NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 2 GENNAIO 2020

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

2 GENNAIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

 STALIN, LA GALLINA E LA SPIEGAZIONE MATERIALISTA DELL’ALIENAZIONE POPOLARE

[sull’attendibilità storica dell’aneddoto-storiella non mettiamo la mano sul fuoco, però l’utilità nel diffonderla c’è]

 

Durante una riunione al Politburo, Stalin chiese che gli venisse portata una gallina.
Appena gli fu portata la afferrò con una mano mentre con l’altra iniziò accuratamente a spennarla. La gallina sbraitava dal dolore e provava a scappare in ogni modo ma senza riuscirci, la presa di Koba era troppo forte per lei; riuscì a toglierle tutte le piume senza grandi problemi ed una volta terminato disse ai presenti: “Adesso guardate bene…”

A quel punto lo Zio mise la gallina per terra e si allontanò da lei per prendere del grano.
I capi e funzionari sovietici osservavano meravigliati: la gallina dolorante e sanguinante correva da lui che tirava delle manciate di grano per terra facendo il giro della stanza.
Ad ogni passo di Stalin ne corrispondevano altrettanti della gallina.

A questo Joseph Stalin disse:

“Avete visto come la gallina mi segua docilmente nonostante tutto il dolore che le ho procurato? Così la maggior parte dei popoli stupidamente continua a seguire i governanti ed i politici dei paesi capitalisti nonostante tutto il dolore che gli provocano, con il solo scopo di ricevere un regalo da niente o semplicemente un po’ di cibo per qualche giorno”.

 

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Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

Come fermare l’estinzione degli italiani

L’IGNORANZA È LA MINACCIA ALLA CIVILTÀ OCCIDENTALE

IL MINISTRO FIORAMONTI, UN FEDELE DI GOLDMAN SACHS

Il teologo che corregge il Papa: “Maria e Giuseppe? Non erano migranti, basta falsità” 

“Gesù non era un profugo”, critiche all’omelia del Papa

LE PAROLE D’ORDINE DEL GRANDE IMBROGLIO

SIGNORILI SI NASCE

La guerra civile è dentro l’euro, non fuori

PREVISIONE 2020: GUERRA CIVILE IN USA?

Secondo l’Unione Europea è arrivato il momento di usare la forza

LE ORIGINI PAGANE DEL NATALE

LA VIA PER FERMARE IL CONFLITTO

Del Noce è fondamentale per capire… tutto. Per questo la cultura italiana lo nasconde

Principale ufficiale militare di Taiwan scompare dopo atterraggio di emergenza di elicottero

Raid Usa a Baghdad uccide il generale iraniano Qassem Soleimani

Rula Jebreal, Fazio, Saviano: tutti avatar dell’ordine mondiale iperclassista

Scontrino elettronico, entra in vigore l’obbligo per tutti

Il fondo salva-Stati rivela l’arroganza di Berlino e Parigi

La profezia di Margaret Thatcher: “l’euro sarà un caos”

BREVE STORIA DELL’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO ED EFFETTI SULLA GIUSTIZIA SOCIALE

Buoni pasto 2020: nuove regole

L’EVIDENTE SQUILIBRIO DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI

Se l’antirazzismo diventa un nuovo razzismo intellettuale

Pacato

La differenza tra la Russia e L’Europa

La classe politica francese e le violazioni della Costituzione

INDIA, CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI CONTRO LA LEGGE SULLA CITTADINANZA

Vittorio Feltri: “Sergio Mattarella ha fatto un bel discorso totalmente superfluo”

Chi ha distrutto la cultura scientifica?

Gli Alemanni attraversano il Reno gelato e invadono l’Impero Romano

 

 

 

IN EVIDENZA

Come fermare l’estinzione degli italiani

02/01/2020 Massimo Bordin

La situazione della natalità in Italia sta peggiorando anno dopo anno.  un paese che sta sparendo, in pratica. Gufismo, pessimismo? No, dati Istat, forniti da gente che fa statistica per mestiere.

La popolazione residente in Italia al 31 dicembre 2018 è inferiore di oltre 124 mila unità rispetto all’anno precedente pari al -0,2. Si tratta del quarto anno consecutivo di diminuzione: dal 2015 sono oltre 400 mila i residenti in meno, un ammontare superiore agli abitanti del settimo comune più popoloso d’Italia. Al primo gennaio 2019 risiedono in Italia 60.359.546 persone, di cui l’8,7% sono straniere. Il numero di cittadini stranieri che lasciano il nostro paese è in lieve flessione (-0,8%) mentre è in aumento l’emigrazione di cittadini italiani (+1,9%). (fonte)


Ora, preso atto che questi sono numeri e che quindi neanche Mattarella nella sua forma più smagliante può negarli, viene da chiedersi: perché? E, soprattutto, questa tendenza è davvero inarrestabile?

Come ribadisco sempre su queste pagine, l’Italia è stata per la maggior parte della storia delle civiltà, il paese più ricco del mondo. Su questo si trovano opinioni diverse e dati in parte contrastanti, ma basta fare un piccolo test: dove si trovano gli edifici, i monumenti, le infrastrutture artisticamente più belle, costose e grandi del mondo? E in quale paese tali opere sono numerose e diverse sia per stili, materiali impiegati ed epoche storiche? Ecco, appunto! Se andate in Germania, Stati Uniti, Svizzera, Giappone, non c’è niente di simile, ma neanche di lontanamente paragonabile proprio. Questo cosa significa? Significa che gli italiani non sono geneticamente né culturalmente inferiori a nessun altro popolo… ANZI!

E però gli italiani hanno perso la Seconda Guerra Mondiale ed hanno abbracciato progetti sovranazionali guidati da “altre” nazioni: pertanto, in Italia, si è accettata una lingua straniera per i commerci, una moneta straniera (l’euro) e un governo straniero, quello della Commissione Europea. Detto diversamente, ma più chiaramente, l’Italia è oggi una colonia, un luogo dove al limite si può venire in vacanza, così come capitò ai primi del Novecento all’India, per i britannici, durante l’età vittoriana.

In questa situazione, sposarsi e fare dei figli è un rischio elevato. Conviene di più

Continua qui: http://micidial.it/2020/01/come-fermare-lestinzione-degli-italiani/

 

 

 

 

 

IL MINISTRO FIORAMONTI, UN FEDELE DI GOLDMAN SACHS

Maurizio Blondet  19 Dicembre 2019

Lorenzo Fioramonti, il ministro dell’Istruzione che vuole togliere dalle aule scolastiche o i crocifissi e sostituirlo con carte geografiche, non   è il nichilista relativista che è stato accusato di essere.

Sappiamo adesso che egli ha una fede. Una fede profonda e commovente. In Goldman Sachs.  Ha twittato il 17 dicembre :

 

Non è bellissimo vedere questa fede nella metamorfosi di Goldman in una ingenua ed ecologista Greta?

La banca speculativa effettivamente  ha fatto l’annuncio alla fine della (fallita) conferenza ambientale Cop25 di Madrid: sì, cesserà  di finanziare nuove miniere di carbone  e progetto di giacimento  petroliferi nell’Artico.  E non solo: ha promesso che nel prossimo decennio metterà 750 miliardi di dollari in finanziamenti a investimenti di iniziative che combattono i cambiamenti climatici e il terribile CO2 , e servizi di consulenza per ogni benefica iniziativa “verde”  per la “transizione climatica”  e la “crescita inclusiva”.

Diconsi 750 miliardi di dollari.  Dove sono questi oceani di miliardi non chiedetelo nemmeno, negli anni dove la banche centrali ne creano dal nulla migliaia (di miliardi) a tasso zero.  Bisogna pur prosciugare questi fiumi di denaro, facendoli assorbire da qualche sabbia desertica dal punto di vista dell’economia reale. E  cosa di meglio che  farli assorbire dagli investimenti “verdi” che tanto sono  virtuosi nell’epoca  della bontà universale.

I tempi sono maturi: non vedete Greta Thurnberg che viene ricevuta da tutti i potenti?  Non vedete la Von der Leyen annunciare  anche lei 1000 miliardi (di euro) per il “green euro-deal” che persegue  la riduzione del 55% dei gas  a effetto serra in tutta Europa per  il 2030.   Non vedete i media che diffondono  le fake  news su “il   97-98% delle pubblicazioni scientifiche sull’argomento concludono che il climate change è reale ed è legato alle emissioni antropogeniche di gas serra”,  e confondono artatamente il tema dell’inquinamento (che è reale) con l’aumento del CO2 (che rende i vegetali più  rigogliosi e

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/il-ministro-fioramonti-un-fedele-di-goldman-sachs/

 

 

 

 

 

 

L’IGNORANZA È LA MINACCIA ALLA CIVILTÀ OCCIDENTALE

di Lisa Palmieri-Billig (*) 30 dicembre 2019

 

 

Abbiamo assistito di recente ad un’epidemia di riferimenti infamanti verso gli ebrei e l’ebraismo da parte di intellettuali e politici italiani che – consapevolmente o inconsciamente – si rifanno alle “fake news” (o “notizie false”) antisemite per dare peso e credibilità alle loro affermazioni. Mostrano tutti una pesante mancanza di conoscenza e una lettura sbagliata dei fatti che usano per supportare le loro tesi, che si prestano poi a interpretazioni antisemite. Questi esponenti del dibattito pubblico, che cercano una platea per le loro opinioni, trascendono le solite categorie di sinistra o destra, religiose o laiche, del nord o del sud, giovani o anziani, dei media sociali o di professione. L’analfabetismo culturale ha contagiato tutti gli strati della società contemporanea.

In Italia ci sono stati almeno quattro casi che hanno fatto notizia.

Il più recente è quello di Dacia Maraini, la cui fama letteraria risale agli anni di Alberto Moravia (suo compagno per molti anni), una scrittrice che si batte anche per cause giuste. Per illustrare la sua fede e le sue speranze nel nuovo movimento politico delle “Sardine”, e il suo rifiuto e disgusto per gli aspetti più oscuri della storia cristiana, essa si inoltra con nonchalance in un territorio minato che esula dalle sue abituali competenze, ricorrendo all’uso di stereotipi teologici antigiudaici, illegittimi e preconciliari, banditi sin dall’epoca della stesura del rivoluzionario documento del Concilio Vaticano II “Nostra Aetate”. Contrapporre il “Dio dell’amore” del Vangelo al “Dio della vendetta” dell’Antico Testamento equivale a una lettura molto superficiale dei testi e ad una imbarazzante mancanza di conoscenza della Storia e della Teologia. Sono affermazioni che furono la benzina del fuoco della propaganda antisemita nei secoli, che hanno raggiunto il loro apice di potenziale distruttivo durante l’era nazista, e che sono state alla base di una secolare, erronea e disastrosa “teologia cristiana del disprezzo” della religione e del popolo ebraico. È merito del temperamento italiano se l’attuale fenomeno delle calunnie anti-ebraiche sia rimasto in gran parte contenuto al livello di aggressione verbale piuttosto che fisica – in netto contrasto con quanto accade in Francia, in Germania, e ora anche negli Stati Uniti ed in altri Paesi – ma bisogna ricordare che è risaputo che la strada verso la Shoah del XX secolo in Europa è stata spianata da secoli di calunnie antisemite impresse nelle masse, e segnata da ripetute stragi a livello locale, soprattutto nell’Europa centrale e orientale. Il substrato di folle odio viscerale verso gli ebrei è sempre stato plasmato da forme fantasiose e maligne di cospirazioni, dall’ignoranza, dall’invidia, dalla paura dell’altro’, dalla ricerca di un capro espiatorio, e soprattutto dal fanatismo religioso e dai miti che hanno distorto e riscritto i fatti storici. È sempre in periodi di disordine sociale, politico ed economico – come quello che stiamo vivendo oggi – che si risolleva l’orrenda e sanguinaria testa dell’antisemitismo, e diventa quindi obbligatorio mettere in atto misure preventive innovative per scongiurare il ritorno di questa piaga mortale. I segni della grande resa dei conti della Chiesa cattolica con il suo ruolo nei pogrom e nelle persecuzioni del passato, tramite l’avvelenamento delle menti dei fedeli attraverso una teologia deviata, sono iniziati con “Nostra Aetate” e sono culminati con le parole e le azioni di un Papa visionario. A coronazione di una serie di atti di riconciliazione senza precedenti con il popolo ebraico, San Giovanni Paolo II nel 2000 ha pregato per il perdono di Dio presso il Muro del Pianto di Gerusalemme “per il comportamento di coloro che

Continua qui: http://opinione.it/cultura/2019/12/30/billig_cultura-antisemitismo-cultura-occidentale-maraini-fioramonti/

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Il teologo che corregge il Papa: “Maria e Giuseppe? Non erano migranti, basta falsità” 

Di bulgakov_1991 – 06/01/2019ULTIMO AGGIORNAMENTO 9:24

“Maria e Giuseppe non erano migranti”

La storia di Maria e Giuseppe come migranti è una narrazione cara ad una certa fetta di preti e non solo, ma non è veritiera. 

Tutti gli anni però fa capolino, e perfino nelle omelie del Papa la stucchevole narrazione che vorrebbe i genitori di Gesù come migranti colpisce molti.

Anche se è una narrazione falsa, come spiega Padre Tarcisio Stramare, teologo che ha voluto chiarire questo errore che tutti gli anni viene spacciato per verità.

“Chi lo afferma ignora il Vangelo”

Giuseppe e Maria si spostarono, certo, fino a Betlemme. Ma non c’era alcun paragone con i migranti. Infatti i due si misero in viaggio “rispondere ad un censimento che di fatto serviva ai romani a fini fiscali, per riscuotere le tasse in ragione del numero di persone censite. Anzi, il fatto che vi andassero, significa che Giuseppe e Maria erano

Continua qui: https://www.newnotizie.it/2019/01/06/il-teologo-che-corregge-il-papa-maria-e-giuseppe-non-erano-migranti-basta-falsita/

 

 

 

 

 

“Gesù non era un profugo”, critiche all’omelia del Papa

Gesù come simbolo dell’accoglienza negata: l’interpretazione di Papa Francesco fa discutere. Ecco chi contesta le parole di Bergoglio

Francesco Boezi – Mar, 26/12/2017              RILETTURA. LA SOLFA RIMANE LA STESSA

 

Papa Francesco, durante l’omelia della Messa di Natale, ha ribadito come la storia di Gesù sia esemplificativa ai fini della solidarietà sociale e dell’accoglienza ai migranti: “Maria e Giuseppe, per i quali non c’era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza.

Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l’autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole”, ha detto il Papa. Ma le affermazioni del pontefice non sono state condivise da tutti: “Non ci si può credere! E’ veramente ossessionato! Anche nell’omelia di questo Natale il comiziante peronista obamiano invece di parlare di Gesù Cristo, parla dei migranti. Solo e sempre politica! Gli hanno ordinato di martellare su questo punto e lui da cinque anni bombarda quotidianamente”, a parlare è Antonio Socci, che sul suo profilo Facebook ha aspramente criticato le parole del Papa. Il punto più contestato, però, è quello relativo all’affermazione secondo cui per Maria e Giuseppe “non c’era posto”: “Oltretutto colpisce l’ignoranza. Qualcuno gli spieghi che Giuseppe stava portando la sua famiglia non in un Paese straniero per motivi economici, ma nel suo stesso paese per il censimento,

 

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ges-non-era-profugo-critiche-allomelia-papa-1477484.html

 

 

 

 

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

LE PAROLE D’ORDINE DEL GRANDE IMBROGLIO

Danilo Bonelli 01 01 2020

 

 

Non sono in grado di dire che tra Mattarella e Bergoglio si sia instaurata quella che Foscolo ebbe a chiamare “corrispondenza d’amorosi sensi” ma per certo tra il Vaticano e il Quirinale corre un evidente filo d’intesa comune che risuona come un tam tam di tamburi.

E se Bergoglio parla di solidarietà ecco che Mattarella gli fa eco esaltando il valore dell’altruismo.   Ma sia la solidarietà che l’altruismo sarebbero principi di per sé validissimi se non sapessimo quello che si nasconde dietro queste parole d’ordine, perché ambedue in realtà afferiscono esclusivamente a immigrazione ed accoglienza.

Questo Papa non perde poi occasione per mostrarsi ogni volta particolarmente ignobile perché è arrivato a bollare come “orgoglio” i nostri legittimi timori per il mantenimento della nostra identità civile e culturale nonché per la nostra sicurezza fisica e sociale … e qualcuno mi spieghi – ma sarebbe il caso di spiegarlo all’argentino – quale sia il plausibile nesso che intercorre tra questi concetti……e che c’entrano le nostre paure con l’orgoglio?

Ma talvolta avvengono anche i miracoli ed uno è avvenuto nella notte di Capodanno: incredibilmente il primo bimbo nato in Italia è italiano, una bimba di nome Bianca italiana e figli di genitori entrambi italiani.

Finalmente il primo nato dell’anno non si chiama Hassan, Abdul, Farah o Muhamed … proprio no … stavolta si chiama Bianca ed è figlia di mamma Ilaria e di papà Vincenzo … speriamo solo che qualcuno non parli di episodio di egoismo razzista perché non è stata data la precedenza ad un figlio di immigrati.

Auguri e buon anno alla piccola Bianca e ai suoi genitori.

 

https://www.facebook.com/100003288967951/posts/2673246792794927/

 

 

 

 

 

 

 

 

SIGNORILI SI NASCE

Luca Ricolfi racconta l’Italia: un Paese diventato società signorile di massa e che vive al di sopra delle proprie possibilità. Ma fino a quando?

di Gabriele Ferraresi

Luca Ricolfi, sociologo, classe 1950, insegna Analisi dei dati nell’Università di Torino ed è Presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. È uno dei pochi che ci stanno capendo qualcosa e che sa anche dirlo numeri alla mano.

 

Il suo ultimo lavoro si intitola La società signorile di massa, in libreria con La Nave di Teseo.

 

Che cos’è la società signorile di massa? È l’Italia di oggi, un posto dove si produce poco ma si consuma moltissimo. Un posto dove i cittadini che non lavorano hanno superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano, dove larga parte della popolazione ha accesso a consumi opulenti e dove allo stesso tempo la produttività è ferma da vent’anni.

E malgrado tutto questo, si continua a vivere alla grande. Com’è possibile? Perché il conto qualcuno dovrà pur pagarlo. Ricolfi proprio questo ha intuito: chi, come e quando pagherà il conto.

Ricolfi, La società signorile di massa si regge su tre pilastri.

 

Il primo è la ricchezza accumulata dalle generazioni dei nonni e dei padri: come hanno fatto ad accumularla?
Le condizioni fondamentali che nel secondo dopoguerra hanno permesso di accumulare ricchezza sono essenzialmente tre. La prima è la disponibilità della popolazione a fare sacrifici in vista di benefici futuri, un fattore che è venuto meno già verso la fine degli anni ‘70. La seconda è la contenuta pressione fiscale, di cui abbiamo smesso definitivamente di beneficiare dalla metà degli anni ’80 in poi. La terza è il cocktail di svalutazioni competitive e indebitamento pubblico, che ha drogato la crescita economica nel ventennio 1972-1992. Quest’ultimo fattore è venuto meno con gli accordi di Maastricht (1992) e l’ingresso nell’euro (1999).

Le tre condizioni precedenti sono sostanzialmente irripetibili.

Salvo forse quella della pressione fiscale, che in teoria potrebbe scendere un po’, anche se difficilmente al livello dei primi anni ’80 (sotto il 35%, contro il 42% di oggi).

Il secondo pilastro su cui regge la società signorile di massa è la distruzione della scuola, che in sostanza ha prodotto e produce incolpevoli velleitari totalmente impreparati al lavoro. È un punto in cui ho rivisto un po’ de la Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura. Cosa è andato storto? Si studia troppo o troppo poco? Ci si laurea “male”?
La Teoria della classe disagiata è probabilmente il testo più profondo, e libero da preconcetti ideologici, che io abbia letto sull’Italia di oggi, e sui giovani in particolare. Su questo punto, quello della condizione giovanile, il quadro che dipinge Ventura ha molti punti di contatto con quello che ho provato a tracciare io, una prima volta in un capitolo de L’enigma della crescita (Mondadori 2014), poi ne La società signorile di massa (La Nave di Teseo 2019). Lei mi chiede che cosa è andato storto, e dove si è sbagliato nella scuola. A me pare che gli errori capitali siano due, uno antico e mai corretto, l’altro moderno e orgogliosamente rivendicato.

L’errore antico è la svalutazione della cultura scientifica e del sapere pratico, un errore che – più che uno sbaglio vero e proprio – è un aspetto della nostra mentalità e della nostra cultura, che è sempre rimasta fondamentalmente e romanticamente anti-industriale e antimoderna. L’errore più recente, invece, è la scelta di tutti – politici, insegnanti, genitori – di abbassare gli standard dell’istruzione, sia nel senso di diluire i programmi (più nell’università che nella scuola) sia, soprattutto, di abbassare l’asticella della sufficienza.

In concreto questo ha significato tre cose. Primo, svalutare e disincentivare la formazione professionale. Secondo, favorire gli studi più facili o ritenuti tale, a scapito delle materie scientifiche e delle materie umanistiche più impegnative come latino e greco. Terzo, rilasciare titoli di studio fasulli, illudendo i giovani di essere pronti per mestieri che la maggior parte di loro non era preparato a svolgere. Con una conseguenza drammatica: ai ceti subalterni è stata tolta l’unica risorsa – la cultura – che avrebbe loro permesso di competere sul mercato del lavoro con i ceti medi e alti.

Il terzo pilastro è “l’immigrazione incontrollata, che ha favorito la formazione di un’infrastruttura para-schiavistica”. Ma a questo punto non converrebbe gettare la maschera? E accettare apertamente quanti più migranti possibile proprio per metterli in queste condizioni paraschiavistiche e proseguire nella nostra – infame, per carità – vita da rentier?
È quello che sta succedendo. I ceti popolari non amano gli immigrati perché li vedono – realisticamente – come concorrenti nell’accesso ai servizi pubblici, come rivali nella conquista dei pochi posti di lavoro disponibili con conseguente dumping salariale, come minacce alla sicurezza nelle periferie e nei quartieri degradati. I ricchi e i ceti

 

Continua qui: https://luz.it/spns_article/intervista-luca-ricolfi-societa-signorile-massa/

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

La guerra civile è dentro l’euro, non fuori

 13 Dicembre 2019  di Cesare Sacchetti

 

“Siamo vicini al punto di rottura sociale e non solo in Francia”. E’ l’allarme lanciato dall’economista e accademico francese Jean-Paul Fitoussi nella sua ultima intervista rilasciata all’AGI.

Fitoussi si profonde in un’analisi dettagliata del sistema pensionistico della Francia e rileva come la riforma proposta dall’attuale esecutivo rischi di ampliare notevolmente le disuguaglianze sociali.

Il sistema francese difatti è fondato dal secondo dopoguerra in poi sul principio dei regimi speciali che prevede una differenziazione dell’età pensionabile calcolata in base alla professione svolta dai lavoratori.

Viene da sempre considerato uno dei principi cardine del welfare pubblico francese che ha garantito maggiore protezione in particolare alle categorie dei lavori più usuranti.

La sua rimozione completa, rileva Fitoussi, è stata senz’altro il fattore scatenante delle proteste che stanno esplodendo in Francia da una settimana a questa parte.

Ma la vera ragione della riforma varata da Macron, come rileva lo

Continua qui: https://lacrunadellago.net/2019/12/13/la-guerra-civile-e-dentro-leuro-non-fuori/

 

 

 

 

 

 

PREVISIONE 2020: GUERRA CIVILE IN USA?

Maurizio Blondet  31 Dicembre 2019

Fra le sciocche rievocazioni mediatiche del 2019 (“E’ stato un anno bellissimo” sia per   i super-miliardari che hanno aumentato la loro ricchezza di un altro 25% nell’anno che per Il Manifesto), e  le previsioni che si sprecano  sui  media  super-autorevoli  per l’anno che arriva,  ne  azzardiamo una che non faranno:

Guerra civile in Usa? L’omicidio del presidente The Donald?

Il New York Times ha  mandato  inviato in un raduno di  quelli che, se è il caso, spareranno per  Trump.  Una specie di festival  con bancarelle  allestito nel grande parcheggio  in un autogrill,  Great American Pizza & Subs,   su un’autostrada a circa 100 miglia a sud-est di Las Vegas, Olden Valley, Arizona.  Un pezzo per prendere un giro questi trumpiani “basic”  (deplorevoli per Hillary) a  cominciare dal menù dell’autogrill:  “MAGA Subs”  (panino MAKE America Great Again) e “Liberty Bell Lasagna”,  la pizza del “Secondo Emendamento”  con salame piccante e salsiccia.

Qui il giornalista ha parlato con Brian Talbert, il fondatore del Deplorable Pride, “un’organizzazione  LGBT di destra”,  che è stato contattato dalla Casa Bianca dopo essere stato escluso dalla parata dell’orgoglio LGBT a Charlotte, NC

..  Ha ascoltato  Mona Fishman, una cantante della zona di Las Vegas che si è esibita all’evento, ha scritto canzoni a tema Trump con titoli come “Fake News” e “Smells like Soros, o un rapper  pro-Trump  “i  cui testi includono  insulti razzista rivolto a Barack Obama; ha incontrato il fondatore di  “Latinos for Trump” e di  un nascente gruppo  chiamato JEXIT: Jewish Exit The Democratic Party.

https://www.msn.com/en-us/news/politics/nothing-less-than-a-civil-war-these-white-voters-on-the-far-right-see-doom-without-trump/ar-BBYqb3O

Fra  questa gente l’inviato ha visto circolare politici locali e nazionali  e candidati in cerca di voti, gente “perbene” o  quasi come   Sharon Slater di Family Watch International, che ha promosso figure associate

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/previsione-2020-guerra-civile-in-usa/

 

 

 

 

 

 

Secondo l’Unione Europea è arrivato il momento di usare la forza

di Thierry Meyssan

La nuova Commissione Europea ha mostrato chiaramente il proprio disegno, ora che gli USA stanno ritirandosi: restituire all’Europa occidentale quel dominio sul resto del mondo che esercitò dal XVI al XIX secolo. Per giustificare il progetto, la Commissione ricorre un’ideologia da due soldi, che utilizza all’inverso il lessico dei filosofi occidentali. Una condotta che sarebbe risibile se non rischiasse di portarci alla guerra.

RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 31 DICEMBRE 2019

 

L’ex ministro tedesco della Difesa, Ursula von der Leyen, ha assunto la funzione di presidente della Commissione Europea, che sarebbe spettata allo Spitzenkandidat [capolista], Manfred Weber. Questo ruolo è stato sinora prerogativa di un rappresentante degli interessi atlantisti.

L’Unione Europea ambisce restituire ai Paesi membri lo status conquistato nei rispettivi imperi con la forza. Il mondo però è cambiato e non è più possibile fondare il colonialismo sulla voragine educativa che un tempo divideva Selvaggi e Civilizzati. Conviene perciò formulare una nuova ideologia per vestire la dominazione europea di nobili ideali.

Un’ideologia che già esiste allo stadio embrionale e che gli Stati Uniti utilizzavano per giustificare la propria leadership. Basta solo renderla più coerente e precisarla meglio.

Lo slogan basilare di questa concezione dichiara che “l’universalismo” non deve più essere inteso come uguaglianza di ognuno davanti alla Legge, quale che sia la sua origine, ricchezza e religione, bensì uguaglianza di trattamento di cui tutti devono poter beneficiare, quale che sia il Paese in cui stanno viaggiando. Da questo punto di vista i veri nemici non sono più disordine e insicurezza generati dall’Occidente, ma gli Stati che dovrebbero proteggerci e invece abusivamente ci trattano diversamente a seconda della nazionalità cui apparteniamo; eccellente dottrina per uno Stato sovranazionale (lo Stato federale USA prima, lo Stato federale europeo poi).

Sul piano sociologico quest’ideologia giustifica indistintamente

Continua qui: https://www.voltairenet.org/article208741.html

 

 

 

 

 

CULTURA

LE ORIGINI PAGANE DEL NATALE

I Maestri del Socialismo è con Roberto Vidale24 dicembre 2013

 

 

DEL SOLE
Per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I vangeli non ne indicano né il giorno né l’anno […] fu assegnata la data del solstizio d’inverno perché in quel giorno in cui il sole comincia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il Dies Natalis Solis Invicti (giorno della nascita del Sole invincibile).
– Nuova enciclopedia cattolica dell’Ordine Francescano (1941) –

Nel corso della ricerca di informazioni e documenti riguardanti le origini pagane del Natale, quello che stupisce è che la data del 25 dicembre, prima di diventare celebre come “compleanno di Gesù”, sia stata giorno di festa per i popoli di culture e religioni molto distanti tra loro, nel tempo e nello spazio.
Le origini di questi antichi culti vanno ricercate in ciò che è “principio” della vita sulla terra e che “dal principio” è stato oggetto di culto e di venerazione: il sole.
Agli albori dell’umanità, esisteva un ricco calendario di feste annuali e stagionali e di riti di propiziazione e rinnovamento.
I popoli nel periodo primitivo della loro esistenza erano intimamente legati al “ciclo della natura” poiché da questo dipendeva la loro stessa sopravvivenza. Al tempo, la vita naturale appariva indecifrabile, incombente, potente espressione di forze da accattivarsi; era un mondo magico. L’uomo antico si sentiva parte di quella natura, ma in posizione di debolezza. Per questo, attraverso il rito, cercava di “fare amicizia” con questa o quella forza insita in essa.
Al centro di questo ciclo c’era l’astro che scandiva il ritmo della giornata, la “stella del mattino” che determinava i ritmi della fruttificazione e che condizionava tutta la vita dell’uomo. Per quest’ultimo, temere che il sole non sorgesse più, vederlo perdere forza d’inverno riducendo sempre più il suo corso nel cielo, era un’esperienza tragica che minacciava la sua stessa vita. Perciò, doveva essere esorcizzata con riti che avessero lo scopo di evitare che il sole non si innalzasse più o di aiutarlo nel momento di minor forza.
È proprio partendo da questa considerazione che possiamo individuare le origini dei rituali e delle feste collegate al solstizio d’inverno.
Durante queste feste venivano accesi dei fuochi (usanza che si ritrova nella tradizione natalizia di bruciare il ceppo nel camino la notte della vigilia) che, con il loro calore e la loro luce, avevano la funzione di ridare forza al sole indebolito.
Spesso questi rituali avevano a che fare con la fertilità ed erano quindi legati alla riproduzione. Da qui l’usanza, nelle antiche celebrazioni, di danze e cerimoniali propiziatori dell’abbondanza e in alcuni casi, come negli antichi riti celtici e germanici, ma anche romani e greci, di accoppiamento durante le feste.

 

DEL SOLSTIZIO D’INVERNO
Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo” (da sol, “sole”, e sistere, “stare fermo”).
Se ci troviamo nell’emisfero nord della terra, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre possiamo infatti osservare come il sole sembra fermarsi in cielo, fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore. In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”.
Questa interpretazione “astronomica” può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro. Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, pare strano, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.
Per fare un esempio, a Maeshowe (Orkneys, Scozia) si erge un tumulo datato (con il metodo del carbone radioattivo) 2750 a.C. All’interno del tumulo c’è una struttura di pietra con un lungo ingresso a forma di tunnel. Questa costruzione è allineata in modo che la luce del sole possa scorrere attraverso il passaggio e splendere all’interno del megalite, illuminando in questo modo il retro della struttura. Questo accade al sorgere del sole e al solstizio d’inverno.

 

DELLE ORIGINI COMPARATE DEL DIO SOLE
Pur non avventurandoci in comparazioni religiose che richiederebbero accurati studi, pena l’apparire ridicoli, diremo comunque che il 25 dicembre è associato al giorno di nascita o di festeggiamento di personaggi divini risalenti anche a secoli prima di Cristo.

Per citarne alcuni:

 

IL DIO HORUS EGIZIANO
I mosaici e gli affreschi raffiguranti immagini di Horus in braccio a Iside ricordano l’iconografia cristiana della Madonna col bambino, tanto da indurci a credere che in epoca cristiana, per ovvi motivi, alcune rappresentazioni di Iside e Horus, spesso raffigurato come un bambino con la corona solare sul capo, furono probabilmente “riciclate”.

 

IL DIO MITRA INDO-PERSIANO
Con buona pace della Gatto Trocchi, quello di Mitra fu il culto più concorrenziale al cristianesimo e col quale il cristianesimo si fuse sincreticamente. A proposito, anche Mitra era stato partorito da una vergine, aveva dodici discepoli e veniva soprannominato “il Salvatore”.

 

GLI DEI BABILONESI TAMMUZ E SHAMAS
Nel giorno corrispondente al 25 dicembre odierno, nel 3000 a.C. circa, veniva festeggiato il dio Sole babilonese Shamash. Il dio solare veniva chiamato Utu in sumerico e Shamash in accadico. Era il dio del Sole, della giustizia e della predizione, in quanto il sole vede tutto: passato, presente e futuro.
In Babilonia successivamente comparve il culto della dea Ishtar e di suo figlio Tammuz, che veniva considerato l’incarnazione del Sole. Allo stesso modo di Iside, anche Ishtar veniva rappresentata con il suo bambino tra le braccia. Attorno alla testa di Tammuz si rappresentava un’aureola di 12 stelle che simboleggiavano i dodici segni zodiacali.
È interessante aggiungere che anche in questo culto il dio Tammuz muore per risorgere dopo tre giorni.

 

DIONISO
Nei giorni del solstizio d’inverno, si svolgeva in onore di Dioniso una festa rituale chiamata Lenaea, “la festa delle donne selvagge”. Veniva celebrato il dio che “rinasceva” bambino dopo essere stato fatto a pezzi.

 

BACAB
Era il dio Sole nello Yucatan; si credeva che fosse stato messo al mondo dalla vergine Chiribirias.

 

IL DIO SOLE INCA WIRACOCHA
Il dio sole inca veniva celebrato nella festa del solstizio d’inverno Inti Raymi (festeggiata il 24 giugno perché nell’emisfero sud, essendo le stagioni rovesciate, il solstizio d’inverno cade appunto in giugno).

Ovviamente i primi citati in questa rapida carrellata devono aver influito alquanto nella creazione del cristianesimo che, ricordiamolo una buona volta, non fu creato da Cristo. Riguardo invece ai culti solari precolombiani è interessante notare come i tempi e i simboli del sacro siano comuni a civiltà così distanti fra loro. Questo dovrebbe far sorgere più spesso il sospetto di un’origine comune delle religioni tramite uno studio comparato delle stesse alla ricerca del significato della vita. Invece, ottusamente ci si continua ad adagiare su fedi antropomorfiche dogmatiche e più o meno esplicitamente intolleranti nei confronti delle altre.

 

(Elena Savino, da “Le radici pagane del Natale”)

www.facebook.com/imaestridelsocialismo

 

 

 

 

LA VIA PER FERMARE IL CONFLITTO

11/06/2018

 

Yukio Mishima

Eravamo ancora ragazzi quando ci colpì la citazione del hanshi Hideo Tsuchiya, incipit del presente capitolo [*]. Adesso, a distanza di oltre mezzo secolo, realizziamo che all’epoca in cui l’articolo è comparso (1966) egli nutriva una viva attenzione per le intuizioni del letterato Yukio Mishima, [nella foto sopra, ndr] un altro personaggio straordinario, già kendo-ka 5° Dan nonché praticante di Karate-do. A nostro parere l’interesse di Tsuchiya è stato stimolato dall’incisività di un brano con cui il tormentato scrittore si consegna apertamente ai suoi lettori:

“Quando dico «io» sento che questo «io» non mi appartiene con esattezza… Mentre meditavo su che cosa fosse un simile «io», non potei non riconoscere che, in realtà, esso coincideva con lo spazio fisico da me occupato. Ciò che stavo cercando era un linguaggio del corpo”.

La scoperta di Mishima coincide sostanzialmente con la dichiarazione di Steiner riportata qualche pagina addietro:

“La coscienza dell’io si forma dunque mediante l’organizzazione corporea”.

E anche se lo scrittore nipponico non riesce ancora a realizzare che l’io viaggia, per così dire, dentro il pensiero, egli sa – perché lo sente – che il suo io coincide con lo spazio fisico-sensibile occupato dal suo corpo. In altre parole, corroborando la succitata affermazione di Steiner, Mishima riconosce di aver preso coscienza di sé attraverso la percezione

 

Continua qui: https://www.nexusedizioni.it/it/CT/la-via-per-fermare-il-conflitto-5817

 

 

 

 

 

 

 

Del Noce è fondamentale per capire… tutto. Per questo la cultura italiana lo nasconde

Celebrazioni poche. Indicativo che i primi a fraintendere (volutamente) il grande pensatore siano i cattolici. Che ormai scivolano nell’irrilevanza

Claudio Siniscalchi – Gio, 02/01/2020

Per mettere a fuoco il buco nero nel quale è sprofondata la cultura cattolica italiana, il trentennale della scomparsa del filosofo Augusto Del Noce (avvenuta il 30 dicembre 1989) è una perfetta istantanea.

Un pensatore della grandezza di Del Noce, in ordine di tempo ultimo prodotto della scuola cattolica novecentesca, da Augusto Guazzo a Gustavo Bontadini, da Michele Federico Sciacca a Enrico Castelli, è uscito dal dibattito culturale. In pochi lo hanno ricordato. E i commenti più significativi sono arrivati da studiosi come Marcello Veneziani e Alessandra Tarquini, lontani dall’universo culturale cattolico. Perché questo importante anniversario è passato nel silenzio generalizzato? La riposta è semplice: la cultura cattolica ha dimenticato Del Noce perché ha imboccato con ostinazione la strada di un progressismo in vita combattuto senza riserve da Del Noce sempre più accentuato, inspiegabilmente arrendevole alle idolatrie della contemporaneità. Ricordare che Del Noce è stato un sostenitore del pontificato di Giovanni Paolo II oggi crea imbarazzi. E crea ancora più imbarazzi ricordare che da subito si schierò a favore di Joseph Ratzinger, «custode della fede», ad esempio nel richiamo all’ordine della «teologia della liberazione».

Del Noce interpretò, alla luce di una solida filosofia sorretta da un’altrettanta solida teologia, il pensiero dominante del Novecento, rappresentato dal fascismo e dal comunismo. Diagnosticò, nello scetticismo generale, il «suicido della rivoluzione» comunista, quando ne veniva celebrato un futuro radioso. Disegnò una articolata «interpretazione transpolitica» del fascismo, ancor oggi solidissima. Demistificò imbrogli lessicali dietro i quali si nascondevano ideologie in stato di avanzata bancarotta, quali l’«eurocomunismo» e il «catto-comunismo». Fornì una chiara disamina del Sessantotto, legandolo alla sua analisi del «surrealismo» (formulata nel 1965): movimento ludico di destrutturazione della morale cattolica attraverso la potenza dirompente della sessualità, come aveva provato a fare l’avanguardia surrealista all’inizio del XX secolo, elevando il Marchese de Sade a classico del pensiero. Infine, estese il suo sguardo filosofico all’intera storia novecentesca, suddividendola in due momenti l’epoca sacrale segnata dai regimi totalitari e l’epoca profana dominata dalla società opulenta e dallo strapotere della tecnica filtrati dalla grande questione della «secolarizzazione». Mentre i suoi studi sul fascismo e sul comunismo furono estesi e a lungo meditati, quelli sull’epoca profana non

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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Principale ufficiale militare di Taiwan scompare dopo atterraggio di emergenza di elicottero

© CC BY 2.0 / David Hsieh / Taipei City

02.01.2020

Il massimo funzionario militare di Taiwan era tra le tre persone disperse giovedì dopo che un elicottero ha fatto un atterraggio di emergenza in una zona settentrionale montuosa vicino alla capitale Taipei, ha detto il ministero della difesa.

In una dichiarazione, il ministero ha affermato di aver inviato una squadra per salvare le 13 persone a bordo dell’elicottero Black Hawk, che includeva il capo dello stato maggiore di Taiwan, il generale dell’aeronautica Shen Yi-ming, e che erano stati trovati diversi sopravvissuti.

“Alcuni membri dell’equipaggio sono ancora intrappolati all’interno, mentre altri sono usciti”, ha detto un portavoce militare in una conferenza stampa trasmessa in diretta in televisione, sebbene in quel momento le truppe non avessero ancora raggiunto il luogo dell’incidente.

L’elicottero ha fatto l’atterraggio di emergenza a New Taipei City dopo che le autorità aeronautiche hanno perso il contatto con esso alle 8:22, ha detto il ministero.

L’incidente avviene una settimana prima che delle elezioni presidenziali e parlamentari l’11 gennaio.

Il presidente Tsai Ing-wen, che sta cercando di farsi rieleggere, ha annullato

 

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https://it.sputniknews.com/mondo/202001028480160-principale-ufficiale-militare-di-taiwan-scompare-dopo-atterraggio-di-emergenza-di-elicottero/

 

 

 

 

 

Raid Usa a Baghdad uccide il generale iraniano Qassem Soleimani

3 gennaio 2020

 

Su ordine di Donald Trump, eliminato uno degli uomini chiave dell’Iran. L’Ayatollah Khamenei promette “dura vendetta”. Per il ministro degli Esteri Zarif è “un atto di terrorismo internazionale”

Su ordine di Donald Trump, gli Usa colpiscono duramente l’Iran. Le forze americane hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, una delle figure chiave dell’Iran, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e considerato da alcuni il potenziale futuro leader del Paese.

Un raid condotto con un drone e ordinato dal presidente, un’azione militare che rischia di far salire la già alta tensione fra Stati Uniti e Iran, ma anche in tutto il Medio Oriente. La reazione iraniana è immediata, con Teheran che fa sapere che ci saranno ritorsioni. La guida suprema iraniana Ali Khamenei ha ordinato tre giorni di lutto nel Paese affermando che l’uccisione del generale raddoppierà la motivazione della resistenza contro gli Stati Uniti e Israele: “Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa” ha detto l’Ayatollah.

Per il presidente iraniano Hassan Rohani “non c’è dubbio che la grande nazione dell’Iran e le altre nazioni libere della regione si vendicheranno dell’orribile crimine commesso dagli americani”. “Questo atto codardo è un altro segno della frustrazione e impotenza dell’America nella regione”, ha aggiunto, denunciando che Washington “viola tutti i diritti umani e il diritto internazionale con la brutalità più disumana”. “L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida, è estremamente

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https://www.huffingtonpost.it/entry/raid-usa-a-baghdad-uccide-il-generale-iraniano-qassem-soleimani_it_5e0ed5f2e4b0843d361062d0

 

 

 

 

 

Rula Jebreal, Fazio, Saviano: tutti avatar dell’ordine mondiale iperclassista

Lampi del pensiero di Diego Fusaro/ Il circo mediatico e il clero giornalistico non sbagliano un colpo

di Diego Fusaro – Martedì, 31 dicembre 2019

 

 

È inutile che, in quest’ultimo scorcio del 2019, vi indignate tanto per Rula Jebreal. Il circo mediatico e il clero giornalistico non sbagliano un colpo. Scelgono sempre con precisione chirurgica i loro avatar per lo spettacolo di intrattenimento e di glorificazione del nuovo ordine mondiale iperclassista.

Tutto procede al meglio, come da copione.

La società dello spettacolo, totalmente amministrata e a reificazione integrale, funziona a pieno regime.

E continua ad appoggiarsi sulla produzione superstrutturale dei vari Rula Jebreal, Fabio Fazio e, naturalmente, il bardo cosmopolita Roberto Saviano, dalla solinga vetta del suo sontuoso attico di

Continua qui: http://www.affaritaliani.it/blog/lampi-del-pensiero/rula-jebral-fabio-fazio-saviano-644925.html

 

 

 

 

ECONOMIA

Scontrino elettronico, entra in vigore l’obbligo per tutti

01.01.2020

 

Addio allo scontrino fiscale e al registro corrispettivi, da oggi gli acquisti verranno registrati dai registratori elettronici e trasmessi direttamente all’Agenzia delle Entrate. Agli acquirenti andrà un documento comprovante l’acquisizione, ma privo di valore fiscale.

Da oggi scatta l’obbligo di invio telematico dei corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle Entrate. Tutti gli esercenti dovranno dotarsi di un registratore di cassa elettronico. La spedizione dei corrispettivi dovrà avvenire a fine giornata o comunque non più tardi di 12 giorni, per non incorrere in pesanti sanzioni. Questa innovazione permetterà all’esercente di semplificare la propria contabilità, visto che sparirà il registro corrispettivi, mentre consentirà all’autorità fiscale maggiori controlli antievasione.

La novità fiscale era partita lo scorso luglio, ma riguardava soltanto gli operatori economici che nel luglio 2918 avessero realizzato un volume d’affari superiore ai 400 mila euro. Dal primo gennaio 2020 si estenderà a tutti le partite iva che scontrinano, incluso chi opera in regime dei minimi o forfettario.

La memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica sostituiranno

Continua qui:

https://it.sputniknews.com/economia/202001018479747-scontrino-elettronico-da-oggi-entra-in-vigore-lobbligo-per-tutti–/

 

 

 

 

Il fondo salva-Stati rivela l’arroganza di Berlino e Parigi

Nato come aiuto in caso di crisi, ora è una clava contro i più deboli

Gian Maria De Francesco – Mer, 01/01/2020

Prima dello scorso 15 novembre i pochi che avevano avuto occasione di confrontarsi con il Meccanismo europeo di Stabilità (Mes) lo designavano come «Fondo salva-Stati».

È il veicolo finanziario che dal 2012 presidia le crisi di liquidità dei Paesi di Eurolandia al posto del Fondo di stabilità finanziaria (Efsf), attivo dal 2010 al 2012.

Una costruzione in sé lodevole. Alla base del Fondo salva-Stati c’è l’idea di un’Europa che non si appoggia al Fondo monetario internazionale e trova al suo interno le risorse per evitare che, in caso di crisi, un Paese collassi, ovviamente in cambio di una politica economica che sani gli squilibri. La pratica è stata diversa dalla teoria: nell’ottobre 2010 il vertice franco-tedesco di Deauville tra la cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy stabilì che i creditori privati

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/fondo-salva-stati-rivela-larroganza-berlino-e-parigi-1805549.html

 

 

 

 

La profezia di Margaret Thatcher: “l’euro sarà un caos”

 2 Gennaio 2020  di Cesare Sacchetti

 

Settembre 1992. Il bagno di sangue provocato dallo SME, il Sistema Monetario Europeo, sui mercati si è fatto sentire da poco sui Paesi europei che ne facevano parte, in particolar modo Gran Bretagna ed Italia.

Attraverso lo SME, i Paesi membri decisero di rinunciare alla facoltà di far fluttuare liberamente la propria valuta scegliendo di agganciare il cambio a delle barre di oscillazione prestabilite.

L’epilogo della storia fu nefasto. Il meccanismo del cambio fisso di allora prestò i Paesi che ne fecero parte ai tremendi contraccolpi degli speculatori, in particolare George Soros, sui mercati.

Qualcuno ebbe il coraggio e l’umiltà già allora di riconoscere i problemi che lo SME stava portando all’Europa.

Si tratta di Margaret Thatcher che in un profetico intervento davanti alla platea della conferenza sullo sviluppo economico mondiale, descrisse alla perfezione le crepe che già allora si intravedevano nel progetto di unione monetaria europea.

La Thatcher non ebbe difficoltà a riconoscere che la partecipazione allo SME fu un errore.

Il suo pragmatismo piuttosto british la portò ad affermare “che la stabilità promessa dai cambi fissi era falsa.”

Il cambio fisso, prosegue la ex lady di ferro, “ha impedito alle valute di potersi aggiustare gradualmente alle esigenze del mercato e alla fine ha provocato gravi oscillazioni di instabilità.”

Non solo. L’ex primo ministro britannico riconosce che “non c’è nulla di nuovo nel crollo dei cambi fissi. La novità dovrebbe essere nell’apprendere la lezione che i cambi fissi non funzionano nei mercati liberi.”

La naturale conclusione da trarre dai dissesti dallo SME sarebbe stata dunque quella di riconoscere che esistono delle differenze strutturali e fiscali dei singoli Paesi europei, e che il modo migliore per assicurare stabilità all’Europa sarebbe

Continua qui: https://lacrunadellago.net/2020/01/02/la-profezia-di-margaret-thatcherleuro-sara-un-caos/

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

BREVE STORIA DELL’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO ED EFFETTI SULLA GIUSTIZIA SOCIALE

 

Post di Antonio Martino – 27 FEBBRAIO 2019

 

La crisi del sistema bancario italiano costituisce una delle principali evidenze del sistema-euro applicato all’economia nazionale. Difatti, sulla gestione del credito si sono viste succedere tutte le sfumature che colorano il triste quadro degli ultimi trent’anni: fascinazione monetarista, obbedienza cieca e assoluta ai diktat di Bruxelles, svendita del patrimonio pubblico per servire il gretto capitale nazionale, incompetenza e malafede nella direzione degli istituti, asservimento completo alle direttive europee fino all’assurdo del bail-in introdotto a rotta di collo per benmeritare agli occhi dei padroni della colonia Italia.

 

In questa sede non si vuole analizzare il problema economico- ormai acclarato e da altri e ben più competenti in materia sviscerato nei dettagli-, bensì si cerca di evidenziare un’alternativa di struttura che possa evitare a quello che fu uno dei pilastri della crescita italiana la fine comatosa e la svendita assoluta.

 

 

  1. Essere stati per essere

 

Una breve panoramica storica per inquadrare nella giusta prospettiva l’analisi.

 

Il sistema bancario italiano, faticosamente emerso durante la fase di sviluppo giolittiano all’alba del Novecento, si ispirò per influenza di quel capitale al modello cd. Renano, cioè la banca mista-universale: chiaro esempio, la Banca Commerciale Italiana nata a Milano nel 1894 su iniziativa tedesca. Questo tipo di istituto aveva le seguenti caratteristiche (da wikipedia):

 

  • Autorizzato ad operare sia nel breve (esercizio del credito) che nel medio-lungo periodo (attività finanziarie e di investimento);

 

  • Autorizzato a svolgere attività in due modi: mediante servizio del credito e mediante concessione di quote partecipative nelle imprese.

 

Ci interessa evidenziare la commistione tra capitale industriale- sempre caratterizzato in Italia da asfissia di liquidità azionaria- e quello bancario, creato per l’appunto allo scopo di garantire flussi di cassa e immobilizzi alla grande industria nascente.

 

Nel dettaglio, “Lo statuto di una banca mista prevedeva che tale istituto potesse compiere operazioni di diversa durata temporale; ciò significa che esse potevano quindi raccogliere depositi, che erano operazioni a breve in quanto i risparmi erano ritirabili in qualsiasi momento, ed indirizzare tali depositi ad attività di credito industriale, operazione di lungo termine che prevedeva durate di dieci o più anni per i rendimenti.”

 

Questo scarto tra operazioni a breve (risparmiatori) e immobilizzi (credito industriale) presentava evidenti criticità. In base al ciclo economico, infatti, la difficoltà di rientro delle imprese avrebbe creato notevoli difficoltà alle esigenze di liquidità dei depositanti. A ciò si aggiunga il cruciale problema del controllo incrociato: maggiore era la esposizione dell’istituto nell’azienda, più grande diveniva la commistione tra banca e industria, fino a non distinguere più creditore e debitore in un gioco perverso di scatole cinesi e scalate di borsa. E’ il caso dell’Ansaldo dei fratelli Perrone; indebitati con la Banca italiana di sconto, forti dell’immenso potere dell’azienda durante la Grande guerra, essi avevano ottenuto il controllo della loro creditrice senza colpo ferire (la vigilanza bancaria, allora come oggi, era del tutto inefficace…e inefficiente). Colpiti dalla crisi di riconversione postbellica, il gruppo tentò di ottenere ancora capitali dalla Comit con un tentativo di scalata azionaria non riuscito. Il risultato fu il fallimento dell’Ansaldo e il crollo della Bis: le partecipazioni industriali furono trasferite al Consorzio per la Sovvenzione sui valori industriali, antenato

 

Continua qui: https://orizzonte48.blogspot.com/2019/02/breve-storia-dellevoluzione-del-sistema.html

 

 

 

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Buoni pasto 2020: nuove regole

 

La manovra di bilancio modifica le deduzioni sui buoni pasto 2020 rendendo quelli in formato elettronico maggiormente convenienti

 

di Lucia Izzo

 

Dal 1° gennaio 2020 i buoni pasto in formato elettronico sono ancor più convenienti, complice la modifica alle deduzioni per i ticket delle mense aziendale in formato cartaceo. Sono le novità previste dalla legge di bilancio 2020.

 

 

Buoni pasto 2020: stretta sui buoni cartacei

Le nuove soglie di esenzione fiscale previste dal comma 677 della manovra hanno come obiettivo quello di favorire una maggiore digitalizzazione e tracciabilità dei ticket, nonché a rendere più facili i controlli. Per questo la stretta sui buoni cartacei è controbilanciata da maggiori incentivi per chi adotta buoni elettronici.

Di conseguenza, a meno di non virare sui ticket elettronici, imprese e addirittura i lavoratori rischiano di vedersi addebitare un maggior imponibile in busta paga sul quale saranno calcolate Irpef, addizionali, contributi Inps e così via. Si stima che il prossimo anno la misura porterà nelle casse dello Stato entrate per oltre 51 milioni di euro.

Attualmente, a norma dell’art. 51, comma 2, lettera c) del TUIR, non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro

 

Continua qui: https://www.studiocataldi.it/articoli/36904-buoni-pasto-2020-nuove-regole.asp

 

 

 

 

 

L’EVIDENTE SQUILIBRIO DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI

di Vincenzo Vitale30 dicembre 2019

 

La celebre separazione dei poteri – cardine dello stato di diritto – dovuta a Montesquieu e sulla quale molti amano discettare, a volte senza neppure capire bene cosa essa comporti, in Italia non funziona abbastanza.

È sotto gli occhi di tutti infatti che da alcuni decenni a questa parte e soprattutto negli ultimi anni, si è affermata una nuova Repubblica, quella giudiziaria, la quale in modo pervasivo influenza ogni aspetto della vita sociale e politica.

Ciò è dovuto probabilmente al fatto che mentre il potere esecutivo e quello legislativo non possono in alcun modo sindacare il potere giudiziario e neppure sono in grado di lambirne le modalità di esercizio, al contrario, quest’ultimo è legittimato a valutare in continuazione sia l’esercizio del primo che quello del secondo. In altre parole, mentre ministri, sottosegretari, parlamentari non hanno modo di mettere il naso nelle vicende giudiziarie, i magistrati delle Procure – che non sono neppure giudici – possono a lor piacere intromettersi nelle faccende che vedono quelli come protagonisti della vita pubblica.

Insomma, esiste un evidente squilibrio che fa della separazione dei poteri una separazione in certa misura fittizia e perciò incapace di garantire, come invece dovrebbe essere, la impermeabilità di un potere nei confronti dell’altro. L’effetto di questo squilibrio è che qualunque pubblico ministero di qualunque Procura italiana è in grado, in qualunque momento, di intervenire su qualunque espressione degli altri poteri, mettendone in grave crisi l’esercizio e gli scopi da raggiungere. Non solo. Costui potrà pure intralciare l’azione governativa e legislativa, come il caso recente dell’Ilva ha dimostrato, quando abbiamo assistito ad un vero braccio di ferro fra diversi governi di diverso colore politico che – allo scopo di mobilizzare e destinare alla vendita molte tonnellate di acciaio già finite e collocate presso l’acciaieria di Taranto – hanno dovuto confezionare decreti su decreti pur di superare l’ostacolo posto dal sequestro operato dalla Procura proprio su quelle tonnellate, considerate frutto del reato.

Insomma, sembra quasi che certi uffici giudiziari siano espressione di

Continua qui:

http://opinione.it/editoriali/2019/12/30/vincenzo-vitale_poteri-separazione-esecutivo-legislativo-giudiziario-interferenze-csm-palamara-catania-ilva-procure/

 

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Se l’antirazzismo diventa un nuovo razzismo intellettuale

Francesco Maria Del Vigo – Mer, 01/01/2020

Razzista. Quante volte avete letto o sentito pronunciare questa parola nell’arco del 2019? Tante, troppe volte.

Le agenzie di stampa hanno battuto il termine «razzismo» più di 2.500 volte, sette volte al giorno. Razzista è un termine inflazionato, liofilizzato, privato del suo significato. La sinistra lo ha usato come un randello per zittire tutto quello che sta alla sua destra, indiscriminatamente trasformando in una folle eterogenesi dei fini chi pronuncia quel termine in qualcosa di molto simile al suo significato. Mi spiego: il razzismo esiste e va combattuto, ma se tutti siamo razzisti – come buona parte dell’intellighenzia radical sostiene – nessuno è razzista.

Se dire prima gli italiani, chiudere i porti, affermare che i flussi migratori vanno regolati, denunciare che nelle periferie delle nostre città esiste un problema di sicurezza legato spesso all’immigrazione, se scrivere in un articolo la nazionalità di chi commette un reato e usare la parola zingaro è razzista, beh allora abbiamo un problema. E non è il razzismo. Ma è tutto quello che di straforo stanno infilando dentro la categoria «razzismo» per tappare la bocca all’avversario, per chiudere

Continua qui: http://www.ilgiornale.it/news/se-lantirazzismo-diventa-nuovo-razzismo-intellettuale-1805552.html

 

 

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Pacato

pa-cà-to

Calmo, sereno, equilibrato

propriamente participio passato di pacarevoce dotta presa in prestito dal latino pacare ‘pacificare’, derivato di pax ‘pace’.

L’aggettivo ‘pacato’ è relativamente diffuso e noto, ma guardandolo bene si nota subito qualcosa che sfugge alla maggior parte delle persone, qualcosa di importante che pesa sulle sfumature sottili del termine: ‘pacato’ è propriamente il participio passato del verbo ‘pacare’.

Questo ‘pacare’ invece non è un verbo comune — per molte persone questa potrebbe essere la prima volta che ne contemplano l’esistenza. Anzi immaginiamo, se davanti a un cliente infuriato il ragazzo dell’assistenza lo rassicurasse dicendo che fa un controllo e poi lo paca subito, quello capirebbe ‘paga’, e sul momento sarebbe interdetto e soddisfatto. Ma l’equivoco si sgonfia perché in effetti, se ‘pacare’ è una voce dotta presa in prestito dall’omologo verbo latino, ‘pagare’ è semplicemente l’esito popolare di quello stesso verbo, deformato (appena appena) in secoli d’uso. Se pacare è calmare, pagare è… calmare col denaro.

Il verbo ‘pacare’ è semplice: significa acquietare, pacificare. E proprio come sembra, in latino è un derivato di pax, cioè ‘pace’. Il

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https://unaparolaalgiorno.it/significato/pacato?_et=eyJ0eXAiOiJKV1QiLCJhbGciOiJIUzI1NiJ9.eyJzdWIiOnsidSI6ImxvcHJlc3RpbWFubGlvQGdtYWlsLmNvbSIsImMiOiI0ODA3YjJiMzk1NjI3YzA5In0sImV4cCI6MTU3ODI3NTU0Mn0.OGAeEl5BHeGP_MdrmPikIfMCtZ_D9_qhZQvltJS7nDc

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

La differenza tra la Russia e L’Europa

30/12/2019 Massimo Bordin

Ogni tanto tra chi legge i miei approfondimenti salta fuori qualche buontempone irritato dalle mie critiche al sistema euro. E’ non solo normale che ci sia (i fannulloni rappresentano una percentuale stabile della nostra specie), ma anche voluto, poichè i blog nascono proprio con intento provocatorio e con la dichiarata volontà di offrire alternative all’informazione ufficiale. Eppure, mi sorprende sempre che costoro non si avvedono che le provocazioni vere qui non riguardano l’euro o l’istituzione Unione Europea, perchè il loro fallimento è talmente lapalissiano ed evidente che non ci sarebbe bisogno proprio di nessuna controinformazione a raccontarcelo. Le provocazioni di Micidial riguardano la filosofia, le relazioni umane, l’interpretazione della storia, ma sulla Ue cosa diamine vuoi stare ad interpretare?

A sostenere che l’euro sia servito per distruggere il welfare ci sono in primis i loro fautori contemporanei che nelle interviste registrate ci dicono in faccia “stiamo distruggendo la domanda interna” (Monti) oppure che senza l’euro “la Germania non sarebbe diventata il paese più potente d’Europa” (Prodi).

Vogliamo guardare qualche dato dei governi italiani più zelanti nell’applicare le regole imposte da Bruxelles?

Il Prodotto Interno Lordo, cioè la ricchezza del paese, con Monti calò drasticamente fino a far parlare qualche economista di depressione stile 1929.

Se escludiamo il calo del 2008/2009 che riguardò tutte le economie avanzate dell’Occidente causa bolla americana, nel 2012, anno di governo europeista di Monti, mentre tutti i paesi risalivano la china, l’Italia fece un capitombolo a – 2,4 (reale – 2,8 secondo la fonte AMECO)

La produzione industriale risulta essere in calo da anni, e non è questo il momento di andare a vedere il perché. Ma se il calo era stato contenuto, con una media di circa -1,8, è con Mario Monti ed Enrico Letta che

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La classe politica francese e le violazioni della Costituzione

di Thierry Meyssan

L’opinione pubblica francese si stupisce a ogni rivelazione di sottrazione di denaro pubblico. Ci si domanda perché questi fatti siano diventati così frequenti a partire dagli anni Ottanta. Thierry Meyssan non è molto interessato a questo tipo di reati. Denuncia invece un crimine che ritiene ben più grave: la privatizzazione dello Stato a beneficio di “investitori” stranieri. Una violazione che non esisteva all’interno del governo né della presidenza della Repubblica, ma che ora si sta propagando ai vertici delle istituzioni. Quel che ha inizio con indebiti vantaggi prosegue, spesso senza che i responsabili politici vi abbiano preliminarmente riflettuto e talvolta loro malgrado, per mezzo di crimini senza nome.

RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 24 DICEMBRE 2019

 

 

Henry Kravis (KKR) e Laurence Fink (Blackrock) f

anno affidamento su Macron e sullo sceicco Mohamed bin Zayed.

La fine della politica in Francia

Dopo l’ictus del presidente Jacques Chirac il 2 settembre 2005, la Francia non ha più avuto un politico in grado di farsi carico della presidenza della Repubblica. La fine del secondo mandato di Chirac ha scatenato una lotta spietata tra il primo ministro Dominique de Villepin e il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy; uno scontro in un contesto di stato di emergenza e di false di accuse che hanno relegato in secondo piano l’interesse generale.

L’elezione di Sarkozy segna l’avvento di una mentalità “corporate”, dunque la fine della politica nel senso originario del termine: organizzazione della città. Il nuovo presidente dichiara di voler gestire il Paese come un’impresa. Esibisce la propria funzione come “job”, non più come servizio. Ostenta la propria vita privata e il successo sociale. Non cerca più d’incarnare la volontà popolare, ma di adeguare il Paese alla propria volontà («Io voglio…»). E alla fine, in ossequio agli antichi legami personali con la CIA, allinea la Francia agli Stati Uniti, arrivando a subordinare le forze armate francesi al comando statunitense interno alla NATO.

In reazione agli eccessi di Sarkozy, il successore François Hollande vuole essere un “presidente normale”, un uomo senza storia e senza ambizioni, né personali né per il Paese. Esperto in dispute politiche, ma carente in analisi politica, impara la funzione di presidente dagli alti funzionari – che non ne sanno molto più di lui – come egli stesso rivendicherà in seguito. In ogni ambito si contenterà di seguire la via del predecessore, imponendosi così di abbandonare le proprie idee socialiste. Prenderà iniziative unicamente per imporre una morale puritana, ispirata all’esempio dei presidenti statunitensi.

Emmanuel Macron viene a sua volta eletto con l’aiuto di speculatori

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INDIA, CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI CONTRO LA LEGGE SULLA CITTADINANZA

di Guglielmo Eckert27 dicembre 2019

 

Non si fermano le manifestazioni in India contro il Citizenship Amendment Act. La legge di cittadinanza approvata l’11 dicembre regolarizza migliaia di immigrati di diverse religioni, fatta eccezione per quella musulmana. In una ventina di giorni sono morte almeno 21 persone, 15 solo nello Stato dell’Uttar Pradesh. Ieri migliaia di persone hanno invaso Calcutta guidate dalla leader del Bengala occidentaleMamata Banerjee. Intanto, il premier indiano Narendra Modi continua a difendere la controversa legge. Addirittura, Yogi Adityanath, governatore dell’Uttar Pradesh, ha sospeso oggi il servizio Internet nei 21 distretti dello Stato: il venerdì è il giorno ritenuto “più a rischio” di scontri per la ricorrenza della preghiera settimanale nelle moschee.

L’associazione degli studenti dell’Università Jamia Millia Islamia di Delhi ha indetto per oggi una manifestazione davanti alla sede dello Stato nella capitale con lo scopo di impedire ai dipendenti l’ingresso e chiedere le dimissioni del governatore, ritenuto mandante dell’uso delle armi da parte della Polizia e responsabile della

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http://opinione.it/esteri/2019/12/27/guglielmo-eckert_india-citizenship-amendment-act-uttar-pradesh-calcutta-bengala-occidentale-banerjee/

 

 

 

 

 

 

POLITICA

Vittorio Feltri: “Sergio Mattarella ha fatto un bel discorso totalmente superfluo”

1 gennaio 2020

 

Vittorio Feltri, con un post pubblicato sul suo profilo Twitter, commenta in modo lapidario il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Ha fatto un bel discorso totalmente superfluo”.

 

Il capo dello Stato, ieri 31 dicembre, a reti unificate ha spesso usato la parola “fiducia”: “L’Italia riscuote fiducia. Quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne

 

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https://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/13549217/vittorio-feltri-sergio-mattarella-bel-discorso-totalmente-superfluo.html

 

 

 

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Chi ha distrutto la cultura scientifica?

28/12/2019 Massimo Bordin

La separazione tra le due culture, quella scientifica e quella umanistica, è menzognera e lascia il tempo che trova anche all’interno di scuole dichiaratamente specializzate, come i licei “classico” e “scientifico” (ad esempio c’è lo stesso programma di matematica e con lezioni di latino e filosofia presenti in entrambi gli istituti scolastici).

Si tratta infatti di una distinzione di comodo, utile per capire le preferenze che individualmente possiamo avere per un approfondimento a scapito di un altro, ma che è negata dall’accezione di un sapere unico. Se prendete ad esempio i filosofi dei secoli scorsi, scoprirete che tutti o quasi avevano grandi competenze matematiche e fisiche, quando non erano addirittura i matematici ed i fisici più importanti della loro epoca (Talete, Pitagora, Cartesio, Pascal, Leibniz, ecc. ecc).

A distruggere la cultura scientifica, cioè a renderla produttiva solo per la realizzazione di merci limitandone il peso nella conoscenza dell’«intiero», è stato lo scientismo, cioè quell’atteggiamento culturale nato ai tempi del positivismo francese ed oggi impadronitosi della cultura occidentale, per il quale esiste solo il metodo scientifico come viatico al sapere. Lo scientismo, nel suo significato più negativo, attribuisce valore solo al rigore, alle prove, alle dimostrazioni, negando risolutamente qualsiasi riferimento a morale, intuizione, immaginazione, relazioni e storia.

Tralasciando le molte eccezioni ed i sottili distinguo, provo a spiegare i limiti dello scientismo con un solo esempio, tratto però dalle scoperte matematiche e non dalla letteratura, dai miti o dall’ontologia come sogliono fare quelli che di norma contrastano l’atteggiamento culturale definito scientista.

Eulero è stato il più grande matematico e fisico che sia mai nato in Svizzera. Tra le tante cose studiate, egli voleva risolvere un problema lasciato aperto circa un secolo prima da un altro matematico

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STORIA

Gli Alemanni attraversano il Reno gelato e invadono l’Impero Romano

Simone Riemma – 2 gennaio 2017

Immagine da Instagram #accaddeoggi_in_storia

 

 

Gli Alemanni attraversano il Reno gelato e invadono l’Impero Romano con il seguente pretesto: gli ambasciatori alemanni inviati a corte avevano ricevuto doni di valore inferiore a quello loro dovuto, il quale costituiva un affronto; gli ambasciatori addirittura, presi dall’indignazione, li gettarono a terra, e per tale motivo subirono maltrattamenti dal magister officiorum Ursazio; quando gli ambasciatori alamanni ritornarono nei loro territori e riferirono del maltrattamento subito con considerevoli esagerazioni, essi fornirono ai loro connazionali il pretesto per invadere l’Impero, ovvero vendicare tale affronto. L’imperatore Valentiniano I (321-375) inizierà una serie di campagne militari in Gallia tra il 364 e il 375, volte a migliorare le difese della Gallia, minacciata soprattutto dagli Alemanni di re Macriano.

2/2) Ludi Compitalicii – Festa romana in onore dei Lari, demoni protettori dei luoghi abitati; quelli che sovrintendevano ai crocicchi erano chiamati Lares compitales (compitum era il ‘crocicchio’, da competo ‘incontrarsi con’). Dove le proprietà ‘si incontravano’, erano poste delle costruzioni a forma di piccole torri; in esse erano praticate tante aperture per quante erano le proprietà confinanti e di fronte alle aperture vi erano dei piccoli altari sui quali ciascun proprietario portava

 

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