NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 1 OTTOBRE 2019
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
La Storia scrive. La Realtà è analfabeta.
GUIDO CERONETTI, L’occhio del barbagianni, Adelphi, 2014, pag. 59
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Precisazioni
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SOMMARIO
Ecco chi muove i fili di Greta Thunberg. 1
Boldrini: “Sessista chi critica Greta e Carola”. 1
Vie di fuga: come liberarsi dagli obblighi della propria cultura. 1
Scuola: un tema nelle mani di un gruppetto di “specialisti”?. 1
Soros con Greta: 25 milioni al Global Climate Strike. 1
Nuove norme sul diesel: costerà quanto la benzina. 1
Climat : le gouvernement totalement mobilisé contre… Greta Thunberg. 1
Ius soli
L’analfabetismo democratico di Di Maio. 1
La pernacchia di Casaleggio all’Onu e al Partito democratico. 1
CONTE BIS: STAVOLTA PARTONO RAPINANDOCI 1
Ci sono due ecologismi. Molto differenti tra loro.
Non c’è emergenza climatica
EVENTO CULTURALE
EDITORIALE
Manlio lo Presti 29 09 2018 RILETTURA: LA SITUAZIONE E’ PEGGIORATA
La puntata in data sabato 29 settembre 2018 in prima serata della televisione del canale globalista sorosiano LA7 “Più immigrati.
Più crimini” è un altro tentativo di parificare la criminalità italiana con quella degli immigrati.
VIDEO QUI: https://www.youtube.com/watch?v=2ZIOVf_f-dc
SI TRATTA DI UNA OPERAZIONE MEDIATICA CHE INTENDE GIUSTIFICARE LA VISITA DELL’ONU, dal momento che la ex-italia DEVE DIVENTARE LA SACCA RAZZIALE dell’Europa.
Affermare che gli italiani sono sterminatori e massacratori tanto quanto i cosiddetti immigrati è una operazione disinformativa e inesatta che lavora sui numeri assoluti e non sulle MEDIE PONDERATE per le quali 100.000 stupri rispetto a 60.000.000 di italiani è una percentuale microscopica; su 5.000.000 di immigrati e una percentuale alta!
NON PRENDIAMO IN GIRO IL POPOLO ITALIANO
OFFESO
RAGGIRATO
UMILIATO
OFFESO
STERMINATO
DEPOPOLATO
STERILIZZATO
SOSTITUITO DALLE RAZZE AFRICANE (1)
Siamo un popolo di venduti e vigliacchi trasformisti!
NOTA
1) Misteriosamente anche dai pachistani che sono lontani quanti i tibetani mentre i più vicini ucraini non arrivano perché non voterebbero Pd e i tibetani non sbarcano per non offendere la Cina!
IN EVIDENZA
Ecco chi muove i fili di Greta Thunberg
17 Marzo 2019 – Marco Navigli
L’esplosione del fenomeno Greta Thunberg ha lasciato attoniti gli osservatori più attenti che si domandano: chi muove i fili dietro la ragazzina svedese?
Cominciamo col spiegare chi è lei: Greta Thunberg, classe 2003, dal 20 agosto 2018 inizia la sua protesta di fronte il Parlamento di Stoccolma. Il suo slogan, scritto sul cartello che è solita tenere in mano, è: Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima). A completare il quadro c’è inoltre la Sindrome di Asperger, malattia di cui Greta Thunberg è vittima, molto simile all’autismo ma con effetti e complicazioni meno gravi.
Ebbene, com’è possibile che una ragazzina come molte altre, che porta avanti una battaglia perlopiù legittima, sia diventata in poco tempo un fenomeno globale?
Basiamoci sui fatti, cominciamo col dire che
Greta è figlia della celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. Sui social vanta una pagina facebook intorno ai 200.000 like.
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https://oltrelalinea.news/2019/03/17/ecco-chi-muove-i-fili-di-greta-thunberg/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Boldrini: “Sessista chi critica Greta e Carola”
30 Settembre 2019 – La Redazione
Laura Boldrini prende le difese di Greta Thunberg e Carola Rackete. Come riporta IlGiornale, Laura Boldrini è tornata e ripropone un suo vecchio pallino: il femminismo identitario. L’ex Presidente della Camera, ora passata al Partito democratico, ora ci spiega che chiunque osi criticare o mettere in discussione il fenomeno Greta Thunberg o l’operato della “capitana” Carola Rackete, è in realtà un maschio – ovviamente bianco ed eterosessuale – che non tollera il protagonismo delle donne ed è, dunque, un povero sessista.
Riprendendo sui social un articolo di Lorenzo Tosa (dal blog Generazione Antigone), Boldrini scrive: “Ora. A freddo. Sinceramente. Ma qualcuno crede davvero che attacchino Greta perché ha 16 anni, perché non è una climatologa, perché “c’è qualcuno dietro”? Credete sul serio che insultino Carola perché ha forzato un blocco navale con a bordo 42 migranti o “speronato” una nave della Guardia di finanza? Credete realmente che vomitino odio su Emma perché ha osato schierarsi contro Salvini? Che offendano Teresa per un vestito blu o un titolo di studio? Michela per il suo aspetto fisico? Laura perché… esiste?”.
Boldrini: vietato criticare Carola e Greta
È tutta colpa del sessismo dei maschi bianchi: “Quelli sono, tutt’al più, mezzi
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https://oltrelalinea.news/2019/09/30/boldrini-sessista-chi-critica-greta-e-carola/
CULTURA
Vie di fuga: come liberarsi dagli obblighi della propria cultura
di Giulia Bertotto – 20 Settembre 2019
Adriano Favole, antropologo e professore di antropologia culturale, ci conduce lungo “Vie di fuga” (UTET, 2018), facendoci compiere “otto passi per uscire dalla propria cultura”. Ricordiamo che la parola cultura deriva da colĕre, coltivare, ovvero fare di un terreno brado, un giardino nel quale abitare.
Quando siamo invitati a un matrimonio o ad un battesimo, quando ci ritroviamo a un funerale, o festeggiamo il compleanno che sancisce la maggiore età, stiamo rispondendo a degli obblighi socialmente imposti dalla nostra cultura. Si tratta di solito di riti di passaggio che accompagnano fasi cruciali della vita, come la nascita, l’iniziazione adulta e la morte, e che stabiliscono così un mutamento di ruolo del soggetto nella comunità. Spesso l’individuo deve superare una sorta di prova per essere ammesso al suo nuovo ruolo nella società, attraverso una prestazione simbolica e fisica accompagnata da una formula, cui seguono atti conviviali di pasti comuni e offerta di doni. Anche quando ad esempio celebriamo il passaggio ad un’altra stagione attraverso le ricorrenze religiose, eseguiamo queste consuetudini in modo naturale, senza rendercene conto, aderendo a delle forme rituali contemporanee. Queste pratiche fondano e tramandano modelli valoriali. Tuttavia, esse, mentre ci rendono coesi alla nostra cultura di appartenenza, ci spingono anche a conoscerne altre e ad andare incontro a diversi modi di vivere.
Ma cosa sono queste vie di fuga? E perché si dovrebbe cercare di “fuggire” dalla propria cultura?
Ed è possibile uscire dalla propria cultura? Le uscite dalla cultura sono quelle attività comportamentali e cognitive che non si incasellano nella produzione di regole e convenzioni, ma sospendono e trascendono o anche sovvertono, lo status quo. Possono esserlo uno spettacolo comico che utilizza la satira per “esplorare” con un altro
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Scuola: un tema nelle mani di un gruppetto di “specialisti”?
Ripubblichiamo di seguito la recensione di Lucio Russo al volume di Ernesto Galli Della Loggia, L’aula vuota. Come l’Italia ha distrutto la sua scuola. Il titolo con il quale pubblichiamo lo scritto è stato scelto dalla Redazione di Roars. Il testo è originariamente apparso su Anticitera. [NdR]
Il dibattito sulla scuola, che attrae di solito molta meno attenzione di quanto meriterebbe, si è arricchito di recente di questo interessante contributo di Ernesto Galli della Loggia, che è allo stesso tempo un saggio abbastanza documentato sulla storia della crisi della scuola italiana e un pamphlet in cui le idee dell’autore sul tema (ma anche sulla politica italiana e sulla cultura in generale) sono esposte con il consueto vigore.
Tra le tesi esposte in questo libro condivido innanzitutto l’affermazione del ruolo centrale svolto dalla scuola nella vita degli Stati in generale e, in particolare, nell’Italia postunitaria. Scrive Galli della Loggia (p.14):
[…] nei decenni successivi all’Unità, mentre l’analfabetismo veniva sia pur lentamente riducendosi, furono essenzialmente l’istruzione superiore e l’università a fornire alla giovane nazione le élite necessarie alla sua crescita. E fu così che, già dalla fine dell’Ottocento, l’Italia poté contare su ottimi ingegneri, matematici illustri, filologi, medici ed economisti di vaglia. Le prime reti moderne che si videro nella Penisola – quella ferroviaria e quella dell’elettricità – furono realizzate in larghissima misura da persone formatesi nella scuola italiana.
In questo brano sono implicitamente individuati due fini della scuola: l’elaborazione e trasmissione di competenze tecniche utili nel lavoro e la formazione delle élite. Galli della Loggia sottolinea però giustamente che la scuola deve innanzitutto e soprattutto avere un altro fine: preparare alla vita, dotando i giovani (tutti i giovani per i quali è possibile farlo) di una cultura generale che permetta loro di uscire dalla propria particolarità e di mettersi in relazione con il mondo passato e presente, con tutti i suoi pensieri, i suoi protagonisti e i suoi fatti, raggiungendo così una pienezza di vita altrimenti impossibile (p. 12).
Condivido pienamente anche il giudizio sull’attuale stato disastroso della scuola italiana. Credo che chiunque abbia avuto modo di confrontare le conoscenze di chi oggi arriva all’università con quelle degli studenti di alcuni decenni fa non possa non avere verificato un terribile regresso culturale. La scuola italiana non solo non è più in grado di formare le élite (credo che il livello dei dibattiti parlamentari lo mostri ampiamente), ma non assicura alla grande maggioranza di chi termina gli studi secondari né un minimo di alfabetizzazione scientifica né la capacità di inquadrare gli eventi nel tempo e nello spazio e neppure una ragionevole padronanza della madrelingua.
Di fronte a questo disastro, occorrerebbe che l’opinione pubblica, e in particolare gli intellettuali, dessero vita a un serio dibattito al fine di individuare possibili rimedi. Va quindi respinta con forza – ecco un’altra tesi importante del libro – l’idea, purtroppo oggi vincente, che l’argomento “scuola” sia di pertinenza esclusiva di un gruppetto di addetti ai lavori. Non esiste un tema di interesse più generale e meno specialistico della scelta degli strumenti culturali da trasmettere alle prossime generazioni (anche se, naturalmente, possono essere utili specialisti di pedagogia per decidere come farlo nel modo più efficiente).
Galli della Loggia descrive con efficacia la deriva burocratico-pedagogica che ha ridotto la scuola nelle miserevoli condizioni attuali. Già altri, in molte occasioni, hanno descritto l’insensatezza del crescente carico burocratico degli insegnanti e il linguaggio incomprensibile e insensato usato dai burocrati ministeriali, ma in questo libro si viene a conoscenza di esempi nuovi, che superano le già nere aspettative del lettore.
L’atto di accusa verso i pedagogisti, che in larga misura sono i diretti responsabili del disastro attuale, è, a mio parere, uno dei punti di forza del libro (oltre che, naturalmente, la principale causa delle previste stroncature provenienti dai diretti interessati). Galli della Loggia nota (a p. 41) come, abbandonato l’antico ancoraggio alla filosofia e racchiusa nella sua autonomia funzionalistica, la pedagogia abbia trovato sempre di più il suo senso e il suo scopo nell’affermare puntigliosamente l’imprescindibile necessità del proprio ruolo dovunque e comunque. Si può forse osservare che, più che abbandonare l’ancoraggio alla filosofia, la pedagogia attualmente dominante abbia reso implicita e probabilmente inconsapevole la sua visione filosofica, saldamente improntata (come nota lo stesso autore) al pragmatismo di matrice anglosassone. In ogni caso
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CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Soros con Greta: 25 milioni al Global Climate Strike
30 Settembre 2019 – La Redazione
George Soros è con Greta Thunberg. Almeno 22 dei gruppi di attivisti di sinistra partner nel Global Climate Strike hanno ricevuto $ 24.854.592 in finanziamenti dal miliardario liberista George Soros tra il 2000-2017 attraverso la sua Open Society Network, Joseph Vazquez ha riferito giovedì per il Media Research Center. A darne notizia è Breitbart. Sebbene apparentemente innescato dalle proteste della sedicenne Greta Thunberg, il Global Climate Strike porta fin dall’inizio le impronte indelebili di attivisti e finanzieri come liberal George Soros.
Soros è con Greta: ecco chi ha finanziato
Tra le organizzazioni che hanno ricevuto finanziamenti da Soros ci sono il Fund for Global Human Rights, Global Greengrants Fund, 350.org, Amnesty International, Avaaz, Color of Change, and People’s Action. Ognuno di questi gruppi ha programmi e obiettivi legati al clima che vanno dalla riduzione delle emissioni globali all’eliminazione di nuovi progetti di combustibili fossili e ad un “movimento verde per i diritti civili”. Altri importanti donatori includono il candidato alla presidenza democratica Tom Steyer NextGen America e il Sierra Club, che secondo quanto riferito ha ricevuto milioni dall’ex sindaco Michael Bloomberg.
Il gruppo 350.org, fondato da Bill McKibben nel 2008, ha combattuto contro il carbone in India e ha cercato di fermare il gasdotto Keystone XL negli Stati Uniti.
La lettera dei 500 scienziati contro Greta
Come riporta IlGiornale.it, nell’indifferenza generale 500 scienziati di tutto il mondo indirizzano al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, una lettera contro l’allarmismo climatico. Lanciata da Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aja, l’iniziativa è il risultato di una collaborazione tra scienziati e associazioni di 13 Paesi. Pubblicato
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https://oltrelalinea.news/2019/09/30/soros-con-greta-25-milioni-al-global-climate-strike/
GIUSTIZIA E NORME
Nuove norme sul diesel: costerà quanto la benzina
23 Settembre 2019
Il DL ambiente introduce una stangata sugli automobilisti da 2.25 miliardi: accise su diesel parificate a benzina, rincari su prezzi trasportati.
È una stangata da 2,25 miliardi quella che rischia di abbattersi sugli automobilisti italiani a partire dal prossimo anno. Lo denuncia il Codacons, evidenziando alcune norme contenute nel Decreto Ambiente. La bozza introduce, infatti, il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, tra cui quello che garantisce accise sul gasolio inferiori a quelle applicate alla benzina; potrebbe venire meno anche il rimborso in favore degli autotrasportatori di parte delle accise pagate. Una rivoluzione che, se introdotta, porterà il diesel a costare presso i distributori esattamente come la benzina, con un forte aggravio di spesa per i 17,3 milioni di italiani proprietari di auto diesel e un possibile aumento a cascata dei prezzi di una moltitudine di prodotti, trasportati su gomma su mezzi alimentati a gasolio. La nota stampa viene diffusa dall’agenzia Adnkronos.
In base alle elaborazioni Codacons, la parificazione di accise tra benzina e diesel determinerà una maggiore spesa per il pieno di gasolio pari a circa +5,15 euro (considerati i prezzi odierni), il che equivale ad un aggravio di spesa di +130 euro all’anno a carico di ciascun automobilista che circola con auto diesel. Conseguenze pesantissime
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https://www.laleggepertutti.it/303770_nuove-norme-sul-diesel-costera-quanto-la-benzina
LA LINGUA SALVATA
ca-cià-ra
Chiasso, cagnara
etimo incerto, forse un’alterazione di gazzarra.
Anche se questa voce viene sempre correttamente registrata come dialettale romanesca, ormai è salita agli onori della lingua nazionale. Certo non appartiene a un registro aulico, ma le possibilità di uso sono fitte.
La sua etimologia è incerta e discussa. Non serve un occhio particolarmente esperto per leggerci dentro il cacio, il formaggio (figlio del caseus latino, che aveva proprio questo significato), e questa osservazione secondo alcuni studiosi può essere corretta. Infatti, anche se la ricostruzione più accreditata vuole che sia un’alterazione di ‘gazzarra‘, suo evidente sinonimo, è plausibile che sia inoltre frutto di un accostamento con l’altro significato di ‘caciara’, ossia il luogo dove si fa il cacio, o dove si conserva.
Certo, oggi risulta un po’ difficile immaginare come luogo di confusione il laboratorio del caseificio dove si rivoltano e massaggiano con olio, sale o yogurt le forme di formaggio, ma il fatto che oggi i caseifici assomiglino più a templi che ad arsenali chiassosi non implica che un tempo non lo fossero (anche se non si parla di tempi lontani, ‘caciara’ è attestata negli anni ’30).
Proprio il paragone con ‘gazzarra’ ci fa intendere le specificità del termine. Se dico che ieri sera con gli amici abbiamo fatto un po’ di caciara e i vicini si sono lamentati, sto descrivendo un tipo di confusione
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PANORAMA INTERNAZIONALE
Nella storia recente mai nessun papa mai fu criticato tanto dai fedeli e dalla stessa gerarchia ecclesiastica. È tempo di comprendere l’artificiosità di queste ostilità, da dove vengono, come sono state costruite e da chi. L’opinione di Filippo Romeo analista di Vision and Global Trends.
Emanuel Pietrobon. 23 settembre 2019
www.lintellettualedissidente.it
La chiesa cattolica è scossa da una lotta intestina che sta dividendo le pecore dal pastore con l’obiettivo di esporre il gregge alle fauci dei lupi. In questo caso il lupo non è Jorge Mario Bergoglio, ma Washington.
Da quando nel lontano 2013 l’argentino salì al soglio pontificio per sostituire Joseph Ratzinger ha preso vita un movimento di opposizione che rapidamente si è allargato dal clero ai fedeli. Il Vaticano ha pagato, e sta pagando tutt’ora, l’assenza di una strategia comunicativa efficace, il monopolio mediatico delle forze liberal-progressiste, dei palesi errori di campo, l’ascesa della cosiddetta rivoluzione populista, e l’aver prediletto una strada geopolitica tutta in salita, piena di insidie, tranelli e scelte dolorose, che agli occhi del duo Parolin-Bergoglio dovrebbe portare il cattolicesimo a prosperare in nuove terre, poiché chiaramente condannato all’oblìo in Occidente.
Per capire il modo in cui si è creato il movimento anti-Francesco I e come sia stato possibile che si propagasse e attecchisse fra i fedeli, abbiamo intervistato Filippo Romeo, analista politico di Vision and Global Trends. L’argomento sarà, inoltre, approfondito nella nuova puntata di Confini.
Da quando Jorge Maria Bergoglio è salito al soglio pontificio è stata messa in moto una macchina propagandistica che lavora senza sosta per produrre e diffondere bufale, o manipolare notizie reali, con l’obiettivo di creare divisione fra i cattolici e screditare il papato come un nemico dell’Occidente. Considerato il livello di polarizzazione raggiunto, fra gli stessi cattolici italiani, quale pensi sia stata la chiave del successo di questa guerra dell’informazione?
La rumorosa offensiva mediatica lanciata contro il Pontefice viene alimentata da alcuni gruppi collegati, in un certo qual modo, a delle correnti “conservatrici” statunitensi che, evidentemente, mal sopportano il nuovo posizionamento geopolitico a “sud – est” messo in atto da Francesco I, utile ad incrociare i destini delle nuove potenze negli scenari in cui si disputano le sfide contemporanee.
Il Papa, infatti, nel corso dei suoi sei Concistori, ha elevato al rango di Principi della Chiesa, arcivescovi provenienti da quelle latitudini che prima d’oggi non avevano mai avuto porporati, creando così dei nuovi equilibri di potere all’interno delle gerarchie ecclesiali.
La chiave di successo di questa guerra dell’informazione è stata l’affibbiare al Pontefice etichette quali “estremista di sinistra” oppure “politicamente schierato con le idee globaliste di Davos” – definizioni utilizzate da Steve Bannon in un’intervista rilasciata a Frèdèric Martel per il Fatto Quotidiano – utili, a seconda dei casi, a renderlo bersaglio, oppure paladino, della semplificazione e strumentalizzazione della macchina comunicativa.
Di contro, i media vicini agli ambienti progressisti, sin dal primo giorno dell’elezione di Francesco a Sommo Pontefice – complice anche la sua spiccata vena comunicativa – hanno fatto di lui una star rivoluzionaria. Nel far ciò hanno dato grande risalto ad alcune frasi, e taciuto le sue vere posizioni che risultavano scomode alla loro narrativa. Su tutte, si pensi alla questione dell’ideologia di genere, alla famiglia e al tema del demonio.
Per meglio comprendere tale operazione, risulta interessante la lettura del saggio di Marco Marzano “La Chiesa Immobile. Francesco e la rivoluzione mancata” (Laterza, 2018), in cui l’autore analizza l’operato del Pontefice mettendo in luce il fatto che, nonostante le apparenze, non ci siano stati grandi cambiamenti nel senso auspicato dai
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https://www.lintellettualedissidente.it/esteri-3/papa-bergoglio-vaticano-geopolitica-discordia/
SUPER EX SI CHIEDE: LA FRATELLANZA INDICATA DA PAPA BERGOGLIO È QUELLA CRISTIANA O QUELLA MASSONICA?
6 Giugno 2019 – Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Super Ex (ex del Movimento per la Vita, ex di Avvenire, ex di varie altre cose cattoliche ma non ex cattolico, anzi…) ci ha mandato una riflessione sulla fratellanza; quella cristiana e quella di cui abbiamo sentito tanto parlare in questi ultimi tempi, in particolare dopo il discusso e discutibile documento firmato dal Pontefice regnante ad Abu Dhabi. Ci sembra opportuno ricordare i complimenti di George Soros dopo il discorso sui Rom in Romania, e quello che Stilum Curiae ha pubblicato qualche tempo fa, sullo straordinario amore dei massoni per papa Bergoglio, uno studio e che certamente ora si è arricchito di altri episodi. Buona lettura.
Quella additata da Bergoglio è la fratellanza cristiana o quella massonica? E’ una domanda che sorge spontanea, quantomeno per il rumore e la provenienza degli applausi che accompagnano i discorsi del prelato argentino sull’immigrazione, l’Europa ecc.
Ci fu chi parlò al mondo di fratellanza, e venne crocifisso.
Anche Pietro, il capo degli apostoli, non è stato ben accolto dal mondo. I giornaloni e i poteri che crocifissero Benedetto XVI, acclamano oggi il suo successore.
Perchè? Non hanno sempre parlato, tutti i pontefici, della fratellanza, dell’amore, della misericordia? Non hanno sempre incoraggiato, i pontefici, progetti di unità politica nella diversità, battezzando prima il Sacro Romano Impero, multinazionale e multietnico, di Carlo Magno, poi quello degli Asburgo, ed infine, con Pio XII, la stessa Europa unita e cristiana dei padri fondatori?
Allora cosa è cambiato? Molto semplice: la fratellanza cristiana si fonda su di un concetto molto chiaro: siamo fratelli in quanto figli dello stesso Padre; in quanto riconoscenti lo stesso Padre!
Il cristianesimo è sin dalle sue origini, universalista, cioè cattolico: non importa se si è bianchi o neri, liberi o schiavi, ricchi o poveri… Tutti i fedeli sono fratelli, perché hanno lo stesso Padre e la stessa madre, la Chiesa cattolica. Questo permette loro di avere una pelle diversa, di mangiare, vestire, parlare in modo diverso, e di potersi sentire ugualmente fratelli. Quando, in occasione di qualche incontro internazionale, ho occasione di stare con cristiani egiziani, ucraini, americani, africani, cinesi, immediatamente mi viene da notare che l’essenziale ci unisce: abbiamo lo stesso Dio, la stessa visione dell’uomo e del mondo, e tutto il resto diventa secondario.
Ciò non significa che io rinneghi la pizza o gli spaghetti, o la bellissima
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Climat : le gouvernement totalement mobilisé contre… Greta Thunberg
Par Sébastien Tronche — 24 septembre 2019
Vexés. Emmanuel Macron et sa majorité semblent prendre bien mal l’action juridique intentée par 16 jeunes, dont l’iconique Greta Thunberg, contre cinq pays – dont la France – pour inaction climatique. La jeune suédoise avait pourtant été invitée à l’Elysée, et mise en valeur, en février. Mais ça, c’était avant qu’elle s’en prenne au pays où a été signée la COP21 – et dont la France n’est pas vraiment la meilleure élève. Au point de devenir soudain, dans la bouche d’Emmanuel Macron au micro d’Europe 1 depuis New York, quelqu’un aux «positions très radicales qui antagonise nos sociétés».
Message reçu 5 sur 5 par le gouvernement. Qui répète en stéréo ce mardi matin que la France ne mérite pas ce traitement beaucoup trop injuste. «C’est le premier gouvernement européen à avoir annoncé la fermeture des centrales à charbon», évacue Agnès Buzyn sur CNews. Puis la ministre de la Santé, irritée, insiste : «Nous sommes les premiers à dénoncer les accords commerciaux lorsqu’un pays avec lequel on doit signer un accord ne tient pas compte de l’accord de Paris sur le climat. Donc c’est un gouvernement qui agit, le président de la République est totalement engagé sur ces questions
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POLITICA
Ius soli
Francesco Erspamer – 29 09 2019
Dunque, siccome Giorgia Meloni, notoriamente attendibile, va dicendo che “in segreto” il governo si sta apprestando a far approvare lo ius soli, ecco che i giornali, non solo di destra, lo danno per certo. Di certo invece c’è solo che il più insignificante e impopolare personaggio della politica italiana dopo Maria Elena Boschi, ossia Laura Boldrini, è stata reintrodotta nel Pd appunto per sollevare simili questioni (o renderle plausibili) e portare automaticamente voti a Berlusconi e Salvini, come con successo ha fatto in passato. Ma non posso credere che Di Maio e Conte siano così sciocchi da stare al gioco.
Lo ius soli (comunque travestito) non piace agli italiani e infatti, malgrado la retorica, il Pd miracolato di una maggioranza assoluta dalla legge truffa leghista (il Porcellum di Calderoli) si guardò bene dal farlo passare. Adesso potrebbe far finta di riprovarci al fine di indebolire il M5S; che deve evitare di cadere nella trappola (quelli sono capaci di infilarlo nella legge di bilancio o nella revoca della concessioni autostradali, e non per farlo approvare, solo per mettere in imbarazzo i pentastellati) ma deve anche prendere chiaramente posizione contro di esso, senza equivoci: no allo ius soli, no allo ius culturae, no alle migrazioni illegali, no al nuovo schiavismo e alla cinica creazione di un sottoproletariato di colore, sull’esempio americano.
Non penso proprio, ripeto, che i piddini abbiano intenzione di pretendere lo ius soli, rischiando fra l’altro le poltrone dei grand commis pubblici che verranno assegnate in primavera e una débâcle elettorale; lo usano cinicamente, consapevoli che quello delle migrazioni è per il M5S un terreno minato, nei fatti e a livello retorico.
E un test, che si supera evitando di bersi la campagna di disinformazione di Meloni o Berlusconi ma anche di lasciarla agire indisturbata.
https://www.facebook.com/100003196950060/posts/2369066939876515/
L’analfabetismo democratico di Di Maio
27 settembre 2019 – Christian Rocca
Il ministro degli Esteri, in trasferta all’Onu, ha detto che chiederà un risarcimento da 100 mila euro ai deputati e ai senatori che lasciano il suo partito, ma la Costituzione è una roba seria, non un post su Rousseau
Non stupisce che Luigi Di Maio si trovi più a suo agio con gli slogan da talk show serale piuttosto che a svolgere la funzione di Ministro degli Esteri, ma ascoltare il capo della diplomazia italiana ripetere una sciocchezza da analfabeta della democrazia nei corridoi del Palazzo di Vetro dell’Onu, e a volerlo prendere sul serio, è uno spettacolo immondo.
Di Maio ha detto ai cronisti che chiederà centomila euro di risarcimento ai parlamentari che lasciano i cinque stelle, come se i senatori e i deputati fossero inquilini in affitto che hanno rotto lo scaldabagno e non membri dell’organo costituzionale che definisce la nostra Repubblica ed espressione della sovranità popolare. Già la galassia Casaleggio impone con le carte bollate una specie di decima ai limiti della costituzionalità all’eletto-dipendente in
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La pernacchia di Casaleggio all’Onu e al Partito democratico
30 settembre 2019
I Cinquestelle utilizzano Palazzo Chigi e gli Esteri per promuovere Rousseau, una piattaforma che a un convegno internazionale sui diritti digitali dovrebbe stare sul banco degli accusati. Ma colpisce anche come il Fondatore umili il paese e l’alleato di governo
L’intervista di Davide Casaleggio al Corriere della sera di sabato ha sollevato molte polemiche – e meno male – non foss’altro per il candore con cui annunciava il suo intervento a margine dell’Assemblea dell’Onu, nel corso di un evento dedicato alla «cittadinanza digitale». Evento «organizzato e promosso dal governo italiano, attraverso la Rappresentanza italiana presso le Nazioni Unite».
La spudoratezza con cui, conquistati Palazzo Chigi e il ministero degli Esteri, il Movimento 5 Stelle li utilizza per promuovere all’estero l’associazione Rousseau lascia davvero senza fiato, per almeno due motivi. Il primo è lo schiaffo a tutti quelli che per anni lo hanno sostenuto in nome della questione morale e della lotta al conflitto di interessi di Silvio Berlusconi (e qui il passaggio in cui Casaleggio assicura che naturalmente, bontà sua, non viaggerà «nella delegazione del governo» e le sue spese le gestirà «in autonomia», più che a uno schiaffo, somiglia a una gigantesca pernacchia). Il secondo
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https://www.linkiesta.it/it/article/2019/09/30/m5s-davide-casaleggio-onu/43740/
CONTE BIS: STAVOLTA PARTONO RAPINANDOCI
27 settembre 2019 – Mauro Mellini
Comincia male il Governo Conte bis, detto altrimenti “giallo-rosso”, almeno fino a che la Squadra di Calcio della Roma non chiederà i danni per l’implicita diffamazione.
Il Conte n. 1 partì promettendo denaro ai cittadini e, per il solo fatto di avere raggiunto un accordo nella compagine (si fa per dire) governativa, Di Maio annunziò al Mondo dalla finestra del Palazzo che “la povertà era stata sconfitta”.
Oggi il Conte bis parte con il piede dei soldi da toglierci, delle tasse da aumentare decide di ridurle, però con macabre trovate come la tassazione del contante.
Saranno sollevati tutti i mattoni per cercare denaro contante da sottoporre a salasso. Trovate assurde, ma pericolose. Si direbbe che solo con l’esperienza del Conte n. 1 questa gente ha imparato che per spendere denaro ed ancor più per spenderlo e spanderlo bisogna averne e quindi procurarselo.
Trovate rovinose per metterci in tasca la moneta a Cinque Stelle di Di Maio che sconfiggeva la povertà, trovate assurde del Conte bis che, per mostrare all’Europa di aver messo giudizio, sposta, con l’esperienza di (mezzo) P.D. il ridicolo delle sue iniziative in partenza su imposte, tasse, prelievi, etc.
In pochi giorni ne abbiamo inteso di tutti i colori. La pirateria predatoria è scatenata. Dimenticando, anzitutto, che ci sono depredazioni che costano non solo sugli effetti nell’economia, ma anche per mettere in piedi, meccanismi che li rendano materialmente possibili.
La spaccatura del P.D. è stata un colpo grosso per Conte. Che a ragione si è detto “allibito”.
Che cosa verrà fuori dalla secessione di Renzi non lo sappiamo. Per ora l’unico dato certo è che l’asse del nuovo governo si sposta a Sinistra prima ancora di cominciare a funzionare. Ma a Sinistra il “connubio” (senza offesa per il Conte di Cavour) non è per questo meglio digerito. Tra i Cinque Stelle, l’alleanza con uno dei protagonisti della Prima Repubblica (o della n. 1,50) è mal digerita. Pare che a capo dei recalcitranti si sia messo, nientemeno che Nicola Morra,
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http://www.lavalledeitempli.net/2019/09/27/conte-bis-stavolta-partono-rapinandoci/
SCIENZE TECNOLOGIE
Ci sono due ecologismi. Molto differenti tra loro.
Francesco Neri – Facebook – 28 09 2019
Concordano su una cosa: stiamo inquinando e consumando troppo.
Bene. Fin qui tutti d’accordo.
Differiscono completamente però sull’analisi delle cause e quindi sulle soluzioni.
Il primo dice che noi sulla terra siamo troppi e e consumiamo troppo: la soluzione è ridurre il nostro numero e le nostre pretese.
Siamo noi masse a riprodurci troppo e quindi a diventar troppo numerosi, a curarci troppo e quindi a diventar vecchi e costosi per i sistemi sanitari, addirittura così spocchiosi da pretendere cure gratis e pensioni. Siamo noi a causare l’inquinamento del pianeta pretendendo automobile, frigorifero, addirittura condizionatore a volte, spesso una bistecca: la nostra perversione raggiunge il climax quando pretendiamo addirittura di andare in vacanza…
La seconda visione dice che a distruggere il pianeta è invece un sistema capitalistico che con la globalizzazione si è abituato a uno spostamento immane e quotidiano di merci da una parte all’altra del pianeta per produrre dove costa meno e vendere a chi può pagare di più, una megamacchina che si sta accanendo nella distruzione delle ultime riserve di biodiversità per trasformarle in enormi distese di agroproduzioni intensive volte per lo più all’allevamento di miliardi di animali di allevamento o allo sfamare miliardi di macchine tramite biocombustibili. Un capitalismo predatorio che in gran parte trasforma ricchezze naturali di tutti in stratosferiche ricchezze innaturali di pochi.
Le soluzioni che derivano da visioni così diverse sono, ovviamente diversissime…
La prima visione auspica un impoverimento ulteriore delle masse così che abbiano meno da spendere e quindi meno possibilità di inquinare, meno da curarsi e quindi campino meno, facciano figli solo a patto che questi accettino senza fiatare di lavorare come schiavi nella megamacchina creata dal sistema senza pretendere come quegli sconsiderati dei loro genitori di farsi casa, famiglia e vacanze al mare … se non addirittura di studiare e decidere poi cosa fare nella vita….
La seconda visione invece pretende che l’intelligenza umana abbandoni l’idiozia manifestamente contenuta in un sistema che fa le guerre, le primavere arabe, tenendo l’umanità al guinzaglio con la dipendenza energetica, un sistema che spende centinaia di miliardi per produrre sostanze cancerogene, centinaia di miliardi per cercare la cura contro il cancro, e seppellisce milioni di persone morte di cancro – un sistema che si riunisce in una grande organizzazione delle nazioni a fini di pace e ci mette a capo i cinque più grossi esportatori di armi, un sistema infine che ha messo l’uomo in grado di compiere miracoli tecnologici inauditi che hanno sempre promesso la liberazione dell’uomo da fame, malattia, miseria e eccessivo lavoro, e finisce sempre per aumentare fame, malattia, miseria e schiavitù da lavoro.
In questo senso, riassumendo, quando vedete un partito GREEN e liberista, sappiate che sta dando la colpa dell’inquinamento a voi – non sono le 60mila navi portacontainer che inquinano come 300 miliardi di auto a rovinare l’atmosfera ma le vostre cene a base di fagioli o la vostra auto euro 3 che non potete cambiare…. non sono i duecentomila per lo più inutili voli aerei al giorno e le 70 guerre che quotidianamente devastano il pianeta, a metterne in forse la sopravvivenza, ma la lampadina della vostra abat jour che vi ostinate a non spegnere…
I partiti GREEN liberisti stanno solo li a fare il conto dell’inquinamento non per darlo a chi sta sventrando il pianeta per farci miliardi e miliardi, ma per consegnarlo a voi, affinché paghiate
Quando vedete insomma Lagarde, Junker, Macron, Soros, Greta, Attali, Obama, stringersi la mano calorosamente nel friday for future o gli ” earth day” sappiate che parlano del futuro loro e dei loro rampolli.
Un futuro che vi prevede solo come schiavi che consumino, ed inquinino poco, o che non vi prevede affatto.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=948336912170686&id=100009831574630
Non c’è emergenza climatica
Elena Vigliano 23 09 2019 – Grazie a Gabriele Sartori
300 scienziati di 15 Paesi scrivono una petizione alla Commissione della Unione Europea sul clima : “Non c’è emergenza climatica”
Noi sottoscritti 300 Scienziati climatici indipendenti eProfessionisti provenienti da 15 Paesi, desideriamo trasmettere cinque urgenti messaggi per voi:
- Il cambiamento climatico è un dato di fatto. L’archivio geologico rivela che il clima della Terraè variato fintanto che il pianeta è esistito, con freddo guidato naturalmente cicli caldi.
- Dopo aver lasciato la piccola era glaciale (intorno al 1870 d.C.), non è una sorpresa che noi ora stanno vivendo un periodo di riscaldamento. Questo è pienamente in linea con il naturale comportamento del sistema climatico. Tuttavia, le misurazioni mostrano che l’aumento della temperatura è significativamente inferiore a quello previsto dai modelli tradizionali.
- Il riscaldamento globale antropogenico è solo un’ipotesi. Non esiste alcuna prova che le emissioni antropogeniche di biossido di carbonio (CO2) sono la causa principale di riscaldamento globale. Al contrario, gli ultimi approfondimenti confermano che solo più CO2 ha un’influenza modesta sul clima ma è estremamente benefica per l’agricoltura,
silvicoltura e per la fotosintesi che è la base della vita sulla Terra.
- Inoltre, non ci sono prove scientifiche che l’aumento dei livelli di CO2 abbia un potenziamento dell’effetto sulle catastrofi naturali. Al contrario, ce ne sono molte indicazioni che la maggior parte delle misure di riduzione della CO2 ha un effetto devastante su
fauna selvatica, uso del suolo e sviluppo economico.
- La politica energetica deve essere basata su realtà scientifiche ed economiche. Discutiamo fortemente contro una “politica neutra sul carbonio 2050” dannosa e irrealistica. Là non è un’emergenza climatica e quindi nessuna causa di panico e allarme. Se superiore emergono approcci, avremo molto tempo per riflettere e transizione. Il nostro scopo dovrebbe essere sempre energia affidabile e conveniente in ogni momento.
Per quanto riguarda un futuro ben ponderato, lo consigliamo ai leader europei la scienza dovrebbe mirare a una comprensione significativamente migliore del sistema climatico e che la politica dovrebbe concentrarsi sulla riduzione al minimo dei danni dando priorità a efficaci strategie di adattamento ad eventi meteorologici estremi.
Raccomandiamo inoltre ai leader europei di fare una chiara differenza nei loro politica tra l’ambiente terrestre e il clima terrestre.
Sta bene la cura del nostro ambiente è una questione di buona amministrazione.
Cambiamento climatico, tuttavia, è principalmente causato da una complessa combinazione di fenomeni naturali.
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