Minacce e guerra psichica 2.0

http://www.veja.it/2012/07/21/macelleria-sociale-limportante-e-che-rilasci-lo-scontrino/

Minacce e guerra psichica 2.0

Manlio Lo Presti – 28 novembre 2018

La guerra asimmetrica contro il governo in carica continua utilizzando le ricette della guerra sotterranea e a tradimento. Niente di nuovo sotto il sole, direi.

La vicenda del genitore del vicepremier Di Maio che ha assunto al nero dipendenti della sua impresa, un fatto che sussiste da tempo, perché emerge proprio adesso?  Si tratta di un copione già letto. Il malleus maleficarum giudiziario, con tempismo simile, riservò il medesimo “trattamento” al padre di Renzi quando costui iniziò a fare la voce grossa contro i pretoriani dell’unione europea che sono i mandanti dello sterminio socioeconomico in atto nel continente europeo.

La situazione di depressione economica e finanziaria programmata dalle strutture di Bruxelles è la ossessiva, martellante e pignola esecuzione dello statuto comunitario nel quale il compito è quello di preservare il potere d’acquisto e la stabilità della cosiddetta moneta euro. I pretoriani di Bruxelles sono quindi i custodi della purezza monetaria, anche a costo di:

50.000.000 di disoccupati,

25.000.000 di prossimi espulsi dai processi produttivi per la diffusione di processi robotici,

Imminente invasione di 200.000.000 di africani sospinti dalle politiche predatorie di Francia, Germania, Inghilterra, Belgio che hanno rastrellato ricchezze e ora cercano in tutti i modi di far pagare le conseguenze al sud dell’europa (non si merita la maiuscola). Un sud che viene artificialmente tenuto al collasso economico perché non abbia la forza di reagire alle ondate che arriveranno a breve;

Presenza dell’unico parlamento al mondo che non legifera, una funzione, questa, sequestrata dal ristretto gruppo di pretoriani comunitari non eletti da nessuno e che gestiscono il continente come una grande caserma;

Infine, cosa più grave di tutte, l’assenza di un disegno politico di medio e lungo periodo che consenta una programmazione e uno riassetto condiviso del continente per opera di parlamentari liberamente eletti dalle popolazioni d’europa dentro un Parlamento che possa legiferare e dare linee di indirizzo politico e strategico al futuro dell’europa.

Non è pensabile che oltre 500.000.000 di persone, 27 Paesi, una economia aggregata importantissima siano gestiti dai cosiddetti “mercati” costituiti da un groppuscolo di operatori davanti a sei schermi ciascuno, come ci fanno vedere in tv, facendoci credere che I MERCATI siano la verità assoluta, il Moloch al cui altare sacrificare il destino di milioni di cittadini. Un falso smentito dal ricatto del meccanismo dello spread arbitrariamente creato e non condiviso con i popoli d’europa mediante votazione democratica.

Va chiarito che i cosiddetti “mercati” non sono altro che lo strumento della speculazione ossessiva del profitto a favore delle imprese delle strutture finanziarie internazionali ai quali dei cittadini e del loro futuro non importa proprio nulla! La protezione dei cittadini dagli abusi delle imprese e dagli speculatori dovrebbe essere il compito di uno Stato con poteri regolatori che in europa, scientificamente non esiste perché, secondo la dottrina liberista NWO, va rimosso ogni ostacolo alla libera “circolazione della ricchezza”.

Ecco che la formazione di una classe dirigente eletta direttamente e democraticamente diventa un argine allo strapotere assassino, depressivo e predatorio dei pseudomercati attenti solo al guadagno pompato al minuto, non più semestrale o annuale. Poco importa se questo beneficio scarica costi economici e sociali a milioni di persone provocando disseti economici, conflitti sociali, espulsioni dai cicli produttivi, instabilità geopolitica permanente. [1]

L’assenza di una gestione politica condivisa del continente lascia campo libero alla gestione puramente contabile delle risorse economiche, una gestione spietata i cui amministratori scaricano la propria gravissima responsabilità dietro al “rispetto delle regole” comunitarie, stabilite poi da chi?

Il mantra del “rispetto delle regole” costi quel che costi, è identica alla motivazione che avanzava ripetutamente, ossessivamente, autisticamente un certo Adolf Eichmann davanti al Tribunale di Norimberga per giustificare lo sterminio perpetrato con zelante efficienza e senza un moto della coscienza.

Per coloro che non hanno dimenticato di esaminare la storia, si tratta di una somiglianza veramente inquietante.

La storia si ripete sotto altre vesti, ma ad ogni giro di boa le conseguenze sono sempre più distruttive.

Ne riparleremo …

[1] Molto istruttiva la attentissima lettura del discorso dell’economista GARY BECKER per il premio Nobel dell’economia del 1992. Una riflessione lucidissima sui guasti sociali provocati dal predominio assoluto e ossessivo del profitto delle imprese anche a danno del tessuto sociale circostante con costi superiori al profitto delle imprese stesse. Un danno i cui costi ovviamente sono a carico della popolazione.

Link qui: https://www.nobelprize.org/uploads/2018/06/becker-lecture.pdf