Emanuele Severino. La “struttura originaria” che smaschera la bolla percettiva del nichilismo

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Emanuele Severino. La “struttura originaria” che smaschera la bolla percettiva del nichilismo

Manlio Lo Presti – 22 gennaio 2020

Scompare con discrezione un gigante del pensiero occidentale.

Rimango preziosi i suoi studi sulla vera essenza del Nichilismo – cioè la convinzione che tutti gli accadimenti del mondo, il divenire, entrino ed escano dal Niente o Nulla. Una convinzione che prende il sopravvento dopo la filosofia di Parmenide.

Entrare e uscire dal Nulla, dal Niente si è rivelata una convinzione talmente radicata da diventare l’essenza stessa dell’Occidente. Il filosofo la definisce “follia”.

Uscire da questa follia percettiva è stato il compito di Severino. Il nichilismo (entrare e uscire delle cose e degli eventi dal Niente) ha creato una bolla percettiva della totalità che ci circonda totalmente deformata.

Con il suo libro LEGGE E CASO, Adelphi, 1979, procede ad una serrata analisi della complessa analitica logico-matematica di Rudolf Carnap dimostrando di essere padrone degli strumenti logici formali e scientifici e di non essere solo astrazione accademica.

Dagli anni Settanta in poi, pubblica una vertiginosa serie di studi anche linguistici con l’analisi minuziosa della radice AR nel suo libro DESTINO DELLA NECESSITA’ pubblicato da Adelphi nel 1980.

L’indagine pluridecennale di questo pensatore insolito, controcorrente, in maestosa solitudine e spesso contro tutti e oltre tutti, deve essere ancora compresa, sebbene sia disponibile una bibliografia sterminata sul suo pensiero complicato e difficile.

Accanto ad un prestigioso percorso accademico Severino ha curato la diffusione delle sue riflessioni con la sua presenza a numerosi convegni, dibattiti e simposi.

Per coloro che avessero intenzione di accostarsi e/o approfondire il suo pensiero, sono visionabili numerosi filmati diffusi dal canale web YouTube, oltre alla pubblicazione della quasi totalità della sua ricerca da parte della casa editrice Adelphi e di Rizzoli poi.

A dispetto di una frenesia totalitaria che deforma il nostro lavoro cerebrale e ci impedisce di pensare con lucidità, l’ultimo – per ora – filosofo “antico” va letto con attenzione e senza fretta, con calma. Una netta controtendenza rispetto alla fretta contemporanea.

La conoscenza del suo pensiero esige la cooperazione di lettori coraggiosi, costanti, curiosi e intenzionati a squarciare il velo distopico e deformante che imprigiona ancora oggi tutto l’Occidente imprigionato da un equivoco originario (la “follia”) che parte da Platone e arriva ad oggi.

Severino invita a studiare con attenzione le grandi correnti del pensiero filosofico, scientifico e letterario occidentale nate dall’equivoco originario.

Tra le righe di queste cattedrali della mente si scorgono intuizioni profonde che debbono essere utilizzate come una guida per una “re-visione” di un pensiero antico dimenticato o, peggio, deformato da letture ex post che finiscono per decontestualizzarne l’interpretazione.

Mi consola e mi incoraggia il fatto che la sua vertiginosa ricerca non sarà dimenticata facilmente perché sono sempre di più gli appassionati che ne voglio seguire le orme.