NOTIZIARIO  STAMPA DETTI E SCRITTI 21 AGOSTO 2019

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NOTIZIARIO  STAMPA DETTI E SCRITTI 21 AGOSTO 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

L’individuo giunge al proprio diritto

unicamente per il fatto

di essere cittadino di un buono Stato.

GEORG W. F. HEGEL, Lineamenti di filosofia del diritto, ediz. 1821, § 153

 

 

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Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com 

 

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SOMMARIO

 

Quasi 10.000 italiani emigrati in Russia per lavoro nel primo semestre 2019

Scandalosi Clinton: 50 testimoni morti, Epstein è l’ultimo. 1

PANDAEMONIUM ITALIA. 1  

Perché le lobby LGBTQ si arroccano in difesa dei malfattori di Bibbiano? 

SILENZIO: VIETATO DISTURBARE IL TOTALITARISMO DELLA SINISTRA NELLA SCUOLA. 1

Le mani nere dietro il caos a Hong Kong vanno tagliate 1

Il ruolo degli Stati Uniti nelle proteste di Hong Kong 1

Guerra, impero e razzismo nell’Antropocene 1

Dai tiranni al popolo: radiografia del potere 1  

Scuola di pensiero forte: il corpo nella postmodernità  

Confermati i cyberattacchi statunitensi contro il Venezuela 1

La danse Mossad – Robert Maxwell e Jeffrey Epstein. 1  

Il manuale della sobillazione attuato dagli USA in Russia e in Cina

Open Arms, la procura fa sbarcare i migranti 1

QUALI POLITICHE PER L’IMMIGRAZIONE? 1

Open arms, omelia durissima di don Donato Piacentini: “I migranti vengono qui con telefonini e catenine d’oro” 1

L’Italia alle prese con il calendario delle agenzie di rating 1  

Banche centrali, banche e liquidità  

PIL E LAVORO/ I tre cambiamenti che porteranno ai mestieri del futuro 1  

Caporalato nella Cara di Mineo    

Ecco dove in Europa si trovano le bombe nucleari USA B61

Matteo Salvini, Antonio Socci e il complotto di Macron e Merkel: “Il partito straniero che vuole farlo fuori” 1   

La strategia de EL PAMPERO  

Ansia. Istruzioni per l’uso   

11 agosto 1861, l’antefatto al massacro di Pontelanduni e Pontelandolfo

 

 

EDITORIALE

I dolori del ceduo Governo

Manlio Lo Presti – 21 agosto 2019

La crisi di governo in corso presenta molti aspetti oscuri. Altro che trasparenza mediante la parlamentarizzazione della fine della legislatura!

Per chi – come il sottoscritto – non si accontenta delle apparenze, sorgono molte domande. La prima: perché proprio ora? Sembra di ritornare ai cosiddetti “governi balneari” durante l’afa e la quasi paralisi delle attività per vacanze. Il momento più propizio rimane quindi l’estate per le congiure di palazzo: storia vecchia, dunque.

Come al solito, nonostante le retoriche da bar che ci propina la megamacchina disinformativa prezzolata e soprattutto schierata su un ben preciso fronte, siamo immersi nella più profonda oscurità.

Sappiamo che ci sono alcuni “mandarini” che si aggirano con passo felpato nei corridoi e nelle segrete stanze, niente telefoni, niente messaggi ma molti pizzini consegnati o messaggi addirittura memorizzati e poi riferiti ai destinatari da portaordini in divisa che scorrazzano lungo le strade di una Roma sonnacchiosa e permanentemente levantina.

Niente di nuovo, dunque.

Ma la maggioranza dei cittadini non sa nulla mostrando di essere nella stessa condizione di un cittadino di una città mercantile dal medioevo ad inizi del Novecento che sapeva una notizia mesi e mesi dopo del suo accadimento.

Preso atto che le notizie diffuse non devono informare ma servono per mandare segnali minacciosi a qualcuno, preso atto che viviamo nella più densa opacità cognitiva, possiamo azzardare qualche ipotesi.

  • Questo governo non è caduto perché l’opposizione aveva una visione ed una progettualità migliore.
  • Questo governo non è caduto perché l’opposizione aveva realizzato precedentemente cose migliori di cui – tragicomicamente – rimprovera la mancata realizzazione al governo uscente.
  • Questo governo cade perché i soliti esponenti della Cupola di regia hanno deciso di farlo con lo scopo di far piombare l’Italia in un caos più duro di quello attuale, fino al confine con la esplosione di una guerra civile che gli inglesi eviterebbero con interventi ad hoc (vedi, ad esempio, l’uso degli 80 euro e l’applicazione del reddito di cittadinanza allo scopo di evitare il crollo della tenuta sociale). L’uso di sostegni al reddito è stato applicato in passato da altri Paesi europei con alterno successo.
  • Questo governo non è caduto per inefficienza, ma perché il nostro Paese è il crocevia di una contesa durissima fra gli USA e i poteri di Bruxelles. Gli USA non sono soddisfatti del comportamento elusivo della Germania sui temi geopolitici della sicurezza militare da opporre al fianco est dell’Europa che cerca di non pagare gli oneri della permanenza dell’esercito NATO ai confini russi.
  • Nulla vieta gli USA di utilizzare l’arma delle sanzioni commerciali per stremare la Germania che infatti sta entrando in recessione e ha deciso – alla faccia di tutti che non profferiscono parola – di sforare i vincoli di bilancio dalla stessa ossessivamente e stupidamente imposti a tutti, specialmente all’Italia.
  • Questa decisione provocherà una crisi titanica comunitaria dalla quale gli inglesi si sono sfilati in tempo uscendo dall’Unione – solo però dopo aver votato con i suoi eurodeputati a favore della sottopanza germanica della cancelliera!
  • Questo governo cade per far saltare il populismo incarnato da Salvini che costituiva un ostacolo alle politiche di immigrazionismo selvaggio di MIGRANTI-PAGANTI da importare per farne schiavi a tre soldi al giorno, votanti dei Dem ed infine – MOTIVO VERO – causa di raccolta di immensi finanziamenti governativi a tutela dei c.d. migranti nel passato pari a 12.000.000.000 di euro!!!!!!!!!
  • Questo governo è caduto perché non avesse la possibilità di decidere il prossimo presidente della repubblica.
  • Questo governo cade – dulcis in fundo – perché l’avatar del Colle possa nominare il V-VI-VII-VIII governo tecnico presieduto dal solito superesperto che ridurrà il nostro martoriato Paese come una landa sudamericana e/o africana dopo la spoliazione dei risparmi, delle ultime aziende da svendere all’estero, e dopo i pignoramenti massivi di centinaia di migliaia di case di proprietà colpite da una pesantissima patrimoniale che quasi tutti non saranno in grado di pagare, sempre dopo aver dato il tempo di evadere ai soliti miliardari …
  • Questo governo doveva cadere per far riprendere con maggiore vigore gli sbarchi di migliaia di cosiddetti MIGRANTI-PAGANTI con il supporto delle legioni politiche capeggiate dai Dem immigrazionisti, riducendo il nostro Paese al ruolo di

 

 

SACCA RAZZIALE DELL’UNIONE EUROPEA

 

Guarda caso, IL GIUDICE PATRONAGGIO DECIDE OGGI E NON DIECI GIORNI FA di far approdare la Open Arms E DI FARE SBARCARE I MIGRANTI-PAGANTI.

 

Perché questo ritardo, questa inerzia che lo rende responsabile di quello stato di indigenza e di malattie che le opposizioni imputano al governo e non anche a lui e cioè il reato di SEQUESTRO DI PERSONA e OMISSIONE DI SOCCORSO?

 

Quale è la causa di questo ritardo?

 

L’uomo di cui sopra era alla ricerca di coperture dalla Cupola che, per questo gesto, lo premierà fra due anni (adesso sarebbe troppo sporca e sfacciata) con un posto all’Antimafia, ai Servizi segreti o alla Cassazione????

 

P.Q.M.

 

EGLI – IRROGATORE DELLA LEX –

PUO’ TUTTO SENZA TEMA DI SANZIONI DISCIPLINARI,

MA PER LE STESSE OMISSIONI E RITARDI PUÒ ESSERE ACCUSATO

IL MINISTRO DEGLI INTERNI!!!

 

Non sappiamo il parere delle legioni ecclesiastiche guidate da EL PAMPERO, con l’appoggio del cardinale elettricista generoso con i soldi degli italiani e ancora silenzioso – come tutte le gerarchie vaticane sul LIQUAME TERRIFICANTE DELLE ELETTRIFICAZIONI DEI BAMBINI DI BIBBIANO .

 

ATTENDIAMO UNA RISPOSTA E NON FRA 25 ANNI !!!!!!!!!!

 

Nel frattempo, prepariamoci dentro le case, all’arrivo delle imminenti ondate razziali che devasteranno tutta l’Italia,

come da precisi ordini dell’asse infernale

ANGLO-FRANCO-TEDESCO-USA.

Ne riparleremo molto molto presto!!!!!!!

 

 

IN EVIDENZA

Quasi 10 mila italiani emigrati in Russia per lavoro nel primo semestre 2019

17.08.2019

 

Dal 2019 la guardia frontiera del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha iniziato a calcolare il numero dei cittadini stranieri che entrano nel Paese per i motivi di lavoro. Nei primi sei mesi del 2019 si sarebbero recati in Russia per il lavoro più di 9 mila italiani.

 

Il servizio statistiche della Russia, Rosstat, ha aggiornato gli strumenti statistici per l’organizzazione da parte dell’FSB del monitoraggio di numero di cittadini stranieri che arrivano in Russia.

 

Nel documento aggiornato, l’elenco dei motivi di soggiorno dichiarati è stato ampliato ed ora include anche “lavoro” e “studio”.

Secondo la divisione immigrazione del Servizio di Sicurezza russo, il numero totale degli stranieri arrivati in Russia nella prima metà del 2019 è stato di oltre 15 milioni.

La maggior parte degli stranieri arrivati per lavoro proviene dai paesi dell’area CSI:

  1. Uzbekistan (918 mila),
  2. Tagikistan (523,9 mila)
  3. Kirghizistan (265 mila)
  4. Ucraina (164,6 mila)
  5. Kazakistan (105,3 mila).

Nel periodo tra gennaio e luglio di quest’anno i numeri dell’afflusso

Continua qui:

 

https://it.sputniknews.com/mondo/201908177992646-quasi-10-mila-italiani-emigrati-in-russia-per-lavoro-nel-primo-semestre-2019/

 

 

 

 

 

 

 

 

Scandalosi Clinton: 50 testimoni morti, Epstein è l’ultimo

Scritto il 19/8/19

 

Sabato scorso, il miliardario Jeffrey Epstein, il detenuto di più alto profilo in custodia negli Stati Uniti, è stato trovato morto nella sua cella di Manhattan. Questo è avvenuto il giorno dopo che erano state rese pubbliche duemila pagine di documenti giudiziari, precedentemente secretati, riguardanti il procedimento contro Jeffrey Epstein per atti di violenza sessuale su minori. I documenti descrivevano come Bill Clinton avesse partecipato a feste private sull’isola del pedofilo Jeffrey Epstein.

Clinton aveva volato almeno 27 volte sull’aereo privato di Jeffrey Epstein. Nella maggior parte di quei voli era stato accompagnato da ragazze minorenni. Nonostante un precedente tentativo, appena tre settimane fa, di togliersi la vita, le guardie carcerarie, la notte di venerdì, avevano saltato i controlli previsti ogni 30 minuti alla cella di Epstein. Nelle prime ore del mattino lo avevano trovato morto. Jeffrey Epstein è l’ultimo di un lungo elenco di collaboratori e frequentatori della famiglia Clinton che sono morti misteriosamente o si sono suicidati prima della loro testimonianza pubblica. Nel 2016 la “Cbs” di Las Vegas aveva pubblicato un elenco degli associati Bill e Hillary Clinton che sarebbero morti in circostanze misteriose.

 

Ecco quella lista.

 

  1. James McDougal – Il socio dei Clinton condannato per il caso Whitewater era morto per un apparente attacco cardiaco mentre si trovava in isolamento. Era un testimone chiave nelle indagini di Ken Starr.
  2. Mary Mahoney – Una ex stagista della Casa Bianca, era stata assassinata nel luglio 1997 in una caffetteria Starbucks a Georgetown. L’omicidio era avvenuto subito prima che rendesse di pubblico dominio il fatto di avere subito molestie sessuali alla Casa Bianca.
  3. Vince Foster – Ex consigliere della Casa Bianca e collega di Hillary Clinton presso lo studio legale Rose di Little Rock. Era morto per una ferita da arma da fuoco alla testa, risolta come suicidio.
  4. Ron Brown – Segretario al Commercio ed ex presidente del Dnc [Comitato Nazionale Democratico]. La causa ufficiale della morte era stata impatto da incidente aereo. Un patologo che aveva partecipato alle indagini aveva riferito che c’era un buco nella parte superiore del cranio di Brown molto simile ad una ferita da arma da fuoco. Al momento della sua morte, Brown era sotto indagine e non aveva fatto segreto della sua volontà di concludere un accordo con gli inquirenti. Erano morti anche tutti gli altri passeggeri dell’aereo. Pochi giorni dopo, il controllore del traffico aereo si era suicidato.
  5. C. Victor Raiser, II – Raiser, uno dei principali responsabili dell’organizzazione per la raccolta fondi dei Clinton, era morto nella caduta di un aereo privato, nel luglio 1992.
  6. Paul Tulley – Direttore politico del Comitato Nazionale Democratico era stato trovato morto in una stanza d’albergo a Little Rock, nel settembre 1992. Descritto dai Clinton come “caro amico e consigliere fidato”.
  7. Ed Willey – Responsabile della raccolta fondi per i Clinton, era stato trovato morto nel novembre 1993 in un bosco della Virginia, con una ferita da arma da fuoco alla testa. Risolto come suicidio. Ed Willey era morto lo stesso giorno in cui sua moglie, Kathleen Willey, aveva affermato che Bill Clinton l’aveva palpeggiata nello Studio Ovale della Casa Bianca. Ed Willey era stato coinvolto in numerosi eventi di raccolta fondi per i Clinton.
  8. Jerry Parks – Capo della squadra di sicurezza governativa di Clinton a Little Rock. Ucciso con un’arma da fuoco mentre era in macchina in un incrocio deserto fuori Little Rock. Il figlio di Parks aveva riferito che il padre stava allestendo un dossier su Clinton. Aveva presumibilmente minacciato di rendere pubbliche queste informazioni. Dopo la sua morte, i

 

Continua qui:

 

https://www.libreidee.org/2019/08/scandalosi-clinton-50-testimoni-morti-epstein-e-lultimo/

 

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

PANDAEMONIUM ITALIA

Maurizio Blondet  19 Agosto 2019  83 commenti

Lo so, cari lettori, lo so: le notizie che mi mandate indignati le vedo anch’io.  Il punto è che indignarsi non serve più. E nemmeno ne ho più la forza.

Per esempio, questo:

Open Arms, Spagna offre porto. Fonti: “No emergenza sanitaria”. Salvini attacca

Il vicepremier: “Migranti ostaggio della ong”, in risposta all’organizzazione non governativa. Madrid critica e propone Algeciras per lo sbarco. Nuovo caso all’orizzonte: arriva la Ocean Viking con 356 a bordo

Vedo anch’io questo:

Vietato dire che i migranti stanno bene e sulla Open Arms non c’è
nessuna emergenza sanitaria, nemmeno se a certificarlo è un medico.
Quello di Lampedusa che ieri aveva spiegato come tra i tredici
naufraghi fatti scendere dalla nave della ong spagnola per gravi
patologie ci fosse solo un caso di otite
Dichiarazioni che sono costate a Francesco Cascio, responsabile del
poliambulatorio dell’isola siciliana, pure un interrogatorio da parte
degli inquirenti: il dottore – ora in vacanza – verrà infatti presto
ascoltato dalla polizia giudiziaria su incarico della procura di
Agrigento”.

Insomma vediamo tutti che la cosca spagnola della Open Arms commette reati e simulazioni sotto i nostri occhi, difesa dai media e che la magistratura italiana – a cominciare dall’inverosimile Tar del Lazio che si è avocato una giurisdizione universale  mai vista nel diritto, e  che sentenziacopre questa operazione odiosa di menzogna  contro il  popolo italiano.

Vedo anche, però, che Salvini “attacca”, sì: su Facebook.  Ossia senza alcuna efficacia.  Da  giovin teppistello del web, non da  ministro della polizia.  Su Facebook possiamo lamentarci e indignarci noi, che non siamo nessuno, e tanto meno al governo.  Lui da ministro, o anche da segretario della Lega, deve fare altro: intentare azioni sul piano giuridico, convocando il servizio legale del Ministero, o anche usano un collegio di legali che avrà  pure la Lega (ma ce l’ha?) e  contrastare le azioni truffaldine ad ogni livello.

Non mi pare possibile che la procura di Agrigento mandi la polizia giudiziaria ad interrogare il medico di Lampedusa, senza poter difendere il medico e rilevare – denunciare – la palese intimidazione.

Gli argomenti giuridici per dare battaglia anche alla procura non mancano.

La sindaca di Barcellona Ada Colau ammette di aver offerto alla Open Arms il porto di Barcellona (da secessionista, contro gli ordini del governo Sanchez) e che quella ha preferito sfidare la debole e stupida Italia:

Si può ad esempio esibire la testimonianza di Ruben Pulido, di GEfira:

Open Arms è stato autorizzato a salpare dal porto di Barcellona, per portare aiuti umanitari alle isole greche di Samos e Lesbo, ma NON per partecipare alle operazioni di salvataggio per gli immigrati nel Mediterraneo centrale.

 

Rubén Pulido

@rubnpulido

  • 4h

NOTA: Open Arms recibió la autorización para zarpar del puerto de Barcelona, donde llevaba bloqueado más de cien días, para llevar ayuda humanitaria a las islas griegas de Samos y Lesbos, pero NO para participar en tareas de rescate de inmigrantes en el Mediterráneo Central.

 

Open Arms lasciò il porto spagnolo senza permesso, ignorò i porti più vicini al sito di salvataggio e decise di intraprendere un’odissea mediatica da parte del Med centrale nonostante sapesse del decreto di @matteosalvinimi

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Perché le lobby LGBTQ si arroccano in difesa dei malfattori di Bibbiano?

Sono transomofobi Nek e Laura Pausini che hanno mostrato indignazione per i fatti di BIBBIANO?

 

 

No, sono PERSONE NORMALI come tutti noi, che hanno semplicemente a cuore le vite dei bambini immotivatamente strappati dalle braccia dei loro genitori.

 

Eppure, le lobby LGBTQ si scagliano contro Nek accusandolo anche di essere “pro-vita”, mentre il presidente dell’Arcigay Alberto Nicolini esulta alla notizia della revoca degli arresti domiciliari a Claudio Foti, direttore dell’Hansel e Gretel, inveendo contro l’opinione pubblica che lo aveva “malgiudicato” (ma il filone d’indagine resta aperto).

 

E allora è tutto chiaro:

 

A Bibbiano non è sotto attacco la comunità LGBTQ, è evidente,

ma la schifosa massoneria di cui i vertici delle Lobby LGBTQ fanno parte.

 

Non a caso al sindaco di Bibbiano è giunta anche la solidarietà dell’ANPI e non a caso la Sinistra arcobaleno, umana con tutti tranne che con gli italiani, invita a tacere e a “non strumentalizzare”.

 

Il fatto è che la massoneria dei diritti umani è forte e coesa, e se qualcuno di loro è in difficoltà, tutte le altre logge accorrono in difesa.

 

Annotiamo, tra l’altro, il disinteresse delle ONG per questo caso, non il primo non il solo.

 

Non abbiamo notato il benché minimo interessamento di Save the Children Italia, e non stupisce se si vanno a guardare i componenti del Consiglio Direttivo. Non c’era solo il figlio di De Benedetti (ora ne è uscito), ma c’è anche il segretario generale della Regione Lazio, uomo fidato di Nicola Zingaretti.

 

E vogliamo scommettere che tra un po’ Amnesty International assumerà la difesa dei “carnefici”?

 

Ma questa volta la massoneria del pensiero deviato non la spunterà.

Non c’è bisogno che si spendano Salvini, Di Maio e La Meloni per mettere sotto accusa i carnefici.

 

Questo caso trascende la tifoseria politica: qualsiasi persona perbene si rivolta all’idea che si possa far del male ai bambini, specie se gli si infliggono danni psicologici permanenti.

 

La “pancia della gente” non sarà in grado di filosofeggiare, ma sa riconoscere meglio degli intellettualoidi di sinistra la vera disumanità quando questa, accidentalmente, si mostra in maniera palese.

 

A quel punto è del tutto superfluo conoscere Soros o Emma Bonino!

 

Alfredo Traversi 21 07 2019

 

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10206092162499574&id=1727813093

 

 

 

 

SILENZIO: VIETATO DISTURBARE IL TOTALITARISMO DELLA SINISTRA NELLA SCUOLA

di Renato Cristin – 09 agosto 2019

 

Che l’ideologia di sinistra abbia, da almeno mezzo secolo, conquistato tutte le istituzioni della formazione, da quelle scolastiche all’Università, è una verità acclarata, una realtà consolidata e quindi una ovvietà che non sarebbe neanche il caso di menzionare, se non accadessero, quotidianamente, episodi che confermano quella occupazione e che suscitano lo sdegno, lo sconcerto, talvolta la reazione ma più spesso soltanto l’avvilimento, da parte di chi non è di sinistra e non ritiene che quel dominio debba essere un dato di fatto naturale, come viene spacciato dalla vulgata ideologicamente corretta, un frutto cioè della presunta superiorità della sinistra nel campo culturale in generale. La politicizzazione nelle nostre scuole, oggi forse meno sfacciata di un tempo ma non meno invasiva e pericolosa, è risaputa da chiunque abbia a che fare con l’ambito dell’istruzione: studenti, docenti, genitori. Si tratta di un lavoro di pazienza e di tenacia, capillare e giornaliero, fatto con astuzia e con arroganza, con una prassi aggressiva e intimidatoria, che isola gli avversari con vellutati cordoni sanitari o, nei casi più resistenti, con pressanti ricatti culturali.

Questa realtà di dominio e sottomissione è nota a tutti, a chi la subisce e a chi la crea, anche se questi ultimi la negano fino all’estremo e fino a cadere nel ridicolo. Una realtà corrotta, che dovrebbe – e che sarebbe dovuta da decenni – essere combattuta e modificata non solo dall’intervento delle forze politiche liberalconservatrici e antitotalitarie, bensì anche dal buon senso collettivo. Ma le prime non hanno mai avuto né il coraggio politico né l’energia culturale per farlo e sono state sempre vittima di un complesso di inferiorità e sudditanza nei confronti della sinistra, mentre il buon senso è stato a tal punto manipolato e frastornato da quella stessa sinistra detentrice del potere culturale, che a un certo punto è sembrato naturale che la cultura e la formazione scolastica fossero controllate dalla sinistra. Questo è il risultato di decenni di lavaggio del cervello a cui la sinistra culturale e politica ha sottoposto lo spazio pubblico italiano (e più in generale europeo).

Ciò che accade nelle aule scolastiche (il caso di quelle universitarie è diverso, per struttura e per modalità, ma dal medesimo tenore ideologico) è noto a tutti, ma a causa di un profondo timore, reverenziale o terrorizzato che sia, solo pochi osano rivelarlo. Nessun reato, sia chiaro, ma una pressione, costante e sistematica, sulla psiche degli alunni e del loro intorno, famiglie e amici, per instillare con lentezza e morbidezza le categorie mentali di quel paradigma così dannoso che viene definito il «politicamente corretto».

E il tutto va inserito in un quadro di progressivo abbassamento del livello culturale dell’insegnamento che, secondo logica, è causato da un proporzionale calo culturale degli insegnanti stessi. Già questa è una situazione

Continua qui:

http://opinione.it/cultura/2019/08/09/cristin_cultura-scuola-sinistra-totalitarismo-ideologico/

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Le mani nere dietro il caos a Hong Kong vanno tagliate

da aurorasito

Quotidiano del Popolo, 12 agosto 2019

Alcuni hanno tentato di interferire negli affari interni della Cina sollevando problemi, creando caos e provocando rivolte a Hong Kong. Non è la prima volta che forze straniere interferiscono negli affari di Hong Kong. Dalle mani nere dietro il movimento illegale “Occupy Central” alla diffusione di false dichiarazioni sugli emendamenti legge di Hong Kong, non hanno mai smesso di destabilizzare e danneggiare Hong Kong. Usavano persone a Hong Kong come “pezzi di scacchi” e “carne da cannone” per i loro piani politici, e poi approfittavano di una Hong Kong instabile. Istigavano gli estremisti creando problemi, addestrandoli, armandoli e facendo discorsi falsi per istigare

Continua qui:

http://aurorasito.altervista.org/?p=8084

 

 

 

 

 

Il ruolo degli Stati Uniti nelle proteste di Hong Kong

da aurorasito

Workers World, 30 giugno 2019

I media corporativi hanno utilizzato le recenti proteste di Hong Kong per attaccare e diffamare la Repubblica popolare cinese e il ruolo dominante del Partito comunista cinese col pretesto di difendere i diritti umani. Senza conoscere la storia, così come tutti i modi con cui i super ricchi nordamericani e il loro governo a Washington attuano la politica estera degli Stati Uniti, è impossibile comprendere le forze dietro le proteste a Hong Kong, una città che l’impero inglese sequestrò nel 1842 e restituì solo nel 1997. La dichiarazione dell’International Action Center affronta questi problemi.

L’imperialismo USA è il peggior nemico dei popoli del mondo che lottano per un futuro con dignità, sovranità e diritti umani completi. Wall Street e il capitale finanziario mantengono il loro dominio con la minaccia di oltre 800 basi militari straniere, portaerei, colpi di Stato, omicidi mirati, attacchi di droni e sanzioni per affamare da imporre a oltre 30 Paesi nel mondo. Wall Street utilizza anche il soft power del National Endowment for Democracy (NED) per finanziare migliaia di organizzazioni non governative, partiti politici reazionari e alleanze con dittatori corrotti in tutto il mondo. Aiuti ed interventi statunitensi non hanno mai protetto i diritti umani o la democrazia. Le recenti proteste di massa contro una proposta di modifica delle leggi sull’estradizione avevano scosso Hong Kong. È risposta naturale di tutte le forze progressiste a radunarsi con le manifestazioni di massa. Ma è dovere dei rivoluzionari guardare in profondità, chiedersi quali forze ci siano dietro un movimento e chi ne trae beneficio.

Origini
La Gran Bretagna rubò Hong Kong alla Cina alla fine della prima guerra dell’oppio nel 1842. Attraverso le guerre dell’oppio, i militari di Gran Bretagna e statunitensi imposero il commercio dell’oppio, i trattati ineguali e l’occupazione. Cento anni di saccheggi imperialisti impoverirono completamente e sottosvilupparono la Cina. La vittoria della rivoluzione cinese nel 1949 cambiò radicalmente la Cina iniziando a costruire il socialismo. Ma per 30 anni, dal 1949 al 1979, la Cina fu completamente isolata, bloccata e sanzionata da Stati Uniti e Paesi imperialisti occidentali. Nel 1979, a seguito della “riforma e apertura” avviata da Deng Xiaoping, la Cina fece concessioni alle riforme di mercato capitaliste. Ciò alla fine diede alla Cina accesso ad alcune tecnologie e capitali dal mondo industrializzato, ma fu un accordo col diavolo, rafforzando la classe capitalista in Cina. La colonia inglese di Hong Kong fu restituita alla Cina nel 1997 in base al principio “un Paese, due sistemi” che preservava gran parte del sistema giudiziario/amministrativo coloniale inglese dell’ex colonia. Hong Kong è un centro del capitale finanziaria mondiale. È profondamente ostile alle misure sociali che hanno tolto centinaia di milioni di persone nella Cina continentale dall’estrema povertà e fornito elevati standard di assistenza sanitaria, istruzione e infrastrutture moderne. Il capitale finanziario ha fatto forti passi in avanti in Cina. Hong Kong è la base operativa dell’occidente

Continua qui:

http://aurorasito.altervista.org/?p=8113

 

 

 

 

 

 

Guerra, impero e razzismo nell’Antropocene

 

DI NAFEEZ AHMED – 27 giugno 2019

medium.com

L’economia biofisica e la mentalità militare dell’iperrealtà industriale

 

Pubblicato da INSURGE INTELLIGENCE, un progetto di giornalismo investigativo finanziato dal crowdfunding per le persone e il pianeta

Questo articolo è stato originariamente commissionato dalla rivista spagnola Papeles, dove è programmata la pubblicazione di un’edizione in lingua spagnola leggermente ridotta.

 

L’Antropocene. Una nuova epoca geologica proposta, che designa il passaggio a un’era planetaria dominata dagli impatti umani, trasversalmente ai processi geologici della Terra. I geologi contestano la durata, la precisione, la pertinenza e persino l’accuratezza del concetto. Ma il termine è entrato sempre più nel lessico scientifico, poiché un numero crescente di esperti in una miriade di discipline riconosce che, per la prima volta nella storia, il futuro dell’intero pianeta – per generazioni se non millenni a venire – è ora fondamentalmente determinato dalle attività della specie umana. Ma l’Antropocene è molto più di un semplice cambiamento climatico. Si tratta di un intero sistema di vita, il cui progetto è massimizzare l’estrazione delle risorse a spese degli “Altri” sacrificabili. È intimamente legato a un sistema globale di razzismo che emerge dall’eredità dei secoli di colonialismo. Ed è inseparabile dalla incessante sequenza di guerre industriali, culminata nell’odierno stato permanente della “guerra al terrore” senza fine.

Riscaldamento globale indotto dall’uomo – terraformazione della Terra fino a renderla irriconoscibile

È l’impatto senza precedenti del cambiamento climatico antropogenico che, forse, ha avuto il ruolo più importante negli sforzi per definire l’Antropocene come una nuova era distintiva nella storia della Terra. Molteplici avvertimenti supportati da un consenso globale degli scienziati del clima hanno messo in guardia negli ultimi decenni che le attività umane, attraverso il crescente consumo di risorse di combustibili fossili – la combustione di petrolio, gas e carbone – stanno destabilizzando il ciclo naturale del carbonio della Terra.

Per centinaia di migliaia di anni, il pianeta ha mantenuto un equilibrio, uno spazio di “azione sicura” che offre un ambiente ottimale per l’insediamento umano e di altro tipo, in cui la quantità di carbonio emessa e assorbita dagli ecosistemi planetari rimane stabile.

Ma dalla Rivoluzione Industriale, poiché la civiltà umana si è inesorabilmente espansa, consumando nel frattempo maggiori quantità di energia da combustibili fossili, le associate emissioni di biossido di carbonio (CO2) sono aumentate esponenzialmente – sopraffacendo la capacità di assorbimento del pianeta. Il risultato è stato un aumento costante delle temperature medie globali.

Gli scienziati avvertono che l’aggiunta extra di CO2 nell’atmosfera, intrappolando un maggiore calore, sta a sua volta determinando scompiglio crescente per il clima, il meteo e i sistemi ecologici della Terra. Mentre la civiltà umana continua la sua espansione, mentre continua a bruciare quantità crescenti di combustibili fossili, la comunità delle scienze del clima avverte che al di sopra di un certo livello di CO2 e riscaldamento globale, gli ecosistemi planetari si modificheranno a un punto di non ritorno, in una nuova era pericolosa – al di fuori dei limiti delle precedenti centinaia di migliaia di anni, al di fuori di qualsiasi cosa gli esseri umani abbiano mai vissuto.

Se continuiamo su questo percorso di business-as-usual, le proiezioni conservative suggeriscono che ci stiamo dirigendo verso un punto qualunque di un aumento della temperatura media globale tra i 3 e i 6 gradi Celsius.

Altri, come Schroders, la società di investimento globale, hanno suggerito che potremmo dirigerci verso un pianeta [con aumento di temperatura media di] 8° C, a causa dell’attuale tasso di consumo di combustibili fossili – la proiezione della temperatura a 8° Ci è stata suggerita anche da uno studio finanziato dall’US Department of Energy’sClimateChangeResearchDivision, che ha evidenziato il potenziale impatto dell’”amplificazione dei feedback loops”, innescato dall’alterazione dei processi del sistema terrestre, che potrebbero scatenare un’ulteriore concentrazione di gas serra.

Tra i 4 e i 6 ° C, la maggior parte degli scienziati del clima concordano sul fatto che ci sarebbe un tale livello di caos che il pianeta diventerebbe in gran parte inabitabile. La variazione è complicata e dipende da un concetto chiamato “Sensibilità del sistema terrestre”: la sensibilità degli ecosistemi del pianeta al cambiamento di CO2. Ma anche a una stima prudente della sensibilità, un pianeta [con aumento medio della temperatura di] 3° C, al quale probabilmente ci stiamo dirigendo, dovrebbe essere considerato “estremamente pericoloso”; e un aumento della temperatura media globale entro la soglia di 3-4 gradi, creerebbe probabilmente condizioni che rendono sempre più insostenibili le infrastrutture di base della civiltà umana.

Nei limiti in cui i governi stanno prendendo sul serio questa minaccia, lo stanno facendo in gran parte al fine di valutare le implicazioni per la propria azione – e al fine di considerare come sostenere la condizione di business-as-usualnel mezzo della crescente instabilità. Questo è il contesto in cui molti studi hanno concluso che la nostra attuale traiettoria dei cambiamenti climatici aumenterà le possibilità di conflitto. Per la maggior parte, le agenzie di sicurezza nazionali occidentali che hanno esaminato la questione, concordano sul fatto che mentre il cambiamento climatico non produce automaticamente guerra, agisce come un “amplificatore” che aumenta la possibilità di guerra, a causa dei suoi impatti in termini di scarsità d’acqua, degenerazione dei sistemi alimentari fondamentali, scarsità delle forniture energetiche convenzionali e l’impatto imprevedibile di eventi meteorologici estremi. Talvolta tali impatti possono devastare le infrastrutture e portare al collasso dei servizi pubblici. In questi contesti, lo scoppio di guerre e conflitti che si diffonde è ampiamente riconosciuto come un probabile sintomo del cambiamento climatico su una via di business-as-usual.

Il problema è che questo di solito porta a una scarsa riflessione sulla necessità di cambiare il sistema umano che sta producendo questa traiettoria – invece, ci viene ampiamente detto della necessità di una maggiore espansione dei poteri di sicurezza per rispondere al caos di un impatto climatico mondiale: l’intensificazione dello stesso sistema che ha prodotto il problema.

Sul polo opposto dello spettro, abbiamo un chiaro negazionismo di stato, radicato nell’obiettivo di proteggere il sistema di sfruttamento infinito di combustibili fossili, a qualsiasi costo immaginabile. Si sta affermando che l’amministrazione Trump, a marzo 2019, stava prendendo in considerazione la creazione di un panel della Casa Bianca per contestare le risultanze di svariate valutazioni militari e di intelligence statunitensi sui gravi rischi per la sicurezza, rappresentati dai cambiamenti climatici. Il che è interessante, dato che il Pentagono emette più emissioni di combustibili fossili tanto quanto 140 Paesi distinti.

Eppure, la preoccupazione per la guerra che emerge dalla visione limitata della “sicurezza nazionale”, attraverso la quale lo sguardo umano è ossessionato principalmente dalle minacce fisiche agli interessi degli Stati-nazione, è in definitiva controproducente, sintomatica della frammentaria struttura cognitiva in cui le istituzioni regolate dagli uomini sono attualmente in grado di pensare

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Linkhttps://medium.com/insurge-intelligence/war-empire-and-racism-in-the-anthropocene-133f13c3fb1

 

https://comedonchisciotte.org/guerra-impero-e-razzismo-nellantropocene/

 

 

 

 

CULTURA

Dai tiranni al popolo: radiografia del potere

Corrado Ocone – 8 AGOSTO 2019

Rieditato dopo oltre 40 anni “saggio sui potenti” una brillante analisi dello storico Piero Melograni. Il potere non si muove mai in modo unidirezionale: si può manipolare l’opinione pubblica ma alla fine sono le masse che decidono quando il capo ha esaurito il suo dominio

Cosa è il potere?

Fiumi di inchiostro sono stati sparsi nei secoli per rispondere a questa domanda, in modo diretto o indiretto. Nulla più del potere sembra sia correlato alla vita degli uomini in società. E niente più del potere genera all’un tempo fascino e timore, attrazione e repulsione, amore e odio.

L’impressione è che però del potere se ne abbia ancora un’immagine mitologica, illusoria, non corrispondente alla realtà effettuale. Esso, dopo tutto, non lo si riesce a definire con precisione. Meglio perciò partire dai potenti, o presunti tali, cioè da coloro che a prima vista sono i titolari del potere. Forse, dalle loro vite e dalle loro azioni sarà possibile capirci un po’ di più. È questo ragionamento che suppergiù dovette fare più di quarant’anni fa ( nel 1977 per la precisione) il grande storico Piero Melograni, che scrisse e poi pubblicò per Laterza un pamphlet di facile lettura che intitolò Saggio sui potenti.

Con parole semplici e con tanti esempi (tratti soprattutto dalla storia novecentesca che più frequentava), egli si ripromise di accompagnare quasi per mano il lettore lungo un percorso che doveva approdare a un esito addirittura sorprendente: i potenti sono molto meno potenti di quanto si pensi, e il potere è molto più diffuso e molecolare di come noi ci siamo abituati da sempre a considerarlo. Va dato perciò atto alla casa editrice Einaudi di aver compiuto una bella operazione rimettendo in giro in una nuova edizione il libro di Melograni (ET Saggi, pagine 131, euro 12), che possiamo considerare un piccolo classico, che non invecchierà mai, proprio perché tocca problemi connaturati all’essere umano e sa parlare a tutti e con il linguaggio di tutti, senza lasciare minimamente trasparire o pesare la profonda cultura che sta in sottofondo.

Una virtù propria del grande maestro, quale indubbiamente Melograni era. Ma anche una virtù propria del grande storico che, con un semplice e piano argomentare, sa smontare ad una ad una, tutte le costruzioni intellettualistiche sul potere che sono proprie degli scienziati della politica. I quali, per la metodologia (positivistica) della loro disciplina, sono impossibilitati per principio a cogliere il cuore pulsante e ultimo della realtà. Non è un caso che nella breve antologia posta al termine del volume, Melograni citi moralisti (Montaigne), storici (Tocqueville), scrittori (Tolstoj e Roth), ma non scienziati della politica in senso stretto ed empirico.

Negli ultimi decenni sono cambiate tante cose, che Melograni come chiunque altro poteva solo

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https://ildubbio.news/ildubbio/2019/08/08/dai-tiranni-al-popolo-radiografia-del-potere/

 

 

 

 

 

 

Scuola di Pensiero Forte: il corpo nella postmodernità

Lorenzo Maria Pacini – 14 Agosto 2019

 

Un evento proprio della postmodernità, l’epoca che stiamo vivendo, è senza dubbio quello della dissoluzione del soggetto. Una volta fatto ciò, l’attenzione si è spostata sul corpo in senso assoluto. Nella costruzione della propria immagine il dovere principale è costituito dalla cura del proprio corpo.

Il XX secolo è stato rivoluzionario sotto questo punto di vista: nello sport è nata tutta una specifica attenzione alla preparazione atletica, supportata dal rapido avanzare delle scienze motorie e sportive proprie, senza dimenticare l’apparizione del body building, il culturismo, vera e propria strutturazione dell’idolatria del corpo e della sua forma estetica, spinta fino all’eccesso e alla esagerazione delle sue parti; nell’estetistica troviamo il make up, per usare un termine inglese, con tutta l’industria ad esso collegata ed un commercio da capogiro, e si è diffusa ancor di più la pratica della depilazione, delle cure di bellezza, dei massaggi e via dicendo; la cosiddetta rivoluzione sessuale del “68 ha determinato uno spartiacque netto ed inequivocabile per quanto riguarda il corpo e la sessualità, volendola liberalizzare, sminuire e desacralizzare, fino alla più completa banalizzazione fatta di volgarità, di oscenità e di perversione, non da ultimo con l’avanzamento imperante di tutto ciò che è contro natura, fatto passare come normale e lecito; in ambito medico e scientifico, le nuove tecnologie hanno messo in discussione il concetto di corpo, tramite le protesi artificiali, la costruzione dei cyborg, la digitalizzazione della vita ma anche la facilità con cui un corpo può essere

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http://www.ilpensieroforte.it/cultura/2481-il-corpo-nella-postmodernita

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Confermati i cyberattacchi statunitensi contro il Venezuela

da aurorasito

TeleSur 11 agosto 2019

Le indagini della società di sicurezza informatica slovacca ESET rivelavano un avanzato attacco spionistico di hacker statunitensi contro le Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) del Venezuela, coll’obiettivo di identificarne le unità militari più “vulnerabili”. Secondo il ricercatore dell’azienda, Alexis Dorais-Joncas, gli attacchi informatici sono comandati da hacker con conoscenza del gergo militare e si concentrano sulla ricerca di informazioni su rotte, logistica e posizioni dei sistemi di difesa. “In questo caso, siamo abbastanza sicuri che la maggior parte delle vittime di tali hacker appartenga all’esercito venezuelano, in base ai documenti che hanno catturato”. Una delle strategie di spionaggio utilizzate è nota come “Trojan Horses in Bits”, insieme alla pratica del phishing, afferma il rapporto. Tecniche di tale tipo furono anche registrate negli ultimi anni negli attacchi contro sistemi informatici di Ecuador, Colombia e Nicaragua, ma ora sono concentrati contro le strutture del governo venezuelano, secondo l’indagine di ESET. Gli esperti slovacchi contavano da marzo 50 computer dello Stato

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http://aurorasito.altervista.org/?p=8107%20CONFERMATI%20I%20CYBERATTACCHI%20USA%20CONTRO%20IL%20VENEZUELA

 

 

 

 

 

 

La danse Mossad – Robert Maxwell e Jeffrey Epstein 

JENNIFER MATSUI – 16 08 2019

counterpunch.org

Al magnate dei media ed ex deputato laburista Robert Maxwell (padre di Ghislaine Maxwell, la partner nel crimine di Jeffrey Epstein) era stato tributato il funerale di stato a Gerusalemme, dopo che *accidentalmente* era caduto in mare dal suo yacht, sfortunatamente battezzato “Lady Ghislaine.” Successivamente, è stato rivelato che Maxwell Sr era una risorsa del Mossad e che aveva utilizzato la sua vasta rete di connessioni e di piattaforme editoriali per influenzare nemici e amici allo stesso modo, assicurando così la loro fedeltà a quel governo straniero che lo aveva arruolato per il suo lavoro di spionaggio.

Il suo impero giornalistico di bassa lega era l’organo propagandistico color piscio degli interessi che serviva, vegliando sulla loro rapida e tentacolare crescita in tutto il mondo. In modo ancor più sinistro, era stato determinante nel riuscito tentativo di questa agenzia di spionaggio di installare una trapdoor nel software destinato all’uso governativo, consentendo agli Israeliani un accesso diretto ad una vasta rete di computer per mezzo di un malware non rilevabile.

Al momento della sua morte, il magnate, già caduto in disgrazia, era sotto inchiesta per aver saccheggiato i fondi pensione delle sue compagnie al fine di coprire le perdite causate dalle sue innumerevoli e sconsiderate acquisizioni e per mantenere uno stile di vita lussuoso, che amava condividere con amici di alto profilo, come Henry Kissinger e Barbara Walters. Curiosamente, molti di questi esemplari fossilizzati del gruppo di amici di Robert Maxwell dell’era reaganiana gravitavano anche intorno ad Epstein, in particolare Donald Trump, il cui resort di Mar-a-Lago sarebbe diventato in seguito un centro di reclutamento per le “terapiste del massaggio” minorenni impiegate da Epstein.

Andiamo avanti di vent’anni dai giorni in cui un magnate del casinò si ingozzava di tartine con la vecchia guardia della “palude.” C’è da notare un simile, se non identico, modus operandi nel ruolo avuto da Maxwell e da Epstein nel procurare tecnologia agli Israeliani, che, a loro volta, la rivendevano arricchita con componenti aggiuntivi non divulgati, che assicuravano loro il libero accesso ai database dei suoi utilizzatori.

Come il suo predecessore, Epstein aveva una partecipazione finanziaria in una startup (guidata dall’ex Ministro della Difesa israeliano e in seguito Primo Ministro, Ehud Barak) collegata al settore dell’industria della difesa israeliana che fornisce infrastrutture per i servizi di emergenza come piattaforma di gestione delle chiamate. Considerando i collegamenti della compagnia con l’intelligence militare, non sarebbe azzardato fare qualche ipotesi su alcune delle altre funzioni “speciali” di questo software. Una variante della vecchia tecnologia che Maxwell era stato in grado di procurare ai suoi capi israeliani era stata successivamente venduta ai Sauditi, che avevano sfruttato le sue sofisticate capacità di localizzazione per assassinare Jamal Khashoggi.

Epstein, come Maxwell, stava gettando le basi per le attività di spionaggio israeliano tramite la sua partecipazione a società con un’agenda politica nascosta in prodotti destinati all’esportazione internazionale. Come sembra, il filantropo playboy trastullava e lusingava i suoi amici di alto profilo per irretirli come partner, rendendoli complici in quello che legalmente si potrebbe definire tradimento. Le attività segrete di Epstein non sono di certo senza conseguenze nella vita reale per chiunque abbia la sfortuna di ritrovarsi sotto il radar internazionale di Israele, in particolare per coloro che mettono in discussione le politiche dello status quo in atto, che privilegiano gli obiettivi politici e finanziari dello “Stato Ebraico” rispetto alla vera giustizia e alla stabilità globale.

Se vi siete mai chiesti perché i crimini di guerra di Israele e l’espansione degli insediamenti non vengano mai contestati dai legislatori statunitensi, considerate le conseguenze, in grado di distruggere intere carriere, contenute in quei dossier

 

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https://comedonchisciotte.org/la-danse-mossad-robert-maxwell-e-jeffrey-epstein/

 

 

 

 

 

Il manuale della sobillazione attuato dagli USA in Russia e Cina

Luciano Lago – 14 Agosto 2019

 

Impossibilitati ad affrontare militarmente il blocco Cina-Russia, divenuto troppo forte anche a giudizio degli strateghi della Casa Bianca,

 

gli Stati Uniti hanno adottato una strategia di guerra ibrida che prevede una serie di misure, fra cui la sobillazione di rivolte interne, al fine di produrre un cambio di regime.

 

Si tratta di una forma di guerra (già descritta dai manuali della CIA) in cui il gruppo di potere di Washington ha mobilitato tutti i suoi servizi di intelligence che possono contare sul supporto dei mega media come Google, Facebook e Twitter, oltre che sulle quinte colonne filoamericane presenti in quei paesi. L’obiettivo è quello di mobilitare masse di persone, con agenti USA opportunamente infiltrati, per creare disordini e manifestazioni di protesta che possano destare il massimo clamore possibile.

Questo è esattamente quello che sta avvenendo ad Hong Kong ed a Mosca.

I russi non stanno a guardare, hanno capito la manovra e prendono le loro contromisure. La Russia ha convocato un alto diplomatico statunitense, Tim Richardson, per presentare una protesta formale contro le interferenze di Washington negli affari interni della Federazione russa dopo che l’Ambasciata USA a Mosca aveva scopertamente appoggiato una manifestazione non autorizzata nella scorsa settimana.

Mosca ha anche presentato una protesta ai proprietari di Google che, attraverso You Tube, ha incitato i dimostranti a scendere in strada. I servizi di intelligence russi hanno inoltre scoperto una rete di finanziatori di queste manifestazioni che, senza alcuna sorpresa, porta alla Open Society di Soros ed alla NED (National Endowment for Democracy) che è una “organizzazione non governativa” (proforma), dipendente ufficialmente dal Congresso Usa che l’ha creata e la finanzia per “diffondere la democrazia nel mondo”, naturalmente quella americana.

Tra i progetti sostenuti dal NED vi è stato quello di finanziare attivisti dell’opposizione anti Putin, come Alexei Navalny, membro di un gruppo denominato Consiglio di coordinamento dell’opposizione russa. Oltre a questi il NED

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http://www.ilpensieroforte.it/mondo/2485-il-manuale-della-sobillazione-attuato-dagli-usa-in-russia-e-cina

 

 

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Open Arms, la procura fa sbarcare i migranti

Francesca Spasiano – 21agosto 2019

Dopo l’ispezione a bordo Patronaggio dispone il sequestro della nave

Dopo 20 giorni passati al largo di Lampedusa, i migranti della Open Arms hanno iniziato lo sbarco. Lo ha deciso il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio che ha disposto il sequestro della nave della Ong spagnola a causa della «grave situazione sanitaria».

La decisione della procura arriva nelle ore finali del governo Conte e la notizia piomba al Viminale pochi minuti dopo la fine del discorso del ministro Matteo Salvini.

I lunghi giorni della Open Arms sono conclusi. E’ il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, a stabilire in fine le sorti degli 83 migranti ancora a bordo della nave Ong battente bandiera spagnola, che da giorni stazionava a pochi metri dal porto di Lampedusa. La Procura ha disposto nel tardo pomeriggio di ieri il sequestro della nave e lo sbarco immediato degli occupanti per motivi sanitari a seguito della lunga ispezione che aveva eseguito personalmente Patronaggio accompagnato da personale medico e polizia giudiziaria intorno alle 14.30 di ieri.

Il sequestro è stato disposto nell’ambito di un’indagine che ipotizza i reati di abuso di ufficio e omissione di atti di ufficio, al momento a carico di ignoti. Ne dà notizia sul suo profilo Facebook il ministro Salvini che dopo la concitata agenda politica di ieri non abbandona la linea dura: «Qualcuno nel nome del governo dell’inciucio vuole riaprire i porti ma finché campo io difenderò la sovranità del mio paese e quindi sono corso dal Senato al Viminale».

Il Procuratore Patronaggio è una vecchia conoscenza del ministro degli Interni a partire dall’indagine per sequestro di persona che aveva coinvolto Matteo Salvini in seguito al caso della nave Diciotti. Continua quindi il braccio di ferro tra il Viminale e la Magistratura, mentre Salvini afferma sicuro che «se qualcuno pensa di spaventami con l’ennesima denuncia e richiesta

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https://ildubbio.news/ildubbio/2019/08/21/open-arms-la-procura-fa-sbarcare-i-migranti/

 

 

 

 

 

QUALI POLITICHE PER L’IMMIGRAZIONE?

di Gustavo Micheletti – 19 agosto 2019

 

L’ondata migratoria che si sta abbattendo da qualche anno sull’Europa provoca, ormai da troppo tempo, un numero di vittime che non può lasciare nessuno indifferente. Sebbene queste siano diminuite negli ultimi anni (secondo dati Unhcr 4578 nel 2016, 2873 nel 2017, 1311 nel 2018 e in ulteriore diminuzione nel 2019) sono sempre troppe, specialmente considerando che è nel contempo cresciuto anche il numero di coloro che sono detenuti nelle carceri libiche, dove sono costretti a subire ogni sorta di torture e sevizie.

La stessa Unione europea e il Trattato di Schengen sono oggi messi in discussione anche per i disaccordi che sono sorti sul tipo di politica che sarebbe più opportuno adottare. Le due opposte strategie che sembrano fronteggiarsi possono essere grosso modo riassunte come segue: da un lato ci sono i paesi del sud Europa, come la Grecia o l’Italia, che vorrebbero organizzare e gestire l’accoglienza di migranti sul territorio europeo tramite un’equa ripartizione di quote tra i paesi membri; dall’altro ci sono i paesi del nord e dell’est Europa che si stanno orientando sempre più esplicitamente per porre degli argini nazionali all’ondata migratoria, considerando la ripartizione di quelli che continueranno comunque ad arrivare una questione subordinata.

La prima strategia (quella della quasi totalità dei paesi nordeuropei ed esteuropei) sembra a molti in genere più realistica, ma ad altri anche “spietata”; la seconda, forse meno realistica (almeno per i primi), ma nel complesso più “umana”. Il dubbio che può sorgere rispetto a quest’ultima posizione rischia però di capovolgere quest’impressione.

Il dubbio è il seguente: se qualche forza politica al governo è davvero convinta che un’accoglienza illimitata possa costituire la soluzione del problema, o almeno quella che provoca il male minore, e quindi che non debba essere costruito alcun tipo di muro, o argine, o filtro utile per difendere i confini nazionali o europei, perché non provvede a far arrivare i migranti senza foraggiare le organizzazioni criminali che gestiscono attualmente il loro traffico facendone strage? Ciò sarebbe infatti possibile in una maniera molto semplice.

La tariffa media che bisogna pagare alle organizzazioni criminali per tentare di arrivare in Europa si aggira intorno ai 5000 euro. Si potrebbe allora stabilire che chiunque voglia venire – per esempio, in Italia – possa recarsi nel consolato italiano più vicino – nel proprio paese se ve n’è uno, o in un paese limitrofo – e fare la richiesta di visto, che potrebbe, per esempio, avere un costo di 3500 euro. Una volta giunto in Italia con regolare volo di linea i soldi che ha versato per il visto gli sarebbero restituiti in tre rate mensili. La spesa complessiva risulterebbe senz’altro assai minore, la sua parte più cospicua verrebbe restituita al migrante e, soprattutto, questi potrebbe

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http://opinione.it/editoriali/2019/08/19/micheletti_editoriali-immigrazione-ue-accoglienza-illimitata/

 

 

 

 

 

 

Open arms, omelia durissima di don Donato Piacentini: “I migranti vengono qui con telefonini e catenine d’oro”

16 agosto 2019

 

VIDEO QUI:

https://tv.liberoquotidiano.it/upload/2788899-QuestoilvideochestadiventandoviralesuFacebookascoltarlo_SDmp4.mp4

 

Durante i festeggiamenti per San Rocco a Sora, in provincia di Frosinone, nel Lazio, il parroco don Donato Piacentini ha pronunciato delle parole molto dure sui migranti: “Vengono qui con telefonini e catenine d’oro“, ha detto.

E ancora: “Ma quali persecuzioni?”, si è chiesto durante l’omelia

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https://tv.liberoquotidiano.it/video/italia/13493447/open-arms-omelia-durissima-don-donato-piacentini-sora-migranti-telefonini-catenine-oro.html

 

 

 

ECONOMIA

L’Italia alle prese con il calendario delle agenzie di rating

Oltre ai calendari della crisi di governo e della manovra, il nostro Paese deve prestare attenzione alle scadenze delle agenzie. La prima sarà Moody’s il 6 settembre poi arriverà S&P il 25 ottobre. Le cose da sapere.

Carlo Terzano17 Agosto 2019

A ricordare al Paese che non potrà macerare ancora a lungo nell’incertezza politica non ci sono solo il calendario della crisi e quello della manovra economica. Appeso al muro ne troviamo anche un terzo, non meno importante, che riporta le date entro le quali le principali agenzie di rating emetteranno le loro sentenze. Vere e proprie sessioni di esami di fine estate durante le quali l’affidabilità e la preparazione del nostro Paese finiranno sotto la lente di ingrandimento e sarà deciso se restiamo buoni pagatori o meno. E dato che infrastrutture, servizi, stipendi, ma anche lo stesso debito pubblico è pagato a suon di obbligazioni, risulta evidente perché non possiamo correre il rischio di essere bocciati. Non esiste, difatti, la possibilità di ripresentarsi al prossimo appello.

COME FUNZIONANO LE AGENZIE DI RATING

Ne sentiamo sempre parlare, soprattutto dalla crisi economica del 2009. Ma siamo sicuri di conoscere il loro funzionamento? Partiamo dalle basi: quando un soggetto, come una società o uno Stato, si indebita (e l’indebitamento di per sé non è un concetto negativo), un investitore può decidere se investire o meno prestandogli denaro. Occorre però che un altro soggetto, che si assume essere terzo e imparziale, recensisca la solvibilità del debitore. Dica, insomma, quali sono le chance che ha il creditore di rivedere nel proprio portafogli la somma investita con l’aggiunta degli interessi. Sulla base delle valutazioni delle agenzie di rating si calcola il rendimento dei titoli obbligazionari. Quindi il rating rappresenta uno dei fattori che determinano il costo del prestito e le conseguenti condizioni di rimborso. Come sul mercato

 

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https://www.lettera43.it/rating-calendario-italia-moodys/?refresh_ce

 

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

Banche centrali, banche e liquidità

© flickr.com/ ctj71081

17.08.2019 – Paolo Raimondi

 

E’ in atto una nuova espansione monetaria. La Federal Reserve ha abbassato a fine luglio il tasso di sconto al 2,25%. Entro la fine dell’anno si prevedono nuovi ribassi.

Molti temono che, a differenza del 2007 quando il tasso di sconto era del 5,25%, la Fed, in caso di una nuova crisi, potrebbe avere minori spazi di manovra. Il suo bilancio è cresciuto dai mille miliardi di dollari del 2007 ai 4.500 miliardi odierni. Il 55% dell’ammontare sarebbe costituito da asset backed security (abs), titoli spesso ad alto rischio.

La Banca centrale europea ha annunciato che a settembre si potrebbero attivare nuove forme di Quantitative easing. Dal 2005, soprattutto dopo la Grande Crisi del 2008, la Bce ha quintuplicato il suo bilancio comprando dalle varie banche titoli sia pubblici sia privati in loro possesso.

La domanda cruciale resta sempre la stessa: questa nuova liquidità arriverà veramente ai settori produttivi? Vi saranno prestiti e investimenti oppure, invece, acquisti di titoli del debito pubblico e altri più rischiosi, “parcheggiando”, di fatto, la nuova liquidità nel sistema bancario?

E’ ben noto che tutte le grandi banche americane ed europee sono esposte a forti stress e a possibili instabilità, in particolare per la loro attività con i derivati finanziari anche di tipo speculativo. Al riguardo vi è una fortissima compenetrazione tra

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https://it.sputniknews.com/opinioni/201908177991834-banche-centrali-banche-e-liquidita/

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

PIL E LAVORO/ I tre cambiamenti che porteranno ai mestieri del futuro

19.08.2019 – Mario Mezzanzanica

 

Il mercato del lavoro sta vivendo cambiamenti strutturali rilevanti ed è bene comprenderli per capire quali saranno i mestieri del futuro

Dopo la crisi finanziaria degli ultimi anni, lo scenario macroeconomico è stato caratterizzato da un contesto di graduale ripresa economica sia a livello mondiale che a livello europeo e nazionale. Tale ripresa non è stata accompagnata da una crescita dell’occupazione altrettanto robusta. Il tasso di creazione dei posti di lavoro è stato ben al di sotto della media precedente la crisi (si è spesso utilizzata la frase: crescita senza occupazione) lasciando presagire l’esistenza di cambiamenti strutturali nella relazione tra sistema della produzione e occupazione. Ma la situazione generale si potrebbe ulteriormente complicare se troveranno conferma le voci sempre più forti degli ultimi giorni che prevedono l’arrivo di un’ulteriore fase di recessione internazionale.

Non è chiaro quali strade si potranno percorrere affinché l’attuale sistema socioeconomico esca definitivamente dalla fase di crisi in cui si trova. Nello stesso tempo è certo che uno dei punti decisivi per una ripresa o per un’ulteriore caduta riguarderà il tema del lavoro. Il tasso di occupazione in Italia (che identifica la popolazione che partecipa attivamente al mercato del lavoro) è sostanzialmente fermo: al 2008 era pari al 58,6%, nel 2018 è al 58,5%. Parallelamente la disoccupazione oscilla ormai da molto tempo intorno al 10% e si attesta su livelli drammatici per ciò che riguarda i giovani (circa il 30%). Anche i dati tendenziali più recenti – giugno 2019 su giugno 2018 – mostrano un sostanziale stallo occupazionale (valori sostanzialmente identici). Questo significa che la curva dell’occupazione, che aveva ripreso a salire dopo il calo del secondo semestre 2018, si è nuovamente fermata.

Anche la ripartizione tra contratti a termine e a tempo indeterminato sembra ormai assestata in un intorno del 15%, nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa, a testimonianza del fatto che le imprese necessitano ormai stabilmente di una quota di flessibilità occupazionale. È importante in questo senso ricordare che la flessibilizzazione occupazionale delle imprese, osservata dal punto di vista dei lavoratori, corrisponde a una propensione alla mobilità sempre più evidente. Nel XVIII Rapporto annuale Inps emerge con chiarezza estrema che il tasso di sopravvivenza di un contratto “a tempo indeterminato” a 36 mesi dalla sua stipula è pari a circa il 41%.

È indubbiamente sempre più difficile parlare di posto fisso che dura una vita e, nello stesso tempo, vale la pena chiedersi se hanno senso le politiche di incentivazione all’assunzione a tempo indeterminato. Come ricordato più volte, anche su queste pagine, negli ultimi 15 anni le politiche attuate, pur avendo dato qualche contributo positivo, non hanno portato risposte significative allo sviluppo e crescita di un mercato del lavoro che sta vivendo cambiamenti strutturali rilevanti.

Questi cambiamenti si possono in sintesi riassumere in tre fattori. Il primo è costituito dall’invecchiamento della popolazione che da una parte costituisce un vero e proprio “tappo” all’ingresso del mercato del lavoro dei più giovani con conseguenze negative sul tasso di disoccupazione giovanile e dall’altra fa sì che le competenze dei lavoratori anziani non siano più adeguate al rapido cambiamento del tessuto economico (un problema noto come “obsolescenza delle competenze”).

Il secondo fattore è legato al processo di globalizzazione e al cambiamento che esso ha introdotto nella struttura produttiva. L’affidamento all’esterno di alcuni processi aziendali (outsourcing) e/o la delocalizzazione di alcuni processi produttivi (offshoring) ha modificato profondamente la struttura della produzione determinando un aumento della domanda relativa di lavoratori di “basse competenze” nei paesi in via di sviluppo e un complementare aumento della domanda relativa di lavoratori con “alte competenze” nelle economie avanzate.

Il terzo fattore, probabilmente il più rilevante, è costituito dal progresso tecnologico. Il rapido sviluppo delle tecnologie e l’utilizzo massiccio dell’informatica nel processo produttivo hanno radicalmente mutato le competenze richieste ai lavoratori. Le nuove tecnologie consentono l’automazione di un crescente numero di attività che precedentemente venivano svolte dalle persone. Inizialmente questi meccanismi di automazione si sono concentrati su attività routinarie, sia di carattere manuale (assemblaggio, logistica, ecc.) che non (attività amministrative, attività paralegali, attività di reportistica, ecc.). Tuttavia, l’avvento dei big data, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e dell’internet delle cose (IoT) ha reso sempre più concreta la possibilità che possano essere automatizzate anche attività che sembravano troppo

 

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https://www.ilsussidiario.net/news/pil-e-lavoro-i-tre-cambiamenti-che-porteranno-ai-mestieri-del-futuro/1916475/

 

 

 

 

 

 

 

Caporalato nel Cara di Mineo, come i rifugiati diventavano schiavi

19.08.201 – Clara Statello

 

Un viaggio attraverso il deserto, poi su un gommone in mezzo al mediterraneo, che si conclude dentro un enorme centro in mezzo al nulla, lavorando in condizioni di semi schiavitù in una campagna, nelle mani dei caporali.

Merce umana del business dell’accoglienza e manodopera da sfruttare negli aranceti del calatino.

Era questo il destino comune dei migranti rinchiusi nel Cara di Mineo, il gigantesco centro per migranti, più volte criticato per il modo in cui veniva gestita l’accoglienza, finito persino nell’inchiesta Mafia Capitale.

Il residence degli aranci è situato sulla Catania-Gela, una strada che è l’emblema della condizione in cui si trova la Sicilia: inizia dalla base US Navy di Sigonella, passa per l’ormai ex Cara, per Niscemi, la città del MUOS e si conclude all’ex Petrolchimico di Gela.

A 11 km dal paese di Mineo, mal collegato con Catania, ha ospitato sino a 4000 richiedenti asilo, costretti a vivere lì per anni, in attesa di un permesso. Privi di documenti, lontani dai centri abitati, il lavoro sommerso restava l’unica opzione per gli ospiti del Cara.

La diffusione del caporalato

Il caporalato non esisteva nel Calatino, l’ha portato il Cara. Il fenomeno e la sua diffusione, a dire il vero, non riguarda solo Mineo, ma ha acquisito una dimensione capillare in tutta la Sicilia. Non riguarda solo extracomunitari privi di documenti, ma cittadini comunitari dell’est e persino italiani, che lavorano alle stesse condizioni.

Nelle campagne la paga è bassa, si è assunti in nero o con contratti semi-regolari, in cui si guadagna meno di quanto si percepisce in busta paga. La paga è a cottimo, si ricevono 65 cent a cassa per le arance, 100 cassette da 20 kg di patate per 30/35 euro, un albero di frutta 25 euro. L’organizzazione del lavoro e la manodopera dipendono dalla zona. A Paternò e Adrano lavorano le persone del luogo, per 35-40 euro al giorno. A Palagonia, capitale delle arance rosse di Sicilia, la paga è di 25 euro al giorno. Ma non era così per gli ospiti del Cara.

“Quelli hanno vitto e alloggio pagati, gli possono bastare 10-15 euro al giorno”, dicevano i caporali.

Come funziona il caporalato

La segregazione è la motrice del caporalato. I braccianti vivono isolati dal mondo, non hanno i mezzi per acquistare un’auto, non hanno le risorse per affrontare lunghi viaggi, dipendono, per la loro sussistenza quotidiana, da chi gli dà lavoro. Dipendono dai caporali per spostarsi, per mangiare, per bere e per curarsi. Supermercati e farmacie sono lontani dalle loro abitazioni. La mattina i caporali reclutano i braccianti,

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https://it.sputniknews.com/opinioni/201908197996510-caporalato-nel-cara-di-mineo-come-i-rifugiati-diventavano-schiavi/

 

 

 

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Ecco dove in Europa si trovano le bombe nucleari Usa B61

18.07.2019

Questi dati assai sensibili sono stati per caso rivelati in un documento ufficiale dell’Assemblea parlamentare della Nato, che poi è stato ritoccato.

In una bozza di relazione dell’Assemblea parlamentare della Nato è stato per caso svelato il numero e la posizione delle armi nucleari degli Stati uniti in Europa, in particolare in Italia.

Nell’articolo originariamente pubblicato dal Washington Post si legge che l’arsenale nucleare degli Stati Uniti in Europa conta un totale di 150 bombe che si trovano a sei basi militari, tra cui due a nord dell’Italia.

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https://it.sputniknews.com/infografica/201907187891976-mappa-ecco-dove-in-europa-si-trovano-le-bombe-nucleari-usa-b61/

 

 

 

 

 

POLITICA

Matteo Salvini, Antonio Socci e il complotto di Macron e Merkel: “Il partito straniero che vuole farlo fuori”

19 Agosto 2019

 

Più che una crisi di governo sembra la tela di Penelope. Da un lato la mozione di sfiducia della Lega nei confronti del governo, dall’altro tutte le opposizioni di “sinistra” pronte a formare un nuovo governo col M5s pur di togliere Salvini dal Viminale.

Il leader del Carroccio si aspettava che quantomeno Renzi restasse della sua opinione di sempre, cioè mai coi 5 Stelle, in modo tale che – in assenza di altre maggioranze – il Capo dello Stato si sarebbe trovato nelle condizioni di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni per ottobre.

Leggi anche: “Il governo Orsola”. Prodi allo scoperto, adesso è tutto più chiaro

E invece il senatore di Firenze, come preferisce farsi chiamare adesso, fregandosene del fatto di non essere più il segretario del Pd, ha sparigliato le carte annunciando di essere pronto a formare un nuovo governo (addirittura di legislatura) con M5s, LeU, centristi, +Europa e, se ci sta, pure Forza Italia. L’obiettivo è chiaro: evitare che con le elezioni anticipate in autunno la sua corrente sia spazzata via nella compilazione delle liste da parte di Zingaretti, che invece si è detto favorevole alle urne, salvo cambiare idea una volta al giorno. Meglio non fidarsi, sono pur sempre ex comunisti pronti a qualsiasi inciucio pur di andare al potere.

Ed ecco che Matteo Salvini, sorprendendo tutti, il 13 agosto dall’aula del Senato getta acqua sul fuoco e invita il M5s ad approvare alla Camera, in ultima deliberazione, la legge di revisione costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari (cavallo di battaglia dei pentastellati) e concordare subito dopo la data delle elezioni anticipate. Ad una prima apertura di Di Maio è seguita la chiusura di Fico, presidente della Camera, che ha calendarizzato la discussione sulla legge di revisione costituzionale dopo il 20 agosto, vanificando formalmente lo sforzo del ministro dell’Interno.

A quel punto Di Maio si è scatenato contro Salvini dicendo di non fidarsi più e che le sue sono

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https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13494013/matteo-salvini-antonio-socci-complotto-papa-francesco-merkel-macron-conte-partito-straniero-governo-pd-m5s.html

 

 

 

 

 

 

 

LA STRATEGIA DEL PAMPERO

Sisto Ceci 19 08 2018

 

Ferragosto di fuoco nei palazzi del potere ma anche sotto il Cupolone, con il cardinale Parolin che ha avuto mandato diretto da Papa Francesco di seguire molto da vicino la crisi italiana e di non far mancare la sponda vaticana a chi vuol far implodere quella che nei Sacri Palazzi viene chiamata la “superbia salviniana”. Insomma, rivela Dagospia, la Santa Sede vede a portata di mano l’occasione di sbarazzarsi del suo arcinemico e non vuole mancare l’obiettivo: Matteo Salvini deve essere messo in condizioni di non nuocere. Deve essere “neutralizzato”.

 

Il filo diretto che il prefetto per la Comunicazione, Paolo Ruffini, tiene per conto di Francesco con il Quirinale (in particolare con il consigliere mattarelliano Francesco Saverio Garofani, sempre molto ascoltato dal Capo dello Stato) non si limita a registrare i sussurri e le grida nazionali, ma è in grado di amplificare anche i segnali che arrivano da Francia e Germania, che vedrebbero bene il riproporsi in Italia di una “maggioranza Ursula”, così denominata dal fatto che sia Partito Democratico che M5S che Forza Italia in Europa hanno votato a favore della nuova presidente della Commissione Europea, a differenza di quanto ha fatto la Lega, isolandosi sempre di più. Altra mossa tattica clamorosamente sbagliata da Salvini in questa sua disastrosa estate. Anche attraverso i suoi nunzi e le conferenze episcopali nazionali, il Vaticano ha raccolto l’evidente disponibilità ad allargare i cordoni europei della borsa se l’Italia si sbarazzerà di Salvini, permettendo al nuovo governo giallorosso (e forse anche azzurro) di varare una finanziaria che a questo punto non sarebbe più lacrime e sangue.

 

Insomma, continua Dagospia, Francia e Germania hanno già fatto capire a chi di dovere (non solo  al Colle) che se anche in Italia (cosi come già accaduto in Europa) venisse messo in condizioni di non nuocere Matteo Salvini (garantendo quindi che non arrivi un sovranista nel 2022 al Quirinale, modificando la legge elettorale in chiave anti-Lega ed in attesa che la magistratura faccia il suo corso) l’aumento dell’Iva non sarebbe più un problema per il Belpaese (con l’aiuto della Ue sarebbe possibile scongiurarlo) così come i vincoli di bilancio che, in vista della prossima finanziaria, verrebbero clamorosamente allentati fino a sfiorare il 3% nel rapporto deficit/Pil. Insomma, l’Europa è disposta a mettere sul piatto della bilancia un bel po’ di soldini pur di vedere nascere anche in Italia quel “cordone sanitario” contro Matteo Salvini già operativo a Bruxelles. Si starebbero già studiando anche le modalità tecniche: “Basterebbe riconoscere in sede Ecofin il quadro macroeconomico deteriorato e concedere una deroga alla regola del debito…” rivela chi sta seguendo il dossier. Deroga che, visti i rallentamenti dell’economia internazionale in corso, presto potrebbe far molto comodo e servire anche a Francia e Germania.

 

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SCIENZE TECNOLOGIE

Ansia, istruzioni per l’uso. Che cos’è e come combatterla

19.08.2019

 

Sempre più persone al giorno d’oggi soffrono di disturbi legati all’ansia. Ma quali sono le caratteristiche e i sintomi di questa patologia e come possiamo sbarazzarcene una volta per tutte?

L’ansia e i disturbi ad essa legati sono unanimemente riconosciuti come una delle problematiche capaci di peggiorare sensibilmente la qualità della vita dell’uomo moderno. Ma che cos’è l’ansia e come possiamo tenerla sotto controllo?

Già un’analisi linguistica della parola ansia (dal latino angere, ovvero stringere) è in grado di rendere pienamente l’idea dello stato di sconforto e disagio vissuti da coloro che ne soffrono.

Dal punto di vista psico-fisico, infatti, l’ansia è definibile come un’emozione in grado di provocare nell’individuo un senso di agitazione, pericolo e preoccupazione. Queste sensazioni, inoltre, sono accompagnate da uno stato di malessere fisico che può tradursi, ad esempio, nell’improvviso aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna.

L’APA (American Psychiatric Association) descrive l’ansia come:

“L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri

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https://it.sputniknews.com/mondo/201908197997272-ansia-istruzioni-per-luso-che-cose-e-come-combatterla/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

STORIA

11agosto 1861, l’antefatto al massacro di Casalduni e Pontelandolfo.

Patrizia Stabile 11 08 2019

 

L’Italia e gli italiani che ignorano (quasi tutti in mala fede) la vera storia del risorgimento italiano, commemorano, una data importante: la morte di 44 militari italiani (40 bersaglieri e 4 carabinieri) a Casalduni l’11 agosto del 1861.

Casalduni, uno dei tanti (tutti) Comuni, stremato dal regime dittatoriale savoiardo, imposto con la forza e con l’inganno che, non pago di aver usurpato il regno dei Borbone e averne depauperato la ricchezza della casa reale e dei meridionali, continuò a vessare il povero meridionale con innumerevoli tasse (tra cui la più odiosa, quella sul macinato) sconosciute in larga parte sotto il regno dei Borbone.

 

Un paese che, illuso dalle lusinghe di un criminale come Garibaldi, si rivoltò: alcuni briganti della brigata Fra Diavolo, comandati da un ex sergente borbonico, il cerretese Cosimo Giordano approfittando dell’allontanamento di una truppa delle Guardie Nazionali dal vicino Pontelandolfo, occupò il paese, uccidendo i pochi ufficiali rimasti, fissandovi la bandiera borbonica e proclamandovi un governo provvisorio.

 

Il governo sabaudo mandò a sedare la rivolta un corpo di militari che, in un vero e proprio regime di guerra, ebbero la peggio. Ne morirono 44 per mano di Patrioti, definiti, BRIGANTI. La ritorsione che il governo mise in atto anticipò e superò in termini di crudeltà e viltà, quella naziste del secolo successivo: rasero al suolo, letteralmente, i due paesini: ” Di Pontelandolfo e Casalduni, non rimanga pietra su pietra.”, le parole del generale Cialdini al colonnello Negri.

 

E così fu… Ma di questo ne parleremo il 14 agosto, una data per noi importante per commemorare l’ennesimo eccidio compiuto dai Savoia.

 

Patrizia Stabile per Verso Sud.

 

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