NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 11 OTTOBRE 2019

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NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 11 OTTOBRE 2019

A cura di Manlio Lo Presti

 

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 Precisazioni

 

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IN EVIDENZA

Siria: Erdogan minaccia l’Ue, vi inonderemo di profughi. L’allarme dell’Onu

Trump e Putin contro Ankara. Roma e Parigi convocano l’ambasciatore turco. Assemblea straordinaria all”Onu

10 OTTOBRE 2019

Con l’escalation del conflitto in Siria decine di migliaia di civili sono in fuga dalle zone di combattimento. Si legge in una nota dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che chiede alle parti di rispettare il diritto internazionale umanitario. “I civili e le infrastrutture civili non devono essere un obiettivo” raccomanda l’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati Filippo Grandi.

“Seguo la situazione da vicino. E se non agirà secondo le regole la Turchia sarà colpita molto duramente finanziariamente e con delle sanzioni”: così Donald Trump su Twitter torna a lanciare un avvertimento ad Ankara impegnata nell’offensiva contro i curdi nel nord della Siria. Trump su Twitter ipotizza poi una mediazione Usa per un’intesa tra turchi e curdi. “Si sono combattuti l’un l’altro per 200 anni – scrive il tycoon – ora abbiamo una di tre scelte: inviare migliaia di soldati e vincere militarmente, colpire la Turchia molto duramente con le sanzioni oppure mediare un accordo tra Turchia e curdi!”.

Usa all’Onu, non abbiamo avallato blitz Turchia – “Come il presidente Donald Trump ha ampiamente chiarito, gli Usa non hanno in alcun modo avallato la decisione del governo turco di organizzare un’incursione militare nel nordest della Siria”. Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Kelly Craft, al termine delle consultazioni del Consiglio di Sicurezza. Trump, ha aggiunto, ha sottolineato con Ankara che “hanno la piena responsabilità di proteggere la popolazione curda, le minoranze religiose, compresi i cristiani, e garantire che non si verifichino crisi umanitarie”.

Ue all’Onu, la Turchia fermi l’offensiva – “Siamo profondamente preoccupati per l’operazione militare turca nel nordest della Siria e chiediamo ad Ankara di cessare l’azione militare unilaterale”. Lo hanno detto in un comunicato congiunto i membri europei del Consiglio di Sicurezza Onu. “Le rinnovate ostilità armate comprometteranno ulteriormente la stabilità dell’intera regione, esacerberanno le sofferenze dei civili e provocheranno ulteriori spostamenti che aumenteranno ancora il numero di rifugiati e sfollati”, hanno precisato.

Conte, inaccettabile ricatto Turchia su rifugiati – “L’Ue deve muoversi con una sola voce, non è accettabile questa iniziativa unilaterale, rischia di esser controproducente, di destabilizzare l’intero quadrante già compromesso. Non possiamo accettare che ci possa essere un ricatto tra l’accoglienza fornita dalla Turchia” ai rifugiati “meritevole ma con fondi europei, e l’offensiva” in Siria. Lo afferma il premier Giuseppe Conte ai microfoni del Tg3.

Almeno due civili, di cui uno è un bimbo rifugiato siriano di 9 mesi, sono rimasti uccisi nelle provincia frontaliera turca di Sanliurfa da razzi e colpi di mortaio sparati dalle zone sotto controllo curdo nel nord della Siria, in risposta all’offensiva militare lanciata ieri da Ankara. Il totale dei feriti per questi attacchi è inoltre salito ad almeno 46. Lo rende noto la prefettura locale.

Erdogan minaccia l’Unionee Europea mentre proseguono i bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione turca contro obiettivi curdi nel nord-est della Siria. Il presidente turco annuncia di aver

 

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Perché Olga Tokarczuk e Peter Handke hanno vinto il Nobel per la letteratura

L’autrice polacca de “I vagabondi” e lo scrittore austriaco de “I calabroni”, vincitori dei recenti Nobel, hanno in comune una ricerca letteraria che indaga sull’umanità e i confini

di Paolo Armelli – 10 10 2019

 

 

Nel mondo editoriale l’attesa per l’assegnazione del Nobel per la letteratura, che avviene come sempre nelle prime settimane di ottobre e smuove il dibattito culturale (e si spera anche le vendite) fino alla fine dell’anno, è sempre altissima. Quest’anno era addirittura doppia perché l’Accademia di Svezia, che assegna il riconoscimento, l’hanno scorso era stata attraversata da alcuni scandali sessuali al suo interno e dunque aveva deciso di sospendere il premio e di assegnarne due direttamente quest’anno. Da tempo era consolidata la teoria che sarebbero andati a un uomo e a una donna, e nonostante i soliti favoriti come Murakami e Ngũgĩ wa Thiong’o o Anne Carson o Margaret Atwood siano rimasti a bocca asciutta, la profezia si è avverata: il premio Nobel 2018 è andato a Olga Tokarczuk e quello 2019 a Peter Handke. Due nomi relativamente più noti di molti loro predecessori e soprattutto due europei, nonostante negli scorsi mesi l’Accademia avesse proclamato di voler estendere il suo sguardo oltre il continente.

Negli ultimi giorni le quotazioni della scrittrice e attivista polacca Olga Tokarczuk erano salite di molto fra i bookmaker, anche se il suo nome stava vivendo un momento particolarmente fortunato già con la vittoria del prestigioso Man Booker Prize del 2018 con il suo ultimo romanzo, I vagabondi, pubblicato da Bompiani. Il libro era una riflessione narrativa sul tema del viaggio che, mimando lo scorrere del fiume Oder, racconta l’esistenza ondivaga e

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USA: come creare una razza di super-soldati

10 Ottobre 2019 DI DARIUS SHATAHMASEBI

 

Rt.com

Un’agenzia del Dipartimento della Difesa USA sta studiando come alterare la biologia umana per offrire una adeguata protezione contro attacchi chimici e biologici.

Arriverà un momento in cui i film di fantascienza si scriveranno da soli. Certe immagini in movimento non saranno più chiamate nemmeno fantascienza, perché rifletteranno più o meno la realtà. Non siamo ancora alla realtà, ma bisognerà dire che siamo già in una fase in cui forse è solo questione di tempo e poi si metterà in pratica tutto ciò su cui stanno studiando alcuni scienziati finanziati dal governo per cercare di aiutare le forze armate USA.

Secondo il  Dipartimento della Difensa, la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) attualmente sta portando avanti una nozione nota come editing genico (o editing del genoma) con lo scopo di rendere più potente il personale militare americano. L’editing genico è essenzialmente un gruppo di tecnologie che consentono agli scienziati di cambiare il DNA di un organismo, aggiungendo, rimuovendo o alterando materiale genetico in particolari posizioni del genoma.

Come annunciato dal direttore del DARPA, Steven H Walker, l’agenzia sta attivamente cercando di utilizzare questa tecnologia per proteggere i soldati contro malattie e agenti prodotti da guerra chimica o biologica, modificando la genetica di un soldato per consentirgli di restare immune. Finora la DARPA ha investito $65 milioni nella ricerca sulla modifica genetica.

Walker ha chiesto: “Si riuscirà davvero a proteggere un soldato sul campo di battaglia, dalle armi chimiche e biologiche, controllando il suo genoma … facendo cioè in modo che il suo genoma produca proteine ​​che lo proteggono automaticamente da fattori esterni?”. Apparentemente, l’obiettivo di Walker non è di formare un esercito di super soldati (anche se la tentazione potrebbe esserci) ma il suo obiettivo dichiarato è rendere le cose più sicure per i soldati. Questo perché, come spiega Walker, non sarà possibile “produrre tanti vaccini e tanti antivirus per proteggere tutta la popolazione durante una guerra chimica o biologica”. Ma se sarà possibile trasformare il proprio corpo in una “fabbrica di anticorpi ”  allora perché no?

Come osserva Walker, si possono usare queste tecnologie per il bene, oppure “per il male”. Per fortuna, la DARPA cerca “usarle per il bene per proteggere i combattenti USA”.

Perché se c’è qualcosa per cui sono conosciute le agenzie del governo USA che lavorano per il Pentagono, è che usano  sempre a fin di bene una tecnologia paurosamente pericolosa. Gizmodo una volta scriveva che la DARPA è  una“agenzia governativa americana nota per la sua folle tecnologia”. Assurdamente (o molto sensatamente, a seconda di quanto si è pro o contro il potere), questa è la stessa agenzia incaricata  di sviluppare un “software personalizzato capace di scoprire i falsi [fake news] nascosti tra oltre 500.000 storie, foto, video e clip audio”.

La stessa agenzia che sta cercando di creare una razza di super soldati, deve

 

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Magaldi: Di Maio neopiduista, taglia le Camere come Gelli

Scritto il 02/10/19

 

Con il taglio delle poltrone voluto da Di Maio (600 seggi in tutto, 400 alla Camera e 200 al Senato) il Belpaese diverrebbe il fanalino di coda, in Europa: quello con meno parlamentari in assoluto rispetto alla popolazione. Un’idea originale? Niente affatto: «Era scritta nero su bianco nel famigerato Piano di Rinascita Democratica redatto dalla Loggia P2 di Licio Gelli. Ed è strano che a caldeggiarlo, oggi, sia proprio il Movimento 5 Stelle, nato con l’intento dichiarato di ridare la parola ai cittadini». Lo afferma Gioele Magaldi, che nel libro “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ha svelato la regia occulta di 36 superlogge nel retrobottega del potere mondiale. Spiega Magaldi: «L’iniziativa di Gelli era solo il riflesso casareccio dell’input partito dalla Ur-Lodge reazionaria “Three Eyes”, che affidò alla Commissione Trilaterale il compito di dare un segnale globale con il saggio “La crisi della democrazia”, uscito nel 1975 a firma di Samuel Huntington, Joji Watanuki e Michel Crozier». La tesi: di troppa democrazia si muore. «Curare l’eccesso di democrazia con dosi ancora maggiori di democrazia sarebbe come tentare di spegnere un incendio gettando benzina sul fuoco». Ergo: si facciano dimagrire i Parlamenti, per togliere punti di riferimento ai cittadini. «In questo, Di Maio si comporta come un neo-piduista», accusa Magaldi. Un sospetto: siamo di fronte a un caso palese di gatekeeping, dietro a tanto populismo inutilmente gridato?

I numeri non depongono certo a favore di una riforma che, secondo i calcoli, comporterebbe per lo Stato un risparmio irrisorio: solo lo 0,007% della spesa pubblica. Già oggi, l’Italia è penultima in Europa per rappresentanza democratica: ha un solo parlamentare ogni centomila abitanti. Ben 23 paesi hanno più parlamentari, in relazione al numero dei cittadini. Con il piano del “neo-piduista” grillino, il Palazzo si allontanerebbe ancora di più. «Ho sempre difeso i 5 Stelle dall’accusa di gatekeeping», premette Magaldi: «Non ho mai creduto che il movimento fondato da Grillo e Casaleggio sia nato solo per depistare il dissenso, convogliando la protesta verso esiti innocui per il potere». Certo però che il risultato è lo stesso: i grillini hanno praticamente rinunciato a tutte le promesse di trasparenza sbandierate in campagna elettorale. Sono persino stati determinanti a Strasburgo nel far eleggere alla Commissione Europea la tedesca Ursula von der Leyen, emblema vivente del massimo rigore Ue. E ora, con l’ultra-demagogico taglio dei parlamentari (spacciato per riforma anti-casta) secondo Magaldi si apprestano a indebolire ulteriormente la democrazia italiana, già pesantemente condizionata dai diktat dell’eurocrazia che adesso vezzeggia Giuseppe Conte, docilissimo con Macron e la Merkel.

E’ irriconoscibile, oggi, il Di Maio che agita il taglio dei parlamentari per tentare di far dimenticare agli elettori i clamorosi “tradimenti” a catena dei grillini: Tap e Tav, Ilva, Muos, vaccini, spese militari e trivelle in Adriatico. Un anno e mezzo fa, Di Maio evocava l’impeachment per Mattarella, che aveva impedito a Paolo Savona di accedere al ministero dell’economia. Motivo: il professore, già ministro con Ciampi (e assai temuto da Draghi) sarebbe stato “sgradito ai mercati”. Secondo il presidente della Repubblica, il parere degli “investitori” e dei “signori dello spread” contava ben più di quello degli elettori. Di fronte all’iniziale entusiasmo per il successo delle forze gialloverdi, provvide il tedesco Günther Oettinger a ribadire brutalmente il concetto: «Saranno i mercati a insegnare agli italiani come votare». Oggi, il cerchio si è chiuso: Grillo va a braccetto

 

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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

L’offensiva globale per corrompere la morale e distruggere i valori

di Marion Sigaut – 10 Ottobre 2019

 

1948: un entomologo americano pubblica un rapporto sulla sessualità degli uomini americani.

Tale rapporto è venduto in milioni di copie in tutto il mondo.

La nuova scienza chiamata sessuologia si baserà su questo rapporto.

Alfred Kinsey, un omosessuale maniaco e bugiardo, ha manipolato centinaia di persone e violentato dozzine di bambini per fornire un rapporto falso progettato per banalizzare e quindi promuovere i comportamenti sessuali più devianti.

La rivoluzione sessuale è nata. Sconvolgerà e rovescerà tutti i valori.

 

20 marzo 1969: il Dr. Richard Day, una personalità ben introdotta nei circoli globalisti e membro della Planned Parenthood Association, tiene una conferenza a un gruppo di pediatri americani per presentarli al progetto globalista.

“Limiteremo la popolazione mondiale, limiteremo le nascite, separeremo le attività e la riproduzione sessuale, prepareremo l’eutanasia, introdurremo nuove malattie, elimineremo le vecchie religioni a beneficio di una nuova, promuoveremo l’omosessualità.”

“Ora tutto è a posto e ora nessuno può fermarci.”

 

2 dicembre 1978: viene fondata a Boston la North American Association of Men in Love with Children, in inglese Nambla.

I membri della Nambla hanno reso un sentito omaggio al loro maestro Alfred Kinsey.

Nambla è quella che viene chiamata un’associazione per la promozione della pedofilia.

 

20 novembre 1989: la maggior parte degli Stati firma la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. Progressi meravigliosi? O un’apertura alle porte dell’inferno.

I genitori sono definiti come destinati a fornire al bambino una consulenza adeguata nell’esercizio dei suoi diritti:

  • Questa è la fine dell’autorità dei genitori,
  • è mostruoso;

I partiti politici degli Stati riconoscono il diritto di ogni bambino a un tenore di vita adeguato al proprio sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale.

È in base a questa legge che Inghilterra, Norvegia, Germania, Svezia, Italia e sempre più la Francia, allontanano i bambini dai loro genitori e li mettono in affidamento.

 

Uno scandalo in Italia ha appena dimostrato

che i bambini vengono sottoposti alle cure delle famiglie LGBT e sottoposti a stupro.

 

17 maggio 1990: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS rimuove l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

La decisione, accolta con favore da tutte le associazioni di attivisti gay, è stata presa per motivi politici e senza alcun argomento medico.

 

9 novembre 2006: a Yogyakarta (Indonesia), una riunione di 26 “brillanti esperti in diritti umani” delinea i Principi di Yogyakarta:

Il diritto internazionale deve essere applicato a tutte le questioni

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PARLAMENTO: SUICIDIO NON ASSISTITO

di Mauro Mellini10 ottobre 2019

 

La riforma del Parlamento che ne decurta il numero di componenti ha tutto il carattere di un suicidio.

Suicidio non assistito da un minimo di riflessione e di ragionevolezza, voti sull’avvenire delle istituzioni democratiche e della stessa Repubblica dati pensando soltanto ai titoli dei giornali dell’indomani. Anzi, a quelli di ieri. Non dell’altro ieri perché, ad esempio, il Partito Democratico ha votato a favore mentre nella precedente votazione aveva votato contro.

Le critiche, i problemi di questa “riforma da Bar dello Sport” delle istituzioni fondamentali (ricordate Ingrao con il suo insistere sulla “centralità del Parlamento”?) sono arrivati solo all’indomani. All’indomani del voto abbiamo letto sui giornali alcune delle considerazioni negative che noi, cioè io, povero vecchio in età che comporta il diritto al rincoglionimento, avevo scritto già diversi giorni fa. Ad esempio, l’impossibilità, con la riduzione del numero dei parlamentari, di assicurare una adeguata rappresentanza alle minoranze etniche. Per non dire delle minoranze ideologiche, storiche, sociali.

Parole imbecilli, più imbecilli del solito, sono state, invece, pronunciate dal solito Luigi Di Maio (quello che annunziò di aver sconfitto la miseria!) che ha inneggiato alla “conquista” di libertà dei cittadini, evidentemente schiavi fino ad oggi della propria “eccessiva” rappresentanza e del proprio diritto di votarla. Alla lesione mortale si aggiunge l’oltraggio.

È oltraggioso nei confronti del Parlamento cantar vittoria per “quello che si risparmia”. Come a dire: i parlamentari sono delle inutili sanguisughe, degli scaldapoltrone. “Meno ce ne saranno, meglio sarà”.

Ai tempi del Partito Radicale, alle consuete follie di Marco Pannella se ne aggiunse quella di Melega, giornalista de “L’Espresso” e portatore di una certa aria di quelle parti, che tirò fuori la “bella

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BELPAESE DA SALVARE

Vaccini, 130.000 bambini italiani esclusi da nidi e materne

Scritto il 10/10/19

 

A guidare la lista dei renitenti è la Puglia, l’unica Regione che abbia approntato un servizio di farmacovigilanza attiva per valutare l’effetto dei vaccini sul corpo dei neonati. Seguono Lombardia e Friuli, quindi Piemonte, Veneto e Toscana. Risultato: oltre 4 bambini su 100 sono stati esclusi dall’asilo o dall’asilo nido per effetto della legge Lorenzin, ratificata dalla pentastellata Giulia Grillo. Parlano i numeri dello “pseudopaper” redatto da un medico, Pier Paolo Dal Monte, animatore del blog “Il Pedante”. Chirurgo e gastroenterologo, il dottor Dal Monte ha raccolto i dati sull’obiezione vaccinale in Italia grazie ai genitori del comitato “Libertà di Scelta”, contrario all’obbligo vaccinale indiscriminato e favorevole alla libera scelta di far vaccinare i propri figli, valutando le singole vaccinazioni. Nel mirino è finito «il diritto all’istruzione pre-primaria», che oggi viene negato «ai bambini da zero a cinque anni». Esclusi, se non vaccinati, pur in assenza di emergenze sanitarie in corso: non si ha notizia, infatti, di epidemie pericolose per la salute. «La stima – scrive Dal Monte sul “Pedante” – ha prodotto un risultato di quasi 130.000 minori oggi esclusi “de iure” dalla possibilità di frequentare gli asili nido e le scuole d’infanzia». Centotrentamila: «Si tratta di un fenomeno che non ha precedenti, neanche lontani, nell’intera storia repubblicana e nazionale».

Che la campagna pro-vaccini fosse destinata a incubare strascichi politici lo si è visto nei mesi scorsi, quando Beppe Grillo firmò insieme a Matteo Renzi il “patto per la scienza” promosso da Claudio Burioni: un documento surreale, che considera “scienza” solo le sicurezze dei vaccinisti e chiede addirittura allo Stato di impedire la ricerca autonoma (violando in tal modo una fondamentale libertà costituzionale). Altro dato notevole: il silenzio assordante con cui i media accolsero l’iniziativa della Puglia, dove il presidente Michele Emiliano, Pd, promosse una campagna di vigilanza attiva (con le famiglie contattate dai sanitari) per monitorare gli effetti dei vaccini polivalenti: 4 bambini pugliesi su 10 risultarono colpiti da reazioni avverse, con casi anche gravissimi. Oggi, Del Monte cerca di tirare le somme: in Puglia è stato escluso dal sistema scolastico il 6% della

 

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Vaccini sicuri? Falso: negli Usa, risarcimenti per 4 miliardi

Scritto il 31/1/19

 

Oggi mi voglio rivolgere direttamente a un ministro della Repubblica italiana. Sul finire del 2018, infatti, il ministero della sanità di Giulia Grillo ha prodotto due comunicazioni istituzionali, cioè due spot pubblicitari, nei quali si promuovono le vaccinazioni, che vengono definite “sicure” all’interno dello spot stesso. E’ Samantha Cristoforetti, chiamata a fare da testimonial in uno di questi spot governativi, a rassicurarci tutti dicendo che i vaccini sono sicuri: «Facciamo squadra per la nostra salute, i vaccini funzionano e sono sicuri». Affermare che i vaccini sono sicuri è falso, clamorosamente falso e dimostrabilmente falso: basta guardare i dati più recenti del tribunale americano per la compensazione dei danni da vaccino, la cosiddetta Vaccine Court. La tabella è aggiornata al 31 dicembre 2018, meno di un mese fa: da quando è stato creato nel 1986 ad oggi, il tribunale dei vaccini americano ha erogato oltre 4 miliardi di dollari per i danneggiati da vaccino. Quindi, se i vaccini fossero sicuri, a chi li hanno dati questi 4 miliardi di dollari? Li hanno regalati al primo che passava di lì? Ovviamente no. Comunque sia, non c’è bisogno di confrontarsi con le cifre, se uno non vuole farlo: che i vaccini siano inevitabilmente non sicuri lo stabilisce, nero su bianco, la Corte Suprema americana.

Basta leggere una delle sue sentenze più famose, “Bluesewitz versus Whyeth”, una sentenza del 2011 che fu scritta proprio per proteggere in modo definitivo le case farmaceutiche dalle denunce che continuavano a piovere contro di loro per i danni provocati dai vaccini. Nella sentenza, la Corte faceva riferimento alla legge 42 del codice legale americano, dicendo: questa legge esclude ogni responsabilità da parte del produttore per le inevitabili reazioni avverse dei vaccini. Più avanti, nella sentenza, la Corte Suprema spiega il concetto: la legge stabilisce che nessuna casa produttrice di vaccini possa essere denunciata in una causa civile, a partire dal 1° ottobre 1988, per danni derivanti da menomazione o morte da vaccino, se la menomazione o la morte siano sopraggiunti da effetti collaterali che erano inevitabili (nonostante il vaccino fosse stato preparato

 

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CONFLITTI GEOPOLITICI

MIKE POMPEO HA PREPARATO LA GRECIA ALLA GUERRA. Contro Russia, Iran, Cina….

Maurizio Blondet  10 Ottobre 2019

Dopo  esser passato per l’Italia  per dare disposizioni a “Giuseppi”, dove  è andato Mike Pompeo, il segretario di Stato? Ad Atene. A firmare, sabato 6,  un più  forte e   cogente trattato militare con la Grecia.

Questo accordo prevede l’ampliamento della base navale della sesta flotta americana a Creta; di creare basi di droni nella Grecia centrale; inoltre una base militare  e insieme un  impianto di gas naturale ad Alexandropouli. Quest’ultimo, allo scopo di portare il gas naturale americano in Grecia e spezzare il monopolio del gas russo nella regione.

E’ un accordo senza limiti di tempo e che non passerà  per l’approvazione del parlamento  ellenico.  L’analista militare  Efthymios Tsiliopoulos ha detto ad Al Jazeera che  l’accordo   serve ad aumentare la minaccia contro la Russia, poi l’Iran e la Cina (che come ricordiamo possiede interessi in Grecia).  “Con la   nuova base di Alexandropouli, Washington potrebbe sostenere  operazioni nei Balcani molto più velocemente che da altri porti”,  ha spiegato l’analista. Inoltre, ha aggiunto,  le truppe statunitensi di stanza nelle basi greche sono “facili da dispiegare” in Medio Oriente.

Effettivamente, oltre che Roma ed Atene, Mike Pompeo ha visitato le repubblichette balcaniche di Montenegro e  Macedonia, “alleate” dell’Occidente  e  spine nel fianco  della Russia.

Pompeo ha affermato che i Balcani “rimangono un’area di competizione strategica”, candidabili  insomma alle destabilizzazioni e primavere democratiche contro  la zona d’influenza che vi ha Mosca. Sia nei  Balcani, sia ad Atene, il segretario di Stato ha attaccato in termini inauditi  “la Repubblica islamica dell’Iran, i cui  terroristi hanno destabilizzato il Medio Oriente,  trasformato il Libano in un paese cliente e  contribuito a  provocare la  crisi dei rifugiati che continua a danneggiare  la Grecia in questo momento”.

Insomma ha  incolpato l’Iran di tutte le conseguenze dei  tre decenni di guerre NATO nella regione  e del conseguente spargimento di sangue e per i conflitti provocati, giù giù fino alle  ondate di rifugiati – che invece ha prodotto la sua destabilizzazione dell’area secondo il  piano Kivunim israeliano, e il ripetuto tentativo di smembrare la Siria e farne un califfato  ISIS.

Pompeo non ha mancato, ovviamente, di denunciare “ l’influenza dannosa della Russia, in Grecia e nei paesi circostanti “, nonché  la Cina che “usa i  mezzi economici per costringere i paesi a concludere accordi svantaggiosi a beneficio di Pechino e lasciare i propri clienti fortemente indebitati “. Ossia ciò che da sempre ha fatto l’imperialismo americano, tramite il Fondo Monetario.

Che  bisogno c’era di una alleanza americano-ellenica? La Grecia è già  un membro della NATO.  Ma per decenni trascurato da Washington che poteva  contare sulla Turchia  e la sua forza  militare nell’Alleanza.  Ora però  con la destabilizzazione della Siria  e il suo smembramento non riuscito per l’intervento russo e iraniano, e l’oscillazione di Erdogan come “alleato”, la Grecia  – che ha una forza militare più notevole e preparata di quel che si crede, per  storica diffidenza verso la Turchia –  è ridiventata utile.

Lo ha  detto chiaramente Geffrey Pyatt, l’ambasciatore Usa ad Atene:  “Gli stati Uniti hanno “dato per scontato” Mediterraneo orientale  per decenni. Ora  lo stanno rimettendo al centro della loro riflessione,   nella    visione globale su come far avanzare gli interessi degli Stati Uniti …Nell’attuale fase  di rinnovata competizione tra le maggiori potenze e  con le più grandi scoperte di idrocarburi dell’ultimo decennio, questo  crocevia globale di Europa, Asia e Africa è tornato in prima linea nel pensiero strategico americano”.

L’accenno alle  grandi scoperte di idrocarburi si riferisce ai giacimenti scoperti al largo di Cipro, il cui sfruttamento avverrà in condominio con Sion. Bisogna ricordare che Erdogan ha minacciosamente preteso la parte per la Turchia, mandando navi da guerra   a minacciare bellicamente  (fra l’altro  l’ENI).

Ad Atene, Pompeo ha preso   apertamente le parti della Grecia  (ed Israele)  su questa questione: “Abbiamo detto ai turchi che la perforazione illegale è inaccettabile . Abbiamo chiarito che le operazioni in acque internazionali sono regolate da una serie di regole”.

Insomma, mentre Trump lascia  che Erdogan   si ritagli sul territorio della Siria la   fetta che  gli era stata promessa fin dall’inizio della guerra (combattuta  per procura coi finanziamenti sauditi  e degli sceicchi,  armando Daesh e gli altri islamisti tagliagole  e i curdi  ) per rovesciare Assad, voltando le spalle ai curdi ormai inutili, Washington si riposiziona militarmente in Grecia, adottandola come base per le future operazioni.

Il tutto, nel  palese  disprezzo degli “alleati europei” nella NATO. Come nota giustamente WSW, Pompeo è venuto in Europa e non ha visitato le tre  più grandi capitali:  né Berlino, né Parigi, e nemmeno Londra. In compenso è andato in  Macedonia per  esortare il governicchio locale di abbandonare il  progetto di autostrada finanziato dai cinesi nel  quadro della Belt and Road Initiative  (BRI, la nuova Via della Seta) di Pechino, ed  è venuto a Roma per ordinare al governicchio locale di rigettare  gli accordi con Huawei e piantarla con l’adesione al BRI.

Nel nuovo concetto americano,  l’Italia  conta meno della Grecia perché  noi siamo imbellie  disarmati, mentre appunto, la Grecia è militarmente  più  forte  (per esempio  ha mantenuto  la leva obbligatoria  di massa), è nemica storica della Turchia, e  – grazie al “trattamento tedesco” subito dai greci – la Cina ha fatto acquisti importanti in Grecia.  Strategici. Il porto del Pireo.

A luglio, il già  sullodato ambasciatore degli Stati Uniti, Geoffrey Pyatt, ha dichiarato a Stars and Stripes che la base navale americana nella baia di Souda, in Grecia, utilizzata durante la guerra in Siria, è “praticamente satura“. I  militari statunitensi non hanno visto di buon occhio  gli investimenti cinesi nel porto del Pireo ad Atene: “Se vogliamo  far attraccare  una nostra nave da guerra  al Pireo, la Cina può dire di no.”

Per l’America,  è una tentazione strategica incoercibile  tentare di assestare un colpo bellico mortale alla Cina  prima che diventi troppo potente per essere sconfitta; “far pagare il prezzo “ alla Russia della sua vittoria politica  in Siria; riconfigurare la NATO in termini di massima aggressione contro Mosca, puntando sui nuovi alleati come la Polonia e i baltici.   Adesso  o  mai più: sanno bene, i pensatoi americani  legati alla speculazione, che il sistema economico globale e liberista  che hanno imposto, con cui hanno ciecamente reso potente la Cina, e  dominato dalla finanza e dai suoi profitti usurari è al capolinea, e si regge solo con le  banche centrali che creano trilioni  a tasso sottozero,  per mantenere gonfia la bolla, e in vita

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https://www.maurizioblondet.it/mike-pompeo-ha-preparato-la-grecia-alla-guerra-contro-russia-iran-cina/

 

 

 

 

 

 

 

L’ipocrisia di Trump: ha tradito i curdi e ora critica la guerra di Erdogan

Il Presidente ha abbandonato il nord est della Siria, ma adesso dice che l’attacco di Erdogan “è una cattiva idea”

globalist9 ottobre 2019

 

Prima li ha abbandonati al loro destino. Poi però, a debita distanza, condanna l’attacco turco, sostenendo che l’offensiva di Erdogan nel nord est della Siria sia “una cattiva idea”. Ovviamente questo capolavoro di ipocrisia è solo opera di Donald Trump, che ci tiene a ribadire che “non ci sono soldati americani nell’area”. Che è il motivo per cui Erdogan ha avuto campo libero di attaccare e dare il via alla strage dei curdi.
“Dal giorno in cui sono sceso in politica – ha sottolineato ancora Trump – ho chiarito che non volevo combattere queste guerre infinite, insensate, specialmente quelle che non sono a vantaggio degli Stati Uniti”. Quindi il presidente ha ricordato che “adesso la Turchia è responsabile perché tutti i combattenti dell’Isis catturati restino

 

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https://www.globalist.it/world/2019/10/09/l-ipocrisia-di-trump-ha-tradito-i-curdi-e-ora-critica-la-guerra-di-erdogan-2047456.html

 

 

 

 

 

 

Il Congresso Usa prepara la bozza per le sanzioni alla Turchia

La figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney, nonostante sia una delle più strette alleate di Donald Trump, si è unita al coro delle critiche contro il presidente per aver abbandonato gli alleati curdi.

globalist11 ottobre 2019

 

La deputata repubblicana al Congresso Usa, Liz Cheney, è pronta a presentare nei prossimi giorni una legge che impone sanzioni alla Turchia per l’attacco alle milizie curde.

 

La figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney, nonostante sia una delle più strette alleate di Donald Trump, si è unita al coro delle critiche contro il presidente per aver abbandonato gli alleati curdi. Oltre 20 deputati repubblicani avrebbero già espresso sostegno alla sua proposta. Tra questi il leader della

 

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https://www.globalist.it/world/2019/10/11/il-congresso-usa-prepara-la-bozza-per-le-sanzioni-alla-turchia-2047506.html

 

 

 

 

 

 

Cipro, nuovo fronte di scontro fra Europa e Turchia per il controllo dei giacimenti di gas

Da giorni la piattaforma Saipem 12000 dell’Eni è bloccata nel Mediterraneo orientale, 50 km al largo della costa. Al centro della controversia lo sfruttamento del blocco 3 della Zee di Cipro. Nicosia ha un accordo con il gigante italiano dell’energia; Ankara vuole bloccare le esplorazioni rivendicando diritti nell’area. 

13/02/2018                                                     RILETTURA

 

Qui navi da guerra turche hanno bloccato la piattaforma Saipem 12000 dell’Eni nel febbraio 2018.

Ankara (AsiaNews) – Dopo il “Blocco 9” dei settori di pozzi di gas naturale e petrolio che rischia di innescare un nuovo, durissimo scontro fra Libano e Israele, nelle acque del Mediterraneo si sta consumando da alcuni giorni una nuova “guerra dell’energia” fra Europa e Turchia. Al centro della controversia la piattaforma Saipem 12000 dell’italiana Eni bloccata dalla marina militare turca, mentre era diretta al blocco 3 della Zona economica esclusiva (Zee) di Cipro, sulla quale la stessa Ankara rivendica lo sfruttamento.

Nella vicenda si intrecciano elementi di geopolitica, economia e diplomazia del gas che rischiano di trasformarsi in una partita dai contenuti esplosivi a livello regionale e internazionale. Il cuore del contendere riguarda i diritti di sfruttamento delle riserve di gas scoperte dall’Eni. Secondo Ankara, che dal 1974 occupa sul piano militare la zona nord di Cipro, i giacimenti vanno condivisi con il governo filoturco che controlla il settore settentrionale dell’isola.

Tuttavia, il leader turco Recep Tayyip Erdogan intende sfruttare il gas presente nel sottosuolo marittimo per mettere la parola fine alla dipendenza energetica del proprio Paese. Nel luglio scorso il “sultano” aveva avvertito le più importanti realtà del settore energetico di non firmare accordi con Nicosia, il governo greco-cipriota riconosciuto dalla comunità internazionale, per ricerche offshore nei giacimenti al largo dell’isola. Il rischio aveva avvertito. è quello di “perdere l’amicizia della Turchia”.

La scorsa settimana Erdogan aveva avvertito il governo italiano, intimandogli

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http://www.asianews.it/notizie-it/Cipro,-nuovo-fronte-di-scontro-fra-Europa-e-Turchia-per-il-controllo-dei-giacimenti-di-gas-43087.html

 

 

 

 

 

I tagliagola britannici dell’Isis catturati dai curdi prelevati dalle forze speciali Usa

El Shafee Elsheikh e Alexanda Amon Kotey, insieme ad altri estremisti britannici avevano creato la cellula ‘The Beatles’. Erano i complici di Jihadi John. Ora c’è il rischio di fughe di massa

 

El Shafee Elsheikh e Alexanda Amon Kotey,

 

globalist10 ottobre 2019

 

Erano i complici di jihadi John, il tagliagola dello Stato Islamico cittadino britannico. Lui faceva parte di un gruppo di feroci assassini.
Ora due di quei jihadisti britannici del sedicente Stato Islamico sono stati

 

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https://www.globalist.it/intelligence/2019/10/10/i-tagliagola-britannici-dell-isis-catturati-dai-curdi-prelevati-dalle-forze-speciali-usa-2047464.html

 

 

 

 

 

 

CULTURA

LA RASSEGNA DEGLI ECCENTRICI SECONDO GEMINELLO ALVI

di Gustavo Micheletti07 ottobre 2019

 

E il mare diventò tranquillissimo e buono, come l’anima di un cigno. Come può una rassegna di vite insolite ed esemplari propiziare la quiete e la giusta distanza per mettere a fuoco il mondo di oggi. Geminello Alvi è un economista cordiale, incline a un eloquio poco accademico, ad un tempo rigoroso e informale, dialogico e costruttivo. Ciò nonostante, in un’intervista di circa un anno fa, si è espresso criticamente verso alcuni mostri sacri del nostro panorama culturale, aggiungendo che il più scarso dei poeti di mezzo secolo fa sarebbe stato un gigante al giorno d’oggi. Studioso dell’Apocalisse, un libro interminabile che sta continuando a leggere, ma su cui non pensa che scriverà mai niente, è giunto a pensare che stiamo creando una società di vigliacchi e di gente senza onore, e che, in particolare, l’Italia è ormai un paese vuoto di valori.

La perentorietà di simili dichiarazioni non deve aver giovato alla sua reputazione in certi ambienti che contano, dov’era del resto già da prima assai precaria. Per di più, si è anche espresso in maniera poco lusinghiera sul capitalismo, assimilandolo a una visione del mondo ormai senza cervello, oltre che senza cuore. In questo modo, con poche battute irriverenti, è riuscito a scontentare tutti in un colpo solo, e cioè in una sola intervista, aiutandoci a capire perché sia così poco presente nei talk show televisivi.

Eppure, dicevamo, Geminello Alvi ha tutta l’aria di essere, oltre che una persona schietta, anche una persona cordiale. Lo si capisce, oltre che da come parla, anche da come scrive. Di certo, l’eccentricità di alcuni aspetti della sua personalità non ha un’origine artificiosa, non è né un vezzo né una maniera d’essere costruita, ma sembra piuttosto derivare da una spiccata sintonia con il carattere di altre personalità eccentriche che ha ben compreso, ammirato o amato.

Oltre ai molti libri di economia in cui avanza tesi poco convenzionali e proposte coraggiose, ne ha infatti scritti anche due di “ritratti”. In Eccentrici – che costituisce un po’ il proseguo di Uomini del Novecento (1995), e di cui vorremmo qui proporre la lettura a chi non l’avesse prima d’ora mai intrapresa – Alvi riesce a cogliere, con una

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http://opinione.it/cultura/2019/10/07/gustavo-micheletti_geminello-avi-apocalisse-capitalismo-oliver-hardy-yves-klein-gagarin-modugno/

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

L’Avvocato delle spie

Come mai il Presidente Conte non ha informato i suoi alleati dei contatti segreti con gli americani in Italia? Avrebbe potuto? Avrebbe dovuto? Il silenzio del Premier è forse l’elemento più inquietante di questa vicenda

By Lucia Annunziata – 03/10/2019

 

È accaduto tutto così velocemente che ancora non tutto è chiaro. Il passaggio in 20 giorni da una coalizione orientata a destra, a un’altra di un colore opposto, è stato un tale cambio, e talmente improvviso, da non aver ancora sedimentato tutte le risposte sulle sue radici e ragioni – perché si è sgretolato il potere di Salvini proprio al suo culmine? Cosa ha rotto l’unità del governo? Come mai è sopravvissuto alla crisi della sua coalizione Giuseppe Conte, arrivando a guidarne una seconda di segno opposto? Le risposte sono tante e vanno dalle più fantasiose e oscure (doppi e tripli complotti) alle più politologiche, passando per l’inevitabile visita al sofà degli psicanalisti.

Le rivelazioni del New York Times e del Washington Post sulle visite e gli incontri segreti avuti nel nostro Paese dagli alti rappresentanti dell’amministrazione Trump con rappresentanti dell’Intelligence italiana aggiungono ora altre domande, molto più inquietanti: come mai il Presidente Conte non ha informato nessuno di questi contatti con gli americani e della loro missione in Italia? Avrebbe potuto? Avrebbe dovuto? O la sua è stata una opaca manovra, che ha in qualche modo interferito sul corso stesso della crisi e della sua composizione?

Conte dovrà ora rispondere a queste e ad altre domande davanti al Copasir, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che lo ha convocato. Dopo questa audizione, il Premier risponderà poi anche pubblicamente, come  lui stesso ha annunciato in queste ore.

Ma basta rimettere in fila gli avvenimenti che hanno portato all’avvitarsi di questa crisi per nutrire più di un dubbio, se non un sospetto, sulla segretezza con cui questi contatti fra Palazzo Chigi e gli americani sono stati protetti.

Dal calendario, infatti, risulta evidente, come si diceva, che la crisi si avvita in maniera velocissima, in primavera, e che a un certo punto incrocia vari appuntamenti.

Prendendo a misura i rapporti di Salvini con la Russia, possiamo risalire al 15/16 luglio del 2018, il viaggio a Mosca per i mondiali di calcio del leader leghista. Il 17/18 ottobre del 2018 va di nuovo in Russia. Son i giorni anche del famoso incontro all’Hotel Metropol di suoi collaboratori con tre russi per un presunto finanziamento di 65 milioni

 

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https://www.huffingtonpost.it/entry/lavvocato-delle-spie_it_5d965102e4b0f5bf797180a6

 

 

 

 

 

 

Link Campus University: Tempesta in arrivo dagli USA sull’Italia di Renzi

 

Pubblicato il 29/07/2019 da Stefano Alì

 

Dagli USA arrivano venti di tempesta. Link Campus University e i Governi italiani di Renzi e Gentiloni colpiti in pieno dallo “Spygate”.

 

In USA le indagini sullo “Spygate” vanno avanti. Travolgono in pieno i Governi Renzi e Gentiloni, oltre alla Link Campus University di Vincenzo Scotti, ma la nostra stampa non pare accorgersene.

Utilizzo documenti ufficiali, come al solito.

In USA vanno avanti le indagini sul tentativo di inquinamento della campagna elettorale di Trump del 2016.

Si tratta di un inquinamento operato con il concorso e la complicità di Governi stranieri, fra cui l’Italia.

Anzi, è proprio dall’Italia che è partito tutto ed è proprio a Roma dove tutto si incrocia: la Link Campus University di Vincenzo Scotti.

La lettera di Davin Nunes: Link Campus University per 11 volte

Partiamo da un documento ufficiale: La lettera che Davin Nunes, membro della Camera dei Rappresentati americana ha scritto il 3 maggio 2019.

La lettera è inviata a FBI, CIA, Segretario di Stato e al Direttore dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale americana. Si chiede la desecretazione di ogni atto relativo al misterioso prof. Joseph Mifsud.

Eccola

La Link Campus University di Scotti è citata 11 volte in 7 pagine.

L’audizione di Mueller

Lo scorso 24 Luglio Robert Mueller è stato ascoltato dalle Commissioni Giustizia e Intelligence della Camera.

La sua deposizione è stata goffa, impacciata e incerta persino per la CNN (di certo non tenera con Trump).

Di seguito lo stralcio della deposisione in cui James Jordan lo interroga su Joseph Mifsud (grazie a Matteo di FriendsM5S.com per i sottotitoli)

VIDE INTERESSANTE QUI: http://ilcappellopensatore.it/wp-content/uploads/2019/07/Audizione-Mueller-Jordan.mp4?_=1

Chi è Joseph Mifsud? E cosa c’entra la Link Campus University?

Le linee di indagine

Prima di andare avanti dobbiamo chiare di cosa si parla.

Ciò che divenne noto come il “Russiagate” e poi “Spygate” è costituito, in realtà, da diverse linee di indagine che si sommarono poi nell’unica “Crossfire Hurricane” (Uragano a fuoco incrociato).

Si tratta di:

“Rapporto Steele”

Violazione dei server del Partito Democratico (DNC e DCCC)

Pubblicazione delle email di Hillary Clinton da parte di Wikileaks

Link Campus University: Joseph Mifsud entra in contatto con un giovane collaboratore della campagna Trump (George Papadopoulos) perché ha “materiale sporco” sulla Clinton

Proprio su questo coacervo ha indagato Robert Mueller ed è proprio tutta questa materia l’oggetto del “Rapporto Mueller” depositato nell’Aprile del 2019.

E poi c’è il “corollario”: la “vicenda Occhionero”, di cui ho già parlato in altro articolo.

Vediamoli in breve uno per uno

Rapporto Steele

Neppure i Repubblicani NeoCons volevano Donald Trump.

Così “The Washington Free Beacon“, un sito conservatore di giornalismo

 

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http://ilcappellopensatore.it/2019/07/link-campus-university-tempesta-in-arrivo-dagli-usa-sullitalia-di-renzi/

 

 

 

 

ECONOMIA

Quanto ci è costata Alitalia?

Tra aumenti di capitali, prestiti e cassa integrazione, la somma spesa dallo stato per permettere all’ex compagnia di bandiera di continuare a volare ammonta a diversi miliardi di euro

di Riccardo Saporiti – 11 10, 2019

A voler esser pignoli, 9 miliardi e 758 milioni. È questo l’ammontare degli assegni che lo stato italiano ha staccato negli ultimi 45 anni per consentire ad Alitalia di continuare a volare sui cieli del mondo. Mentre si avvicina la scadenza del 15 ottobre, entro la quale Ferrovie dello stato devono presentare un’offerta vincolante, Wired ha tentato di ricostruire quanto è costata la compagnia alla collettività dei contribuenti. Ecco, nel dettaglio, come è andata:

 

 

Come si può vedere, le somme erogate sono aumentate considerevolmente negli ultimi anni. Il record è del 2008, quando il governo spese oltre 1,1 miliardi di euro. Una somma legata all’inizio della gestione commissariale, che vide lo stanziamento di 300 milioni per il famoso prestito ponte (allora si disse che era finalizzato

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https://www.wired.it/attualita/politica/2019/10/11/alitalia-costo-contribuenti-italiani/

 

 

 

 

 

 

 

BAGNAI: Chi ci restituirà i 400 miliardi che abbiamo perso per aver seguito le regole europee?

Maurizio Blondet  10 Ottobre 2019

Ottimo intervento di Alberto Bagnai in Senato sul Nadef.

Siamo ancora, come PIL, al di sotto dei livelli dei redditi del 2007, e l’Italia ha perso dal 2011 400 miliardi di PIL rispetto quello che avremmo avuto se non fossero andati al governo “Quelli Bravi”, quelli che “Seguono le Regole”.

Le regole europee sono sbagliate, ma a questo punto non basta

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https://www.maurizioblondet.it/bagnai-chi-ci-restituira-i-400-miliardi-che-abbiamo-perso-per-aver-seguito-le-regole-europee/

 

 

 

 

 

 

 

 

“Gli italiani, che erano una grande potenza di produzione automobilistica, sono stati assolutamente distrutti dall’euro, come previsto dai tedeschi”,

Maurizio Blondet  8 Ottobre 2019

Boris Johnson: The EU wants a superstate, just as Hitler did

 

L ‘Unione Europea sta perseguendo un obiettivo simile a Hitler nel tentativo di creare un potente superstato, afferma Boris Johnson.

In una drammatica intervista con il Telegraph, avverte che mentre i burocrati a Bruxelles usano “metodi diversi” dal dittatore nazista, condividono l’obiettivo di unificare l’Europa sotto un’unica “autorità”.

Ma i fallimenti “disastrosi” dell’UE hanno alimentato le tensioni tra gli Stati membri e hanno permesso alla Germania di crescere al potere, “prendere il controllo” dell’economia italiana e “distruggere” la Grecia, avverte.

M R Johnson invoca la sfida di Winston Churchill ai tempi

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https://www.maurizioblondet.it/gli-italiani-che-erano-una-grande-potenza-di-produzione-automobilistica-sono-stati-assolutamente-distrutti-dalleuro-come-previsto-dai-tedeschi/

 

 

 

 

 

 

 

Arriva una Rivoluzione nell’investimento Immobiliare

08/10/2019 Massimo Bordin

Da anni, molti investitori hanno abbandonato l’immobiliare come investimento preferito. In Italia, soprattutto al nord, il prezzo delle case era enormemente salito perchè gli industrialotti, i liberi professionisti e gli artigiani “in nero” avevano bisogno di parcheggiare l’enorme liquidità a loro disposizione in un investimento sicuro. Cosa c’era di meglio dell’immobiliare?

L’immobiliare garantiva un costante flusso di cassa, grazee agli affitti, si lasciava facilmente in eredità a figli e e nipoti grazie ad una legislazione accomodante sulle successioni, ma, soprattutto, consentiva un surplus al momento della vendita, dato che una volta cresceva tutto, in qualsiasi parte d’Italia ed in modo consistente.

Poi anche per i palazzinari sono arrivati ai primi dolori di pancia: tasse più alte sulle seconde case, italiani che rinunciano a metter su famiglia, crisi internazionali legate proprio all’immobiliare dei mutui subprime in America.

Tranne qualche lodevole eccezione (Milano dopo l’expò internazionale, ad esempio), da allora il mercato immobiliare in Italia non si è più davvero ripreso. Chi ha comprato nel 2007-2008 lo ha fatto sui massimi e quel livello non è più stato raggiunto.

Io stesso, su questo sito, ho più volte analizzato il fenomeno dell’investimento in immobili con moderato pessimismo, ma ora forse qualcosa sta cambiando. All’estero di sicuro, e piano piano anche qui.

Di che si tratta?

L’immobiliare sta per sposare il proptech, parola terribile che mutua il ben più famoso fintech. Anche nel comparto compravendita di case e appartamenti stanno per arrivare nuove piattaforme digitali, esattamente come nel “fintech” che mette assieme la finanza con la tecnologia. Il proptech è la proprietà immobiliare digitalizzata.

Già da subito abbiamo (all’estero) un esempio clamoroso di proptech, e cioè le agenzie immobiliari ISTANTBUYER, che consentono di eliminare il più grave problema del mercato: il fattore tempo.

Com’è noto, infatti, il problema che oggi preclude a molti

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http://micidial.it/2019/10/arriva-una-rivoluzione-nellinvestimento-immobiliare/

 

 

 

 

 

 

 

La valutazione delle multinazionali in una sola immagine

09/10/2019 Massimo Bordin

In miliardi di dollari, questa infografica ci mostra le società multinazionali che valgono di più nel 2019.

Non ci vuole la vista di un’aquila reale per capire che Apple, Google e Microsoft sono sul podio in solitaria, tampinate a breve distanza da Amazon.

Meno intuitivo, invece, cogliere bene i colori che l’infografica ci offre.

I colori azzurri, infatti, con tutte le sfumature del caso

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http://micidial.it/2019/10/la-valutazione-delle-multinazionali-in-una-sola-immagine/

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI

IL VECCHIO AMORE DI Cassa Depositi e Prestiti PER PARIGI ADESSO METTE A RISCHIO 75 MILIONI

TRA IL 2012 E IL 2016, GESTIONE COSTAMAGNA, FII E CASSA PUNTANO SU SOFINNOVA, SCATENANDO POLEMICHE DA PARTE DI CHI CHIEDEVA TUTELA PER IL MADE IN ITALY. ORA IL VENTURE CAPITAL FRANCESE SI SCOPRE VITTIMA DEL FALLIMENTO DI UNA SOCIETÀ AMERICANA

Claudio Antonelli per “la Verità” – 10 OTT 2019 18:50

 

 

Cassa depositi e prestiti investe, per dirla in parole povere, i soldi dei pensionati italiani. Uno dei motivi principali per cui chi la guida deve sempre stare attento a non farsi tirare troppo per la giacchetta. I politici vorrebbero risolvere tutti i problemi dell’Italia con i soldi degli italiani. Non a caso i 5 stelle volevano usare Cdp per salvare Alitalia, creare la banca del Mezzogiorno o altre attività ad altissimo rischio. Così potenzialmente distruttive che qualcuno si è messo di mezzo per evitare il peggio. Ad esempio le fondazioni bancarie. Il problema è che purtroppo non va bene nemmeno il contrario. La politica non può dirsi totalmente disinteressata a Cdp perché si finirebbe con il correre rischi opposti, lasciando ai vertici decisioni autonome. E svincolate da strategie che devono essere necessariamente di visione nazionale.

 

È il caso di un maxinvestimento avviato nel 2012, finalizzato nel 2016 e bissato (sebbene su una piattaforma diversa) a febbraio 2018 dalla Cdp guidata da Claudio Costamagna. In tutto 75 milioni finiti al fondo francese Sofinnova. Alla fine del 2012 il Fondo italiano di investimento e Cdp lanciano diversi veicoli di venture capital che puntano le prime fiches sulla più importante società di venture capital europea con sede a Parigi. Prima un blocco da 15 milioni poi un secondo da 20.

 

La scelta è gestita da Fii, ma le polemiche arrivano fino a via Goito. Perché aiutare Parigi quando le nostre aziende hanno una grande necessità di finanziamenti? A ottobre del 2017 i rapporti tra Cdp e Sofinnova finiscono nel mirino di Assobiotec, l’associazione che riunisce le imprese che fanno biotecnologia. Sostanzialmente si chiedevano

 

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https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/vecchio-amore-cdp-parigi-adesso-mette-rischio-75-milioni-216000.htm

 

 

 

 

 

TASSE, DEBITI E GRANDi USURAI

di Dalmazio Frau09 ottobre 2019

 

Marinus Van Reymerswaele, 1539

 

Il tema del denaro, del suo uso e del suo abuso, ovvero di quel male che Dante condannava ai gironi infernali per gli avari e che molto dopo Ezra Pound attribuisce invece agli usurai, facendo parte della storia dell’umanità lo ritroviamo spesso ritratto in dipinti del XV e del XVI secolo in area fiamminga.

Ne ricorderò due, forse i più noti anche a coloro che solitamente evitano l’arte, che sono simili e realizzati a pochi decenni di distanza l’uno dall’altro e hanno il medesimo soggetto. Il primo è di Quentin Metsys, s’intitola Il cambiavalute e sua moglie, ed è un olio su tavola risalente al 1514, oggi custodito al Louvre di Parigi. Il secondo, che reca il medesimo titolo, è invece di Marinus Van Reymerswaele, anch’esso un olio su tavola, ma è del 1539 ed è esposto al Museo del Prado a Madrid.

Entrambe le scene rappresentate sono simili, e probabilmente lo sono da secoli. Ovunque sul tavolo sono sparse monete, calibri, pesi, scarselle e vari oggetti d’uso comune che però denotano lo status di ricchi borghesi dei due coniugi. È il momento storico in cui in Europa, alla nobiltà feudale va sempre più sostituendosi la ricchezza mercantile e dunque la grassa borghesia sta scalzando l’aristocrazia dai centri di potere. Questi dipinti, così come tutti gli altri dello stesso tipo, sono la denuncia dell’epoca contro l’avidità di speculatori, di banchieri, d’usurai e di esattori delle tasse.

Sono trascorsi cinquecento anni circa e, mutata la società, questo

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http://opinione.it/economia/2019/10/09/dalmazio-frau_denaro-abuso-dante-avari-ezra-pound-usurai-area-fiamminga-louvre-parigi-museo-prado-madrid/

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

La lezione di Nino Di Matteo, il pm che scalò un’altra montagna

 

 

Pubblicato: 09 Ottobre 2019 di Saverio Lodato

Lavorare paga.
Parlar chiaro paga.
Non scendere a compromessi deteriori, non iscriversi alle parrocchiette di regime, non soccombere quando la valanga degli insulti e dell’invidia sembra sopraffarti, non barattare la ricerca della verità di quanto accadde con il piattino delle frasi fatte, della retorica insulsa e melensa sulla lotta alla mafia, alla fine, anche se molto alla fine, paga.
Anche andare in televisione, mettendoci la faccia, se non ci sono altri mezzi per fare sapere all’opinione pubblica come stanno davvero le cose, paga.
Ci sono ancora magistrati in magistratura.
E ce ne stanno più di quanti non si fosse portati a credere.
Ci sono anche tanti magistrati giovani, che non avranno già acquisito il callo del mestiere ma, di sicuro, sono armati di valori di pulizia, di una concezione rigorosa della loro funzione, della voglia, anche attraverso il loro contributo, di cambiare il Paese. Una presenza confortevole per gli italiani per bene. Come si è giunti a questo punto?
Si era tornati a votare all’indomani di uno scandalo Csm che aveva gettato nel precipizio l’immagine dei giudici di fronte agli italiani.
Roba da basso condominio, più che da basso impero.
Roba che aveva visto manutengoli, laici o in toga che fossero, spartirsi tutto lo spartibile.
Roba, insomma, che richiedeva uno scatto d’orgoglio forte, pena un lento, quanto inesorabile, declino.
E proprio qui, mesi fa, esprimemmo la nostra convinzione intitolandola: “Magistrati insorgete!”. E’ quanto è accaduto.
E ora parliamo un po’ di Nino Di Matteo, eletto qualche ora fa al CSM.
Di Matteo, diciamolo, stupisce sempre tutti: avversari, nemici giurati, e simpatizzanti, per questa sua determinazione ferrea ad andarsi a scegliere e intraprendere cause difficili, ostiche, impopolari, al limite dell’impossibile. Sarà divertente, sia detto per inciso, leggere nei prossimi giorni i commenti dei suoi nemici giurati.
Nino Di Matteo, dopo quasi un trentennio di vita blindata, si è

 

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http://www.antimafiaduemila.com/rubriche/saverio-lodato/76074-la-lezione-di-nino-di-matteo-il-pm-che-scalo-un-altra-montagna.html

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Migranti, il ricatto di Erdogan, Marco Travaglio: “Italia rischia meno di Germania e Visegrad”

 

10/10/2019

 

VIDEO QUI: https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/migranti-il-ricatto-di-erdogan-marco-travaglio-italia-rischia-meno-di-germania-e-visegrad-10-10-2019-286830

 

 

Il presidente turco Erdogan ha minacciato di far invadere l’Europa da migranti in caso di ostilità alla sua operazione bellica in Siria: “L’Italia rischia meno di Germania e paesi di Visegrad.

 

La Merkel aveva costretto la UE a pagare un pizzo alla Turchia per non far arrivare profughi. Emigrazione è un dramma ma anche una grande occasione di ricatto per paesi come Turchia e Africa per la l’Europa che deve solo cedere”

https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/migranti-il-ricatto-di-erdogan-marco-travaglio-italia-rischia-meno-di-germania-e-visegrad-10-10-2019-286830

 

 

 

 

 

Conte: «Il ricatto di Erdogan sui rifugiati è inaccettabile». Di Maio convoca l’ambasciatore

L’Italia convoca l’ambasciatore turco per esprimergli la più ferma condanna per l’attacco contro i curdi siriani e definisce «inaccettabili» le minacce di Ankara sui profughi. Il premier Giuseppe Conte non usa mezzi termini: le parole del presidente Recep Tayyip Erdogan, pronto a spedire in Europa oltre tre milioni e mezzo di profughi se Bruxelles si metterà di traverso, sono un vero e proprio «ricatto». E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio chiama alla Farnesina l’ambasciatore a Roma spiegando che l’Italia «non può voltarsi dall’altra parte» di fronte a «quel che sta accadendo in Siria».

Turchia, Erdogan minaccia l’Ue: «Vi mandiamo milioni di profughi». Ira Conte e Di Maio

Turchia, raid in Siria. L’Onu: 60.000 in fuga. Colpi di mortaio curdi fanno 4 morti. Erdogan avvisa l’Ue sui profughi

 

Entrambi poi invocano il solito convitato di pietra: l’Europa. Che, dice Conte, deve parlare con una voce sola e, secondo Di Maio, porsi come mediatrice. «Non possiamo accettare che ci possa essere un ricatto tra l’accoglienza fornita dalla Turchia» ai rifugiati, «meritevole ma con fondi europei, e l’offensiva in Siria», ha detto Conte. Aggiungendo: «L’Ue deve muoversi con una sola voce, non è accettabile questa iniziativa unilaterale, rischia di esser controproducente, di destabilizzare

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https://www.ilmessaggero.it/video/siria_di_maio_offensiva_turca_inacettabile_la_condanniamo_chiediamo_cessate_fuoco-4789078.html

 

 

 

 

 

LA LINGUA SALVATA

Manipolare

ma-ni-po-là-re (io ma-nì-po-lo)

Impastare, modellare; alterare, rielaborare, rimaneggiare; influenzare, condizionare

da manipolo, con probabile influsso di mano.

Se ci immaginiamo il ‘manipolare qualcuno’ quale esito figurato di azioni come manipolare l’argilla, e quindi come un’azione che plasma, siamo un pochino fuori strada. Anche in questo caso la via più breve non è quella giusta, e la tappa intermedia più accreditata è sorprendente.

Non ci stupiamo a leggere che il termine ‘manipolo’ ci parla di una manciata: è una voce dotta recuperata dal latino manipulus, un composto di manus e del tema del verbo ricostruito (cioè con tutta probabilità esistito ma non attestato) plère ‘riempire’. Una ‘mano piena’, anzi una quantità che riempie una mano — non un sacco, non una briciola. Ora, nel latino medievale usato da medici e farmacisti questo manipulus ha acquisito un significato molto preciso: sempre una manciata, ma una manciata esatta (quasi un’unità di misura) di erbe medicinali da lavorare. Quindi il manipolare ci parla di un’azione che è più da farmacista o da alchimista piuttosto che da scultore.

Ma non è una derivazione pulita (anzi i più dotti notano molti punti di sbavatura): come avviene nel nostro lessico mentale, che ci fa subito immaginare il manipolare come un maneggiare, lavorare maneggiando e plasmando coi pollici, sul significato originale del manipolare ha subito pesato il termine mano (siamo negli ultimi anni del Seicento). Non è rimasto un ‘lavorare i manipoli di erbe’, ma ci ha aggiunto il profilo di un modellare, un impastare — e allora manipolo la cera per scaldarla e sigillarci un collo di bottiglia, manipolo il pongo per foggiare il tuo viso (più o meno), e la pasta frolla va manipolata il meno possibile.

In un alveo etimologico davvero simile a quello che porta il verbo fingere dal plasmare originario al simulare finale, il manipolare prende presto i significati di alterare, rielaborare, contraffare con

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https://unaparolaalgiorno.it/significato/manipolare

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

La versione di Erdogan

10/10/2019 Massimo Bordin

Ci sono approfondimenti talmente contrari al comune sentire che scontentano tutti: destra, sinistra, moderati, massimalisti, patrioti, nazionalisti, sovranisti ed iperliberisti. Ebbene, l’approfondimento che segue appartiene proprio alla categoria degli “inaccettabili”. Tuttavia, come diceva Franz Kafka, bisogna anche sforzarsi di leggere testi che sono un pugno nello stomaco. Se vi siete abituati a leggere solo le informazioni che vengono dai media tradizionali, sconsiglio dunque la lettura di quel che segue.

Da appassionato di storia, ho sempre nutrito una certa simpatia per le cause separatiste. Che si tratti della causa basca o catalana in Spagna, di quella irlandese nel Nord dell’isola o di quella del Donbass in Ucraina, a mio modo di vedere le comunità hanno il diritto di autodeterminarsi. Ci sono molte importanti eccezioni, però, perché in alcuni casi il separatismo è solo anticamera di guerre civili, e quelle che a prima vista possono sembrare cause separatiste, nascondono lotte di potere interne alle comunità, oppure torbide relazioni con paesi del tutto estranei. Il caso della Cecenia è in tal senso illuminante: non si trattò affatto di guerre per l’autodeterminazione del popolo ceceno, ma di una guerra civile sponsorizzata. Dunque, i distinguo servono eccome, altrimenti si rischia di non capirci nulla e di fare, come si suol dire, di tutta l’erba un fascio.

In queste ore il presidente turco Erdogan ha ordinato un’operazione militare nel nord della Siria al fine di annullare l’operatività dei militanti curdi. Erdogan maschera questo intervento con la solita manfrina della lotta al terrorismo. Questo tema (il terrorismo), viene usato da tutti, senza eccezioni, per reprimere gli oppositori internazionali. I Bush contro Iraq e Afghanistan, Sarkozy contro la Libia, Umberto I e Bava Beccaris contro i manifestanti a Milano, l’austriaco Checco Beppe contro i serbi e giù giù fino a Metternich contro Mazzini. Dunque, l’argomentazione di Erdogan non regge così come non reggevano quelle di Obama, di Clinton e financo di James Brooke contro Sandokan. C’è però almeno un aspetto per il quale faccio seriamente fatica a criticare l’intervento di Erdogan. Ed è la consapevolezza che il Medioriente è la POLVERIERA del mondo.

I turchi hanno dominato, amministrato e costruito infrastrutture in Medioriente per più di 500 anni di storia moderna. Le aree confinanti con l’attuale Turchia erano dentro la Turchia stessa (alias Impero Ottomano) fino al 1922 e lo erano per l’appunto, da oltre mezzo millennio. Gli stati mediorientali attuali: Siria, Libano, Israele, Giordania, Arabia Saudita sono un’invenzione geometrica anglofrancese, realizzata a tavolino dopo la Prima guerra mondiale attraverso il trattato Sykes-Picot. Quel trattato ha conferito potere alla tribù più retriva dell’area, i wahabiti (oggi “sauditi”) ed è una divisione

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http://micidial.it/2019/10/la-versione-di-erdogan/

 

 

 

 

L’accord secret sur la question kurde

RÉSEAU VOLTAIRE | 8 OCTOBRE 2019

L’opération turque à la frontière syrienne a débuté dès l’annonce du soudain retrait des troupes d’occupation états-uniennes.

Rappelons qu’en 1998, le président Hafez el-Assad avait accordé aux Turcs le droit de poursuivre dans cette bande de 30 kilomètres de profondeur les artilleurs du PKK qui les menaçaient.

La presse présente l’opération d’Ankara comme comportant le risque d’un massacre des Kurdes en général, oubliant que de nombreux Kurdes occupent des fonctions importantes dans l’appareil d’État turc.

Surtout elle ne présente que la version US de l’affrontement entre le président Trump (partisan du retrait US) et certains officiels du Pentagone (partisans de la continuation de la guerre). C’est pourquoi elle insiste sur le sort des mercenaires kurdes qui travaillaient pour le Pentagone contre la Syrie.

Un élément est systématiquement occulté : le 16 septembre

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https://www.voltairenet.org/article207820.html

 

 

 

POLITICA

Logica dell’estinzione

 

DI ANDREA ZHOK – 9 ottobre 2019

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Da ieri il taglio dei parlamentari è legge. Grida di giubilo per l’ottenimento di un traguardo lungamente agognato e finalmente raggiunto.

La logica che ha portato al gaudio di ieri affonda le sue radici in un processo di lungo periodo, che val la pena di ricordare.

A partire dagli anni ’80 la crescente propaganda liberale e liberista (sono gli anni dell’edonismo reaganiano) ha spiegato a tutti, su ogni canale, come la politica fosse per sua natura un impedimento, una sorgente di spreco, di lacci e lacciuoli, di corruzione, di inefficienza, una forma di esistenza parassitaria e inutile, rispetto a cui la ricerca competitiva del massimo profitto rappresentava invece una forma di vita nobile, pulita (la “società civile”) ed efficiente.

Al tempo stesso, all’insegna della modernizzazione e dell’efficienza la sfera delle decisioni nelle mani del ceto politico ha cominciato a venire ridotta con costanza, mentre simultaneamente la necessità di venire a patti con le esigenze del capitale è parimenti cresciuta.

L’ambito di competenze dello Stato si riduceva, attraverso privatizzazioni ed esternalizzazioni guidate da una promessa di maggiore efficienza.

L’apertura illimitata dell’economia al condizionamento dei mercati finanziari internazionali (1982, separazione Tesoro-Bankitalia) e la sottoscrizione dei vincoli europei (1992, Trattato di Maastricht) hanno ulteriormente limitato le capacità operative della politica.

Simultaneamente, di fronte alle richieste popolari sempre più pressanti ed esasperate alla classe politica di ‘fare qualcosa’, i politici si sono trovati a dover confidare sempre di più sulle risorse del privato: come finanziamenti diretti (campagne elettorali, ecc.), come visibilità sui media privati, come ‘collaborazioni virtuose’ pubblico-privato, da brandire come successi gestionali, anche se le regole venivano oramai dettate dal privato.

La sfera politica si è trovata dunque chiusa dall’efficace strategia liberista tra l’incudine di un discredito personale crescente (la politica come paradigma di corruzione ed inefficienza), e il martello di una capacità operativa sempre più ridotta, a fronte di richieste tumultuose da parte del ‘demos’, che scopriva sempre di più come il proprio voto fosse oramai un atto rituale privo di effetti.

In tutto questo processo la qualità stessa del ceto politico doveva necessariamente deteriorarsi. Una politica che appariva screditata sul piano della propaganda, e concretamente impotente a far fronte alle richieste popolari, tende ad essere una carriera ambita principalmente per soggetti per cui apparire screditati e superflui non rappresenta una novità.

E così, infine, è arrivata al governo nell’ultimo decennio la generazione di quelli che sono vissuti per tutta la vita all’interno di questa bolla liberista, introiettandone i valori fino a pensare siano idee proprie.

Per quest’ultimi, coerentemente con quanto hanno bevuto col latte materno, l’unico modo di qualificare la politica è di ridurne il perimetro, giacché è senso comune che i rappresentanti politici siano, appunto, latori di sprechi, corruttela ed inefficienza. Da brave mosche cocchiere del capitale, i nostri giovani eroi pensano sia ovvio che riqualificare la politica significhi togliere di mezzo un po’ di inutili peones. D’altro canto, come dargli torto? Loro sanno meglio di chiunque altro quanto accidentale sia la propria posizione di potere, quanto miracolose e contingenti le ragioni che li hanno condotti al potere. E dunque, con perfetta buona coscienza, non possono che trarne le conseguenze: meno politici vengono eletti, meno implausibili parvenu avremo in circolazione, e tanto meglio staremo tutti.

Intanto, silenziosamente, il cappio liberal-liberista continua a stringersi telecomandando la classe politica al governo. Ceti politici incapaci di migliorare la vita delle persone cercano di darsi un tono esercitandosi nel suicidio assistito della democrazia.

Dopo aver privatizzato il finanziamento della politica negli anni passati, ora passano a rendere più difficile per la popolazione di ottenere una rappresentanza parlamentare, rendendo con ciò i candidati futuri ancora più dipendenti da finanziamenti privati per scalare la politica nazionale.

E la cosa più stupefacente è che questo processo di costante riduzione del peso e significato della politica democratica, a tutto favore dell’influenza del capitale privato, viene venduto dalle forze di ‘sinistra’ come un progresso che viene incontro agli ‘interessi del popolo’. E’ un fenomeno davvero interessante che sono certo verrà studiato nei libri di storia futuri, dove studiosi perplessi si chiederanno quale convergenza di ignavia e schietta imbecillità abbia potuto guidare le classi dirigenti di un paese democratico a sterminare la rappresentanza democratica, gabellandola per trionfo della democrazia.

https://www.facebook.com/andrea.zhok.5/posts/1333311563516906

 

 

 

 

Il cinismo della disperazione: Di Maio svuota la democrazia

Scritto il 11/10/19

 

Lo scellerato auto-affondamento del Parlamento, voluto da un Di Maio ridotto alla disperazione, produrrà danni incalcolabili al sistema democratico italiano. Prossimo colpo, magari: il divieto di cambiare casacca, riducendo il parlamentare a burattino. La primogenitura dell’attacco alla rappresentanza popolare «va molto più in là del governo gialloverde». Secondo Federico Ferraù «arriva fino ai “politici ladri” degli anni di Tangentopoli, passando per la “casta”, indimenticata bandiera antipolitica che tanto senso comune ha prodotto negli anni novanta e duemila». Gioele Magaldi va ancora più indietro: evoca il Piano di Rinascita Democratica della P2 e, prima ancora, il “dimagrimento” delle Camere voluto da Mussolini. «Ovvio: se i parlamentari sono pochi, il potere oligarchico nemico della democrazia li controlla più facilmente». Secondo il professor Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano, è penoso lo spettacolo dei parlamentari che corrono a decurtare le proprie file: «Siamo al cinismo della disperazione», all’autoliquidazione di chi non è più classe politica e pertanto non ha più ragione di esistere. Perché mantenerlo in vita, un Parlamento, se è solo un peso?

Ci rimette anche la Lega, rimasta «imbottigliata per una anno e mezzo sullo scambio tra autonomia differenziata e riduzione del numero dei parlamentari». Già, l’autonomia per il Nord-Est: «Per mesi è stata avvolta da una nebbia fittissima», e oggi «non se ne vede nemmeno l’ombra». Innanzitutto, osserva Mangia nella sua analisi offerta a Ferraù sul “Sussidiario”, si dovrebbe aver capito che il taglio dei parlamentari «è un modo per bloccare il funzionamento del sistema elettorale, rendere impossibili elezioni a breve e creare le premesse per un dialogo infinito sulla legge elettorale prossima ventura». Che dovrà essere infinito, «perché altrimenti questa situazione di democrazia sospesa, che permette di evitare le elezioni, finisce». E se Lega e Pd assecondano il populismo di Di Maio, a “vincere” è il Movimento 5 Stelle: «Il dato veramente incredibile è che i 5 Stelle siano riusciti, in momenti diversi, e per una serie di casi fortunati, a portare prima la Lega e poi il Pd su un progetto tanto inutile e pretestuoso rispetto agli obiettivi dichiarati». Di Maio parla di un risparmio di 100 milioni all’anno. «Appunto: roba che uno Stato

 

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https://www.libreidee.org/2019/10/il-cinismo-della-disperazione-di-maio-svuota-la-democrazia/

 

 

 

 

 

GRILLINI, FUORI I SOLDI! – UN PARLAMENTARE SU QUATTRO DEL M5S È FERMO CON LE RESTITUZIONI DA MARZO 2019.

ADDIRITTURA, C’È UNA CINQUANTINA DI IRRIDUCIBILI CHE NON SI TAGLIA LO STIPENDIO DALLA FINE DELLO SCORSO ANNO. ANCHE LE RENDICONTAZIONI (CONSULTABILI SULL’APPOSITO SITO INTERNET TIRENDICONTO.IT) VANNO IN ORDINE SPARSO…

Simone Canettieri per “il Messaggero”

11 OTT 2019 08:29

 

 

Un parlamentare su quattro del M5S è fermo con le restituzioni da marzo 2019. Addirittura, c’è una cinquantina di irriducibili che non si taglia lo stipendio – il minimo sono 2mila – dalla fine dello scorso anno. Anche le rendicontazioni – consultabili sull’apposito sito internet tirendiconto.it – vanno in ordine sparso. E restituiscono, è proprio il caso di dirlo, questa fotografia del cavallo di battaglia dei grillini: una totale deregulation. Con una quota di morosi che rischia – sulla carta – l’espulsione.

 

L’ultimo Restitution day è dello scorso maggio, prima delle Europee: circa di 2 milioni di euro al fondo per la povertà educativa infantile. Da quel momento – nonostante ci sia un gruzzolo di oltre 2,5 milioni di euro – gli iscritti di Rousseau non hanno ancora deciso a chi destinare l’ingente somma raccolta finora, seppur in molti facciano gli gnorri.

 

Tra il caos delle crisi di governo e la rivolta interna ai gruppi alcune nobili intenzioni sono bloccate. Come quella solenne presa da Luigi Di Maio lo scorso 27 luglio. Ecco cosa scrisse sui social: «In questi giorni di dolore per la tragica scomparsa del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, il MoVimento 5 Stelle vuole raccogliere l’appello dell’Arma e dare il suo contributo di solidarietà. Come sapete noi continuiamo a tagliarci gli stipendi, per questo chiederò agli iscritti di

 

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https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/grillini-fuori-soldi-parlamentare-quattro-m5s-fermo-216024.htm

 

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

Rottamazione auto e moto: nel decreto clima arriva ecobonus anche per le due ruote

Mercoledì 9 Ottobre 2019

 

Rottamazione, arriva l’eco-bonus anche quella dei motocicli e per gli scuolabus a basso impatto ambientale. L’ultima versione della bozza di decreto Clima, che passerà al vaglio del Consiglio dei ministri, cambia ancora aspetto; e oltre a essere più snella (scende da 14 a 11 articoli) rimette in campo gli inventivi per la vendita dei prodotti sfusi o alla spina, con una disposizione specifica denominata ‘green corner’.

Al netto però degli «ultimi ritocchi» – su cui il governo sta lavorando, così come riferito dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa – alcuni punti di sostanza vengono cancellati da questa nuova bozza. Come per esempio il Cipe che non sarà più luogo di armonizzazione delle politiche economiche in chiave ecologica, tant’è che salta il Comitato interministeriale ad hoc sui cambiamenti climatici; così come la legge biennale (collegata alla Manovra) dedicata al Clima. Non c’è più spazio neanche per il taglio progressivo dei sussidi ambientalmente dannosi (di cui però si ipotizza ancora un rientro in Legge di Bilancio; una misura che, con l’abbattimento inizialmente immaginato del 10%, vale circa 1,7 miliardi).

Mentre assume più sostanza la parte dedicata ai rifiuti e alle disposizioni per il superamento delle infrazioni europee in materia ambientale. Il provvedimento appare ora più schematico nella struttura degli argomenti; cosa che dovrebbe riuscire a renderlo maggiormente omogeneo alla stesura della prossima Manovra, e al ddl collegato sulla transizione ecologica. Sul punto Costa è stato chiaro: è «un percorso che inizia ed è condiviso da tutto il Governo». Le risorse per l’eco- rottamazione sono contenute in un Fondo chiamato ‘Programma sperimentale buono mobilità’, e hanno una dotazione totale di 255 milioni.

Il ‘buono mobilità’ è destinato ai cittadini residenti nei Comuni sotto procedura d’infrazione Ue per smog che, entro il 31 dicembre 2021, cambiano auto (fino ai modelli Euro3) o motocicli (fino alla classe Euro2 e Euro3 a due tempi); vale 1.500 euro per i primi e 500 euro per i secondi. Il buono – che non costituisce reddito imponibile – potrà

 

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https://www.ilmessaggero.it/economia/news/rottamazione_auto_decreto_clima_novita_moto-4786648.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Ue sui rischi del 5G: un attacco velato a Huawei

di Emanuele Scimia

L’Unione europea non minimizza il rischio associato all’uso del 5G, ma finora ha escluso la messa al bando di Huawei, il principale fornitore di questa tecnologia. Esperti: il vero problema nel lancio del 5G è la cornice giuridica cinese, che obbliga le società tecnologiche cinesi a cooperare con i servizi di intelligence di Pechino.

Bruxelles (AsiaNews) – In una valutazione del rischio associato all’utilizzo della tecnologia wireless di quinta generazione (5G), pubblicata il 9 ottobre, l’Unione europea non ha puntato direttamente il dito su Huawei, ma è chiaro che l’obiettivo della sua indagine è il colosso cinese delle telecomunicazioni. Il documento è stato redatto sull’onda delle preoccupazioni per i potenziali pericoli posti dall’uso dell’hardware 5G di Huawei nelle infrastrutture e nelle industrie chiave in Europa.
Nelle sue conclusioni la Commissione europea dichiara che le sfide alla sicurezza nello sviluppo e nell’uso dei sistemi 5G sono legati principalmente al “ruolo dei fornitori nella costruzione e gestione” di tali network. La Commissione inoltre sottolinea che Stati extra-Ue o attori sostenuti da un Paese non appartenente all’Unione – un eufemismo per Cina e Huawei – sono la minaccia più grave e plausibile per le reti europee 5G.
Entro la fine del 2019, la Ue dovrebbe concordare una serie di misure di “mitigazione” per affrontare i rischi identificati nel report.
Huawei è un leader mondiale nel 5G e fornisce già apparecchiature mobili per molte reti 4G nella Ue. Le infrastrutture 5G miglioreranno la connettività nell’ambito dell’economia digitale, in particolare in settori quali l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e i veicoli a guida autonoma.
Pressati dagli Stati Uniti, i Paesi membri della Ue stanno valutando l’opportunità di escludere le compagnie tecnologiche cinesi dalla costruzione della rete europea a banda larga 5G.
Gli Usa hanno ripetutamente minacciato di riconsiderare alleanze e partenariati

Continua qui: http://www.asianews.it/notizie-it/La-Ue-sui-rischi-del-5G:-un-attacco-velato-a-Huawei-48235.html

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