Hans Georg Gadamer, Educare è educarsi , Il Melangolo, 2014, pag. 75, € 12,00

Lunedì, 19 Ottobre 2015 12:55

Hans Georg Gadamer, Educare è educarsi , Il Melangolo, 2014, pag. 75, € 12,00

Hans Georg Gadamer: Educare è educarsi

L’Autore è stato uno dei massimi studiosi della filosofia antica, ed in particolare di Platone. Il volumetto contiene una conferenza che il filosofo ha letto alla bella età di 99 anni. Il breve testo fa una esplorazione delle riflessioni intorno al concetto di Educazione inteso come processo di acquisizione di conoscenze che va di pari passo con la Formazione.
Il discorso rappresenta la sintesi del suo lunghissimo percorso di ricerca il cui tema di fondo è stato la definizione del senso dell’uomo. Si diventa uomini e donne perseguendo incessantemente il miglioramento delle proprie cognizioni (educazione è educare se stessi) lungo un percorso di formazione che dura tutta la vita.

Educazione e Formazione dell’Uomo hanno una direzione di senso se poi sono messe alla prova con il Dialogo. Il dialogo è tuttavia un’azione rischiosa perché mette in gioco le nostre certezze che per comodità mentale vengono strutturate spesso in schemi, in pre-giudizi che finiscono per condizionare la capacità di pensare. Con grande capacità e sensibilità, l’Autore prosegue il lungo e straordinario filone della filosofia del dialogo che da Platone prosegue con Guido Calogero e lui stesso.
Il Dialogo diventa confronto costruttivo quando si sviluppa fra pari, quando le opinioni dell’altro-da-me hanno uguale cittadinanza. Dialogo vero è fondato sul rispetto reciproco. Il processo educativo (cioè di acquisizione di cognizioni utili a capire il mondo esterno) nasce subito con il dialogo della madre con il bambino di pochi giorni mediante il meccanismo dell’eponimia, cioè di un vocabolario intimo che non appartiene alla lingua madre. Il cammino prosegue con il lungo percorso scolastico dove l’individuo impara l’autoeducazione imparando a pensare. Anche qui, il singolo apprende attraverso il Dialogo (p. 10). Nel mondo scolastico l’individuo inizia il complesso processo di acquisizione delle “buone maniere”. L’Autore conosce in questo caso le grandiose ricerche del filosofo Hans Jonas su quest’ultimo tema. Con e attraverso la lingua materna si domanda e si impara (p. 19): un terreno impervio ben rappresentato dal pensatore Elias Canetti sulla lingua salvata. Per questi motivi, Gadamer enfatizza l’apprendimento delle lingua appunto come un mezzo privilegiato di conoscenza e di apertura mentale. Vari accenni alla pedagogia e alla didattica dell’insegnamento percorrono il testo senza appesantirlo con tecnicismi. In fondo, il nocciolo della millenaria questione dell’imparare è vivere quello che si è imparato (diversamente, sarebbe un esercizio sterile) fa dire al grande pensatore che educazione e formazione consentono di “sopravvivere senza danni ai progressi della tecnologia e sistema delle macchine (p. 31)
Un discorso breve, scritto con uno stile scorrevole da un Autore che sa quello che dice e non dice quello che sa. Buona lettura!

 

Manlio Lo Presti

 

 

Hans Georg Gadamer
Educare è educarsi , Il Melangolo, 2014, pag. 75, € 12,00