NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 14 SETTEMBRE 2018

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 14 SETTEMBRE 2018

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

La natura rifiutandosi clamorosamente di servire all’uomo, avendo altri fini,

l’uomo sempre più sarà asservito all’uomo.

Le conseguenze saranno:

 una schiavitù illimitata universale,

sodomia obbligatoria,

antropofagia legalizzata.

GUIDO CERONETTI, Pensieri del tè, Adelphi, 1987, Pag. 43

 

http://www.dettiescritti.com/

https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/

 

Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.

 

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EVENTO

 

 

 

IN EVIDENZA

Scuola, in Italia aumentano gli alunni con disturbi di salute mentale

lunedì, 30, luglio, 2018

 

Sono in aumento gli alunni con disabilità nelle scuole italiane, soprattutto quelli con disturbi di salute mentale che raggiungono quota 170mila. Nell’anno scolastico 2016-17, afferma l’istituto, “gli alunni con disabilità sono circa il 3% degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e quelli con disabilità intellettiva sono pari a 2 alunni con disabilità su 3“.

I dati delle rilevazioni sulle scuole del Ministero dell’Istruzione (Miur), afferma l’Istat nel report ‘La salute mentale nelle varie fasi della vita, anni 2015-2017’, “mostrano un lento ma costante incremento degli alunni con disabilità all’interno delle scuole italiane” e, in particolare, “gli alunni con disabilità intellettiva, pari a 2 alunni con disabilità su 3, rappresentano la quota più importante”.

Nell’anno scolastico 2016-17, su 100 alunni con sostegno, evidenzia l’Istat, l’8,8% ha disabilità sensoriali, l’11,6% ha disabilità motorie e il 19,4% ha disturbi del linguaggio. Ma la quota dominante è appunto rappresentata dalle disabilità intellettive: il 23,9% ha un disturbo evolutivo globale dello sviluppo psicologico, il 45,4% ha una disabilità intellettiva, il 17,3% soffre di disturbi del comportamento e dell’attenzione, il

 

Continua qui: http://www.imolaoggi.it/2018/07/30/scuola-in-italia-aumentano-gli-alunni-con-disturbi-di-salute-mentale/

 

 

 

 

UE: i depressi sono troppi e costano 240 miliardi di euro

24, maggio, 2018

I costi legati al trattamento della salute mentale sono stati definiti “emergenziali” dall’Unione Europea.

Sono undici milioni gli italiani che assumono ogni giorno farmaci contro la depressione: un valore quattro volte superiore alla media europea. E’ quanto emerge dai dati dell’Agenzia per il Farmaco e dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, che delineano un quadro allarmante per le cure fai da te. Un malato su due giudica infatti inutile il trattamento, convinto di potersela cavare da solo. I soggetti affetti da depressione nel nostro Paese sfiorano il 20% della popolazione.

Secondo l’Oms sono oltre 300 milioni le persone affette da depressione a livello globale, il 4,4% del totale. Uno studio del The British Journal of Psychiatry ha affermato che, nel periodo 2010-2015, il consumo di antidepressivi in Europa è

 

Continua qui: http://www.imolaoggi.it/2018/05/24/ue-i-depressi-sono-troppi-e-costano-240-miliardi-di-euro/

 

 

 

 

2018: ODISSEA DISTOPICA IN EUROPA

 

Federica Francesconi – 12 settembre 2018

 

Oggi la cloaca chiamata Parlamento Europeo, vero contenitore per criminali in giacca e cravatta, eccezioni a parte, ha votato in maggioranza a favore delle sanzioni al governo ungherese, in ottemperanza, così hanno sostenuto i vampiri, all’articolo 7 del Trattato di Lisbona, che prevede appunto sanzioni per gli Stati membri che violano i valori fondanti dell’UE. Se la vicenda non fosse tragica ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate. L’Ungheria è accusata di violare i diritti umani in quanto non si è genuflessa al diktat di accogliere nel suo territorio mezza Africa.

 

Naturalmente il Parlamento di Strasburgo interpreta il rispetto dei diritti umani nella solita maniera unidirezionale e selettiva: i diritti umani sono quelli delle minoranze, dei richiedenti asilo e dei clandestini che entrano illegalmente in Europa. Credevate veramente che nel Trattato siano inclusi i diritti dei popoli autoctoni? Ebbene, se mai ci fosse stata bisogno di una conferma, questa è quella definitiva. Sì, perché i diritti umani degli europei, specialmente degli italiani, dei greci e degli ungheresi, sotto il mirino della Gestapo di Bruxelles, valgono meno di zero. Una famiglia greca ha perso la casa a causa della crisi ed i suoi membri sono finiti a dormire per strada, bambini compresi?

 

Non è affare che riguarda i filantropi di Strasburgo e di Bruxelles. Un italiano ha perso il lavoro? Si deve rimboccare le maniche andando, per esempio, a raccogliere i pomodori a 3 euro l’ora. Ah, no, mannaggia, ci sono già gli schiavi africani che li

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10214505820737021&id=1165264657

 

 

 

 

Farsa chimica

da aurorasito

Syria Times 9 settembre 2018

Mentre l’ora zero per dichiarare la vittoria sul terrorismo in Siria e sradicare le organizzazioni terroristiche taqfire dal suolo siriano, alcuni Stati occidentali e loro agenti nella regione cercano di preparare un nuovo capitolo della farsa chimica iniziata diversi anni fa e coincisa con ogni vittoria degli eroi dell’Esercito Arabo Siriano nella battaglia contro il terrorismo. Le forze che sostengono il terrorismo in Siria hanno sempre usato le armi chimiche come pretesto per bloccare l’avanzata dell’Esercito arabo siriano, usandole come pressione politica contro lo Stato siriano per ostacolarne gli sforzi per porre fine alla crisi in Siria, ed ostacolarne la soluzione politica. L’obiettivo della propaganda attualmente condotta contro la Siria da Stati Uniti ed alleati non è solo sostenere i terroristi che usano armi chimiche, ma anche incoraggiarli ad usarle ancora. Dall’inizio dell’anno, a Suruj e Mishayrafah, nelle campagne d’Idlib, furono scoperti quattro casi di uso di armi chimiche da parte dei terroristi. Ci sono diverse prove sull’uso di armi contenenti gas mostarda da parte dei terroristi il 16 settembre 2016 a Um Hush, e di

 

Continua qui: http://aurorasito.altervista.org/?p=2453

 

ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

“vorrei soltanto un luogo, un posto più sincero…”

Da Redazione – 9 luglio 2018

 

Nell’aprile del 1992 un ragazzo di una famiglia benestante degli Stati Uniti raggiunse l’Alaska in autostop. Pochi mesi mesi più tardi un gruppo di cacciatori d’alci rinvenne il suo corpo ormai in decomposizione. Il suo nome era Christopher Johnson MacCandless. Era cresciuto in un ricco sobborgo di Washington D.C., distinguendosi sia per gli ottimi risultati accademici sia per quelli sportivi. Appena conseguita la laurea con lode in storia nell’estate del 1990 sparì dalla circolazione e s’inventò una nuova esistenza ai margini della società, peregrinando attraverso l’America del Nord in cerca di un’esperienza pura e trascendentale.

La felicità è un’utopia?” Quando cozziamo con questo interrogativo avvertiamo la pelle d’oca, sintomo evidente di una “malattia” del vivere che tutti, prima o poi, come medici un po’ inesperti ci ritroviamo a diagnosticare in noi. Prima o poi, perché almeno una volta nella vita ci poniamo questo importante interrogativo. Più volte nei luoghi quotidiani, a casa, al lavoro, al ristorante, in quei posti gremiti di gente, quello che sentiamo è una voce cinica che afferma con sprezzo: “Si! Non esiste!”. Un cinismo che quasi si prendesse gioco di noi quando vogliamo non il mondo intero ma  – come ci confessa

Continua qui: https://ilformat.info/vorrei-soltanto-un-luogo-un-posto-piu-sincero/

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

VACCINI OBBLIGATORI

FENOMENOLOGIA DEL POSITIVISMO SCIENTISTA A SOSTEGNO DELLE POLITICHE TECNOCRATICHE

Post di Bazaar
9 SETTEMBRE 2018

https://twitter.com/Mrsisme_/status/1037425369572405253

 

Il dibattito sui vaccini obbligatori, e sulle misure da prendere per chi non rispetta la profilassi, infiamma da tempo.

 

Graziano Delrio esulta a causa dell’approvazione del decreto Lorenzin in un modo piuttosto singolare: « Ha vinto la ragione, ha vinto la scienza ».

 

https://twitter.com/graziano_delrio/status/1037353981994065921

 

Insomma, un decreto legislativo che dovrebbe essere frutto della dialettica politica intorno ai dati empirici offerti dalla dialettica scientifica, si trasforma in uno scontro politico in cui una parte – la parte finanziariamente e mediaticamente  egemone – professa di promuovere prometeicamente un sapere obiettivamente vero, definito “scientifico”. Questa parte politica esprime biasimo verso la controparte, che trova perlopiù consenso in chi si informa al di fuori dal circuito mediatico mainstream, e che viene tacciata di essere “insipiente”, “ignorante” del metodo scientifico, “credulona” e affetta da “pregiudizi”: che soffre di un patologico “analfabetismo funzionale”.

 

Secondo Repubblica il Capo dello Stato avrebbe dichiarato che: «Nei confronti della scienza non possiamo esprimere indifferenza o diffidenza verso le sue affermazioni e i suoi risultati » e che «Non sempre l’uomo interpreta bene la parte di Ulisse alla ricerca della conoscenza e nel saper distinguere il vero dal falso ».

 

La Lorenzin, di cui porta il nome il decreto, avrebbe invece dichiarato che: « Si tratta di una vittoria della scienza su ignoranza e pregiudizio ».

 

Secondo il segretario del maggior partito dell’opposizione Maurizio Martina: «è stata battuta la loro visione oscurantista », ovvero la “visione” della controparte politica non favorevole all’obbligo vaccinale.

 

Abbiamo già tutti gli elementi per cimentarci nell’ermeneutica del frame propagandato e sviluppare una breve riflessione:

 

1 – «la scienza» per cui non si dovrebbe «esprimere indifferenza o diffidenza verso le sue affermazioni» è il potere

 

Continua qui: http://orizzonte48.blogspot.com/2018/09/vaccini-obbligatori-fenomenologia-del.html

 

 

«Un consiglio per vivere e lavorare bene? Pianificate il meno possibile»

Ha fondato 7Pixel, una delle più importanti realtà di e-commerce in Italia, avanguardia nel welfare aziendale: «Ogni scelta che facciamo è giusta se massimizza il valore di tutti»

13 SETTEMBRE 2018

«Il nostro welfare nasce per rendere il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato: non dobbiamo cambiare il mondo, ma semplicemente trovare quel poco che possiamo fare per migliorare la vita delle persone con cui lavoriamo tutti i giorni e del territorio che ci circonda». È questa la filosofia di Nicola Lamberti, socio fondatore di 7Pixel, internet company nata tra Pavia e Milano nel 2002, che anche grazie a lui è diventata esempio di “imprenditoria illuminata” grazie allo straordinario pacchetto di welfare aziendale studiato per i dipendenti.

E proprio su come avere successo conciliando etica ed e-commerce si parlerà al prossimo appuntamento di “A colazione con IMIT”, che si terrà venerdì 14 settembre dalle 8:30 alle 10:00 in C.so Venezia 47, Milano (Sala Turismo). Un incontro che avrà come protagonista proprio Lamberti, intervistato da Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta.

«L’idea è che ogni scelta che facciamo è giusta se massimizza il valore di tutti», spiega Lamberti, che entrò nell’azienda nel 2003, quando era una piccolissima realtà, per dare una mano a un amico: «Abbiamo cominciato a spingere per investire su un prodotto, un motore di ricerca prezzi, che era nato come una commessa. Abbiamo lavorato alle fondamenta dell’azienda». Le iniziative di welfare sono state avviate fin da subito, e

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/13/un-consiglio-per-vivere-e-lavorare-bene-pianificate-il-meno-possibile/39419/

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Idea: facciamo studiare il latino all’Itis, come voleva Don Milani

In una lettera mai pubblicata ad un giornale fiorentino il priore di Barbiana esprime le sue opinioni sulla conoscenza della “Parola” ed il latino: l’italiano va insegnato con cura e il latino non deve limitarsi al Liceo. L’istruzione come ascensore sociale e arma per la lotta di classe

di Samuele Maccolini  – 13 Settembre 2018

Don Milani non era certo uno che te le mandava a dire. Il priore di Barbiana si poneva alla stregua di quelle anime infuocate dallo spirito santo che si sarebbero trovate a proprio agio nel mezzo della crudezza del vecchio testamento. Lo ricordiamo così: sempre in bilico tra il quinto e il sesto comandamento. E infatti il priore di Barbiana non lasciava certo passare molto tempo tra una confessione e l’altra. Così vivo, così umano.

Se si parla di pragmatismo e azioni concrete, la storia di Don Milani può essere considerata come il punto più alto della dottrina sociale della chiesa dalla Rerum Novarumin avanti. La sua sintesi tra lettura marxista della società e catechismo cattolico è stata antesignana, con buon anticipo, di una ricetta che nella storia del nostro Paese è rimasta croce e delizia per almeno due generazioni: dal compromesso storico alla fondazione del Partito Democratico nel lontano 2007. Ecco perché tornare a studiare Don Milani può essere utile per lucidare gli architravi di un’identità politica scialba, lasciandosi ispirare da veri esempi di concretezza ideologica.

Abbandonarsi alla lettura delle lettere del priore di Barbiana può essere illuminante. Molto spesso vengono tirati in

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/13/idea-facciamo-studiare-il-latino-allitis-come-voleva-don-milani/39377/

 

 

Signor Mattarella, 

 

Ornella Mariani – 12 settembre 2018

 

sconcerta il tono durissimo col quale, nella veste di Capo di Stato con consenso ai minimi storici,  rompendo un ostinato silenzio ha inviato al Ministro Matteo Salvini parole di fuoco esaltanti ancora una volta la naturale attitudine cattocomunista alla mistificazione.

 

Il messaggio è pericolosamente obliquo:

 

“La Repubblica e la Democrazia sono presidiate da Regole…. Nessun cittadino è al di sopra della Legge …“

 

E’ un monito inquietante, quando e se rivolto ad un Politico che, indagato per reati gravissimi, ha solo rispettato il proprio programma elettorale e lo specifico mandato conferitogli dagli Elettori.

 

Chiarisco qualche punto, dunque, pur nella consapevolezza che Qualcuno, pagato per leggere e per riferire, mi provocherà un pò di noie dalle quali, francamente, non sono impensierita: creda, non c’è né ci sarà mai censura giusta a condizionare le mie opinioni; a soffocare il mio diritto ad esprimerle e, soprattutto, a contestare la obiettiva e condivisa constatazione di vivere in una realtà diventata, in una manciata di anni a gestione sinistra

 

Continua qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1863873587035491&id=100002386039089

 

 

Parole inappropriate contro l’italia

Gianfranco La Grassa – 12 settembre 2018

 

http://www.repubblica.it/politica/2018/09/11/news/moavero_onu_esteri_governo_salvini_migranti-206130932/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1

 

E’ la situazione in Italia (e non solo) ad essere inappropriata. Deve essere messo termine alla funzione di quest’ONU così come già accadde, assai appropriatamente, alla Società per le nazioni. E non si obietti che allora si arrivò allo scontro bellico mondiale perché questo fu dovuto ad altre cause rispetto a quelle che misero in luce l’inutilità, e direi dannosità, di quel consesso mondiale. Oggi lo stesso vale per l’ONU; si è tirato avanti solo perché Urss (oggi Russia) e la Cina hanno diritto di veto su alcune questioni fondamentali. Tuttavia, bisogna por termine all’influenza predominante degli Usa e delle loro forme di governo fortemente oligarchiche (che tentano di esportare dappertutto a suon di bombe e massacri), fatte passare per “potere del popolo” grazie ai sondaggi delle opinioni di semplici “consumatori”, investiti da campagne pubblicitarie (fatte passare per politiche) prive di originalità, condotte da gruppi di

 

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UNO STRANO PAESE

Maurizio Blondet 19 giugno 2017   RILETTURA

di Enrico Montermini
L’Italia è davvero uno strano Paese: ogni anno spedisce a Londra migliaia giovani laureati per fare i lavapiatti e mantiene i clandestini a vivere in albergo. E’ un Paese che lascia i propri concittadini colpiti dalla tragedia del terremoto a dormire nei container, ma ospita i profughi in centri di accoglienza come quello di Villa Camerata, che ho visitato lo scorso settembre: una villa rinascimentale immersa nel verde a due passi dal centro storico di Firenze.

A  Rapallo gli immigrati dimorano presso l’Istituto delle Orsoline, una struttura residenziale di lusso, e hanno a disposizione: spiaggia privata, campetto da calcio, palestra, wi-fi e il pocket money per affrontare le spese di tutti i giorni. Poi il Governo non trova i soldi per sistemare gli esodati, lasciati senza lavoro e senza pensione.
L’accoglienza dei clandestini costa alla collettività 4 miliardi di euro all’anno, ma

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/uno-strano-paese/

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Impantanarsi in Siria è un passo verso il “cambio di regime” a Washington

12 settembre 2018 da aurorasito

Alaistar Crooke

L’amministrazione statunitense ferma i balli, David Ignatius scriveva il 30 agosto insistendo sugli “interessi duraturi” in Siria, oltre ad eliminare i terroristi dello Stato islamico, “che non hanno intenzione di ritirare le forze speciali dal nord-est Siria presto”. “Proprio ora”, gli aveva detto un funzionario dell’amministrazione, “il nostro compito è impantanare (Russia e regime siriano), finché non otterremo ciò che vogliamo”. Sembra che gli Stati Uniti abbiano cambiato politica a metà agosto (lungi dalle intese di Helsinki di luglio, raggiunte dai presidenti Trump e Putin), per cercare in qualche modo di recuperare la massima influenza sulle ultime fasi della guerra in Siria. Rappresenta, a quanto pare, l’ultimo tentativo di imporre la volontà degli Stati Uniti in Siria, mantenendo la “carta” jihadista d’Idlib come leva per qualsiasi transizione politica; e allo stesso modo, trattenendo il “bastone del PKK” curdo nel nord-est della Siria come leva sulla Turchia e per contenere l’Iran. Stiamo, infatti, assistendo a una svolta di 180°: il nuovo inviato siriano di Pompeo, James Jeffry, lo chiariva: “Ora”, aveva detto, “gli Stati Uniti non tollereranno un “periodo di attacco”. (Riferendosi all’offensiva sull’enclave jihadista nella provincia d’Idlib). “Qualsiasi offensiva è per noi discutibile come escalation spericolata”, affermava. “Aggiungete a ciò, se usate le armi chimiche o create flussi di rifugiati o attaccate civili inermi… le conseguenze… sono che cambieremo le nostre posizioni”… Chiestogli di una rappresaglia possibile per qualsiasi offensiva ad Idlib, con o senza armi chimiche, inclusi raid aerei, Jeffrey aveva detto: “Abbiamo chiesto ripetutamente il permesso di operare” e “sarebbe un modo” (per rispondere). L’obiettivo è scacciare l’Iran dalla Siria; infliggere un umiliante schiaffo strategico alla Repubblica Islamica da combinare con la “dieta” imposta alla sua economia; fare leva su una transizione politica in cui il

 

Continua qui: http://aurorasito.altervista.org/?p=2457

 

 

CULTURA

Guido Ceronetti morto

Ripubblichiamo la sua ultima intervista al Fatto: “Sono un patriota orfano di patria. Italia, regno della menzogna”

www.ilfattoquotidiano.it

“Berlusconie il Pd non faranno nessuna riforma: una somma di zeri mentali farà sempre zero. Con Grillo scendiamo ancora. Napolitano? È più vecchio di me. Io sono del luglio 1927, come Fidel Castro. Però lui è del segno del Leone” diceva nel 2014 intervistato dal Fatto

Schivo nella vita e prolifico nelle opere, oggetto di polemiche più che di riconoscimenti, Guido Ceronetti è stato poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista e drammaturgo italiano, ma soprattutto è stato un umanista, un umanista disturbante nei sui contrappunti a ideologie e dogmi dominanti.

È morto oggi all’età di 91 anni a Cetona, piccolo borgo toscano dove si era trasferito da tempo e dove conduceva un’esistenza ritirata, quasi ascetica, lontana da tutti e tutto, compresa quella politica che per lui era solo “balle”. “Le nostre, italofone, sono bugie povere, senza grandezza, spurghi del pensiero unico che si maschera di anglismi, di sondaggi e di paraocchi economicoidi.

Nessuna verità, neppure un quartino, mai”: così diceva Ceronetti nel 2014 al Fatto Quotidiano, in un’intervista di Silvia Truzzi che riproponiamo di seguito in versione integrale. 

Nell’ultimo capitolo dei Promessi sposi s’incontra il più coraggioso prelato della storia della letteratura: sta tergiversando su un matrimonio che ancora non è sicuro s’abbia da fare, in attesa di esser certo che Don Rodrigo abbia tirato le poco nobili cuoia. Temporeggiando, Don Abbondio si aggrappa a Cicerone: “La patria è dove si sta bene”. E quindi, attraversando la Toscana su un Regionale veloce solo di nome, si cercano tracce del benessere che ha portato un torinese come Guido Ceronetti a scegliere un paesino tra le colline in provincia di Siena. La risposta è lapidaria: “Era destino che ci abitassi”. È una piccola casa, ci sono quasi solo libri e sono dappertutto: dunque meglio dire una biblioteca con camera e cucina. Bisogna fare molta attenzione a come si saluta il poeta, avendo presente una sua celebre affermazione: “La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una

 

Continua qui:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/13/guido-ceronetti-morto-ripubblichiamo-la-sua-ultima-intervista-al-fatto-sono-un-patriota-orfano-di-patria-italia-regno-della-menzogna/4623553/

 

 

 

 

XII Memorial e Premio Oriana Fallaci – Firenze 15 settembre 2018

mercoledì, 12, settembre, 2018

Si svolgerà sabato 15 settembre, al Grand Hotel Baglioni di Firenze, la XII edizione del Memorial Oriana Fallaci.

 

 

L’Evento è dedicato alla vita di Oriana, alla Donna, alla Giornalista e allo Scrittore e per dirlo con le parole del Suo caro amico Franco Zeffirelli: «è la Donna più importante che Firenze ha avuto nel secolo scorso, la Giornalista più amata, la più conosciuta e la più odiata dagli inutili idioti. Lo Scrittore che ha fatto paura al mondo, che ha fatto chiasso nel mondo sempre con il suo fiorentinismo

Il Memorial Oriana Fallaci, promosso da Armando Manocchia, vuole essere un omaggio che, attraverso le tappe fondamentali, ripercorre la sua vita, per celebrare l’autrice che ha incarnato compiutamente una presenza preponderante e ingombrante nel campo dell’editoria con uno sguardo imprescindibile al contesto giornalistico e letterario, i quali hanno sempre rappresentato per Lei due facce di una stessa medaglia. Ciascun libro della Fallaci è stato un successo, un evento, un caso editoriale della letteratura italiana moderna e contemporanea, un vero e proprio fenomeno nel campo della comunicazione rappresentato soprattutto dai suoi scritti successivi all’11 settembre.

“Il mio impegno – dice Armando Manocchia – è scevro da intenti celebrativi e apologetici, e soprattutto, libero dai pregiudizi culturali nei suoi confronti determinati dalle sue posizioni a favore delle nostra Cultura, e il mio intento –continua – attraverso l’Associazione Una Via Per Oriana, del sito web www.thankyouriana.it, del Memorial, della Borsa di Studio e del Premio Oriana Fallaci che mi onoro di aver istituito, è quello di mantenere vive le coscienze che ha risvegliato celebrandone il ricordo e offrire così l’opportunità, non solo a Firenze e non soltanto ai fiorentini, ma a chi

 

Continua qui: http://www.imolaoggi.it/2018/09/12/memorial-e-premio-oriana-fallaci-firenze-15-settembre-2018/

 

Trovare un successore di Ceronetti è impresa ardua, forse impossibile

www.ilfoglio.it

Il culturame è intercambiabile, la grandezza letteraria insostituibile. L’unico è Geminello Alvi, che giustamente è tornato economista

Ceronetti è morto e con lui il ceronettismo. Il culturame è intercambiabile, la grandezza letteraria insostituibile: qualcuno ci ha pure provato ma nessuno è riuscito a prendere il posto di Gianni Brera o di Andrea Zanzotto o di Oriana Fallaci, così come nessuno riuscirà a prendere il posto di Guido Ceronetti. Noi orfani del celiniano di Porta Palazzo, come si autodefinì, con cosa ci consoleremo? Ci vorrebbe un autore capace di tradurre misantropia e misoneismo in eccellente scrittura, tendenzialmente aforistica: ciao!

Subito dopo la ferale notizia ho cominciato a valutare candidati. Ho provato a valutare anche me stesso e mi sono subito bocciato, non sono misoneista e neppure, in nessuna accezione, miscredente. Mentre Ceronetti, instancabile traduttore della Bibbia (l’ultima versione del Qohélet, magnificamente stampata da Tallone, è appena dell’anno scorso), era un religioso senza religione: “Resto fedele a qualche lampo di metafisica gnostico-cataro-manichea, per la quale la creazione è opera essenzialmente maligna”. Più che altro non voglio finire anch’io ad avere bisogno della Bacchelli

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CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE

I rapporti pericolosi di Andreotti: l’Anello ed il caso Moro (prima parte)

Da Redazione – aprile 14, 2018

 

Parlare del senatore a vita Giulio Andreotti, democristiano di ferro, sette volte Presidente del Consiglio e per 33 volte ministro della Repubblica con incarichi in dicasteri fondamentali quali Finanze, Interno, Esteri, Bilancio e Difesa, è come toccare un tasto dolente della storia della nostra Repubblica. Stranamente la sua sinistra figura aleggiava sempre nei casi più oscuri accaduti in Italia dal dopoguerra sino alla sua morte. Ha avuto rapporti con personaggi ambigui e con pagine tristi della nostra storia repubblicana, una su tutte è il caso Aldo Moro.

Dure furono le parole di Moro scritte durante il suo sequestro nei confronti di Andreotti: “…non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera. Non è questa una colpa. Si può essere grigi, ma onesti, grigi ma buoni, grigi ma pieni di fervore…ebbene, On. Andreotti è proprio questo quello che le manca. Le manca proprio il fervore umano, di bontà, saggezza, flessibilità, limpidita’ che fanno senza riserve i pochi democratici cristiani che ci sono al mondo. Lei non è fra questi. Cosa ricordare di Lei? La fondazione della corrente Primavera per condizionare De Gasperi contro i partiti laici? Ricordare la sua, del resto incofessata, amicizia con Barone e Sindona? Il suo viaggio americano con il banchetto offerto da Sindona nonostante il parere contrario dell’Ambasciatore? La nomina di Barone al Banco di Napoli?” Parole estremamente dure scritte da un uomo lasciato volutamente solo da parte di chi avrebbe

Continua qui: https://ilformat.info/i-rapporti-pericolosi-di-andreotti-lanello-ed-il-caso-moro-prima-parte/

 

ECONOMIA

In vent’anni gli italiani hanno pagato 200 miliardi di tasse in più

ECONOMIA, In risalto sabato, 8, settembre, 2018

Quasi duecento miliardi di tasse in più in vent’anni. Dal 1997 al 2017 il peso delle imposte che gravano sui 41 milioni di contribuenti italiani è infatti aumentato di 198 miliardi di euro (passando da 304 a 502 miliardi) ma con un tasso di evasione pari al 16,3 per cento, con punte del 24,7 in Calabria, del 23,4 in Campania e del 22,3 per cento in Sicilia. A rivelarlo, l’ultima analisi della Cgia di Mestre, che valuta a livello nazionale il livello delle imposte sottratte al fisco intorno ai 114 miliardi di euro.

La ricerca dell’Ufficio Studi della Cgia evidenzia come nei 20 anni considerati le entrate tributarie sono cresciute di oltre 65 punti, un livello nettamente superiore all’andamento dell’inflazione aumentata di quasi 43 punti percentuali.

Peraltro – ricorda la Cgia – “l’armamentario fiscale italiano è composto da oltre 100 voci: una sequela di addizionali e bolli, dai canoni ai contributi, dai diritti alle imposte per passare alle ritenute. Non mancano, ovviamente, le tasse i tributi e le sovraimposte; senza contare che paghiamo, purtroppo, anche le tasse sulle tasse. L’esempio più clamoroso lo subiamo quando ci rechiamo a fare il pieno alla nostra autovettura. La base imponibile su cui si applica l’Iva è composta anche dalle accise sui carburanti”.

Nel 2016 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione con i paesi Ue) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 2 giugno (154 giorni lavorativi), vale a dire 4 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area euro e 9 se, invece, la comparazione è realizzata con la media dei 28 Paesi dell’Unione europea. Solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore a quello italiano (+21); tutti gli altri, invece, hanno potuto festeggiare la liberazione fiscale con un netto anticipo. In Germania, ad esempio, 7 giorni prima di noi, in Olanda 12, nel Regno Unito 27 e in Spagna 28. Il paese più virtuoso è l’Irlanda: con una pressione fiscale del 23,6 per cento permette ai propri contribuenti di

 

Continua qui: http://www.imolaoggi.it/2018/09/08/in-ventanni-gli-italiani-hanno-pagato-200-miliardi-di-tasse-in-piu/

 

 

 

 

 

 

Il presidente della Consob Nava ha presentato le dimissioni

Il passo indietro ratificato dal vertice della Commissione riunito appositamente. I capigruppo di Lega e Cinque stelle avevano sollevato il nodo dell’incompatibilità.

13 SETTTEMBRE 2018

Il presidente della Consob, Mario Nava, ha rassegnato le dimissioni: il vertice della Commissione, riunito per decidere se accettarle, le ha confermate. Il 12 settembre, in una nota congiunta, i capigruppo di Lega e Movimento 5 stelle alla Camera e al Senato erano tornati a sollevare la questione della incompatibilità tra il distacco dagli uffici tecnici della Commissione europea e la guida di una autorithy nazionale, come la Consob italiana, chiedendo a Nava di dimettersi per sensibilità istituzionale. Alla guida della Consob torna così Anna Genovese, in qualità di consigliere anziano, e con gli altri commissari verrà garantita la piena operatività dell’Authority fino alla scelta del nuovo presidente.

«UN CHIARO SEGNALE DEL MANCATO GRADIMENTO POLITICO»

«La richiesta di dimissioni per “sensibilità istituzionale”, da parte dei quattro capigruppo di Camera e Senato dei due partiti di maggioranza», ha spiegato Nava, «è un segnale chiaro e inequivocabile di totale non gradimento politico. Il non gradimento politico limita l’azione della Consob in quanto la isola e non permette il raggiungimento degli obiettivi sopra ricordati». «La questione legale della mia posizione amministrativa», ha aggiunto, «è stata decisa e validata da ben quattro istituzioni, Commissione europea, presidenza del Consiglio, presidenza della Repubblica e Corte dei Conti, e non necessita miei commenti ulteriori. La questione è quindi solo politica. La Consob è indipendente, ma non può essere isolata. Consob deve poter lavorare non solo con le altre autorità indipendenti, ma anche con le istituzioni politiche».

«Apprendiamo con soddisfazione la decisione di Mario Nava di rassegnare le dimissioni», hanno dichiarato esprimendo

 

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I CAVALLI MORTI DEL MONETARISMO E IL FIL ROUGE DI DE GRAUWE

martedì 7 agosto 2018

 

Post di Arturo

Come forse saprete, è uscito da qualche tempo l’ultimo libro di una nostra vecchia conoscenza: il buon De Grauwe. In questo, e un successivo, post tenterò di fornirvene una sorta di recensione a misura di blog.

 

(Solo un’avvertenza: ho letto l’edizione inglese, per cui le traduzioni sono mie. Non ho voluto alterare la percezione dell’originale aggiungendo grassetti o sottolineature; mio ovviamente l’impiego dell’evidenziatore)

Partiamo subito dalla questione euro, a cui poi agganceremo gli altri temi del libro.

 

  1. Il giudizio è chiaro (pag. 127):

Ci sono solo due opzioni per risolvere il problema di debolezza strutturale dei governi nazionali all’interno dell’eurozona: la prima è la creazione un governo europeo, legittimato da un parlamento europeo, a cui i governi trasferiscano significativi poteri in materia fiscale. Questa forma di unione politica, fornita del potere di spendere e riscuotere tasse, potrebbe emettere il proprio debito e costringere la banca centrale a fornirle supporto finanziario. La soluzione è rendere l’Europa uno stato federale.

La volontà di realizzare un’unione politica di questo tipo in Europa è estremamente debole. Molti paesi soffrono di una seria forma di “affaticamento da integrazione”. 

Se non riusciamo a creare un’unione politica, c’è solo un’alternativa: un ritorno alle valute nazionali. Questa soluzione emergerà automaticamente perché molti paesi rifiuteranno un sistema in cui decisioni vitali sono prese da mercati anonimi e inaffidabili e funzionari irresponsabili.

Come vedete sono posizioni più drastiche, e più realistiche, dei semplici richiami “al buon senso” di qualche mese fa.

Se un rinnovato equilibrio fra Stato democratico e mercato, – che De Grauwe considera l’unica soluzione praticabile per affrontare organicamente i problemi strutturali del capitalismo rivelati dalla crisi del 2008 (lo vedremo meglio la prossima volta)-, nel caso dei paesi dell’eurozona dovrebbe tradursi in una federalizzazione, la quale, a sua volta, è riconosciuta come un’opzione priva di realismo (se mai se n’è vista una che non lo fosse), che senso ha tollerare di fatto, sotto il manto del richiamo a un fantomatico buon senso, la permanenza dello squilibrio, se non quello di rendersi complici degli interessi che vi lucrano?

Se considerate che l’edizione originale olandese del libro è del 2014 (!), trovo difficile negare che l’intervento dell’anno passato sollevi anche serie questioni di deontologia professionale. Se come minimo ci fosse qualcuno disposto a sollevarle, naturalmente.

Vediamo i termini dell’analisi, per noi peraltro abbastanza ovvi, ma che richiamerò nel (vano) auspicio che

 

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LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

I problemi dei lavoratori del terziario oltre le aperture domenicali

Disparità di reddito. Contratto nazionale non rinnovato. Orari flessibili sbilanciati a favore delle aziende e tempo sottratto alle famiglie. I guai dei dipendenti del commercio al di là dei turni nei festivi.

13 SETTEMBRE 2018

Oltre le chiusure domenicali c’è di più. E ha a che fare con le condizioni di lavoro dei 450 mila dipendenti della grande distribuzione. L’annuncio dell’imminente legge per imporre lo stop alle aperture degli esercizi e dei centri commerciali nei giorni festivi è arrivato direttamente dal vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Giù dunque tutte le saracinesche l’ultimo giorno della settimana? Non proprio, visto che un meccanismo di turnazione dovrebbe prevedere il 25% dei negozi aperto, e gli altri a riposo, come ha spiegato Di Maio. In modo tale da garantire «sempre un posto dove andare a fare la spesa». I sindacati hanno fatto capire di vedere di buon occhio la proposta. Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams-Cgil, ha sottolineato come le le condizioni di lavoro degli addetti del settore siano «inevitabilmente peggiorate, con turni ormai strutturalmente su 365 giorni all’anno e con la sperimentazione dell’orario h24». E anche per Mirco Ceotto della Fisascat Cisl, interpellato da Lettera43.it, «l’indiscriminata apertura domenicale dei negozi non risolve certo i problemi del commercio: il reddito disponibile per le famiglie resta quello, spenderlo su 6 o su 7 giorni non cambia le cose».

RIVEDERE LA LEGGE DI MONTI PER «RIDARE DIGNITÀ»

La liberalizzazione delle aperture e degli orari è stata introdotta nel 2011 con il decreto Salva Italia all’epoca del governo tecnico presieduto da Mario Monti. Una possibilità data a tutti di aprire 24 ore per 365 giorni l’anno che secondo Ceotto ha creato «problemi organizzativi enormi per le imprese, che devono tenere aperto sempre. Provocando anche un aumento dei costi che poi viene scaricato sul prodotto finale». Una deregolamentazione con conseguente “far west” che per la Fisascat Cisl è ben diversa dalla logica della legge Bersani di fine Anni 90, quando «c’era stato un ragionamento tra sindacati, associazioni imprenditoriali ed enti locali che immaginavo quali servizi dare alla cittadinanza anche nei giorni festivi». Ecco perché ora

 

Continua qui: https://www.lettera43.it/it/articoli/politica/2018/09/11/di-maio-lavoro-domenica-negozi-chiusi-commercio/223438/

 

LA LINGUA SALVATA

Defezione

de-fe-zió-ne

SignVenir meno a una fede, a un impegno; assenza; difetto, mancanza

dal latino defectio, derivato di defìcere ‘separarsi, disertare, venir meno, finire’, composto di de- che indica allontanamento e facere ‘fare’.

L’occasione ci fa pescare in una vena ricca: oltre alla defezione vi troviamo il difetto, il deficit, il deficiente – tutti che sgorgano con abbondanza dal defìcere latino. L’idea è sempre di qualcosa che manca, ma forse proprio nella defezione questo concetto si mostra specialmente tornito e fine.

La defezione è un venir meno, si potrebbe dire una ‘mancanza a’: con bella sintesi il defìcere latino si compone alla lettera come un ‘allontanamento dal fare’. C’è una fede (soprattutto politica), c’è un impegno, c’è una parola data, c’è una

 

Continua qui: https://unaparolaalgiorno.it/significato/D/defezione

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Il testamento senza eredi di Juncker: tante belle parole, ma il futuro dell’Europa è sovranista

Una standing ovation ha salutato l’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione dell’attuale presidente della Commissione. Tutto, in realtà, sembra andare nella direzione opposta: a partire da un Ppe sempre più subalterno alle destre nazionaliste

di Martina Di Pirro – 13 SETTEMBRE 2018

 

In un lontano giugno del 2014, il Sun intitolava «Sei ragioni che fanno di Juncker l’uomo più pericoloso d’Europa». Un catalogo di notizie, dati, fatti e vissuto che faceva dell’ex premier lussemburghese, longevo capo di Governo sconfitto al voto dopo diciotto anni a causa di uno scandalo di spionaggio interno, la peggiore candidatura a Presidente della Commissione Europea a cui si potesse pensare. Una nomina non casuale, però, se si pensa che fu un plateale accordo di scambio tra socialisti e popolari. L’idea era semplice tanto da pensare quanto da mettere in pratica: avallare la nomina di un membro del Partito Popolare Europeo, seppur considerato non all’altezza dai più, a patto che venisse attuata una maggiore flessibilità sulle regole di bilancio, richiesta anzitutto da Italia e Francia. Sembrava aprirsi così una nuova stagione europea, l’inizio di un sogno chiamato Unione politica. Nonostante Jean-Claude Juncker fosse il bersaglio del fuoco incrociato della destra euroscettica e di una parte della sinistra e dei media, tutti si finsero convinti che sarebbe riuscito a rilanciare l’immagine dell’Eurozona e trainare il Vecchio Continente fuori dalla palude di un’economia in stagnazione.

Ci sarebbe allora da pensare che, per alcuni, non deve essere stata una grande sorpresa se, appena quattro anni dopo, Jean-Claude Juncker si è preparato a servire il proprio lascito politico sul piatto dell’annuale discorso sullo stato dell’Unione alla

 

Continua qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/13/il-testamento-senza-eredi-di-juncker-tante-belle-parole-ma-il-futuro-d/39412/

 

 

 

STORIA

Come un’operazione congiunta sovietico-statunitense si concluse in un disastro

11 settembre 2018 da aurorasito

Boris Egorov RBTH

Una missione congiunta sovietico-statunitense contro la Germania nel 1944 aveva lo scopo di migliorare le relazioni tra i due Paesi. Invece, li danneggiò seriamente contribuendo al lancio della Guerra Fredda. Dal giorno in cui entrarono nella Seconda Guerra Mondiale nel dicembre 1941, gli Stati Uniti avevano pianificato l’uso di campi di aviazione sovietici per massicci bombardamenti sulla Germania, ma per anni incontrò un’ostinata resistenza sovietica all’idea. Fu solo nel febbraio 1944 che Stalin approvò i piani per un piccolo numero di bombardieri statunitensi operandi da basi aeree sovietiche. Fu così che nacque l’Operazione Frantic, dando agli statunitensi l’opportunità di bombardare obiettivi strategicamente importanti in Germania, che non potevano raggiungere dagli aeroporti in Inghilterra e Italia. La RAF rifiutò di unirsi all’operazione Frantic per la profonda sfiducia verso i sovietici da parte di Winston Churchill. Tuttavia, i leader statunitensi videro un’opportunità perfetta per migliorare le relazioni con l’Unione Sovietica.

Calorosi saluti

I bombardieri statunitensi usarono la tecnica del “bombardamento a navetta” durante l’operazione Frantic, dove gli aerei decollavano dagli aeroporti sovietici, ma dopo aver bombardato obiettivi nemici atterravano negli aeroporti alleati nell’Italia occupata. Nella successiva missione, i bombardieri decollavano dall’Italia, bombardavano gli obiettivi e atterravano nelle basi sovietiche. Il “bombardamento a navetta” fu progettato per ingannare i piloti della Luftwaffe, che di solito cercavano d’intercettare i bombardieri alleati al rientro. Con questa tecnica non avrebbero mai potuto dire in che direzione sarebbero stati diretti i bombardieri dopo la missione. Tre aeroporti vicino Poltava, nell’Ucraina orientale, furono scelti per il dispiegamento dei bombardieri pesanti B-17 Flying Fortress e B-24, insieme ai caccia di scorta P-51 e P-38. Diverse migliaia di specialisti statunitensi e massicci carichi di munizioni furono portati a Poltava nella primavera del 1944. Gli statunitensi furono accolti calorosamente dai locali, e una banda jazz si esibì in loro onore. “Furono accolti con gioia. Colpivamo il nemico insieme. Fu un evento felice per la causa comune”, ricordava Vladimir Stankevich, che prestò servizio come traduttore presso l’aeroporto. L’operazione Frantic fu ufficialmente

 

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