NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 OTTOBRE 2019

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 OTTOBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Quando esistevano ancora delle ideologie che si scontravano, che si proclamavano a favore o contro un dato aspetto conosciuto della realtà, c’erano fanatici e bugiardi ma non disinformatori”.

GUY DEBORD, La società dello spettacolo, Baldini & Castoldi, 2017, pag. 272

 

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Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

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EVENTO CULTURALE

SOMMARIO

La forma del girowater

Cari amici, parliamoci chiaro 1

Assolto il togolese che aggredì due donne senza motivo: incapace di intendere e di volere 1

CODACONS * TAGLIO PARLAMENTARI: « LA RIFORMA AVREBBE EFFETTI IRRILEVANTI SUI BILANCI DELLE FAMIGLIE CON RISPARMIO DI 3 EURO A FAMIGLIA ». 1

La nuova battaglia pseudo-femminista: revisionare il tango argentino. 1

Italiani sotto sfratto: “Raggi pensi anche a noi, non solo ai rom”. 1

Scuola: un disastro che viene da lontano 1

Vi spiego perché le politiche demografiche sono un problema economico oltre che sociale 1

Il ricatto di Ankara e il silenzio dell’Occidente 1

Il Kurdistan immaginato dal colonialismo 1 francese

Operazione “Fonte di Pace”: l’Heartland si muove 1

Israele ed Occidente non hanno i mezzi per contrastare la tecnologia iraniana. 1

Il terrorismo endogeno della Francia. 1

Cina, Global Times: Gli Stati Uniti creano nuovo caos in Medio Oriente 1

Costanzo Preve sull’attualità e l’inattualità di Gramsci (intervista a cura di Saša Hrnjez) 1

IL SEGRETO DELLA FELICITÀ SECONDO ORTEGA Y GASSET. 1

Meglio il Premio Ikea: il Nobel ha ignorato i grandi del ‘900. 1

Chi ha creato l’€uro ha creato anche il Movimento 5 Stelle 1

La censura di Facebook colpisce Contropiano. Solidarietà alla redazione da parte de l’AntiDiplomatico 1

Darpa, Usa: soldati-Ogm invulnerabili, col Dna modificato 1

Come cambiano le tasse sulla casa: stangata in arrivo 1

Lo “scippo” nascosto sulla casa Ecco la mazzata sui proprietari 1

Giustizia ad orologeria?. 1

La Turchia inonda l’Europa di migranti 1

A proposito di “complottismi” ….. 1

Il destino dell’Europa era già segnato. Quarant’anni fa. 1

….IN EUROPA INVECE TUTTO BENE. 1

Neoambientalismo: realtà o arma di distrazione di massa?. 1

Commissione europea a rischio, cambio di presidenza non escluso: si scalda un altro tedesco 1

Notizie da un altro pianeta: il rimboschimento di Cina e India. 1

IL DESTINO DELL’ITALIA (1): JAPANIFICATION IRLANDESIZZATA? 1

Governo italiano e mondo: incominciano a cadere le foglie 1

La disperata proposta di Zingaretti al M5S: «Voi ci aiutate in Emilia, noi salviamo la Raggi». Che tristezza. 1

L’interesse nazionale? C’è sempre ma non si vede 1

Il totalitarismo democratico non è democrazia 1

L’AUTO ELETTRICA NON “FUNZIONA”. Se Dyson dà ragione a Marchionne….. 1

 

 

EDITORIALE

La forma del girowater

Manlio Lo Presti – 17 ottobre 2019

Non basta mai ritornare su argomenti che vengono più o meno ampiamente trattati sul destino dei popoli e delle nazioni europee.

Da oltre due decenni i burocrati di Bruxelles legiferano su materie del tutto irrilevanti rispetto alle priorità di cui il continente aspetta una soluzione condivisibile e possibile.

Mi riferisco a:

  • disoccupazione di oltre 50.000.000 di persone, che saranno 75.000.000 con le imminenti automazioni e robotizzazioni,
  • crisi finanziaria ininterrotta e pianificata,
  • DEPOPOLAZIONE E STERILITA’ PROVOCATA E IDEOLOGIZZATA DA TEOREMI QUADRISEX, creando così le premesse ideologiche ed URGENTI di una immediata sostituzione ed importazione massiva etnica con popolazioni fertilissime nordafricane, del Bangladesh, indiane MA NON UCRAINE E/O BALCANICHE che sarebbero vicine MA NON VOTEREBBERO PD e suoi sodali!!!!!!!!!
  • fallimenti pilotati di banche, con acquisto a due soldi dei crediti diventati di colpo inesigibili, con annesse escussioni delle garanzie reali e di firma acquisite con esborso minimo e a sussidio dei crediti erogati! (Da notare che IL 70-80% DELLA MASSA DI CREDITI E’ DIVENTATA INESIGIBILE DOPO LA CREAZIONE DEI CRITERI DETTI DI “BASILEA” 1,2,3,4,N … Quindi si tratta di una operazione pianificata per demolire TUTTO cambiando le regole “in corsa” e che oggi sono Vangelo),
  • deindustrializzazione e crollo verticale dei servizi sociali,
  • assenza di politiche economiche espansive, che diminuirebbero il predominio germanico,
  • progressivo abbassamento del reddito delle famiglie, con (guarda caso!) indebitamento bancario con carte di credito e il terribile credito al consumo con tassi al 17%,
  • pignoramento di migliaia di appartamenti ogni mese, con passaggio di proprietà ad immobiliari nordeuropee,
  • eliminazione progressiva dei diritti nascenti da libere negoziazioni fra parti sociali, con sostituzione di politiche di carità irrogata (e quindi revocabile a piacimento) dall’alto. Vedi la helicopter money, il quantitative easing e simili, promosse e irrogate graziosamente dall’alto dal superpretoriano Draghi TELEGUIDATO DAI SOLITI ALTI COMANDI,
  • 000.000 di individui con disturbi mentali, di cui 20.000.000 da camicia di forza,
  • Eliminazione della sanità pubblica i cui fondi sono trasferiti ai colossi assicurativi internazionali di concerto con i colossi farmaceutici con i quali si spartiscono mafiosamente la immensa torta delle risorse monetarie,
  • Irrilevanza della forza difensiva di un assente esercito europeo,
  • Assenza di normative europee sul tema delle immigrazioni, scaricando i problemi degli sbarchi alla parte sud dell’europa (Italia, e Grecia soprattutto) della quale agli alti comandi anglofrancotedeschi non frega una BEATA … dimostrandolo con il loro miserabile e cinico temporeggiamento.

 

Tuttavia, i pretoriani comunitari mostrano di avere una terrificante efficienza quando procedono alla legiferazione riguardante temi irrilevanti e a volte surreali, fa i quali cito:

la forma del girowater,

– La forma di alcune specie di frutta
– La forma degli imballaggi,
– I marchi industriali, che penalizzano quelli italiani…

– La conferma o meno dell’ora legale

– Le spese di gestione degli apparati comunitari, sempre in crescita e mai efficientati, come pretendono che facciano, con politiche depressive e repressive, i Paesi del sud europa.

MA NON TROVA IL TEMPO PER LEGIFERARE SUL GRAVISSIMO FENOMENO DELLO SBARCO DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI MIGRANTI-PAGANTI e di quanti verranno a breve dal corridoio balcanico grazie alle politiche eversive degli USA per accaparrarsi il petrolio della regione!

Nessun problema: PAGA TUTTO L’ITALIA governata da una gang di politici TUTTI RICATTATI e quindi incapaci di alzare la testa e la Grecia, ormai una entità e non più una nazione che ha creato le basi di un Occidente ormai sottomesso alle invasioni programmate da politiche eugenetiche sterminatorie e demolitrici!

 

P.Q.M.

 

Diventeremo molto presto EX-ITALIA,

con i buoni uffici di un ossessivo, maniacale e suicida

buonismo neomaccartista antifa quadrisex

delle “anime belle” serve sciocche di un ORDOLIBERISMO

ASSASSINO E STERMINATORE DI POPOLI E DI CIVILTA’

 

Come sempre, ritorneremo purtroppo sull’argomento di cui NON SI DEVE MAI TROVARE LA SOLUZIONE!!!

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Cari amici, parliamoci chiaro

L’anima bella dell’accoglienza indiscriminata è la tipologia di essere umano più infantile, superficiale ed egoista che abbia mai conosciuto.

27 GIUGNO 2019 – Elia Mercanzin

C’è un tavolo…

Da un lato ci sono 10 africani, dall’altro ci sei tu. Dalla tua parte, salvo quella dove stai seduto, non ci sono altre sedie. Si sa il perché ma non si risolve la carenza di sedie dalla sera alla mattina. Ad ogni modo, gli africani ti fanno capire che vorrebbero passare dall’altra parte del tavolo, dove sei tu perché si sta meglio di là. Almeno così hanno visto su YouTube. Hanno visto tante sedie su YouTube. Tu che sei umano non pensi alle sedie perché a te interessa solo accontentarli e poi si vedrà. Allora che fai? Decidi di fare così: prendi una rivoltella a 10 colpi, inserisci un solo proiettile e fai fare un bel giro al tamburo, come in quel film famoso. Poi, fai scivolare la pistola sul tavolo fino a raggiungere l’altro lato dove stanno gli africani dicendo loro: «Cari amici, parliamoci chiaro. Se non vi foste seduti da quella parte non mi preoccuperei anche perché ce ne sono tanti nel mondo come voi… Normalmente siete come fantasmi a cui è bene non pensare affatto ma visto che vi siete palesati vi voglio aiutare, veramente. Mi sentirei terribilmente in colpa se non lo facessi. Quindi, facciamo un gioco. “Roulette russa”, lo conoscete? No? Non l’avete visto su YouTube? Non importa, fate come dico io, fidatevi. Uno alla volta vi punterete la canna della pistola alla tempia e premerete il grilletto. Completato il giro 9 di voi potranno passare da questo lato del tavolo e avere una sedia, non è meraviglioso? Come dite? Non vedete sedie da questa parte oltre alla mia? In effetti avete ragione…

Ma non preoccupatevi qualcuno se ne occuperà.

Io sono umano e vi voglio bene ma non posso pensare a tutto!

E che cazzo!».

Ci sono i numeri…

Ogni 10 africani che prendono il largo su un barcone 1 muore annegato a poche miglia dal punto di partenza.
Il 33% della popolazione carceraria italiana è composto da stranieri

Continua qui:

http://www.eliamercanzin.com/immigrazione-roulette-russa/

 

 

 

 

 

 

 

Assolto il togolese che aggredì due donne senza motivo: incapace di intendere e di volere

Il 24enne originario del Togo che lo scorso mese ha aggredito due donne nel sottopasso della stazione ferroviaria di Lecco è stato assolto perché incapace di intendere e di volere

Francesco Curridori – Ven, 11/10/2019

 

Assolto perché incapace di intendere e volere. Il 24enne originario del Togo che lo scorso mese ha aggredito due donne nel sottopasso della stazione ferroviaria di Lecco sarà comunque costretto a trascorrere due anni in Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), quella che prima veniva chiamato ospedale psichiatrico giudiziario.

Il togolese, in attesa di trovare una struttura che rispecchi queste caratteristiche, si legge sul quotidiano Il Giorno, resterà in carcere. L’episodio risale a un mese fa quando il 24enne ha spinto giù dalle scale del sottopassaggio della stazione ferroviaria una ragazza italiana di 18 anni e, poco dopo ha colpito con un pugno in faccia una signora di 56 anni. Il togolese, che aveva alle spalle diversi crimini, ha agito senza alcun motivo e noncurante delle telecamere a circuito chiuso che hanno registrato tutta la scena, ma oggi prima che venisse emesso il verdetto si è scusato con le sue vittime. Medesime scuse sono arrivate dai suoi genitori. Antonio Cianciola, cognato del togolese, sentito da Lecconews, ha parlato dello stato

 

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/assolto-togolese-che-aggred-due-donne-senza-motivo-1767397.html

 

 

 

 

CODACONS * TAGLIO PARLAMENTARI: « LA RIFORMA AVREBBE EFFETTI IRRILEVANTI SUI BILANCI DELLE FAMIGLIE CON RISPARMIO DI 3 EURO A FAMIGLIA »

fonte: Agenzia Giornalistica Opinione8 Ottobre 2019

 

Il taglio dei parlamentari produrrebbe un risparmio annuo pari ad appena 3,12 euro a famiglia, ossia 1,35 euro a cittadino. Lo stima il Codacons, nel giorno in cui si vota alla Camera la riforma costituzionale per la riduzione del numero di Deputati e Senatori.

L’associazione dei consumatori ha infatti elaborato i numeri sulle ripercussioni del provvedimento per le tasche degli italiani, ed evidenzia come la riforma avrebbe effetti praticamente irrilevanti sui bilanci delle famiglie.

Verificando il bilancio della Camera per il biennio 2018-2020 emerge come il costo di ciascun Deputato, tra indennità e rimborsi vari, sia pari a 230mila euro; analogamente, in base al bilancio del Senato, ciascun Senatore costa allo Stato 249.600 euro annui. Se quindi il numero di Deputati fosse ridotto da 630 a 400, e quello dei Senatori

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https://codacons.it/codacons-taglio-parlamentari-la-riforma-avrebbe-effetti-irrilevanti-sui-bilanci-delle-famiglie-con-risparmio-di-3-euro-a-famiglia/

 

 

 

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

La nuova battaglia pseudo-femminista: revisionare il tango argentino

di Federica Ciampa12 OTTOBRE 2019

 

Per finire nel mirino del femminismo contemporaneo occorre veramente poco: sono sufficienti presenza maschile, bellezza, sensualità, tradizione e identità popolare. Infatti, la nuova battaglia delle femministe del #Metoo riguarda il tango, danza popolare argentina, che sarebbe nata nelle periferie di Buenos Ayres nei primi dell’Ottocento.

Il tango presenterebbe un problema particolarmente rilevante e, senza dubbio, prioritario, che risiede nella semplice regola “l’uomo guida, la donna segue”, alla base dell’improvvisazione, che dovrebbe caratterizzare questo ballo. Per questa ragione, Liliana Furió, portavoce del Movimiento feminista de tango – e, neanche a dirlo, attivista LGBT – intervistata dal Corriere della Sera, ha spiegato come il tango tradizionale sia un “un bastione del machismo argentino” dove c’è “un brusco dominatore” e “un’accondiscendente dominata”. Secondo l’attivista, inoltre, mediante questa nuova lotta, non verrebbe meno la carica erotica che, tradizionalmente, caratterizza il tango, perché “nel nostro stile tecnicamente non cambia nulla, sono la stessa musica, gli stessi tempi, passi uguali. Semplicemente la connotazione di genere smette di

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https://loccidentale.it/la-nuova-battaglia-pseudo-femminista-revisionare-il-tango-argentino/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Italiani sotto sfratto: “Raggi pensi anche a noi, non solo ai rom”

Nel quartiere popolare di Pietralata c’è aria di sgomberi. Le sette famiglie italiane sfrattate dai magazzini Ater di via Silvano non si arrendono: “Siamo pronti a incatenarci”

Elena Barlozzari Alessandra Benignetti – Mer, 16/10/2019

 

“Io da qui non me ne vado, meglio morire che vivere in strada”. Bruno ha 78 anni ed è uno degli occupanti degli scantinati di via Silvano numero 10.

Sette magazzini di proprietà dell’Ater che si trovano al pianterreno di un complesso di case popolari nel quartiere romano di Pietralata. Pertinenze di appartamenti che, si vocifera nel quartiere, ora l’azienda che gestisce l’edilizia residenziale vorrebbe vendere.

Da quando i vigili la scorsa settimana hanno apposto i sigilli al portoncino verde del monolocale la sua vita è cambiata. “Sono malato di cancro e nei mesi scorsi ho scoperto di avere anche un problema al cuore”, ci racconta. “Mi sarei dovuto operare questo mese – continua – ma sto rimandando il ricovero perché ho il terrore di tornare e non trovare più nulla”. In questi quaranta metri quadri Bruno vive con sua moglie da più di dieci anni. Uno spazio angusto in cui è racchiusa tutta la sua vita: i ritratti di famiglia in bianco e nero, le medaglie al valore del fratello morto durante la Seconda guerra mondiale e le foto della nipotina.

“Vado avanti con 600 euro al mese, cerco di risparmiare su tutto, il pane – ci spiega – lo scaldo un po’ per poterlo mangiare anche quando diventa raffermo”. Ma un affitto, no. Proprio non se lo può permettere. Come lui anche le altre famiglie in emergenza abitativa che si sono stabilite in questi anni nei box dell’Ater. Claudio, papà separato, è invalido civile. Elisabetta, invece, vive nella stanza che ha occupato nel 2001 con i suoi cinque figli. “Qui dentro ci abitano

 

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http://www.ilgiornale.it/news/roma/italiani-sotto-sfratto-raggi-pensi-anche-noi-non-solo-ai-rom-1770219.html

 

 

 

 

 

 

Scuola: un disastro che viene da lontano

 

Da un bell’articolo di Silvia Truzzi sul Fatto (10.10) apprendiamo che in Italia il 7% dei diplomati conclude il ciclo di studi “con un livello di competenze così basso che è come se non avessero mai messo piede in classe”. Ma le cose non vanno meglio, anzi peggio, per gli adulti, da una rilevazione Ocse si ricava che “il 70% degli adulti italiani risulta non in grado di comprendere adeguatamente testi lunghi e complessi”.

La storia viene da lontano. In quasi nessun Paese in cui sono stato ho visto la scuola trattata o meglio bistrattata come in Italia. Prendiamo a titolo di esempio la Tunisia. Sotto il regime di Ben Ali i giornali impegnavano pagine e pagine in dibattiti sull’istruzione soprattutto delle prime classi: sui tempi di attenzione dei ragazzi, sulla scansione degli intervalli, sui metodi di insegnamento, sul comportamento dei docenti, sulla disciplina, sul rigore degli esami. Anche i regimi dittatoriali hanno sempre dato, e danno, una grande importanza all’istruzione se non altro per educare i cittadini alla propria visione politica. Il Fascismo, almeno nelle grandi città, costruì per i maestri elementari, cioè per il livello più basso della classe dei docenti, case che oggi fanno gola ai benestanti. I docenti dovevano godere di una considerazione sociale elevata che poi si rifletteva sul loro prestigio in aula.

Nell’Italia repubblicana, per decenni, durante tutta l’era democristiana e oltre, il ministero dell’Istruzione andava come premio di consolazione al più sfigato dei politici o a quello che stava in ‘standby’. Sono stati ministri dell’Istruzione Giuseppe Bettiol, Egidio Tosato, Giuseppe Medici, Giacinto Bosco, Fiorentino Sullo, Riccardo Misasi, Mario Pedini, Adolfo Sarti, Guido Bodrato, Franca Falcucci, Giovanni Galloni, Gerardo Bianco, Riccardo Misasi, Rosa Russo Iervolino, Francesco D’Onofrio, Giuseppe Fioroni. E fermiamoci qui per carità di patria.

Per decenni la scuola è stata concepita come una sorta di ‘riserva indiana’ per semioccupati od occupati malpagati e frustrati, senza nessuna considerazione per il merito e la passione per il proprio lavoro (gli scatti erano solo per anzianità). Molti dei ‘babypensionati’ vengono dalla scuola e spesso erano i migliori, con una vocazione autentica per la loro delicatissima professione. Si tenga presente che il lavoro dell’insegnante scrupoloso non si esaurisce in aula ma, soprattutto per alcune materie, lettere e filosofia in particolare, continua a casa con la correzione dei compiti e la preparazione della lezione del giorno successivo. I migliori, alla lunga, hanno pensato che non ne valesse la pena e sono andati a spendere il loro talento altrove, gli altri che talento non avevano sono rimasti a scaldare i banchi.

A tutt’oggi ogni nuovo ministro della Pubblica Istruzione elabora

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http://www.massimofini.it/articoli-recenti/1884-scuola-un-disastro-che-viene-da-lontano

 

 

 

 

 

 

 

Vi spiego perché le politiche demografiche sono un problema economico oltre che sociale

Parla Vincenzo Bassi, neopresidente FAFCE

Intervista di Veronica Mameli

 

14 OTTOBRE 2019

Che il problema demografico sia sempre più un’emergenza europea da affrontare il prima possibile, è sotto gli occhi di tutti. Ne è fermamente convinto anche il neopresidente della FAFCE (Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche) Vincenzo Bassi. Marito, padre di tre figli e avvocato, Bassi prende il posto del francese Antoine Renard, dopo aver svolto per anni il suo servizio come membro del Direttivo del Forum delle Famiglie. Con lui il Forum diventa per la prima volta il capofila delle associazioni familiari europee d’ispirazione cattolica.

Vincenzo Bassi, dal Forum delle famiglie alla FAFCE. Da Roma a Bruxelles ma sempre mettendo al centro la famiglia…

E’abbastanza facile mettere al centro la famiglia, proprio perché è al centro ed è il riferimento fondamentale della società. Purtroppo oggi è diventata quasi una impresa affermare questa verità e la nostra missione è sempre più quella di testimoniare la centralità della famiglia con le istituzioni, con i corpi intermedi, le associazioni e qualche volta anche con i cittadini. Se chiudessimo gli occhi, infatti, non potremmo mai immaginare una società senza famiglia…

Non è un mistero, infatti, che oggi la famiglia naturale sia “sotto attacco” eppure alcuni osservatori continuano a dire che non sia corretto dire “difendiamo la famiglia” quanto “valorizziamo la famiglia”. E’ d’accordo?

Sì, a me non piace difendere la famiglia – e lo dico da avvocato, abituato a difendere per mestiere. Il nostro obiettivo deve essere quello di evidenziare la funzione della famiglia quale istituzione al servizio della società. E’ un’istituzione che vuole assumersi le responsabilità per il bene della società. La famiglia non è un fatto privato, ma un fatto di rilevanza pubblica. Per questo, se guardiamo alla sua funzione, non credo si possano avere dubbi sul fatto che essa è tale perché generativa. Il potere generativo della famiglia è un fatto essenziale.

Secondo lei qual è il colpo più duro che l’istituto familiare ha dovuto

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CONFLITTI GEOPOLITICI

Il ricatto di Ankara e il silenzio dell’Occidente

L’offensiva turca contro le forze curde – operazione denominata “Fonte di pace” – è iniziata alle ore 21.00 del 9 ottobre 2019: una data “che rimarrà segnata nell’infamia”, per citare le parole utilizzate dal Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, al Congresso, il giorno successivo all’attacco giapponese a Pearl Harbor.

Quello delle forze di Ankara era un attacco prevedibile e già preannunciato da un operazione  aerea su larga scala, che ha visto colpite tutte le basi della milizia curda: ossia di quelle stesse forze che, per prime, sono state l’argine all’Isis, quando tutto il mondo rimaneva, immobile, ad osservare l’avanzata delle bandiere nere.

All’attacco curdo è seguita l’immediata reazione delle forze curde, le quali hanno bombardato le città di confine dando così il via ad un conflitto che non sarà breve e del quale è difficile prevedere l’esito, anche considerando la fragilità del terreno su cui si gioca questa partita.

Le potenze occidentali, invece, pur condannando l’operato di Ankara, alle proteste verbali non hanno fatto e non faranno seguire azioni concrete: Erdogan, difatti, ha saputo incastrare nella rete del ricatto i partner della NATO, l’Unione Europea e gli Stati Uniti; ha saputo sfruttare a suo favore le macchinazioni delle cancellerie, a sostegno del maldestro e fallito golpe del 2016, in cui le implicazioni americane sono state utilizzate come legittimazione di un apertura alla Russia e alle sue forniture militari.  Ancora, Erdogan è riuscito a trarre nella rete anche la stessa Unione Europea,

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Il Kurdistan immaginato dal colonialismo 

francese

TUTTO QUEL CHE VI NASCONDONO SULL’OPERAZIONE TURCA “FONTE DI PACE” (2/3)

 

di Thierry Meyssan

Contrariamente a un luogo comune, il Rojava non è uno Stato pensato per il popolo kurdo, bensì una fantasticheria del colonialismo francese, nata nel periodo tra le due guerre. Insieme ai kurdi si voleva creare uno Stato fantoccio, analogamente al Grande Israele da fondarsi con gli ebrei. Un obiettivo del colonialismo rispolverato dai presidenti Sarkozy, Hollande e Macron, che l’hanno spinto sino alla pulizia etnica nella regione dove il nuovo Stato doveva sorgere.

RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 16 OTTOBRe2019

 

 

L’Alto Commissario francese per il Levante, generale Henri Gourraud, recluta, con l’ausilio dei turchi, 900 uomini del clan kurdo dei Millis per reprimere la ribellione nazionalista araba ad Aleppo e Raqqa. Questi mercenari combatteranno come gendarmi francesi sotto la bandiera che diventerà l’attuale vessillo dell’Esercito Siriano Libero (telegramma del 5 gennaio 1921).

 

Fonte: Archivi dell’esercito francese.

Aeccezione del principe Rewanduz, il popolo kurdo non ha mai sognato l’unificazione. Nel XIX secolo Rewanduz, ispirandosi al concetto tedesco di Nazione, progettava di unificare prioritariamente la lingua dei kurdi. Ancor oggi esistono molte lingue che determinano una separazione molto netta fra i clan kurmanji, sorani, zazaki e gurani.

Secondo documenti che per primo ha studiato l’intellettuale libanese Hassan Hamadé – che ora scrive un sorprendente saggio – nel 1936 il presidente del consiglio dei ministri francese, Léon Blum, negoziò con il capo dell’Agenzia Ebraica, Chaim Weizmann, e con i britannici la creazione di un Grande Stato di Israele che si sarebbe esteso dalla Palestina all’Eufrate, comprendente quindi Libano e Siria, all’epoca protettorati francesi. Il progetto fallì per la furiosa opposizione dell’Alto Commissario francese per il Levante, conte Damien de Martel. All’epoca, Francia e – probabilmente – Regno Unito miravano a creare uno Stato kurdo a est dell’Eufrate.

La questione kurda tornò a essere prioritaria con il presidente francese François Mitterrand. In piena guerra fredda la moglie Danielle divenne la “madre dei kurdi” [del clan dei Barzani].

Il 14 e 15 ottobre 1989 Danielle Mitterrand organizzò a Parigi un congresso dal titolo «I kurdi: l’identità culturale, il rispetto dei diritti dell’uomo». La moglie di Mitterrand svolse anche un ruolo di primo piano nella falsa imputazione alla crudeltà del presidente Saddam Hussein della morte dei kurdi del villaggio di Halabja durante la guerra fra Iraq e Iran; rapporti dell’US Army hanno invece stabilito che, nel corso di una terribile battaglia, gas iraniani sono stati trasportati dal vento [1].

Nel 1992 Danielle Mitterrand prese altresì parte alla creazione di un governo

 

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Operazione “Fonte di Pace”: l’Heartland si muove

11 Ottobre 2019da Federico Dezzani

 

Il 10 ottobre è scattata l’operazione “Fonte di pace”: le truppe di Ankara sono entrate nel nord della Siria, per debellare le milizie dello SDF/YPG e scongiurare la nascita di un’entità curda a ridosso del confine: finisce così il tentativo delle potenze marittime anglosassoni di “balcanizzare” ulteriormente il Levante e il Medio Oriente. L’operazione è resa possibile dal riallineamento della Turchia a fianco della Russia: un’alleanza che potrebbe rivelarsi molto proficua per entrambe le potenze continentali.

Spinta verso sud

Il 10 ottobre la Turchia ha infine lanciato l’invasione del Nord della Siria, per debellare le milizie curde alleate degli USA e scongiurare la nascita di un qualsiasi soggetto autonomo a ridosso dei propri confini: termina dunque così il tentativo delle potenze marittime anglosassoni (cui si somma ovviamente lo Stato di Israele), avviato nel lontano 2011, di alimentare ulteriormente la balcanizzazione della regione mediorientale, introducendo almeno due nuove entità: un Kurdistan e un Sunnistan monopolizzato dall’ISIS. Ciò che ci interessa, infatti, è soprattutto leggere i recenti avvenimenti in chiave geopolitica: dove per geopolitica non si intende “rapporti internazionali”, bensì rivalità tra potenze marittime e potenze continentali, tra cui va annoverata a buon diritto (per geografia e quindi “weltanschauung”) anche la Turchia.

Non che la condotta di Ankara sia stata sempre lineare: sia ben chiaro. Facendo leva sull’atavico interesse per i territori siriani (la battaglia di Aleppo del 1918 decreta la disfatta militare dell’impero ottomano), gli angloamericani attraggono in un primo momento la Turchia nello schieramento delle forze “destabilizzanti”: c’è comunque da dire che Ankara ne accetta pienamente le conseguenze, ospitando sul proprio territorio circa tre milioni di profughi. La manipolazione della Turchia tocca il proprio apice nel novembre 2015, quando l’aviazione turca, contando sull’appoggio della NATO, abbatte il celebre Su-24 nei cieli siriani. Ankara capisce allora che gli angloamericani non hanno nessuna intenzione di impegnarsi militarmente in nuovo conflitto mediorientale: lavorano soltanto per la destabilizzazione a buon mercato della regione, destabilizzazione che, presto o tardi, colpirà anche la Turchia, attraverso la nascita di un Kurdistan filo-occidentale. Inizia così il progressivo avvicinamento dei turchi alla Russia, fonte di non pochi scossoni: primo fra tutti il tentato golpe dell’estate 2016 ed il successivo assassinio dell’ambasciatore Karlov. La reazione scomposta degli angloamericani denota la chiara percezione di rischi insiti nell’alleanza turco-russa: come portare avanti la balcanizzazione della regione, se i russi bombardano l’ISIS e i turchi passano nel campo avversario? Operazione

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http://federicodezzani.altervista.org/operazione-fonte-di-pace-lheartland-si-muove/

 

 

 

 

Israele ed Occidente non hanno i mezzi per contrastare la tecnologia iraniana

16 Ottobre 2019 DI GILAD ATZMON E  NIR DVORI

 

Quella che segue è una traduzione dell’articolo di oggi dell’israeliano News 12, che analizza le lezioni impartite dal recente attacco alle strutture petrolifere saudite. Sebbene io, come molti altri commentatori, sia convinto che l’offensiva non abbia alcunché a che fare con l’Iran, questa ha dimostrato che le armi di Teheran sono probabilmente superiori alle capacità di difesa occidentali.

Lo scrittore israeliano Nir Dvori sottolinea come l’attacco sia avvenuto 650 km all’interno del territorio saudita. “Ha dimostrato grande efficacia ed efficienza, entrambi i tipi di armamenti hanno infatti accuratamente centrato il proprio bersaglio”. Ha anche messo in mostra un’eccezionale capacità di intelligence – “sia nell’identificare e selezionare gli obiettivi sia nello scegliere la rotta dell’attacco.” A quanto pare, né i droni né i missili da crociera sono stati rilevati, né è stato fatto alcun tentativo di intercettarli. Ciò significa che, nonostante i multimiliardari investimenti sauditi in armamenti e sistemi di difesa aerea occidentali, il loro cielo è tutt’altro che protetto.

Negli ultimi anni Israele ha concentrato i propri sforzi nel contrastare i progetti balistici e di droni dell’Iran. Evidentemente sapeva a cosa sarebbe andata incontro. Il recente attacco al sito petrolifero saudita ha dimostrato come l’Occidente non abbia ancòra sviluppato un’adeguata risposta ai missili di precisione iraniani, ai loro missili da crociera lenti o ai loro droni. Questo da solo spiega perché, nonostante le persistenti minacce di Israele di attaccare direttamente l’Iran, sia stata riluttante a metterle in atto. Israele sa quanto sia vulnerabile, e comprende bene le possibili drammatiche conseguenze di un simile attacco. Sa benissimo che, sebbene il proprio sistema antimissilistico possa essere in qualche modo efficace contro la tecnologia balistica V2 tedesca, non ha alcuna speranza contro ciò di cui l’Iran dispone.

Questo aiuta a spiegare perché Israele vuole che l’America e la NATO attacchino l’Iran per suo conto. Potrebbe essere disposta a fare tutto il possibile per provocare un simile conflitto, da una pesante azione di lobbying ad operazioni di falsa bandiera.

Trump incredibilmente sembra aver colto quanto la situazione sia instabile. Di conseguenza ha allontanato dalla stanza dei bottoni John Bolton, il proprio principale falco. Il presidente potrebbe

 

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https://comedonchisciotte.org/israele-ed-occidente-non-hanno-i-mezzi-per-contrastare-la-tecnologia-iraniana/

 

 

 

Il terrorismo endogeno della Francia

di Giulio Meotti15 ottobre 2019

 

Pezzo in lingua originale inglese: France’s Homegrown Terrorism

Traduzioni di Angelita La Spada

La polizia francese che indagava su una donna sospettata di avere legami con l’ISIS ha scoperto una chiavetta USB che conteneva i dati personali, compresi gli indirizzi di casa di migliaia di poliziotti francesi. Chi ha fornito tali informazioni?

  • “Per strada, donne velate e uomini che indossano djellaba sono di fatto propaganda, un’islamizzazione della strada, proprio come le uniformi di un esercito di occupazione ricordano la sconfitta della loro sottomissione.” – Il giornalista francese Eric Zemmour, 28 settembre 2019.
  • Le Monde, il più prestigioso quotidiano francese, dopo il recente attacco ha pubblicato un editoriale che accusa il paese di “maccartismo islamofobo”. Harpon, il terrorista che ha ucciso i suoi colleghi al quartier generale della polizia, sarebbe stato d’accordo.
  • Il problema risiede nel fatto che la Francia è da anni in uno stato di negazione della proliferazione dell’Islam radicale.
 

Questa volta, il terrorista non ha usato armi da fuoco: le sue vittime non erano bambini disarmati, vignettisti, o ebrei, ma poliziotti.

Anche il luogo dell’attacco del 3 ottobre è stato sorprendente: “L’interno del quartier generale della polizia di Parigi dovrebbe essere un bastione: è il simbolo dell’ordine pubblico in Francia e della lotta anti-jihadista che è stato scosso”, ha detto a Le Figaro lo studioso francese Gilles Kepel.

“Noi siamo entrati in [un terrorismo] (…) che si fabbrica in Francia (…) con un mix di sermoni del venerdì pronunciati da imam estremisti, di social network e di strumentalizzazione di individui fragili. Si tratta di creare un nuovo panico nella società prendendo di mira luoghi emblematici. (…) L’attacco è un importante punto di svolta nel terrorismo islamista”.

L’attentatore, Mickaël Harpon, nato nell’isola francese caraibica della Martinica, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dopo aver pugnalato a morte quattro persone con un coltello da cucina in ceramica, in un attacco sferrato all’ora di pranzo nella sede della Préfecture de Police di Parigi. Harpon, un esperto informatico civile che operava nella divisione di intelligence ed era in possesso di un’autorizzazione di sicurezza di alto livello, aveva lavorato per la polizia per 16 anni. Prima ha ucciso tre uomini nella divisione di intelligence, quindi ha accoltellato due funzionarie della polizia sulle scale (una è morta per le ferite riportate), per poi essere colpito a morte nel cortile dell’edificio.

Harpon si era convertito all’Islam da molto tempo ed era un assiduo

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https://it.gatestoneinstitute.org/15024/terrorismo-endogeno-francia

 

 

 

Cina, Global Times: Gli Stati Uniti creano nuovo caos in Medio Oriente

 

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto sanzioni alla Turchia, aumentando le tariffe sull’acciaio turco fino al 50 percento e interrotto i negoziati per un accordo commerciale di 100 miliardi di dollari con la Turchia.

 

Si credeva che Trump fosse acquiescente con gli attacchi della Turchia alle forze curde dopo aver annunciato il ritiro delle ultime 1.000 truppe statunitensi dalla Siria settentrionale. Tuttavia, dopo che gli attacchi della Turchia hanno trovato una forte opposizione a livello internazionale, Washington ha imposto sanzioni in fretta. Le mosse contraddittorie degli Stati Uniti sono state ampiamente criticate.

 

L’adeguamento delle politiche di Washington al servizio dei propri interessi ha innescato drastici cambiamenti in Medio Oriente. Sanzionare la Turchia sembra più una tattica: la lira turca ha svalutato meno dell’uno per cento rispetto al dollaro USA, mentre la lira è scesa a un minimo storico nell’agosto 2018 dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero sanzionato il paese.

 

Persone in tutto il mondo stanno dicendo che essere un alleato degli Stati Uniti è molto meno vantaggioso per la sicurezza. I curdi hanno combattuto a fianco delle truppe statunitensi contro lo Stato Islamico (ISIS), ma sono stati abbandonati senza difficoltà dagli Stati Uniti. Che lezione.

 

Le ultime sanzioni statunitensi contro la Turchia sono anche ampiamente considerate come una manifestazione di una politica statunitense instabile. Le sanzioni erano più una mossa diretta all’opinione

 

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https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cina_global_times_gli_stati_uniti_creano_nuovo_caos_in_medio_oriente/82_31201/

 

 

 

CULTURA

Costanzo Preve sull’attualità e l’inattualità di Gramsci (intervista a cura di Saša Hrnjez)

Pubblicato il 1 marzo 2013           DA LEGGERE CON PAZIENZA ED ATTENZIONE

 

SH: Qual è il tuo giudizio complessivo su Gramsci?

PREVE: Sono un grande estimatore di Gramsci, ma lui da circa vent’anni non è più letto in Italia, perché è morto insieme con il vecchio PCI che l’aveva trasformato nel suo pensatore nazionale del riferimento. Perciò, una volta venuta meno la funzione di legittimazione, tutti hanno dimenticato Gramsci. Invece è un grande pensatore, per cui secondo me è meritevole di esere riesaminato. Detto questo, non dimentichiamo mai che Gramsci non era un filosofo di professione. Aveva studiato letteratura all’Università di Torino e i suoi principali interessi erano lingusitici e letterari. Essendo sardo, lui voleva lauerarsi in letteratura italiana con una tesi di esame comparativa fra la lingua sarda e quella italiana. Poi entrò nel Partito Socialista e cominciò una carriera politica socialista e poi comunista. Ma non dimentichiamoci che Gramsci non era un professore universitario di filosofia, ma era sostanzialmente un politico di formazione letteraria. Fatta questa premessa, che però è molto importante, definirei Gramsci come filosoficamente neoidealista (fa parte del neoidealismo italiano, come Gentile, Croce, e anche De Ruggiero) e politicamanete comunista. Gramsci morì nel 1937, e morì nella clinica Quisisana di Roma, sostanzialmente libero. Nessuno sa ancora chi abbia pagato la clinica. C’era la tesì che l’abbia pagato il Partito Comunista, che allora era illegale, oppure l’ambasciata sovietica, oppure lo stesso Mussolini, perché il direttore della clinica era il medico personale di Mussolini. Ma lui non è morto in prigione…

 

SH: Sì, ma sapevano che sarebbe morto a breve. Lo hanno lasciato morire fuori prigione quando capirono che il decesso sarebbe stato certo…

PREVE: Sì, lui era molto malato, non mi ricordo precisamente di che cosa, e morì molto giovane; nato nel 1891, morì 3 anni prima della Seconda Guerra Mondiale. Sul comportamento di Gramsci sono fiorite molte leggende, per esempio che avrebbe detto ad una suora: «preghiamo insieme». Questo non vuol dire che Gramsci si fosse convertito al cristianeismo. Voleva dire «preghiamo» come se fosse un mantra, per tranquilizzarsi. C’è poco rispetto per il dramma di Gramsci. Lui era sposato con una signora russa, Julia Schucht, con cui ha avuto due figli. Il primo lo ha conosciuto, il secondo mai. Sua cognata, cioè la sorella di Julia, era un’agente dei servizi segreti sovietici, per cui andava a trovarlo in prigione e riportava quello che diceva ai sovietici. Gramsci era circondato da serpenti, forse amorosi, ma serpenti… Dovendo indicare qual è la fonte principale di Gramsci, io direi Sorel. C’è il mito secondo cui sarebbe Labriola, ma è un mito che hanno creato per sostenere ad ogni costo una tradizione italiana di marxismo per ragioni nazionalistiche legate al vecchio PCI: la via italiana al socialismo! In realtà l’autore fondamentale per capire la filosofia di Gramsci, se vogliamo proprio cercare un autore, è il francese Sorel. Tieni conto che ai primi del Novecento la lingua inglese era pressoché sconosciuta, come oggi lo è il russo, una lingua di nicchia. Invece il francese era sostanzialmente conosciuto da tutti gli italiani colti; perciò bisogna considerare che gli autori francesi erano letti come quegli italiani, direttamente. E l’autore fondamentale per capire Gramsci era Sorel, che era filosoficamente un bergsoniano. Bergson si vantò, come ha detto Croce, che non aveva mai letto Hegel. Quando Benedetto Croce andò a trovare Bergson a Parigi gli disse: «queste cose le ha già dette Hegel». Bergson rispose: «Io non ho mai letto Hegel». Questo non vuol dire niente, perché una persona intelligente arriva da sola a certe conclusioni. Dunque Sorel. E volendo dire qualcosa di più, aggiungerei che la filosofia della prassi è una forma di neoidealismo, ma un neoidealismo diverso sia da Gentile che da Croce, è quindi una forma originale di neoidealismo. Solo che questo non viene ammesso perché bisogna inventarsi ad ogni costo che Gramsci fosse materialista, anche se non lo era, ovviamente. Perciò c’è stata una mistificazione durata cinquant’anni, perché egli non credeva in Dio, e allora si pensava che dovesse essere anche materialista. Invece la sua filosofia è idelismo puro. Sono dell’opinione che sia necessario prima inserirlo in questa grande scuola antipositivista di Gentile e di Croce, e poi staccarlo dal loro abbraccio. Lui aveva elementi sia dell’uno che dell’altro. Di Gentile aveva come elemento la filosofia della prassi, di Croce lo storicismo, cioè la riduzione di tutta la realtà alla storia, con l’esclusione della Fenomenologia dello Spirito e della Scienza dela Logica. Però questo era mediato dalla sua fondamentale accettazione del materalismo storico, inteso come teoria dei modi di produzione e come comunismo politico. Direi, per finire, che Augusto Del Noce, Ugo Spirito e adesso Diego Fusaro possono avere tutte le ragioni del mondo per ridurre Gramsci a Gentile, però non è vero.

 

SH: Ora possiamo approfondire il discorso entrando nei dettagli. Interpreto Gramsci come un hegelomarxista, un filosofo della prassi che lotta su due fronti. Il primo è la metafisica della materia incarnata nel materialismo di Bucharin…

PREVE: … che è una polemica parallela alla critica nei confronti di Bucharin fatta negli anni ’20 da Lukács,che non conosceva Gramsci ma diceva le stesse cose.

 

SH: Il secondo è la metafisica del soggetto di Gentile. Perciò il tentativo di ridurre Gramsci a Gentile non è nient’altro che riportare Gramsci ad una metafisica del soggetto che lui critica altrettanto come critica la metafisica della materia di Bucharin. Secondo me c’è anche un pericolo in queste riduzioni. Si corre il rischio di portata politica.

PREVE: Ecco, sono totalmente d’accordo e posso firmare questa tua affermazione. Gramsci era convinto, a modo suo, in carcere, di fare una battaglia su due fronti, come dici tu. Da un lato la battaglia contro il materialismo meccanicistico di Bucharin (non è ancora quello di Stalin, perché il DiaMat nasce nel 1931), dall’altro la battaglia

 

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https://pauperclass.myblog.it/2013/03/01/costanzo-preve-sull-attualita-e-l-inattualita-di-gramsci-int/#comment-33965

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SEGRETO DELLA FELICITÀ SECONDO ORTEGA Y GASSET

di Gustavo Micheletti16 ottobre 201

 

 

José Ortega y Gasset è un filosofo poco studiato in Italia, ma è stato a lungo uno dei più letti in America. Attivo in Spagna nella prima metà del secolo, è un anticipatore di molti temi che poi diverranno dominanti anche nella filosofia “esistenzialista”. È in genere letto e apprezzato più da scrittori e intellettuali che dai filosofi di professione. Probabilmente per il suo stile chiaro e poco specialistico. Certo è che in Italia gli vengono dedicati meno cicli di lezioni di quanto le sue opere meriterebbero, anche alla luce del fatto che alcune di esse, come La ribellione delle masse, sono state per decenni degli autentici best seller in tutto il mondo.

L’essere umano è secondo Ortega ciò che manca di fronte alla vita, quell’ente particolare che è sempre in debito con la vita. “La vita non basta a sé stessa e l’essere umano soffre per questo – come scrive Bernard le Bovier de Fontenelle – di una certa difficoltà ad essere”. Per lo stesso motivo il pensiero di ogni uomo è essenzialmente rivolto verso l’Altro, verso la sua “circostanza”, e l’uomo è sostanzialmente emigrante, in quanto consiste nel suo “non essere ancora”. Così come l’amore è in continua gravitazione intorno alla persona amata e l’Eros si nutre d’immaginazione e illusioni, l’uomo è in continua migrazione oltre sé stesso.

L’ammirazione che sa provare per qualcuno o il suo desiderio di conoscenza sono costituenti decisivi del suo sviluppo spirituale perché possono aiutarlo ad orientarsi nella propria circostanza e a fargli individuare la propria peculiare prospettiva sul mondo che lo circonda. La sua condizione è quella di un “animale ipotetico”, originariamente dubbioso e spaesato, ma portato a credere e ad accomodarsi dentro le sue credenze. La sua vita è insicurezza, “preoccupazione” (Ortega preferisce questo termine a quello di “cura”, utilizzato da Martin Heidegger per definire un concetto analogo) che si manifesta in un continuo aver qualcosa da fare, e quindi è storia delle sue illusioni e dei suoi naufragi.

Per l’uomo l’universo è uno spettacolo che manca d’integrità e così il suo pensiero si aggira alla periferia del proprio mondo nel tentativo di poterlo abbracciare con lo sguardo. Appoggiandosi all’orizzonte che può scorgere dal suo peculiare punto di vista, ognuno produce così la sua rappresentazione – a volte mutuata da altre

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http://opinione.it/cultura/2019/10/16/gustavo-micheletti_jos%C3%A9-ortega-y-gasset-filosofo-spagnolo-meditazioni-sulla-felicit%C3%A0-sugarco-editore/

 

 

 

 

Meglio il Premio Ikea: il Nobel ha ignorato i grandi del ‘900

Scritto il 16/10/19

 

«Basta col Nobel, fate il Premio Ikea». Provocazione d’autore firmata Marcello Veneziani, che su “La Verità” se la ride: avevate dubbi che avrebbero premiato una donna, magari fan di Greta, col Nobel per la Letteratura? Così è stato, con Olga Tokarczuk, polacca, verde, “di sinistra”, che scrive “per superare i confini”, premiata in tandem con Peter Handke. «Si va per gender e non per valore, per messaggio ideologico e non per qualità». L’anno scorso il premio non fu assegnato per via di Jean-Claude Arnault, marito di una giurata, accusato di molestie da 18 donne. «Si può bloccare un evento letterario planetario per un episodio di molestie sessuali, sottomettere il genio alla mannaia del Me Too?», si domanda Veneziani. «Non l’hanno fatto neanche a Hollywood dove sono più fricchettoni correct, dopo la vicenda Weinstein, ben più devastante perché toccava pure gli Oscar mentre qui non ci sono premiati abusanti o abusati sessualmente». Nella fattispecie, «è un mistero il nesso tra la Grande Letteratura e la piccola libidine di un fotografo, marito di una componente della giuria». In passato, continua lo scrittore, la mancata assegnazione del Nobel fu per ragioni come una guerra mondiale. Ma la vergogna del Nobel è un’altra: non sono mai stati premiati alcuni tra i maggiori nomi della letteratura planetaria.

«Il premio più prestigioso del mondo – scrive Veneziani – ha dimenticato

 

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https://www.libreidee.org/2019/10/meglio-il-premio-ikea-il-nobel-ha-ignorato-i-grandi-del-900/

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Chi ha creato l’€uro ha creato anche il Movimento 5 Stelle

Il movimento 5 stelle è uno strumento di gatekeeping, creato per consegnare milioni di voti e migliaia di attivisti all’irrilevanza sostanziale sulle questioni “chiave” che affliggono il paese.

Avendo la possibilità di ottenere Profitto e Vantaggi da una qualsiasi situazione non dedichereste la massima attenzione alla sua pianificazione e a predisporre adeguate contromisure in caso di problemi?
Cerchereste di controllare tutto ciò che è possibile controllare, di piegare la realtà al massimo per raggiungere i vostri obiettivi.
Che si tratti di approntare un investimento, di mettere in piedi un’attività professionale, di organizzare un week-end a Londra o un appuntamento con la ragazza dei vostri sogni.
Io lo farei. Anche voi. Siate Sinceri.
Quindi se noi, gente normale, dedichiamo la massima attenzione possibile alle nostre piccole faccende, per quale strana ragione chi può controllare ricchezze finanziarie immense, chi ha i mezzi per condizionare la vita di intere nazioni, invece, dovrebbe comportarsi come un improvvisatore?

A mio parere il Movimento 5 Stelle è uno dei progetti di Gatekeeping più riusciti e sofisticati nella storia delle democrazie (o presunte tali) occidentali.

Generalizzando possiamo considerare gatekeepers tutti coloro che, pur parlando ad un pubblico ampio attraverso i media, si astengono dal dire alcune verità importanti. Si tratta, in parole semplici, di agire in modo tale da far rispettare i limiti informativi imposti dal sistema. Il gatekeeper dunque è colui che subisce pressioni e condizionamenti che lo inducono a comportarsi in un certo modo, facendo prevalere logiche diverse rispetto alla vera informazione. Oppure colui che sceglie di sostenere il sistema evitando di parlare di alcune verità che potrebbero demolirlo. *

Il termine “Gatekeeper” non si adatta perfettamente ad un movimento politico tuttavia è entrato nel gergo comune anche associato a fenomeni del genere e la sua la definizione, in ogni caso, rende in maniera sufficientemente chiara il concetto. Per sviluppare la mia opinione in merito ho bisogno di disegnare un contesto più ampio quindi è richiesta un po’ di pazienza (se non ne siete dotati bene, arrivederci! Significa che questo mio modo di procedere funziona ottimamente da filtro di qualità del lettore).

Consiglio caldamente la lettura di questo mio post prima di proseguire: fornisce un quadro di riferimento concettuale indispensabile per collocare correttamente le riflessioni che seguono.

Per trovare una soluzione bisogna prima capire qual è la causa del problema.

L’Unione Europea in generale e l’Unione Economica e Monetaria in particolare, per chiunque osservi la realtà con un minimo di obiettività è una creazione che sta portando il continente verso lidi opposti a quelli dichiarati nei trattati. Non c’è traccia di prosperità condivisa, ne di solidarietà. Non mi dilungo in considerazioni lapalissiane su questi aspetti che sono sotto agli occhi di tutti. La cosiddetta Eurozona è immersa in una situazione sociale drammatica (mai registrata in tempo di pace) che ha come causa fondante l’architettura economica e politica determinata dai trattati europei che ha generato le condizioni macroeconomiche tali da consentire alla crisi di assumere proporzioni devastanti e, cosa ancor più grave, impedendo oggi, per sua stessa natura, che siano messe in pratica azioni correttive che nel resto del mondo, al contrario, vengono comunemente adottate.

La moneta unica non è l’unico problema ma se non lo si risolve, risolvere gli altri non ha alcun senso. E’ una semplice, banale, questione di priorità.

Non risolvere le distorsioni e gli squilibri macroeconomici, concentrandosi sulle questioni relative all’etica politica, alla buona amministrazione, all’onestà (temi ovviamente sacrosanti ma non “vitali”) equivale a preoccuparsi di lavare i piatti (anche qui cosa buona e giusta) mentre la casa è avvolta da un incendio ed è a rischio la vita degli abitanti.
Buon senso dice che la prima cosa da farsi è tentare di domare l’incendio o chiamare i vigili del fuoco mettendosi in salvo, corretto? I piatti che puzzano sono sgradevoli ma morire soffocati o carbonizzati è peggio.

Arrivare a comprendere la natura VERA del problema euro equivale a svelare l’essenza stessa della realtà in cui ci dibattiamo. Cambia tutto. Tutte le altre questioni che oggi sembrano la causa di tutti i mali, fonte di preoccupazione e indignazione, scivolerebbero indietro nella scala dell’urgenza.

Ecco, oggi in Italia c’è qualcuno che vuol farci preoccupare dei piatti sporchi. Nel migliore dei casi ci dice che ci sono effettivamente delle fiamme ma che possiamo tranquillamente continuare a pulire le posate, poi al fuoco ci penseremo.

Qualcuno afferma che la crisi in cui mezza Europa si sta dibattendo è frutto di incidenti di percorso, di fenomeni di difficile gestione a cui si sta ponendo rimedio magari commettendo errori in buona fede, di prezzi da pagare per ottenere grandi benefici in un futuro, etc.
Tuttavia con piglio molto pragmatico non si può non giungere a una amara considerazione: l’esperimento della moneta unica è un fallimento.
Attenzione però: è un fallimento se rapportato agli obiettivi dichiarati, quelli che l’opinione pubblica più o meno conosce e il buon senso vorrebbe. Se invece proviamo a rapportare lo stato delle cose ad obiettivi diversi, l’esperimento è stato un grande successo, con margini notevoli di miglioramento, ma di sicuro un successo.
Da ogni situazione c’è qualcuno che trae giovamento e qualcuno che ne trae meno, per qualcun altro la situazione si rivela una tragedia.
Dipende dal punto di osservazione, nella vita tutto è relativo.
Nella fattispecie ci sono diversi soggetti che da questo fallimento stanno traendo grande giovamento (un indizio: il sistema bancario-finanziario? Il modello di sviluppo export-oriented della Germania? I delocalizzatori italiani? Una classe politica, accademica e giornalistica servile?).
Anche qui non mi dilungo.
Teniamolo come dato assodato e proseguiamo.
L’UE / UEM, va da sé, è stata progettata con decenni di anticipo: non serve ripescare la storia personale (ufficiale e/o ufficiosa) dei padri fondatori o ripercorrere il tragitto di queste istituzioni per intuire che organizzazioni così complesse, che coinvolgono quattro delle maggiori economie del mondo, non si improvvisano, né si disegnano in un paio di anni (come molti affermano sia avvenuto per la moneta unica, figlia, secondo questi, della caduta del muro di Berlino: una narrazione abbastanza ridicola). Nello specifico, il trattato di Maastricht è stato firmato certamente nel 1992 cioè (solo) poco più di due anni dopo il crollo simbolico del comunismo.
Ma non fu affatto un fulmine a ciel sereno e chi lo pensa è un grande ingenuo.
L’unione monetaria è sempre stata in agenda dei “padri fondatori”, evidenziata come obiettivo chiave che avrebbe consentito di accelerare verso l’unione politica, a tappe forzate.

Tutta questa premessa per dire cosa?
Per dire che la situazione in cui siamo immersi a livello di istituzioni e meccanismi politico-economici è stata ampiamente pianificata, certamente non nei minimi dettagli ma sicuramente nella sua architettura di base e nelle sue regole di funzionamento.
Nulla è casuale.

Architettura di base e regole che si sapeva (almeno dagli anni 60) avrebbero creato squilibri, distorsioni, asimmetrie soprattutto in coincidenza con shock esterni; l’UEM è una avventura senza precedenti storici (“una moneta senza stato”) che la letteratura economica neutrale più volte sconsigliò di intraprendere proprio per la sua

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http://www.eliamercanzin.com/chi-ha-voluto-euro-ha-voluto-anche-il-m5s/

 

 

 

La censura di Facebook colpisce Contropiano. Solidarietà alla redazione da parte de l’AntiDiplomatico

 

 

La censura mediatica decisa da Facebook contro le voci libere continua a mietere vittime. A cadere sotto i colpi della mannaia censoria questa volta è Contropiano. Alla redazione della storica rivista comunista la solidarietà de l’AntiDiplomatico.

da Contropiano

Un algoritmo ammazza l’intelligenza. O, se volete, l’intelligenza artificiale è politicamente un potente idiota. Che lavora per chi dice di voler combattere.

La pagina Facebook di Contropiano è stata nascosta, al pari di decine di altre che in questi giorni ha scritto o postato contenuti filo-curdi e contro Erdogan.

La motivazione, come sempre, non c’è. La frase che “giustificherebbe” questa decisione è di singolare stupidità: “Sembra che un’attività recente sulla tua Pagina non rispetti le Condizioni delle Pagine Facebook”. In pratica avrebbero dovuto scrivere: “non sappiamo neanche noi perché la tua pagina sia stata bloccata, perché abbiamo creato degli algoritmi ciechi che scattano automaticamente quando incontrano certe parole o foto”. Ma avrebbero fatto una pessima figura…

L’intenzione dichiarata di Facebook è combattere “l’odio”, che naturalmente è come dire che vuoi combattere l’aria. Non è infatti possibile alcuna definizione universalmente condivisa dell’”odio”, così come non lo è del “terrorismo”, perché in un mondo pieno di conflitti chiunque combatta – per ragioni sacrosante oppure ignobili – ha (e dà) un’idea ottima di sé e totalmente negativa dell’avversario. Per combattere, insomma, bisogna amare sé stessi (la propria parte, il proprio popolo, la propria causa) e odiare il nemico.

Chi è estraneo da un particolare conflitto può giudicare assurdo o disdicevole che quel conflitto ci sia, e che si manifesti informe aspre come una guerra, una guerriglia, ecc. Ma non può mai, sul piano logico e “ontologico”, dare di quel conflitto una defizione accettabile per tutti.

Per questo, qualsiasi cosa si faccia dentro un conflitto, non si è mai “al di sopra delle parti” ma sempre al fianco di una delle parti. Come nella Resistenza, l’”area grigia” della popolazione è stata di fatto al fianco dei nazifscisti finché questi sono stati dominanti, per poi riversarsi in un’istante dal lato degli americani una volta finita la guerra.

Ma Facebook, Instagram e gli altri social che in questi giorni stanno oscurando migliaia di pagine solidali con il popolo curdo sotto l’attacco di Erdogan sono qualcosa di molto peggio. Costituiscono infatti il tentativo di creare un campo delle opinioni ammissibili a livello mondiale che prescinde dalle ragioni dei conflitti in atto.

Per somma vergogna, questo tentativo non è fatto attraverso la definizione di scelte politiche ufficialmente rivendicate – e dunque contestabili come ogni altra – ma sulla base di un politically correct arbitrariamente definito dai vertici delle varie società e affidato alla gestione di algoritmi.

 

I quali, per loro natura, rispondono a seconda di come sono stati scritti.

E una “morale universale”, oltre a non esistere in un mondo conflittuale, è anche impossibile da tradurre in linee di codice. E’ come scrivere le istruzioni di un navigatore e non prevedere che un viadotto possa crollare o una strada sparire per frane o terremoto.

Facebook aveva ricevuto diversi consensi quando aveva deciso la chiusura delle pagine di CasaPound e Forza Nuova.

 

Noi, da antifascisti militanti, avevamo visto l’assurdità di un “antifascismo” affidato ad una società informatica di dimensione globale.

 

Quegli stessi algoritmi, infatti, “punivano” sia i siti fascisti che quanti

 

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https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_censura_di_facebook_colpisce_contropiano_solidariet_alla_redazione_da_parte_de_lantidiplomatico/82_31194/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Darpa, Usa: soldati-Ogm invulnerabili, col Dna modificato

Scritto il 13/10/19

 

Visto che non sarà possibile «produrre tanti vaccini e tanti antivirus per proteggere tutta la popolazione durante una guerra chimica o biologica», perché non provare a trasformare il corpo umano in una “fabbrica” di anticorpi? E’ la domanda, sconcertante, che aleggia attorno alle parole di Steven Walker, il direttore della Darpa, punta di lancia della ricerca applicata alla difesa statunitense.

Il Pentagono, avverte l’avvocato neozelandese Darius Shahtahmasebi, sta infatti provando a varcare la frontiera naturale fisiologica. Obiettivo: «Alterare la biologia umana per offrire una adeguata protezione contro attacchi chimici e biologici». Secondo il giurista, esperto di questioni geopolitiche, «arriverà un momento in cui i film di fantascienza si scriveranno da soli: siamo già in una fase in cui forse è solo questione di tempo, e poi si metterà in pratica tutto ciò su cui stanno studiando alcuni scienziati finanziati dal governo per cercare di aiutare le forze armate Usa». Il grande problema, per il Pentagono, sono le armi più esclusive, non convenzionali. Si domanda Walker: «Si riuscirà davvero a proteggere un soldato sul campo di battaglia, dalle armi chimiche e biologiche, controllando il suo genoma?», ovvero «facendo cioè in modo che il suo genoma produca proteine ​​che lo proteggono automaticamente da fattori esterni?».

In apparenza, spiega Shahtahmasebi, l’obiettivo della Darpa non è di formare un esercito di super-soldati (anche se la tentazione potrebbe esserci). La vera meta è rendere i militari invulnerabili, di fronte ad agenti tossici. Per questo, la Defense Advanced Research Projects Agency sta sviluppando una nozione nota come “editing genico” (o editing del genoma) con lo scopo di rendere più potente il personale militare americano. «L’editing genico – spiega Shahtahmasebi – è essenzialmente un gruppo di tecnologie che consentono agli scienziati di cambiare il Dna di un organismo, aggiungendo, rimuovendo o alterando materiale genetico in particolari posizioni del genoma». Per ottenere l’immunità assoluta dei soldati, la

 

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https://www.libreidee.org/2019/10/darpa-usa-soldati-ogm-invulnerabili-col-dna-modificato/

 

 

 

 

 

 

 

 

ECONOMIA

Come cambiano le tasse sulla casa: stangata in arrivo

Riduzione delle detrazioni Irpef e una nuova modulazione delle imposte sulla prima casa: così il governo prevede di incamerare maggiori entrate

Federico Giuliani – Mer, 16/10/2019

 

Una riduzione delle detrazioni Irpef e una nuova modulazione delle imposte sulla prima casa.

Così il governo prevede di incamerare maggiori entrate grazie alla revisione della cosiddetta tax expenditure, termine statunitense usato per indicare agevolazioni ed esenzioni fiscali.

Secondo quanto riportato dal Documento Programmatico di Bilancio, approvato e inviato all’Unione Europea dal governo giallorosso, una simile operazione potrebbe consentire allo Stato di incamerare maggiori entrate da qui ai prossimi anni. Da una prima stima, pare che questo guadagno extra ammonti a 210 milioni di euro nel 2020 e oltre 300 milioni nel 2021.

Le misure del governo

Le misure che il governo si appresta a varare nella legge di bilancio per conseguire questo fine sono molteplici. Si parte con l’introduzione di una soglia di reddito oltre la quale si azzererebbe in maniera graduale l’agevolazione Irpef relativa a oneri detraibili al 19%, fatte salve le detrazioni per spese per interessi passivi sui mutui.

L’imposta ipotecaria e quella catastale sui trasferimenti immobiliari

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http://www.ilgiornale.it/news/economia/cambiano-tasse-sulla-casa-stangata-arrivo-1769926.html

 

 

 

 

 

Lo “scippo” nascosto sulla casa Ecco la mazzata sui proprietari

Nel silenzio della notte il governo aumenta la cedolare secca. Un salasso che si abbatterà sui contribuenti

Franco Grilli – Mer, 16/10/2019

 

Nella manovra varata dall’esecutivo giallorosso dopo una nottata di “risse”, tensioni e discussioni, spunta un rincaro su una tassa specifica che non piacerà a milioni di italiani.

Infatti, tra le pieghe tassaiole di questa manovra c’è la batosta sugli affitti. Il governo ha infatti deciso di aumentare l’aliquota della cedolare secca. Una tassa pagata da milioni di proprietari di case che decidono di affittare un appartamento. La cedolare secca infatti adesso sale al 12,5 per cento. Un rincaro non da poco sull’aliquota che permetterà allo Stato di fare cassa. La aliquota lieviterà di ben due punti e mezzo percentuali passando dal 10 al 12,5 per cento. Il provvedimento riguarderà milioni di proprietari che di fatto adesso dovranno aprire il portafogli per un esborso imprevisto. E le associazioni di categoria e il mondo immobiliare è già sul piede di guerra. “Il Governo avrebbe deciso di aumentare l’aliquota della cedolare secca sugli affitti abitativi a canone calmierato. È una misura sociale, ha abbattuto l’evasione nelle locazioni, non costa nulla allo

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http://www.ilgiornale.it/news/economia/scippo-nascosto-sulla-casa-ecco-mazzata-sui-proprietari-1769572.html

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Giustizia ad orologeria?

14 Ottobre 2019 DI CARLO BERTANI

 

Spesso, il funzionamento della giustizia viene considerato una forma di lotta politica: molti, a Destra, credono senza dubbio in questo concetto. Il vero problema, però, è un altro: ogni volta che si mette mano alla giustizia, un governo inizia a traballare ed iniziano estenuanti confronti per cambiare, in fin dei conti, il nulla che consente a Tomasi di Lampedusa d’esser sempre lo scrittore più ricordato dagli italiani. Dalle arringhe di Cicerone agli svolazzi gattopardeschi, nulla deve cambiare: ed inizia il conteggio ad orologeria per il governo.

Ci si mette anche l’Europa, con una sentenza che richiama i nobili principi della filosofia del Diritto, e ci presenta il conto del nostro vagare senza costrutto fra claudicanti sentenze e dubbie riforme. Il tutto, viene presentato dalla classe politica – all’unisono – come l’ennesimo attacco all’Italia, che non potrebbe più combattere la Mafia se dovesse applicare ciò che la CEDU ci ha consigliato. Il che, è proprio la classica “cippa” mediatica ad usum stultorum.

La CEDU ha posto l’indice sul nostro “strano” (a dir poco) metodo di valutare la “redenzione” del condannato, ossia proprio il “metro” che viene applicato per la valutazione: mentre in quasi tutti i sistemi giuridici occidentali (latini ed anglosassoni) – non prendo in esame altri diritti, altrimenti la questione sarebbe troppo complicata – la valutazione è quella di stabilire se il condannato ha realmente realizzato la consapevolezza della gravità dell’atto commesso, oppure se rimangono zone d’ombra in questa presa di coscienza. Meno che mai, però, il “premio” della libertà può essere valutato soltanto su una rozza base di “do ut des”, come avviene per il fenomeno – tutto italiano – del pentitismo.

Fino agli anni ’70 una forma primordiale del fenomeno la possiamo ritrovare nell’uso – che sempre è esistito ed è perfettamente logico – della maggiore o minor dilatazione del concetto di attenuante, che il giudice valuta secondo la situazione.

Dagli anni ’70 in poi, il fenomeno del pentitismo prese piede per sconfiggere, nel minor tempo possibile, il fenomeno del terrorismo. Fai dei nomi, dicci quel che sai e sarai “premiato”: un fenomeno relegato ad un’emergenza, perché salta immediatamente agli occhi la contiguità di tale concetto con la legislazione di guerra quando – per contrastare il lavoro delle spie – si giunge a compromessi, a volte assai pesanti, sul fronte delle garanzie costituzionali.

L’Italia degli anni ’70, però, non era formalmente in guerra, a meno che non si desideri estendere “a piacere” il concetto di emergenza giuridica a tutto tondo: come ci pare, ci serve o ci conviene. Qui

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https://comedonchisciotte.org/giustizia-ad-orologeria/

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

La Turchia inonda l’Europa di migranti

di Soeren Kern – 14 ottobre 2019

 

Pezzo in lingua originale inglese: Turkey Flooding Europe with Migrants

Traduzioni di Angelita La Spada

 

Il governo greco ha dichiarato che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan controlla personalmente i flussi migratori verso la Grecia e li attiva e disattiva per spillare più denaro e ottenere altre concessioni politiche dall’Unione Europea. Negli ultimi mesi, il governo turco ha ripetutamente minacciato di spalancare le porte all’immigrazione di massa verso la Grecia e, per estensione, verso il resto dell’Europa.

  • “Se [l’Unione Europea] non ci fornirà l’aiuto necessario in questo conflitto, allora non saremo in grado di fermare i 3,5 milioni di profughi dalla Siria e altre due milioni di persone che raggiungeranno i nostri confini da Idlib.” – Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
  • “Se aprissimo le porte, nessun governo europeo sarebbe in grado di sopravvivere per più di sei mesi. Consigliamo loro di non mettere alla prova la nostra pazienza.” – Il ministro degli Interni turco Süleyman Soylu.
  • Più di sei milioni di migranti sono in attesa nei paesi del Mediterraneo di raggiungere l’Europa, secondo un rapporto riservato del governo tedesco trapelato e finito sulle pagine del quotidiano tedesco Bild. (…) Più di tre milioni attendono già in Turchia.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e altri membri del suo governo hanno ripetutamente minacciato di inondare l’Europa di migranti. Il 5 settembre, Erdoğan ha dichiarato che la Turchia intende rimpatriare un milione di migranti siriani e di ricollocarli in una “zona di sicurezza” nel nord della Siria e ha minacciato di riaprire la rotta dei migranti verso l’Europa, se non riceverà un adeguato sostegno internazionale al piano. “O questo accade o altrimenti dovremo aprire le porte”, egli ha affermato.

La Grecia è tornata ad essere “l’epicentro” della crisi migratoria europea. Più di 40 mila migranti sono arrivati in Grecia durante i primi nove mesi del 2019 e più della metà di questi è giunta negli ultimi tre mesi, secondo i nuovi dati raccolti dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

L’impennata di arrivi in Grecia nel terzo trimestre del 2019 – 5.903 arrivi registrati a giugno; 9.341 ad agosto e 10.294 a settembre – è coincisa con le reiterate minacce da parte del presidente turco Erdoğan e di altri membri del suo governo di inondare l’Europa di migranti musulmani.

Sebbene il numero di arrivi dei migranti in Grecia sia ancora ben al di sotto del numero di sbarchi avvenuti nel pieno della crisi migratoria del 2015, quando più di un milione migranti provenienti da Africa, Asia e Medio Oriente si riversarono in Europa, la recente ondata di nuovi arrivi indica che le minacce di Erdoğan di riaprire le porta dell’immigrazione di massa stanno diventando una realtà.

Nel marzo del 2016, i funzionari europei negoziarono l’accordo sui migranti UE-Turchia, in cui l’Unione Europea ha offerto alla Turchia una serie di incentivi economici e politici in cambio dell’impegno da parte di Ankara di arrestare il flusso di migranti dalla Turchia alla Grecia.

I funzionari europei, negoziando in gran fretta, promisero alla

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https://it.gatestoneinstitute.org/15016/turchia-inonda-europa-migranti

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

A proposito di “complottismi” …

Chiunque oggi affermi “i complotti non esistono” è in malafede oppure vive nel magico mondo dei Puffi. Un articolo illuminante.

19 gennaio 2017 – Elia Mercanzin                        RILETTURA

Il destino dell’Europa era già segnato. Quarant’anni fa.

Più volte nei miei post ho trattato l’argomento “complotti”.
Ad esempio qui e qui.

Ieri mi sono imbattuto in un post a mio avviso illuminante.
Ve ne incollo un estratto per farvi venire l’acquolina in bocca.

Più di quarant’anni fa il destino dell’Europa era già segnato. Tutto scritto. Nero su bianco. Globalizzazione, annientamento della politica, della tradizione e del ruolo delle nazioni.
E condensato in poche pagine, come ama fare il potere.
Nel 1972 il destino dell’Europa (e di noi tutti) fu delineato, con chiarezza e rigore, in un discorso pubblico tenuto da Eugenio Cefis ai cadetti dell’Accademia Militare di Modena il 23

 

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http://www.eliamercanzin.com/a-proposito-di-complottismi/

 

 

 

 

 

 

 

Il destino dell’Europa era già segnato. Quarant’anni fa.

(Alceste)

Pubblicato il 20 giugno 2015

 

Più di quarant’anni fa il destino dell’Europa era già segnato. Tutto scritto. Nero su bianco. Globalizzazione, annientamento della politica, della tradizione e del ruolo delle nazioni.
E condensato in poche pagine, come ama fare il potere.
Il potere, infatti, non ama le chiacchiere; stila scarne direttive da perseguire con tenacia, per decenni, a qualsiasi prezzo (a prezzo della vita di interi popoli).
A volte tali direttive affiorano in superficie; nel 1972 il destino dell’Europa (e di noi tutti) fu delineato, con chiarezza e rigore, in un discorso pubblico tenuto da Eugenio Cefis ai cadetti dell’Accademia Militare di Modena il 23 febbraio 1972 (di cui egli fece parte). È il discorso di un maestro rivolto ai propri allievi; parole di chi sa, precise e inappellabili. Un affioramento del vero potere.
Ricordiamo chi fu Eugenio Cefis: già partigiano, dopo la guerra divenne dapprima vicepresidente dell’ENI, e poi, nel 1967, presidente a pieno titolo, sostituendo Marcello Boldrini (che si era insediato nel 1962, alla morte di Enrico Mattei).
Eugenio Cefis fu molte cose: piduista della primissima ora (tanto che qualcuno lo ritiene il vero fondatore della loggia massonica), equanime finanziatore dei partiti di governo e del PCI, manipolatore dei giornali quali balocchi della propaganda, e supremo trasformatore dell’ENI da società nazionale a multinazionale attenta alle nuove esigenze filo-atlantiche.

[Un piccolo inciso, più o meno divertente. Marcello Boldrini era originario di Matelica, in provincia di Macerata. A Matelica iniziò la propria folgorante carriera anche uno studente piuttosto svogliato, Enrico Mattei, che divenne inseguito un protetto del Boldrini; e lì, a Matelica, nacquero anche i genitori di Laura Boldrini, nipotina del potentissimo Marcello, l’uomo che sedette sulla poltrona dell’ENI nel 1962 – poltrona ancora calda delle terga del Mattei, fresco di assassinio.

Ma sì, Laura Boldrini, attuale presidenta della Camera e difensora dei deboli e degli oppressi; quella Laura Boldrini che, prima di approdare all’UNHCR, fu giovin giornalista prodigio all’AGI (Agenzia Giornalistica Italiana, una controllata dell’Eni sin dal 1965, durante la presidenza dello zio Marcello) nonché all’AISE, Agenzia Italiana Stampa ed Emigrazione.
Una piccola curiosità: quando su Wikipedia, alla pagina Laura Boldrini, cliccate su AISE non vien fuori il rassicurante AISE terzomondista, ma un altro AISE, ovvero l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna; come spiega Wikipedia, tale AISE è il “”servizio segreto per l’estero della Repubblica italiana, facente parte del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, con il compito precipuo di intelligence al di fuori del territorio nazionale e nel territorio nazionale nella branca del controspionaggio per la tutela dell’alta tecnologia e materiale dual use”. Una curiosità, appunto.]

Il discorso di Eugenio Cefis apparve nel bimestrale L’Erba Voglio, sul numero 6 di giugno/luglio 1972, quale ‘supplemento pedagogico’, col titolo La mia Patria si chiama Multinazionale. Il

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https://pauperclass.myblog.it/2015/06/20/il-destino-delleuropa-era-gia-segnato-quarantanni-fa-alceste/

 

 

 

 

 

 

 

….IN EUROPA INVECE TUTTO BENE

Maurizio Blondet  16 Ottobre 2019  3 commenti

Francia: la polizia ha pestato i pompieri – nulla da vedere

https://twitter.com/LPLdirect/status/1184238835036819462?s=17

in Catalogna tutto tranquillo….

https://twitter.com/LPLdirect/status/1184225545254526976?s=17

L’alleanza franco-tedesca a gonfie vele:

Tiro di sbarramento particolarmente violento a Bruxelles contro la Francia, perché si oppone all’all’argamento della UE all’Albania e alla Macedonia del Nord.

JEan Quatremer (Libération) Un tir de barrage particulièrement violent à Bruxelles contre la France qui s’oppose à l’élargissement à l’Albanie et la Macédoine du nord. Et ce sont les mêmes qui vont ensuite larmoyer sur la paralysie de l’Union. Cette incapacité collective à apprendre de ses erreurs…

Il Deutsche Wirschaft  Nachrichten la racconta così:

La Francia impedisce i colloqui di adesione con l’Albania e la Macedonia settentrionale

La Germania vuole allargare all’Albania e Macedonia senza consulatrsi con gli altri membri, nemmeno la Francia. E non chiamatelo unilateralismo, sennò siete sovranisti.

Manfred Weber è il capo del gruppo PPE all’europarlamento, scelto

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https://www.maurizioblondet.it/in-europa-invece-tutto-bene/

 

 

 

 

Neoambientalismo: realtà o arma di distrazione di massa?

di Lorenzo Angelini7 OTTOBRE 2019

 

La salvaguardia dell’ambiente, – o neoambientalismo – oggi è sulla bocca di tutti: infatti, una settimana fa, circa centocinquantamila studenti sono scesi in piazza per manifestare, in teoria, a favore di politiche più attente alla salute del pianeta. Per le strade sono scesi soprattutto i giovanissimi delle scuole superiori, non solo perché avevano pronta la giustificazione a scuola del Ministro dell’Istruzione Fioramonti, ma anche perché a guidare questo movimento vi è una ragazza, Greta Thunberg, di appena sedici anni, sulla quale si sono già abbondantemente soffermati giornali, tv e social.

Tuttavia, è importante cercare di capire se questo movimento può rappresentare una possibilità positiva per una certa parte politica oppure no: il problema deriva dal fatto che, in Italia, tutte le fazioni politiche hanno cercato, in un modo o in un altro, di entrare nel merito dell’agitazione giovanile, nel tentativo, neanche troppo celato, di accaparrarsi voti.

Al momento, sicuramente, una certa sinistra è in netto vantaggio sull’argomento, probabilmente perché ha lo scopo di cavalcare l’onda emotiva dei più giovani e mettersi alla testa delle manifestazioni, avendo perso ogni contatto con il popolo e non avendo più vere e proprie idee. Obiettivo centrato, come dimostra anche il

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https://loccidentale.it/neoambientalismo-realta-o-arma-di-distrazione-di-massa/

 

 

 

 

Commissione europea a rischio, cambio di presidenza non escluso: si scalda un altro tedesco

La Commissione europea rischia di essere bocciata dall’Europarlamento e il voto di fiducia a Strasburgo slitta. La presidenza è più in dubbio che mai sulle tensioni tra Francia e Germania. Un altro tedesco prenderebbe il posto di Ursula von der Leyen.

di Giuseppe Timpone , pubblicato il 17 Ottobre 2019

E se Ursula von der Leyen non riuscisse a diventare presidente della Commissione europea, bocciata in extremis dall’Europarlamento? L’ipotesi tutt’altro che fantapolitica prenderebbe piede dopo che la candidata francese a commissario Sylvie Goulard è stata clamorosamente bocciata a larga maggioranza, mandando il presidente Emmanuel Macron su tutte le furie.

Una parte consistente di Renew Europe, il nuovo nome dei liberali a Strasburgo al posto del vecchio Alde, ha messo in discussione la capacità della tedesca di reggere i fili della maggioranza che la sostiene, composta da loro, popolari e socialisti. E se dalla cancelleria di Berlino trapela l’impazienza di Angela Merkel nel vedere formata e approvata la nuova squadra di governo dell’Unione Europea, da Parigi arriva una brusca frenata.

Oltre alla francese, bocciati anche i candidati di Ungheria e Bulgaria. In sé, nulla di irrituale, ma brucia il “no” alla pupilla dell’Eliseo, che sarebbe intenzionato a farla pagare ai popolari e, nei fatti, ai tedeschi. Si parla di un possibile voto contrario alla Commissione da parte dei liberali o della sola componente che fa capo a Macron, il che affosserebbe ugualmente la von der Leyen, vuoi perché non disporrebbe dei numeri per governare (a luglio passò per soli 9 voti di scarto, con il “sì” determinante dei 14 eurodeputati del Movimento 5 Stelle), vuoi anche perché sul piano politico non sarebbe sostenibile una presidenza senza l’assenso della Francia.

L’alleanza tra Francia e Germania traballa sui conti pubblici. E Berlino schiaffeggia Macron

Il ritorno di Weber?

A questo punto, il piano B sarebbe il piano A. Se la von der Leyen uscisse di scena, al suo posto verrebbe un altro tedesco, niente di meno che quel Manfred Weber a capo del PPE, lo “Spitzenkandidat” che avrebbe dovuto guidare la Commissione, secondo lo schema che vede essere nominato presidente il leader del partito che ottiene più seggi all’Europarlamento. Ma sul suo nome vi fu l’ostracismo della Francia, mal digerito dalla cancelliera. E da chi verrebbe votato stavolta? O Macron dà il suo assenso solamente per fare un dispetto alla presidente “in pectore” o al suo posto potrebbero arrivare i voti di parte di quel mondo “sovranista”, che ha fatto mancare il suo apporto alla von der Leyen, giudicata fautrice di una svolta a sinistra della Commissione.

Weber venne persino accusato dai socialisti in campagna elettorale di essere pronto a governare la UE con gli euro-scettici. In effetti, si vociferava che potesse accordarsi con lo stesso Matteo Salvini per spostare a destra l’asse dell’esecutivo. I numeri a consuntivo raccontano una storia più complicata, perché nessuna maggioranza sarebbe possibile senza i socialisti. E che i socialisti governino con la destra euro-scettica è escluso in partenza. Né i liberali sommerebbero i loro voti a quelli di formazioni come Lega, Rassemblement National, etc. A meno che la voglia di rivalsa di Macron non superi

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https://www.investireoggi.it/economia/commissione-europea-a-rischio-cambio-di-presidenza-non-escluso-si-scalda-un-altro-tedesco/?utm_source=pushengage&utm_medium=push_notification&utm_campaign=pushengage

 

 

 

 

Notizie da un altro pianeta: il rimboschimento di Cina e India

Tramite osservazione satellitare, si sono accorti che il pianeta Terra è più verde di venti anni fa. Come mai accade? [Pierluigi Fagan]

riforestazione in atto

 

6 agosto 2019 di Pierluigi Fagan.

 

La NASA ha pubblicato su Nature uno studio incredibile. Tramite osservazione satellitare, si sono accorti che il pianeta Terra è più verde di venti anni fa. Se ne sono accorti dopo un po’ dall’inizio del monitoraggio appunto venti anni fa, ed avevano pensato che questa ripresa del verde planetario fosse un prodotto inaspettato dell’esubero di CO2, una sorta di effetto benefico collaterale all’effetto ritenuto malefico dell’eccesso di emissioni, una applicazione della logica Zichichi, un maitre à penser che ultimamente ha molto seguito qui da noi.

 

Col tempo però, comparando le rilevazioni su mappe, hanno scoperto che tutto il rinverdimento planetario era concentrato in due zone di questo strano altro pianeta, le zone dette “Cina” ed “India”. Caramba, che sorpresa! Hanno poi scoperto che gli abitanti di questo strano altro mondo, i cinesi, usano quello che chiamano “Esercito Popolare” per piantare alberi che contrastino l’avanzata dei deserti interni ed anzi, pare che questi strani esseri si siano messi in testa di rubare

 

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https://megachip.globalist.it/kill-pil/2019/08/06/notizie-da-un-altro-pianeta-il-rimboschimento-di-cina-e-india-2044894.html

 

 

 

 

POLITICA

IL DESTINO DELL’ITALIA (1): JAPANIFICATION IRLANDESIZZATA?

(Un po’ di “basi” per procedere)

 

16 ottobre 2019

 

  1. Il titolo del post risulta, come spesso mi capita, denso di concetti che rinviano a definizioni ed analisi economiche un po’ misteriose e, talora, complesse. Ma i passaggi fondamentali, abbiamo già tentato di spiegarli e ci riproveremo (per quei pochi che seguono attentamente il blog da anni, in realtà un’agevole ricerca consentirebbe di capire “a prima lettura” il senso del titolo e anche di anticipare il contenuto del post).

La domanda a cui tentare di dare la risposta anticipata nel titolo, poi, è in fondo…”la domanda”: cosa accadrà in Italia, e prima ancora nel mondo, nei prossimi, poniamo, 2-3 anni?

Quello che è chiaro a tutti, anche solo a livello di allarme istintivo, è che non solo qualcosa non stia andando per il verso giusto, ma che in realtà i fattori messi in campo dalle complessive macropolitiche che si intrecciano nell’interdipendenza delle relazioni economiche internazionali, – condizionando i destini della popolazione italiana -, si stiano combinando in una congiuntura i cui sbocchi, in termini di crescita economica e di coesione sociale, sono sempre più vincolati; segnati cioè dal confluire verso una gamma di esiti probabilistici sempre più ristretti.

 

  1. Alla “ripresa” del blog, non a caso, sul solco di questa prospettiva di determinismo, sempre più spiccato, dei macro-eventi che ci riserva il futuro, abbiamo parlato:

– dell’Italia lunare e dell’€uropa nella notte prima della tempesta;

– del “mistero” (un enigma…irrisolvibile) di una dichiarata manovra di bilancio “non restrittiva” per il 2020;

– della estrema difficoltà €-politica della sopravvivenza (a sé stesso) del nuovo programma di acquisto di titoli deliberato negli “ultimi fuochi” della gestione Draghi; in un quadro geo-politico in cui una prospettiva di svalutazione e i tassi negativi stressano simultaneamente gli USA e la Germania, acuendo il clash tra le due potenze; mentre la “globalizzazione” si inceppa e minaccia la resa dei conti coi paesi mercantilisti: id est. l’eurozona germanizzata più di tutti;

– di come, appunto, la globalizzazione (a epicentro genetico USA, col Washington Consensusabbia determinato una “caduta permanente della domanda” che ha innescato una (nuova) “stagnazione secolare, riducendo all’impotenza le banche centrali indipendenti;

– di come le prossime, “inevitabili”, approvazione e ratifica della riforma dell’ESM, cumulandosi col resto della disciplina fiscale e bancaria che regola l’eurozona, porranno, entro breve tempo, l’Italia in una posizione potenzialmente insostenibile (tra ristrutturazione/default del proprio debito pubblico e bail-in di massa);

– del Nadef e della impossibilità (aritmetica) che la sua attuale impostazione, nei saldi e nelle indefinite coperture cui allude, possa raggiungere il livello di crescita sperato ed evitare una recessione fiscalmente indotta;

– di come la crescita italiana sia vincolata, al ribasso rispetto a Francia e Germania (e non solo), dalla compressione permanente della domanda pubblica e, in particolare, della spesa corrente (cioè nel

 

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http://orizzonte48.blogspot.com/2019/10/il-destino-dellitalia-1-japanification.html

 

 

 

 

 

 

Governo italiano e mondo: incominciano a cadere le foglie

Con il nuovo esperimento di governo, così stravagante in termini politici ma benedetto da Bruxelles, Parigi e Berlino, l’Europa sta riconsiderando le sue relazioni approfittando della debolezza USA?

 

21 settembre 2019 di Piotr.

 

1) Cadono le foglie nazionali

Lo scisma renziano ha svelato uno dei motori che fanno e faranno funzionare, o funzionicchiare, il governo Conte bis: le poltrone (“Ops! Gli ‘incarichi’”, direbbe Lucia Annunziata sorniona).

Un governo come si deve, un governo che meriti rispetto, si deve basare su un accettabile programma e su un’accettabile base etica, dove per “etica” non bisogna intendere la “morale” ma ciò che tiene insieme una comunità, dà ad essa valori di base condivisi e un orizzonte comune (si parla di un governo non rivoluzionario, ovviamente, ma anche un governo rivoluzionario deve fare i conti con la tenuta della comunità).

Avete notizia di un qualche programma di questo governo, a parte espressioni così vaghe che potrebbero essere formulate da un qualsiasi adolescente (tipo “più attenzione all’ecologia”, “crescita”, “giustizia sociale”)?

E in quanto ad etica, che spettacolo danno forze politiche che per anni si sono insultate nei modi peggiori, che fino ad un attimo prima dicevano “Mai con quello! Mai con questo!” e un attimo dopo si sono avviluppate sotto le lenzuola?

“Mai coi 5 Stelle!” urlava Renzi. “Alleanza subito coi 5 Stelle!” urlava un nanosecondo dopo in vista della sua scissione e dei vantaggi che poteva trarre da tutto ciò.

“Mai con Renzi”, urlavano i 5Stelle. Ma ora Renzi sta formando rapidamente la terza gamba del Conte bis (già iniziano i travasi da Forza Italia in Italia Viva). E la terza gamba – o quarta se intendiamo Conte come una gamba a sé – siederà a tutti i tavoli, per forza, e i 5Stelle siederanno agli stessi tavoli, per forza. Di Renzi si può dir tutto, ma non che non sia un animale politico (anche se non nel senso più nobile del termine).

Fanno veramente ridere – e arrabbiare – i commentatori che dicono che l’Italia ha recuperato il suo prestigio internazionale e che quindi ora Bruxelles, Parigi e Berlino useranno con noi toni più amichevoli e concilianti.

Intanto fanno arrabbiare perché queste affermazioni sono segnali di una mentalità politica preoccupante: gongolare per l’esistenza di un potere che limita drasticamente la nostra libertà. Noi non possiamo sceglierci nessun governo – esultano – ed è un bene che sia così, perché o il popolo vota come vogliono certi centri di potere, oppure è bue ed è meglio che non si esprima (è stata ad esempio la posizione esplicita di Renzi e della Boschi dopo il voto sulla Brexit). Ovviamente – piccolo corollario – non potremmo sceglierci liberamente un governo neppure se per caso fosse un governo socialista guidato dalla reincarnazione di Gramsci.

Dato che questo potere (o meglio insieme di poteri sovranazionali anche in contrasto tra loro) esiste, felicitarsi per la sua esistenza è tradimento, fellonia, disprezzo per la democrazia, incoscienza.

E questi felloni/incoscienti sono così felici che non si rendono conto che, tra l’altro, non ci verrà nemmeno fatto nessun favore. L’ex cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, già ci ha strigliato richiamando il rigore di Maastricht: “Non rompete i coglioni. Noi non pagheremo mai i vostri debiti”. Così ha detto l’ex premier di una nazione dove è fallita in malo modo una banca dietro l’altra! Che faccia di bronzo!

Gentiloni fa sapere che sta spuntando maggiore flessibilità? Davvero? Intanto una Francia in difficoltà da tempo e una Germania ormai in recessione (e non c’era economista di vaglia, da Stiglitz a Krugman – premi Nobel – che non avesse previsto che la fissazione ossessivo-compulsiva tedesca sull’austerity avrebbe avuto questo esito e trascinato lei Germania e l’Europa nella rovina), questi due paesi, dicevamo, la flessibilità se la concederanno a se stessi, in primis, e forse ai loro vassalli più utili e fedeli, non certo ai paesi ricchi da spennare sempre più velocemente (ricordo che nel 1991 l’Italia era considerata la quarta potenza industriale del mondo, una posizione che dava fastidio e solleticava appetiti lupeschi). Vedrete i trucchi che useranno per sforare i parametri di Maastricht facendo finta di nulla e fare investimenti in deficit. Se rimarrà qualcosa attaccato all’osso, qualcosa che non intacchi la capacità di succhiare risorse dai “partner” come vampiri avventati sulla giugulare della bella di turno, per rilanciare i propri sistemi industriali a scapito del nostro e, soprattutto, non far colare a picco le loro banche piene di titoli tossici, allora ci concederanno qualche “flessibilità” ad uso demagogico.

 

Questo per quanto riguarda la nostra riacquistata “credibilità internazionale”.

 

2) Cadono le foglie internazionali

Ma ciò che la grande maggioranza dei nostri baldi e supponenti e ignorantissimi commentatori e analisti non capiscono proprio e non capiranno mai è che per avere una minima idea di cosa succederà in Italia e in Europa bisogna guardare anche, e soprattutto, da altre parti. Ma dato che i loro limiti mentali coincidono coi loro limiti conoscitivi e immaginativi geografici, non riescono a pensare che se questa è una crisi mondiale allora bisogna ricordarsi che il mondo non

 

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https://megachip.globalist.it/politica-e-beni-comuni/2019/09/21/governo-italiano-e-mondo-incominciano-a-cadere-le-foglie-2046668.html

 

 

 

 

 

 

 

 

La disperata proposta di Zingaretti al M5S: «Voi ci aiutate in Emilia, noi salviamo la Raggi». Che tristezza

Andrea Pasini – 16 ottobre 2019

La politica una volta era una cosa seria. La coerenza era alla base di ogni strategia politica portata avanti dai leader dei partiti sia di destra che di sinistra. Poi le cose via via sono purtroppo cambiate in peggio si intende. Ed il valore della coerenza è andato piano piano scemando. Negli ultimi due mesi però abbiamo raggiunto il livello massimo mai riscontrato di incoerenza che si è palesata con l’accordo di governo denominato giallo-rosso e che ha visto due partiti che fino al giorno prima si erano umiliati e offesi unirsi e dar vita ad un esecutivo. Alla fine Senza alcuna vergogna da parte né dei 5Stelle né del Pd il governo della poltrona ha preso vita. Ora dopo pochissimo tempo dalla nascita di questa accozzaglia politica che nulla ha di comune tranne la reciproca Volontà di non ridare la parola ai cittadini tramite le urne per paura di non essere più rieletti, i due partiti antidemocratici si trovano a fare i conti con le elezioni regionali. Elezioni che a differenza di quelle che sono riusciti con un gioco di palazzo ad evitare purtroppo per loro non possono ovviare e sono costretti ad un confronto con gli elettori che li punirà pesantemente. E questa grande paura ha creato sia nel Movimento 5 stelle e sia nel Pd un timore così importante di raccogliere una figuraccia epocale in termini di consenso elettorale che ogni azione messa in campo è buona per provare a trovare una soluzione che possa arginare una certa sconfitta elettorale rispetto alla coalizione di centrodestra a trazione Matteo Salvini. Oggi pur di non perdere l’Emilia e Romagna, regione da sempre rossa e a rischio di sconfitta, il PD con il suo segretario Zingaretti farebbe Patti anche con il diavolo. Con l’Acqua alla gola Nicola Zingaretti ospite dalla Gruber prova a lanciare l’idea dello scambio. La tesi sarebbe la seguente: Pd e M5S uniti sulla riconferma di Bonaccini in Emilia e la Raggi riconfermata a Roma. E chissenefrega se i dem romani hanno chiamato fino a ventiquattr’ore fa incapace la sindaca grillina. L’importante è conservare le poltrone. Queste le parole del segretario del Pd: «Noi oggi abbiamo forze politiche che potenzialmente rappresentano il 45-48 per cento degli italiani. Domanda: vogliamo provare a farla diventare un’alleanza? Altrimenti, inutile girarci attorno, torna Salvini». Eccolo qua il solito spauracchio. Ma il finto spauracchio del ritorno di Salvini non attecchisce affatto sul popolo dem . Ed infatti i militanti e i sostenitori del PD bocciano senza appello la proposta del Segretario. Per il Pd questa mossa sarebbe semplicemente un suicidio politico e rappresenterebbe la definitiva morte del partito democratico. Anche perché Zingaretti fino ad oggi non è che abbia dimostrato di essere un’aquila sulle strategie politiche. Ricordo che in meno di un mese con le sue strategie ha dapprima affossato definitivamente il suo Partito cedendo alle pressanti richieste di fare un governo con i 5 stelle assolutamente deleterio soprattutto per lui stesso, poi ha rianimato politicamente parlando un cadavere in via di decomposizione di nome Renzi che oggi detta l’agenda di governo ed è un acerrimo nemico politico proprio del segretario dem e per concludere è stato capace involontariamente di ricompattare il centrodestra. Un vero fenomeno non c’è che dire! Ora dopo questa dichiarazione di un ennesimo accordo dettato non sulla base delle idee comuni, non da un

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L’interesse nazionale? C’è sempre ma non si vede

Gli Stati non si fondano sui neo-contrattualismi ma su commistioni di caos e di scelte strategiche

Dino Cofrancesco – Ven, 11/10/2019

 

Storico del pensiero politico, ho sempre trovato intellettualmente stimolante il confronto con gli scienziati politici, almeno con quelli che non cercano di nascondere dietro il tecnicismo la mancanza di idee.

Per questo i lavori di Angelo Panebianco mi hanno sempre interessato molto, sia sotto il profilo teorico che sotto quello etico-politico. Per quanto riguarda il primo, essi rappresentano una sintesi efficace tra individualismo metodologico (nella sua accezione forte, la politica può comprendersi solo a partire dalle azioni degli individui) e realismo politico (nella sua accezione forte, gli individui e i governi sono obbligati ad agire come agiscono dalla lotta per il potere e da scacchieri interni e internazionali che ne determinano le mosse); per quanto riguarda, invece, il secondo, mi sembra felicemente controcorrente, nella nostra epoca buonista, il voler ricollocare la democrazia liberale sul solido terreno delle scienze sociali, sulla scia dei pensatori classici come Tocqueville, Max Weber, Georg Simmel, Raymond Aron etc., che non ignoravano la verità antica che gli stati non si fondano coi paternostri ovvero con i neo-contrattualismi kantiani odierni ma nascono da complesse commistioni di cosmos e taxis, ordine spontaneo e ordine costruito.

In realtà, nihil novi sub sole.

In fatto di relazioni internazionali, la storia delle dottrine, ci presenta due posizioni fondamentali, riconducibili l’una, quella realista, ad Alexander Hamilton e l’altra, quella idealista, a Giuseppe Mazzini. Nel VI saggio del Federalista (1787), il segretario di Stato di George Washington teorizza il primato della politica estera sulla politica interna.

Non sono i regimi politici e gli assetti sociali ed economici- dei vari stati a provocare le guerre ma la mancanza di un ordine internazionale. «È mai, in pratica, avvenuto che le repubbliche si siano dimostrate meno proclivi alla guerra delle monarchie?

Non è forse vero che le nazioni sono influenzate dalle medesime

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Il totalitarismo democratico non è democrazia

 

Giovedì scorso, per presentare il mio libro Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone, ho partecipato alla Festa nazionale di CasaPound che si teneva in un bel agriturismo (il meglio della dolcezza delle colline venete) ma parecchio fuori mano e lontano da Verona dove i militanti di questo gruppo hanno una certa consistenza. Evidentemente si era ritenuto opportuno tenerli il più possibile alla larga. C’era moltissima pula. L’ambiente era misto, insieme a giovani che si tatuano da capo a piedi c’erano famigliole con bambini. Il mio intervento si è svolto nella massima tranquillità e alla fine mi sono salutato molto cordialmente col presidente di CasaPound Gianluca Iannone. Non è la prima volta che accetto gli inviti di CasaPound, sono stato tre volte a Roma dove hanno la sede nazionale e ho potuto notare che fanno un buon lavoro sociale in aiuto alle famiglie disagiate. Naturalmente gli imbecilli non mancano nemmeno qui, ma quando esorbitano dalla loro ideologia e compiono atti violenti vengono giustamente messi al gabbio come ha deciso anche di recente una sentenza della Cassazione. Ma questo non vale solo per Casapound ma per chiunque compia atti di violenza.

La targa della mia automobile è stata fotografata da agenti in borghese. Ora la mia domanda è questa. Se decidessi di aprire un profilo Facebook per i fatti miei –non ci penso neanche- incorrerei nelle sanzioni che la società di Zuckerberg ha comminato a CasaPound e Forza Nuova? Facebook –che se vogliamo metterci nella sua ottica, che non è la nostra, è uno dei peggiori seminatori di odio e di istigazione alla violenza come la cronaca ha ampiamente dimostrato- è una società privata che può darsi i regolamenti che vuole. Lo Stato italiano no, deve sottostare alla Costituzione che all’articolo 21

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SCIENZE TECNOLOGIE

L’AUTO ELETTRICA NON “FUNZIONA”. Se Dyson dà ragione a Marchionne…

13.10.2019 – Franco Oppedisano

James Dyson, che tanto ha investito e creduto nell’auto elettrica, ha deciso di gettare la spugna: la produzione non è sostenibile

C’è sostenibilità e sostenibilità. Il forfait di sir James Dyson, il magnate inglese famoso per aver reinventato l’aspirapolvere dimostra che il business delle auto elettriche non funziona.

Per quattro anni il baronetto ha pagato quattrocento specialisti incaricati di seguire il progetto del suo veicolo a zero emissioni, prima nella sede centrale di Malmesbury, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra, poi a Singapore. Aveva annunciato inedite batterie, la produzione in proprio di accumulatori sia agli ioni di litio, sia allo stato solido, un design avveniristico per un’auto che sarebbe dovuta andare a fare concorrenza alla più costosa delle Tesla, con un prezzo vicino ai 150 mila euro. Aveva persino acquistato per 85 milioni di sterline un vecchio aeroporto in disuso a Hullavington, nello Wiltshire, per testare i suoi veicoli e promesso di produrre almeno tre veicoli “alla spina” da lanciare a partire dal 2020. Ma alla fine ha dovuto gettare la spugna: la produzione non è sostenibile, ha detto mettendo finalmente l’accento sulla parola sostenibilità che, a suo e nostro parere, non significa solo sostenibilità ambientale, ma anche economica.

«Nonostante i nostri grandi sforzi durante il processo di sviluppo, semplicemente non vediamo più come renderlo fattibile dal punto di vista commerciale», ha spiegato Dyson in una mail ai dipendenti raccolta dal Financial Times. «Abbiamo intrapreso un percorso serio per trovare un acquirente per il progetto che, sfortunatamente, finora non ha avuto successo». Quando l’ex ceo di Fca Sergio Marchionne diceva che non c’era modo di guadagnare producendo auto elettriche e invitata i clienti a non sceglierle dicendo che, ogni volta che ne vendeva una, perdeva un mucchio di dollari, si

 

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