NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 25 FEBBRAIO 2020

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

25 FEBBRAIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

A volte prima si scopre una verità,

e solo dopo se ne scopre

la bellezza o la necessità.

Le battute memorabili di Feynman, Adelphi, 2017, pag. 196

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

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 Precisazioni

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

PANDEMIA A DENOMINAZIONE GEOGRAFICA CONTROLLATA

LA BOMBA DEI CINESI DI PRATO

Coronavirus e quarantena: l’Italia sotto i cannoneggiamenti

Attali: “Una piccola pandemia permetterà di instaurare un Governo Mondiale!”

Paesi isolati militarmente. Contro il coronavirus c’è solo la sanità pubblica

La psicopolizia è realtà: ora vengono nelle nostre case a interrogarci se ci esprimiamo sui social

A SCUOLA NON SI PARLA DI EURO, MA DI “GAY SEX EDUCATION”

Un’esperta di disruption spiega come Amazon, Google e Apple ‘smantelleranno’ la sanità: ‘Il cambiamento è già iniziato’

TERAPIE INTENSIVE: SERVE UN DECRETO D’URGENZA (SENZA PERMESSO UE!)

Taglio dei parlamentari e retorica euro-unionista

QUEL VIZIETTO DI FARE LA GUERRA…

La mia lotta

La Fiducia negli altri e la Filosofia Zen

31 GENNAIO: qualcuno anticipa che l’OMS commissarierà l’Italia sul coronavirus.

Un sistema criminale sta prendendo forma davanti ai nostri occhi

Intervista al prof. Patnaik: capitalismo e sottosviluppo

Il futuro dell’America sempre più armato

COSA VI AVEVO DETTO 5 ANNI FA? CHE 2+2 FA SEMPRE 4. INFATTI, LA BANCA D’ITALIA…

In Finlandia il grande utilizzo di carte di credito ha indebitato i cittadini

LE BANCHE CENTRALI FINANZIANO I GOVERNI (MA NON SI PUÒ DIRE)

LA GUERRA DELLA UE ALLE PENSIONI E ALL’ASSISTENZA SANITARIA

Meritocrazia, un falso mito

  1. ENTRERANNO SOLO LAVORATORI ALTAMENTE QUALIFICATI CHE PARLERANNO INGLESE

Non è grazie al capitalismo che viviamo più a lungo, ma alla democrazia, ai sindacati, alla sanità e all’istruzione

Focolaio

Tre decenni di liberismo

Questa è roba che scotta. The Varoufakis Files

Varoufakis diffonde gli audio segreti delle riunioni dell’Eurogruppo. Ue: “Siamo rammaricati”

CINA: PROFEZIE E LOCUSTE

“Il Carnevale è antisemita, sia vietato”, Israele contro i carri di Aalst

Le 9 previsioni azzeccate del futurologo Ray Kurzweil

A proposito dell’inverno mite nell’emisfero boreale…

L’era delle macchine spirituali, di Ray Kurzweil

A peste, fame et bello – libera nos domine…

 

EDITORIALE

PANDEMIA A DENOMINAZIONE GEOGRAFICA CONTROLLATA

Manlio Lo Presti – 25 febbraio 2020

Con la scusa del pericolo incombente, il primo effetto è la sospensione di fatto dei diritti civili e soprattutto del libero movimento dei cittadini. (*)

Strana epidemia quella che colpisce prevalentemente in nord del Paese e non arriva nel centro (in Toscana con la bomba dei cinesi di Prato posta sotto silenzio) e nel sud dove arrivano in massa centinaia di migranti-paganti dall’Africa piena di cinesi che sciamano e dominano con mano ferrea il continente.

Ad avvalorare la “grave situazione del Paese”, è in arrivo una commissione ispettiva dell’Organizzazione mondiale della sanità che però non mette piede in Africa e in Cina.

Cosa succede?

Il cannoneggiameno mediatico ha lo scopo di creare panico fra la popolazione.

Gli effetti (previsti e pianificati dall’asse anglofrancotedescoUSA) sono:

  • file ai supermercati per fare incetta di viveri e medicinali,
  • strade deserte,
  • obbligo dei cittadini di comunicare alle autorità sanitarie e soprattutto prefettizie i loro spostamenti e chi hanno incontrato (ricorda gli anni della CEKA – poi KGB – che operava arresti a grappolo catturando tutti quelli annotati nelle agendine dei prigionieri): un solo sospetto trascinava nei GULAG una media di 2-300 persone per volta,
  • richiesta di “collaborazione” che l’attuale governo ha chiesto all’opposizione (leggi: divieto di eccepire alcunché, pena la scomunica di speculazione politica, di fascismo, di leggerezza, di irresponsabilità, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.) che si deve imbavagliare e tacere!
  • Blocco totale della produzione di beni e servizi delle strutture dell’intero nord del Paese, con il dichiarato intento di portare al collasso il sistema economico italiano.

 

Fare crollare l’Italia provocherà il collasso conseguente dell’unione europea: è questa la vendetta degli atlantici contro l’UE che ha più volte avuto la sfacciataggine di non appecoronarsi ai diktat anglofrancotedeschiUsa, di non comprare volentieri armamenti difettosi e di seconda scelta degli USA, invece di investirli per iniziative sociali, per la esitazione dell’unione ad andare allo scontro frontale con la Russia e la Turchia, pena l’invasione di milioni di profughi da guerre VERE.

Con questa pandemia ingegnerizzata a tavolino, come è accaduto per l’ebola, la sars, la xylella, l’Italia sta per essere stritolata rapidamente dal serpente boa atlantico.

Dopo il collasso delle infrastrutture economiche, ci sarà l’ultimo e definitivo saccheggio delle imprese italiane a tre soldi da parte dei colossi mondiali, di matrice atlantica, in particolare!

Anche nel caso della pseudo-pandemia ingegnerizzata ad usum delphini, il nostro Paese è diviso in due:

  • il polo produttivo avanzato in moltissimi settori al punto da dare filo da torcere a francia, germania e usa,
  • il polo centro sud che arranca da quando si è realizzata la brutale annessione dei piemontesi appoggiati dagli anglo-francesi e spacciata per unità d’Italia, battezzata e benedetta da stermini di massa di persone bruciate vive dentro le loro case e con la prigionia a Fenestrelle, Casalduni e altrove, facendo morire di fame i soldati reclusi costretti a divorarsi fra loro con antropofagia diffusa.

 

Ma non finisce qui. Adesso scatta il solito COPIONE-FATE-PRESTO che prevede:

  • la caduta “tecnica” dell’attuale governo per mano renziana e suoi sodali;
  • rialzo violentissimo dello SPREAD, con punte di 6.50-7.00. Il debito pubblico aumenterà ingrassando i profitti delle banche europee sottoscrittrici di bond nostrani;
  • l’arrivo dell’ennesimo SUPERPETORIANO-SUPERTECNICO con pieni-poteri-fate-presto, incaricato di liquidare definitivamente il nostro martoriato Paese;
  • applicazione di una patrimoniale secca di € 30.000-60.000 sulle case di proprietà. Lo scopo? Costringere il 70% dei proprietari a svende a finanziarie svizzero-germanico-franco-ebraiche i loro sudatissimi beni;
  • riduzione del 70% delle erogazioni pensionistiche, con conseguente morte di migliaia di anziani e possibili rivolte sociali da reprimere con attentati con migliaia di morti a scuole, ospedali, ponti, strade, treni. Insomma, una STAGIONE-DELLE-BOMBE 2.0,
  • applicazione dell’assassinio di massa (leggi EUTANASIA-NON-TERAPEUTICA) della spazzatura-sociale-bocche-inutili: anziani, lungodegenti, dementi. Come? Come stanno facendo da lungo tempo negli ospedali dove vengono somministrati ai pazienti farmaci aventi una etichetta bianca senza nessuna indicazione. Molti vedono, ma girano la testa da un’altra parte, ma si tratta di veri e propri ESPERIMENTI DI MASSA SUGLI UMANI INERMI CHE NON POSSONO OPPORSI, e talvolta con il silenzio dei parenti!
  • Ripartenza della corsa alle fusioni bancarie che avrebbero il compito di abbattere i costi per i cittadini: un falso che ancora gira per i numerosi creduloni ancora in circolazione. L’aumento dimensionale incrementa la posizione dominante e quindi la determinazione del prezzo dei servizi bancari e finanziario, ovviamente al rialzo! Ma, attenzione!!!! Pochi dicono che le fusioni bancarie hanno il compito di trasferire alle centrali estere i risparmi italiani – PARI AD € 4.250.000.000 – che da soli sono il doppio di quelli esistenti in tutta l’UE!!!
  • Sanità pubblica da smantellare, con immediata massa di licenziamenti e devoluzione del ricco bilancio sanitario statale a banche ed assicurazioni già pronte a finanziare alle famiglie il costo della eutanasia non terapeutica, sull’esempio di alcune normative esistenti nel nord europa.
  • Razzia a prezzi irrisori dei terreni terremotati che, a distanza di oltre quattro anni, volutamente non sono stati ristrutturati per questo motivo? Quale potrebbe essere la destinazione di questi terreni, che i cittadini terremotati stanno svendendo per andarsene in altri luoghi? Ve lo dico non appena ho avuto la conferma veramente preoccupante!!!

A tutto appena sopra elencato aggiungiamo il rilancio in grande stile delle immigrazioni, MA SOLO DI MIGRANTI-PAGANTI. Di quelli che non possono permettersi un viaggio e marciscono nei luoghi della miseria non FREGA UNA BEATA A NESSUNO: NON VOTANO, NON LAVORANO A TRE SOLDI, NON PROFUDONO FINANZIAMENTI STATALI PER IL LORO SOSTENTAMENTO.

Riparte quindi la sarabanda che potrà oltrepassare la massa di ricavi per oltre €12.000.000.000 ottenuta in precedenza: un bel festino a cui  nessuno vuole rinunciare:

26 gruppi politici,

otto mafie,

migliaia di case-famiglia,

strutture caritatevoli pari a multinazionali,

il vaticano

Se a tutto questo aggiungiamo che la salvezza del nostro Paese è affidata alla gang di criminali seriali cocainomani, antropofagi, globalisti, neomaccartisti il cui odio contro la popolazione italiana è il più violento e feroce della storia.

 

P.Q.M.

 

non nutro speranze che si arrivi ad una soluzione positiva per gli italiani che devono essere:

sterminati dalla sanità privata, impegnata prioritariamente ad eliminare la spazzatura di anziani, malati, dementi, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.,

sostituiti da africani, come da dettami del sito dell’UE su cosiddetto REPLACEMENT come rimedio veloce e MENO COSTOSO!!!!!!!!!!!

depauperati dei risparmi,

privati della propria casa, CON ESCUSSIONE DELLE IPOTECHE IN MANO ALLE BANCHE “FALLITE” E LA PESANTE PATRIMONIALE DI OLTRE 50.000 EURO,

prelievo forzoso dai depositi bancari, come fece di notte Giuliano Amato (**)

precarizzati e licenziati in massa per far posto ai neo-schiavi migranti-paganti-votanti PD,

collasso programmato delle strutture produttive nazionali,

sequestrati dentro casa con la scusa di una pseudo PANDEMIA A DENOMINAZIONE GEOGRAFICA CONTROLLATA!!

 

Ne riparleremo …

 

P.S. Quanto appena narrato risponde ad una visione realistica e non pessimistica, a chiarimento dei soliti idioti semianalfabeti che fanno confusione semantica (forse voluta per giustificare la propria indifferenza cinica e stupida?) tra due termini abissalmente diversi!

 

NOTA

*) https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_emergenza

**) https://www.money.it/25-anni-fa-prelievo-forzoso-Amato-crollo-lira

 

 

 

IN EVIDENZA

LA BOMBA DEI CINESI DI PRATO

di Arturo Diaconale19 febbraio 2020

 

 

La comunità cinese della Toscana è composta da più di ventimila persone concentrate soprattutto a Prato. Di questa comunità, duemilacinquecento persone tra donne ed uomini si sono recati nel Paese d’origine in occasione del capodanno cinese ed ora si accingono a rientrare in Italia per riprendere le proprie normali attività lavorative.

Tutti gli italiani che tornano dalla Cina vengono sottoposti alla quarantena per evitare il diffondersi dell’epidemia del coronavirus. Le autorità di governo hanno trasformato i rientri, da quello del ragazzo a quelli dei passeggeri delle navi crociera, nell’occasione per mettere in mostra la propria capacità di saper salvaguardare la salute degli italiani.

Ma questa operazione d’immagine non sembra riguardare i cinesi della Toscana e di Prato. Questa comunità ha deciso autonomamente di puntare sull’autoquarantena per evitare il rischio di contagio. Ogni cinese di ritorno dalla Cina si chiuderà in casa per almeno due settimane e se per caso avvertirà dei sintomi rientranti in quelli del coronavirus dovrà avvisare o recarsi ad un apposito centro medico predisposto dalla locale Asl.

L’autoquarantena della comunità cinese costituisce un atto di responsabilità meritorio ed apprezzabile. Ma non sembra in grado di costituire una prevenzione accettabile ed efficace dell’epidemia. Per la semplice ragione che i cinesi rientrano nelle loro abitazioni e nelle loro aziende e non possono fare a meno di stare in contatto con i propri familiari e con gli addetti alle proprie attività. Esiste il concreto e drammatico pericolo, in altri termini, che il rientro in Italia dei cinesi toscani senza alcun controllo e misura preventiva delle autorità sanitarie nazionali possa far scattare una esplosione dalle dimensioni

Continua qui:

http://opinione.it/editoriali/2020/02/19/arturo-diaconale_cinesi-toscani-italia-prato-rientro-rischio-epidemia-coronavirus-autoquarantena-governo-conte/

 

 

 

 

Coronavirus e quarantena: l’Italia sotto i cannoneggiamenti

Scritto il23 FEBBRAIO 2020

Twitter: @FedericoDezzani

L’Italia affronta il momento più difficile del dopoguerra: il diffondersi del Coronavirus nelle regioni settentrionali, oltre al rischio che comporta per la salute pubblica, minaccia soprattutto di paralizzare l’economia in un momento delicatissimo, quando già si avvertivano i segnali dell’ennesima recessione. L’epidemia di Coronavirus si salderà presto con l’assalto speculativo ai nostri titoli di Stato: obiettivo ultimo di Washington e Londra è scardinare l’Europa attraverso il default dell’Italia. Si concluderebbe così la strategia iniziata nel lontano 1991, cui l’Italia ha tentato e tenta di sottrarsi convergendo verso gli emergenti del sistema, Russia e Cina in testa.

Può l’Italia sopravvivere ad un blocco del Nord?

L’Italia vive i momenti più difficili del secondo dopoguerra, forse addirittura della sua storia unitaria. Tra il 21 ed il 23 febbraio si è registrata un’improvvisa impennata di infezioni da Coronavirus, facendo dell’Italia il Paese europeo sino a questo momento più colpito, il terzo al mondo dopo Cina e Corea del Sud: l’epicentro dell’epidemia, collocato tra la Lombardia ed il Veneto, rischia di paralizzare l’intero Nord produttivo per settimane, arrestando il motore dell’economia nazionale: come se non bastasse, il rischio di una paralisi del Settentrione giunge quando, complice il brusco rallentamento della Cina delle ultime settimane, già spiravano venti di recessione. Cosa accadrebbe alle finanze pubbliche se il gettito fiscale del Nord crollasse bruscamente? E, allargando lo sguardo, cosa accadrebbe all’Eurozona se l’Italia, dopo aver a lungo vacillato, stramazzasse infine al suolo? Non è affatto azzardato asserire che l’obiettivo ultimo dell’epidemia di Coronavirus che sta colpendo l’Italia sia proprio il collasso dell’eurozona e dell’Unione Europa, attraverso il default della terza economia del Paese: se, come è altamente probabile, tali nostre previsioni sono corrette, nelle prossime settimane la crisi sanitaria si dovrebbe evolvere in economica e, infine, finanziaria, attraverso l’assalto speculativo ai nostri titoli di Stato. Così facendo si completerebbe la strategia angloamericana avviata parallelamente alla firma del trattato di Maastricht: distruggere l’Europa unita a trazione tedesca, intollerabile per qualsiasi stratega a Londra come a Washington, servendosi del progressivo cedimento dell’Italia.

Partiamo dagli ultimi fatti: nelle ultime 48 ore il numero di casi di Coronavirus in Italia è esploso. Sulla natura del virus come classico esempio di “guerra biologica” abbiamo recentemente scritto quando la malattia si è manifestata nella città di Wuhan, obbligando le autorità cinesi ad adottare misure senza precedenti. Da allora sono emerse chiaramente le finalità dell’operazione: obbligare Pechino a isolare vaste e popolose regioni, sospendere le attività produttive, ridurre i voli e gli scambi commerciali coll’estero. Una guerra asimmetrica con effetti non tanto letali per la popolazione (sinora si contano circa 2.400 morti in Cina) quanto per l’economia: gli stessi effetti che rischiano di costare carissimo all’Italia. Per quanto concerne il nostro Paese, il lato sicuramente più significativo della vicenda è la nebbia che avvolge i canali con cui virus è arrivato in Italia, propagandosi ad un ritmo tale da trasformare il Settentrione nell’epicentro europeo del Coronavirus: perfino l’OMS parla di “mistero” sulle origini dell’epidemia. Come si ignora il perché, a distanza di 17 anni dalla SARS, una nuova polmonite incurabile sia sorta nel cuore della Cina, così si

Continua qui: http://federicodezzani.altervista.org/coronavirus-e-quarantena-litalia-sotto-i-cannoneggiamenti/

 

 

 

 

 

 

 

Attali: “Una piccola pandemia permetterà di instaurare un Governo Mondiale!”

News luglio 24, 2009  Marco Pizzuti

Da Solidarité et Progres

Titolo originale: Attali : une petite pandémie permettra d’instaurer un gouvernement mondial!

traduzione di Giuditta di TUTTOUNO e di Corrado di La Scienza Marcia e la Menzogna Globale

13 maggio 2009 (Nouvelle Solidarité) –

Avevamo bisogno di Jacques Attali per pensarci!

Nella sua rubrica della rivista l’L’Express del 3 maggio, il vecchio sherpa di François Mitterrand rivela alcuni intimi fantasmi del mondo oligarchico. In breve:

là dove il crack finanziario è fallito, finora,

una buona piccola pandemia

potrebbe

 

Continua qui: http://www.altrainformazione.it/wp/2009/07/24/attali-una-piccola-pandemia-permetter-di-instaurare-un-governo-mondiale/

 

 

 

 

 

 

Paesi isolati militarmente. Contro il coronavirus c’è solo la sanità pubblica

Tommesh 24 Febbraio 2020

contropiano.org

Nulla come le emergenze vere, quelle che mettono a rischio reale un’intera popolazione, dimostrano l’ottusità criminale di un sistema basato sull’interesse e il profitto privato.
E il Coronavirus arriva a portare il suo contributo, al momento più sulla base della paura che della riflessione.
Andiamo con ordine.

Il governo Conte, di fronte al moltiplicarsi dei focolai di infezione nel nord Italia, ha preso misure drastiche ma logiche, fondate sulle conoscenze scientifiche e centralizzando il comando sulle operazioni.
Isolamento completo per i comuni in cui sono stati verificate le infezioni, con divieto di entrata e uscita per residenti, visitatori, ecc, fino alle normali attività lavorative e commerciali. Lombardia e Veneto sono al centro delle attenzioni, e dunque sono state vietate anche le manifestazioni sportive, a cominciare dalle partite negli stadi, così come tutte le iniziative pubbliche che potrebbero mettere a contatto migliaia di persone. Chiuse le università e le scuole, vietate anche di conseguenza le gite scolastiche et similia.
I comuni saranno isolati anche “militarmente”, con l’intervento di polizia ed esercito, e chi infrangerà il divieto sarà passibile di sanzioni fino a tre mesi di carcere.

Uniche eccezioni coloro che dovranno comunque far entrare rifornimento di cibo e medicine, i quali dovrebbero logicamente essere protetti in modo specifico.
I siti istituzionali traboccano di informazioni, ragion per cui vi rinviamo a quelle fonti per dettagli più precisi (DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA).

Quello che ci sembra invece da sottolineare è che tutto lo sforzo sanitario poggia interamente sulla sanità pubblica. Ossia sul comparto che più di tutti è stato sottoposto, negli ultimi trenta anni, a tagli draconiani continui, esternalizzazioni, precarizzazione contrattuale e conseguenti riduzioni del salario medio.

Questo sistema viene in queste ore sottoposto a uno stress test che costringe già ora il personale medico, infermieristico e paramedico in condizioni di guerra. E dobbiamo contare con sincera gratitudine su queste persone straordinarie impegnate – stavolta sul serio – “in prima linea”.
Non si può però tacere sulle politiche criminali che sono state imposte alla sanità pubblica in tutti questi anni.
Proprio Lombardia e Veneto sono state le regioni in cui, in questi venti anni, è cresciuta enormemente la percentuale di spesa sanitaria privata accreditata in Italia rispetto al totale della spesa sanitaria, ossia sottraendo le sempre più scarse risorse a quella pubblica. L’Emilia di Bonaccini, peraltro, sta seguendo lo stesso percorso.
A questo sforzo gigantesco di contenimento del contagio la sanità pubblica partecipa tutta intera, ma da sola. La “sanità privata” è infatti totalmente fuori da qualsiasi logica di “protezione della popolazione”.
Nel privato, sembra utile ricordarlo, vige la ricerca del massimo profitto. Dunque, si possono accettare anziani non autosufficienti se ci sono familiari che pagano; persone da operare o riabilitare

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/paesi-isolati-militarmente-contro-il-coronavirus-ce-solo-la-sanita-pubblica/

 

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

La psicopolizia è realtà: ora vengono nelle nostre case a interrogarci se ci esprimiamo sui social

Sirius90

febbraio 20 modificato febbraio 20 in Notizie dal mondo

Polizia neozelandese va a molestare i cittadini interrogandoli sull’uscio di casa in base alla loro attività sui social, se non sei socialista sei un problema da controllare ed eliminare.

Occhi aperti gentili lettori, chi non è conforme con il nuovo (vecchio) vento

Continua qui:

https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/103120/la-psicopolizia-%C3%A8-realt%C3%A0-ora-vengono-nelle-nostre-case-a-interrogarci-se-ci-esprimiamo-sui-social

 

 

 

 

 

 

A SCUOLA NON SI PARLA DI EURO, MA DI “GAY SEX EDUCATION”

Rosanna Spadini 15 02 2020

 

San Valentino nel segno di Drag Queen e preservativi. Al liceo “Laura Bassi” di Bologna la mattina di venerdì è scivolata via così, in un’assemblea di istituto dedicata all’amore e alla sessualità nel 2020. Una serie di incontri per “sfatare” alcuni “miti, tabù e tanta disinformazione” e in cui non poteva mancare, ovviamente, la “gay sex education”.

 

Il programma della giornata era stato condiviso tre giorni fa sulla pagina Instagram dei rappresentanti di istituto del Liceo Laura Bassi. “La partecipazione ad almeno una delle attività è obbligatoria”, si legge nel foglio. Gli studenti avevano diverse scelte a disposizione: in palestra si poteva seguire la storia e l’esibizione delle Drag Queen; in Aula Magna invece è andata in scena l’educazione sessuale “dalla teoria al preservativo” a cura della Croce Rossa, con consegna finale

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3227833210578163&id=100000545483769

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Un’esperta di disruption spiega come Amazon, Google e Apple ‘smantelleranno’ la sanità: ‘Il cambiamento è già iniziato’

 

La futurologa e scrittrice statunitense Amy Webb. Mike Jordan/Getty Images

 

  • Amy Webb, futurologa quantitativa e professoressa di previsione strategica alla Nyu, si aspetta che colossi tech come Amazon e Apple “smantellino il settore dell’healthcare nella forma che conosciamo”
  • “Arriverei a sostenere che lo stiano già facendo” ha detto Webb a Business Insider al margine del World Economic Forum a Davos, in Svizzera
  • Leader tecnologici come Google, Amazon e Apple sono sempre più focalizzati negli Stati Uniti sull’espansione nel settore della sanità, mediante strategie che comprendono l’apertura di cliniche, lo sviluppo di dispositivi per il fitness in grado di monitorare i dati sulla salute e la creazione di team specializzati in scienze biologiche
  • Visita l’homepage di Business Insider per leggere altri articoli.

 

DAVOS (Svizzera) — Le aziende tech si stanno preparando a “rubare il pranzo” ai player del settore sanitario.

 

A pensarlo è Amy Webb, futurologa quantitativa e professoressa di previsione strategica alla Stern School of Business della New York University (Nyu). Quando Business Insider le ha chiesto una previsione che a suo parere si materializzerà sebbene la maggior parte degli altri osservatori non lo credano, la sua risposta ha riguardato il rapporto fra le grandi aziende tecnologiche e l’healthcare.

“Amazon, Google e Apple smantelleranno completamente il settore sanitario nella forma che conosciamo” ha detto Webb a Business Insider a margine dell’incontro annuale del World Economic Forum a Davos, in Svizzera.

“Dalla diagnostica ai farmaci al rapporto medico-paziente, e arriverei a sostenere che lo stiano già facendo” ha aggiunto.

Leader tech come Google, Amazon e Apple

 

Continua qui: https://it.businessinsider.com/disruption-amazon-google-apple-smantellano-la-sanita-apple-watch-fitbit-alexa-controllo-salute/

 

 

 

 

 

 

TERAPIE INTENSIVE: SERVE UN DECRETO D’URGENZA (SENZA PERMESSO UE!)

DI DEBORA BILLI – 21.02.2020

facebook.com

Il vero collo di bottiglia del coronavirus, quello che fa la differenza (per i casi gravi) tra guarire o trapassare, sono i posti in terapia intensiva. I due cinesi ricoverati allo Spallanzani, due casi molto seri, probabilmente la sfangheranno proprio perché hanno goduto per un mese di un reparto a loro dedicato e delle cure dei migliori specialisti in esclusiva. In un contesto non dico alla Wuhan, ma semplicemente un tantino più complesso, magari non avrebbero neppure trovato posto e sarebbero finiti nella lista dei deceduti.

Esagero? Forse. Ma guardate qui sotto la situazione dei posti letto in terapia intensiva in Italia, ce la fornisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ aggiornata -si fa per dire- al 2013 e non si hanno notizie di cosa sia accaduto nei 7 anni successivi, ma l’andazzo non fa presumere nulla di buono: se nel 1980 l’Italia vantava 922 posti letto di terapia intensiva ogni 100mila abitanti, nel 2013 erano scesi ad appena 275. Come stiamo messi nel 2020 non voglio neppure saperlo, altrimenti non ci dormo la notte.

Tutti questi posti letto, inoltre, non se ne stanno lì vuoti ad aspettare i malati di coronavirus. Sono già occupati 365 giorni l’anno da infartuati, vittime di incidenti e altri ammalati in emergenza: che facciamo, li buttiamo giù dal letto? Bastano appena pochi casi gravi di coronavirus per mandare in tilt il sistema ospedaliero di qualsiasi città.

Non mi piacerebbe vedere il mio Paese, uno dei migliori del mondo quanto a sanità (ne resto convinta), costretto ai triage per decidere chi può campare e chi si deve invece affidare alla Vergine di Lourdes. Forse siamo ancora in tempo: l’Italia è leader nella produzione di biomedicali da emergenza (fortunatamente non li importiamo), un decreto d’urgenza del governo potrebbe rimpinguare gli ospedali consentendo l’apertura di nuove terapie intensive almeno basiche,

Continua qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10221254810105654&set=a.2508088667407&type=3&theater

 

 

 

 

 

 

Taglio dei parlamentari e retorica euro-unionista

Pubblicato il 18 febbraio 2020di associazioneindipendenza

 

Abbiamo già circostanziato le motivazioni che ci vedono attivamente impegnati nella campagna referendaria per il NO al taglio dei parlamentari alla consultazione che si terrà il 29 marzo 2020.

 

Questa esiziale riforma porterà a una riduzione della rappresentanza di circa un terzo, rendendo ancora più lontane le istanze dei ‘territori’, che a parole tutti vogliono ascoltare ma che, giocoforza, vedranno nelle istituzioni nazionali e centrali un riferimento sempre più lontano e assente, il cui unico ruolo è quello di ratifica meno che notarile delle decisioni prese in sede europea. Non è fuor di luogo affermare che già oggi ‘Roma’ sia percepita –non solo al Nord– come un livello decisionale più lontano rispetto a Francoforte o Bruxelles: in quest’ultima città le istituzioni (camere di commercio, regioni…) e le associazioni di categoria fanno a gara per aprire sedi e centri per ‘contare’, come se ciò potesse minimamente incidere sugli assi strutturali delle politiche comunitarie.

 

Insomma,

 

dietro questo referendum c’è l’idea che le istituzioni dello Stato nazionale siano qualcosa di sostanzialmente inutile e che tanto vale ridurne il funzionamento a un fatto formale,

il minimo sindacale.

 

Una riforma che pare fatta di proposito anche per ostacolare non solo l’affermazione di forze politiche ‘altre’ rispetto al blocco dominante ma anche residuali diritti di tribuna per prospettive pur soltanto in senso lato ‘critiche’ rispetto all’orizzonte unico liberista di matrice europea: ‘scattare’ un seggio con i numeri che si prospetterebbero e con le soglie elettorali di cui si parla nelle riforme elettorali diventerà più che un’impresa. A meno che, naturalmente, non si sia omologati nelle

 

Continua qui: https://associazioneindipendenza.wordpress.com/2020/02/18/taglio-dei-parlamentari-e-retorica-euro-unionista/

 

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

QUEL VIZIETTO DI FARE LA GUERRA…

6 Gennaio 2020 di C. Alessandro Mauceri –

Gli Stati Uniti d’America hanno effettuato una missione militare (con un drone) per uccidere un alto esponente del governo e delle forze armate di un altro Paese. Un atto che fino a non molto tempo fa avrebbe significato “guerra”. Il presidente USA, Donald Trump, si è subito affrettato a dichiarare che quello che aveva ordinato era un atto “necessario”, ma da quando lo è necessario uccidere qualcuno senza alcuna sentenza di colpevolezza emessa da un tribunale? Ha inoltre precisato che il suo “non” voleva essere un atto di guerra.

Ma la storia ci insegna che molte guerre, che sono costate migliaia se non milioni di vite umane, sono iniziate per atti molto meno gravi.
Al di là di quelle che sono le reali motivazioni di tutte le guerre, compresi la supremazia e controllo del territorio e delle sue risorse, è questo il nocciolo della questione: uno Stato è “sovrano” fino a quando gli altri Stati non hanno il diritto di compiere certe azioni come violarne i confini, reali o virtuali che siano. Quando ciò avviene, il rischio è scatenare una “guerra”.

Per comprendere l’importanza di questo aspetto, forse è bene fare un passo indietro nel tempo. Le prime “dichiarazioni di guerra” ufficiali con mezzi diplomatici vengono fatte risalire al Rinascimento. Ma nel diritto internazionale il riconoscimento dello stato di ostilità tra Paesi e le sue regole sono contenute nelle Convenzioni dell’Aia del 1899 e del 1907. Nel 1928 fu il Patto Briand-Kellogg, tuttora in vigore a dichiarare illegittimo il ricorso alla guerra come risoluzione di tutte le divergenze o conflitti di qualunque natura o di qualunque origine possano essere. Questo accordo, noto anche come Trattato di rinuncia alla guerra o Patto di Parigi, avrebbe dovuto essere solo bilaterale, tra Francia e USA; venne proposto al segretario di Stato statunitense

Continua qui: https://www.notiziegeopolitiche.net/quel-vizietto-di-fare-la-guerra/

 

 

 

 

 

CULTURA

La mia lotta

22 Febbraio 2020Gilad Atzmon

gilad.online

Avevo iniziato a studiare l’ebraismo vent’anni fa. Era stato il risultato della mia reazione agli implacabili attacchi contro quegli intellettuali ebrei dissidenti che non si adattavano all’”agenda rivoluzionaria” della cosiddetta Sinistra ebraica “antisionista.” Avevo rapidamente compreso che, in realtà, erano la Sinistra ebraica, i radicali e i progressisti, a mostrare i tratti più caratteristici del sionismo e dell’identitarismo ebraico.

Ero perplesso: le stesse persone che aderivano a politiche tribali e operavano in celle politiche razzialmente segregate predicavano l’universalismo agli altri. Avevo capito che non vi era nulla di trasparente o di ovvio nella cultura ebraica e nell’identitarismo, e che tutto questo era voluto. Avevo così deciso di affrontare l’enigma ebraico da una nuova prospettiva: invece di chiedere chi o cosa sono gli Ebrei, mi ero domandato in cosa credessero coloro che si autoidentificavano come Ebrei e a quali precetti aderissero. Questa domanda aveva segnato l’inizio della mia lotta.

Quando avevo pubblicato The Wandering Who? (2011), mi ero reso conto che coloro che si identificano come Ebrei possono essere divisi in tre categorie non autoescludenti.

 

1) Quelli che seguono la Torah e il Mitzvah.

2) Quelli che si identificano con i loro antenati ebrei.

3) Quelli che si identificano politicamente come Ebrei. In The Wandering Who? sostenevo che, mentre la prima e la seconda categoria sono innocenti, la terza è sempre contaminata dal determinismo biologico. La terza categoria è, infatti, razzista fino al midollo. Mentre gli Ebrei non sono necessariamente una razza, la politica ebraica è, anche troppo spesso, di stampo razzista. Questo vale sia per i sionisti come per i cosiddetti “anti” sionisti. Nel mio lavoro non esiste una vera distinzione tra sionisti ebrei e i loro antagonisti ebrei. Li ho trovati entrambi ugualmente razzisti.

 

C’è dell’altro che si può imparare da questo approccio di tipo categorico. È chiaro che pochi di coloro che si autodefiniscono Ebrei rientrano esclusivamente in una sola categoria. L’identità ebraica è un costrutto multistrato. Un colono della Cisgiordania, ad esempio, di solito segue la Torah e il Mitzvah (cat 1), molto spesso parla in nome dei propri antenati ebrei e rivendica persino la discendenza da figure bibliche (cat 2). Ed è ovvio che un colono ebreo della Cisgiordania

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/la-mia-lotta/

 

 

 

 

 

 

La Fiducia negli altri e la Filosofia Zen

18/02/2020 Massimo Bordin

Anche se molti anni prima di girare Kill Bill, David Carradine strappò a Bruce Lee il ruolo di protagonista del serial televisivo Kung Fu, l’attore americano è sempre riuscito a trasmettermi una serenità sconosciuta agli altri arruffati e ipertrofici interpreti di arti marziali cinematografici. Pillole di saggezza comprese.

E’ sorprendente notare come la filosofia Zen avesse già abbondantemente anticipato tutti o quasi i paradigmi propri della Programmazione Neuro Linguistica, cioè della modalità di “comunicazione efficace” propagandata attraverso il life coaching a targa Usa. Il pensiero Zen ha una profondità molto maggiore della PNL e pur essendo importante conoscere e non trascurare nessuno dei due approcci (che non sono identici, infatti), direi che lo Zen può insegnarci molto su noi stessi oltre che sugli altri. Da diverso tempo, ad esempio, le aspre critiche al sistema economico e politico denunciate dalle pagine di micidial hanno procurato qualche velata accusa di pessimismo e/o di catastrofismo. Niente di più lontano dal vero. Per meglio chiarire la natura di alcune analisi, mi soffermerò in questo post su quello che, a parer mio, è l’approccio più corretto ed efficacie nei confronti delle narrazioni altrui, sia esso il vicino di casa o l’uomo politico.

La breve storiella è tratta proprio da un episodio di Kung Fu, con David Carradine.

Due giovane adepti di un tempio confuciano avevano ricevuto l’incarico

Continua qui: http://micidial.it/2020/02/la-fiducia-negli-altri-e-la-filosofia-zen/

 

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

31 GENNAIO: qualcuno anticipa che l’OMS commissarierà l’Italia sul coronavirus.

Solo una bufala di 4chan?

24 Febbraio 2020 DI DEBORA BILLI

facebook.com

Conoscete 4chan? E’ la malfamatissima board Anonymous regno del politicamente scorretto, delle volgarità pesanti, degli hacker, dei complotti, dei falsi spioni… e dei veri spioni.
Sulla board, nel tempo, oltre alle varie follie quotidiane, si sono susseguiti spifferi su ogni evento mondiale: dalla guerra in Siria (su 4chan qualcuno rivelò l’ubicazione di un covo Isis, successivamente bombardato dai russi), ai retroscena più scottanti delle elezioni Usa, a inquietanti rivelazioni sulle intelligenze artificiali.
Da gennaio su 4chan si parla, parecchio, di coronavirus. Il sito ha diffuso per primo molti dei video usciti dalla Cina che sono poi diventati virali e finiti sui TG, e molte delle rivelazioni “complottiste” (come i lazzaretti) poi confermate.

Il 31 Gennaio un utente del sito, uno dei molti sedicenti “informati sui retroscena”, parla di Italia. In un post racconta che l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede la diffusione del virus a livello mondiale, e che è molto preoccupata per la risposta dei governi e dei popoli occidentali alle misure necessarie, quelle drastiche in stile Cina. Allo scopo l’OMS-WHO, sempre secondo il post, avrebbe stabilito già a gennaio che l’Italia sarebbe stata utilizzata come “laboratorio sperimentale” per testare la risposta della popolazione a una quarantena stretta. Non appena fosse scoppiato un

Continua qui:

https://comedonchisciotte.org/31-gennaio-qualcuno-anticipa-che-loms-commissariera-litalia-sul-coronavirus-solo-una-bufala-di-4chan/Fine

 

 

 

 

 

 

 

DIRITTI UMANI

Un sistema criminale sta prendendo forma davanti ai nostri occhi

Un’accusa di stupro inventata di sana pianta con prove falsificate in Svezia, le pressioni della Gran Bretagna per non far cadere il caso, un giudice fazioso, la detenzione in una prigione di massima sicurezza, torture psicologiche – e presto l’estradizione negli Stati Uniti, dove potrebbe scontare fino a 175 anni di prigione per aver rivelato dei crimini di guerra. Per la prima volta, il Relatore Speciale ONU sulla Tortura, Nils Melzer, parla nel dettaglio delle scoperte esplosive sul caso del fondatore di Wikileaks, Julian Assange.

di Federico Nicola Pecchini – 14 Febbraio 2020 

Intervista condotta da Daniel Ryser e pubblicata originariamente su republik.ch (tedesco), poi tradotta in inglese.

Traduzione italiana di Federico Nicola Pecchini.

 

La polizia svedese ha fabbricato un caso di stupro

 Nils Melzer, perché il Relatore Speciale ONU sulla Tortura si interessa a Julian Assange?

È quello che mi ha chiesto di recente anche il Ministero degli Affari Esteri tedesco: è davvero parte del suo mandato? Assange è una vittima della tortura?

Cosa gli ha risposto?

Il caso in questione rientra nel mio mandato in tre diversi modi: primo, Assange ha pubblicato prove di tortura sistematica. Ma invece dei responsabili delle torture, è Assange ad essere perseguitato. Secondo, è lui stesso ad aver subito maltrattamenti fino al punto da esibire sintomi di tortura psicologica. E terzo, sta per essere estradato in un paese dove la gente come lui è tenuta in condizioni di prigionia che Amnesty International equipara alla tortura. In sostanza: Julian Assange ha scoperto casi di tortura, è stato torturato lui stesso e potrebbe essere torturato a morte negli Stati Uniti. Come fa un caso del genere a non rientrare nella mia area di responsabilità? Al di là di questo, il caso riveste un’importanza simbolica e riguarda ogni cittadino di ciascun paese democratico.

Perché non se n’è interessato prima?

Immaginatevi una stanza buia. Improvvisamente, qualcuno punta una luce sul cosiddetto elefante nella stanza — sui criminali di guerra, sulla corruzione. Assange è l’uomo dietro ai riflettori. Per un attimo i governi rimangono di stucco, ma ecco che subito gli girano i riflettori contro, con le accuse di stupro. È la classica manovra volta a manipolare l’opinione pubblica. L’elefante scompare di nuovo tra le tenebre, lontano da sguardi indiscreti. L’attenzione si sposta tutta su Assange, su come passa i suoi giorni in ambasciata, su come dà da mangiare al suo gatto. Di colpo, tutto quel che sappiamo è che Assange è uno stupratore, un hacker, una spia e un narcisista. Mentre gli abusi e i crimini di guerra che ci ha rivelato svaniscono nell’oscurità. Ecco, ammetto che anch’io mi sono lasciato distrarre, nonostante la mia esperienza professionale avrebbe dovuto rendermi più vigile.

Cominciamo dall’inizio: cosa l’ha portata ad occuparsi del caso?

Nel dicembre 2018 i suoi avvocati mi chiesero di intervenire. Inizialmente rifiutai. Ero sovraccarico di petizioni e non avevo molta familiarità con la faccenda. La mia impressione, fortemente influenzata dai media, era inoltre annebbiata dal pregiudizio che Julian Assange fosse in qualche modo colpevole e che volesse manipolarmi. Nel marzo 2019 i suoi avvocati mi contattarono una seconda volta, perché c’erano crescenti indicazioni che Assange stesse per essere espulso dall’ambasciata ecuadoriana. Mi mandarono alcuni documenti chiave e una sintesi del caso e pensai che la mia integrità professionale esigeva che dessi almeno un’occhiata al materiale.

E poi?

Mi sono subito reso conto che qualcosa non andava. C’era una contraddizione che non riuscivo a capire nonostante la mia vasta esperienza legale: Perché una persona dovrebbe essere soggetta a nove anni di indagini preliminari per stupro senza che le accuse siano mai state depositate?

È qualcosa d’insolito?

Non ho mai visto un caso simile. Chiunque può avviare un’indagine preliminare contro chiunque semplicemente andando dalla polizia e accusando l’altra persona di aver commesso un crimine. Le autorità svedesi, però, non si sono mai interessate alla testimonianza di Assange. L’hanno intenzionalmente lasciato in un limbo. Immaginatevi di essere accusati di stupro per nove anni e mezzo da un intero apparato statale e dai media senza avere mai la possibilità di difendervi perché le accuse non sono mai state ufficialmente presentate.

Lei sostiene che le autorità svedesi non si sono mai interessate alla testimonianza di Assange. Ma i media e le agenzie governative hanno in questi anni dipinto un quadro completamento diverso: Julian Assange, dicono, è scappato dalla giustizia svedese per evitare di essere condannato.

È quello ho sempre pensato anch’io, finché non ho cominciato ad indagare. È vero il contrario. Assange ha contattato diverse volte le autorità svedesi per dare la sua versione dei fatti. Ma le autorità non glielo hanno permesso.

Cosa intende per: “Le autorità non glielo hanno permesso”?

Posso ricominciare da capo? Io parlo bene svedese e così ho potuto leggere di persona tutti i documenti originali. Non potevo credere ai miei occhi: Secondo la testimonianza della donna in questione, lo stupro non ha mai avuto luogo. E non solo: La testimonianza della donna fu in un secondo momento modificata dalla polizia di Stoccolma senza che lei fosse coinvolta, in modo da rendere perlomeno plausibile l’accusa di stupro. Ho con me tutti i documenti, le email, i messaggi.

“La testimonianza della donna fu in un secondo momento modificata dalla polizia” – come esattamente?

Il 20 agosto 2010 una donna di nome S. W. entrò nella stazione di polizia di Stoccolma assieme ad una seconda donna chiamata A. A. La prima donna, S. W. disse di aver avuto un

https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/esteri-3/julian-assange-wikileaks-censura/

 

 

 

 

 

ECONOMIA

Intervista al prof. Patnaik: capitalismo e sottosviluppo

di Alessandro Visalli

Ancora su “Bollettino Culturale” Francesco Barbommel intervista il prof Prabhat Patnaik (vedi anche qui, ndr), un noto economista marxista indiano che ha insegnato al Centro degli studi economici e della pianificazione della Università Jawaharial Nehru di Nuova Delhi dal 1970 al 2010, per ben quaranta anni.

Ha anche fatto un’esperienza di amministrazione nel Consiglio di Pianificazione del Kerala e si è laureato e dottorato anche in filosofia ad Oxford. Nel 1969 fu attivo anche all’Università di Cambridge (Clare College) prima di rientrare in india nel 1970. Convinto critico delle politiche neoliberali, dopo la crisi del 2008 ha fatto parte di una commissione dell’Onu per raccomandare misure di riforma del sistema finanziario (con Joseph Stiglitz, Francois Houtart e Pedro Paez). Tra i suoi libri, “A theory of imperialism[1] e “Lenin and imperialism” [2] o “The value of money[3], o diversi interventi su decine di riviste[4], o sul suo blog[5].

L’avvio dell’intervista si concentra sulla pianificazione nell’epoca di Nehru. Questi, con l’aiuto di Bettelheim, prese come riferimento il modello sovietico sforzandosi di costruire un forte settore pubblico da elevare come baluardo contro l’influenza delle multinazionali (come ovvio, in uscita dalla dominazione coloniale inglese) e di rendere il paese quanto più possibile autosufficiente. La spinta fu particolarmente diretta all’istruzione tecnica ed alla creazione di industrie di base. Ma fallì nella completa redistribuzione delle terre, e quindi nel rapporto con il grande capitale agrario che rimase dominante, insieme a quello medio “kulako”. Ciò ha finito per limitare il mercato interno e quindi per non creare condizioni per l’autosufficienza industriale.

Inoltre si trattava, come per il modello sovietico, di un sistema fortemente accentrato che quindi inibiva l’iniziativa locale e periferica. Questa caratteristica limitò la possibile mobilitazione al momento in cui le forze del capitale alleate imposero il ritorno al neoliberismo.

Due critiche emergono in proposito nell’intervista di Patnaik: l’accentramento e la questione della democrazia come frontiera di lotta per l’effettività del suffragio universale e la piena espressione delle libertà. Critiche rivolte indietro al modello di Nehru, ma soprattutto, a lato, al modello cinese. Precisamente al modello dei vicini orientali nella versione attuale, essenzialmente a causa della dittatura monopartitica “che finisce inevitabilmente per spoliticizzare gli operai ed i contadini”. Un simile modello per l’economista indiano “non è socialismo”, e, inoltre, contribuisce a far crescere l’ineguaglianza. Rispetto all’epoca di Mao, invece, l’economista indiano valorizza alcune idee-forza, precisamente: “l’enfasi sulla regolazione del cambiamento tecnico per raggiungere la piena occupazione, sull’evitare il consumismo, sull’accettazione volontaria di un modello di consumo nella società tale per cui tutti rimangano occupati, e soprattutto sulla costruzione di solidarietà tra le persone invece che di competitività che le esclude reciprocamente”[6].

Questo è uno dei punti qualificanti dell’intervista e del genere di marxismo che Patnaik difende, con dichiarate derivazioni dalla scuola di Kaleki, Baran e Sweezy: il rifiuto di considerare centrale lo “sviluppo delle forze produttive” e, al contrario, la valorizzazione delle piccole produzioni, delle forme collettive di proprietà e della riqualificazione e trasferimento tecnologico (favorito dalla funzione pubblica), insieme all’approfondimento della democrazia. Nella risposta a David Harvey[7] riafferma, per questa ragione, la validità della ‘teoria della dipendenza’ e della ‘causazione circolare cumulativa’ di Myrdal. In particolare, viene richiamato il concetto chiave di “sviluppo del sottosviluppo[8] (Andre Gunder Frank) e la sua relazione interna necessaria con la dinamica di conservazione ed accumulo del capitale, nonché con la persistenza delle dinamiche coloniali e, più in generale, imperialiste. Ne deriva la valorizzazione, come unica via possibile per i paesi del sud sfruttato del mondo, della “disconnessione” proposta

Continua qui: https://www.sinistrainrete.info/teoria/17035-alessandro-visalli-intervista-al-prof-patnaik-capitalismo-e-sottosviluppo.html

 

 

 

 

 

 

Il futuro dell’America sempre più armato

di Manlio Dinucci

Il governo federale degli Stati Uniti è responsabile della Difesa e della Politica estera, nonché della repressione e del giudizio dei crimini federali. Il nuovo budget prevede di chiudere importanti agenzie, il cui ruolo spetta costituzionalmente agli Stati federati. Non c’è invece alcuna riduzione delle spese militari, benché nell’ultimo anno del primo mandato presidenziale di Trump le truppe USA di stanza nel Medio Oriente allargato e in Africa debbano “tornare a casa”. Al contrario, Washington potenzierà il proprio arsenale.

RETE VOLTAIRE | ROMA (ITALIA) | 18 FEBBRAIO

 2020 

 

 

Il «Budget per il futuro dell’America», presentato dal Governo Usa, mostra quali sono le priorità dell’Amministrazione Trump nel bilancio federale per l’anno fiscale 2021 (che inizia il 1° ottobre di quest’anno). Anzitutto ridurre le spese sociali: ad esempio, essa taglia del 10% lo stanziamento richiesto per il Dipartimento della Sanità e dei Servizi Umanitari. Mentre le stesse autorità sanitarie comunicano che la sola influenza ha provocato negli Usa, da ottobre a febbraio, circa 10.000 morti accertati su una popolazione di 330 milioni.

Notizia taciuta dai grandi media, i quali lanciano invece l’allarme globale

https://www.voltairenet.org/article209230.html

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

COSA VI AVEVO DETTO 5 ANNI FA? CHE 2+2 FA SEMPRE 4. INFATTI, LA BANCA D’ITALIA…

Paolo Barnard –

Da 8 anni, ma in realtà è da 24 anni almeno, in Italia il Vero Potere (UE, FMI, BCE, Neoliberismo, Neofeudalesimo) ci bombarda con la formula delle Austerità, la cui logica è che se lo Stato spende pochissimo e tassa moltissimo, finirà col ridurre il suo debito pubblico, e quindi tornerà sano e prospero.

Dal 2009 Paolo Barnard ha portato in Italia la moderna versione delle teorie economiche Keynesiane, che chiamiamo Mosler Economics MMT, che ci dicono l’esatto opposto. Ci dicono: se lo Stato spende pochissimo e tassa moltissimo, finirà con l’aumentare il suo debito pubblico, e quindi sprofonderà sempre più.

Per capire questo assunto, va capita una verità INCONTESTABILE nella sfera economico scientifica, e cioè che, al contrario di quanto dice il Vero Potere, la spesa dello Stato (il suo debito) è precisamente il CREDITO (benessere) dei cittadini. Se i cittadini stanno bene grazie alla spesa/debito dello Stato PRODUTTIVI (investimenti, salari, case, tecnologie, istruzione, credito agevolato…), essi creano poi ricchezza privata, e questa DIMINUISCE il bisogno dello Stato di spendere a debito e diminuisce il bisogno dello Stato di tassarci. Lapalissiano.

Ora, capito questo, capirete facilmente perché la formuletta catastrofica delle Austerità AUMENTA IL DEBITO PUBBLICO, non lo diminuisce. Infatti, venendo meno, secondo gli ordini delle Austerità, la spesa dello Stato, viene meno il credito (benessere) dei cittadini, e l’economia crolla a spirale. A quel punto lo Stato è costretto a intervenire con spese per mettere pezze ovunque (ammortizzatori sociali, aumento vertiginoso della spesa sanitaria per aumentate patologie, esborsi per salvare le banche, garanzie all’export in agonia, fughe di cervelli…) e finisce così per SPENDERE PIU’ DEBITO, NON MENO, ma queste spese sono IMPRODUTTIVE, debito IMPRODUTTIVO. Allora che fa? Ci tassa a morte per recuperare lo sperpero di spesa che ha fatto.

Ecco le prove, per gentile concessione della Banca d’Italia, che annuncia con la sua proverbiale sobrietà che i conti dello Stato italiano condotto dal Coccige della Merkel sig. Matteo Renzi secondo le regole

Continua qui: https://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1443

 

 

 

 

 

In Finlandia il grande utilizzo di carte di credito ha indebitato i cittadini 

Lo rivela la banca nazionale di Helsinki. Secondo i dati diffusi dal direttore della comunicazione, l’uso di pagamenti digitali e l’abbandono del contante avrebbe creato un debito per cittadino pari a 127% del reddito 

di Brahim Maarad – 16 febbraio 2020

La Finlandia ha proposto di affrontare il crescente indebitamento delle famiglie, favorito da bassi tassi di interesse e dalla digitalizzazione dei servizi di credito, attraverso una strategia nazionale volta a migliorare l’educazione finanziaria dei cittadini. Secondo la Banca di Finlandia, l’indebitamento delle famiglie in relazione al loro reddito è più elevato che mai e raggiunge una media del 127%, una tendenza che, secondo le autorità, rappresenta una minaccia sia per la prosperità dei cittadini che per l’economia nazionale.

Secondo Jenni Hellstrom, direttore della comunicazione della Banca di Finlandia, uno dei principali fattori del crescente indebitamento dei finlandesi è la digitalizzazione dei pagamenti – con una carta o con applicazioni mobile – e il minore utilizzo di denaro contante.

La percentuale di pagamenti con carta di credito o di debito dei consumatori finlandesi nei negozi è aumentata dal 30% nel 2000 all’81% nel 2018, mentre l’uso del denaro è stato ridotto al 19%, secondo i dati della Banca di Finlandia. “L’indebitamento ha a che fare con il modo in cui vengono effettuati i pagamenti nei Paesi nordici, perché l’intero processo di pagamento per gli acquisti è diventato letteralmente invisibile”, afferma Hellstrom. “Quello che vediamo è che, soprattutto tra i giovani, ma anche tra altre fasce della popolazione, a volte capita che il conto di quanto effettivamente speso non venga considerato, pagare è così facile che non viene più data così tanta attenzione”, aggiunge.

La spesa per la casa rappresenta circa il 60% del debito totale dei finlandesi, soprattutto sotto forma di mutui e prestiti, una modalità sempre più popolare. I bassi tassi di interesse, generalmente legati all’Euribor, hanno innescato la domanda di mutui negli ultimi anni, raggiungendo un importo totale di 100 miliardi di euro a fine 2019, quasi il 40% in più rispetto al 2010, secondo i dati del Bank of Finland.

La morosità delle famiglie finlandesi

Allo stesso tempo, la morosità delle famiglie registra numeri record: circa 390

 

Continua qui: https://www.agi.it/estero/news/2020-02-16/carte-credito-debito-finlandia-7097498/

 

 

 

 

 

 

LE BANCHE CENTRALI FINANZIANO I GOVERNI (MA NON SI PUÒ DIRE) 

Thomas Fazi 19 02 2020

 

 

Nel 2015 la Banca del Canada ha pubblicato un importante rapporto in cui spiega molto bene come la banca centrale canadese finanzi direttamente il governo canadese attraverso l’acquisto di titoli pubblici:

 

«L’acquisto da parte della Banca del Canada di titoli di Stato federali è il mezzo attraverso il quale la Banca crea denaro per il governo del Canada. Poiché la Banca del Canada è interamente di proprietà del governo federale, l’acquisto da parte del governo federale di titoli di nuova emissione può essere considerato una transazione interna. Registrando nuovi e uguali importi sulle sezioni dell’attivo e del passivo del proprio bilancio, la Banca del Canada crea denaro semplicemente inserendo delle sequenze in un computer.

 

A quel punto il governo federale può spendere nell’economia canadese i depositi bancari appena creati. È importante notare che intercorre una differenza fondamentale tra il denaro creato dalle banche commerciali e quello creato dalla banca centrale: non esiste infatti un limite esterno alla quantità totale di denaro che la Banca del Canada può creare per il governo federale. Al contrario, la quantità di denaro che una banca commerciale privata può creare dipende dall’ammontare del patrimonio netto della banca rispetto alle sue attività. Un’altra differenza è che il merito creditizio del mutuatario è un fattore

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2742182939208160&id=100002494419255

 

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

LA GUERRA DELLA UE ALLE PENSIONI E ALL’ASSISTENZA SANITARIA 

Thomas Fazi 18 02 2020

 

Un recente rapporto commissionato dall’europarlamentare della Linke Martin Schirdewan si è preso la briga di studiarsi tutte le raccomandazioni formulate dalla Commissione europea nell’ambito del Patto di stabilità e crescita e della Procedura per gli squilibri macroeconomici tra il 2011 e il 2018.

 

I risultati sono agghiaccianti. Lo studio mostra come, oltre ad insistere ossessivamente sulla riduzione della spesa pubblica, la Commissione si sia concentrata in particolare sulla riduzione della spesa relativa alle pensioni, alle prestazioni sanitarie e all’indennità di disoccupazione, oltre a chiedere il contenimento della crescita salariale e la riduzione delle misure di garanzia della sicurezza sul lavoro.

 

In particolare, dall’introduzione del semestre europeo nel 2011 fino al 2018,

 

la Commissione ha formulato ben 105 raccomandazioni distinte nei confronti degli Stati membri affinché aumentassero l’età pensionabile e/o riducessero la spesa pubblica relativa alle pensioni e all’assistenza per gli

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2739842649442189&id=100002494419255

 

 

 

 

 

 

Meritocrazia, un falso mito

di Federico Giusti

L’unica cosa che conta realmente stando ai numeri è lo sfruttamento

Esistono ormai parole tabù abiurate e vilipese, concetti e pratiche pericolose per l’ordine sociale esistente, parlare di uguaglianza, ad esempio nel trattamento economico, può attirare antipatie e dissensi anche tra quanti avrebbero tutto da guadagnarci.

Accade sovente a chi oggi prova a fare sindacato guardando a quelli che un tempo definivamo gli interessi di classe, il pericolo, sempre in agguato, di essere smentiti dagli stessi lavoratori e come avremmo detto un tempo scavalcati da loro non a sinistra ma piuttosto a destra.

Condividiamo quanto scritto sulla meritocrazia da Carlo Formenti, sul suo blog di Micromega (clicca qui per leggere) e prendiamo spunto dall’intervento e da un bel libro di cui ci siamo già occupati ( Mauro Boarelli dal titolo Contro l’ideologia del merito Ed. Laterza).

Esistono parole feticcio come trasparenza, particolarmente abusate nella Pubblica amministrazione, in nome della trasparenza tutto deve essere tracciabile e pubblicato ma se un cittadino volesse cercare atti e determine su un sito istituzionale in molti casi si perderebbe tra mille pagine senza trovare quanto desiderato.

La trasparenza formale al posto di quella sostanziale, trasparenza di facciata quando le regole democratiche suggerirebbero ben altro, salviamo l’immagine per occultare una sostanza ben diversa che allontana la partecipazione effettiva ai processi decisionali, trasforma tutti\e in spettatori o partigiani da tastiera, rende sempre più difficile l’accesso del singolo cittadino agli atti a meno che non voglia ricorrere ad un accesso formale con i 30 giorni di rito necessari alla risposta.

Ogni giorno ci imbattiamo nella retorica meritocratica che poi è ben diversa, e lontana, dall’effettivo merito.

Capita sovente che la perdita di memoria giochi brutti scherzi ai lavoratori e alle lavoratrici. Ad esempio, quanti dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici ricorderanno che la produttività altro non è che la sottrazione della quattordicesima legando una quota, per altro più bassa, di salario accessorio al risultato della performance? E a seconda della valutazione dei dirigenti il lavoratore vede una parte essenziale del suo salario vincolata al raggiungimento di fantomatici obiettivi pensando che solo se meritevoli si abbia diritto a questi soldi.

Il merito allora cosa è se non rinunciare a rivendicare diritti e salari pensando

 

Continua qui: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/17021-federico-giusti-meritocrazia-un-falso-mito.html

 

 

 

 

 

 

  1. ENTRERANNO SOLO LAVORATORI ALTAMENTE QUALIFICATI CHE PARLERANNO INGLESE

20 febbraio 2020 di Elisabetta Corsi

 

Il governo del Regno Unito vuole dare una stretta all’immigrazione chiudendo le frontiere ai lavoratori non qualificati e a coloro che non parlano inglese. In pratica finirà l’era della manodopera europea a basso costo nelle fabbriche, nei magazzini, negli alberghi e nei ristoranti. Questa è la legge che il governo vuole attuare dopo il periodo di transizione cioè dal 1 gennaio 2021.
Verrà adottato un sistema a punti come avviene in Australia, e per governo Johnson si tratta di prendere il controllo delle frontiere britanniche per la prima volta dopo decenni ed eliminare la “distorsione” causata dalla libertà di movimento nell’Ue. Con il raggiungimento di 70 punti in base ai titoli, alle competenze e al reddito si avrà la possibilità di ottenere il visto per lavorare nel Regno Unito. Andranno bene scienziati e ricercatori, porte chiuse invece per camerieri e commessi, ed il segretario di Stato Priti Patel ha dichiarato che “ci troviamo in un momento storico per l’intero paese; con la fine del libero movimento, ci riprenderemo in mano il controllo delle nostre frontiere, riducendo le immigrazioni ma allo stesso tempo attireremo i migliori e più brillanti da tutto il mondo, dando impulso all’economia e alle nostre comunità, e libereremo il potenziale di questo paese.”
Il governo ha stilato un documento di dieci pagine volto a illustrare la nuova politica sull’immigrazione: le frontiere saranno chiuse a tutti i lavoratori non qualificati e che non parlano inglese; chiunque voglia emigrare nel Regno Unito dovrà avere un’offerta di lavoro con una soglia di stipendio di 25.600 sterline, in casi speciali sarà accettato anche uno stipendio 20.480 sterline, per esempio se ci sarà carenza di competenze, come nel settore infermieristico; non ci sarà un percorso per i lavoratori autonomi che arrivano nel Regno Unito come gli idraulici polacchi o i costruttori rumeni che oggi arrivano senza lavoro; i controlli alle frontiere non accetteranno più le carte d’identità di paesi come Francia e Italia e servirà il visto. Questo per reprimere i lavoratori extracomunitari che tentano di entrare con carte d’identità false o rubate.
In ultimo la soglia di competenze per i cittadini stranieri che desiderano lavorare nel Regno Unito sarà abbassata dal livello di laurea al livello A o equivalente. Il limite massimo dei lavoratori qualificati verrà eliminato e solo un piccolo numero di lavoratori altamente qualificati potranno entrare senza lavoro.
Tutto questo non vale per i turisti o studenti che stanno meno di sei mesi nel Regno Unito, ed in questo caso non serve il visto ma gradualmente sarà necessario presentare il passaporto.
L’opposizione e i rappresentanti delle categorie che necessitano di manodopera meno qualificata si sono detti contrari alla piega presa dal governo e reputano questa legge un danno all’economia del paese.

https://www.notiziegeopolitiche.net/gb-entreranno-solo-lavoratori-altamente-qualificati-che-parleranno-inglese/

 

 

 

 

 

 

 

Non è grazie al capitalismo che viviamo più a lungo, ma alla democrazia, ai sindacati, alla sanità e all’istruzione

21 Febbraio 2020 – JASON HICKEL

filmsforaction.org

 

Negli ultimi tempi noti sapientoni, tra cui Steven PinkerJordan Peterson e Bill Gates [1], hanno parlato del progresso delle aspettative di vita globale per difendere il capitalismo da una crescente ondata di critiche.

Certamente c’è molto da festeggiare su questo fronte. Dopo tutto, l’aspettativa di vita media umana è migliorata molto. “Gli intellettuali sono inclini a scandalizzarsi quando leggono una difesa del capitalismo”, scrive Pinker nel suo recente libro, Enlightenment Now. Ma è “ovvio – sostiene –che il PIL pro capite sia correlato alla longevità, alla salute e all’alimentazione”.

È una storia che ci è familiare. La narrazione prevalente è che il capitalismo sia stato una forza progressista che ha messo fine alla servitù della gleba e abbia dato il via a un enorme aumento del tenore di vita. Ma questa favola non regge alle prove.

I movimenti politici progressisti hanno sfruttato le risorse economiche per fornire beni pubblici solidi

Certo, la schiavitù era un sistema brutale che generava una straordinaria miseria umana. Ma non è stato il capitalismo a porvi fine. Come dimostra la storica Silvia Federici, una serie di ribellioni contadine di successo in tutta l’Europa nel XIV e XV secolo ha rovesciato i signori feudali e ha dato ai contadini un maggiore controllo sulle terre e le loro risorse. I frutti di questa rivoluzione furono sorprendenti in termini di benessere. I salari raddoppiarono e la nutrizione migliorò. Secondo gli standard dell’epoca, fu un periodo di incredibile progresso sociale.

Poi ci fu il contraccolpo. Sconvolta dal crescente potere dei contadini e dei lavoratori, e furiosa per l’aumento dei salari, la nascente classe capitalista organizzò una controrivoluzione. Si cominciò con l’eliminare le common land [1] per costringere i contadini a lasciare la terra, con l’intenzione esplicita di abbassare il costo dei salari. Con le economie di sussistenza distrutte, la gente non aveva altra scelta che lavorare per pochi centesimi semplicemente per sopravvivere. Secondo gli economisti di Oxford Henry Phelps Brown e Sheila Hopkins, i salari reali diminuirono fino al 70% dalla fine del XV secolo fino al XVII secolo. Le carestie divennero comuni e l’alimentazione peggiorò. In Inghilterra, l’aspettativa media di vita scese da 43 anni nel 1500 a poco più 30 anni nel 1700.

In breve, l’ascesa del capitalismo ha generato un prolungato periodo di impoverimento. È stato uno dei periodi più sanguinosi e tumultuosi della storia del mondo. Eppure, Pinker si comporta come se nulla di tutto ciò fosse accaduto. Invece salta direttamente al periodo industriale moderno. È stato il capitalismo industriale, afferma, che ha davvero fatto migliorare l’aspettativa di vita.

Ma anche qui gli storici hanno una storia più complessa da raccontare. Simon Szreter, uno dei maggiori esperti mondiali di dati storici sulla salute pubblica, dimostra che la crescita industriale nel XIX secolo non ha innescato un miglioramento dell’aspettativa di vita, ma piuttosto un impressionante peggioramento. “In quasi tutti i casi storici – scrive Szreter – il primo e più

 

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https://comedonchisciotte.org/non-e-grazie-al-capitalismo-che-viviamo-piu-a-lungo-ma-alla-democrazia-ai-sindacati-alla-sanita-e-allistruzione/

 

 

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Focolaio

fo-co-là-io

Focolare; centro di diffusione di un fenomeno negativo

attraverso l’ipotetica forma del latino parlato focularius, da foculus, diminutivo di focus ‘focolare’.

Ne Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Stevenson, lo stimato dottor Jekyll, prendendo coscienza della doppiezza della propria natura, a un tempo attratta dall’alto e dal basso, sogna e trova un modo per separarne le componenti in due entità distinte — immaginando che sarebbe stata una liberazione. Anche quello di oggi è uno strano caso del genere.

Il latino focus è un termine che nel primo medioevo ha avuto la forza di sradicare dalle lingue romanze in gestazione ogni riferimento all’antico ignis; dapprima focus non era il fuoco, ma il focolare domestico — e tanto eccellente è il fuoco del focolare domestico da essere diventato il fuoco per antonomasia, nelle lingue della famiglia.

Ma mentre il focus si faceva fuoco, il suo diminutivo foculus ha dato origine, attraverso le forme ipotetiche del foculare e del focularius, a quelli che sono emersi in italiano come sinonimi: il focolare (trecentesco) e focolaio (cinquecentesco).

Per un certo periodo il focolaio non si è scostato dal focolare. Ma lentamente le cose sono cambiate: il focolare è rimasto a vegliare l’intimità del calore della casa, il focolaio ha iniziato via via a esprimere le parti più aperte e minacciose che la sua metafora poteva significare.

Il focolaio diventa in generale il centro di irradiamento, di diffusione di qualcosa — specie di negativo. Complice quel suffisso -aio, che quando ci parla di luoghi ci parla in particolare di luoghi in cui qualcosa si concentra e accumula (spesso in maniera poco rassicurante o gradevole), il focolaio è diventato il signor Hyde.

Il fuoco del focolare è domato, positivo e custode della famiglia; il fuoco del focolaio

Continua qui: https://unaparolaalgiorno.it/significato/focolaio

 

 

 

 

 

 

NOTIZIE DAI SOCIAL WEB

Tre decenni di liberismo

Francesco Erspamer 24 02 2020

 

Che peccato. Due guerre mondiali e varie rivoluzioni; straordinari progressi scientifici con conseguente allungamento della vita media e accrescimento della ricchezza disponibile; un esodo di massa verso le città; dure lotte sociali e di emancipazione e grandi conquiste politiche e civili; una diffusione senza precedenti dell’informazione e un accesso di massa all’istruzione; a un prezzo, ossia la distruzione di tante comunità, della spiritualità, dell’ambiente, delle tradizioni. Tutto inutile, sofferenze, sacrifici, impegno. Sono bastati tre decenni di liberismo e di nuove tecnologie e l’umanità è regredita psicologicamente e socialmente ai livelli di tre-quattro secoli fa, se non alla barbarie preistorica. Popoli appiattiti sull’immediato presente, sulle pulsioni e le paure del momento, senza alcuna prospettiva che trascenda la loro misera esistenza individuale, prigionieri di un egocentrismo senza limiti, ben espresso dalle celebrity e dai politici più apprezzati. Niente

 

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Questa è roba che scotta. The Varoufakis Files

Yanis Varoufakis – 20 Febbraio 2020

Questa è roba che scotta.
Yanis Varoufakis ha deciso di fare l’Assange della situazione rendendo pubbliche le sue registrazioni (clandestine) delle drammatiche riunioni Eurogruppo a cui partecipò nel 2015. Come forse sapete, l’Eurogruppo non redige verbali né pubblica alcunché, salvo far trapelare quello che fa comodo.
Insieme al Trilogo (di cui ha appena parlato Alberto Bagnai sul suo blog, e che non esiste neppure nei trattati), è uno dei vertici opachi e non eletti della UE dove si prendono le vere decisioni a spese dei Paesi.
I Varoufakis files rivelano ciò che accade davvero dietro le quinte e, come dice lo stesso Yanis, “gli euroscettici vi troveranno, sfortunatamente, la prova che il loro atteggiamento è giustificato”. Se sapeva già, certo, però molte grazie per il contributo.

Debora Billi

Fonte

18.02.2019

Euroleaks: perché renderli pubblici? E perché solo adesso?

Yanis Varoufakis
yanisvaroufakis.eu

Durante la prima metà del 2015, avevo partecipato come ministro delle finanze della Grecia a tredici importanti riunioni dell’Eurogruppo, prima che il governo SYRIZA (andando contro il risultato referendario del 5 luglio) capitolasse. Il risultato di quella resa erano state le mie immediate dimissioni ed un programma di austerità permanente (fino al … 2060).

Fin dagli inizi, dalla prima riunione dell’Eurogruppo, era stato chiaro come i leader della troika che dominavano quegli incontri fossero determinati a prevenire qualsiasi serio dibattito sul “programma” della Grecia. Io ero arrivato a quegli incontri con la determinazione di trovare, sulla base di opportune proposte tecniche, un compromesso onorevole che servisse ad aiutare il popolo greco a tirare il fiato, minimizzando allo stesso tempo i costi per i nostri creditori (che dominavano l’Eurogruppo).

In netto contrasto, i leader della troika, e i ministri delle finanze loro complici, avevano fatto quadrato, rifiutandosi di discutere le mie proposte o di avanzarne altre che avessero un minimo di senso dal punto di vista finanziario, politico o morale. Più e più volte avevano chiesto che il nostro governo accettasse un programma neocoloniale di austerità che loro stessi, a porte chiuse, avevano confessato essere un fallimento!

Dopo i primi tre incontri dell’Eurogruppo mi ero reso conto, con orrore, che non esistevano verbali delle riunioni. Inoltre, la mancanza di registrazioni dei vari interventi aveva permesso agli apparatcik della troika di far trapelare una montagna di indiscrezioni e di insinuazioni che si erano rapidamente diffuse in tutto il mondo.

Era stata una grande operazione di ribaltamento della verità: la troika aveva insinuato che mi presentavo impreparato agli incontri, senza competenze tecniche e che annoiavo a morte i miei colleghi con discorsi ideologici o teorici fuori argomento.

È stata la mia prima, vera e dolorosa esperienza di fake news.

Per poter essere in grado di informare con accuratezza il mio primo ministro e il parlamento su ciò che accadeva in quelle interminabili riunioni, nonché per difendermi dalle distorsioni e dalle vere e proprie menzogne che

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/the-varoufakis-files/

 

 

 

 

 

 

Varoufakis diffonde gli audio segreti delle riunioni dell’Eurogruppo. Ue: “Siamo rammaricati”

L’ex ministro delle Finanze greco accende i riflettori sulle riunioni a porte chiuse che hanno deciso il futuro del suo Paese. Ma il Parlamento di Atene rifiuta di distribuire il materiale ai deputati e Bruxelles condanna il gesto

Redazione Bruxelles – 18 febbraio 2020

 

Varoufakis diffonde gli audio segreti delle riunioni dell’Eurogruppo. Ue: “Siamo rammaricati”

Non ho commenti da fare, ma politicamente è una cosa che ci dispiace”. Così il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ieri ha risposto a una giornalista che le ha chiesto cosa ne pensasse della diffusione delle registrazioni delle riunioni confidenziali durante la fase più profonda della crisi greca. A far circolare gli audio è stato l’ex ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, che ha consegnato le buste con il materiale segreto al Parlamento greco, affinché venga distribuito ai deputati. Le registrazioni risalgono alla prima metà del 2015, quando l’allora ministro del primo Governo guidato da Alexis Tsipras partecipava alle riunioni dell’Eurogruppo, allora presieduto dall’olandese Jeroen Dijsselbloem.

Le reazioni

“Ci rammarichiamo per questa violazione della confidenzialità”, ha aggiunto il direttore del Meccanismo europeo di stabilità, Klaus Regling, durante la conferenza stampa finale della riunione di ieri dell’Eurogruppo. “Allo stesso tempo – ha precisato Regling – mi aspetto che abbia messo nella busta quello che trova interessante”. Varoufakis ha consegnato una busta contenente le registrazioni al presidente della Camera Kostas Tasoulas, riporta il quotidiano greco eKathimerini, ma Tasoulas ha detto che non le trasmetterà ai deputati. Decisione che gli è valsa il plauso del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, ma anche la reazione indignata dell’ex ministro delle Finanze.

La richiesta di trasparenza

“Tutti i cittadini europei hanno il diritto di accedere direttamente alle dichiarazioni,

Continua qui: https://europa.today.it/attualita/varoufakis-audio-segreti-eurogruppo.html

 

 

 

 

 

 

CINA: PROFEZIE E LOCUSTE

Maurizio Blondet  25 Febbraio 2020

Tutto ciò che leggerete qui sulla Cina può a buon diritto sembrarvi incredibile. La sola garanzia, per così dire, è nella credibilità di chi lo  racconta:  che è Rod Dreher. Il  giornalista  d’opinione,  e saggista colto   divenuto famoso  per aver scritto, da cattolico praticante, “The Benedict Option”, dove avanza l’idea che  i cristiani, per mantenere al fede nei loro figli, dovrebbero   formare comunità  separate dalla società attuale,  dove non si possono più vivere i  valori tradizionali, al modo dei primi benedettini.

Ora Dreher ha scritto su The American Conservative questa storia: ha un amico medico americano il quale è sposato ad una PhD cinese, la quale ovviamente in queste settimane è affondata nelle   conversazioni dei social del suo Paese, soprattutto perché preoccupata dei suoi genitori e fratelli là in tempi di coronavirus.

Una “profezia buddhista”

“Mia moglie  – dice il medico –  è laureata presso l’Università Tshingua di Pechino. È un’istituzione pari ai  nostri Harvard, Yale e MIT messi insieme. I laureati   vengono quasi tutti assunti dal Partito Comunista – e la maggior parte di loro, poi, lavora  nel governo, nelle università e nei tribunali. È la loro versione dell’élite dell’uno per cento privilegiati. Mia moglie appartiene a più gruppi di social media di ex studenti Tshingua e studenti attuali.  E’ sorprendente come questi – futuri e attuali   membri del Partito – stanno criticando violentemente  il governo e i funzionari comunisti e la loro gestione del coronavirus.

Orbene, costoro si scambiano e diffondono la “profezia”  di cui ecco  la foto QUI:

https://www.maurizioblondet.it/cina-profezie-e-locuste/?utm_medium=push&utm_source=onesignal

 

“La profezia viene attribuita al Signore Zigong, un monaco buddhista della Città Proibita probabilmente all’inizio del ventesimo secolo.  Riscritto in caratteri mandarini moderni, è però redatto in un dialetto antiquato chela moglie  ha fatto molta fatica a tradurre.  Grosso modo però eccone il senso:

L’anno 2020 –   tutta la Cina piangerà. I presagi saranno così gravi che il nuovo anno non sarà celebrato. Quindi verrà la pestilenza. Verrà con  furia: le tigri e i lupi si nasconderanno tra le montagne. La peste prenderà  tutta la terra e alla fine si diffonderà in tutto il mondo. Molto presto – il riso diventerà così costoso che nessuno avrà da mangiare. Le persone in quell’anno potranno raccogliere il riso solo all’inizio della primavera. Non ci sarà raccolto di riso, fagioli, grano e avena di fine stagione perché vaste nuvole di locuste distruggeranno l’intera campagna. Io, gentiluomo Zigong, vi assicuro cinesi nel 2020 che le locuste cadranno dai cieli e che la distruzione sarà completa. Fumo e fuoco riempiranno i campi, ma nulla sarà in grado di fermare gli sciami. Una volta che le locuste hanno distrutto la terra e il fumo proviene ancora dalla terra, i fiumi inonderanno la campagna. Io, Signore Zigong, ti dirò  nel 2020 come sopravvivere. Resta molto vicino alle tue famiglie e ai tuoi vicini. La cosa migliore è aver immagazzinato un sacco di oro e cibo per vivere e condividere liberamente con le persone che ami. Non tollerare ladri tra le persone. Siate  unitari e non divisori. Se riesci a fare tutte queste cose, sopravvivrai.

Da prendere con le molle, ricordando quello che scrisse René Guénon su “L’inganno delle profezie”, nella storia spesso elaborate  e rielaborate per scopi politici tendenziosi.

Ma  giustamente il dottore dice:  la cosa essenziale non è che  questa profezia sia autentica. La cosa essenziale è che ci credono centinaia di privilegiati della classe dominante comunista, che se la scambiano sui social,

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“Il Carnevale è antisemita, sia vietato”, Israele contro i carri di Aalst

Il ministro degli Esteri di Tel Aviv ne chiede la cancellazione dopo i controversi carri dello scorso anno che raffiguravano ebrei stereotipati. Il sindaco: “Richiesta sproporzionata, non siamo razzisti”

Redazione Bruxelles

22 febbraio 2020 15:49

 

Lo storico carnevale di Aalst, in Belgio, che ogni anno si celebra per tre giorni prima della Quaresima e che attira ogni volta fino a 100mila visitatori, dovrebbe essere vietato in quanto antisemita.

Il tweet del ministro

A chiederlo è il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, che su Twitter ha fatto un appello al Belgio affinché “condanni e vieti” l’evento che definisce “manifestazione antisemita”. Secondo Katz, “il Belgio come democrazia occidentale dovrebbe vergognarsi di consentire una simile dimostrazione antisemita“.

 

“Il Carnevale è antisemita, sia vietato”, Israele contro i carri di Aalst”

 

Le polemiche

Le polemiche contro questo carnevale vanno avanti dallo scorso anno quando sfilò un carro con due enormi figure di uomini con ampie basette e naso adunco che indossavano il tradizionale shtreimel, un cappello di pelliccia indossato da alcuni ebrei ortodossi, in piedi su sacchi di monete d’oro. Allora la cosa suscitò grande scalpore e condanne a livello internazionale che hanno portato anche alla rinuncia, da parte della città, della presenza nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco che aveva

Continua qui: https://europa.today.it/attualita/israele-carnevale-antisemita.html

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Le 9 previsioni azzeccate del futurologo Ray Kurzweil

13/02/2020 Massimo Bordin

E chi l’ha detto che nessuno ha la palla di cristallo? La verità è che di futurologi ce ne sono, e alcuni molto bravi.

Oggi micidial vi presenta Raymond Kurzweil, ingegnere di Google che ha indovinato l’86 per cento delle previsioni.

Inoltre, nell’esigua percentuale di ciò che non ha indovinato non ci sono analisi sbagliate, ma solo uno sforamento dei tempi di attuazione delle previsioni fatte, che si stanno allungando.

Kurzweil lavora per Google (il male…), ma proprio per questo se ne intende e con l’86 per cento di previsioni azzeccate direi che un minimo di credibilità dobbiamo pur dargliela. Dopo molti anni (il signore in questione è nato nel 1948) passati a seguire le tendenze dell’industria dei computer, Kurzweil ebbe un’illuminazione: il ritmo di innovazione dei computer non stava aumentando linearmente, bensì esponenzialmente. Partendo da qui, sviluppò un metodo di previsione dell’andamento dello sviluppo tecnologico.

L’era delle macchine intelligenti, scritto tra il 1986 e il 1989, è l’opera che lo ha reso celebre.

Qui, vediamo le 9 maggior previsioni azzeccate dello scienziato americano:

1 Il crollo dell’Unione Sovietica sulla base delle nuove tecnologie come i telefoni cellulari ed i fax, che avrebbero svuotato il potere degli stati autoritari, arginando il controllo statale sul flusso delle informazioni. Kurzweil si è basato sull’estrapolazione di tendenze precedenti. Per chi non  lo sapesse, ricordiamo che l’Urss crollò effettivamente nel 1991

2 Per il gioco degli scacchi predisse correttamente che un computer avrebbe battuto i migliori giocatori umani entro il 1998, e con tutta probabilità proprio in quell’anno. In effetti, ciò accadde nel maggio del ’97, quando il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov (oggi più noto come avversario politico di Putin) fu sconfitto davanti a tutto il mondo dal computer Deep Blue.

3 L’esplosiva crescita mondiale nell’uso di Internet iniziata nel 1990 fu la sua predizione più rilevante. Ricordiamoci che lo scrisse tra il 1986 e il 1989, quando da noi ancora ci facevamo le pippe coi Commodore. Al momento della pubblicazione del suo libro c’erano solo 2 milioni di utenti di Internet nel mondo, e questo mezzo era costoso, inaffidabile, difficile da utilizzare e povero di contenuti, per cui la previsione di Kurzweil fu quasi divinatoria, dati i limiti della tecnologia in quel momento.

4 Scrisse che Internet sarebbe esplosa non solo in termini di numero di utilizzatori, ma anche in termini di contenuti, in definitiva consentendo agli utenti accesso “a reti internazionali di librerie, archivi e servizi di informazione”.

5 Inoltre, Kurzweil individuò il modo preferito di accesso ad Internet, che oggi avviene prevalentemente senza fili, ed ebbe anche ragione nello stimare che questi strumenti sarebbero stati concretamente disponibili per un utilizzo capillare a partire dal 2000.

6 Entro la fine degli anni Novanta, molti documenti sarebbero esistiti solo su computer o su Internet e che sarebbe stato normale corredarli con suoni, animazioni, video che avrebbero reso impossibile il loro trasferimento in formato cartaceo.

7 Scrisse (sempre tra il 1986 e il 1989) che i telefoni cellulari sarebbero cresciuti in

Continua qui: http://micidial.it/2020/02/le-9-previsioni-azzeccate-del-futurologo-ray-kurzweil/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A proposito dell’inverno mite nell’emisfero boreale…

Stefano Fait 18 02 2020

 

Nel film “L’alba del giorno dopo” (e nel libro da cui è tratto: “the coming global superstorm”) nel giro di pochissimo si passa da un inverno primaverile a una glaciazione disastrosa (non mini, proprio alla fine dell’interglaciale).

 

Se vi ricordate la colpa viene attribuita alle emissioni di anidride carbonica e allo scioglimento dei ghiacci artici che bloccano la Corrente del Golfo.

 

Nel 2011 avrei scritto: temo che sia esattamente quel che accadrà nei prossimi anni (ma non per le emissioni).

 

Ora sono molto più cauto.

 

Da diverso tempo osservo che serristi e glacialisti non possono elencare eventi che indichino che ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno.

Entrambi se li aspettano ma non arrivano e il trend non mostra inasprimenti particolari.

 

Non c’è abbastanza energia nel sistema per innescare qualcosa di colossale (la cosa ha sorpreso anche me: mi sarei aspettato più catastrofi naturali)

 

Vi riporto la spiegazione ufficiale di questo evento in particolare (il titolo è ingannevole: si parla anche di Europa e Giappone):

 

“Sebbene possa sembrare un altro sintomo del riscaldamento globale, le

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10214610568491825&id=1650548479

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’era delle macchine spirituali, di Ray Kurzweil

 

10 maggio 2017

 

Ripubblico un articolo dal vecchio sito, per garantirne la visibilità. 

Si tratta della traduzione del primo capitolo di quello che è ormai considerato un classico dei nostri temi, L’era delle macchine spirituali, pubblicato da Ray Kurzweil nell’ormai lontano 1999.


Si noti che questo articolo fu pubblicato agli albori di Estropico, cioe’ nei primi anni 2000, quando non esistevano ancora traduzioni generalmente accettate per molti dei termini utilizzati dall’autore – abbiamo dovuto inventarci più d’un neologismo italiano, nel corso degli anni! Il traduttore utilizzo’ allora “legge dei profitti” e “legge dei guadagni” accelerati, per descrivere quella che in seguito fu piu’ generalmente tradotta come “legge dei ritorni accelerati” (
qui su Wikipedia).

L’era delle macchine spirituali (The Age of Spiritual Machines), di Ray Kurzweil 

Traduzione a cura di Diego M. Stendardo

Capitolo 1: Esaminare il passato

La legge del tempo e del caos – Una (molto breve) storia dell’universo e del tempo che rallenta

Fin dai primi istanti di vita dell’universo possiamo notare una caratteristica inusuale della natura del tempo, che è determinante per il nostro passaggio al 21° secolo. La nostra storia inizia intorno ai 15 miliardi di anni fa. Non vi erano forme di vita coscienti in grado di apprezzare la nascita dell’universo allora, ma noi ce ne rendiamo conto ora, così, in modo retroattivo, è come se vi fossero. (In retrospettiva – da un punto di vista della meccanica quantistica – potremmo dire che ogni universo che non riesce a sviluppare vita cosciente in grado di accorgersi della propria esistenza è come se non fosse mai esistito.)

Dovettero passare 10^-43 secondi (un decimo di un milionesimo di un triliardesimo di un triliardesimo di un triliardesimo di secondo) dopo la nascita dell’universo affinché la situazione si raffreddasse sufficientemente (fino a 100 milioni di triliardi di triliardi di gradi) consentendo a una forza distinta – la gravità – di svilupparsi.

Non accadde molto per altri 10^-34 secondi (è un’altra microscopica frazione di secondo, ma è miliardi di volte più lunga di 10^-43 secondi), alché un universo ancora più “fresco” (ora solamente miliardi di miliardi di gradi) permise

 

Continua qui: http://estropico.blogspot.com/2017/05/lera-delle-macchine-spirituali-di-ray.html#axzz6Euc1QHav

 

 

 

 

 

 

 

 

STORIA

A peste, fame et bello – libera nos domine…

Franco Cardini – 22 febbraio 2020

 

Tempi eccezionali, come vediamo: si parla di restrizioni nella mobilità, nella vita pubblica, nei servizi… addirittura dell’intervento delle forze armate. Nelle sue ultime sedute, il nostro governo ha smesso di dar l’impressione di essere un tavolo di contrattazione tra gente che pensa solo a come accaparrarsi voti futuri per legittimare la lottizzazione di future poltrone e ha recuperato il linguaggio dei governi-che-governano. Se questo è il prezzo, ebbene sì, viva le emergenze.
E con l’epidemia alle porte, sia o no un vero pericolo (questo lo vedremo), il linguaggio dell’emergenza è doveroso e necessario. È saggio usare la massima prudenza e ricorrere al massimo della disciplina preventiva possibile, nell’interesse di ciascuno di noi stessi e di noi tutti: su ciò, nessun dubbio. Ma attento a te, popolo dei 
blogs e dei Facebook: è altrettanto saggio abbandonarsi al panico, diffondere indiscriminatamente tutti i cris de la rue che capitano sottomano, come troppi stanno già facendo? Tutto ciò, fra l’altro (potenza dei simboli), si verifica nella settimana del passaggio tra il Carnevale e la Quaresima. Il coronavirus rischia di guastare le feste, da Venezia a Viareggio. Quanto ai credenti, chi può il 26 prossimo faccia un salto in chiesa: sarà il Mercoledì delle Ceneri. Un po’ di meditazione e di umiltà fa bene a tutti.

 

DI NUOVO L’ANTICA COMPAGNA…
A peste, fame et bello – libera nos domine…
è un verso di un’antica sequenza liturgica, in realtà una litania popolare con cui il buon popolo cristiano pregava il Signore di tener lontani da lui una serie di flagelli, dalle tempeste alle invasioni delle locuste alle incursioni saracene: ma le minacce più orribili erano sempre loro, i “quattro cavalieri dell’Apocalisse”. La guerra, la fame, la peste e infine la morte, esito fatale delle altre tre. In effetti, come ha insegnato anche la storiografia moderna da Michel Mollat a Jean Delumeau, fra esse si stabiliva una tragica concatenazione. Era spesso il passaggio degli eserciti a recare ai popoli dei territori da loro attraversati qualche tragica malattia contagiosa; inoltre i saccheggi e le rapine alle guerre connessi comportavano la fame, e sugli organismi da essa indeboliti s’insediava il morbo. Ma non era nemmeno necessaria la guerra: nella lunga età preindustriale del mondo le carestie erano ricorrenti: e su corpi malnutriti e igienicamente trascurati i germi o i virus prosperavano.
E allora, i millenni passano e, ciclicamente, eccoci di nuovo qua.
Siccome ognuno di noi ha diritto alle sue manIe professionali, lasciate a me che faccio o cerco di fare il professore di storia il diritto di ricordare l’Antica Compagna per eccellenza della nostra civiltà: dai tempi di Pericle, di Giustiniano, del Boccaccio.
Nel 1346 la peste, proveniente dall’Asia centrale – pare dall’area del lago Balkhash –, aveva colpito Tabriz e Astrakan; da quest’ultimo centro, risalendo il Volga e raggiungendo quindi il Don per ridiscendere verso il Mar Nero, arrivò ad invadere la penisola di Crimea. Nel 1347 i mongoli del khanato dell’Orda d’Oro all’attacco della città di Caffa, oggi Feodosija, importante emporio commerciale genovese, gettarono corpi di appestati oltre le mura, inventando senza saperlo la guerra batteriologica. In questo caso, non c’era bisogno che la città fosse invasa dai ratti: bastava che i morti usati come bomba batteriologica fossero abbastanza recenti: difatti la pulce in grado d’inoculare il bacillo non abbandona i cadaveri prima che la loro temperatura corporea sia scesa al di sotto dei 28 gradi. Alla fine di quello stesso anno 1347, la peste aveva raggiunto Messina e poi Marsiglia e Genova, mentre stava infuriando già nell’Isola di Cipro, ad Alessandria e al Cairo; un anno dopo, stava devastando le città interne del mondo mediterraneo e aveva già invaso i porti atlantici francesi, inglesi, danesi. Tutta l’Europa fu praticamente interessata al contagio: dalla penisola iberica all’Inghilterra e dalla penisola scandinava alla Moscovia (per quanto riguarda tutta l’area europea orientale resta il dubbio relativo alle linee seguite dal contagio, se attraverso i grandi fiumi russi oppure risalendo dal Mediterraneo). Fu comunque dal Mar Nero o dai porti del Mediterraneo settentrionale che la peste arrivò al delta del Nilo da dove risalì il fiume verso

 

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