Il S.OC.O.TE.F. e le carenze strutturali e manageriali della struttura produttiva italiana

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Il S.OC.O.TE.F. e le carenze strutturali e manageriali della struttura produttiva italiana

Manlio Lo Presti – 27 marzo 2020

La cosiddetta pandemia, di cui sono ancora e per molto tempo in evidenza moltissimi punti oscuri, continua ad essere gestita all’insegna  del caos e dell’urgenza-fate-presto: un mantra che conosciamo molto bene e che finora ha portato male,  molto male alla ex-italia.

Non deve perciò sorprendere se prosegue l’alluvione di:

  1. notizie, ovviamente contrastanti fra loro;
  2. relazioni scientifiche, sempre in contrasto fra loro;
  3. finte schermaglie di una opposizione imbalsamata che tenta di dire qualcosa sapendo che si tratta di uno scontro fra titani per rimescolare le carte della geopolitica attuale;
  4. l’attuale governo Badoglio 2.0 che agisce da solo e malgrado le esortazioni felpatissime dell’effervescente Morphing del Colle
  5. il commissariamento sfacciato e vergognoso dell’Italia da parte dello spin doctor dell’O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità, certo Walter Ricciardi, che è l’unico DOMINUS e COMANDANTE IN CAPO che detta

esecutivamente,

militarmente,

germanicamente,

gerarchicamente,

dettagliatamente,

duramente

OGNI DECISIONE CHE BADOGLIO 2.0 prende, con il piglio di Atlante che regge il globo, credendosi e atteggiandosi  a Churchill. Unica eccezione:  il premier de’ noantri non va fra le rovine di una Roma livida, dilaniata  e bombardata da grappoli di bombe cadute dal cielo.

La presenza dello gnomo dell’O.M.S. evidenzia per l’ennesima volta, la storica impossibilità del nostro Paese di poter scegliere una propria strategia autonoma sia in campo interno sia – e soprattutto – in campo internazionale! Evidenzia altresì la ignobile incapacità del ridetto governicchio Badoglio 2.0 e della quasi totalità della attuale gang politica di serial killer contro la popolazione italiana di potersi opporre perché tutti  collusi e soprattutto ricattati per oscuri e precedenti “commerci” che hanno finanziato e consentito la loro ascesa.

Non sappiamo se gli altri Paesi d’Europa hanno un identico SUGGERITORE IN BUCA che detta brutalmente e tassativamente le linee operative dei governi .

A nessuno interessa indagare per la figuraccia che ne deriverebbe. Ho speranza che qualche giornalista abbia l’intenzione di verificare la presenza di questi TECNO-GESUITI vers. 2.0, missi dominici del S.OC.O.TE.F. –  SACRO OCCIDENTALE ORDINE TECNOTRONICO FINANZIARIO, la cui dislocazione nelle cancellerie europee ricorda quella dei gesuiti sparsi furbescamente nei gangli del potere dell’Europa del Settecento…

Il caos attuale ha ripercussioni molto gravi sulla economia italica.

Pone tuttavia in evidenza le storiche e secolari carenze strutturali della produzione di beni e servizi causate e perduranti per la persistenza di comportamenti organizzativi e gestionali paternalistici chiusi all’aggiornamento tecnico e al reinvestimento tecnologico dei profitti. Un sistema fragile perché continua a praticare l’ignobile vizietto della esportazione e il riciclaggio all’estero di capitali e di finanziamenti pubblici, grazie ai buoni uffici di due staterelli alberganti dentro il territorio, di una antica e collaudata “Confederatio” al nord. e di altri due staterelli europei , uno dei quali ha fornito uno specchiato e prestigioso presidente – da poco uscente – alla beneamata Unione europea.

Familismo gestionale, chiusura a nuovi soci, assenza di risparmi aziendali utili ad affrontare le congiunture negative sono i mali quasi secolari della nostra economia che dimostra – salvo alcuni lodevoli casi – di essere gracile.

Questa temperie distopica dovrebbe essere l’occasione meravigliosa per dismettere atteggiamenti imprenditoriali appena descritti allo scopo di eliminare la cultura del piagnisteo in favore di una salutare prontezza di riflessi nella ricerca di soluzioni nuove, di mercati nuovi, di atteggiamento pianificatore di medio e lungo periodo e non di cronica improvvisazione.

Cosa avviene adesso?

Si è aperta la caccia e l’accaparramento delle provvidenze del governo, poi-si-vede.

Riemerge la logica della improvvisazione e dello sciacallaggio. Un comportamento disdicevole che  l’italico esercita con una agilità da giaguaro. Magari tale ferina e felina destrezza la avesse utilizzata per pianificare in tempi non sospetti strumenti per gestire senza danni contingenze negative e cicli economici avversi!

Infine, non va dimenticato il ruolo attrattivo e riciclatore delle otto mafie operanti indisturbate nel territorio italico e prontissime ad intercettare e riciclare una ampia fetta dei miliardi che arriveranno a pioggia, ed erogati senza essere ancora una volta collegati ad una preciso vincolo di destinazione per averne l’uso.

P.Q.M.

Non credo che ci sarà una occasione di mutamento di atteggiamento imprenditoriale capace di elaborare strategie di medio/lungo periodo.

Rimane in piedi l’Italia

  1. piagnona per avere finanziamenti senza precisi requisiti di accesso,
  2. improvvisatrice,
  3. attentissima al vento monetario che tira,
  4. vigile al vento politico trasformista, affarista, ricattato e corrotto del momento.

 

FRANZA O SPAGNA, BASTA CHE SE MAGNA

 

Continuiamo a suonare la marcetta paesana nazionale,

in nome di una unità che nei fatti concreti non è MAI esistita

a causa di una LINEA GOTICA che non mai caduta.