di “trattativa Stato-mafia”. Affrontò il tema Vincenzo Calcara, uno dei pochi collaboratori di giustizia che possono veramente essere chiamati “pentiti”. «Il dottor Borsellino – scrisse, nel suo memoriale – era in possesso di verità scomode», di fronte alle quali «in tanti si devono vergognare per averlo lasciato solo al suo destino». Calcara era stato segnato dall’incontro col magistrato, che gli aveva cambiato la vita: una vera e propria redenzione morale. C’erano due piani alternativi per uccidere Borsellino, ricorda Franceschetti: il primo prevedeva l’uso di un fucile di precisione ed era affidato proprio a Calcara, mentre nel secondo caso – un’autobomba – il futuro pentito avrebbe svolto soltanto un lavoro di copertura. «Poi però da Palermo arrivò l’ordine, direttamente da Totò Riina: prima, avrebbe dovuto essere ucciso Giovanni Falcone». Così, Calcara riuscì a non uccidere l’uomo che, anni dopo, gli avrebbe salvato la vita, facendolo rinascere come essere umano. Ma Riina era veramente “il capo dei capi”, o invece era solo il “prestanome” di qualcuno molto più potente, protagonista occulto dell’infinita finita strategia della tensione italiana?

Lo stesso Riina affermò che Borsellino non sarebbe stato “condannato” dalla mafia, ma probabilmente da uomini dello Stato. E nel caso, perché mai? «Forse perché aveva capito che la cosiddetta “trattativa” non

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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Oroscopo della verità 2020

Francesco Mazzuoli 30 Dicembre 2019

DI FRANCESCO MAZZUOLI

comedonchisciotte.org

 

ARIETE

Uno spettro di aggira per l’Europa: è tua figlia vegana.

TORO

“Dio, dammi un assegno della tua presenza”, scriveva Marcello Marchesi. Oggi bisogna porre cautela in certe richieste: potrebbe essere in bianco.

GEMELLI

La crescita zero l’avete già sperimentata sui vostri capelli.

CANCRO

La vostra vita assomiglia a un giallo. Quest’anno scoprirete che i colpevoli siete voi.

LEONE

Vent’ anni fa avete venduto l’anima al diavolo. Vi è convenuto perché l’avete fatto in lire.

VERGINE

Per le Vacanze invernali c’è chi andrà a Cortina, chi al Sestriere, chi ad Aspen. Ma sarete voi, andando al Monte di Pietà, a fare ancora tendenza.

BILANCIA

“Viaggiare è uno dei più tristi piaceri della vita”, scriveva Madame De Staël.  Non aveva considerato l’introspezione.

SCORPIONE

Vostro figlio continua a non capire un cazzo. Ma, grazie all’Erasmus, in due lingue diverse.

SAGITTARIO

Aveva ragione vostro nonno: è morto già negli anni ’50.

CAPRICORNO

Al regresso culturale non c’è limite: a Ferragosto finirete a leggere i gialli Mondadori

 

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CONFLITTI GEOPOLITICI

Geopolitica applicata al 2019: un anno dopo

24 Dicembre 2019 da Federico Dezzani

Twitter: @FedericoDezzani

 

A distanza di uno dalla pubblicazione della nostra analisi geopolitica sul 2019 è giunto il momento di riprenderla in mano, per verificarne la validità ed estenderla anche a zone geografiche che non erano state prese in considerazione. L’impianto analitico di fondo ha dimostrato tutta la propria solidità: le potenze marittime hanno dichiarato guerra ai colossi continentali che stanno allargando il proprio raggio d’azione ad Europa occidentale, Africa e persino America Latina. La situazione delicatissima dell’Italia.

Geopolitica sugli scudi ora più che mai

Nel dicembre 2018 pubblicavamo un’analisi geopolitica sull’anno alle porte, dove mettevamo in luce le grandi linee su cui si sarebbero sviluppati i futuri avvenimenti: un’operazione possibile perché la Geopolitica con la “g” maiuscola ha una forte componente deterministica, grazie a cui è possibile prevedere come si muoveranno i diversi attori, al di là dei piccoli “accidenti” non prevedibili. L’impianto analitico di fondo, esemplificato nella cartina sotto riportata, si basava infatti sul crescente attrito tra le potenze marittime anglosassoni ed i colossi euroasiatici (Cina e Russia, con l’aggiunta di partner minori), impegnati nell’organizzazione dell’Isola Mondo (la massa afro-euro-asiatica) e persino dell’America Latina, abituale territorio di caccia riservato agli USA.

Tale impianto analitico, si inizi subito col dire, ha mostrato tutta la propria validità: a distanza di un anno è però tempo di tornarci sopra per effettuare piccole correzioni ed allargare anche l’analisi ad aree che non era

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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Rosa Rossa: quei simboli svelano la verità indicibile su Moro

Scritto il 21/3/18            RILETTURA

 

Da via Fani a via Caetani, passando per via Montalcini. Nomi e date, segni e simboli a cui pochissimi hanno fatto caso. Racconterebbero l’atroce “operazione Moro” – italiana e internazionale, politica e geopolitica – riletta secondo il codice segreto di un disegno meno evidente, ma forse decisivo: capace di cioè di “firmare”, in modo occulto, il sanguinoso sequestro e poi il calvario del presidente “eretico” della Dc, fino alla sua spietata uccisione. Messaggio: quell’assassinio è stato l’atto d’inizio di una nuova epoca di dominazione mondializzata. Ne parlò la giornalista Gabriella Carlizzi, indagatrice atipica e indipendente dei misteri italiani, così come Solange Manfredi, avvocato e saggista. Ne accenna lo storico Giuseppe De Lutiis nel libro “Il lato oscuro del potere” (Editori Riuniti). Ne parla diffusamente Sergio Flamigni nel romanzo “La tela del ragno” (Kaos). L’argomento lo sfiora lo stesso Giovanni Fasanella, autore di bestseller come “Il golpe inglese”, che nel recentissimo libro-indagine “Il puzzle Moro” (Chiarelettere) ricostruisce il ruolo di Londra nella strategia della tensione in Italia, mettendo anche l’accento sul Vaticano, dopo le dirompenti conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Giuseppe Fioroni: per il blitz di via Fani sarebbe stata usata una palazzina di via Massimi di proprietà dello Ior, la banca vaticana.

Nel saggio “Il misterioso intermediario”, scritto per Einaudi nel 2003 con Giuseppe Rocca, sempre Fasanella mette a fuoco la figura del musicista russo Igor Markevic in relazione al caso Moro. Fasanella fa notare che il nome “Gradoli”, spezzato in “Grado-Li” e riletto in caratteri latini (maiuscoli), nasconderebbe il numero 51, ipotetico “grado segreto” di certa massoneria super-esclusiva, ignota ai massoni ordinari. Lo ricorda Stefania Nicoletti, che a “Forme d’Onda” (format web-radio) dedica un’intera puntata al caso Moro: i servizi “deviati”, la presenza di Gladio e della ‘ndrangheta in via Fani, il ritrovamento del cadavere di Moro a metà strada fra la sede del Pci di Berlinguer e piazza del Gesù, sede della Dc nonché della chiesa dei gesuiti. Ma Stefania Nicoletti mette l’accento anche su quei “segni” sempre trascurati, analizzati già nel 2011 da Paolo Franceschetti e ora riproposti nel blog “Petali di Loto”. Già avvocato e docente di materie giuridiche, Franceschetti ha condotto ricerche assolutamente inedite sui maggiori gialli italiani, dalle Bestie di Satana al Mostro di Firenze, giungendo a una sua conclusione: molti efferati omicidi, considerati inspiegabili perché privi di un vero movente, sarebbero in realtà delitti rituali condotti anche a scopo magico-propiziatorio da un’organizzazione segreta. Franceschetti la chiama Rosa Rossa e sostiene che recluterebbe affiliati insospettabili, anche tra gli esponenti del massimo potere.

Un massone di alto grado come Gianfranco Carpeoro, autorevole simbologo e grande studioso dei Rosacroce, esclude che esista un “vertice nero” che pianifichi omicidi più o meno seriali: molti casi di cronaca più che sospetti, “firmati” in modo inequivocabile (come nel caso dello strano sfregio rinvenuto sulla schiena di Yara Gambirasio), secondo Carpeoro sono il frutto di criminali che agiscono in modo isolato – ma poi, una volta in pericolo, “firmano” in modo simbolico i loro misfatti, sperando che

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ECONOMIA

Le privatizzazioni ci stanno riportando al Feudalesimo

28 Dicembre 2019 – Paul Craig Roberts

paulcraigroberts.org

 

L’America è il paese degli scandali. L’ultimo è l’uso da parte del multi-miliardario ebreo Mike Bloomberg di call center operati da carcerati per la pubblicità della sua campagna presidenziale.

A me sembra che lo scandalo sia l’attacco di Bloomberg alla Costituzione americana, non il suo utilizzo del lavoro carcerario. Bloomberg vuole abrogare il Secondo Emendamento e disarmare il popolo americano, proprio nel momento in cui il paese sta crollando spiritualmente, moralmente, economicamente e politicamente.

In un passato non lontano, avevo riferito sull’uso diffuso del lavoro penitenziario da parte delle principali aziende statunitensi e del Dipartimento della Difesa. Apple è una di queste aziende e stivali e abbigliamento per i militari vengono prodotti facendo lavorare i detenuti. Chiaramente, le autorità hanno legittimato le carceri private e l’appalto del lavoro penitenziario a basso costo ad entità private che lo utilizzano a scopo di lucro.

Bloomberg, secondo The Intercept, vale 54 miliardi di dollari ed Apple molto di più, almeno in base al mercato azionario. Se Apple può usare il lavoro dei carcerati, perché non può farlo Bloomberg?

Sono gli appaltatori che affittano i detenuti-lavoratori a Bloomberg, ad Apple, al Dipartimento della Difesa, quelli che ci guadagnano. Incassano il salario minimo statale per i lavori penitenziari, mentre i carcerati sono retribuiti con pochi dollari al mese.

In passato, e forse ancora oggi in alcune regioni del paese, i detenuti lavoravano alla manutenzione delle strade pubbliche e non venivano pagati. Quindi, secondo logica, non c’è nulla di nuovo nell’utilizzo del lavoro carcerario. Questa argomentazione non tiene conto del fatto che, in precedenza, i detenuti lavoravano per la comunità, che, a sua volta, pagava le spese della loro incarcerazione. Oggi lavorano per le aziende private e generano profitti per le aziende private.

Quello che stiamo vivendo è il ritorno del Feudalesimo. Ecco come funziona il sistema penitenziario privato: lo stato arresta la gente e la incarcera nelle prigioni private. Lo stato poi usa i soldi dei contribuenti per pagare le aziende private che gestiscono queste prigioni. Questi centri di detenzione privati affittano il lavoro dei prigionieri ad altre società private che, a loro volta, rivendono i prodotti di questo lavoro a multinazionali e ad enti governativi sulla base del salario minimo sindacale.

Questo totale sfruttamento del lavoro è perfettamente legale. Ma non è diverso dai signori feudali che mettevano sotto servaggio gli uomini liberi e si appropriavano del loro lavoro. Il 96% circa dei carcerati non ha mai ricevuto un processo. Sono stati costretti ad autoincriminarsi, accettando un “patteggiamento,” per evitare una punizione più severa. Il restante 4%, se ha avuto un processo, non si è trattato di un processo equo, perché i processi equi non garantiscono le massime percentuali

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Finanziarizzare la paura: dietro a Greta 118 trilioni di dollari

Scritto il 30/12/19

 

Che affarone, Greta Thunberg: Goldman Sacks ha appena sfornato il primo indice globale dei titoli ambientali di alto livello quotati a Wall Street, indice condiviso da tutte le maggiori banche d’affari «per attirare fondi d’investimento e sistemi pensionistici statali». Anche Tino Oldani, su “Italia Oggi”, prende nota dell’inchiesta di un veterano dell’indagine geopolitica come William Engdahl, rinomato analista statunitense e autore di bestseller sulle “guerre del petrolio”. Dirompente, il reportage sul business-Greta che Engdall ha pubblicato sul newsmagazine canadese “Global Research”, diretto dall’economista Michel Chossudovsky. «Il fallimento della conferenza Cop 25 di Madrid sul clima non deve stupire più di tanto», premette Oldani su “Italia Oggi”. «Ormai, dietro le divisioni tra gli Stati non ci sono soltanto le profonde divergenze di interessi sul divieto progressivo dei combustibili fossili, ma anche il proliferare sul web di studi contrari al mainstream mediatico sulla cosiddetta emergenza climatica». Proprio alla vigilia del vertice di Madrid, ha fatto irruzione su “Global Research” l’indagine di Engdhal, che dall’alto dei suoi 75 anni, «citando nomi e fatti precisi», espone la sua tesi clamorosa. Eccola: «La grande finanza mondiale, alleata per l’occasione con l’Onu e l’Unione Europea, si starebbe servendo in modo cinico di Greta Thunberg come icona mediatica per creare allarmismo sul riscaldamento climatico provocato dall’uomo».

Global warming di origine antropica? Solo fake news, per Engdhal, diffuse a tappeto in modo globale con uno scopo preciso: «Innescare di conseguenza il business più redditizio dei prossimi decenni, il cosiddetto Green New Deal, la rivoluzione dell’economia verde». Il tutto, sintetizza Oldani, con un piano di investimenti per oltre 100 trilioni di dollari, da raccogliere con massicce emissioni di obbligazioni speculative. Ovvero: «Fondi da riversare, mediante il credito, sulle nuove imprese climatiche, anche a prescindere dal loro effettivo valore e know-how». Tutto questo, ovviamente, «a scapito dei settori dell’economia “colpevoli” di inquinare, e con duri sacrifici per milioni di lavoratori e consumatori, ma enormi profitti per gli istituti finanziari che hanno sposato questo business». Oldani riassume bene il vasto studio di Engdall. Sono due gli uomini chiave di questa “agenda verde mondiale”: il banchiere inglese Mark Carney, 54 anni, capo della Banca d’Inghilterra, e l’ex vicepresidente Usa Al Gore, 71 anni, vice di Bill Clinton (1993-2001), da sempre ambientalista, oggi ricco presidente del gruppo Generation Investment, impegnato negli investimenti a lungo termine sulla sostenibilità ambientale.

Carney, sostiene Engdhal, è stato «la mente finanziaria dell’intero progetto

 

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La cricca totalitaria delle bufale sul clima alterato dall’uomo

Scritto il 24/10/19

 

Il clima è sempre cambiato da un decennio all’altro. Ci sono state grandi oscillazioni durante gli anni ’30. Abbiamo avuto il “dust bowl” (serie di tempeste di sabbia) durante l’estate e nel 1936 un freddo record. Nel 1936 l’ondata di freddo del Nord America, che colpì anche il Giappone e la Cina, è ancora oggi una delle più intense mai registrate nella storia. Non possiamo dare la colpa di quanto avvenne alle mamme che portavano in macchina i ragazzini a giocare a calcio, bruciando combustibili fossili. Le automobili erano ancora un lusso negli anni ’30. Semplicemente, non esiste alcuna prova di cambiamenti climatici causati dall’uomo. Nessuno è disposto a denunciare questa assurdità semplicemente mostrando le marcate oscillazioni di temperatura registrate nei secoli. Si tratta di un segreto ben celato, ma il 95% dei modelli climatici che, come ci viene detto, provano il legame tra le emissioni umane di CO2 e il catastrofico riscaldamento globale si sono rivelati, dopo circa due decenni di stasi nelle temperature, sbagliati. Non dovrebbe sorprendere. Ci siamo dovuti sorbire le stramberie dei catastrofisti climatici per circa 50 anni. Nel gennaio 1970, la rivista “Life”, basandosi su “solide prove scientifiche”, sosteneva che entro il 1985 l’inquinamento atmosferico avrebbe ridotto della metà la luce del Sole che raggiunge la Terra.

Di fatto, in quel periodo, la luce del Sole è diminuita tra il 3 e il 5%. In un discorso del 1971, Paul Ehrlich dichiarava: «Se fossi un giocatore d’azzardo, scommetterei che l’Inghilterra non esisterà più nel 2000». Spostiamoci velocemente al mese di marzo 2000 e a David Viner, scienziato ricercatore esperto presso l’Unità di Ricerca Climatica dell’Università East Anglia, che dichiarò a “The Independent”: «Le nevicate sono ormai una cosa che appartiene al passato». Nel dicembre 2010 il “Mail” online riferiva del «dicembre più freddo mai registrato, con temperature scese a meno 10 °C portando il caos in tutta la Gran Bretagna». Anche noi australiani abbiamo avuto le nostre previsioni sbagliate. Forse la più assurda è stata la dichiarazione dell’allarmista climatico Tim Flannery del 2005: «Se i tabulati del computer sono corretti, le attuali condizioni di siccità diventeranno permanenti nell’Australia dell’Est». Le precipitazioni successive e le gravi inondazioni hanno mostrato che i tabulati, o le sue analisi, erano sbagliati. Ci siamo bevuti una previsione sbagliata dopo l’altra. Inoltre, il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) è stato ripetutamente colto in flagrante per false rappresentazioni della realtà e metodi scadenti.

Gli uffici metereologici sembrano aver dato una “aggiustatina” ai dati per adattarsi alla narrazione prevalente. L’affermazione della Nasa che il 2014 è stato l’anno più caldo mai registrato è stata rivista, dopo che era stata

 

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Ida Magli, l’antidoto al conformismo sull’Europa (e altro)

Pubblicato su 8 Mag 2016 da INFOSANNIO

L’Unione è una fede e i media ogni giorno recitano il «credo» Quanto ci manca la studiosa che nel ’97 già criticava Bruxelles…

olycom – ida magli – IDA MAGLI

Alessandro Gnocchi – ilgiornale.it

 

I giornali, soprattutto quelli che rivendicano l’oggettività, traboccano di cronache sbilanciate in tema di Europa. Tonnellate di articoli deprecano qualunque fatto o persona o movimento metta in discussione, anche alla lontana, l’Unione europea.

La fiducia sconfina nella fede e i media recitano il «credo». Anche se cresce la sensazione che i trattati siano stati una fregatura: non ci sentiamo tutti più poveri, meno liberi e meno sicuri? Non importa. Chi disapprova le politiche sull’immigrazione è sospettato di razzismo e xenofobia. Chi vorrebbe dire addio a Bruxelles è un populista. Chi segnala il deficit di democrazia nelle istituzioni comunitarie fa il gioco degli (s)fascisti. Insomma: su questo argomento, come su quello correlato dell’accoglienza indiscriminata, il dibattito è sgradito.

Per questo, si sente la mancanza di una libera pensatrice come Ida Magli, morta lo scorso 21 febbraio a 91 anni. L’antropologa aveva iniziato una solitaria battaglia contro l’Unione europea negli anni Novanta, dopo avere studiato il Trattato di Maastricht, firmato nel 1992 dai Paesi aderenti all’unione, tra cui l’Italia. Alla grande antropologa, l’Europa unita sembrava andare in direzione opposta alla storia, soprattutto nel caso dell’Italia, uno Stato ancora giovane, eppure già pronto a rinunciare alla sovranità. Inoltre, osservava la Magli, nel Trattato non c’è spazio alcuno per i popoli ma solo per l’economia. I tecnocrati della finanza e del sistema bancario sono

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POLITICA

Chi ha fatto fuori Fioramonti?

Pubblicato su 27 Dic 2019 

(Luca Telese – la Verità) – La lettera di addio, per via di un accordo con il premier, doveva rimanere riservata fino a dopo le feste. E così, nello staff del ministro si sono convinti che la fuga di notizie sia stata alimentata da fonti del M5s per bruciare i ponti dietro le spalle.

Ma perché Lorenzo Fioramonti se n’ è andato? La scena era così chiara che adesso, intorno alle dimissioni del ministro, hanno preso ad impazzare i retroscena più ardui. Tutti si chiedono quale sia il vero motivo del grande rifiuto, se Fioramonti stia seguendo un piano, e se sì, quale. Nel M5s molti dopo le dimissioni lo vedono come un potenziale anti Di Maio, il Corriere della Sera lo immagina già come «capogruppo di una pattuglia di fuoriusciti che fondano un nuovo partito», nel governo c’ è chi crede che l’addio sia solo un modo per rilanciare la propria carriera fuori dalla politica.

Secondo Dagospia, il professore di economia è l’apripista di un nuovo partito legato a Giuseppe Conte (che avrebbe come regista Goffredo Bettini).

Voci lo proiettano come leader di un partito ambientalista. La verità è che nessuno sa ancora nulla e che l’ex ministro in questi giorni si è ritirato in campagna con la famiglia annunciando che non farà interviste (cosa che invece di diminuire i sospetti lì alimenta: cosa nasconde questo silenzio?).

L’ unica cosa indubitabile è che Fioramonti fino ad ora ha fatto esattamente quello che fino a ieri aveva detto e che, sempre fino a ieri, aveva creduto indispensabile. Solo il successo raccolto sui social dopo le dimissioni ha alimentato i retroscenismi più esasperati. Questo non significa che in ognuna delle ipotesi che abbiamo ricordato non ci siano – come vedremo – degli elementi di verosimiglianza. E che allora, anche per poter capire gli scenari che si possono aprire, occorre ricostruire gli elementi certi.

Poco più di un anno fa in una intervista alla Verità, e a chi scrive (lui era ancora viceministro alla Pubblica istruzione) Fioramonti illustrò per la prima volta il suo piano: «Lei sta parlando con un viceministro condizionato»: aveva esordito così quando ci avevo parlato la prima volta, nella sua stanza del ministero a viale Trastevere. Il futuro ministro era già esasperato per i mancati finanziamenti sulla materia di sua competenza (l’Università) e aveva posto questo aut aut: «Ho preso una decisione: resterò al governo solo se nella prossima manovra ci sarà 1 miliardo in più per l’università e la ricerca». Diventato ministro,

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