NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 LUGLIO 2018

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 LUGLIO 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

In sé le cose non hanno alcun potere.

Siamo noi a conferirglielo.

MARCEL PROUST, La ricerca del tempo perduto, Mondadori, Vol. IV, 1993, Pag. 532

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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IN EVIDENZA

Gli intellettuali di oggi sono stupidi

06/07/2018Massimo Bordin

La parola “intellettuale” deriva dal latino intus-legere, e in quanto tale dovrebbe essere riferita ad un individuo in grado di “leggere dentro” e di non accontentarsi della sola parte emersa di una informazione. L’intellettuale, stando al senso etimologico, dovrebbe essere dunque l’opposto del superficiale … colui che approfondisce, appunto. Invece, gli intellettuali con cui abbiamo a che fare sui media tradizionali ed i social, in linea di massima tendono ad aggregarsi come una classe sociale qualunque. Esistono dunque gli operai, i lavoratori autonomi, gli imprenditori, i colletti bianchi … e gli intellettuali. Gli intellettuali sono divenuti una professione, e come tale autoreferenziali e inclini a salvaguardare i propri interessi di casta. Manca solo che ne venga istituito l’ordine professionale e il quadro si completa.

Ecco allora che gli intellettuali di oggi si smarcano completamente dalla funzione tradizionalmente loro attribuita di dotti perennemente curiosi che esercitano il dubbio, per abbracciare l’appartenenza ad una élite culturale. Caso emblematico, quello della rivista Rolling Stone che ha appena lanciato un manifesto contro il ministro dell’interno Salvini, in cui compaiono le adesioni di oltre 50 artisti e personaggi del mondo dello spettacolo. Il messaggio, prontamente copiaincollato sui social da tutti i Napalm51 del web, ha come sfondo una copertina arcobaleno con scritto:

Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice”.

É del tutto evidente che il politico di punta oggi in Italia, il leader della Lega, possa portarci alla rovina e che le sue politiche possano legittimamente essere considerate sbagliate. Quello che però dovrebbe destare non poca preoccupazione è il format che sta dietro (e davanti) alla protesta: un format visto mille volte e che, francamente, ha stufato anche i santi.

 

Continua qui: http://micidial.it/2018/07/gli-intellettuali-di-oggi-sono-stupidi/

 

 

 

Lo spot della Chicco è fascista?

@Giovanni Drogo | 12 luglio 2018

 

L’ultimo spot della Chicco ha fatto centro. L’azienda che produce abbigliamento e articoli per l’infanzia ha pubblicato un video dove invita gli italiani a fare più figli “per l’Italia“. La pubblicità imita volutamente il tono enfatico ed entusiasta dei commentatori sportivi esaltati da una grande vittoria della nostra Nazionale. Il problema è che quest’anno l’Italia del pallone non è andata in Russia e che quindi non ci sarà nessuna vittoria e nessun baby boom. Ma l’Italia, gli italiani e la Chicco hanno bisogno di bambini per prosperare e crescere in modo da riportare «l’Italia dove è giusto che stia».

Quelli che dicono che lo spot della Chicco è fascista

Moltissimi hanno visto la pubblicità e altrettanti hanno deciso di commentarla. Non tutti i commenti sono entusiasti, ma si sa che l’importante è che la gente ne parli, così poi i giornali ne parleranno e scriveranno articoli sulle polemiche scatenate ad arte da uno spot che è stato evidentemente pensato per avere più di una chiave di lettura. C’è chi si ferma al messaggio più semplice: fare l’amore perché è bello e fare figli perché è bello. Ma è una chiave di lettura troppo facile.

Molte donne indignate hanno scritto alla Chicco su Facebook dicendo che la pubblicità è una mancanza di rispetto per chi non può avere figli.

 

Continua qui: https://www.nextquotidiano.it/video-chicco-spot/

 

 

 

Ora vogliono etnicizzare anche la Coppa del Mondo

13 luglio 2018- FRANK FUREDI

spiked-online.com

 

In questi giorni, la politica identitaria sembra essere dappertutto. Dal punto di vista di questi novelli identitari, la cosa più importante di una persona è se essa appartiene al giusto gender, al giusto colore o alla giusta etnia.

Perciò, quando un giornalista del Guardian guarda la squadra di calcio inglese, non vede undici esseri umani. Al contrario, valuta la squadra in base alle sue caratteristiche politiche, razziali e culturali. “Se questa squadra rappresenta qualcuno, allora rappresenta il 48% dei Remainers” [gli oppositori della Brexit – N.d.T.], ha affermato Steve Bloomfield sul medesimo giornale. Come mai? Perchè sono giovani, la squadra ha “undici giocatori di colore” e “la maggior parte di essi vive in grandi città.” Il giornalista considera veramente questi giocatori uno spot pubblicitario a favore della permanenza nell’UE. Sono benedetti da ciò che alcuni dei Remainers considerano una buona identità, e, senza dubbio, condividono il disprezzo di Bloomfield per quegli odiosi xenofobi che avevano votato per la Brexit.

Quando i sostenitori della politica identitaria guardano una partita, non vedono delle persone che giocano al pallone. Il loro sguardo si focalizza esclusivamente sulla composizione etnica, razziale e culturale delle squadre. Dal loro punto di vista, la Coppa del Mondo ha molto poco a che vedere con il football, è piuttosto un campo di battaglia dove è possibile portare avanti la causa della politica identitaria e del multiculturalismo.

Gli identitari e i loro alleati dei media occidentali non perdono mai l’occasione per ricordare alla gente che l’organizzazione della Coppa del Mondo in Russia ha dato a Putin l’opportunità di promuovere la sua propaganda. Non c’è dubbio che gli organizzatori russi, come gli organizzatori di tutte le altre Coppe del Mondo della storia, possano essere interessati ad usare un evento del genere per portare avanti un po’ di diplomazia pubblica. Ma i detrattori di Putin non riescono a capire che sono loro stessi a superare il Presidente russo quando si tratta di politicizzare la Coppa del Mondo.

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/ora-vogliono-etnicizzare-anche-la-coppa-del-mondo/

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

RAZZISMO, XENOFOBIA: LE FRONTIERE DELLA MISTIFICAZIONE.

 

Post di Arturo – giovedì 12 luglio 2018

 

Se avete un qualsiasi contatto con i media non potrete fare a meno di notare la reiterata, direi ossessiva, accusa di razzismo, quando non di fascismo, rivolta, oltre che al nuovo governo, agli elettori della maggioranza che lo sostiene.

 

Emblematica, tra le molte fonti pertinenti, una intervista a Camilleri, che esordisce con questa surreale preterizione: Non voglio fare paragoni ma intorno alle posizioni estremiste di Salvini avverto lo stesso consenso che a dodici anni, nel 1937, sentivo intorno a Mussolini. Ed è un brutto consenso perché fa venire alla luce il lato peggiore degli italiani, quello che abbiamo sempre nascosto.

 

 

Vorrei soffermarmi in particolare su due aspetti: l’accusa di razzismo; il significato politico di tale accusa. In questo post mi concentrerò sulla prima, mentre rimando l’esame del secondo a un’altra occasione.

 

Vorrei iniziare recuperando osservazioni chiarificatrici avanzate a suo tempo da un intellettuale del calibro di Lévi-Strauss, autore fra l’altro di due famosi interventi sull’argomento, entrambi redatti su commissione dell’UNESCO: Razza e cultura, nel 1952; Razza e storia, nel 1971 (per tutte queste notizie, e le citazioni che seguono, sto utilizzando C. Lévi-Strauss, D. Eribon, Da vicino e da lontano, Rizzoli, Milano, 1988, cap. 16).

Osserva Lévi-Strauss, intervistato da Eribon:

Però i giornali, la radio, eccetera, richiedono spesso il suo parere sulla questione del razzismo, e lei generalmente rifiuta di rispondere…

Non ho voglia di rispondere perché, in questo campo, si naviga in piena confusione, e qualunque cosa si dica so in anticipo che sarà male interpretata. Come etnologo sono convinto che le teorie razziste siano allo stesso tempo mostruose e assurde. Ma banalizzando la nozione di razzismo, applicandola a sproposito, la si svuota di contenuto, e si rischia di giungere al significato opposto a quello che si persegue.

 

Continua qui: http://orizzonte48.blogspot.com/2018/07/razzismo-xenofobia-le-frontiere-della.html

 

BELPAESE DA SALVARE

Il Forteto, scarcerato per un cavillo il mostro della setta

 

15.07.2018 – Tatiana Santi

Ingiustizia nella giustizia, le vittime de Il Forteto definiscono così la svolta nella scandalosa vicenda della setta toscana. È stato scarcerato Rodolfo Fiesoli, detto “il profeta”, che per anni all’interno della cooperativa agricola maltrattava e abusava sessualmente dei minori affidati alla struttura.

Fiesoli, condannato a 15 anni di carcere, dopo soli 7 mesi è stato scarcerato perché la sentenza della Cassazione non è da considerarsi definitiva. La pena deve essere ridefinita, perché un caso di violenza sessuale potrebbe in realtà diventare reato di violenza sessuale di gruppo, aumentando così gli anni da scontare.

In attesa di una sentenza definitiva, “il profeta” si ritrova in libertà.

Tanta rabbia da parte delle vittime, la maggior parte delle quali non ha ricevuto alcun risarcimento, per motivi di prescrizione, che reagiscono all’assurda svolta parlando di una vera “ingiustizia” nella giustizia. La Commissione d’Inchiesta Parlamentare non è ancora stata istituita, nonostante lo sforzo di diversi esponenti politici di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle. Perché questo incubo, che dura da più di 30 anni, sembra non finire più? Quali interessi vi sono dietro la setta di Fiesoli? Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista Sergio Pietracito, presidente dell’Associazione Vittime del Forteto.

— Fiesoli è stato scarcerato dopo un ricorso presentato dal suo difensore. Sergio, come hai reagito a questa notizia? Ti aspettavi una svolta simile?

 

Continua qui:  https://it.sputniknews.com/opinioni/201807156242125-forteto-setta-minori-rodolfo-fiesoli-carcere-condanna/

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

L’esercito USA sgancia una bomba ogni 12 minuti e nessuno ne parla

16 luglio 2018 DI LEE CAMP

truthdig.com

Viviamo in uno stato di guerra continua, e ciò nonostante non ce ne accorgiamo mai. Mentre voi leccate il vostro gelato in un posto alla moda dove mettono quelle belle foglioline di menta sul bordo della coppa, qualcuno è bombardato a nome vostro. Mentre voi al cinema discutete con l’adolescente di 17 anni che vi ha dato un popcorn di piccolo formato mentre voi ne avete pagato uno grande, qualcuno sta per essere annientato in nome vostro. Mentre dormiamo, mangiamo, facciamo l’amore, proteggiamo i nostri occhi da una giornata soleggiata, la casa, la famiglia, la vita e il corpo di qualcuno esplodono in mille pezzi, in nome nostro.

Questo ogni 12 minuti.

L’esercito americano fa cadere degli esplosivi con intensità difficile da capire, una bomba ogni 12 minuti. Questo è strano, perché tecnicamente, noi non siamo in guerra, lasciatemici riflettere, con nessun paese. Questo dovrebbe significare che non viene sganciata nessuna bomba non è vero?

Ebbene no!  Voi fate il classico errore di confondere il nostro mondo con una sorta di mondo razionale e coerente nel quale il nostro complesso militare-industriale è sotto controllo, l’industria della musica è basata sul merito ed il talento, e i Lego hanno dei bordi dolcemente arrotondati (e così quando voi li calpestate con i piedi nudi, non vi sembra una pallottola perforante blindata tirata direttamente nel vostro sfintere), e gli umani affrontano i cambiamenti climatici come degli adulti piuttosto che seppellire le loro teste nella sabbia cercando di convincersi che la sabbia non è veramente più calda.

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/lesercito-usa-sgancia-una-bomba-ogni-12-minuti-e-nessuno-ne-parla/

 

 

 

 

USA e Israele tentano di destabilizzare l’Iran

14 luglio 2018 da aurorasito

AHTribune, 4 luglio 2018

Israele e gli Stati Uniti hanno creato un gruppo congiunto pochi mesi fa, attraverso cui mirano a destabilizzare l’Iran dall’interno, riferiscono fonti. Il consigliere per la sicurezza nazionale israeliana Meir Ben-Shabbat e il suo omologo statunitense John Bolton si sono recentemente incontrati a Washington per sviluppare una strategia che faccia pressione sul governo iraniano e lo faccia coprire pubblicamente con valanghe di critiche. Secondo la fonte, non c’è dubbio che tale gruppo stia tentando di rovesciare l’attuale governo iraniano. Tuttavia, secondo un funzionario, “Nessuno seria pensa a un cambio di regime, la squadra formata punta invece a sfruttare le debolezze interne dell’Iran per creare pressione e aiutare a cambiare il comportamento iraniano”. Gli Stati Uniti sembrano temere il declino in Medio Oriente, specialmente dopo la sconfitta dei gruppi terroristici in Siria che Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Israele e altri regimi clienti hanno sostenuto. Inoltre, i membri del gruppo che si sono riuniti alcune volte negli ultimi mesi, utilizzano i social media come piattaforma per rivolgersi al popolo iraniano; tattica già testata da funzionari statunitensi e israeliani. Ad esempio, i video del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sono pubblicati su Facebook, con sottotitoli in farsi, per incoraggiare la popolazione iraniana a protestare contro il governo.

 

Continua qui: http://aurorasito.altervista.org/?p=1507

 

 

 

Di cosa è simbolo la battaglia di Deraa?

di Thierry Meyssan

Thierry Meyssan non condivide la narrazione che da 7 anni la stampa occidentale e quella del Golfo fanno dell’avvio delle ostilità in Siria. Egli ritorna perciò sugli avvenimenti, esaminandoli alla luce degli elementi emersi in seguito. Come tutte le scienze, anche quella politica si avvicina alla verità mettendo in discussione le conclusioni precedenti e integrando il ragionamento con nuove osservazioni.

Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 10 luglio 2018

 

Gli Occidentali fanno della battaglia di Deraa il simbolo dello smacco del conflitto in cui sono coinvolti. È esatto, ma non nel senso da loro inteso. Ripercorriamo i fatti che diedero inizio alle ostilità.

A decorrere dal 4 febbraio 2011 una misteriosa pagina Facebook in inglese, “Syrian Revolution 2011” (Rivoluzione Siriana 2011), esorta a manifestare ogni venerdì contro la Repubblica Araba Siriana. Per diversi anni, avvalendosi esclusivamente di simboli sunniti, pur pretendendo di parlare a nome di tutti i siriani, questo strumento mediatico cadenzerà gli avvenimenti.

Secondo Al-Jazeera, il 16 febbraio dello stesso anno 15 adolescenti (in seguito anche 8 loro compagni) vengono arrestati a Deraa per aver taggato slogan ostili al presidente al-Assad. I ragazzi sarebbero stati torturati e i loro genitori insultati dal responsabile della sicurezza locale. A tutt’oggi, se il fermo di diverse ore dei minori da parte della polizia è accertato, non sono invece provati né le torture né gli insulti. I video e le interviste diffuse dalla stampa anglosassone sono terribili, ma non corrispondono né ai reportage originali della televisione del Qatar né a quanto accertato sul posto.

Il 22 febbraio John McCain, che cumula mandato di senatore e carica di presidente d’una branca della National Endowment for Democracy [1], uno dei servizi segreti dei “Cinque Occhi” (USA, Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda), è in Libano e affida l’instradamento di armi verso la Siria al deputato harirista Okab Sakr. McCain va anche a Ersal per porre le basi di una futura retrovia degli jihadisti.

 

Continua qui: http://www.voltairenet.org/article201926.html

 

 

 

La Nato espandibile e sempre più costosa si allarga sull’Europa

di Manlio Dinucci

Agendo come organismi programmati sin dalla nascita, NATO e UE perseguono il loro progetto al di fuori d’ogni controllo politico. Le burocrazie militari e civili, generate dall’occupazione statunitense dell’Europa occidentale, si prefiggono di difendere gli interessi dell’élite transazionale, senza preoccuparsi del volere dei popoli.

Rete Voltaire | Bruxelles (Belgio) | 12 luglio 2018

Si svolge oggi e domani a Bruxelles il Summit Nato a livello di capi di stato e di governo dei 29 paesi membri. Esso conferma al massimo livello il potenziamento della struttura di comando principalmente in funzione anti-Russia. Saranno costituiti un nuovo Comando congiunto per l’Atlantico, a Norfolk negli Usa, contro «i sottomarini russi che minacciano le linee di comunicazione marittima fra Stati uniti ed Europa», e un nuovo Comando logistico, a Ulm in Germania, quale «deterrente» contro la Russia, con il compito di «muovere più rapidamente le truppe attraverso l’Europa in qualsiasi conflitto».

Entro il 2020 la Nato disporrà in Europa di 30 battaglioni meccanizzati, 30 squadriglie aeree e 30 navi da combattimento, dispiegabili entro 30 giorni o meno contro la Russia. Il presidente Trump avrà così in mano carte più forti al Summit bilaterale che terrà, il 16 luglio a Helsinki, col presidente russo Putin. Da ciò che il presidente Usa stabilirà al tavolo negoziale dipenderà fondamentalmente la situazione dell’Europa.

 

Continua qui: http://www.voltairenet.org/article201946.html

 

 

CULTURA

Kafka. La vita è qualcosa di più di un gioco di pazienza

Andrea Pomella – 16 luglio 2018

C’è una ragione per cui, all’età di quarantaquattro anni, mi sono deciso a riprendere in mano Lettera al padre di Kafka, uno dei testi capitali della letteratura di tutti i tempi, la testimonianza più limpida dell’immenso potere che esercita la figura paterna nelle nostre esistenze. La ragione è legata a un recente fatto privato che ha segnato per me l’inizio di una nuova vita, o se vogliamo che ha ricollegato due pezzi distanti della mia vita… like a bridge over troubled water. Nello scorso dicembre, dopo trentasette anni, ho rivisto mio padre; lo stesso uomo con cui, dal tempo in cui i miei genitori si separarono, avevo chiuso ogni rapporto. E da allora non faccio altro che cercare di riposizionare frammenti, con l’abilità, la pazienza e la pinza del mosaicista, e con l’aiuto di tutto ciò che mi viene incontro dall’arte e dalla letteratura.

 

Sono consapevole che per comprendere appieno un fatto di tale portata, o meglio per metabolizzarne le conseguenze, ho bisogno di strumenti raffinatissimi. E io, ecco, mi ritrovo in un momento della vita in cui sono al contempo padre e figlio. Una condizione tra le più comuni, certo, che tuttavia nel mio caso è del tutto particolare: sono infatti padre da otto anni, ossia dal 2010, quand’è nato mio figlio, e sono di nuovo figlio da appena sette mesi, da quando cioè, dopo essere stato orfano di padre per trentasette anni, ho riallacciato i contatti con l’uomo la cui ombra ha dominato i miei pensieri, il mio carattere, la mia psicologia e i miei comportamenti fin dagli anni remoti della mia infanzia.

 

 

Continua qui: http://www.doppiozero.com/materiali/kafka-la-vita-e-qualcosa-di-piu-di-un-gioco-di-pazienza

 

 

 

 

 

 

 

DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI

Migranti, ecco come vengono adescati dai trafficanti

13/07/2018 Massimo Bordin

 

Ok, rendono di più la droga, la prostituzione e fare il dentista, ma anche la tratta dei migranti non scherza. A giugno sono usciti dati ufficiali con tanto di pubblicazione dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc). Dal rapporto emerge che nel solo 2016 le organizzazioni criminali che lavorano nell’Africa subsahariana a caccia di potenziali migranti hanno trasportato almeno 2,5milioni di persone, delle quali quasi 400mila verso l’Italia, ricavandone in tutto da 5,5 a 7 miliardi di dollari. Il rapporto spiega dettagliatamente come funziona l’avvicinamento ai clienti, l’opera di convincimento, nonché quali sono le varie tariffe.

E’ curioso notare come questo studio provenga dalla maggior istituzione sovranazionale, l’Onu, e che questa per vocazione si prodighi per favorire l’integrazione e l’inclusione. Fonte non sospetta, insomma, ma i media si sono ben guardati dal reclamizzare il report, che però è chiaro e inequivocabile: i migranti provengono da fasce medie di ricchezza in Africa, dai centri urbani, e vengono convinti a migrare in Europa grazie a delle pubblicità organizzate ad hoc dai trafficanti.

 

Continua qui: http://micidial.it/2018/07/migranti-ecco-come-vengono-adescati-dai-trafficanti/

 

 

 

 

Ai migranti è riservata accoglienza ostile, non importa su quale sponda dell’Atlantico attraccano

Rosanna 16 luglio 2018 – DI LORI HINNANT e COLLEEN BARRY – The Associated Press

Globalnews.ca

Da guardare: Il dibattito sui migranti divide l’Europa 

Su entrambe le sponde dell’Atlantico, ai migranti che ogni giorno a centinaia inondano le frontiere è stata riservata accoglienza ostile e i governi non sono stati in grado di accordarsi su come far fronte agli arrivi. In Europa, dove i partiti di estrema destra sono entrati a far parte dei governi in Italia e in Austria e si sono rafforzati altrove, anche la decisione più basilare su quale porto avrebbe accettato una nave piena di migranti è stata irta.

Martedì scorso, un’ennesima imbarcazione di salvataggio carica di migranti ha faticato a trovare un porto sicuro nel Mediterraneo, mentre in Austria i cadetti della polizia che interpretavano il ruolo di rifugiati disperati, come parte di un’esercitazione di allenamento di alto profilo, pretendendo l’accesso hanno sbatacchiato una rete metallica, per testare il coraggio di una nuova forza di confine incaricata alla prevenzione dell’afflusso di migranti.

“Abbiamo avuto crisi migratorie in passato, ma non del tipo che stiamo attraversando ora. Ciò che stiamo vivendo ora è una crisi politica europea”, ha detto il Presidente francese Emmanuel Macron, dopo un incontro di un giorno con Papa Francesco in Vaticano, durante il quale hanno discusso il problema.

 

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/ai-migranti-e-riservata-accoglienza-ostile-non-importa-su-quale-sponda-dellatlantico-attraccano/

 

ECONOMIA

Vitalizi e pensioni d’oro: trappole, per poi tosare gli italiani

Scritto il 14/7/18

L’attacco a vitalizi parlamentari e “pensioni d’oro” è solo la premessa della rapina del secolo in funzione schiettamente antipopolare: il vero obiettivo è ridurre tutte le pensioni. Lo sostiene Aldo Giannuli, che considera ingiusta (e finanziariamente irrilevante) la campagna scatenata da Roberto Fico contro i vitalizi, e pericolosa la battaglia – sempre dei 5 Stelle – contro le pensioni più ricche. «E’ del tutto comprensibile la tentazione di molti di approvare la norma contro i vitalizi dei parlamentari», premette il politologo, nel suo blog. «Sappiamo tutti che, sul piano economico, la manovra (con i pretesi 40 milioni di risparmio) è semplicemente ininfluente, ma il vero effetto è quello di punire la classe politica strappandole un privilegio deciso in altri tempi». Quei vitalizi, ricorda Giannuli, stabilivano un trattamento ingiustamente preferenziale verso i politici, le cui indennità non erano tassabili ma erano pensionabili. Poi le cose sono cambiate un po’ alla volta, ma molti degli attuali vitalizi nacquero sotto la stella del privilegio di casta. «Questo è vero, come è vero che la classe politica merita d’essere bastonata per il mono indecente con cui ha gestito la cosa pubblica». E questo spiega la simpatia che la misura riscuote presso il grande pubblico, così come la riscuote anche l’altra manovra in preparazione: quella sulle “pensioni d’oro”, cioè dai 5.000 euro in su. «Ma si tratta di due polpette avvelenate, che dobbiamo rimandare indietro».

 

Continua qui: http://www.libreidee.org/2018/07/vitalizi-e-pensioni-doro-trappole-per-poi-tosare-gli-italiani/

 

 

Le coop: impossibile accogliere i migranti a meno di 35 euro

10 luglio 2018

Cinque cooperative del territorio in rappresentanza di un intero sistema del terzo settore. È stato un incontro pieno di contenuti e di significato quello organizzato da Confcooperative nella sede di via XX settembre per presentare il contributo del mondo della cooperazione alla gestione del fenomeno migratorio a Brescia.

Quasi in risposta alle recenti polemiche che negli ultimi mesi si sono abbattute contro le realtà impegnate nella gestione dell’ospitalità ai migranti, il presidente di Confcooperative Brescia Marco Menni ha voluto informare delle iniziative in atto e portare le testimonianze di chi ogni giorno lavora sul territorio.

Come la onlus Il Mosaico, la più antica realtà che dal 1991 si è occupata di gestire l’emergenza profughi in Albania e in Nord Africa, oltre all’ufficio stranieri a Lumezzane. Oggi la Onlus ha in carico lo Sprar della Valtrompia con 118 ospiti totali. La responsabile Vincenza Bassini difende la contestata cifra di 35 euro per ogni migrante ospitato: «Come hanno già fatto gli altri miei colleghi, ribadisco che si tratta di una cifra già ridotta al minimo, considerati gli alti costi. Inoltre, non viene mai considerato l’impatto che riusciamo a dare sul territorio. Grazie a questa gestione sono state assunte 21 persone».

Continua qui: https://www.giornaledibrescia.it/brescia-e-hinterland/le-coop-impossibile-accogliere-i-migranti-a-meno-di-35-euro-1.3286748

 

GIUSTIZIA E NORME

GLOBALIZZAZIONE E CONFINI

ELOGIO DEL LIMITE (COSTITUZIONALE)

Post di Francesco Maimone – domenica 15 luglio 2018

(I Parte)

 

 

 

 

  1. Viviamo nell’epoca della globalizzazione e alcune “suggestioni” non potrebbero che suonare più naturali: “quando l’Europa si farà e i popoli si riconosceranno nella pace e nella concordia, le frontiere saranno segni convenzionali e non diaframmi”. Queste le parole di Saragat ricordate di recente dall’attuale Capo dello Stato il quale, in altra occasione, ha rincarato la dose sostenendo che “chiudere i confini è irresponsabile”. Tutto ciò in concomitanza, tuttavia, con un momento storico in cui vengono (re)introdotti dazi commerciali, l’accordo di Schengen è stato già ampiamente derogato e la mitizzata €uropa pare in modo irrimediabile destinata a frantumarsi (anche) di fronte al fenomeno dell’immigrazione.

Più si evocano fedi, si pronunciano auspici e si richiamano sogni (di pace e di concordia) e più la realtà, tuttavia, sembra riluttante ad adeguarsi. Forse il momento sembra propizio per tornare ad occuparci, sia pur brevemente, delle trasformazioni spaziali che gli ordinamenti giuridici stanno vivendo, prendendo le mosse proprio dalla rappresentazione spaziale degli ordinamenti medesimi, del destino della convivenza umana basata sull’idea di “spazio” e del rapporto tra questo e l’idea di “norma” (e quindi di Costituzione, come livello normativo supremo).

 

Continua qui: http://orizzonte48.blogspot.com/2018/07/globalizzazione-e-confini-elogio-del.html

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

I migranti non sono il nuovo proletariato

di Carlo Freccero – 16/07/2018

Fonte: Il Manifesto

Ho scritto sul manifesto del 5 giugno, che con l’adesione acritica alla terza via del neoliberismo la sinistra è diventata non l’antagonista del neocolonialismo globalista, ma addirittura, la sua maggiore fautrice. Aggiungendo che, in quanto sinistra, non può palesare le sue intenzioni. Un’esponente della destra come Trump può bombardare in nome della superiorità militare americana al grido “America First”. Una neocon liberal come Hillary Clinton o un buonista come Obama, devono trincerarsi invece dietro lo schermo dell’esportazione della democrazia.

 

La sinistra del politicamente corretto si estingue perché non riesce più ad elaborare un pensiero critico. In questi anni ha creduto alla favola dei dittatori cattivi e, come unico rimedio, ha proposto l’accoglienza dei profughi, vittime non dalla guerra, ma dei loro stessi governanti. Ha fatto propria l’equazione fascismo = comunismo. Si è schierata sempre dalla parte sbagliata. Questo perché la terza via non è che l’espressione del pensiero unico per cui tutto il resto è totalitarismo.

 

 

Continua qui: https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60771

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Uguaglianza

Valerio Varesi

Parola dimenticata, negletta, ripudiata soprattutto da coloro che l’hanno a lungo pronunciata. Vecchio giocattolo venuto a noia. Nel mondo dell’io è assente il noi. Eppure, l’uguaglianza è indissolubilmente legata alla libertà.

 

 

Continua qui: http://www.doppiozero.com/materiali/uguaglianza

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Ambasciatore Razov: l’Italia per la Russia è uno dei partner chiave a livello europeo

© Foto dall’Ambasciata della Russia in Italia

16.07.2018) – Elena Kovalenko

 

Il Capo di Stato russo, Vladimir Putin, il 19 luglio interverrà alla Conferenza degli ambasciatori e rappresentanti diplomatici della Federazione Russa che, come da tradizione, si tiene ogni biennio a Mosca.

Sono stati invitati i rappresentanti dell’Amministrazione della Presidenza e del Governo della Federazione Russa, i presidenti di entrambe le Camere del Parlamento Federale, i ministri e i dipartimenti impegnati nella realizzazione della politica estera russa.

Alla vigilia della Conferenza alle domande di Sputnik Italia, cortesemente ha accettato di rispondere l’Ambasciatore russo in Italia Sergey Razov.

— Nonostante le sanzioni l’Italia continua ad essere uno dei partner europei più vicini alla Russia. Il nuovo governo Conte ha più volte dichiarato il proprio interesse all’eliminazione delle sanzioni, ma al vertice di Bruxelles non ha fatto veto in tal senso. Alla luce di tale decisione quale sarà il futuro dei rapporti italo-russi?

— In effetti, nonostante l’instabilità e l’imprevedibilità della situazione internazionale l’Italia è stata e continua ad essere per la Russia uno dei partner chiave e prioritario a livello europeo. Il presidente russo Vladimir Putin si è espresso più volte in tal senso e l’ha confermato ad aprile di quest’anno quando ha accolto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore d’Italia in Russia.

Le elezioni parlamentari che si sono tenute lo scorso marzo in Italia hanno fatto avanzare forze politiche che desiderano rivedere la politica distruttiva dell’Unione europea nei confronti della Russia. Tra l’altro voglio far notare che i risultati dell’elezione non erano affatto inaspettati. In occasione di incontri personali con rappresentanti della società e dell’imprenditoria italiana abbiamo notato un crescente scontento verso la politica europea anti-russa e la tacita accettazione di perdite multimilionarie derivanti dalle sanzioni economiche.

Continua qui: https://it.sputniknews.com/opinioni/201807166246753-italia-russia-partner-rapporti-ambasciatore-razov-intervista/

 

 

Il sacco di Parigi

16/07/2018 Massimo Bordin

Sono tempi molto duri per i globalisti e gli immigrazionisti. Direi che non gliene va bene una. Dichiarano a nove colonne il successo della Francia Multietnica che vince a calcio, scrivono twitter orgasmici sull’argomento, ed ecco che subito Parigi, Lione e altre città francesi vengono devastate da bande di francesi di origine nordafricana e subsahariana.

Le ipotesi per cui fanno ciò sono molteplici. “Ma come! Hanno vinto anche grazie ai loro beniamini calciatori di colore, e adesso spaccano tutto?”. Questa è una domanda ricorrente sui social, e tutti giù a testa basta a proporre analisi sociopolitiche. “Si annoiano”, dice qualcuno. “Sfogano la rabbia repressa e profittano di una vittoria che ritengono essere tutta loro, grazie al contributo etnico”, puntualizzano altri. “Sono solo vandali e ignoranti”, sentenzia qualcun altro ancora. I più generosi con i devastatori dicono che sono scesi in piazza per riappropriarsi della loro vittoria contro la Francia che vedono come un nemico, con la rabbia caratteristica di chi si sente oppresso da un mondo non suo.

Pochi, però, sono quelli che si prendono la briga di vedersi i filmati e di leggersi i resoconti.

Ciò che accomuna la gran parte degli atti vandalici è il saccheggio, cioè il furto.

 

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COSA RESTERÀ DEL VERTICE TRUMP-PUTIN

IN UN CLIMA CHE SI TAGLIAVA A FETTE COL COLTELLO NONOSTANTE LA PALLA LANCIATA A MELANIA. UN SUCCESSO C’È, ED È CHE SI SIA TENUTO, NONOSTANTE L’INCRIMINAZIONE DI 12 RUSSI PER INTERFERENZA NELLA CAMPAGNA 2016 – LA DISINFORMAZIA RUSSIA ESISTE DA SEMPRE, QUESTA SAREBBE AVVENUTA SOTTO GLI OCCHI DI OBAMA E COMEY, MA NON HANNO DATO A QUESTE INGERENZE NESSUNA IMPORTANZA FINCHÉ NON HANNO PERSO LE ELEZIONI I DEMOCRATICI…

Maria Giovanna Maglie per Dagospia – 16 lug 2018

 

 

Un pallone dei mondiali regalato all’americano, che lo ha tirato a Melania, sarà l’unico ricordo lieve di un vertice in un clima che si tagliava a fette col coltello. Di sicuro un successo c’è, ed è che il vertice si sia tenuto, nonostante a gufare si sia messa quasi tutta Washington con tanto di dipartimento di Giustizia all’attacco. Come giudicate voi l’incriminazione di 12 russi, non identificati e non negli Stati Uniti attualmente, per aver congiurato durante la campagna elettorale del 2016, resa nota venerdì pomeriggio proprio due giorni prima del summit, se non il tentativo concreto e persino feroce di fare in modo che il presidente americano si trovasse in una difficoltà estrema e che all’ultimo momento il summit non si tenesse?

 

Aggiungo io: come può un presidente degli Stati Uniti, che pure parte incredibilmente avvantaggiato economicamente e militarmente rispetto all’altro, e che gli ha concesso il Summit nonostante le pressioni internazionali e l’ipocrisia delle sanzioni, non essere in difficoltà anche nella conferenza stampa che ha seguito il colloquio, se i giornalisti del suo Paese continuano a fargli domande che ne minano l’autorevolezza, la credibilità, persino la legittimità del ruolo? E la Siria, la Crimea, la Cina, il commercio, il fronte del petrolio, le sanzioni, insomma le cose veramente serie in secondo piano. Roba da matti.

 

 

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