Sorveglianza elettronica e post-verità

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Sorveglianza elettronica e post-verità

Manlio Lo Presti – 14 novembre 2019

 

Partiamo dalla riflessione di Michel Foucault, fondatore della biopolitica, per la quale

 

ogni sistema sociale

è costruito su altri strumenti

di oppressione, controllo e sottomissione.

 

La propaganda, al contrario, vuole quotidianamente farci intendere che abbiamo maggiori libertà rispetto al passato, che possiamo liberamente dare il nostro parere su tutto, grazie anche e soprattutto agli strumenti di comunicazione che abbiamo a disposizione.

 

Siamo improvvisamente diventati competenti sulla totalità dell’orbe umano e post-umano e quindi di colpo capaci di giudicare tutto:

 

  • test telefonici sulla qualità e cortesia dei centralinisti delle compagnie telefoniche,
  • le opinioni sui ristoranti, alberghi, trasporti, assicurazioni, viaggi,
  • le opinioni sui gruppi di discussione in rete (esiste la definizione italiana di “social” e quindi usiamola!)
  • la scelta delle compagnie assicurative, senza considerare le molteplici figure di rischio previste per ogni polizza e per ogni assicurato
  • le opinioni sulle politiche sanitarie
  • le opinioni in economia
  • le opinioni sulla geopolitica
  • le opinioni sulla giustizia, sulle politiche carcerarie (senza nessun riguardo per le vittime dei criminali, vedi il caso del “geometra/giovane romano”, con i politici che salgono a bordo delle navi Ong o vanno nelle carceri ma non vanno a trovare le vittime di criminali, immigrati-paganti-risorse, cocainomani-spacciatori-geometri)

 

TUTTO CIÒ PREMESSO

 

Si dimentica, o più sospettosamente si vuole occultare, che nessuno di noi è esperto o possiede le informazioni o la cultura necessaria per esprimere opinioni sensate su tutti gli argomenti previsti dall’azione umana.

 

Possiamo al più essere esperti su materie che sovente coincidono con la propria area professionale e con le proprie passioni personali (definizione italiana di hobby, usiamola!).

 

Per il resto, cioè il 98percento, non sappiamo nulla di nulla!

 

In assenza di adeguate informazioni – i nostri giudizi sono dettati da pulsioni umorali ed emotive, dalle passioni e soprattutto dai pregiudizi, dalla rabbia che insorge quando si ha la sgradevole cognizione di essere impotenti rispetto ad una realtà che lentamente sta uccidendo la nostra libertà, la nostra personalità ed infine la nostra visione della realtà filtrata da flussi disinformativi continui con bombardamenti a grappolo di notizie irrilevanti.

 

Tutto ciò che riguarda l’azione umana sfuma velocemente verso un virtuale pervasivo e dilagante (che si sta spacciando scorrettamente per “relatà aumentata”).

 

Si certifica pertanto la totale inutilità della verità ai fini della gestione della catena di comando che oggi controlla e sottomette brutalmente la plebaglia di subumani che vanno rieducati secondo la vulgata neomaccartista e post-togliattiana conculcata dalle sinistre che hanno abbandonato la difesa dei diritti contrattuali e di legge in favore del globalismo selvaggio, guerrafondaio e sterminatore di nazioni e di popoli ivi residenti, ma si sono arrogati motu proprio il diritto di rieducare la plebaglia in appositi “campi di rieducazione” stile regime maoista del “Grande Balzo in Avanti”.

 

Cosa può fare il singolo individuo appartenente alla techgleba (**) globale?

 

Sul piano dell’azione collettiva esterna votata ad un miglioramento delle condizioni di sottomissione sempre più violenta al capitalismo di sorvelianza tecnetronica non c’è quasi nulla da fare se non entro limiti definiti dalla megamacchina del Sacro Occidentale Impero Tecnetronico che utilizza sistemi di controllo culminanti di recente in una raffinata PSICOPOLIZIA.(*)

 

Il singolo, privo di qualsiasi incisiva capacità di modificare a proprio vantaggio una realtà che è totalmente contro di lui, può fare affidamento su una certezza: il verificarsi di un collasso interno agli imperi e che provoca il loro disfacimento.

 

Tucidide, Machiavelli, Gibbon, Toynbee, per citare gli storici più famosi, hanno evidenziato che il collasso degli imperi non è avvenuto per iniziativa delle rivolte degli schiavi e delle popolazioni subalterne, ma per effetto di contrasti interni fra fazioni che pretendevano la parte più grande o migliore del potere.

Il disaccordo e la instabilità endemica indeboliscono gli imperi, la ribellione popolare è una spinta aggiuntiva e mai la miccia.

 

Come sappiamo, da sempre la storia racconta impianti narrativi falsi dove il progresso è frutto delle pressioni popolari e delle scoperte scientifiche considerate sempre vere (nonostante clamorose montature che fanno sospettare sulla veridicità viaggi sulla luna montati ed orchestrati per drenare montagne di danaro pubblico: sempre la questione di bottega/piccioli!)

 

Insomma, si conferma la tesi che è sempre una questione di bassa cucina travestita da motivazioni religiose, economiche, morali, sociali che dietro hanno piccioli – tanti piccioli come da sperimentato Teorema Goldman (***)

 

Non facciamoci fasulle illusioni buoniste, progressiste, ecc. ecc. ecc.

 

Il disaccordo dei vertici sulle spartizioni genera caos e genocidi, ma in questo caos talvolta può generarsi un nuovo margine di libertà e di diritti sociali non ad usum delphini.

 

Ne riparleremo …