Seguire il danaro …

https://www.quotidiano.net/magazine/paperone-settanta-anni-1.3634118

Seguire il danaro …

Manlio Lo Presti – 28 settembre 2020

Assistiamo ad un corposo, variegato e vivace dibattito su chi controlla il denaro. Si identificano i manovratori in coloro che lo possiedono in quantità smisurata. Si tratta di una identificazione facile e sfruttabile senza passare prima attraverso analisi geopolitiche ben elaborate: tutta fatica sprecata, tanto i colpevoli sono LORO!!!

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Parlo dei soliti pseudo-filantropi che vengono citati a ripetizione, con lo scopo di creare una narrazione concettualmente potabile che possa attirare e canalizzare la rabbia del popolo bue perché individua precise persone e presunte “precise” responsabilità.

Le ridette persone possono essere accusate di ogni carognata, scatenando il ben noto fenomeno di popolo del “Crucifige! Crucifige!”.

Crocifiggere può essere uno sfogo liberatorio con forti valenze simboliche ma non basta, e poi, come ben sappiamo da fonti storiche, non è servito a migliorare la qualità umana.

La questione, come al solito, è diversa e è più complessa perché va ben oltre i manichini mediaticamente esposti alla pubblica flagellazione (virtuale, per ora) dei ben noti personaggi.

Sappiamo che la globalizzazione

  • sta eliminando equilibri pregressi,
  • sta eliminando nazionalità,
  • sta eliminando le lingue nazionali per fare spazio alla pressione violenta della lingua imperiale inglese,
  • sta eliminando barriere giuridiche costituzionali dei rispettivi Paesi-bersaglio,
  • sta eliminando e unificando abitudini di interi popoli al bis-pensiero tecnotronico allo scopo di creare una immensa tech-gleba (1)
  • sta eliminando il pensiero autonomo in favore di un addestramento di massa degli uomini-scimmia alla totale e sottomessa compatibilità con le procedure informatiche in corso, definite furbescamente “intelligenza artificiale,”
  • sta eliminando diritti sociali,
  • sta eliminando lo “stato sociale” in favore di una privatizzazione selvaggia e di abissali diseguagliante. Effettua il trasferimento ai privati delle risorse da sempre destinate alla popolazione, secondo i conclamati dettami di una liberalizzazione dei c.d. “mercati”. Ricordo uno slogan scritto su un cartello sbandierato in una manifestazione: “Privatizzazione vuol dire privati di tutto”

Si sta in concreto, realizzando una inversione quando

  1. sarà il cliente portato alla merce e non più la merce al cliente (cfr strategie di IKEA, dei pacchetti di viaggi costruiti dai cittadini con dispendio di ore di tempo che in tanti dimenticano che è un COSTO da aggiungere al prezzo “conveniente” trovato in rete);
  2. gli utenti avranno sempre meno spazio decisionale nella fruizione dei servizi di rete e nell’utilizzo dei dispositivi elettronici. Essi diventeranno i servitori degli oggetti che dovrebbero liberarli dalla fatica, dall’incertezza, liberando tempo di cui non sanno più cosa farne, visto che si è sparsa la voce che leggere fa venire il tetano. L’appiattimento psico-comportamentale degli umani alle procedure tecnotroniche verrà fatto passare come successo dell’utilizzo della cosiddetta “intelligenza artificiale”.

Esiste un fondamentale principio sostenuto dal pensiero anglosassone e ripreso spesso dal giudice Falcone: SEGUITE IL DANARO (follow the money) (2). Il criterio incontestabile per valutare un evento sono i flussi di danaro correlato. Non ci sono alternative più efficaci.

TUTTO CIÒ PREMESSO

Sarebbe necessario procedere alla identificazione di coloro che sono la causa dell’attuale e pilotato caos finanziario internazionale.

Per prima cosa, va detto che le banche, come le conosciamo, sono lo strumento di altre strutture finanziarie internazionali. Talvolta sono corresponsabili, ma solamente quelle di dimensioni mondiali. Altri protagonisti sono i multimiliardari attraverso le strutture possedute con quote di maggioranza o di minoranza rilevante. Si tratta di una galleria di operatori notissimi e spesso sopravvalutati per comodità redazionale e propagandistica di coloro che dovrebbero informare correttamente e compiutamente.

Quindi, accanto alle celebrità abbiamo

le banche,

le strutture finanziarie non bancarie che usano le banche come braccio armato,

i fondi sovrani (3),

i fondi pensione.

Nelle requisitorie giornalistiche, economiche, circolanti, gli ultimi due operatori sono citati in misura nettamente minore di quanto meriterebbero perché lavorare dietro le quinte è più comodo.

Quando citiamo i fondi sovrani parliamo di strutture in possesso di masse monetarie titaniche dell’ordine di migliaia di miliardi di euro. Ogni anno viene redatta una classifica dei primi dieci fondi nel mondo (4). Ma altre classifiche forniscono ulteriori informazioni. Basta cercare con calma e perizia in mezzo ad una marea di ciarpame.

I fondi sovrani sono di proprietà dei rispettivi Stati nazionali che li utilizzano per finalità di lucro. Per raggiungere interessanti livelli di guadagno, questi fondi spesso si sono lanciati in molteplici speculazioni ad altissimo rischio per ottenere rilevanti ricavi. Le loro azioni mobilitano centinaia di migliaia di miliardi di dollari e/o euro provocando scossoni all’interno del sistema internazionale delle borse e dei pagamenti, provocano crolli aziendali e bancari che creano milioni di disoccupati e perfino tensioni geopolitiche di natura militare. Sono in sostanza strumenti politici oltre che economici.

Stessi effetti, stessi ruoli, stesse implicazioni geopolitiche sono di pertinenza dei fondi pensione. Si tratta di colossi che gestiscono masse monetarie pari a quelle dei fondi sovrani. Si differenziano dai fondi sovrani perché sono più rapaci e spietati dovendo raggiungere risultati mensili per erogare le pensioni ai propri associati. La limitatezza dei tempi di realizzazione ne fanno un fortissimo elemento di instabilità, in senso fortemente speculativo, allo scopo di raggiungere velocemente dati pompati al rialzo per ottenere valutazioni drogate dei portafogli posseduti. Di recente sono stati definiti fondi avvoltoio.

Ebbene, queste due categorie di investitori e speculatori spietati hanno una ben specifica caratteristica: ESSI AMMINISTRANO DENARO CHE NON  DI LORO PROPRIETA’ con la stessa ferocia dei miliardari filantropi spesso citati oltre misura. Va detto che quasi tutti i filantropi alla luce della ribalta posseggono partecipazioni significative in questi colossi speculative governative e/o private. Le interrelazioni sono molto strette e gran parte sono sconosciute o volutamente occultate dai media, che spesso non sovvenzionati da costoro.

Le sintetiche riflessioni appena riportate servono ad evidenziare che la fase del capitalismo proprietario è al tramonto per fare spazio a due tipi di capitalismo:

  • capitalismo gestore di fondi di terzi
  • capitalismo di sorveglianza

Decaduto l’elemento fondante del capitalismo di proprietà, assistiamo ad una tendenza mondiale ad attaccare e demolire la proprietà privata di grandi e piccole dimensioni (case di proprietà abitativa) mediante una pesante percussione fiscale espressa con tassazione patrimoniale elevatissima. Lo scopo è quello di ATTUARE UNA GIGANTESCA RAZZIA mediante la vendita forzata o il pignoramento dei beni di coloro che non sono in grado di pagare che saranno oltre il 30% del totale!

Il crollo delle quotazioni delle svendite di massa conduce al vertiginoso abbassamento dei valori delle case. Le case quindi saranno espropriate in un secondo momento sulla base di una legislazione draconiana emessa ad hoc da strutture comunitarie extranazionali e attuata con procedure veloci (5).

 

P.Q.M.

 

Invito a tutti coloro che criticano, con buone ragioni il sistema attuale, ad allargare la prospettiva di analisi ai Fondi sovrani e ai Fondi pensione che sono in gran parte la causa della ipertrofica del totale dei derivati (6), cioè la creazione, emissione e collocamento di titoli dei titoli dei titoli senza un punto di partenza commerciale. I derivati sono strumenti speculativi che sono completamente slegati dalla produzione di beni e servizi e quindi creano instabilità continua e crac finanziari sempre più ricorsivi.

Nella valutazione non va dimenticato il ruolo delle cosiddette società di rating (7) totalmente di proprietà di banche e finanziarie che queste strutture dovrebbe valutare obiettivamente. Siamo di fronte al più colossale conflitto di interessi della storia umana. Una valutazione errata o volutamente negativa di queste società inflitta anche intere nazioni, può provocare ripercussioni internazionali e danneggiare la onorabilità di imprese anche di rilevanti dimensioni, solo perché qualcuno ha ordinato la loro rapida eliminazione!!!

Dagli all’untore può essere terapeutico, ma spesso è fuorviante o limitativo. Allarghiamo le nostre analisi anche a questi protagonisti spesso nell’ombra e ne vedremo delle belle!

 

NOTE

  • Felice espressione che prendo a prestito dal giornalista d’inchiesta Paolo Barnard:

https://www.altreinfo.org/scienza-e-tecnologia/12081/tech-gleba-senza-alternative-parte-i-paolo-barnard/