Pandora, la prima donna

Jean-Pierre Vernant, uno dei massimi studiosi del mondo greco antico, ha scritto un volumetto denso ma di agevole lettura, sulla prima donna apparsa sulla terra. Il libro ci spiega con narrazione comprensibile le circostanze che inducono gli dèi alla creazione di un fantoccio dotato di malizia, di bellezza e di capacità manipolative da inviare agli uomini che abitano la terra. Il motivo è la vendetta di Zeus. Egli crea un pericolo incarnato dalla creazione della donna, come sospettosamente riferisce Ippolito, che va ad alterare l’equilibrio fondato dalla esistenza di un pianeta abitato da soli uomini che si dedicano ad offrire doni agli dèi. Un universo privo della dualità maschile-femminile che tanto affascina i Pitagorici. All’origine, tutti gli umani (anthropoi) sono solo maschi (andrei) che partecipano ai banchetti degli dèi con i quali convivono in perfetta sintonia benché mortali fra gli immortali.

L’equilibrio è assoluto. Non ci sono conflitti. Il cibo cresce da solo. Non esiste la sensazione spiacevole della privazione e del bisogno. L’idillio quieto viene incrinato da una battaglia feroce di divinità contro divinità. Zeus ha il sopravvento e vince. Ritiene che tale promiscuità debba finire. Deve esserci una separazione. Zeus convoca Prometeo della razza dei Titani che ha la capacità di prevedere gli effetti delle azioni (pro-meth). Prometeo ha un fratello Epimeteo che capisce le conseguenze dopo aver agito (epi-meth). Prometeo sfida il capo di tutto il Pantheon con la sua furbizia e astuzia. Zeus si incollerisce e medita una vendetta tremenda. Prometeo è un philanthropus, ama gli umani essendo un semidio. Per questo Prometeo si fa beffe degli dèi rubando loro il fuoco che dona agli uomini.

La vendetta degli dèi capeggiati da Zeus è la creazione di una creatura, una figura femminile che ordina ad Efesto di realizzare per partenogenesi. Il modello riproduce le dee del pantheon greco: Atena, Artemide, Estia. Tutte sono intelligentissime e bellissime. Il manichino viene arricchito di qualità di seduzione e di bellezza con l’aiuto sapiente di alcune divinità femminili. Il racconto rende più comprensibile Esiodo nella parte seconda della sua opera maggiore: Le opere e i giorni, dedicata a Pandora.

Pandora sarà portata sulla terra da Epimeteo. Prometeo capisce subito la trappola. Cerca – invano – di dissuadere Epimeteo per indurlo a non accettare nessuna cosa dagli dèi, compreso il manichino seducente che deve portare sulla terra, assieme ad un vaso chiuso che non dovrà mai essere aperto! Il resto della storia, più o meno nota, si legge in una luce diversa e raccontata con un pizzico di divertimento con una narrazione scorrevole dall’autore che sembra parlarci davanti ad un caffè. Il testo è intercalato da dieci illustrazioni molto eleganti e distribuito in sette parti. Un volumetto da regalarsi e da regalare alle sole persone meritevoli di tanta bellezza.

Pandora, la prima donna, Jean Pierre Vernant, Einaudi 2008, 51 pagine, 9 euro